Banished from the Hero's Party, I Decided to Live a Quiet Life in the Countryside
Anche se l'anime poteva fare di meglio (disegni e animazioni sono un po' poveri, il design di Red era meglio nel manga, e altre cosette, tipo che Red e Rit si sarebbero dovuti baciare due volte, non una sola, nel loro appuntamento al fiume), "Banished From The Hero Party, I Decided to Live a Quiet Life in the Countryside" è semplicemente una delle mie serie preferite.
In cima alla lista delle ragioni, vi è la stupenda storia d'amore tra Red e Rit, senza esagerare una delle migliori che abbia mai visto in un anime o in un manga, e ho letto e visto shojo da decenni. Niente soliti stereotipi noiosi, niente personaggi troppo timidi per dichiararsi prima che siano passati sessantacinque episodi, niente inutili poligoni amorosi, niente atteggiamenti tsundere (leggasi psicopatici): il loro rapporto è così magnificamente romantico, dolce e genuino, di quelli che ho visto solo nei film dello Studio Ghibli.
Il protagonista poi è esattamente il mio tipo: adoro come non gli interessi affatto diventare un eroe o anche solo un combattente, vuole solo vivere in pace in un piccolo villaggio di campagna con la donna che ama e gli amici a cui vogliono bene, con un lavoro umile ma dignitoso, e che comunque gli consente di aiutare il prossimo.
Ma la cosa che più me lo fa amare è come "Banished From The Hero Party, I Decided to Live a Quiet Life in the Countryside" sia una sovversione completa di tutto ciò che disprezzo degli anime di genere isekai/fantasy.
Fateci caso, negli anime isekai/fantasy, abbiamo sempre il protagonista che sembra un perdente/signor nessuno scansato all'inizio, che entro la prima puntata risveglia qualche superpotere segreto, e da allora diventa invincibile e il futuro salvatore dell'umanità. "Banished From The Hero Party, I Decided to Live a Quiet Life in the Countryside" sembra giocare la stessa trope all'inizio, con Red cacciato dal suo party perché ritenuto inutile... ma, come anticipato, Red non diventerà mai un eroe, anzi nemmeno un guerriero, tantomeno invincibile e overpowered. Quella semmai è sua sorella minore, che tra l'altro merita una menzione a parte. Abbiamo quindi un protagonista che è l'opposto del solito stereotipo: del tutto ordinario e contento di esserlo, anzi rigettando sempre l'offerta di diventare qualcosa di più. Questo è reso ancora migliore nel manga rispetto all'anime, dove hanno reso Red una montagna di muscoli. Nel manga, invece, Red ha un fisico asciutto, il che rende ancora meglio la sua idea di vero ragazzo qualunque.
Negli anime isekai/fantasy, inevitabilmente, avremo una caterva di donne bellissime che moriranno dietro al protagonista, che ciononostante manco si accorgerà di loro in otto casi su dieci, andando a formare i soliti harem. E questo sarà l'unico scopo dei personaggi femminili: essere belle, sbavare per il protagonista e provvedere al fanservice. "Banished From The Hero Party, I Decided to Live a Quiet Life in the Countryside" ha del fanservice (nulla di male nel fanservice in sé), ma, grazie a Dio, assolutamente niente harem, nemmeno di tipo onesided alla "Sword Art Online". Il protagonista è innamorato pazzo e massimamente devoto alla sua compagna, l'unico e solo amore della sua vita, e, comunque, nessun'altra donna gli fa avances o lo desidera, nessuno si mette di mezzo nella loro perfetta storia d'amore. E i personaggi femminili hanno tutti una loro caratterizzazione e una ragione d'essere, che non sia solo essere belle e spogliarsi. E, anche questo grazie a Dio, non hanno bisogno del supporto dei personaggi maschili per essere forti. Anzi, il personaggio più forte e invincibile della serie è appunto una ragazza.
Parlando di questa ragazza, cioè Ruti, la sorella del protagonista, mi piace molto il suo personaggio, perché è un esempio del fardello che comporterebbe essere un eroe invincibile. Gli anime isekai/fantasy lo fanno sempre passare come il sogno di qualunque persona, ma Ruti propone un ritratto diverso: diventare l'eroe invincibile e prescelto le ha rovinato la vita, l'ha isolata dal mondo, l'ha condannata a una lotta infinita, a un esistenza di sacrificio e privazioni. Perfino Nostro Signore lo definì "l'amaro calice". Un'altra cosa che mi piace di Ruti, e un'altra decostruzione efficace, è lo stereotipo, purtroppo onnipresente negli anime, dell'incesto. Sul serio, non capisco se in Giappone è legale sposare le sorelle, fatto sta che negli anime e manga piace davvero inserire momenti di teasing e fanservice tra fratelli e sorelle. In "Banished From The Hero Party, I Decided to Live a Quiet Life in the Countryside" non ci sono (per fortuna) momenti del genere, ma è vero che Ruti prova un affetto morboso e appiccicoso per Red. Però, almeno qui, la cosa ha senso e viene spiegata: Ruti, a causa della sua invulnerabilità che ha acquistato da adulta, è incapace di provare qualsiasi sensazione o piacere alcuno, sentimenti compresi. E si attacca al sentimento di amore per il fratello, perché è l'unica cosa che riesce a ricordare di quando ancora era una semplice umana.
Oltretutto, Red e Rit mi ricordano molto Kirito e Asuna di "Sword Art Online" per l'aspetto, per la storia d'amore e per l'ambientazione. Non mi stupirebbe se l'autore fosse un fan e se, nel caso, la sua intenzione non fosse appunto di smontare tutte quelle cose che non gli piacevano di "Sword Art Online" e di cui ho appena fatto l'elenco (l'harem bait, il protagonista overpowered, la romance che stavolta è messa al centro di tutto invece che venire sacrificata etc.).
In cima alla lista delle ragioni, vi è la stupenda storia d'amore tra Red e Rit, senza esagerare una delle migliori che abbia mai visto in un anime o in un manga, e ho letto e visto shojo da decenni. Niente soliti stereotipi noiosi, niente personaggi troppo timidi per dichiararsi prima che siano passati sessantacinque episodi, niente inutili poligoni amorosi, niente atteggiamenti tsundere (leggasi psicopatici): il loro rapporto è così magnificamente romantico, dolce e genuino, di quelli che ho visto solo nei film dello Studio Ghibli.
Il protagonista poi è esattamente il mio tipo: adoro come non gli interessi affatto diventare un eroe o anche solo un combattente, vuole solo vivere in pace in un piccolo villaggio di campagna con la donna che ama e gli amici a cui vogliono bene, con un lavoro umile ma dignitoso, e che comunque gli consente di aiutare il prossimo.
Ma la cosa che più me lo fa amare è come "Banished From The Hero Party, I Decided to Live a Quiet Life in the Countryside" sia una sovversione completa di tutto ciò che disprezzo degli anime di genere isekai/fantasy.
Fateci caso, negli anime isekai/fantasy, abbiamo sempre il protagonista che sembra un perdente/signor nessuno scansato all'inizio, che entro la prima puntata risveglia qualche superpotere segreto, e da allora diventa invincibile e il futuro salvatore dell'umanità. "Banished From The Hero Party, I Decided to Live a Quiet Life in the Countryside" sembra giocare la stessa trope all'inizio, con Red cacciato dal suo party perché ritenuto inutile... ma, come anticipato, Red non diventerà mai un eroe, anzi nemmeno un guerriero, tantomeno invincibile e overpowered. Quella semmai è sua sorella minore, che tra l'altro merita una menzione a parte. Abbiamo quindi un protagonista che è l'opposto del solito stereotipo: del tutto ordinario e contento di esserlo, anzi rigettando sempre l'offerta di diventare qualcosa di più. Questo è reso ancora migliore nel manga rispetto all'anime, dove hanno reso Red una montagna di muscoli. Nel manga, invece, Red ha un fisico asciutto, il che rende ancora meglio la sua idea di vero ragazzo qualunque.
Negli anime isekai/fantasy, inevitabilmente, avremo una caterva di donne bellissime che moriranno dietro al protagonista, che ciononostante manco si accorgerà di loro in otto casi su dieci, andando a formare i soliti harem. E questo sarà l'unico scopo dei personaggi femminili: essere belle, sbavare per il protagonista e provvedere al fanservice. "Banished From The Hero Party, I Decided to Live a Quiet Life in the Countryside" ha del fanservice (nulla di male nel fanservice in sé), ma, grazie a Dio, assolutamente niente harem, nemmeno di tipo onesided alla "Sword Art Online". Il protagonista è innamorato pazzo e massimamente devoto alla sua compagna, l'unico e solo amore della sua vita, e, comunque, nessun'altra donna gli fa avances o lo desidera, nessuno si mette di mezzo nella loro perfetta storia d'amore. E i personaggi femminili hanno tutti una loro caratterizzazione e una ragione d'essere, che non sia solo essere belle e spogliarsi. E, anche questo grazie a Dio, non hanno bisogno del supporto dei personaggi maschili per essere forti. Anzi, il personaggio più forte e invincibile della serie è appunto una ragazza.
Parlando di questa ragazza, cioè Ruti, la sorella del protagonista, mi piace molto il suo personaggio, perché è un esempio del fardello che comporterebbe essere un eroe invincibile. Gli anime isekai/fantasy lo fanno sempre passare come il sogno di qualunque persona, ma Ruti propone un ritratto diverso: diventare l'eroe invincibile e prescelto le ha rovinato la vita, l'ha isolata dal mondo, l'ha condannata a una lotta infinita, a un esistenza di sacrificio e privazioni. Perfino Nostro Signore lo definì "l'amaro calice". Un'altra cosa che mi piace di Ruti, e un'altra decostruzione efficace, è lo stereotipo, purtroppo onnipresente negli anime, dell'incesto. Sul serio, non capisco se in Giappone è legale sposare le sorelle, fatto sta che negli anime e manga piace davvero inserire momenti di teasing e fanservice tra fratelli e sorelle. In "Banished From The Hero Party, I Decided to Live a Quiet Life in the Countryside" non ci sono (per fortuna) momenti del genere, ma è vero che Ruti prova un affetto morboso e appiccicoso per Red. Però, almeno qui, la cosa ha senso e viene spiegata: Ruti, a causa della sua invulnerabilità che ha acquistato da adulta, è incapace di provare qualsiasi sensazione o piacere alcuno, sentimenti compresi. E si attacca al sentimento di amore per il fratello, perché è l'unica cosa che riesce a ricordare di quando ancora era una semplice umana.
Oltretutto, Red e Rit mi ricordano molto Kirito e Asuna di "Sword Art Online" per l'aspetto, per la storia d'amore e per l'ambientazione. Non mi stupirebbe se l'autore fosse un fan e se, nel caso, la sua intenzione non fosse appunto di smontare tutte quelle cose che non gli piacevano di "Sword Art Online" e di cui ho appena fatto l'elenco (l'harem bait, il protagonista overpowered, la romance che stavolta è messa al centro di tutto invece che venire sacrificata etc.).
È un anime romantico e godibile, sinceramente non capisco tutta questa negatività nei suoi confronti: forse per i protagonisti 'love love' che poi alla fine vanno pure al dunque, anche se non si vede niente? Non è il solito harem, ciononostante ha tutti i cliché del classico isekai pieno di donzelle per tutti i gusti: eroina, principessa guerriera, loli, elfa.
Già il protagonista è belloccio e non il classico che non ha nulla, ma a cui misteriosamente tutte vanno dietro. È un finto protagonista 'sfigato' e si vede. Cucina, fa il farmacista, si trova una bella casetta e si mette anche con qualcuno, quindi c'è la storia romantica. Il fulcro del messaggio è: sii quello che sei, scegli e non far scegliere la tua vita da altri, anche se è una vita predestinata.
Sono rimaste alcune cose che devono essere risolte e spero in una nuova stagione. Spero solo che non si rovini la coppietta che si è formata, altrimenti mi arrabbio! Io invece la consiglio la visione, se non altro è molto serena, parte calma, per arrivare al clou finale movimentato. Ho visto di peggio, e nessuno se ne è lamentato.
Già il protagonista è belloccio e non il classico che non ha nulla, ma a cui misteriosamente tutte vanno dietro. È un finto protagonista 'sfigato' e si vede. Cucina, fa il farmacista, si trova una bella casetta e si mette anche con qualcuno, quindi c'è la storia romantica. Il fulcro del messaggio è: sii quello che sei, scegli e non far scegliere la tua vita da altri, anche se è una vita predestinata.
Sono rimaste alcune cose che devono essere risolte e spero in una nuova stagione. Spero solo che non si rovini la coppietta che si è formata, altrimenti mi arrabbio! Io invece la consiglio la visione, se non altro è molto serena, parte calma, per arrivare al clou finale movimentato. Ho visto di peggio, e nessuno se ne è lamentato.
«Quando Poochie non è in scena, tutti gli altri personaggi dovrebbero chiedersi: “Ma dov’è Poochie?”»
Così suggeriva il buon vecchio Homer Simpson durante la sua esperienza lampo nel doppiaggio di un nuovo personaggio di Grattachecca e Fighetto. E praticamente così succede anche in questa serie, in cui un certo Gideon, guida tuttofare del gruppo degli eroi (forse un “paladino”, ovvero una di quelle classi che nei giochi di ruolo fa abbastanza bene tutto, ma non raggiunge i vertici in nessun campo), viene cacciato dal gruppo stesso ad opera del mago titolare. Non passa però molto tempo che tutti gli altri membri ne sentano la mancanza e inizino a dire a ripetizione: “Ma non ci sono più i mezzi Gideon di una volta”, “Quando c’era Gideon al dungeon arrivavamo in orario”, e così via.
Nel frattempo il Gideon si è ritirato a Borgo Dieci Case, villaggio alquanto fuorimano dell’impero, ha cambiato il suo nome in Red e si è messo a sgobbare per realizzare il suo sogno: diventare un farmacista (!?) ed esercitare con tranquillità nel villaggio. Il periodo di pace che consegue dopo aver aperto la sua bottega non sarà comunque molto lungo. In breve verrà raggiunto prima dalla bella Rit, principessa avventuriera invaghita persa di lui da tempo perché sì, e poi anche da vecchi nemici e soprattutto amici che lo vogliono ritrovare.
Sembrerebbe quindi che questo “Shin no Nakama ja Nai to Yuusha no Party” (...o “Oidasareta Node, Henkyou de Slow Life Suru Koto ni Shimashita”, se vogliamo comporre tutto il titolo completo) offra molta carne al fuoco. Forse alla fine anche un po’ troppa.
È pia illusione che il prode Gideon/Red passi dalla prima linea con il gruppo dell’eroe, il quale tra l’altro è proprio la sua sorellina con un brother complex grosso come una casa, per darsi alla vita bucolica, perché i guai arriveranno ben presto numerosi. È paradossale che il paesino dove si rifugi, da estrema provincia dell’impero, divenga rapidamente uno strategico crocevia di intrighi sotterranei per loschi figuri vari che lo vogliono conquistare. È finanche ‘paraculistico’ che, di tutti i posti possibili, casualmente proprio in quello si fosse rifugiata anche la sua bellissima vecchia fiamma.
Insomma, il tutto diventa una tavola opportunisticamente apparecchiata affinché il protagonista “Medio-man” di turno appaia in realtà come un gran fuoriclasse da tutti cercato e di cui tutti hanno bisogno. Fantasia suprema del pubblico otaku.
Globalmente non è che il cast dei personaggi brilli, anzi è abbastanza classico. Le uniche che spiccano, più per l’estetica e come potenziali waifu, sono la bella avventuriera Rit e la sbarazzina elfa Yarandrala, bella anche lei ma con minutaggio inferiore. Meriterebbe poi almeno una menzione il ragno ninja mascotte che accompagna uno dei personaggi, sia per la carineria che per la sua presenza di spirito a superare i suoi colleghi umani.
Scarsino invece il lato tecnico, specie nelle animazioni, con musiche e sigle direi dimenticabili (e infatti non ne ho ricordo).
Con “Shin no Nakama... eccetera” non siamo neanche tanto sul mediocre, quanto semmai sull’anonimo. Un pochino attira (sennò non mi sarei avvicinato), ma alla fine non offre neanche qualcosa che si faccia ammirare, o faccia coinvolgere appieno lo spettatore. Forse il buon Gideon doveva dedicarsi alla pastorizia.
Così suggeriva il buon vecchio Homer Simpson durante la sua esperienza lampo nel doppiaggio di un nuovo personaggio di Grattachecca e Fighetto. E praticamente così succede anche in questa serie, in cui un certo Gideon, guida tuttofare del gruppo degli eroi (forse un “paladino”, ovvero una di quelle classi che nei giochi di ruolo fa abbastanza bene tutto, ma non raggiunge i vertici in nessun campo), viene cacciato dal gruppo stesso ad opera del mago titolare. Non passa però molto tempo che tutti gli altri membri ne sentano la mancanza e inizino a dire a ripetizione: “Ma non ci sono più i mezzi Gideon di una volta”, “Quando c’era Gideon al dungeon arrivavamo in orario”, e così via.
Nel frattempo il Gideon si è ritirato a Borgo Dieci Case, villaggio alquanto fuorimano dell’impero, ha cambiato il suo nome in Red e si è messo a sgobbare per realizzare il suo sogno: diventare un farmacista (!?) ed esercitare con tranquillità nel villaggio. Il periodo di pace che consegue dopo aver aperto la sua bottega non sarà comunque molto lungo. In breve verrà raggiunto prima dalla bella Rit, principessa avventuriera invaghita persa di lui da tempo perché sì, e poi anche da vecchi nemici e soprattutto amici che lo vogliono ritrovare.
Sembrerebbe quindi che questo “Shin no Nakama ja Nai to Yuusha no Party” (...o “Oidasareta Node, Henkyou de Slow Life Suru Koto ni Shimashita”, se vogliamo comporre tutto il titolo completo) offra molta carne al fuoco. Forse alla fine anche un po’ troppa.
È pia illusione che il prode Gideon/Red passi dalla prima linea con il gruppo dell’eroe, il quale tra l’altro è proprio la sua sorellina con un brother complex grosso come una casa, per darsi alla vita bucolica, perché i guai arriveranno ben presto numerosi. È paradossale che il paesino dove si rifugi, da estrema provincia dell’impero, divenga rapidamente uno strategico crocevia di intrighi sotterranei per loschi figuri vari che lo vogliono conquistare. È finanche ‘paraculistico’ che, di tutti i posti possibili, casualmente proprio in quello si fosse rifugiata anche la sua bellissima vecchia fiamma.
Insomma, il tutto diventa una tavola opportunisticamente apparecchiata affinché il protagonista “Medio-man” di turno appaia in realtà come un gran fuoriclasse da tutti cercato e di cui tutti hanno bisogno. Fantasia suprema del pubblico otaku.
Globalmente non è che il cast dei personaggi brilli, anzi è abbastanza classico. Le uniche che spiccano, più per l’estetica e come potenziali waifu, sono la bella avventuriera Rit e la sbarazzina elfa Yarandrala, bella anche lei ma con minutaggio inferiore. Meriterebbe poi almeno una menzione il ragno ninja mascotte che accompagna uno dei personaggi, sia per la carineria che per la sua presenza di spirito a superare i suoi colleghi umani.
Scarsino invece il lato tecnico, specie nelle animazioni, con musiche e sigle direi dimenticabili (e infatti non ne ho ricordo).
Con “Shin no Nakama... eccetera” non siamo neanche tanto sul mediocre, quanto semmai sull’anonimo. Un pochino attira (sennò non mi sarei avvicinato), ma alla fine non offre neanche qualcosa che si faccia ammirare, o faccia coinvolgere appieno lo spettatore. Forse il buon Gideon doveva dedicarsi alla pastorizia.
Episodio 6, minuto 4: parlano di overdose e c'è di sottofondo una musichetta tutta allegra... senza contare il fatto che è ad un volume così alto, che quasi copre le voci dei doppiatori.
Mi piace lo spirito 'sciallo' di cui questa serie è pervasa, ma ci sono diverse lacune sia dal punto di vista registico (anche per piccolezze come quella sopracitata) sia di sceneggiatura. Il tutto unito a delle animazioni non proprio esaltanti.
Diciamo che manca un po' di qualità nella realizzazione, ma l'idea di base ci sta. Di certo, viste certe valutazioni, ha ricevuto più odio del dovuto. In fin dei conti l'affiatata coppietta di protagonisti riesce a intrattenere abbastanza bene, coprendo in parte le mancanze del resto della trama.
Dal solito cliffhanger finale deduco che vorrebbero fare una seconda stagione... Non mi pento di aver visto la prima, ma penso che la seconda la balzerò a piè pari.
Mi piace lo spirito 'sciallo' di cui questa serie è pervasa, ma ci sono diverse lacune sia dal punto di vista registico (anche per piccolezze come quella sopracitata) sia di sceneggiatura. Il tutto unito a delle animazioni non proprio esaltanti.
Diciamo che manca un po' di qualità nella realizzazione, ma l'idea di base ci sta. Di certo, viste certe valutazioni, ha ricevuto più odio del dovuto. In fin dei conti l'affiatata coppietta di protagonisti riesce a intrattenere abbastanza bene, coprendo in parte le mancanze del resto della trama.
Dal solito cliffhanger finale deduco che vorrebbero fare una seconda stagione... Non mi pento di aver visto la prima, ma penso che la seconda la balzerò a piè pari.
In un mondo fantastico pieno di poteri, abilità e magia, il signore dei demoni minaccia la razza umana, ma l'eroe è pronto a proteggere tutti, sacrificando sé stesso, accompagnato da suo fratello e i suoi compagni. Ruti, l'eroina, è benedetta dalla Protezione Divina dell'Eroe, che la rende praticamente invincibile, mentre suo fratello Ghideon dalla Protezione Divina della Guida. Un giorno Ares caccia Ghideon dal gruppo, il quale si trasferisce a Zoltan, cambiando nome in Red, per poter vivere una vita pacifica e solitaria, guadagnandosi da vivere vendendo erbe grazie alle conoscenze acquisite durante i suoi viaggi.
La trama non sembra essere un granché e lascia poco spazio per sperare in epiche battaglie e svolgimenti più che interessanti. L'intreccio narrativo messo in piedi è per la prima metà dell'opera inesistente, per poi iniziare a dipanarsi nella seconda metà; peccato che, mano a mano che l'anime prosegue, diviene sempre più smielato e noioso, finendo a narrare esclusivamente la vita sentimentale di Red tra vicende più o meno collegate e con poco senso. Negli ultimi episodi finalmente la situazione si smuove e tutti gli eventi si susseguono in maniera raffazzonata, con evidenti buchi di trama e fatti senza senso. I dialoghi sono prolissi, noiosi e infruttuosi, tutto è banale e prevedibile, fatta qualche rara eccezione.
Da elogiare il tentativo di trattare la tematica della ricerca di sé e soprattutto della propria felicità e di ciò che si vuole fare davvero, nonostante la realtà ci obblighi a certe scelte. Lo svolgimento della tematica è confusionario.
I design dei personaggi sono anche carini, ma la loro caratterizzazione è disastrosa, ricalcano stereotipi triti e ritriti, senza modificarli o arricchirli. Il background dei personaggi è inconsistente, così come la loro caratterizzazione psicologica più che banale, l'unico con una caratterizzazione "migliore" è Red.
Il comparto tecnico nel complesso è okay.
In conclusione, è un'opera davvero noiosa e smielata, con un universo narrativo raffazzonato, personaggi mediocri, trama quasi inesistente, che tenta di trattare una tematica importante, ma fallendo miseramente. In conclusione, non consiglio questo anime a nessuno.
La trama non sembra essere un granché e lascia poco spazio per sperare in epiche battaglie e svolgimenti più che interessanti. L'intreccio narrativo messo in piedi è per la prima metà dell'opera inesistente, per poi iniziare a dipanarsi nella seconda metà; peccato che, mano a mano che l'anime prosegue, diviene sempre più smielato e noioso, finendo a narrare esclusivamente la vita sentimentale di Red tra vicende più o meno collegate e con poco senso. Negli ultimi episodi finalmente la situazione si smuove e tutti gli eventi si susseguono in maniera raffazzonata, con evidenti buchi di trama e fatti senza senso. I dialoghi sono prolissi, noiosi e infruttuosi, tutto è banale e prevedibile, fatta qualche rara eccezione.
Da elogiare il tentativo di trattare la tematica della ricerca di sé e soprattutto della propria felicità e di ciò che si vuole fare davvero, nonostante la realtà ci obblighi a certe scelte. Lo svolgimento della tematica è confusionario.
I design dei personaggi sono anche carini, ma la loro caratterizzazione è disastrosa, ricalcano stereotipi triti e ritriti, senza modificarli o arricchirli. Il background dei personaggi è inconsistente, così come la loro caratterizzazione psicologica più che banale, l'unico con una caratterizzazione "migliore" è Red.
Il comparto tecnico nel complesso è okay.
In conclusione, è un'opera davvero noiosa e smielata, con un universo narrativo raffazzonato, personaggi mediocri, trama quasi inesistente, che tenta di trattare una tematica importante, ma fallendo miseramente. In conclusione, non consiglio questo anime a nessuno.