Beethoven
Il cane San Bernardo più famoso di tutti in una serie animata comica, spassosa, piena di gag esilaranti ma anche di amicizia, rispetto e citazioni colte. Questo per dimostrare che un cartone animato può essere divertente e istruttivo.
Beethoven è questo, già il nome, riferimento al grande compositore tedesco ci dà segno di un'introduzione molto elevata; poi i rimandi a film come "Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo" di Sergio Leone o all'opera "Cyrano De Bergerac" o anche al romanzo "Moby Dick" di Herman Melville fanno capire come almeno i vecchi cartoni animati siano ancora apprezzabili e ci diano la possibilità di esplorare ed apprendere contenuti ormai quasi dimenticati per rinnovare il piacere della scoperta e dell'apprendimento stessi.
Il cane Beethoven è un concentrato di gola, simpatia, altruismo, benevolenza, allegria e spensieratezza che tocca tutti e si fa apprezzare proprio per questo, nonostante combini tanti guai. Le avventure rocambolesche che il nostro protagonista a quattro zampe vive in compagnia degli altri suoi amici a quattro zampe sono vertiginose, ma dietro ognuna di esse si nasconde una o più lezioni di vita importanti che bisogna apprendere per maturare. E proprio di maturità si parla, specie nel rapporto tra Beethoven e il suo padrone, George Newton. Questi inizialmente fa fatica ad instaurare un rapporto di fiducia con il nostro amico, ma con il tempo capisce che se vuole avere il rispetto e l'obbedienza e l'amicizia deve essere anche lui in grado di immedesimarsi in Beethoven oltre a mostrare parecchia pazienza, calma, costanza, dedizione e comprensione. Alla fine si riesce ad instaurare quel rapporto di fiducia.
La grafica è quella dei cartoni animati degli anni 90': a mio avviso è molto semplice e anche molto leggera. E questo è un qualcosa che stiamo dimenticando e che mio avviso dovremmo riprendere per far riemergere il mondo dell'animazione e farlo tornare al suo vecchio splendore. I disegni sono quasi naturali e proprio perché i personaggi sono buffi che la serie secondo me merita più visibilità. La musica non gioca un ruolo fondamentale, poiché è limitata; tutto sommato la serie è gradevole.
Beethoven è questo, già il nome, riferimento al grande compositore tedesco ci dà segno di un'introduzione molto elevata; poi i rimandi a film come "Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo" di Sergio Leone o all'opera "Cyrano De Bergerac" o anche al romanzo "Moby Dick" di Herman Melville fanno capire come almeno i vecchi cartoni animati siano ancora apprezzabili e ci diano la possibilità di esplorare ed apprendere contenuti ormai quasi dimenticati per rinnovare il piacere della scoperta e dell'apprendimento stessi.
Il cane Beethoven è un concentrato di gola, simpatia, altruismo, benevolenza, allegria e spensieratezza che tocca tutti e si fa apprezzare proprio per questo, nonostante combini tanti guai. Le avventure rocambolesche che il nostro protagonista a quattro zampe vive in compagnia degli altri suoi amici a quattro zampe sono vertiginose, ma dietro ognuna di esse si nasconde una o più lezioni di vita importanti che bisogna apprendere per maturare. E proprio di maturità si parla, specie nel rapporto tra Beethoven e il suo padrone, George Newton. Questi inizialmente fa fatica ad instaurare un rapporto di fiducia con il nostro amico, ma con il tempo capisce che se vuole avere il rispetto e l'obbedienza e l'amicizia deve essere anche lui in grado di immedesimarsi in Beethoven oltre a mostrare parecchia pazienza, calma, costanza, dedizione e comprensione. Alla fine si riesce ad instaurare quel rapporto di fiducia.
La grafica è quella dei cartoni animati degli anni 90': a mio avviso è molto semplice e anche molto leggera. E questo è un qualcosa che stiamo dimenticando e che mio avviso dovremmo riprendere per far riemergere il mondo dell'animazione e farlo tornare al suo vecchio splendore. I disegni sono quasi naturali e proprio perché i personaggi sono buffi che la serie secondo me merita più visibilità. La musica non gioca un ruolo fondamentale, poiché è limitata; tutto sommato la serie è gradevole.
