Fate/Zero
Volevo iniziare le mie recensioni del Nasuverse partendo da "Fate/Stay night Unlimited Blade Works", non fosse che è stata la prima opera di Fate che ho visto, e ne ho ricordi troppo poco precisi per poterne parlare.
Nel dubbio, considerate un 7 sulla fiducia. Basandomi sui miei ricordi, è quello il voto che darei.
"Fate/Zero" è un prequel, benché Nasu dica tutt'altro.
Purtroppo, tutto nasce dal fatto che lui e Urobuchi, l'autore della novel, ma anche di opere del calibro di "Psycho Pass" e "Madoka Magicka", non si fossero messi d'accordo e il secondo ha modificato alcuni dettagli minori più la caratterizzazione di Artoria.
Quindi sì, tecnicamente ci sono delle inconsistenze tra Fate/Zero e Fate/Stay night, ma non lasciamoci prendere in giro da Nasu della timeline alternativa, già lui ha complicato troppo le cose con il suo universo narrativo.
Detto questo, Fate/Zero si becca il voto più alto tra le opere del Nasuverse, perché è semplicemente la migliore.
Parliamo di un'opera animata illegalmente bene, con alcuni dei combattimenti e delle OST migliori che il Giappone abbia mai prodotto. Questo anime è uscito 9 anni fa, e non solo non è invecchiato di giorno, ma è anche animato meglio di molte produzioni moderne.
Ci sono scene di un impatto emotivo incredibile, come tutte quelle sul passato di Kiritsugu, e temi che non sono da poco, come il discorso su cosa significhi essere un re e su se esista davvero un sacrificio necessario per un bene maggiore. Tutti i personaggi sono caratterizzati in modo incredibile, sono riconoscibili e memorabili.
Ma quindi, perché non può andare oltre l'8?
Beh! Ma perché un'opera di Nasu.
Come tale, nonostante l'intercedere di Urobuchi, ha tutti i suoi problemi tipici, pur se filtrati.
Il worldbuilding è incredibilmente complesso, e le informazioni necessarie a capirlo appieno non vengono date mai date in modo naturale con la narrazione, ma in modo didascalico. In Zero succede meno che in altre opere di Nasu, ma rimane che c'è un primo episodio introduttivo di una pesantezza incredibile perché volto a spiegare le premesse per filo e per segno, e capitano dei momenti di confusione anche all'interno della serie.
Inoltre, data la natura "sbarazzina" degli adattamenti animati di Fate, si è venuto a creare un cortocircuito risolto solo in parte dall'uscita dei film di Heaven's Feel. Infatti, Fate/Zero è l'unica opera che introduce per bene le regole della guerra del Sacro Graal, cosa che Unlimited Blade Works ricordo non fare, ma al contempo fa degli spoiler su un colpo di scena base di Heaven's Feel, quindi sarebbe meglio partire da Unlimited Blade Works per chi non si vuol leggere la visual novel.
Che poi, in realtà, il rovinarsi questo colpo di scena è più una cosa da puristi che un vero problema di per sé, poiché è una cosa che, com'è introdotta in Heaven's Feel, può funzionare in una VN ma in un anime fa un po' schifo, ma andava fatto notare lo stesso.
Questo è Fate/Zero.
La migliore opera di Fate, ma non esente dai problemi intrinsechi dell'universo narrativo a cui fa riferimento.
Auf wiedersehen.
Nel dubbio, considerate un 7 sulla fiducia. Basandomi sui miei ricordi, è quello il voto che darei.
"Fate/Zero" è un prequel, benché Nasu dica tutt'altro.
Purtroppo, tutto nasce dal fatto che lui e Urobuchi, l'autore della novel, ma anche di opere del calibro di "Psycho Pass" e "Madoka Magicka", non si fossero messi d'accordo e il secondo ha modificato alcuni dettagli minori più la caratterizzazione di Artoria.
Quindi sì, tecnicamente ci sono delle inconsistenze tra Fate/Zero e Fate/Stay night, ma non lasciamoci prendere in giro da Nasu della timeline alternativa, già lui ha complicato troppo le cose con il suo universo narrativo.
Detto questo, Fate/Zero si becca il voto più alto tra le opere del Nasuverse, perché è semplicemente la migliore.
Parliamo di un'opera animata illegalmente bene, con alcuni dei combattimenti e delle OST migliori che il Giappone abbia mai prodotto. Questo anime è uscito 9 anni fa, e non solo non è invecchiato di giorno, ma è anche animato meglio di molte produzioni moderne.
Ci sono scene di un impatto emotivo incredibile, come tutte quelle sul passato di Kiritsugu, e temi che non sono da poco, come il discorso su cosa significhi essere un re e su se esista davvero un sacrificio necessario per un bene maggiore. Tutti i personaggi sono caratterizzati in modo incredibile, sono riconoscibili e memorabili.
Ma quindi, perché non può andare oltre l'8?
Beh! Ma perché un'opera di Nasu.
Come tale, nonostante l'intercedere di Urobuchi, ha tutti i suoi problemi tipici, pur se filtrati.
Il worldbuilding è incredibilmente complesso, e le informazioni necessarie a capirlo appieno non vengono date mai date in modo naturale con la narrazione, ma in modo didascalico. In Zero succede meno che in altre opere di Nasu, ma rimane che c'è un primo episodio introduttivo di una pesantezza incredibile perché volto a spiegare le premesse per filo e per segno, e capitano dei momenti di confusione anche all'interno della serie.
Inoltre, data la natura "sbarazzina" degli adattamenti animati di Fate, si è venuto a creare un cortocircuito risolto solo in parte dall'uscita dei film di Heaven's Feel. Infatti, Fate/Zero è l'unica opera che introduce per bene le regole della guerra del Sacro Graal, cosa che Unlimited Blade Works ricordo non fare, ma al contempo fa degli spoiler su un colpo di scena base di Heaven's Feel, quindi sarebbe meglio partire da Unlimited Blade Works per chi non si vuol leggere la visual novel.
Che poi, in realtà, il rovinarsi questo colpo di scena è più una cosa da puristi che un vero problema di per sé, poiché è una cosa che, com'è introdotta in Heaven's Feel, può funzionare in una VN ma in un anime fa un po' schifo, ma andava fatto notare lo stesso.
Questo è Fate/Zero.
La migliore opera di Fate, ma non esente dai problemi intrinsechi dell'universo narrativo a cui fa riferimento.
Auf wiedersehen.
La quarta guerra del Santo Graal, questo è quello che narra questa storia, dove sette persone, master, vengono chiamate a combattere insieme ai propri antico spirito eroico, chiamati servant. Ognuno di loro combatte per il proprio desiderio, desideri che solo il Graal può esaudire. La storia complessa e molto dettagliata di questo anime mi ha veramente colpito.
Iniziamo dai punti deboli, la prima cosa che non mi è andata tanto giù è il fatto che ci sono troppi personaggi chiave e questo inizialmente crea abbastanza confusione, la seconda cosa è la strada che percorre Kirei, che come personaggio non mi è per niente piaciuto, visto il cambio drastico nel comportarsi dall'inizio alla fine.
I punti forti invece sono sicuramente la storia intrigante, nel complesso, una volta sorpassata la prima fase infatti sul piano narrativo comincia a scorrere bene e la confusione iniziale pian piano viene spiegata. Un altro pezzo da 90 è come viene narrato il passato di alcuni master e dei servant. Non ho mai ben capito che cosa avesse Kiristugu per la testa in 25 puntate e questo lo giudico un altro punto a favore, visto che non si capisce il mistero che c' è dietro questa persona. Animazioni buone e musiche altrettanto, dialoghi un po' complessi, alcune volte non si riesce a seguire quello che dicano. Nel complesso, consigliato.
Iniziamo dai punti deboli, la prima cosa che non mi è andata tanto giù è il fatto che ci sono troppi personaggi chiave e questo inizialmente crea abbastanza confusione, la seconda cosa è la strada che percorre Kirei, che come personaggio non mi è per niente piaciuto, visto il cambio drastico nel comportarsi dall'inizio alla fine.
I punti forti invece sono sicuramente la storia intrigante, nel complesso, una volta sorpassata la prima fase infatti sul piano narrativo comincia a scorrere bene e la confusione iniziale pian piano viene spiegata. Un altro pezzo da 90 è come viene narrato il passato di alcuni master e dei servant. Non ho mai ben capito che cosa avesse Kiristugu per la testa in 25 puntate e questo lo giudico un altro punto a favore, visto che non si capisce il mistero che c' è dietro questa persona. Animazioni buone e musiche altrettanto, dialoghi un po' complessi, alcune volte non si riesce a seguire quello che dicano. Nel complesso, consigliato.
"Fate/Zero" è un prequel di "Fate/stay night" ambientato 10 anni prima nel quale si svolge la quarta guerra per il santo graal.
L'opera, oltre ad essere estremamente valida anche non comprendendo a pieno tutte le dinamiche (per capirle appieno bisognerebbe giocare alla novel di "Stay night"), è estremamente interessante per chi invece già conosce l'opera madre, con intrecci di trama che non ti aspetteresti nonostante il finale sia già conosciuto.
A livello grafico la ufotable non sbaglia un colpo e anche in quest'opera non si può che fare i complimenti a tutto lo studio, sia per le musiche che per i disegni.
L'opera, oltre ad essere estremamente valida anche non comprendendo a pieno tutte le dinamiche (per capirle appieno bisognerebbe giocare alla novel di "Stay night"), è estremamente interessante per chi invece già conosce l'opera madre, con intrecci di trama che non ti aspetteresti nonostante il finale sia già conosciuto.
A livello grafico la ufotable non sbaglia un colpo e anche in quest'opera non si può che fare i complimenti a tutto lo studio, sia per le musiche che per i disegni.
Allora... Che cos'è "Fate/Zero"?
Mi verrebbe da dire ''un dannato capolavoro e probabilmente la migliore opera d'animazione giapponese nonché fra le migliori opere di intrattenimento in genere'' e inviare la recensione, ma dichiarazioni straordinarie richiedono prove straordinarie, quindi diamoci dentro nell'analizzare questo diamante.
La premessa generale è la stessa delle altre serie: sette Servant, spiriti eroici provenienti da tutte le epoche storiche, e altrettanti Master si sfidano in una feroce battaglia per conquistare il Santo Graal, oggetto capace di esaudire un sogno a testa per il Master ed il Servant vincitori.
Non posso analizzare le cose più di tanto perché l'opera si commenta da sé per quanto è bella. C'è di tutto: moralità estremamente grigia da ogni personaggio, combattimenti fatti benissimo, musiche che ti rimangono impresse e colpi di scena con la pala, ognuno più crudo, violento e duro dell'altro.
Ogni concetto è trattato in maniera brutale, reale e con occhi maturissimi, come dovrebbe essere fatto. Non ci sono ragazzini protagonisti a rompere gli zebedei, ma solo persone adulte con un chiaro schema di cosa fare, che si comportano in maniera deplorevole per i motivi più disparati, da quelli più nobili a quelli più egoisti. Il tutto è trattato poi con un cinismo senza confini, come dovrebbe essere, e ogni colpo di scena è un pugno allo stomaco.
Fra tutti i personaggi, voglio citare il protagonista Kiritsugu Emiya, senza dubbio il miglior protagonista di ogni opera giapponese mai creata. Abbiamo un uomo disilluso, machiavellico, cinico ed efficiente in ogni sua azione, senza alcuna remora per niente e nessuno ad eccezione delle persone amate. Infatti, fra tutto il suo cinismo, dall'inizio alla fine si intravede l'amore che ha per la moglie, Irisvel Einzbern, e per la sua collaboratrice Maiya, anche se sa che potrebbe perderle da un momento all'altro a causa della guerra. Tra l'altro, durante la storia vediamo ogni sfaccettatura del suo carattere, di cosa ha passato nella sua vita e di perché è diventato in quel modo... il tutto con una narrazione a dir poco sublime.
Un altro grandissimo plauso va all'antagonista principale Kirei Kotomine, senza dubbio il modello perfetto di un antagonista ben scritto e vera e propria persona malvagia, che agisce da vera e propria nemesi di Kiritsugu dall'inizio alla fine. Ho adorato come i due personaggi non si comprendano e soprattutto siano reciprocamente impauriti dell'altro.
Dal lato di trama e personaggi, non posso far altro che dare il massimo, anche perché ce ne sono tantissimi che sono curati in maniera perfetta, come Rider, Lancer oppure Archer, e stare qui ad elencarli tutti e cosa hanno soprattutto di così ottimo non finiremmo più.
Dal lato tecnico abbiamo disegni pregiatissimi, delle musiche fantastiche, animazioni altrettanto pregiate ed opening ed ending carine. L'unica cosa che posso criticare un pochino è la fortissima presenza di CGI, che si tende a notare dopo un po', ma non è così opprimente.
Anche qui, non posso far altro che dare il massimo dei voti.
''Meglio tardi che mai, eh?'' è ciò che il mio animo mi ha detto una volta che ho finito di visionare questa fantastica serie di otto anni fa. Pochissime volte sono rimasto così sorpreso e soprattutto soddisfatto da come hanno gestito tutto nel complesso. Serie che è diventata probabilmente la mia preferita di sempre, ed è inutile dire che la consiglio a tutti.
Non è per tutti, sfortunatamente, in virtù proprio di quanto dura, cruda e adulta è, ma se volete un'opera di qualità altissima e avete la voglia di seguirla e di capirla, "Fate/Zero" fa al caso vostro.
Mi verrebbe da dire ''un dannato capolavoro e probabilmente la migliore opera d'animazione giapponese nonché fra le migliori opere di intrattenimento in genere'' e inviare la recensione, ma dichiarazioni straordinarie richiedono prove straordinarie, quindi diamoci dentro nell'analizzare questo diamante.
La premessa generale è la stessa delle altre serie: sette Servant, spiriti eroici provenienti da tutte le epoche storiche, e altrettanti Master si sfidano in una feroce battaglia per conquistare il Santo Graal, oggetto capace di esaudire un sogno a testa per il Master ed il Servant vincitori.
Non posso analizzare le cose più di tanto perché l'opera si commenta da sé per quanto è bella. C'è di tutto: moralità estremamente grigia da ogni personaggio, combattimenti fatti benissimo, musiche che ti rimangono impresse e colpi di scena con la pala, ognuno più crudo, violento e duro dell'altro.
Ogni concetto è trattato in maniera brutale, reale e con occhi maturissimi, come dovrebbe essere fatto. Non ci sono ragazzini protagonisti a rompere gli zebedei, ma solo persone adulte con un chiaro schema di cosa fare, che si comportano in maniera deplorevole per i motivi più disparati, da quelli più nobili a quelli più egoisti. Il tutto è trattato poi con un cinismo senza confini, come dovrebbe essere, e ogni colpo di scena è un pugno allo stomaco.
Fra tutti i personaggi, voglio citare il protagonista Kiritsugu Emiya, senza dubbio il miglior protagonista di ogni opera giapponese mai creata. Abbiamo un uomo disilluso, machiavellico, cinico ed efficiente in ogni sua azione, senza alcuna remora per niente e nessuno ad eccezione delle persone amate. Infatti, fra tutto il suo cinismo, dall'inizio alla fine si intravede l'amore che ha per la moglie, Irisvel Einzbern, e per la sua collaboratrice Maiya, anche se sa che potrebbe perderle da un momento all'altro a causa della guerra. Tra l'altro, durante la storia vediamo ogni sfaccettatura del suo carattere, di cosa ha passato nella sua vita e di perché è diventato in quel modo... il tutto con una narrazione a dir poco sublime.
Un altro grandissimo plauso va all'antagonista principale Kirei Kotomine, senza dubbio il modello perfetto di un antagonista ben scritto e vera e propria persona malvagia, che agisce da vera e propria nemesi di Kiritsugu dall'inizio alla fine. Ho adorato come i due personaggi non si comprendano e soprattutto siano reciprocamente impauriti dell'altro.
Dal lato di trama e personaggi, non posso far altro che dare il massimo, anche perché ce ne sono tantissimi che sono curati in maniera perfetta, come Rider, Lancer oppure Archer, e stare qui ad elencarli tutti e cosa hanno soprattutto di così ottimo non finiremmo più.
Dal lato tecnico abbiamo disegni pregiatissimi, delle musiche fantastiche, animazioni altrettanto pregiate ed opening ed ending carine. L'unica cosa che posso criticare un pochino è la fortissima presenza di CGI, che si tende a notare dopo un po', ma non è così opprimente.
Anche qui, non posso far altro che dare il massimo dei voti.
''Meglio tardi che mai, eh?'' è ciò che il mio animo mi ha detto una volta che ho finito di visionare questa fantastica serie di otto anni fa. Pochissime volte sono rimasto così sorpreso e soprattutto soddisfatto da come hanno gestito tutto nel complesso. Serie che è diventata probabilmente la mia preferita di sempre, ed è inutile dire che la consiglio a tutti.
Non è per tutti, sfortunatamente, in virtù proprio di quanto dura, cruda e adulta è, ma se volete un'opera di qualità altissima e avete la voglia di seguirla e di capirla, "Fate/Zero" fa al caso vostro.
Attenzione: presenza di lievi spoiler
Sono poche le storie che riescono a unire magistralmente epicità e dramma in un tripudio dagli echi shakespeariani: "Fate/Zero" è una di queste storie.
Concepito come prequel della saga principale di TYPE-MOON, "Fate/Zero" racconta le vicende della quarta guerra del Graal grazie alla mano di quel diavolo di Gen Urobuchi, uomo che qualunque cosa tocchi diventa oro.
Va da subito detto che questo non è "Fate/Stay Night", soprattutto nei toni e nei contenuti; se "Fate/Stay Night" era uno splendido racconto di eroismo ed epicità, "Fate/Zero" ne è l'esatto opposto. Il racconto di Urobuchi mette sul tavolo una serie di personaggi complessi, contorti e a modo loro disturbati, soffermandosi sulle loro motivazioni e sui traumi che li hanno portati a partecipare alla guerra del Graal.
La coralità è dunque la chiave del successo narrativo di "Fate/Zero", uno splendido caleidoscopio in cui tutti i personaggi in ballo colorano con tinte scure e drammatiche l'intera storia. Differenze che si notano soprattutto nei personaggi già presenti in "Fate/Stay Night" (Kuritsugu, Saber e Kirei su tutti), dando modo allo spettatore di osservare i cambiamenti degli stessi e la complessità che questo prequel è riuscito a dargli.
La prima parte dell'anime è sostanzialmente "introduttiva" alla guerra, ma non manca di mostrarci i lati più torbidi e disturbanti dei protagonisti, a cominciare da Kiritsugu, freddo e spietato protagonista, ma non per questo poco realistico (in fondo è un esecutore e questo ci viene spiattellato fin dal primo episodio). Gli altri contendenti non saranno da meno e la loro determinazione li porterà a gesti altrettanto spietati e premeditati (Kirei e Tokiomi), a schiacciare chiunque per la gloria personale (Kayneth El-Melloi e Waver) o a distruggere se stessi per provare a salvare qualcuno (Kariya). Prima parte che trova il suo apice nell'episodio 11, lungo dialogo fra i tre servant "nobili" in ballo (Saber, Archer e Rider) che riesce a cambiare nello spettatore l'immagine avuta fino ad allora degli spiriti eroici. Da evocazioni con il solo scopo di combattere si passa a veri e propri esseri umani con sogni, rimpianti e desideri che li porta di volta in volta a riapparire in una guerra che potrebbe esaudire i loro desideri irrealizzati.
Un nuovo punto di vista che viene applicato anche al "villain" di questa prima parte, Caster, che nonostante la brutale violenza infanticida, non desiderava altro che ricongiungersi con la sua amata Jeanne, sublime personaggio che rincontreremo nello spin-off "Fate/Apocrypha".
Da questo momento in poi, a guerra oramai iniziata, sarà un tripudio di azione e dramma, a cominciare dall'epico scontro contro Caster, uno dei momenti più belli ed evocativi dell'intera serie, fino ai tormentati flashback che rivelano sempre più dettagli del passato di servant e master.
Un maelstrom capace di far andare in perfetta sinergia momenti drammatici (il passato di Kuritsugu, Saber e Rider) ad altri di totale spietatezza e crudeltà (le uscite di scena di Lancer, Berserker e dei loro master).
Ciò che però mi ha colpito maggiormente, e che ritengo essere l'apice narrativo dell'intera serie, è lo sviluppo di Saber, letteralmente rivoltata come un guanto da Urobuchi e gettata in una tormentata ricerca di redenzione dopo aver realizzato, durante il dialogo con Archer e Rider, di non essere probabilmente stata un re all'altezza e che i suoi ideali hanno portato più dolore che felicità tra i propri sudditi. Dubbi che non riuscirà a dissipare a causa del distacco emotivo con il proprio master, Kiritsugu, e che si porterà dietro fino alla successiva evocazione in "Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works".
Il finale rende perfettamente giustizia alla trama fino a quel punto sviluppata, anche se avrei egoisticamente gradito qualche scena in più fra Kiritsugu e Shirou.
Tecnicamente è una serie sublime: colori, animazioni, chara e doppiaggio sono ad un livello talmente superiore da non sembrare per nulla realizzata nel 2011. Ufotable marca prepotentemente il territorio imponendosi a tutt'oggi come uno degli Studio migliori sul mercato.
Il comparto sonoro merita una menzione a parte grazie alle splendide musiche della sempreverde Yuki Kajiura, co-autrice fra le altre cose di tutte le sigle di apertura e chiusura (in particolar modo della splendida e riuscitissima "to the beginning").
In sintesi, "Fate/Zero" può essere tranquillamente considerato il picco più alto dell'intero franchise, spin-off compresi. Un capolavoro che va di merito nell'albo dei migliori anime degli ultimi 20 anni.
Sono poche le storie che riescono a unire magistralmente epicità e dramma in un tripudio dagli echi shakespeariani: "Fate/Zero" è una di queste storie.
Concepito come prequel della saga principale di TYPE-MOON, "Fate/Zero" racconta le vicende della quarta guerra del Graal grazie alla mano di quel diavolo di Gen Urobuchi, uomo che qualunque cosa tocchi diventa oro.
Va da subito detto che questo non è "Fate/Stay Night", soprattutto nei toni e nei contenuti; se "Fate/Stay Night" era uno splendido racconto di eroismo ed epicità, "Fate/Zero" ne è l'esatto opposto. Il racconto di Urobuchi mette sul tavolo una serie di personaggi complessi, contorti e a modo loro disturbati, soffermandosi sulle loro motivazioni e sui traumi che li hanno portati a partecipare alla guerra del Graal.
La coralità è dunque la chiave del successo narrativo di "Fate/Zero", uno splendido caleidoscopio in cui tutti i personaggi in ballo colorano con tinte scure e drammatiche l'intera storia. Differenze che si notano soprattutto nei personaggi già presenti in "Fate/Stay Night" (Kuritsugu, Saber e Kirei su tutti), dando modo allo spettatore di osservare i cambiamenti degli stessi e la complessità che questo prequel è riuscito a dargli.
La prima parte dell'anime è sostanzialmente "introduttiva" alla guerra, ma non manca di mostrarci i lati più torbidi e disturbanti dei protagonisti, a cominciare da Kiritsugu, freddo e spietato protagonista, ma non per questo poco realistico (in fondo è un esecutore e questo ci viene spiattellato fin dal primo episodio). Gli altri contendenti non saranno da meno e la loro determinazione li porterà a gesti altrettanto spietati e premeditati (Kirei e Tokiomi), a schiacciare chiunque per la gloria personale (Kayneth El-Melloi e Waver) o a distruggere se stessi per provare a salvare qualcuno (Kariya). Prima parte che trova il suo apice nell'episodio 11, lungo dialogo fra i tre servant "nobili" in ballo (Saber, Archer e Rider) che riesce a cambiare nello spettatore l'immagine avuta fino ad allora degli spiriti eroici. Da evocazioni con il solo scopo di combattere si passa a veri e propri esseri umani con sogni, rimpianti e desideri che li porta di volta in volta a riapparire in una guerra che potrebbe esaudire i loro desideri irrealizzati.
Un nuovo punto di vista che viene applicato anche al "villain" di questa prima parte, Caster, che nonostante la brutale violenza infanticida, non desiderava altro che ricongiungersi con la sua amata Jeanne, sublime personaggio che rincontreremo nello spin-off "Fate/Apocrypha".
Da questo momento in poi, a guerra oramai iniziata, sarà un tripudio di azione e dramma, a cominciare dall'epico scontro contro Caster, uno dei momenti più belli ed evocativi dell'intera serie, fino ai tormentati flashback che rivelano sempre più dettagli del passato di servant e master.
Un maelstrom capace di far andare in perfetta sinergia momenti drammatici (il passato di Kuritsugu, Saber e Rider) ad altri di totale spietatezza e crudeltà (le uscite di scena di Lancer, Berserker e dei loro master).
Ciò che però mi ha colpito maggiormente, e che ritengo essere l'apice narrativo dell'intera serie, è lo sviluppo di Saber, letteralmente rivoltata come un guanto da Urobuchi e gettata in una tormentata ricerca di redenzione dopo aver realizzato, durante il dialogo con Archer e Rider, di non essere probabilmente stata un re all'altezza e che i suoi ideali hanno portato più dolore che felicità tra i propri sudditi. Dubbi che non riuscirà a dissipare a causa del distacco emotivo con il proprio master, Kiritsugu, e che si porterà dietro fino alla successiva evocazione in "Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works".
Il finale rende perfettamente giustizia alla trama fino a quel punto sviluppata, anche se avrei egoisticamente gradito qualche scena in più fra Kiritsugu e Shirou.
Tecnicamente è una serie sublime: colori, animazioni, chara e doppiaggio sono ad un livello talmente superiore da non sembrare per nulla realizzata nel 2011. Ufotable marca prepotentemente il territorio imponendosi a tutt'oggi come uno degli Studio migliori sul mercato.
Il comparto sonoro merita una menzione a parte grazie alle splendide musiche della sempreverde Yuki Kajiura, co-autrice fra le altre cose di tutte le sigle di apertura e chiusura (in particolar modo della splendida e riuscitissima "to the beginning").
In sintesi, "Fate/Zero" può essere tranquillamente considerato il picco più alto dell'intero franchise, spin-off compresi. Un capolavoro che va di merito nell'albo dei migliori anime degli ultimi 20 anni.
Attenzione: la seguente recensione analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
"Fate/Zero" è il prequel di "Fate/Stay Night" ed è composto da due stagioni in totale.
Questa seconda stagione riprende da dove ci ha lasciato la prima, ovvero l'incontro tra Caster che se la dovrà vedere con gli altri servant momentaneamente alleati. Dopo vari tentativi inutili Kiritsugu svela che la Noble Phantasm di Saber è Anti-fortezza, e quindi può sconfiggere Caster con un solo colpo, impedendo al mostro di rigenerarsi. Fine spoiler
Allora, a differenza della prima parte qui avremo molta più azione, mentre non mancheranno anche episodi pieni di dialoghi, comunque interessanti.
I personaggi della serie sono fantastici, i Servant saranno tutti carismatici, primo su tutti Rider, vero protagonista della serie. Hanno fatto un buon lavoro anche con la crescita dei master, su tutte quella di Kiritsugu e Waver.
Fantastico il comparto tecnico della serie, animazioni ben fatte così come i combattimenti, chara design fantastico e
CGI stranamente sopportabile.
Le musiche ragazzi sono favolose, le ost sono perfette nei momenti di azioni e nei momenti di tristezza, le opening sono una più bella dell'altra.
Nonostante il finale l'abbia trovato buono, l'ho trovato anche un po' confusionario, in pratica non hanno fatto capire bene l'origine del graal e cosa ci sia dietro, per fortuna viene spiegato meglio in altre serie di "Fate".
Ragazzi io non posso fare altro che consigliarvi "Fate/Zero", che ho trovato meglio del suo sequel sotto tutti i punti di vista. 10.
"Fate/Zero" è il prequel di "Fate/Stay Night" ed è composto da due stagioni in totale.
Questa seconda stagione riprende da dove ci ha lasciato la prima, ovvero l'incontro tra Caster che se la dovrà vedere con gli altri servant momentaneamente alleati. Dopo vari tentativi inutili Kiritsugu svela che la Noble Phantasm di Saber è Anti-fortezza, e quindi può sconfiggere Caster con un solo colpo, impedendo al mostro di rigenerarsi. Fine spoiler
Allora, a differenza della prima parte qui avremo molta più azione, mentre non mancheranno anche episodi pieni di dialoghi, comunque interessanti.
I personaggi della serie sono fantastici, i Servant saranno tutti carismatici, primo su tutti Rider, vero protagonista della serie. Hanno fatto un buon lavoro anche con la crescita dei master, su tutte quella di Kiritsugu e Waver.
Fantastico il comparto tecnico della serie, animazioni ben fatte così come i combattimenti, chara design fantastico e
CGI stranamente sopportabile.
Le musiche ragazzi sono favolose, le ost sono perfette nei momenti di azioni e nei momenti di tristezza, le opening sono una più bella dell'altra.
Nonostante il finale l'abbia trovato buono, l'ho trovato anche un po' confusionario, in pratica non hanno fatto capire bene l'origine del graal e cosa ci sia dietro, per fortuna viene spiegato meglio in altre serie di "Fate".
Ragazzi io non posso fare altro che consigliarvi "Fate/Zero", che ho trovato meglio del suo sequel sotto tutti i punti di vista. 10.
Attenzione: presenza di lievi spoiler
Tutti mi consigliavano di non vedere "Fate/Zero" prima di vedere "Fate/stay night", ma troppi campanelli d'allarme risuonavano su quest'ultimo titolo: sette maghi adolescenti aiutati da sette spiriti eroici si contendono all'ultimo sangue il graal per esaudire un desiderio. In definitiva non avevo nessun interesse nel vedere una banale battle royale fra adolescenti infoiati come ce ne sono tante, per lo più con grafica orrenda e grandi dialoghi come "People die if they are killed". Inoltre, per quanto sia vero che vedere "Fate/Zero" spoilera "Fate/stay night", è vero anche il contrario. In definitiva ho guardato solo lo "Zero", e non me ne pento affatto, specie visto il finale.
L'anime tratto dai libri di "Gen Urobutcher" è esattamente come ti aspetti che sia conoscendo l'autore: crudele, nichilista e psicologicamente disturbato, ma non c'è solo questo. A parte a Kiritsugu, uno dei migliori personaggi descritti che rappresenta tutto questo turbine di emozioni negative, abbiamo l'altro grande personaggio di "Fate/Zero": Rider alias Alessandro Magno. Mi soffermo su questo personaggio perchè è magistrale. La caratterizzazione storica di Rider (mole a parte) è quasi perfetta, dalla sua inesauribile ambizione sia materiale che personale, alla sua figura di allievo di Aristotele e quindi al suo pensiero filosofico che tramanderà ad un altro personaggio. È grazie a lui che lo show non sprofonda nel pessimismo più assoluto e che qualche personaggio riesce ad ottenere una crescita personale od almeno a porsi delle domande, che è poi il preambolo della maturazione. Anche la parte tecnica rimane di elevata qualità per 25 episodi, con ottime sequenze fra le quali spiccano una Saber motociclista sgravatissima, la cavalcata decisiva di Rider e Berserker che controlla addirittura un... beh lo vedrete!
Non ci sono però solo appunti positivi ma anche negativi. L'adattamento fra novels ed anime non è sempre ottimale, avendo in certi passi tre episodi interi di riflessioni fra personaggi, che nell'economia di un libro ci sta, ma nell'economia di una serie ci sta un po' meno. I personaggi sono un po' troppi: più di una ventina, il che costringe a trattare superficialmente molti di loro. Ma la critica più grande va a quello che chiamo "l'effetto Christopher Nolan": Qualcuno si ricorderà della trasposizione di Batman in film nei primi anni 2000, Christopher Nolan tentò di rendere credibile e prendere sul serio una storia assolutamente non plausibile come quella di Batman con artifizi narrativi. Qui Urobuchi fa la stessa cosa, tenta di dare drammaticità e profondità ad un soggetto che semplicemente non può essere profondo. Non c'è modo di prendere sul serio sette spiriti eroici richiamati in vita, dotati di poteri e mosse dal nome altisonante a cui viene affibiata una "classe" come in un gioco fantasy. É semplicemente impossibile da farsi.
Il risultato è che i sette master che prendono parte in modo drammatico e con tutto loro stessi alla contesa guidati dall'ambizione non si amalgameranno mai davvero con i sette servant, che ricordiamo sono già morti e sepolti, e sono stati richiamati a random per combattersi in una guerra altrui, in definitiva privi di forti motivazioni. Tranne Saber, i servant affronteranno i combattimenti con la stessa filosofia dei concorrenti di un gioco a premi, e i loro contrasti saranno blandi, e per lo più di tipo filosofico e dialettico togliendo pathos a tutta la narrazione. In definitiva gli scontri fra i master costruiranno un'ottima tensione, che poi purtroppo quelli fra servant disperderanno completamente. Non a caso le due migliori puntate della serie, a mio avviso, sono la 19 e la 20, che si svolgono temporalmente prima della guerra.
Il giudizio finale è comunque decisamente positivo per una serie che, anche se non riesce ad essere profonda e intensa come vorrebbe, riesce comunque ad intrattenere benissimo ed in modi originali.
Tutti mi consigliavano di non vedere "Fate/Zero" prima di vedere "Fate/stay night", ma troppi campanelli d'allarme risuonavano su quest'ultimo titolo: sette maghi adolescenti aiutati da sette spiriti eroici si contendono all'ultimo sangue il graal per esaudire un desiderio. In definitiva non avevo nessun interesse nel vedere una banale battle royale fra adolescenti infoiati come ce ne sono tante, per lo più con grafica orrenda e grandi dialoghi come "People die if they are killed". Inoltre, per quanto sia vero che vedere "Fate/Zero" spoilera "Fate/stay night", è vero anche il contrario. In definitiva ho guardato solo lo "Zero", e non me ne pento affatto, specie visto il finale.
L'anime tratto dai libri di "Gen Urobutcher" è esattamente come ti aspetti che sia conoscendo l'autore: crudele, nichilista e psicologicamente disturbato, ma non c'è solo questo. A parte a Kiritsugu, uno dei migliori personaggi descritti che rappresenta tutto questo turbine di emozioni negative, abbiamo l'altro grande personaggio di "Fate/Zero": Rider alias Alessandro Magno. Mi soffermo su questo personaggio perchè è magistrale. La caratterizzazione storica di Rider (mole a parte) è quasi perfetta, dalla sua inesauribile ambizione sia materiale che personale, alla sua figura di allievo di Aristotele e quindi al suo pensiero filosofico che tramanderà ad un altro personaggio. È grazie a lui che lo show non sprofonda nel pessimismo più assoluto e che qualche personaggio riesce ad ottenere una crescita personale od almeno a porsi delle domande, che è poi il preambolo della maturazione. Anche la parte tecnica rimane di elevata qualità per 25 episodi, con ottime sequenze fra le quali spiccano una Saber motociclista sgravatissima, la cavalcata decisiva di Rider e Berserker che controlla addirittura un... beh lo vedrete!
Non ci sono però solo appunti positivi ma anche negativi. L'adattamento fra novels ed anime non è sempre ottimale, avendo in certi passi tre episodi interi di riflessioni fra personaggi, che nell'economia di un libro ci sta, ma nell'economia di una serie ci sta un po' meno. I personaggi sono un po' troppi: più di una ventina, il che costringe a trattare superficialmente molti di loro. Ma la critica più grande va a quello che chiamo "l'effetto Christopher Nolan": Qualcuno si ricorderà della trasposizione di Batman in film nei primi anni 2000, Christopher Nolan tentò di rendere credibile e prendere sul serio una storia assolutamente non plausibile come quella di Batman con artifizi narrativi. Qui Urobuchi fa la stessa cosa, tenta di dare drammaticità e profondità ad un soggetto che semplicemente non può essere profondo. Non c'è modo di prendere sul serio sette spiriti eroici richiamati in vita, dotati di poteri e mosse dal nome altisonante a cui viene affibiata una "classe" come in un gioco fantasy. É semplicemente impossibile da farsi.
Il risultato è che i sette master che prendono parte in modo drammatico e con tutto loro stessi alla contesa guidati dall'ambizione non si amalgameranno mai davvero con i sette servant, che ricordiamo sono già morti e sepolti, e sono stati richiamati a random per combattersi in una guerra altrui, in definitiva privi di forti motivazioni. Tranne Saber, i servant affronteranno i combattimenti con la stessa filosofia dei concorrenti di un gioco a premi, e i loro contrasti saranno blandi, e per lo più di tipo filosofico e dialettico togliendo pathos a tutta la narrazione. In definitiva gli scontri fra i master costruiranno un'ottima tensione, che poi purtroppo quelli fra servant disperderanno completamente. Non a caso le due migliori puntate della serie, a mio avviso, sono la 19 e la 20, che si svolgono temporalmente prima della guerra.
Il giudizio finale è comunque decisamente positivo per una serie che, anche se non riesce ad essere profonda e intensa come vorrebbe, riesce comunque ad intrattenere benissimo ed in modi originali.
"Fate/Zero" è una serie light novel scritta da Gen Urobuchi, illustrata da Takashi Takeuchi e pubblicata a partire dal 2006; un adattamento anime in due stagioni è andato in onda in Giappone tra il 2011 e il 2012 ed è stato realizzato dallo studio di animazione Ufotable. Si tratta di un prequel della visual novel "Fate/Stay Night" ambientato dieci anni prima degli eventi raccontanti nella serie.
Bisogna partire con la premessa che la serie "Fate" è ambientata in una realtà caratterizzata dalla magia, la quale è sconosciuta agli esseri umani e che viene esercitata esclusivamente dall'Associazione dei Maghi e dalla Santa Chiesa.
Durante il XIX secolo, le Tre Nobili Famiglie Fondatrici di Maghi, gli Einzbern, i Matou e i Tohsaka, riuscirono ad evocare il Santo Graal, uno strumento in grado di realizzare qualsiasi desiderio; tuttavia, poiché esso poteva esaudirne soltanto uno, la collaborazione fra le famiglie si trasformò in una sanguinosa e dura contesa: ciò segnò la nascita della Guerra del Santo Graal. Da quel momento in poi, l'oggetto sacro apparve ogni sessant'anni nella città nipponica di Fujuki.
Il Graal conferisce a sette maghi (Master), i quali però devono essere degni di tale investitura, il potere di evocare un'Anima Eroica, chiamata Servant; essi sono divisi in sette classi (Archer, Assassin, Berserker, Caster, Lancer, Rider e Saber) e per evocarli si deve essere in possesso di una Reliquia dell'Eroe, da utilizzare come catalizzatore magico. Per stabilire chi sarà degno di ottenere il Graal, i Master e i loro corrispettivi Servant devono combattere fra loro finché non rimarrà in vita una sola coppia.
Nella serie "Fate/Zero" vengono narrate le vicende accadute durante la Quarta Guerra del Santo Graal. La famiglia Einzbern, dopo aver fallito per bene tre volte, vuole impossessarsi a tutti i costi dell'oggetto sacro e per questo motivo assolda il noto assassino di maghi Kiritsugu Emiya, il quale diviene Master di Saber; il capofamiglia dei Tohsaka, Tokiomi, diventato Master di Archer, decide di allearsi segretamente con un altro Master, Kirei, membro della Chiesa e Master di Assassin; infine della famiglia Matou, la quale inizialmente non doveva partecipare a causa della vita ribelle e lontana dalla magia condotta dal primogenito Kariya, viene nominato Master di Berserker, proprio Kariya, costretto a partecipare a causa di un crudele ricatto del padre. Gli altri tre Master sono persone estranee alla famiglie fondatrici ed hanno rispettivamente il controllo su Caster, Lancer e Rider. Chi riuscirà ad ottenere il tanto agognato Graal?
La caratterizzazione dei personaggi ha innumerevoli aspetti positivi ma anche delle leggere imperfezioni. Nel primo caso si possono identificare dei caratteri davvero interessanti e ben realizzati come ad esempio l’uccisore di maghi, Kiristugu Emiya e il prete della chiesa di Fuyuki, Kirei Kotomine. Il primo ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza molto difficile e travagliata: ha deciso spontaneamente di uccidere il padre a causa delle sue ideologie utopistiche e folli senza battere ciglio... per poi diventare uno spietato assassino e mercenario; tali eventi hanno scaturito in Kiristugu un’evoluzione psicologica fondamentale e complessa, infatti inizialmente desiderava ardentemente diventare un "paladino della giustizia", ma con il passare del tempo si è reso conto che “per salvare una vita, è necessario sacrificarne un’altra”, dunque è impossibile salvare tutti... oltretutto a complicare la sua già difficile situazione emotiva ci sono la moglie Irisviel, un omuncolo dal carattere docile e gentile, e la figlia Illyasviel. Kirei, invece, può essere considerato come la nemesi di Kiritsugu, si tratta di un personaggio che riesce a provare piacere solo nella sofferenza altrui e che durante l’arco della sua vita ha dovuto sempre affrontare la sua natura nascosta e misteriosa; possiede una personalità molto stravagante e ambigua, poiché nonostante riesca ad eccellere in tantissime cose, inseguito perdendo interesse per esse, decide di abbandonarle per dedicarsi ad altro. Altri soggetti degni di essere menzionati sono: la coppia Waver/Rider, la quale è sicuramente quella riuscita meglio in tutta la serie, in quanto il Servant (Alessandro Magno), grazie alla sua tenacia e alla sua esperienza, riesce a trasformare radicalmente il suo Master sia dal punto di vista psicologico che caratteriale, facendogli acquisire molta più sicurezza e determinazione; sublime anche il personaggio di Saber (Re Artù), il quale erroneamente nella serie viene presentato attraverso una figura femminile di nome Arturia; l'eroina, inizialmente determinata ad ottenere il Graal e sicura dei propri mezzi, viene messa duramente alla prova durante il famoso “discorso dei re”, nel quale Alessandro Magno e Gilgamesh (Archer) riescono facilmente a mettere a nudo le fragili debolezze del Servant, accusandola di non essere degna di essere definita “Re”, poiché, invece di guidare i suoi sudditi, non ha fatto altro che salvarli continuamente, non mostrandogli, pertanto, come dovrebbe essere un vero sovrano; tale evento getterà le basi per una "parziale" trasformazione psicologica anche di Arturia durante il corso dell'anime. Sfortunatamente, però, non tutti hanno avuto lo stesso trattamento… un esempio lampante può essere quello di Archer, infatti sebbene venga descritto come un personaggio baldo, eccentrico, arrogante non si riesce a carpire la motivazione di così tanta sicurezza e sfacciataggine (l'unica spiegazione o per meglio dire giustificazione è che lui è il "Re degli Eroi", senza fare alcun riferimento a livello storico); altri tre personaggi che seguono lo stesso copione sono Assassin, Berserker e Caster. Il primo, addirittura, fa solo qualche apparizione durante la prima stagione, senza neanche venire a conoscenza di quale Anima Eroica si tratti; mentre l’identità del secondo viene svelata negli episodi finali e le cause della sua natura folle, barbaramente abbandonata a se stessa, viene attribuita ad Arturia perché non ha saputo svolgere appieno il suo dovere di "re"; infine il terzo, tralasciando la sua pazzia e la sua passione nell’uccidere bambini, viene caratterizzato storicamente in un “minuto” durante il tredicesimo episodio. Molto deludente anche la figura di Tokiomi: grandissimo ed esperto mago, capo della potente famiglia dei Tohsaka, uomo rispettoso e temibile, ma che viene irrimediabilmente illuso e "usato" dai suoi stessi alleati, non riuscendo neanche minimamente a percepire la cosa...
Il punto forte della serie è sicuramente la grafica! Combattimenti straordinari ed eccelsi, cura di ogni dettaglio, colori abbastanza chiari, rappresentazione stilistica dei personaggi sia maschili che femminili pressoché perfetta e non ci sono particolari miglioramenti a livello grafico tra la prima e la seconda stagione. Le OST carine soprattutto le opening, mentre il doppiaggio molto buono.
"Fate/Zero" è una serie di altissimo livello sotto quasi tutti i punti di vista: trama piacevole e veloce, tralasciando delle parti leggermente lente, grafica ottima, personaggi tutto sommato caratterizzati abbastanza bene; inoltre sono state approfondite alcune tematiche (orgoglio, onore e concetto di re), le quali risiedono nella maggior parte delle Anime Eroiche, infatti il loro modo di agire e di pensare molto spesso viene condizionato proprio da questi valori. Tuttavia il "tema per eccellenza" che induce a riflettere sia il lettore che lo spettatore, è il concetto di "paladino della giustizia": l'autore vuole far capire che un uomo da solo non riuscirebbe mai a salvare l'intera umanità poiché il mondo è colmo di arroganza, superbia e soprattutto di egoismo, egli è egoista per natura, cioè pensa a prescindere prima alla propria autosufficienza che alla salvezza degli altri; di conseguenza per poter essere definito paladino della giustizia dovrebbe prima smettere di essere egoista... il che, facendo pure delle dovute eccezioni, è utopico in quanto la maggior parte rimarrà sempre indifferente a tale ideale!
L'unica vera pecca dell'anime è la descrizione a livello storico di alcuni protagonisti... dato che sono presenti Eroi appartenenti a epoche passate, Urobuchi avrebbe potuto dare un po' più di spazio agli avvenimenti della loro vita, per comprendere meglio le loro sfaccettature. Un piccolo accenno va fatto anche al finale inconcludente sotto molti aspetti... tuttavia ciò lascia presagire che lo studio Ufotable abbia seriamente intenzione di proseguire la serie con un sequel ("Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works").
Dunque il mio voto finale è... un bel 9 meritatissimo!
Bisogna partire con la premessa che la serie "Fate" è ambientata in una realtà caratterizzata dalla magia, la quale è sconosciuta agli esseri umani e che viene esercitata esclusivamente dall'Associazione dei Maghi e dalla Santa Chiesa.
Durante il XIX secolo, le Tre Nobili Famiglie Fondatrici di Maghi, gli Einzbern, i Matou e i Tohsaka, riuscirono ad evocare il Santo Graal, uno strumento in grado di realizzare qualsiasi desiderio; tuttavia, poiché esso poteva esaudirne soltanto uno, la collaborazione fra le famiglie si trasformò in una sanguinosa e dura contesa: ciò segnò la nascita della Guerra del Santo Graal. Da quel momento in poi, l'oggetto sacro apparve ogni sessant'anni nella città nipponica di Fujuki.
Il Graal conferisce a sette maghi (Master), i quali però devono essere degni di tale investitura, il potere di evocare un'Anima Eroica, chiamata Servant; essi sono divisi in sette classi (Archer, Assassin, Berserker, Caster, Lancer, Rider e Saber) e per evocarli si deve essere in possesso di una Reliquia dell'Eroe, da utilizzare come catalizzatore magico. Per stabilire chi sarà degno di ottenere il Graal, i Master e i loro corrispettivi Servant devono combattere fra loro finché non rimarrà in vita una sola coppia.
Nella serie "Fate/Zero" vengono narrate le vicende accadute durante la Quarta Guerra del Santo Graal. La famiglia Einzbern, dopo aver fallito per bene tre volte, vuole impossessarsi a tutti i costi dell'oggetto sacro e per questo motivo assolda il noto assassino di maghi Kiritsugu Emiya, il quale diviene Master di Saber; il capofamiglia dei Tohsaka, Tokiomi, diventato Master di Archer, decide di allearsi segretamente con un altro Master, Kirei, membro della Chiesa e Master di Assassin; infine della famiglia Matou, la quale inizialmente non doveva partecipare a causa della vita ribelle e lontana dalla magia condotta dal primogenito Kariya, viene nominato Master di Berserker, proprio Kariya, costretto a partecipare a causa di un crudele ricatto del padre. Gli altri tre Master sono persone estranee alla famiglie fondatrici ed hanno rispettivamente il controllo su Caster, Lancer e Rider. Chi riuscirà ad ottenere il tanto agognato Graal?
La caratterizzazione dei personaggi ha innumerevoli aspetti positivi ma anche delle leggere imperfezioni. Nel primo caso si possono identificare dei caratteri davvero interessanti e ben realizzati come ad esempio l’uccisore di maghi, Kiristugu Emiya e il prete della chiesa di Fuyuki, Kirei Kotomine. Il primo ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza molto difficile e travagliata: ha deciso spontaneamente di uccidere il padre a causa delle sue ideologie utopistiche e folli senza battere ciglio... per poi diventare uno spietato assassino e mercenario; tali eventi hanno scaturito in Kiristugu un’evoluzione psicologica fondamentale e complessa, infatti inizialmente desiderava ardentemente diventare un "paladino della giustizia", ma con il passare del tempo si è reso conto che “per salvare una vita, è necessario sacrificarne un’altra”, dunque è impossibile salvare tutti... oltretutto a complicare la sua già difficile situazione emotiva ci sono la moglie Irisviel, un omuncolo dal carattere docile e gentile, e la figlia Illyasviel. Kirei, invece, può essere considerato come la nemesi di Kiritsugu, si tratta di un personaggio che riesce a provare piacere solo nella sofferenza altrui e che durante l’arco della sua vita ha dovuto sempre affrontare la sua natura nascosta e misteriosa; possiede una personalità molto stravagante e ambigua, poiché nonostante riesca ad eccellere in tantissime cose, inseguito perdendo interesse per esse, decide di abbandonarle per dedicarsi ad altro. Altri soggetti degni di essere menzionati sono: la coppia Waver/Rider, la quale è sicuramente quella riuscita meglio in tutta la serie, in quanto il Servant (Alessandro Magno), grazie alla sua tenacia e alla sua esperienza, riesce a trasformare radicalmente il suo Master sia dal punto di vista psicologico che caratteriale, facendogli acquisire molta più sicurezza e determinazione; sublime anche il personaggio di Saber (Re Artù), il quale erroneamente nella serie viene presentato attraverso una figura femminile di nome Arturia; l'eroina, inizialmente determinata ad ottenere il Graal e sicura dei propri mezzi, viene messa duramente alla prova durante il famoso “discorso dei re”, nel quale Alessandro Magno e Gilgamesh (Archer) riescono facilmente a mettere a nudo le fragili debolezze del Servant, accusandola di non essere degna di essere definita “Re”, poiché, invece di guidare i suoi sudditi, non ha fatto altro che salvarli continuamente, non mostrandogli, pertanto, come dovrebbe essere un vero sovrano; tale evento getterà le basi per una "parziale" trasformazione psicologica anche di Arturia durante il corso dell'anime. Sfortunatamente, però, non tutti hanno avuto lo stesso trattamento… un esempio lampante può essere quello di Archer, infatti sebbene venga descritto come un personaggio baldo, eccentrico, arrogante non si riesce a carpire la motivazione di così tanta sicurezza e sfacciataggine (l'unica spiegazione o per meglio dire giustificazione è che lui è il "Re degli Eroi", senza fare alcun riferimento a livello storico); altri tre personaggi che seguono lo stesso copione sono Assassin, Berserker e Caster. Il primo, addirittura, fa solo qualche apparizione durante la prima stagione, senza neanche venire a conoscenza di quale Anima Eroica si tratti; mentre l’identità del secondo viene svelata negli episodi finali e le cause della sua natura folle, barbaramente abbandonata a se stessa, viene attribuita ad Arturia perché non ha saputo svolgere appieno il suo dovere di "re"; infine il terzo, tralasciando la sua pazzia e la sua passione nell’uccidere bambini, viene caratterizzato storicamente in un “minuto” durante il tredicesimo episodio. Molto deludente anche la figura di Tokiomi: grandissimo ed esperto mago, capo della potente famiglia dei Tohsaka, uomo rispettoso e temibile, ma che viene irrimediabilmente illuso e "usato" dai suoi stessi alleati, non riuscendo neanche minimamente a percepire la cosa...
Il punto forte della serie è sicuramente la grafica! Combattimenti straordinari ed eccelsi, cura di ogni dettaglio, colori abbastanza chiari, rappresentazione stilistica dei personaggi sia maschili che femminili pressoché perfetta e non ci sono particolari miglioramenti a livello grafico tra la prima e la seconda stagione. Le OST carine soprattutto le opening, mentre il doppiaggio molto buono.
"Fate/Zero" è una serie di altissimo livello sotto quasi tutti i punti di vista: trama piacevole e veloce, tralasciando delle parti leggermente lente, grafica ottima, personaggi tutto sommato caratterizzati abbastanza bene; inoltre sono state approfondite alcune tematiche (orgoglio, onore e concetto di re), le quali risiedono nella maggior parte delle Anime Eroiche, infatti il loro modo di agire e di pensare molto spesso viene condizionato proprio da questi valori. Tuttavia il "tema per eccellenza" che induce a riflettere sia il lettore che lo spettatore, è il concetto di "paladino della giustizia": l'autore vuole far capire che un uomo da solo non riuscirebbe mai a salvare l'intera umanità poiché il mondo è colmo di arroganza, superbia e soprattutto di egoismo, egli è egoista per natura, cioè pensa a prescindere prima alla propria autosufficienza che alla salvezza degli altri; di conseguenza per poter essere definito paladino della giustizia dovrebbe prima smettere di essere egoista... il che, facendo pure delle dovute eccezioni, è utopico in quanto la maggior parte rimarrà sempre indifferente a tale ideale!
L'unica vera pecca dell'anime è la descrizione a livello storico di alcuni protagonisti... dato che sono presenti Eroi appartenenti a epoche passate, Urobuchi avrebbe potuto dare un po' più di spazio agli avvenimenti della loro vita, per comprendere meglio le loro sfaccettature. Un piccolo accenno va fatto anche al finale inconcludente sotto molti aspetti... tuttavia ciò lascia presagire che lo studio Ufotable abbia seriamente intenzione di proseguire la serie con un sequel ("Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works").
Dunque il mio voto finale è... un bel 9 meritatissimo!
Nel 2006 viene pubblicata la light novel “Fate/Zero”, scritta da Gen Urobuchi e illustrata da Takashi Takeuchi. Qualche anno dopo, lo studio ufotable produce una trasposizione animata che consta di venticinque episodi: i primi tredici vengono trasmessi nella stagione autunnale del 2011, i restanti dodici in quella primaverile del 2012 (questa recensione, per l’appunto, intende analizzare entrambe le stagioni).
La serie si configura come prequel di "Fate/Stay Night": essa, infatti, si svolge circa dieci anni prima, durante la quarta guerra per il santo Graal. Protagonista è Kiritsugu Emiya, un mercenario assassino di maghi, molto conosciuto per i suoi metodi poco ortodossi. Egli verrà assoldato dalla famiglia Einzbern e diventerà il Master della Servant Saber.
Già nel primo corposo episodio, della durata di circa cinquanta minuti, “Fate/Zero” mette in luce i punti di divergenza con l’opera prodotta nel 2006 dallo studio Deen. L’ambientazione scolastica condita da una leggera quantità di fanservice e commedia lascia infatti spazio ad un’atmosfera più cupa e dalle tinte più mature. I master più giovani e spesso incoscienti di "Fate/Stay Night" vengono quindi sostituiti, per la maggior parte, da maghi adulti e consapevoli della guerra che stanno combattendo. Lo svolgimento di quest’ultima, di conseguenza, sarà ben costruito: strategie, appostamenti e alleanze segretamente stipulate si alterneranno a battaglie avvincenti, presenti non in maniera esponenziale ma comunque pregevoli dal punto di vista della realizzazione tecnica.
La sceneggiatura ricercata ed elaborata è un altro punto a favore per “Fate/Zero”: essa, infatti, è arricchita da monologhi, dialoghi e riflessioni profondi e complessi che compensano in maniera egregia l’esigua quantità di scene d’azione. Le tematiche ed i modi di pensare più variegati vengono veicolati dai tanti attori, ognuno con la propria estrazione sociale e il proprio trascorso, che si muovono sullo stesso palcoscenico: al termine della visione, dall’opera non ho potuto che ricavare un ritratto crudele e spietato della vita e dell’essere umano, in cui certi valori, ambizioni ed ideali di giustizia sono impraticabili. Tuttavia, in questo quadro così pessimistico/realistico, nel quale i miracoli non sono per niente gratuiti e i mali dell’uomo finiscono per corrompere ciò che era puro, trovano posto anche messaggi di speranza.
Notevole miglioramento anche sul fronte personaggi: se, in “Stay Night”, Saber poteva considerarsi l’unica degna di nota, nell’anime qui trattato le debolezze della fiera Arturia verranno messe in risalto da Servant di tutt’altro genere. Ecco quindi che verremo affascinati dagli ideali cavallereschi di Lancer, dall’avidità di ricchezze e di piaceri di Gilgamesh e, soprattutto, dall’allegria e dalla maestosità di Rider. Impossibile dimenticare il “dialogo del Santo Graal” dell’episodio 11, in cui questi ultimi due Servant e Saber discutono dei propri desideri e della propria concezione di “re”: tre diverse ideologie vengono messe a confronto e mettono in dubbio le valorose ambizioni della ragazza, analizzandone la psicologia e il tragico modo di essere. Non sono da meno i Master, tra cui spiccano, in particolare, Kiritsugu e Kirei: due personalità agli antipodi e, per questo, eterni rivali. Il nostro protagonista non si configura affatto come il paladino della legge dall’animo nobile, e assume quasi le tinte di un antieroe. Tuttavia, sebbene sia odiato da molti (personaggi e spettatori) per le sue azioni parecchio discutibili, ho subito provato una certa empatia nei suoi confronti, percependo in lui una sorta di aura triste e malinconica. Proprio questo suo aspetto emergerà nel corso degli episodi e confermerà la sua natura fondamentalmente buona, opposta a quella spietata della sua nemesi. Anche tra i personaggi esterni ma in qualche modo collegati alla guerra si distinguono diverse figure: su tutti la moglie di Kiritsugu, Irisviel von Einzbern, di una dolcezza e gentilezza senza pari. L’essermi affezionata così tanto a questo comprimario mi ha fatto rimpiangere l’assenza di un flashback sul suo incontro con il marito (a cui si può rimediare, almeno in parte, con uno dei drama CD, accompagnato dalla struggente ending della seconda stagione).
Il comparto tecnico contribuisce al successo dell’anime. Quello visivo si fregia di un character design più che buono e sfondi realizzati in maniera dettagliata, che si amalgamano alla perfezione grazie ad un’ottima fotografia; animazioni superbe e CG sapientemente utilizzata danno vita a duelli di prim’ordine. Il comparto sonoro vede come compositrice delle OST Yuki Kajiura: da ricordare le tracce “Let the stars fall down”, “You are my king” e “The battle is to the strong”. Splendide sia le sigle della prima stagione (le energiche “oath sign” e “MEMORIA”) che quelle della seconda (le più malinconiche “to the beginning”, “Sora wa Tataku Kaze wa Utau” e “Manten”).
In conclusione, dopo un non proprio eccezionale “Fate/Stay Night”, la serie “Fate/Zero” si è rivelata una piacevole sorpresa. Un’ottima sceneggiatura ricca di dialoghi interessanti, temi profondi, personaggi di forte spessore e un lato tecnico di qualità si uniscono per la buona riuscita dell’opera. Tra i difetti, da annoverare alcuni tagli, qualche forzatura e l’eccessiva drammaticità di taluni passaggi. Voto: 9.
La serie si configura come prequel di "Fate/Stay Night": essa, infatti, si svolge circa dieci anni prima, durante la quarta guerra per il santo Graal. Protagonista è Kiritsugu Emiya, un mercenario assassino di maghi, molto conosciuto per i suoi metodi poco ortodossi. Egli verrà assoldato dalla famiglia Einzbern e diventerà il Master della Servant Saber.
Già nel primo corposo episodio, della durata di circa cinquanta minuti, “Fate/Zero” mette in luce i punti di divergenza con l’opera prodotta nel 2006 dallo studio Deen. L’ambientazione scolastica condita da una leggera quantità di fanservice e commedia lascia infatti spazio ad un’atmosfera più cupa e dalle tinte più mature. I master più giovani e spesso incoscienti di "Fate/Stay Night" vengono quindi sostituiti, per la maggior parte, da maghi adulti e consapevoli della guerra che stanno combattendo. Lo svolgimento di quest’ultima, di conseguenza, sarà ben costruito: strategie, appostamenti e alleanze segretamente stipulate si alterneranno a battaglie avvincenti, presenti non in maniera esponenziale ma comunque pregevoli dal punto di vista della realizzazione tecnica.
La sceneggiatura ricercata ed elaborata è un altro punto a favore per “Fate/Zero”: essa, infatti, è arricchita da monologhi, dialoghi e riflessioni profondi e complessi che compensano in maniera egregia l’esigua quantità di scene d’azione. Le tematiche ed i modi di pensare più variegati vengono veicolati dai tanti attori, ognuno con la propria estrazione sociale e il proprio trascorso, che si muovono sullo stesso palcoscenico: al termine della visione, dall’opera non ho potuto che ricavare un ritratto crudele e spietato della vita e dell’essere umano, in cui certi valori, ambizioni ed ideali di giustizia sono impraticabili. Tuttavia, in questo quadro così pessimistico/realistico, nel quale i miracoli non sono per niente gratuiti e i mali dell’uomo finiscono per corrompere ciò che era puro, trovano posto anche messaggi di speranza.
Notevole miglioramento anche sul fronte personaggi: se, in “Stay Night”, Saber poteva considerarsi l’unica degna di nota, nell’anime qui trattato le debolezze della fiera Arturia verranno messe in risalto da Servant di tutt’altro genere. Ecco quindi che verremo affascinati dagli ideali cavallereschi di Lancer, dall’avidità di ricchezze e di piaceri di Gilgamesh e, soprattutto, dall’allegria e dalla maestosità di Rider. Impossibile dimenticare il “dialogo del Santo Graal” dell’episodio 11, in cui questi ultimi due Servant e Saber discutono dei propri desideri e della propria concezione di “re”: tre diverse ideologie vengono messe a confronto e mettono in dubbio le valorose ambizioni della ragazza, analizzandone la psicologia e il tragico modo di essere. Non sono da meno i Master, tra cui spiccano, in particolare, Kiritsugu e Kirei: due personalità agli antipodi e, per questo, eterni rivali. Il nostro protagonista non si configura affatto come il paladino della legge dall’animo nobile, e assume quasi le tinte di un antieroe. Tuttavia, sebbene sia odiato da molti (personaggi e spettatori) per le sue azioni parecchio discutibili, ho subito provato una certa empatia nei suoi confronti, percependo in lui una sorta di aura triste e malinconica. Proprio questo suo aspetto emergerà nel corso degli episodi e confermerà la sua natura fondamentalmente buona, opposta a quella spietata della sua nemesi. Anche tra i personaggi esterni ma in qualche modo collegati alla guerra si distinguono diverse figure: su tutti la moglie di Kiritsugu, Irisviel von Einzbern, di una dolcezza e gentilezza senza pari. L’essermi affezionata così tanto a questo comprimario mi ha fatto rimpiangere l’assenza di un flashback sul suo incontro con il marito (a cui si può rimediare, almeno in parte, con uno dei drama CD, accompagnato dalla struggente ending della seconda stagione).
Il comparto tecnico contribuisce al successo dell’anime. Quello visivo si fregia di un character design più che buono e sfondi realizzati in maniera dettagliata, che si amalgamano alla perfezione grazie ad un’ottima fotografia; animazioni superbe e CG sapientemente utilizzata danno vita a duelli di prim’ordine. Il comparto sonoro vede come compositrice delle OST Yuki Kajiura: da ricordare le tracce “Let the stars fall down”, “You are my king” e “The battle is to the strong”. Splendide sia le sigle della prima stagione (le energiche “oath sign” e “MEMORIA”) che quelle della seconda (le più malinconiche “to the beginning”, “Sora wa Tataku Kaze wa Utau” e “Manten”).
In conclusione, dopo un non proprio eccezionale “Fate/Stay Night”, la serie “Fate/Zero” si è rivelata una piacevole sorpresa. Un’ottima sceneggiatura ricca di dialoghi interessanti, temi profondi, personaggi di forte spessore e un lato tecnico di qualità si uniscono per la buona riuscita dell’opera. Tra i difetti, da annoverare alcuni tagli, qualche forzatura e l’eccessiva drammaticità di taluni passaggi. Voto: 9.
Una doverosa premessa, che ha più l'aspetto di un'introduzione: la presente recensione intende analizzare non solo la seconda parte della serie animata, ossia quella andata in onda nel 2012, ma l'adattamento nella sua integralità, in modo da fornire un'analisi più completa e coerente di un prodotto da considerarsi di per sé tale; i rimandi ad altre opere affini alla saga di Fate sono molti e non saranno esclusi dall'analisi, tuttavia preciso fin da subito che anche lo spettatore neofita del brand potrà godere, seppur non appieno - e questo per ovvi motivi -, dei principali punti di forza, peculiari della serie in questione.
Fate/Zero nasce quindi dal desiderio di Type-Moon di dare, a quasi tre anni di distanza, un degno prequel all'ormai celebre visual novel Fate/stay night; Gen Urobuchi viene chiamato a sviluppare l'idea originale di Kinoko Nasu - il fondatore di Type-Moon -, sotto la supervisione del quale dà forma ai quattro romanzi che compongono la serie. L'adattamento animato preso in considerazione vede invece la luce cinque anni dopo, grazie alla proficua collaborazione con lo studio di animazione ufotable, il quale già aveva adattato in precedenza il primo lavoro di Nasu, Kara no Kyoukai.
Sette Master, maghi animati da un desiderio che solo il Santo Graal può avverar; sette Servant, Anime Eroiche del passato - da Alessandro il Macedone a Re Artù - evocate tramite il Graal e legate ciascuna a un Master tramite tre incantesimi di comando, in una sorta di contratto stipulato nell'atto dell'evocazione; Fuyuki City, una remota città giapponese per la quarta volta teatro del complesso rituale d'evocazione del Graal; questi gli elementi principali della cosiddetta Guerra del Santo Graal, un'idea originale tutto sommato quella di Nasu, che attinge a religioni, simbolismo e leggende di ogni origine e provenienza, e mischia il tutto in un prodotto squisitamente giapponese, forse un po' kitsch, ma che riesce sicuramente nell'intento di farsi notare. Fortunatamente, il contenuto vale ben più dell'appariscente involucro e anche allo spettatore che - come il sottoscritto - si sia avvicinato non poco titubante a un prodotto tale, alla fine accade che ne rimanga piacevolmente sorpreso; nondimeno, persino i conoscitori di Fate/stay night si sono trovati davanti a qualcosa di leggermente aberrante, in un certo senso meno infantile e più pragmatico della serie primogenita. Il conflitto tra Master ha i connotati di una vera e propria guerra, fatta di strategie credibili e giochi di potere, imbastita da un insieme di personaggi più reali e palpabili di quelli a cui Type-Moon ci ha abituati e sicuramente più vicini alla sensibilità di Urobuchi, piuttosto che a quella di Nasu. In questo scenario, ingegnarsi per trovare un vero e proprio protagonista all'interno di un'opera visibilmente matura e complessa quale Fate/Zero si presenta risulterebbe fuorviante. Si riconoscono almeno tre figure, tra i Master, o forse quattro, che ricevono una caratterizzazione completa e peculiare, ben approfondita sia nella psicologia, sia nel comportamento, sia nell'etica e nell'ideologia e che possono essere ritenute degne di un protagonista: Waver Velvet, adolescente studente di magia a Londra e Master di Rider; Kirei Kotomine, prete enigmatico e inerte, alla ricerca di un motivo per vivere e del senso stesso della vita, Master di Assassin; Kariya Matou, detrattore della classe dei maghi, costretto a partecipare alla guerra per amore della "nipote" Sakura, Master di Berserker; infine Kiritsugu Emiya, il Master di Saber, forse il protagonista ideologico della serie, assassino freddo e apparentemente distaccato, eppure dal comportamento talvolta infantile, è un mago atipico, più pratico di tecniche di guerriglia che di magia vera e propria. Le storie dei Servant, in questo caso, condiscono soltanto la vicenda, a differenza di quanto si è visto altrove, forse eccezion fatta per la figura di Rider, alla quale Urobuchi dedica particolare attenzione, rendendo il gigante dai capelli rossi uno dei personaggi più apprezzati non solamente dell'anime, ma dell'intera famiglia Type-Moon.
Ma dove risiedono le cause di uno stacco così netto in termini di popolarità e apprezzamento tra Fate/Zero e i precedenti adattamenti di stay night e - perché no - Tsukihime? Personalmente individuo tre punti fondamentali: qualità tecnica, tematiche e qualità dell'adattamento. Partendo con ordine, ciò che salta immediatamente all'occhio è la rifinitura dell'apparato grafico; non parlo solo di animazioni o character design, ma di tutto, dai fondali alla regia, è la rivoluzione che ufotable aveva già introdotto in Kara no Kyoukai e che qui ripropone con lo stesso sfarzo, garantendo prima di tutto un'esperienza visiva entusiasmante. La colonna sonora brilla in maniera altrettanto intesa, grazie alla consueta collaborazione tra lo studio di animazione e la compositrice Yuki Kajiura, affiancata da Kalafina, LiSA e Eir Aoi nelle varie sigle di apertura e chiusura, tutte ispirate sia nella musica, sia nella grafica - e se dovessi indicare la più paradigmatica, direi senza dubbio la prima ending. Il risultato di questo fortunato connubio è un prodotto capace prima di tutto di intrattenere, indipendentemente dal tipo di spettatore; la narrazione è fluida, c'è azione, fioccano colpi di scena e ribaltamenti di fronte, si affrontano personaggi accattivanti e carismatici, e già questo pone le basi per un buon prodotto. Il valore aggiunto è quello dato dalla complessità delle tematiche che la serie si prepone di affrontare, o forse sarebbe meglio dire dall'abbandono di tematiche più frivole, che per forza di cose dovevano figurare nei precedenti eroge di Type-Moon e che invece non sono pervenute nell'altra opera più adulta e matura di Nasu, il già citato Kara no Kyoukai; la tematica amorosa, che è il motore di tutte e tre le route di stay night, qui ad esempio manca, mentre viene dedicato più spazio al dibattito tra personaggi con etiche differenti: l'esempio più lampante è quello di Kirei e Kiritsugu, ma anche il banchetto dei tre re offre più di uno spunto interessante, così come il dialogo di Saber e Berserker negli ultimi episodi, giusto per citarne un paio. Qualcuno potrebbe affermare che la sceneggiatura, proprio cercando di perseguire questa via, talvolta si macchi di pretenziosità - e in taluni casi non posso che concordare - ma in linea generale devo ammettere che il distacco netto, in tal senso, tra questo Fate e i precedenti ne esalta e sottolinea l'evoluzione da prodotto per ragazzi a un target più maturo. Ultima, e non certo per importanza, è la qualità dell'adattamento: i fan di Type-Moon generalmente storcono il naso quando si parla di Shingetsutan Tsukihime e del primo adattamento della route Fate di stay night, a causa della scarsezza dell'adattamento e di un conseguente prodotto strozzato, ove non monco; in questo caso invece, così come in quello di Kara no Kyoukai e del successivo Unlimited Blade Works, si coglie l'intento di fornire una trasposizione quanto più precisa e fedele all'originale, con un conseguente guadagno in termini di coerenza e scorrevolezza della narrazione. Confrontando anche in questo caso con le scelte nell'adattamento di Tsukihime, viene da sorridere, e non si fatica a cogliere, nuovamente, il perché di un divario così consistente tra i due prodotti.
Alla luce dei fatti, è quindi opportuno riprendere il discorso iniziale e non è difficile capire ora per quale motivo la serie sia adatta alla più ampia delle porzioni di pubblico e in particolare rappresenti forse la via migliore per il primo approccio alle opere di Nasu. Urobuchi è riuscito a creare un prodotto che si presta a diversi livelli di fruizione e interpretazione: il primo livello, più basso e basilare, è quello di una battle royale tra maghi con potenti famigli dalle armature sfavillanti e le tecniche di combattimento più variegate; il secondo è quello della personale battaglia di Kiritsugu nel raggiungimento del proprio ideale, dell'evoluzione del personaggio e della sua etica fino al raggiungimento della risposta al grande quesito che si porta dentro; l'ultimo, ad esclusiva fruizione di coloro che hanno giocato Fate/stay night e, in particolar modo, Heaven's Feel, è quello che offre un primo piano degli avvenimenti che vengono velocemente solo accennati nella visual novel e che permettono di scoprire il Kiritsugu originale, quello che non compare nei ricordi di Shirou Emiya, nonché le cause della manifestazione del Graal a soli dieci anni di distanza dall'ultima apparizione. In definitiva, a chi consigliare la visione di Fate/Zero? Forse sarebbe una domanda più semplice a chi non lo consiglierei, e in tal caso risponderei ai cultori della mitologia e della letteratura occidentale, forse essi potrebbero non digerire le razzie di Nasu in fatto di materia prima, ma ciò non toglie che questa serie resti un prodotto di qualità, che non presenta grossi difetti e anzi riesce a giocare così bene le proprie carte da farli passare tranquillamente in secondo piano. Alla prima visione ne sono rimasto sorpreso; alla seconda visione, da fan di Type-Moon un po' più navigato, mi ha letteralmente conquistato.
Fate/Zero nasce quindi dal desiderio di Type-Moon di dare, a quasi tre anni di distanza, un degno prequel all'ormai celebre visual novel Fate/stay night; Gen Urobuchi viene chiamato a sviluppare l'idea originale di Kinoko Nasu - il fondatore di Type-Moon -, sotto la supervisione del quale dà forma ai quattro romanzi che compongono la serie. L'adattamento animato preso in considerazione vede invece la luce cinque anni dopo, grazie alla proficua collaborazione con lo studio di animazione ufotable, il quale già aveva adattato in precedenza il primo lavoro di Nasu, Kara no Kyoukai.
Sette Master, maghi animati da un desiderio che solo il Santo Graal può avverar; sette Servant, Anime Eroiche del passato - da Alessandro il Macedone a Re Artù - evocate tramite il Graal e legate ciascuna a un Master tramite tre incantesimi di comando, in una sorta di contratto stipulato nell'atto dell'evocazione; Fuyuki City, una remota città giapponese per la quarta volta teatro del complesso rituale d'evocazione del Graal; questi gli elementi principali della cosiddetta Guerra del Santo Graal, un'idea originale tutto sommato quella di Nasu, che attinge a religioni, simbolismo e leggende di ogni origine e provenienza, e mischia il tutto in un prodotto squisitamente giapponese, forse un po' kitsch, ma che riesce sicuramente nell'intento di farsi notare. Fortunatamente, il contenuto vale ben più dell'appariscente involucro e anche allo spettatore che - come il sottoscritto - si sia avvicinato non poco titubante a un prodotto tale, alla fine accade che ne rimanga piacevolmente sorpreso; nondimeno, persino i conoscitori di Fate/stay night si sono trovati davanti a qualcosa di leggermente aberrante, in un certo senso meno infantile e più pragmatico della serie primogenita. Il conflitto tra Master ha i connotati di una vera e propria guerra, fatta di strategie credibili e giochi di potere, imbastita da un insieme di personaggi più reali e palpabili di quelli a cui Type-Moon ci ha abituati e sicuramente più vicini alla sensibilità di Urobuchi, piuttosto che a quella di Nasu. In questo scenario, ingegnarsi per trovare un vero e proprio protagonista all'interno di un'opera visibilmente matura e complessa quale Fate/Zero si presenta risulterebbe fuorviante. Si riconoscono almeno tre figure, tra i Master, o forse quattro, che ricevono una caratterizzazione completa e peculiare, ben approfondita sia nella psicologia, sia nel comportamento, sia nell'etica e nell'ideologia e che possono essere ritenute degne di un protagonista: Waver Velvet, adolescente studente di magia a Londra e Master di Rider; Kirei Kotomine, prete enigmatico e inerte, alla ricerca di un motivo per vivere e del senso stesso della vita, Master di Assassin; Kariya Matou, detrattore della classe dei maghi, costretto a partecipare alla guerra per amore della "nipote" Sakura, Master di Berserker; infine Kiritsugu Emiya, il Master di Saber, forse il protagonista ideologico della serie, assassino freddo e apparentemente distaccato, eppure dal comportamento talvolta infantile, è un mago atipico, più pratico di tecniche di guerriglia che di magia vera e propria. Le storie dei Servant, in questo caso, condiscono soltanto la vicenda, a differenza di quanto si è visto altrove, forse eccezion fatta per la figura di Rider, alla quale Urobuchi dedica particolare attenzione, rendendo il gigante dai capelli rossi uno dei personaggi più apprezzati non solamente dell'anime, ma dell'intera famiglia Type-Moon.
Ma dove risiedono le cause di uno stacco così netto in termini di popolarità e apprezzamento tra Fate/Zero e i precedenti adattamenti di stay night e - perché no - Tsukihime? Personalmente individuo tre punti fondamentali: qualità tecnica, tematiche e qualità dell'adattamento. Partendo con ordine, ciò che salta immediatamente all'occhio è la rifinitura dell'apparato grafico; non parlo solo di animazioni o character design, ma di tutto, dai fondali alla regia, è la rivoluzione che ufotable aveva già introdotto in Kara no Kyoukai e che qui ripropone con lo stesso sfarzo, garantendo prima di tutto un'esperienza visiva entusiasmante. La colonna sonora brilla in maniera altrettanto intesa, grazie alla consueta collaborazione tra lo studio di animazione e la compositrice Yuki Kajiura, affiancata da Kalafina, LiSA e Eir Aoi nelle varie sigle di apertura e chiusura, tutte ispirate sia nella musica, sia nella grafica - e se dovessi indicare la più paradigmatica, direi senza dubbio la prima ending. Il risultato di questo fortunato connubio è un prodotto capace prima di tutto di intrattenere, indipendentemente dal tipo di spettatore; la narrazione è fluida, c'è azione, fioccano colpi di scena e ribaltamenti di fronte, si affrontano personaggi accattivanti e carismatici, e già questo pone le basi per un buon prodotto. Il valore aggiunto è quello dato dalla complessità delle tematiche che la serie si prepone di affrontare, o forse sarebbe meglio dire dall'abbandono di tematiche più frivole, che per forza di cose dovevano figurare nei precedenti eroge di Type-Moon e che invece non sono pervenute nell'altra opera più adulta e matura di Nasu, il già citato Kara no Kyoukai; la tematica amorosa, che è il motore di tutte e tre le route di stay night, qui ad esempio manca, mentre viene dedicato più spazio al dibattito tra personaggi con etiche differenti: l'esempio più lampante è quello di Kirei e Kiritsugu, ma anche il banchetto dei tre re offre più di uno spunto interessante, così come il dialogo di Saber e Berserker negli ultimi episodi, giusto per citarne un paio. Qualcuno potrebbe affermare che la sceneggiatura, proprio cercando di perseguire questa via, talvolta si macchi di pretenziosità - e in taluni casi non posso che concordare - ma in linea generale devo ammettere che il distacco netto, in tal senso, tra questo Fate e i precedenti ne esalta e sottolinea l'evoluzione da prodotto per ragazzi a un target più maturo. Ultima, e non certo per importanza, è la qualità dell'adattamento: i fan di Type-Moon generalmente storcono il naso quando si parla di Shingetsutan Tsukihime e del primo adattamento della route Fate di stay night, a causa della scarsezza dell'adattamento e di un conseguente prodotto strozzato, ove non monco; in questo caso invece, così come in quello di Kara no Kyoukai e del successivo Unlimited Blade Works, si coglie l'intento di fornire una trasposizione quanto più precisa e fedele all'originale, con un conseguente guadagno in termini di coerenza e scorrevolezza della narrazione. Confrontando anche in questo caso con le scelte nell'adattamento di Tsukihime, viene da sorridere, e non si fatica a cogliere, nuovamente, il perché di un divario così consistente tra i due prodotti.
Alla luce dei fatti, è quindi opportuno riprendere il discorso iniziale e non è difficile capire ora per quale motivo la serie sia adatta alla più ampia delle porzioni di pubblico e in particolare rappresenti forse la via migliore per il primo approccio alle opere di Nasu. Urobuchi è riuscito a creare un prodotto che si presta a diversi livelli di fruizione e interpretazione: il primo livello, più basso e basilare, è quello di una battle royale tra maghi con potenti famigli dalle armature sfavillanti e le tecniche di combattimento più variegate; il secondo è quello della personale battaglia di Kiritsugu nel raggiungimento del proprio ideale, dell'evoluzione del personaggio e della sua etica fino al raggiungimento della risposta al grande quesito che si porta dentro; l'ultimo, ad esclusiva fruizione di coloro che hanno giocato Fate/stay night e, in particolar modo, Heaven's Feel, è quello che offre un primo piano degli avvenimenti che vengono velocemente solo accennati nella visual novel e che permettono di scoprire il Kiritsugu originale, quello che non compare nei ricordi di Shirou Emiya, nonché le cause della manifestazione del Graal a soli dieci anni di distanza dall'ultima apparizione. In definitiva, a chi consigliare la visione di Fate/Zero? Forse sarebbe una domanda più semplice a chi non lo consiglierei, e in tal caso risponderei ai cultori della mitologia e della letteratura occidentale, forse essi potrebbero non digerire le razzie di Nasu in fatto di materia prima, ma ciò non toglie che questa serie resti un prodotto di qualità, che non presenta grossi difetti e anzi riesce a giocare così bene le proprie carte da farli passare tranquillamente in secondo piano. Alla prima visione ne sono rimasto sorpreso; alla seconda visione, da fan di Type-Moon un po' più navigato, mi ha letteralmente conquistato.
"Fate/Zero" è un capolavoro della Type-Moon, prequel di "Fate Stay Night", ispirato alla light novel di Gen Urobuchi, illustrato da Takashi Takeuchi, dove si potrà assistere alla quarta guerra del Santo Graal, avvenuta circa dieci anni prima dagli avvenimenti di "Stay Night".
In questa prima parte della serie, vedremo esser scelti dal Santo Graal i sette Master che potranno combattersi a vicenda nella città di Fuyuki, con i loro Servant, per poter chiedere al Graal di esaudire i propri desideri. I Servant non sono altro che sette spiriti eroici che verranno rievocati singolarmente da un rispettivo Master, al quale dovranno giurare fedeltà assoluta per portarlo alla vittoria. Inoltre, il Master dispone di ben tre magie di comando ai quali i Servant non possono disobbedire. I Master sono maghi ed ognuno di loro ha le proprie ambizioni, che siano personali o volute dalla propria famiglia di maghi, che ripone fiducia nei propri discendenti; le famiglie di maghi più conosciute sono i Mato, i Tohsaka e gli Einzbern, quest'ultima fondata con le altre due famiglie, secoli prima. Dopo tre tentativi falliti, gli Einzbern desiderano fortemente impadronirsi del Sacro Graal e decidono quindi di arruolare l'odiato uccisore di maghi, Emiya Kiritsugu, odiato dai maghi perché non sopportano i suoi metodi di assassino e mercenario. Il suo obiettivo sarà ottenere il Santo Graal per poter portare la pace a questo mondo malato.
I personaggi sono molto studiati, tra cui i Servant con le loro personalità e i maghi con le loro ambizioni scaturite dal proprio passato o da quel peso che portano sulle spalle chiamato famiglia.
Emiya Kiritsugu è un mercenario che uccide per soldi, ma la sua vera motivazione è uccidere chi tenta di derubare la pace altrui, per il bene del mondo, nonché convinto che per salvare una vita bisogna cancellarne un'altra.
Kotomine Kirei non è un mago, ma viene tirato in causa nella guerra del Graal per essere il Master di Assassin, quindi sceglie di farsi addestrare all'uso della magia da Tokiomi Tohsaka, diventando il suo sicario per dare la caccia a Emiya Kiritsugu. Il Graal non sceglie solo maghi capaci, ma anche chi ha una forte voglia di possederlo, e Kirei ne è la prova: egli è un prete della chiesa di Fuyuki, molto abile nel combattimento e pervaso dalla voglia di ottenere l'eccellenza in tutto e conoscere in fondo se stesso, che decide di agire per conto proprio.
I Servant sono divisi per classi, Saber, Rider, Archer, Lancer, Caster, Berserker e Assassin; per ogni classe viene evocato uno spirito diverso che cambia in ogni guerra per il Graal.
Lo sviluppo della trama è in continuo crescendo e non presenta segni di debolezza o difetti, infatti ogni evento è ben spiegato e mai tralasciato, così come i combattimenti pieni di azione e colpi di scena, arricchiti dall'ambiente circostante; il rapporto fra i maghi e i Servant non sempre va come ci si aspetta e questo porta momenti felici e inaspettati e alcune volte delle intese pazzesche e macabre.
Il comparto tecnico è sicuramente uno degli aspetti migliori di "Fate/Zero": il comparto visivo è veramente ottimo, buone animazioni e ottima intesa di colori, mai troppo luminosi o troppo scuri; il sonoro non perde punti davanti al comparto visivo grazie ad un'ottima, come sempre, interpretazione dei personaggi. Molto belle anche la opening e la ending.
In conclusione, la prima parte di "Fate/Zero" è stata una bellissima novità che i miei occhi hanno gioito nel vedere, e sicuramente sarà la stessa cosa anche per gli altri che si cimenteranno nella visione. Consigliato fortemente a tutti, visto che difficilmente trovo motivi per cui non dovrei consigliarlo.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Seconda parte della serie "Fate/Zero" della Type Moon, ambientata dieci anni prima degli eventi in "Stay Night", dove continua la narrazione degli eventi di Emiya Kiritsugu affiancato dal Servant Saber, con lo scopo di ottenere il Santo Graal, antico calice che esaudisce qualsiasi desiderio di chi lo possegga.
In questa seconda parte, vedremo più combattimenti decisivi, che pian piano porteranno a sfoltire la lista dei Servant fino ad arrivare ad un duello, che deciderà chi sarà degno di ottenere il Graal. Emiya Kiritsugu e Kotomine Kirei sono i favoriti, in quanto i loro Servant hanno le classi più alte, Saber e Archer. Infatti, faranno di tutto per arrivare alla conclusione e aggiudicarsi il loro "miracolo".
Emiya Kiritsugu è un mercenario che uccide per soldi, ma la sua vera motivazione è uccidere chi tenta di derubare la pace altrui, per il bene del mondo, nonché convinto che per salvare una vita bisogna cancellarne un'altra. Il suo desiderio, fin da bambino, era diventare un eroe per garantire la pace nel mondo, ma sa benissimo che la sua è solo un utopia, infatti egli stesso dice che l'eroe è solo un passatempo limitato, prima o poi si diventa adulti e si comprende che in questo mondo l'unica possibilità di salvezza è un miracolo. I suoi metodi, però, sono il riflesso della sua persona, ovvero è il tipo che per salvare una vita deve cancellarne un'altra, oppure, di fronte ad una situazione tragica dove la vita di molte persone è appesa ad un filo, non esiterebbe ad uccidere un centinaio di persone per salvarne duecento. Per arrivare a questo livello di freddezza, Emiya ha dovuto sacrificare persone a lui care, sempre per validi motivi, ovvero salvare più persone possibili, senza attaccarsi ai sentimenti.
Un personaggio importante di questa serie è anche Saber, il Servant di Emiya Kiritsugu, nonché l'antica regina della Bretagna Arturia, conosciuta come Re Artù; considerata la più abile nel combattimento, possiede la spada leggendaria chiamata Excalibur. Saber si definisce un Re ma Rider, il Re Conquistatore, la definisce una bambina con ideali infantili, in quanto Saber perse il suo regno in battaglia per via della poca fiducia che il popolo riservava nei suoi confronti; le parole di Rider sono un peso sull'orgoglio di Saber che non riesce ad accettare il tipo di Re che Rider sostiene di essere con orgoglio, ovvero un Re egoista che pensa a se stesso, così da essere invidiato dal popolo, facendo nascere in esso il desiderio di seguirlo per essere come lui. Archer è il tipo di Re che combacia con Rider, però la differenza è che Gilgamesh (Archer), possiede una vanità ed un narcisismo infinito, infatti, egli stesso si definisce il più forte di tutti e, quindi, tutto ciò che ha un valore appartiene a lui, perché lui è degno di possederlo. Saber si troverà in difficoltà con la propria personalità per via dei due Servant.
Il comparto tecnico è identico alla prima parte della serie, ottima qualità sia sull'aspetto visivo che in quello sonoro; il finale è degno dell'anime, ovvero particolare e incredibile, che lascia perplessi rivelando la natura del Graal. Dopo i titoli di coda si potrà assistere ad un piccolo anticipo di "Stay Night", indirizzando la storia verso i fatti narrati da Emiya Shiro e Tohsaka Rin. Concludendo, affermo che "Fate/Zero", è consigliabile. 9/10.
In questa prima parte della serie, vedremo esser scelti dal Santo Graal i sette Master che potranno combattersi a vicenda nella città di Fuyuki, con i loro Servant, per poter chiedere al Graal di esaudire i propri desideri. I Servant non sono altro che sette spiriti eroici che verranno rievocati singolarmente da un rispettivo Master, al quale dovranno giurare fedeltà assoluta per portarlo alla vittoria. Inoltre, il Master dispone di ben tre magie di comando ai quali i Servant non possono disobbedire. I Master sono maghi ed ognuno di loro ha le proprie ambizioni, che siano personali o volute dalla propria famiglia di maghi, che ripone fiducia nei propri discendenti; le famiglie di maghi più conosciute sono i Mato, i Tohsaka e gli Einzbern, quest'ultima fondata con le altre due famiglie, secoli prima. Dopo tre tentativi falliti, gli Einzbern desiderano fortemente impadronirsi del Sacro Graal e decidono quindi di arruolare l'odiato uccisore di maghi, Emiya Kiritsugu, odiato dai maghi perché non sopportano i suoi metodi di assassino e mercenario. Il suo obiettivo sarà ottenere il Santo Graal per poter portare la pace a questo mondo malato.
I personaggi sono molto studiati, tra cui i Servant con le loro personalità e i maghi con le loro ambizioni scaturite dal proprio passato o da quel peso che portano sulle spalle chiamato famiglia.
Emiya Kiritsugu è un mercenario che uccide per soldi, ma la sua vera motivazione è uccidere chi tenta di derubare la pace altrui, per il bene del mondo, nonché convinto che per salvare una vita bisogna cancellarne un'altra.
Kotomine Kirei non è un mago, ma viene tirato in causa nella guerra del Graal per essere il Master di Assassin, quindi sceglie di farsi addestrare all'uso della magia da Tokiomi Tohsaka, diventando il suo sicario per dare la caccia a Emiya Kiritsugu. Il Graal non sceglie solo maghi capaci, ma anche chi ha una forte voglia di possederlo, e Kirei ne è la prova: egli è un prete della chiesa di Fuyuki, molto abile nel combattimento e pervaso dalla voglia di ottenere l'eccellenza in tutto e conoscere in fondo se stesso, che decide di agire per conto proprio.
I Servant sono divisi per classi, Saber, Rider, Archer, Lancer, Caster, Berserker e Assassin; per ogni classe viene evocato uno spirito diverso che cambia in ogni guerra per il Graal.
Lo sviluppo della trama è in continuo crescendo e non presenta segni di debolezza o difetti, infatti ogni evento è ben spiegato e mai tralasciato, così come i combattimenti pieni di azione e colpi di scena, arricchiti dall'ambiente circostante; il rapporto fra i maghi e i Servant non sempre va come ci si aspetta e questo porta momenti felici e inaspettati e alcune volte delle intese pazzesche e macabre.
Il comparto tecnico è sicuramente uno degli aspetti migliori di "Fate/Zero": il comparto visivo è veramente ottimo, buone animazioni e ottima intesa di colori, mai troppo luminosi o troppo scuri; il sonoro non perde punti davanti al comparto visivo grazie ad un'ottima, come sempre, interpretazione dei personaggi. Molto belle anche la opening e la ending.
In conclusione, la prima parte di "Fate/Zero" è stata una bellissima novità che i miei occhi hanno gioito nel vedere, e sicuramente sarà la stessa cosa anche per gli altri che si cimenteranno nella visione. Consigliato fortemente a tutti, visto che difficilmente trovo motivi per cui non dovrei consigliarlo.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Seconda parte della serie "Fate/Zero" della Type Moon, ambientata dieci anni prima degli eventi in "Stay Night", dove continua la narrazione degli eventi di Emiya Kiritsugu affiancato dal Servant Saber, con lo scopo di ottenere il Santo Graal, antico calice che esaudisce qualsiasi desiderio di chi lo possegga.
In questa seconda parte, vedremo più combattimenti decisivi, che pian piano porteranno a sfoltire la lista dei Servant fino ad arrivare ad un duello, che deciderà chi sarà degno di ottenere il Graal. Emiya Kiritsugu e Kotomine Kirei sono i favoriti, in quanto i loro Servant hanno le classi più alte, Saber e Archer. Infatti, faranno di tutto per arrivare alla conclusione e aggiudicarsi il loro "miracolo".
Emiya Kiritsugu è un mercenario che uccide per soldi, ma la sua vera motivazione è uccidere chi tenta di derubare la pace altrui, per il bene del mondo, nonché convinto che per salvare una vita bisogna cancellarne un'altra. Il suo desiderio, fin da bambino, era diventare un eroe per garantire la pace nel mondo, ma sa benissimo che la sua è solo un utopia, infatti egli stesso dice che l'eroe è solo un passatempo limitato, prima o poi si diventa adulti e si comprende che in questo mondo l'unica possibilità di salvezza è un miracolo. I suoi metodi, però, sono il riflesso della sua persona, ovvero è il tipo che per salvare una vita deve cancellarne un'altra, oppure, di fronte ad una situazione tragica dove la vita di molte persone è appesa ad un filo, non esiterebbe ad uccidere un centinaio di persone per salvarne duecento. Per arrivare a questo livello di freddezza, Emiya ha dovuto sacrificare persone a lui care, sempre per validi motivi, ovvero salvare più persone possibili, senza attaccarsi ai sentimenti.
Un personaggio importante di questa serie è anche Saber, il Servant di Emiya Kiritsugu, nonché l'antica regina della Bretagna Arturia, conosciuta come Re Artù; considerata la più abile nel combattimento, possiede la spada leggendaria chiamata Excalibur. Saber si definisce un Re ma Rider, il Re Conquistatore, la definisce una bambina con ideali infantili, in quanto Saber perse il suo regno in battaglia per via della poca fiducia che il popolo riservava nei suoi confronti; le parole di Rider sono un peso sull'orgoglio di Saber che non riesce ad accettare il tipo di Re che Rider sostiene di essere con orgoglio, ovvero un Re egoista che pensa a se stesso, così da essere invidiato dal popolo, facendo nascere in esso il desiderio di seguirlo per essere come lui. Archer è il tipo di Re che combacia con Rider, però la differenza è che Gilgamesh (Archer), possiede una vanità ed un narcisismo infinito, infatti, egli stesso si definisce il più forte di tutti e, quindi, tutto ciò che ha un valore appartiene a lui, perché lui è degno di possederlo. Saber si troverà in difficoltà con la propria personalità per via dei due Servant.
Il comparto tecnico è identico alla prima parte della serie, ottima qualità sia sull'aspetto visivo che in quello sonoro; il finale è degno dell'anime, ovvero particolare e incredibile, che lascia perplessi rivelando la natura del Graal. Dopo i titoli di coda si potrà assistere ad un piccolo anticipo di "Stay Night", indirizzando la storia verso i fatti narrati da Emiya Shiro e Tohsaka Rin. Concludendo, affermo che "Fate/Zero", è consigliabile. 9/10.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Fate/Zero" è una serie anime precedente cronologicamente a quella di "Fate/Stay Night", perché finalmente racconta le dinamiche della precedente guerra fra maghi con l'obbiettivo finale di impossessarsi del Santo Graal. Questa, però, è solamente la prima parte dell'intera opera, dal momento che, essendo composta da tredici episodi, invita lo spettatore a visionare le successive puntate affinché si raggiunga un vero finale. Ragion per cui questa recensione riguarda esclusivamente le prime tredici puntate, una specie di anteprima della vera e propria guerra che avviene nelle puntate successive.
Il fatto evidenziato poco fa, a mio avviso, non giova alla serie perché lascia un senso di incompletezza a chi la guarda, anche a causa dei tanti discorsi e poche battaglie che avvengono, nello specifico, dopo le ottime prime puntate, quando il clima di tensione iniziale diminuisce a fronte di dialoghi criptici e semplici scorribande da parte dei master e dei loro rispettivi servant. Personalmente, dopo i primi quattro-cinque episodi, ero fortemente tentato di assegnare un voto altissimo a questa prima parte di "Fate/Zero", però, nelle puntate seguenti, le battaglie selvagge, le presentazioni fuorvianti dei servant hanno lasciato posto ad una retorica composta da presunzione e poco incline ad un anime che, lo ricordo, è prima di tutto una guerra di sopravvivenza tra anime eroiche del passato e di maghi abili (a differenza di Fate/Stay Night, in cui regnava sovrana l'immaturità dei master). Basti pensare che quasi nessuno perisce in questa serie, assolutamente discordante dalla presentazione (ottima) della prima puntata, cosa che mi ha fatto storcere il naso perché, in determinati momenti, sembra che le ritirate del nemico siano volute e frutto di compassione che non dovrebbe esserci tra nemici. Posso capire il codice cavalleresco, ma non combattimenti che prevedono risoluzioni fuori luogo e fine a se stesse, risparmiando l'avversario.
A prescindere da questo, fortunatamente è una serie che ha il suo elemento peculiare nella caratterizzazione dei personaggi, veramente più interessanti di quelli, spesso scialbi, presentati in "Stay Night". Ad esempio, paragonando i due Rider, il confronto non ha ragione di esistere a causa dell'esagerato quanto positivo carisma del Rider di "Fate/Zero", Alessandro Magno, il quale è sicuramente il personaggio più riuscito tra i servant di questo Fate. Tutto il contrario della povera Rider di "Stay Night", anonima e debole.
Proprio Alessandro "il conquistatore" impartisce lezioni a Saber sul modo di guidare un Paese e il suo popolo, dimostrando spirito di avventura nonché leadership che lo ha portato a conquistare buona parte del mondo antico. Un personaggio rappresentato in maniera superba, sia nel design, simpatico e affabile, sia nella caratterizzazione psicologica.
Altri personaggi interessanti sono il ripugnante Caster che ama trucidare innocenti esseri umani per il semplice divertimento di vederli soffrire e anche Lancer, personaggio di spicco di questa serie, al quale sono felice sia riservato maggiore spazio rispetto al suo omonimo in "Stay Night".
Elemento positivo è poi l'aver approfondito il passato storico dei personaggi principali, così da poter comprendere o almeno intuire la natura delle loro azioni e magari consentire allo spettatore di simpatizzare per uno piuttosto che per un altro.
Anche i master sono totalmente diversi da quelli visti in "Stay Night", sicuramente meno propensi ad amoreggiare fra loro, più maturi e sicuri di sé, a volte anche troppo. Sono coscienti di affrontare una guerra dove è in gioco la loro vita, quindi agiscono di conseguenza, non lesinando armi brutali ed espedienti di ogni genere per vincere. Valori forti e contrastanti in Kirei Kotomine e Emiya: quest'ultimo è una figura controversa e non semplice da decifrare nei suoi comportamenti e in talune scelte, fattore che, tuttavia, lo rende ancora più interessante, perciò mi aspetto molto da lui nella seconda parte della serie.
La maturità della serie (e dei personaggi) è evidente anche in scene crude, per alcuni potrebbero essere disturbanti. Infatti, a parte il classico sangue che qui scorre senza timori, ci sono delle scene raccapriccianti che riguardano principalmente la piccola Sakura, tenera bambina che subisce delle vere e proprie torture psicologiche e fisiche, che la porteranno a diventare la persona che conosciamo in "Stay Night". Quei vermi non sono il massimo della bellezza... Inoltre, altra parte violenta è quella che vede protagonista Caster e il suo perverso interesse: fedelmente riportata (anche troppo), la sua controparte storica disgusta in più momenti e incita personalmente all'odio nei suoi confronti.
La realizzazione tecnica è nettamente sopra la sufficienza, avendo animazioni e disegni ottimi e precisi. Durante le battaglie, danno il meglio, colpendo lo spettatore in tutta la loro bellezza e dinamicità. Quando una serie animata è così ben realizzata tecnicamente, è un piacere in più guardarla. Ottimo lavoro da parte della Ufotable. Per quanto riguarda le musiche, applausi scroscianti all'opening ed alla ending, eccellenti entrambe, sia per immagini che nel sonoro. Tra le più belle, se non le più belle di tutte quelle realizzate per le serie "Fate". Infine, la colonna sonora è più che buona, sebbene non lasci, dopo l'ascolto, voglia di riascoltarla. Dunque, è buona, ma non indimenticabile.
Assegno a questa prima parte di "Fate/Zero" il voto 7, un voto inferiore alle mie attese iniziali ma giusto, dal momento che tredici puntate lasciano l'amaro in bocca nella loro gestione e fin troppi discorsi idealistici, quando ci sarebbero delle battaglie a cui porre termine, in un modo o nell'altro. Apprezzo il tentativo ma non eccelle, per ora, nella sua realizzazione.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
La seconda parte di "Fate/Zero", prequel di "Stay Night", prometteva ferro e fuoco, oltre ad una conclusione degna di una degli anime più ammirati negli ultimi anni. E' andata veramente così? Non proprio, perché, malgrado le potenzialità indiscusse, la serie scema sonoramente nella mediocrità, deludendomi in modo netto, senza le attenuanti del caso. Specialmente dopo la visione della prima stagione, buona ma non esente da difetti, ero convinto che avrei visto nella nuova stagione quello che mancava in precedenza, ossia combattimenti epici, risposte alle numerose domande e chiarimenti sui personaggi principali.
Purtroppo, non è avvenuto quasi niente di quello che mi aspettavo, ad eccezione di qualche acuto, subito strozzato da scelte discutibili da parte della sceneggiatura, che sembra prediligere dialoghi strappalacrime, densa di enigmi mai spiegati, inserendo dappertutto drammaticità esagerata, esule da una congrua logica, funzionale soltanto a tentare di commuovere lo spettatore, poiché spesso superflua ai fini della storia principale. Ci sono dei personaggi poco approfonditi rispetto a quanto richiesto: ad esempio la situazione di Sakura è liquidata velocemente e con nessuna spiegazione, per non parlare del capofamiglia Matotu, scomparso dalla trama misteriosamente, senza farne più ritorno. Sono elementi che non fanno bene a questa serie, anzi la danneggiano e il risultato finale è basso, in quanto si è preferito parlare e discutere per intere puntate riguardo a ideali veri/presunti invece che donare maggiore spazio a queste dinamiche nascoste ma importanti. Proprio questi ideali narrati e quasi urlati durante il corso degli episodi non giovano e, vedendo il finale di serie, comprovano la perdita di tempo di una serie basata su un qualcosa che, alla fine di tutto, delude, imboccando una deviazione forzata, spiazzante e cinica (anche troppo). Personalmente, il finale lo boccio completamente, senza se e senza ma.
Tra i personaggi che riescono a salvarsi troviamo: Gilgamesh, qui reso benissimo e diversamente da quanto si vede in "Stay Night"; Lancer, unico nel suo genere, incanta dall'inizio alla fine delle sue apparizioni e, concedetemelo, ha suscitato un po' di pena in me;
Rider, probabilmente il miglior servant di tutti i "Fate" usciti finora, avendo una caratterizzazione eccezionale e non banale.
Invece, le delusioni tra i personaggi sono innanzitutto Kiritsugu, incomprensibile anche in questa seconda parte, rendendo persino inutili le due puntate dedicate a lui (e alla sua storia). Onestamente, lo trovo un personaggio antipatico, fuori dagli schemi in senso negativo, inadatto ad assumere il ruolo di protagonista. Non si comprendono i suoi comportamenti fino in fondo e delude specialmente il suo rapporto con Saber, totalmente assente per chissà quale oscuro motivo. Anche Tosaka conferma la sua inutilità e inettitudine per le puntate in cui compare. Idiota e quasi irritante.
Il lato tecnico sorregge, come fatto nella prima parte della serie, la baracca e la salva in numerosi momenti. Mi riferisco ai combattimenti (spesso semplici accenni), animati in modo eccelso, bellissimi e anche creativi in alcune loro varianti. Cito su tutti lo splendido scontro tra Kirei e Kiritsugu, che affascina grazie a uno stile irripetibile, nonostante una semplicità che sorprende, facendo uso soltanto di armi ordinarie e straordinarie di semplice comprensione. Notevole! Anche i disegni sono pienamente promossi.
Le musiche fanno la loro parte: prima di tutto, l'apprezzabile colonna sonora, che accompagna adeguatamente le battaglie e i momenti cruciali. In particolare, opening ed ending sono insuperabili sia per emozioni sia per bellezza delle canzone, orecchiabili e dal testo connesso alle tristi vicende dell'opera in questione. Sono poche le ending che riascolto con così tanto piacere.
La seconda parte di "Fate/Zero", qui recensita, mi ha deluso e raggiunge la sufficienza, certo, però deve ringraziare di questo la realizzazione tecnica, altrimenti meriterebbe un voto mediocre. Una serie che pecca di eccessiva presunzione, ossia la presunzione di insegnare qualcosa di indefinito, mistico, che però è completamente slegato dalla storia principale. Anche la caratterizzazione dei personaggi è alquanto deludente, andando fuori dai binari originari, portando a chiedersi il perché di quel comportamento inappropriato e fuorviante. Un 6 di stima, niente più!
"Fate/Zero" è una serie anime precedente cronologicamente a quella di "Fate/Stay Night", perché finalmente racconta le dinamiche della precedente guerra fra maghi con l'obbiettivo finale di impossessarsi del Santo Graal. Questa, però, è solamente la prima parte dell'intera opera, dal momento che, essendo composta da tredici episodi, invita lo spettatore a visionare le successive puntate affinché si raggiunga un vero finale. Ragion per cui questa recensione riguarda esclusivamente le prime tredici puntate, una specie di anteprima della vera e propria guerra che avviene nelle puntate successive.
Il fatto evidenziato poco fa, a mio avviso, non giova alla serie perché lascia un senso di incompletezza a chi la guarda, anche a causa dei tanti discorsi e poche battaglie che avvengono, nello specifico, dopo le ottime prime puntate, quando il clima di tensione iniziale diminuisce a fronte di dialoghi criptici e semplici scorribande da parte dei master e dei loro rispettivi servant. Personalmente, dopo i primi quattro-cinque episodi, ero fortemente tentato di assegnare un voto altissimo a questa prima parte di "Fate/Zero", però, nelle puntate seguenti, le battaglie selvagge, le presentazioni fuorvianti dei servant hanno lasciato posto ad una retorica composta da presunzione e poco incline ad un anime che, lo ricordo, è prima di tutto una guerra di sopravvivenza tra anime eroiche del passato e di maghi abili (a differenza di Fate/Stay Night, in cui regnava sovrana l'immaturità dei master). Basti pensare che quasi nessuno perisce in questa serie, assolutamente discordante dalla presentazione (ottima) della prima puntata, cosa che mi ha fatto storcere il naso perché, in determinati momenti, sembra che le ritirate del nemico siano volute e frutto di compassione che non dovrebbe esserci tra nemici. Posso capire il codice cavalleresco, ma non combattimenti che prevedono risoluzioni fuori luogo e fine a se stesse, risparmiando l'avversario.
A prescindere da questo, fortunatamente è una serie che ha il suo elemento peculiare nella caratterizzazione dei personaggi, veramente più interessanti di quelli, spesso scialbi, presentati in "Stay Night". Ad esempio, paragonando i due Rider, il confronto non ha ragione di esistere a causa dell'esagerato quanto positivo carisma del Rider di "Fate/Zero", Alessandro Magno, il quale è sicuramente il personaggio più riuscito tra i servant di questo Fate. Tutto il contrario della povera Rider di "Stay Night", anonima e debole.
Proprio Alessandro "il conquistatore" impartisce lezioni a Saber sul modo di guidare un Paese e il suo popolo, dimostrando spirito di avventura nonché leadership che lo ha portato a conquistare buona parte del mondo antico. Un personaggio rappresentato in maniera superba, sia nel design, simpatico e affabile, sia nella caratterizzazione psicologica.
Altri personaggi interessanti sono il ripugnante Caster che ama trucidare innocenti esseri umani per il semplice divertimento di vederli soffrire e anche Lancer, personaggio di spicco di questa serie, al quale sono felice sia riservato maggiore spazio rispetto al suo omonimo in "Stay Night".
Elemento positivo è poi l'aver approfondito il passato storico dei personaggi principali, così da poter comprendere o almeno intuire la natura delle loro azioni e magari consentire allo spettatore di simpatizzare per uno piuttosto che per un altro.
Anche i master sono totalmente diversi da quelli visti in "Stay Night", sicuramente meno propensi ad amoreggiare fra loro, più maturi e sicuri di sé, a volte anche troppo. Sono coscienti di affrontare una guerra dove è in gioco la loro vita, quindi agiscono di conseguenza, non lesinando armi brutali ed espedienti di ogni genere per vincere. Valori forti e contrastanti in Kirei Kotomine e Emiya: quest'ultimo è una figura controversa e non semplice da decifrare nei suoi comportamenti e in talune scelte, fattore che, tuttavia, lo rende ancora più interessante, perciò mi aspetto molto da lui nella seconda parte della serie.
La maturità della serie (e dei personaggi) è evidente anche in scene crude, per alcuni potrebbero essere disturbanti. Infatti, a parte il classico sangue che qui scorre senza timori, ci sono delle scene raccapriccianti che riguardano principalmente la piccola Sakura, tenera bambina che subisce delle vere e proprie torture psicologiche e fisiche, che la porteranno a diventare la persona che conosciamo in "Stay Night". Quei vermi non sono il massimo della bellezza... Inoltre, altra parte violenta è quella che vede protagonista Caster e il suo perverso interesse: fedelmente riportata (anche troppo), la sua controparte storica disgusta in più momenti e incita personalmente all'odio nei suoi confronti.
La realizzazione tecnica è nettamente sopra la sufficienza, avendo animazioni e disegni ottimi e precisi. Durante le battaglie, danno il meglio, colpendo lo spettatore in tutta la loro bellezza e dinamicità. Quando una serie animata è così ben realizzata tecnicamente, è un piacere in più guardarla. Ottimo lavoro da parte della Ufotable. Per quanto riguarda le musiche, applausi scroscianti all'opening ed alla ending, eccellenti entrambe, sia per immagini che nel sonoro. Tra le più belle, se non le più belle di tutte quelle realizzate per le serie "Fate". Infine, la colonna sonora è più che buona, sebbene non lasci, dopo l'ascolto, voglia di riascoltarla. Dunque, è buona, ma non indimenticabile.
Assegno a questa prima parte di "Fate/Zero" il voto 7, un voto inferiore alle mie attese iniziali ma giusto, dal momento che tredici puntate lasciano l'amaro in bocca nella loro gestione e fin troppi discorsi idealistici, quando ci sarebbero delle battaglie a cui porre termine, in un modo o nell'altro. Apprezzo il tentativo ma non eccelle, per ora, nella sua realizzazione.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
La seconda parte di "Fate/Zero", prequel di "Stay Night", prometteva ferro e fuoco, oltre ad una conclusione degna di una degli anime più ammirati negli ultimi anni. E' andata veramente così? Non proprio, perché, malgrado le potenzialità indiscusse, la serie scema sonoramente nella mediocrità, deludendomi in modo netto, senza le attenuanti del caso. Specialmente dopo la visione della prima stagione, buona ma non esente da difetti, ero convinto che avrei visto nella nuova stagione quello che mancava in precedenza, ossia combattimenti epici, risposte alle numerose domande e chiarimenti sui personaggi principali.
Purtroppo, non è avvenuto quasi niente di quello che mi aspettavo, ad eccezione di qualche acuto, subito strozzato da scelte discutibili da parte della sceneggiatura, che sembra prediligere dialoghi strappalacrime, densa di enigmi mai spiegati, inserendo dappertutto drammaticità esagerata, esule da una congrua logica, funzionale soltanto a tentare di commuovere lo spettatore, poiché spesso superflua ai fini della storia principale. Ci sono dei personaggi poco approfonditi rispetto a quanto richiesto: ad esempio la situazione di Sakura è liquidata velocemente e con nessuna spiegazione, per non parlare del capofamiglia Matotu, scomparso dalla trama misteriosamente, senza farne più ritorno. Sono elementi che non fanno bene a questa serie, anzi la danneggiano e il risultato finale è basso, in quanto si è preferito parlare e discutere per intere puntate riguardo a ideali veri/presunti invece che donare maggiore spazio a queste dinamiche nascoste ma importanti. Proprio questi ideali narrati e quasi urlati durante il corso degli episodi non giovano e, vedendo il finale di serie, comprovano la perdita di tempo di una serie basata su un qualcosa che, alla fine di tutto, delude, imboccando una deviazione forzata, spiazzante e cinica (anche troppo). Personalmente, il finale lo boccio completamente, senza se e senza ma.
Tra i personaggi che riescono a salvarsi troviamo: Gilgamesh, qui reso benissimo e diversamente da quanto si vede in "Stay Night"; Lancer, unico nel suo genere, incanta dall'inizio alla fine delle sue apparizioni e, concedetemelo, ha suscitato un po' di pena in me;
Rider, probabilmente il miglior servant di tutti i "Fate" usciti finora, avendo una caratterizzazione eccezionale e non banale.
Invece, le delusioni tra i personaggi sono innanzitutto Kiritsugu, incomprensibile anche in questa seconda parte, rendendo persino inutili le due puntate dedicate a lui (e alla sua storia). Onestamente, lo trovo un personaggio antipatico, fuori dagli schemi in senso negativo, inadatto ad assumere il ruolo di protagonista. Non si comprendono i suoi comportamenti fino in fondo e delude specialmente il suo rapporto con Saber, totalmente assente per chissà quale oscuro motivo. Anche Tosaka conferma la sua inutilità e inettitudine per le puntate in cui compare. Idiota e quasi irritante.
Il lato tecnico sorregge, come fatto nella prima parte della serie, la baracca e la salva in numerosi momenti. Mi riferisco ai combattimenti (spesso semplici accenni), animati in modo eccelso, bellissimi e anche creativi in alcune loro varianti. Cito su tutti lo splendido scontro tra Kirei e Kiritsugu, che affascina grazie a uno stile irripetibile, nonostante una semplicità che sorprende, facendo uso soltanto di armi ordinarie e straordinarie di semplice comprensione. Notevole! Anche i disegni sono pienamente promossi.
Le musiche fanno la loro parte: prima di tutto, l'apprezzabile colonna sonora, che accompagna adeguatamente le battaglie e i momenti cruciali. In particolare, opening ed ending sono insuperabili sia per emozioni sia per bellezza delle canzone, orecchiabili e dal testo connesso alle tristi vicende dell'opera in questione. Sono poche le ending che riascolto con così tanto piacere.
La seconda parte di "Fate/Zero", qui recensita, mi ha deluso e raggiunge la sufficienza, certo, però deve ringraziare di questo la realizzazione tecnica, altrimenti meriterebbe un voto mediocre. Una serie che pecca di eccessiva presunzione, ossia la presunzione di insegnare qualcosa di indefinito, mistico, che però è completamente slegato dalla storia principale. Anche la caratterizzazione dei personaggi è alquanto deludente, andando fuori dai binari originari, portando a chiedersi il perché di quel comportamento inappropriato e fuorviante. Un 6 di stima, niente più!
Una tragica storia. Un conflitto tra maghi. Una guerra tra spiriti eroici. La ricerca del Santo Graal. Un anime epico in ogni sua sfaccettatura, sia nella trama, che nella realizzazione. "Fate/Zero" è un anime fantasy che fa da prequel a "Fate/Stay Night" e narra le vicende che causarono l'incendio di Fuyuki (con cui si apre la serie successiva) durante la Quarta Guerra per il Sacro Graal. Sette maghi si riuniscono per contendersi l'antica reliquia che si dice sia capace di esaudire ogni desiderio e, per farlo, grazie a poter del Graal, riuniscono a sé temibili guerrieri provenienti da ogni epoca: passato, presente o futuro (servant). Ognuno dei personaggi aspira a vincere la guerra per i propri scopi: chi per la pace, chi per la guerra, chi per eliminare le sofferenze imposte dal destino, chi per gloria e infine c'è anche chi lo vuole per scoprire i propri desideri. Anche gli stessi servant, nonostante siano spiriti, hanno un desiderio da voler esaudire a causa di rimorsi e rimpianti delle loro vite passate. "Fate/Zero" è ricco di scene di azione e di combattimenti, molto piacevoli da vedere grazie alla sorprendente e magnifica grafica e a dei disegni ben curati e sempre dettagliati. I personaggi sono molto caratterizzati e ben definiti (questo molto più che in tantissime serie animate) tra cui, in particolare, il protagonista Kiritsugu e il suo principale nemico Kirei, il quale risulta quello che avrà una maggiore evoluzione durante la storia, in seguito all'influenza di Gilgamesh (il servant del proprio maestro). Un'altra cosa molto bella è che non c'è, a differenza di "Fate/Stay Night", un vero e proprio protagonista, ma più o meno tutti i personaggi vengono messi sullo stesso piano, ovviamente ponendo maggior attenzione e quelli principali rispetto agli altri, secondari.
Uno di quelli che risalta di più, soprattutto rispetto al ruolo che ha nelle altre serie "Fate", è Saber, ovvero Arturia Pendragon (versione femminile di Re Artù), servant di Kiritsugu. A differenza di "Fate/Stay Night", qui viene mostrata per quella che è in realtà: uno dei più grandi guerrieri del passato, colei che è degna di brandire la leggendaria spada Excalibur, forte, nobile e pura, senza macchia, fredda e con un passato tormentato.
Vi sono molti episodi o parti dedicati a spiegare i vari intrecci tra i personaggi e le varie motivazioni che li spingono a combattere così fortemente, e ciò rende molto più avvincente l'anime. Inoltre, vengono rivelate molte cose che nella serie successiva non vengono chiarite. Un vero e proprio capolavoro fantasy in tutto e per tutto: epico, intrigante, emozionante, per nulla scontato in ogni punto e drammatico soprattutto verso la fine, tanto da stringere il cuore.
Uno di quelli che risalta di più, soprattutto rispetto al ruolo che ha nelle altre serie "Fate", è Saber, ovvero Arturia Pendragon (versione femminile di Re Artù), servant di Kiritsugu. A differenza di "Fate/Stay Night", qui viene mostrata per quella che è in realtà: uno dei più grandi guerrieri del passato, colei che è degna di brandire la leggendaria spada Excalibur, forte, nobile e pura, senza macchia, fredda e con un passato tormentato.
Vi sono molti episodi o parti dedicati a spiegare i vari intrecci tra i personaggi e le varie motivazioni che li spingono a combattere così fortemente, e ciò rende molto più avvincente l'anime. Inoltre, vengono rivelate molte cose che nella serie successiva non vengono chiarite. Un vero e proprio capolavoro fantasy in tutto e per tutto: epico, intrigante, emozionante, per nulla scontato in ogni punto e drammatico soprattutto verso la fine, tanto da stringere il cuore.
"Fate/Zero" è un anime di genere fantasy del 2011/2012 ambientato 10 anni prima di fate stay night, però non lo si può considerare un vero e proprio prequel dato che è godibilissimo anche senza aver visto il primo.
Premetto che la mia recensione comprende sia la prima che la seconda serie e perciò l'anime nella sua interezza.
Partendo dalla grafica non posso che dire splendida, i colori sono decisi e vivaci le linee nette e c'è un uso delle particelle e della computer grafica superbo. Sicuramente di molto superiore alla maggior parte delle opere contemporanee e anche moderne oserei dire.
La trama è abbastanza lineare senza icredibili colpi di scena (eccetto nella parte finale) ma nonostante ciò non è scontato e sicuramente non annoia. Bisogna specificare che parte un po lento e perciò vi consiglio di vedere prima 3 episodi per giudicarlo. Si basa sul battle shonen pertanto sono presenti numerosi scontri tra gli eroi e i master di cui alcuni sono veramente ben realizzati e tengono con il fiato sospeso.
I personaggi sono probabilmente il pezzo forte di "Fate/Zero", incredibilmente dettagliati e a tutto tondo presentano una caratterizzazione per nulla superficiale tanto che vi porteranno a voler scoprire sempre di più sul loro conto, e ce ne sono di tutti i tipi ed è davvero interessante e soprattutto divertente vedere i comportamenti di questi grandi eroi tutti con caratteristiche particolari e uniche.
Infine vorrei puntare i riflettori sulla colonna sonora, su questo c'è poco da dire "spettacolare" le canzoni sono incredibilmente azzeccate e riescono ad accentuare ogni scena epica o drammatica che sia, per non parlare delle opening di apertura e chiusura che consiglio di vedere e ascoltare assolutamente
Pertanto il mio giudizio non può essere che pienamente positivo e lo consiglio a tutto coloro che amano il genere ma anche a chi vorrebbe avvicinarvisi. Ci sono miltre altre chicche che questa opera offre ma non sta a me dirvele, perciò non vi resta che guardarlo e scorpirle da voi.
Premetto che la mia recensione comprende sia la prima che la seconda serie e perciò l'anime nella sua interezza.
Partendo dalla grafica non posso che dire splendida, i colori sono decisi e vivaci le linee nette e c'è un uso delle particelle e della computer grafica superbo. Sicuramente di molto superiore alla maggior parte delle opere contemporanee e anche moderne oserei dire.
La trama è abbastanza lineare senza icredibili colpi di scena (eccetto nella parte finale) ma nonostante ciò non è scontato e sicuramente non annoia. Bisogna specificare che parte un po lento e perciò vi consiglio di vedere prima 3 episodi per giudicarlo. Si basa sul battle shonen pertanto sono presenti numerosi scontri tra gli eroi e i master di cui alcuni sono veramente ben realizzati e tengono con il fiato sospeso.
I personaggi sono probabilmente il pezzo forte di "Fate/Zero", incredibilmente dettagliati e a tutto tondo presentano una caratterizzazione per nulla superficiale tanto che vi porteranno a voler scoprire sempre di più sul loro conto, e ce ne sono di tutti i tipi ed è davvero interessante e soprattutto divertente vedere i comportamenti di questi grandi eroi tutti con caratteristiche particolari e uniche.
Infine vorrei puntare i riflettori sulla colonna sonora, su questo c'è poco da dire "spettacolare" le canzoni sono incredibilmente azzeccate e riescono ad accentuare ogni scena epica o drammatica che sia, per non parlare delle opening di apertura e chiusura che consiglio di vedere e ascoltare assolutamente
Pertanto il mio giudizio non può essere che pienamente positivo e lo consiglio a tutto coloro che amano il genere ma anche a chi vorrebbe avvicinarvisi. Ci sono miltre altre chicche che questa opera offre ma non sta a me dirvele, perciò non vi resta che guardarlo e scorpirle da voi.
Oggi sono qui a recensire uno dei migliori anime dei ultimi anni, la serie che ha consacrato l'ottimo sceneggiatore Gen Urubuchi (Mahou Shoujo Madoka Magika, Psycho Pass, Suisei no Gargantia): Fate/zero.
Fate/zero è il prequel di "Fate/stay night", a differenza del suo predecessore qui tutti i personaggi non si fanno scrupoli per raggiungere il loro obiettivo: il Sacro Graal.
Il protagonista è Emiya Kiritsugu, padre adottivo di Emiya Shirou che descriveva il padre come un "eroe", ma è veramente così?
In questa quarta guerra per il Sacro Graal oltre a Kiritsugu ci saranno molti personaggi collegati al seguito, ma la cosa che contraddistingue molto Fate/zero da Fate/stay night è la sua maturità: è una serie piena di situazioni crude, che lasciano lo spettatore di sasso e sbigottito.
Il ritmo dell'anime è lento all'inizio, dove viene spiegato per bene come funziona la guerra del Sacro graal, con i contendenti che si studiano per bene prima di affrontarsi, per poi diventare frenetico nelle ultime puntate dove si susseguono gli scontri tra i rimanenti maghi e servant.
Menzione speciale ai due episodi che raccontano il passato di Emiya Kiritusugu molto riflessivi, svelando il perché del suo carattere.
I personaggi sono tutti caratterizzati maniacalmente, con vari flash back delle vite passate dei servant cosi da apprezzare meglio la loro storia e i loro sentimenti.
Graficamente Fate/zero è su un altro pianeta, riuscendo a risultare al livello di un lungometraggio nonostante sia una serie tv, tutto questo grazie a Ufotable che a livello di animazioni e uso della computer grafica non ha rivali oggi. Gli scontri sono pochi ma realizzati alla grande, spesso ci faranno spalancare le mascelle da quanto sono realizzati bene.
La colonna sonora è magnifica, alcune ost fanno venire letteramente la pelle d'oca e rimangono nella testa per molto tempo come "You are my king" della puntata 23, anche le due opening sono ottime sopratutto "To the beginning" delle Kalafina.
In conclusione Fate/zero è una serie che riesce a trasmettere molte emozioni allo spettatore, facendolo anche immedesimare nei sentimenti di molti dei protagonisti e commuovere in determinate scene, senza risultare mai banale.
L'unico difetto, se può essere considerato tale, è il finale che sembra un po' frettoloso,con gli ultimi scontri un po' troppo corti, una o due puntate un più avrebbero reso più gratificante il tutto.
Consiglio questa serie a chi cerca una storia profonda, matura, epica, dove la cosa importante e il contenuto e non l'azione.
Lo sconsiglio a chi vuole azione a manetta e a chi non digerisce i discorsi lunghi e le riflessioni dei vari personaggi
Fate/zero è il prequel di "Fate/stay night", a differenza del suo predecessore qui tutti i personaggi non si fanno scrupoli per raggiungere il loro obiettivo: il Sacro Graal.
Il protagonista è Emiya Kiritsugu, padre adottivo di Emiya Shirou che descriveva il padre come un "eroe", ma è veramente così?
In questa quarta guerra per il Sacro Graal oltre a Kiritsugu ci saranno molti personaggi collegati al seguito, ma la cosa che contraddistingue molto Fate/zero da Fate/stay night è la sua maturità: è una serie piena di situazioni crude, che lasciano lo spettatore di sasso e sbigottito.
Il ritmo dell'anime è lento all'inizio, dove viene spiegato per bene come funziona la guerra del Sacro graal, con i contendenti che si studiano per bene prima di affrontarsi, per poi diventare frenetico nelle ultime puntate dove si susseguono gli scontri tra i rimanenti maghi e servant.
Menzione speciale ai due episodi che raccontano il passato di Emiya Kiritusugu molto riflessivi, svelando il perché del suo carattere.
I personaggi sono tutti caratterizzati maniacalmente, con vari flash back delle vite passate dei servant cosi da apprezzare meglio la loro storia e i loro sentimenti.
Graficamente Fate/zero è su un altro pianeta, riuscendo a risultare al livello di un lungometraggio nonostante sia una serie tv, tutto questo grazie a Ufotable che a livello di animazioni e uso della computer grafica non ha rivali oggi. Gli scontri sono pochi ma realizzati alla grande, spesso ci faranno spalancare le mascelle da quanto sono realizzati bene.
La colonna sonora è magnifica, alcune ost fanno venire letteramente la pelle d'oca e rimangono nella testa per molto tempo come "You are my king" della puntata 23, anche le due opening sono ottime sopratutto "To the beginning" delle Kalafina.
In conclusione Fate/zero è una serie che riesce a trasmettere molte emozioni allo spettatore, facendolo anche immedesimare nei sentimenti di molti dei protagonisti e commuovere in determinate scene, senza risultare mai banale.
L'unico difetto, se può essere considerato tale, è il finale che sembra un po' frettoloso,con gli ultimi scontri un po' troppo corti, una o due puntate un più avrebbero reso più gratificante il tutto.
Consiglio questa serie a chi cerca una storia profonda, matura, epica, dove la cosa importante e il contenuto e non l'azione.
Lo sconsiglio a chi vuole azione a manetta e a chi non digerisce i discorsi lunghi e le riflessioni dei vari personaggi
Si può partire da un buon prodotto e riuscire a fare un prequel migliore? Si sa è usanza comune il voler rispolverare vecchie glorie per andare a realizzare pessimi sequel ed ancor più terribili prequel. Oggigiorno è sempre più difficile avere una buona trovata che possa piacere al grande pubblico, e non sto parlando solo di anime. Per chi vuol creare qualcosa di originale e nuovo lo spazio di manovra è piuttosto limitato, le idee migliori sono già quasi tutte state utilizzate. Per questo motivo spesso è volentieri si prendono come punti di riferimento vecchi modelli cercando di rivisitarli per magari aggiungere qualcosa di nuovo. Peccato che nel 90% dei casi escano fuori porcate assurde, che non solo mettono in ridicolo gli stessi artefici di tale scempio, ma anche l'opera a cui si sono ispirati. Beh posso con certezza affermare che Fate/Zero rientra nel restante 10%.
Fate/Zero è un'anime del 2011 composto da 13 episodi, che in realtà sarebbero 26 poiché è stata realizzata una seconda serie. Come dicevo prima quest'anime può essere considerato il prequel di Fate/Stay Night, altra opera di grande spessore. Protagonista della nostra vicenda è Kiritsugu Emiya, padre adottivo di Shirou in Stay Night.
Siamo nel pieno della guerra per il Santo Graal, un conflitto in cui sette maghi si affrontano per reclamare la sacra reliquia. Ad aiutare i nostri stregoni nel combattimento vi sono inoltre dei servant, spiriti di antichi guerrieri e condottieri anch'essi animati dal desiderio del Graal.
Che dire se posso esprimere la mia modestissima opinione devo dire che questo prequel è di gran lunga superiore a Stay Night. Molto probabilmente i produttori ed i creatori si saranno seduti e si saranno spremuti per migliorare l'opera, e devo dire che ci sono riusciti in pieno.
Gli scontri sono a dir poco eccezionali, non sono più piatti e blandi ma dinamici, studiati e strategici. Niente viene lasciato al caso, per non parlare delle animazioni eccezionali che infondono all'opera un realismo insperato. La caratterizzazione è qualcosa di spettacolare, ogni master ha il suo carattere i suoi sogni il suo passato, stessa cosa dicasi per i servant, tutto su di loro ci viene rivelato, riusciamo ad immedesimarci in maniera perfetta.
In definitiva consiglio caldamente quest'anime, per chi ha visto Stay Night sarà sicuramente una chicca, per chi non l'ha visto invece sarà l'opportunità di recuperare tutta l'opera nella sua integralità e fare una mega maratona di anime.
Fate/Zero è un'anime del 2011 composto da 13 episodi, che in realtà sarebbero 26 poiché è stata realizzata una seconda serie. Come dicevo prima quest'anime può essere considerato il prequel di Fate/Stay Night, altra opera di grande spessore. Protagonista della nostra vicenda è Kiritsugu Emiya, padre adottivo di Shirou in Stay Night.
Siamo nel pieno della guerra per il Santo Graal, un conflitto in cui sette maghi si affrontano per reclamare la sacra reliquia. Ad aiutare i nostri stregoni nel combattimento vi sono inoltre dei servant, spiriti di antichi guerrieri e condottieri anch'essi animati dal desiderio del Graal.
Che dire se posso esprimere la mia modestissima opinione devo dire che questo prequel è di gran lunga superiore a Stay Night. Molto probabilmente i produttori ed i creatori si saranno seduti e si saranno spremuti per migliorare l'opera, e devo dire che ci sono riusciti in pieno.
Gli scontri sono a dir poco eccezionali, non sono più piatti e blandi ma dinamici, studiati e strategici. Niente viene lasciato al caso, per non parlare delle animazioni eccezionali che infondono all'opera un realismo insperato. La caratterizzazione è qualcosa di spettacolare, ogni master ha il suo carattere i suoi sogni il suo passato, stessa cosa dicasi per i servant, tutto su di loro ci viene rivelato, riusciamo ad immedesimarci in maniera perfetta.
In definitiva consiglio caldamente quest'anime, per chi ha visto Stay Night sarà sicuramente una chicca, per chi non l'ha visto invece sarà l'opportunità di recuperare tutta l'opera nella sua integralità e fare una mega maratona di anime.
Fate/Zero è un anime che mi ha piacevolmente sorpreso. Mi aspettavo qualcosa di molto simile a Stay Night, ma il modo in cui si sviluppa la trama, questa volta, è completamento diverso.
Lo si capisce subito dal fatto che gli episodi sono dominati dai dialoghi e non dalle scene d'azione. A differenza di Stay Night, infatti, ogni master è ben preparato alla guerra: la tattica prevale sugli scontri diretti e prima di combattere si pensa attentamente a quale possa essere il momento e il luogo adatto.
È poi meritevole la caratterizzazione dei personaggi. Lo spettatore, un episodio dopo l'altro, conoscerà ogni singolo Master insieme con le sue motivazioni che lo spingono a combattere.
Il punto di forza della serie è sicuramente il comparto tecnico. Le animazioni e i disegni sono davvero ben fatti e questo certamente contribuisce ad aumentare il livello d'apprezzamento di ogni episodio.
Per concludere, Fate/Zero è un ottimo prodotto che riesce ad intrattenere molto piacevolmente lo spettatore. L'unica critica che mi sento di fargli è che nel momento in cui si arriva allo scontro l'aspettativa dello spettatore, cresciuta sempre di più dopo i numerosi ragionamenti dei Master, non viene completamente soddisfatta. Gli scontri tra Servant mi sono infatti sembrati piuttosto blandi e inconcludenti.
Lo si capisce subito dal fatto che gli episodi sono dominati dai dialoghi e non dalle scene d'azione. A differenza di Stay Night, infatti, ogni master è ben preparato alla guerra: la tattica prevale sugli scontri diretti e prima di combattere si pensa attentamente a quale possa essere il momento e il luogo adatto.
È poi meritevole la caratterizzazione dei personaggi. Lo spettatore, un episodio dopo l'altro, conoscerà ogni singolo Master insieme con le sue motivazioni che lo spingono a combattere.
Il punto di forza della serie è sicuramente il comparto tecnico. Le animazioni e i disegni sono davvero ben fatti e questo certamente contribuisce ad aumentare il livello d'apprezzamento di ogni episodio.
Per concludere, Fate/Zero è un ottimo prodotto che riesce ad intrattenere molto piacevolmente lo spettatore. L'unica critica che mi sento di fargli è che nel momento in cui si arriva allo scontro l'aspettativa dello spettatore, cresciuta sempre di più dopo i numerosi ragionamenti dei Master, non viene completamente soddisfatta. Gli scontri tra Servant mi sono infatti sembrati piuttosto blandi e inconcludenti.
Lascio una recensione a caldo, pochi minuti dopo aver concluso la visione della serie.
Parto con una premessa: non ho visto fate/Stay Night e perciò alcuni punti per me ampiamente incomprensibili potrebbero essere spiegati nella serie originale.
La storia di questa seconda stagione riparte esattamente da dove veniva interrotta nella precedente: Saber e Rider stanno combattendo contro Caster mentre gli altri Master stanno per fare la loro apparizione.
Rispetto ai primi dodici episodi la storia procede in modo meno fluido: l'azione regna sovrana e si alternano episodi di quasi solo lotta ad altri farciti con (anche troppi) dialoghi.
I personaggi sono sempre gli stessi: i Servant rimangono di un carisma più unico che raro mentre i vari Master completano la loro evoluzione psicologica (uno su tutti Waver Velvet)
Che dire delle animazioni? Come al solito il reparto 2D è ottimo: ammalianti giochi di luci e un Character desing straordinario sono una gioia per gli occhi!
Purtroppo l'ampio uso di una Compiuter Grafica a mio parere quai primitiva (scattosa e brutta d'aspetto) fa perdere punti...
Le musica...Ah le musiche! Cori di voci femminili vi accompagneranno in tutte le battaglie più importanti calandovi nello spirito bretone e mitologico della trasposizione di questa visual/novel! Veramente orecchiabili le ost soprattutto la opening e l'ending "ufficiale" (ovvero non quella dei due ep sul passato del protagonista).
Purtroppo dopo un penultimo episodio da urlo segue un venticinquesimo capitolo che mi ha lasciato parecchie incognite: Ma cosa diavolo è successo? Ma ha vinto lui o lui? Ma...Il Santo Graal? Ma che cavolo ci fa lì Arturia!?
Insomma diciamo che mi spettavo senza dubbio qualcosa di più chiaro.
Altra pecca è la mancanza di epicità nei fatti: gli ottimi discorsi che si fanno alla fine dei duelli non sono accompagnati da colpi o situazioni stupefacenti quanto ci si aspetta...Insomma alla fine di un combattimento che si rispetti cerchi l'epicità il colpo finale (ok qui forse scadiamo un po' nello shonen più classico...Ma almeno far finire un combattimento con la mossa speciale...?)
Aggiungo un ultimo appunto: io mi ritengo una persona di stomaco abbastanza forte ma ragazzi, una scena su tutte mi ha quasi fatto venire i brividi per l'assassinio efferato che viene compiuto lucidamente da un personaggio che mescolato ai dialoghi da un senso di angoscia mostruoso (
Insomma: Fate/Zero è un buon titolo adulto che permette anche a persone che esigono un ambiente più forte di gustarsi un paio di combattimenti mozzafiato. Purtroppo la pessima CG e alcuni punti della trama un po' ripetitivi o non chiari abbassano il voto drasticamente.
Parto con una premessa: non ho visto fate/Stay Night e perciò alcuni punti per me ampiamente incomprensibili potrebbero essere spiegati nella serie originale.
La storia di questa seconda stagione riparte esattamente da dove veniva interrotta nella precedente: Saber e Rider stanno combattendo contro Caster mentre gli altri Master stanno per fare la loro apparizione.
Rispetto ai primi dodici episodi la storia procede in modo meno fluido: l'azione regna sovrana e si alternano episodi di quasi solo lotta ad altri farciti con (anche troppi) dialoghi.
I personaggi sono sempre gli stessi: i Servant rimangono di un carisma più unico che raro mentre i vari Master completano la loro evoluzione psicologica (uno su tutti Waver Velvet)
Che dire delle animazioni? Come al solito il reparto 2D è ottimo: ammalianti giochi di luci e un Character desing straordinario sono una gioia per gli occhi!
Purtroppo l'ampio uso di una Compiuter Grafica a mio parere quai primitiva (scattosa e brutta d'aspetto) fa perdere punti...
Le musica...Ah le musiche! Cori di voci femminili vi accompagneranno in tutte le battaglie più importanti calandovi nello spirito bretone e mitologico della trasposizione di questa visual/novel! Veramente orecchiabili le ost soprattutto la opening e l'ending "ufficiale" (ovvero non quella dei due ep sul passato del protagonista).
Purtroppo dopo un penultimo episodio da urlo segue un venticinquesimo capitolo che mi ha lasciato parecchie incognite: Ma cosa diavolo è successo? Ma ha vinto lui o lui? Ma...Il Santo Graal? Ma che cavolo ci fa lì Arturia!?
Insomma diciamo che mi spettavo senza dubbio qualcosa di più chiaro.
Altra pecca è la mancanza di epicità nei fatti: gli ottimi discorsi che si fanno alla fine dei duelli non sono accompagnati da colpi o situazioni stupefacenti quanto ci si aspetta...Insomma alla fine di un combattimento che si rispetti cerchi l'epicità il colpo finale (ok qui forse scadiamo un po' nello shonen più classico...Ma almeno far finire un combattimento con la mossa speciale...?)
Aggiungo un ultimo appunto: io mi ritengo una persona di stomaco abbastanza forte ma ragazzi, una scena su tutte mi ha quasi fatto venire i brividi per l'assassinio efferato che viene compiuto lucidamente da un personaggio che mescolato ai dialoghi da un senso di angoscia mostruoso (
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
parlo di Kirisugu che uccide moglie e figlia! [fine Spoiler])Insomma: Fate/Zero è un buon titolo adulto che permette anche a persone che esigono un ambiente più forte di gustarsi un paio di combattimenti mozzafiato. Purtroppo la pessima CG e alcuni punti della trama un po' ripetitivi o non chiari abbassano il voto drasticamente.
La seconda stagione si separa decisamente dalla prima per raccontarci gli avvenimenti di molti anni prima, spostando l'attenzione principalmente su Kiritsugu Emiya e Kirei Kotomine.
In parte sono stati eliminati i lati negativi presenti in "Fate/Stay Night" come l'infantilità di molti master ed inoltre conoscendo già la storia ci è stata risparmiata tutta la parte delle spiegazioni sia sulla trama che sul santo graal.
Diciamo che però se qua sia i protagonisti che i loro servant appaiono meglio caratterizzati e più interessanti sotto tanti punti di vista, il rapporto tra i due rivali/nemici ed il rispettivo rapporto con i propri affetti sono spiegati magistralmente, mentre le storie di alcuni servant (meno interessanti) potevano essere raccontate molto più celermente. Troppo lunghi e a volte noiosi i dialoghi, specie quelli di Caster, che ho odiato parecchio, metre ho decisamente apprezzato Rider. In ogni caso i molti Master e molti Servant presentatici danno l'impressione di poter tutti avere un ruolo importante nel proseguio della storia.
La grafica a parer mio non si discosta molto dalla prima stagione, così come la tipologia di musiche.
In definitiva una prima parte di seconda stagione che pone delle ottime basi (con più pregi che difetti) per il proseguo della storia antecedente agli avvenimenti raccontati in "Fate/Stay Night".
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Sinceramente non trovo questa grande differenza di valutazione tra la prima e la seconda parte in "Fate/Zero", per me si possono mettere tranquillamente sullo stesso piano, perché le mancanze della prima parte (i combattimenti) sono bilanciate dalla noiosità di alcuni discorsi presenti appunto nella prima parte e dalle rivelazioni e l'azione presente in questa seconda.
Si capisce che alla fine anche Kiritsugu Emiya ha un cuore, e si capisce anche la vera natura di Kirei Kotomine. Per non parlare come si conclude la sottotrama (se così la si può definire) che coinvolge Irisviel von Einzbern, personaggio a cui viene dato sempre più risalto e che è diventato ben presto uno dei miei preferiti insieme a Rider.
Il finale purtroppo poteva essere sviluppato meglio, però non tutte le ciambelle riescono col buco, l'importate è che siano buone, e questo credo sia proprio il caso che calza a pennello di tale definizione.
La pausa dopo le prime 13 puntate è servita davvero a migliorare la grafica??? Boh sarò io ignorante a riguardo ma non ho trovato nessun miglioramenteo di rilievo, cosa che può essere estesa anche alle musiche, belle a dire il vero, ma in linea con quelle delle precedenti serie.
Una menzione particolare la voglio scrivere a riguardo di Rider, che credo sia il personaggio più stupefacente di tutta l'opera, non si capisce mai dove voglia andare a parare, se sia serio o meno, ed il fatto che il suo master sia un ragazzino lo rende ancora più affascinante quando gli regala piccole perle di saggezza. Il servant invece più noioso mi risulta difficile da scegliere tra Archer e Caster. Una piccola pecca rispetto invece alla prima stagione può essere la perdita quasi totale dei due vecchi protagonisti (ora bambini).
Comunque per me in conclusione questa parte è sicuramente all'altezza della prima, e Fate/Zero in generale un po' superiore a Fate/Stay Night, senza il quale però si sarebbe dovuto appesantire di troppe spiegazioni.
In parte sono stati eliminati i lati negativi presenti in "Fate/Stay Night" come l'infantilità di molti master ed inoltre conoscendo già la storia ci è stata risparmiata tutta la parte delle spiegazioni sia sulla trama che sul santo graal.
Diciamo che però se qua sia i protagonisti che i loro servant appaiono meglio caratterizzati e più interessanti sotto tanti punti di vista, il rapporto tra i due rivali/nemici ed il rispettivo rapporto con i propri affetti sono spiegati magistralmente, mentre le storie di alcuni servant (meno interessanti) potevano essere raccontate molto più celermente. Troppo lunghi e a volte noiosi i dialoghi, specie quelli di Caster, che ho odiato parecchio, metre ho decisamente apprezzato Rider. In ogni caso i molti Master e molti Servant presentatici danno l'impressione di poter tutti avere un ruolo importante nel proseguio della storia.
La grafica a parer mio non si discosta molto dalla prima stagione, così come la tipologia di musiche.
In definitiva una prima parte di seconda stagione che pone delle ottime basi (con più pregi che difetti) per il proseguo della storia antecedente agli avvenimenti raccontati in "Fate/Stay Night".
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Sinceramente non trovo questa grande differenza di valutazione tra la prima e la seconda parte in "Fate/Zero", per me si possono mettere tranquillamente sullo stesso piano, perché le mancanze della prima parte (i combattimenti) sono bilanciate dalla noiosità di alcuni discorsi presenti appunto nella prima parte e dalle rivelazioni e l'azione presente in questa seconda.
Si capisce che alla fine anche Kiritsugu Emiya ha un cuore, e si capisce anche la vera natura di Kirei Kotomine. Per non parlare come si conclude la sottotrama (se così la si può definire) che coinvolge Irisviel von Einzbern, personaggio a cui viene dato sempre più risalto e che è diventato ben presto uno dei miei preferiti insieme a Rider.
Il finale purtroppo poteva essere sviluppato meglio, però non tutte le ciambelle riescono col buco, l'importate è che siano buone, e questo credo sia proprio il caso che calza a pennello di tale definizione.
La pausa dopo le prime 13 puntate è servita davvero a migliorare la grafica??? Boh sarò io ignorante a riguardo ma non ho trovato nessun miglioramenteo di rilievo, cosa che può essere estesa anche alle musiche, belle a dire il vero, ma in linea con quelle delle precedenti serie.
Una menzione particolare la voglio scrivere a riguardo di Rider, che credo sia il personaggio più stupefacente di tutta l'opera, non si capisce mai dove voglia andare a parare, se sia serio o meno, ed il fatto che il suo master sia un ragazzino lo rende ancora più affascinante quando gli regala piccole perle di saggezza. Il servant invece più noioso mi risulta difficile da scegliere tra Archer e Caster. Una piccola pecca rispetto invece alla prima stagione può essere la perdita quasi totale dei due vecchi protagonisti (ora bambini).
Comunque per me in conclusione questa parte è sicuramente all'altezza della prima, e Fate/Zero in generale un po' superiore a Fate/Stay Night, senza il quale però si sarebbe dovuto appesantire di troppe spiegazioni.
Dopo aver visto questa seconda parte di fate/zero mi accingo a censire il tutto (25 puntate) e purtroppo ne sono profondamente deluso.. ho amato il lunghissimo game e quindi la serie TV ed il film U.B.W., ma questa serie che doveva essere l'innovazione, l'inventare qualcosa di nuovo senza fotocopiare nulla dal game come hanno fatto nelle serie passate, purtroppo non è riuscito, ne è saltato fuori un lavoro mediocre e soprattutto molto noioso, nettamente inferiore alle serie precedenti e non appagante per tutta quella pubblicità che aveva ricevuto. Io a metà serie ho iniziato a vedere le puntate saltando col mouse perché molto annoiato. Come si dice… tutto fumo e niente arrosto, hanno commesso gli errori più banali nel crearla, ma a quanto pare in pochi se ne rendono conto.
Questo anime è come un bel pezzo di vetro tagliato a diamante che brilla molto perché ha una bellissima grafica e piena di effetti speciali, ma sempre vetro rimane alla fine.
L'inizio è stato accettabile, dove si hanno molte persone malvagie e senza scrupoli che vogliono a tutti i costi il Calice, come è ovvio che sia, persone senza alcun sentimento, ma col proseguire della storia nulla cambia.. si spera che le persone con il susseguirsi degli eventi possano imparare dai loro errori, migliorare e magari cambiare nel carattere, ma nulla di tutto questo accade. Tutti rimangono immutati nei loro pensieri, nella loro mancanza i sentimenti come fossero solo robot e tutto questo è irreale, finto e distoglie l'attenzione dello spettatore. In questa serie sono presenti diversi preti assassini, anzi solo quelli che possano rappresentare la Chiesa e anche questo aumenta a rendere il tutto irreale perché qualcuno può darsi, ma proprio tutti non è possibile.
Un'altra cosa molto negativa di questo anime è che degli unici 2 buoni di questa serie sono finiti in una maniera così brutta che ci si pente di averla vista, come a voler significare che non può esistere la speranza né la felicità e senza speranza non c'è vita...
Le musiche sembrano carine, ma non sono nulla di che, nel senso che non me le ricordo nemmeno mentre quando sento bgm o ost carine mi informo, le cerco perché mi colpiscono e me ne innamoro.
Non consiglio la visione di questo anime MA consiglio la visione dello Spin-Off dedicato a Ilya e sua madre genere majokko che è stato creato per i loro fan ed è una bella opera.
Per questo anime versione Zero assegno un 5, non merita voto migliore considerando il nome che porta sulle spalle.
Questo anime è come un bel pezzo di vetro tagliato a diamante che brilla molto perché ha una bellissima grafica e piena di effetti speciali, ma sempre vetro rimane alla fine.
L'inizio è stato accettabile, dove si hanno molte persone malvagie e senza scrupoli che vogliono a tutti i costi il Calice, come è ovvio che sia, persone senza alcun sentimento, ma col proseguire della storia nulla cambia.. si spera che le persone con il susseguirsi degli eventi possano imparare dai loro errori, migliorare e magari cambiare nel carattere, ma nulla di tutto questo accade. Tutti rimangono immutati nei loro pensieri, nella loro mancanza i sentimenti come fossero solo robot e tutto questo è irreale, finto e distoglie l'attenzione dello spettatore. In questa serie sono presenti diversi preti assassini, anzi solo quelli che possano rappresentare la Chiesa e anche questo aumenta a rendere il tutto irreale perché qualcuno può darsi, ma proprio tutti non è possibile.
Un'altra cosa molto negativa di questo anime è che degli unici 2 buoni di questa serie sono finiti in una maniera così brutta che ci si pente di averla vista, come a voler significare che non può esistere la speranza né la felicità e senza speranza non c'è vita...
Le musiche sembrano carine, ma non sono nulla di che, nel senso che non me le ricordo nemmeno mentre quando sento bgm o ost carine mi informo, le cerco perché mi colpiscono e me ne innamoro.
Non consiglio la visione di questo anime MA consiglio la visione dello Spin-Off dedicato a Ilya e sua madre genere majokko che è stato creato per i loro fan ed è una bella opera.
Per questo anime versione Zero assegno un 5, non merita voto migliore considerando il nome che porta sulle spalle.
Attendevo con trepidazione la realizzazione di un prequel della famosa saga di Fate/Stay Night, in quanto, dopo aver visto le versioni animate dello scenario "Fate" e "Unlimited Blade Works" e ad aver giocato alla Visual Novel (contenente il terzo scenario "Heaven's Feel", a mio avviso il più interessante di tutti), nutrivo ancora alcune domande relative a certi misteri della saga. La serie Fate Zero è riuscita in tale intendo solo parzialmente poiché permangono ancora troppi lati oscuri dopo la visione dell'intera opera.
Fate Zero è un anime di 25 episodi realizzato in 2 tempi, i primi 13 episodi nella stagione autunnale 2011 e gli ultimi 12 realizzati nella stagione primaverile 2012. Una nota curiosa riguarda il primo episodio che dura oltre 40 minuti. Fate Zero deriva dall'omonima light novel, la quale si rifà all'universo di Fate/Stay Night.
Trama: Fate Zero è un prequel e narra le vicende della quarta guerra del Santo Graal, avvenuta 10 anni prima delle vicende di Fate/Stay Night. Protagonista della quarta guerra è Kiritsugu Emiya, padre adottivo di Shiro Emiya, nonché primo master di Saber e assassino di maghi. Egli desidera un mondo privo di ingiustizie, conflitti e guerre e per far questo crede che i poteri del Santo Graal gli possano servire affinché il suo sogno si realizzi. Egli si pone al servizio della famiglia Einzbern divenendo sposo di Irisviel, essere artificiale creato dalla famiglia Einzbern affinché possa divenire il "contenitore" del Graal una volta evocato. Inoltre ottiene la reliquia di Avalon in modo che possa evocare il Servant Saber. Una volta evocati i 7 Servant la guerra avrà inizio. Se l'intera serie di Fate Zero è interpretabile come un immenso trampolino di lancio per un futuro Kolossal su Heaven's Feel allora posso esprimere un giudizio favorevole, in quanto s'accenna allo stesso Heaven's Feel e qui compaiono personaggi del tutto sconosciuti agli altri scenari.
Grafica: impeccabile e magistrale sotto tutti i punti di vista. Le ambientazioni sono suggestive per la loro bellezza e resa grafica. Le animazioni sono fluide e frenetiche, vi è iperdettaglio ovunque. Il character design è in perfetto stile "Type Moon" se non esaltato all'estremo (dunque tagliente e spigoloso).
Sonoro: anche il comparto sonoro rasenta l'eccellenza. Opening ed ending semplicemente magistrali. OST epici e coinvolgenti (alcuni rendono omaggio alla visual novel), ottimi effetti sonori. Doppiaggio a dir poco magistrale.
Personaggi: in Fate Zero i personaggi sono stupendi, non ce n'è uno che non mi piaccia. I Servant (rispetto alla saga Stay Night) appaiono infinitamente più epici e carismatici. La loro caratterizzazione ha del maniacale, così come quella di tutti i personaggi che ruotano attorno alla quarta guerra. È presente un'ottima introspezione, così come è presente una discreta evoluzione di questi ultimi.
Attenzione: i seguenti due paragrafi contengono spoiler
Sceneggiatura: secondo me è la nota dolente dell'anime. Se quest'ultimo risulta eccellente per trama, grafica, sonoro e personaggi, cade irrimediabilmente sulla sequenza di eventi. La gestione temporale è accettabile. Il ritmo è piuttosto fluido e gli eventi si susseguono con una certa consequenzialità, tuttavia spesso si tralasciano delle spiegazioni essenziali e si parte con una scena successiva, da qui il mio giudizio "altalenante" sulla gestione temporale. Si avverte la mancanza di episodi più "contemporanei" (ossia successivi alla fine della quarta guerra) in cui Kiritsugu e Shiro convivono e Shiro apprende da Kiritsugu i fondamenti di magia, manca totalmente la scena in cui Kiritsugu muore (si presume a causa di Angra Manyu), così come manca la crescita di Shiro da bambino a ragazzo. I dialoghi sono estremamente curati, così come i combattimenti, eppure questi ultimi sono insufficienti in quanto i Servant oggettivamente combattono poco. La stessa Saber è più intenta a proteggere Irisviel che a combattere per il Santo Graal. Come mai la gran parte delle scene di azione è carpita da Kiritsugu? Onestamente avrei voluto veder combattere i Servant al loro pieno potenziale (Berserker è quello che meritava molti più attenzioni), ma ciò non è sempre possibile, spesso i combattimenti tra Servant non si concludono (ok che nella Novel era Kiritsugu era il killer dei master per antonomasia, ma diamo un po' più di spazio a questi benedetti servant! Facciamogli spaccare il mondo una volta tanto!) anziché sorbirmi tutte quelle battaglie stroncate qua e là. Il fanservice è inesistente, mentre la violenza sovrabbonda. Molto belli i riferimenti alla saga di Tsukihime riguardo agli apostoli della morte, così come a Kara no Kyoukai riguardo ad Alba Cornelius e al concilio dei maghi in Inghilterra. Questo ci fa capire che tutte le opere sono collegate tra loro.
Finale: chi conosce la saga di Fate/Stay Night o ha avuto modo di spulciarsi la light novel di Fate Zero comprenderà che il finale non poteva che essere così. Nel complesso è buono e vengono fornite alcune spiegazioni essenziali, tuttavia attendevo l'episodio finale proprio per comprendere alcune parti che durante gli altri episodi (e nelle successive saghe di Fate) non sono state chiare, da qui alcune domande: quali sono le origini di Shiro? Si sa da quale famiglia proveniva? Si sa che cognome avesse in precedenza? Come fa a possedere un circuito magico tanto elaborato (si suppone ne abbia addirittura 27)?
Che tipo di magia ha utilizzato Kiritsugu per impiantare Avalon all'interno di Shiro? In quale periodo temporale l'avrebbe impiantato? Come si sono conosciuti Kiritsugu e Raiga Fujimura (nonno di Taiga Fujimura)? Di che morte è morta Aoi Tohsaka e in quale periodo? Durante la morte di Caster di Fate Zero s'intravede la figura di Giovanna d'Arco della saga Light Novel Fate Apocrypha. Il problema è che questa è una saga totalmente sconnessa dalle 5 guerre. Come si spiega quest'immagine? Come un semplice bonus per gli appassionati? Come un'anticipazione di una futura serie animata? Come un possibile collegamento tra le due serie (ma questo non avrebbe molto senso)?
In sintesi: Fate Zero poteva essere il signore di tutti i prequel esistenti, nonché grande preparatore della futura (si spera) saga di Heaven's Feel. Il problema però è che al di là di un comparto tecnico maestoso e di una buona trama, non riesce a svolgere il ruolo principale di un prequel, ossia quello di fornire le spiegazioni mancanti nella saga principale, in altre parole quelle che lasciano più dubbi. Nel complesso Fate Zero è un'opera discreta per via dell'alto grado di coinvolgimento, ma a mio avviso si dovevano dedicare degli episodi in più per far luce su molti punti rimasti oscuri, oltre che a rendere alcuni combattimenti molto più particolareggiati e coinvolgenti (Kiritsugu, Gilgamesh e Kotomine fanno praticamente tutto loro). Consiglio quest'opera a chi non ha visto ancora la serie di Fate/Stay Night e il Film (secondo scenario) Unlimited Blade Works, se si guarda prima quest'opera, probabilmente si potranno apprezzare meglio le altre 2 serie (sebbene siano state create prima), però si tenga conto che permangono insoluti alcuni dubbi. Se Heaven's Feel sarà trasposto in un anime (si spera di almeno 26 episodi dal momento che è lo scenario più lungo e complesso) allora auspico che lì siano fornite tutte le spiegazioni alle domande da me poste. Se saranno presenti tali risposte allora aumenterò il voto di codesta recensione.
Fate Zero è un anime di 25 episodi realizzato in 2 tempi, i primi 13 episodi nella stagione autunnale 2011 e gli ultimi 12 realizzati nella stagione primaverile 2012. Una nota curiosa riguarda il primo episodio che dura oltre 40 minuti. Fate Zero deriva dall'omonima light novel, la quale si rifà all'universo di Fate/Stay Night.
Trama: Fate Zero è un prequel e narra le vicende della quarta guerra del Santo Graal, avvenuta 10 anni prima delle vicende di Fate/Stay Night. Protagonista della quarta guerra è Kiritsugu Emiya, padre adottivo di Shiro Emiya, nonché primo master di Saber e assassino di maghi. Egli desidera un mondo privo di ingiustizie, conflitti e guerre e per far questo crede che i poteri del Santo Graal gli possano servire affinché il suo sogno si realizzi. Egli si pone al servizio della famiglia Einzbern divenendo sposo di Irisviel, essere artificiale creato dalla famiglia Einzbern affinché possa divenire il "contenitore" del Graal una volta evocato. Inoltre ottiene la reliquia di Avalon in modo che possa evocare il Servant Saber. Una volta evocati i 7 Servant la guerra avrà inizio. Se l'intera serie di Fate Zero è interpretabile come un immenso trampolino di lancio per un futuro Kolossal su Heaven's Feel allora posso esprimere un giudizio favorevole, in quanto s'accenna allo stesso Heaven's Feel e qui compaiono personaggi del tutto sconosciuti agli altri scenari.
Grafica: impeccabile e magistrale sotto tutti i punti di vista. Le ambientazioni sono suggestive per la loro bellezza e resa grafica. Le animazioni sono fluide e frenetiche, vi è iperdettaglio ovunque. Il character design è in perfetto stile "Type Moon" se non esaltato all'estremo (dunque tagliente e spigoloso).
Sonoro: anche il comparto sonoro rasenta l'eccellenza. Opening ed ending semplicemente magistrali. OST epici e coinvolgenti (alcuni rendono omaggio alla visual novel), ottimi effetti sonori. Doppiaggio a dir poco magistrale.
Personaggi: in Fate Zero i personaggi sono stupendi, non ce n'è uno che non mi piaccia. I Servant (rispetto alla saga Stay Night) appaiono infinitamente più epici e carismatici. La loro caratterizzazione ha del maniacale, così come quella di tutti i personaggi che ruotano attorno alla quarta guerra. È presente un'ottima introspezione, così come è presente una discreta evoluzione di questi ultimi.
Attenzione: i seguenti due paragrafi contengono spoiler
Sceneggiatura: secondo me è la nota dolente dell'anime. Se quest'ultimo risulta eccellente per trama, grafica, sonoro e personaggi, cade irrimediabilmente sulla sequenza di eventi. La gestione temporale è accettabile. Il ritmo è piuttosto fluido e gli eventi si susseguono con una certa consequenzialità, tuttavia spesso si tralasciano delle spiegazioni essenziali e si parte con una scena successiva, da qui il mio giudizio "altalenante" sulla gestione temporale. Si avverte la mancanza di episodi più "contemporanei" (ossia successivi alla fine della quarta guerra) in cui Kiritsugu e Shiro convivono e Shiro apprende da Kiritsugu i fondamenti di magia, manca totalmente la scena in cui Kiritsugu muore (si presume a causa di Angra Manyu), così come manca la crescita di Shiro da bambino a ragazzo. I dialoghi sono estremamente curati, così come i combattimenti, eppure questi ultimi sono insufficienti in quanto i Servant oggettivamente combattono poco. La stessa Saber è più intenta a proteggere Irisviel che a combattere per il Santo Graal. Come mai la gran parte delle scene di azione è carpita da Kiritsugu? Onestamente avrei voluto veder combattere i Servant al loro pieno potenziale (Berserker è quello che meritava molti più attenzioni), ma ciò non è sempre possibile, spesso i combattimenti tra Servant non si concludono (ok che nella Novel era Kiritsugu era il killer dei master per antonomasia, ma diamo un po' più di spazio a questi benedetti servant! Facciamogli spaccare il mondo una volta tanto!) anziché sorbirmi tutte quelle battaglie stroncate qua e là. Il fanservice è inesistente, mentre la violenza sovrabbonda. Molto belli i riferimenti alla saga di Tsukihime riguardo agli apostoli della morte, così come a Kara no Kyoukai riguardo ad Alba Cornelius e al concilio dei maghi in Inghilterra. Questo ci fa capire che tutte le opere sono collegate tra loro.
Finale: chi conosce la saga di Fate/Stay Night o ha avuto modo di spulciarsi la light novel di Fate Zero comprenderà che il finale non poteva che essere così. Nel complesso è buono e vengono fornite alcune spiegazioni essenziali, tuttavia attendevo l'episodio finale proprio per comprendere alcune parti che durante gli altri episodi (e nelle successive saghe di Fate) non sono state chiare, da qui alcune domande: quali sono le origini di Shiro? Si sa da quale famiglia proveniva? Si sa che cognome avesse in precedenza? Come fa a possedere un circuito magico tanto elaborato (si suppone ne abbia addirittura 27)?
Che tipo di magia ha utilizzato Kiritsugu per impiantare Avalon all'interno di Shiro? In quale periodo temporale l'avrebbe impiantato? Come si sono conosciuti Kiritsugu e Raiga Fujimura (nonno di Taiga Fujimura)? Di che morte è morta Aoi Tohsaka e in quale periodo? Durante la morte di Caster di Fate Zero s'intravede la figura di Giovanna d'Arco della saga Light Novel Fate Apocrypha. Il problema è che questa è una saga totalmente sconnessa dalle 5 guerre. Come si spiega quest'immagine? Come un semplice bonus per gli appassionati? Come un'anticipazione di una futura serie animata? Come un possibile collegamento tra le due serie (ma questo non avrebbe molto senso)?
In sintesi: Fate Zero poteva essere il signore di tutti i prequel esistenti, nonché grande preparatore della futura (si spera) saga di Heaven's Feel. Il problema però è che al di là di un comparto tecnico maestoso e di una buona trama, non riesce a svolgere il ruolo principale di un prequel, ossia quello di fornire le spiegazioni mancanti nella saga principale, in altre parole quelle che lasciano più dubbi. Nel complesso Fate Zero è un'opera discreta per via dell'alto grado di coinvolgimento, ma a mio avviso si dovevano dedicare degli episodi in più per far luce su molti punti rimasti oscuri, oltre che a rendere alcuni combattimenti molto più particolareggiati e coinvolgenti (Kiritsugu, Gilgamesh e Kotomine fanno praticamente tutto loro). Consiglio quest'opera a chi non ha visto ancora la serie di Fate/Stay Night e il Film (secondo scenario) Unlimited Blade Works, se si guarda prima quest'opera, probabilmente si potranno apprezzare meglio le altre 2 serie (sebbene siano state create prima), però si tenga conto che permangono insoluti alcuni dubbi. Se Heaven's Feel sarà trasposto in un anime (si spera di almeno 26 episodi dal momento che è lo scenario più lungo e complesso) allora auspico che lì siano fornite tutte le spiegazioni alle domande da me poste. Se saranno presenti tali risposte allora aumenterò il voto di codesta recensione.
Difficile davvero recensire questa prima parte dell'anime, dato che è più facile considerare la prima e la seconda stagione come un tutt'uno, ma tant'è.
Fate/Zero è un prequel delle vicende del celebre anime Fate/Stay Night. Questo franchise è in grande espansione e ve ne è ben donde, vista la qualità del prodotto. Essendo un prequel, la mancata visione della prima serie animata non preclude niente ai novizi, visti i pochi riferimenti al "futuro". Ma andiamo con ordine.
Siamo all'inizio di uno scontro denominato guerra santa che ha l'obbiettivo di ottenere il Sacro Graal, una reliquia capace di esaudire un qualunque desiderio. Le forze in gioco sono dunque molto potenti e con scopi differenti vogliono ottenere quest'arma dalle potenzialità infinite. Per riuscire ad ottenere il Graal, scendono in campo sette "maghi", detti Master, ossia individui dotati della magia del comando, in grado di controllare e comandare un Servant. I Servant sono un'evocazione di spiriti di grandi eroi del passato, come ad esempio Re Artù e Alessandro Magno, "reinterpretati" secondo la fantasia dell'autore. I Master hanno bisogno dei servant per la vittoria, i Servant hanno bisogno dei Master in quanto essi esistono solo in quanto il Master dona loro "mana", una fonte di energia che li fa restare materializzati in forma fisica, non solo spirituale.
Ovviamente i Servant non hanno caratteristiche comuni, ma possiedono poteri formidabili in combattimento, ognuno distinto dagli altri. La diversificazione dei personaggi è la forza, a mio parere, di Fate/Zero. La vera differenza in realtà si cela dietro alle personalità degli eroi, ognuno con la sua visione di onore, cavalleria, potere, lealtà e chi più ne ha, più ne metta. Queste divergenze porteranno a rapporti tra di loro a volte di rispetto, a volte di odio.
Dal canto loro, anche i Master hanno altri tipi di poteri e mentre fanno lottare i propri Servant, parallelamente anche loro, ma con più sotterfugi e prudenza, cercano modi per togliere di mezzo gli altri servant. La sconfitta di un Master, però, non è risolutiva: un Servant senza Master sopravvive e può essere assegnato ad un altro Master con l'appropriata magia del comando, garantita da un esponente della Chiesa.
La Chiesa infatti sembra avere un ruolo importante nella storia, come grande potenza sopra le parti che vuole impadronirsi del Graal indipendentemente da quale sia il vincitore. Le modalità utilizzate non sono ancora chiare in questa prima stagione, ma è chiaro che i preti tramano qualocosa di losco.
Ma non sono i soli, infatti c'è anche quella che appare come un'organizzazione para-militare, composta da 2 persone, che agendo nell'ombra mira all'eliminazione dei Master per poi impadronirsi a sua volta del Graal.
Le battaglie in questa prima stagione sono emozionanti, gli intrighi sono interessanti e non si vede l'ora di sapere come evolverà la storia, di sapere chi pugnalerà alle spalle chi, di sapere se due Servant verranno alle armi o se attenderanno il momento propizio.
La qualità del disegno è all'altezza di una trama dalla qualità eccelsa, ottimo il doppiaggio, ottima l'idea, ottima la grande varietà dei personaggi.
La prima serie si conclude con un "cliffhanger", lasciando aperta una bella battaglia che proseguirà nella seconda serie. Per arrivare a questa battaglia però si passa in mezzo ad un po' troppi dialoghi (interessanti ma lunghi), che credo saranno meno presenti nella seconda stagione, più ricca invece di lotte in vista della fine dell'arco narrativo.
Fate/Zero è un prequel delle vicende del celebre anime Fate/Stay Night. Questo franchise è in grande espansione e ve ne è ben donde, vista la qualità del prodotto. Essendo un prequel, la mancata visione della prima serie animata non preclude niente ai novizi, visti i pochi riferimenti al "futuro". Ma andiamo con ordine.
Siamo all'inizio di uno scontro denominato guerra santa che ha l'obbiettivo di ottenere il Sacro Graal, una reliquia capace di esaudire un qualunque desiderio. Le forze in gioco sono dunque molto potenti e con scopi differenti vogliono ottenere quest'arma dalle potenzialità infinite. Per riuscire ad ottenere il Graal, scendono in campo sette "maghi", detti Master, ossia individui dotati della magia del comando, in grado di controllare e comandare un Servant. I Servant sono un'evocazione di spiriti di grandi eroi del passato, come ad esempio Re Artù e Alessandro Magno, "reinterpretati" secondo la fantasia dell'autore. I Master hanno bisogno dei servant per la vittoria, i Servant hanno bisogno dei Master in quanto essi esistono solo in quanto il Master dona loro "mana", una fonte di energia che li fa restare materializzati in forma fisica, non solo spirituale.
Ovviamente i Servant non hanno caratteristiche comuni, ma possiedono poteri formidabili in combattimento, ognuno distinto dagli altri. La diversificazione dei personaggi è la forza, a mio parere, di Fate/Zero. La vera differenza in realtà si cela dietro alle personalità degli eroi, ognuno con la sua visione di onore, cavalleria, potere, lealtà e chi più ne ha, più ne metta. Queste divergenze porteranno a rapporti tra di loro a volte di rispetto, a volte di odio.
Dal canto loro, anche i Master hanno altri tipi di poteri e mentre fanno lottare i propri Servant, parallelamente anche loro, ma con più sotterfugi e prudenza, cercano modi per togliere di mezzo gli altri servant. La sconfitta di un Master, però, non è risolutiva: un Servant senza Master sopravvive e può essere assegnato ad un altro Master con l'appropriata magia del comando, garantita da un esponente della Chiesa.
La Chiesa infatti sembra avere un ruolo importante nella storia, come grande potenza sopra le parti che vuole impadronirsi del Graal indipendentemente da quale sia il vincitore. Le modalità utilizzate non sono ancora chiare in questa prima stagione, ma è chiaro che i preti tramano qualocosa di losco.
Ma non sono i soli, infatti c'è anche quella che appare come un'organizzazione para-militare, composta da 2 persone, che agendo nell'ombra mira all'eliminazione dei Master per poi impadronirsi a sua volta del Graal.
Le battaglie in questa prima stagione sono emozionanti, gli intrighi sono interessanti e non si vede l'ora di sapere come evolverà la storia, di sapere chi pugnalerà alle spalle chi, di sapere se due Servant verranno alle armi o se attenderanno il momento propizio.
La qualità del disegno è all'altezza di una trama dalla qualità eccelsa, ottimo il doppiaggio, ottima l'idea, ottima la grande varietà dei personaggi.
La prima serie si conclude con un "cliffhanger", lasciando aperta una bella battaglia che proseguirà nella seconda serie. Per arrivare a questa battaglia però si passa in mezzo ad un po' troppi dialoghi (interessanti ma lunghi), che credo saranno meno presenti nella seconda stagione, più ricca invece di lotte in vista della fine dell'arco narrativo.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Fate/Zero" è il prequel di "Fate Stay Night" realizzato in due serie. Come ho scritto nella recente recensione, in cui ho fatto solo un piccolo riassunto di quel che succedeva, in questa recensione non recensisco solo gli ultimi 12 episodi ma un po' tutta la serie, perché mi rende più semplice il lavoro e perché nella recensione voglio soprattutto sottolineare le differenze che dividono questo prequel dalla serie principale "Fate Stay Night" e recensendo solo le ultime 12 puntate sarebbe difficile. Quindi, come ho già detto, in questa recensione voglio sottolineare le differenze che dividono questa serie da "Fate Stay Night". E' buono andare a notare le differenze che contraddistinguono l'un titolo dall'altro, nonostante la storia è la stessa, tra le due serie c'è un'enorme differenza.
Dopo un po' di tempo dalla visione di "Fate Stay Night" decido che è ora di andarmi a togliere tutti i dubbi che la prima serie ha lasciato in me, così come in tutti gli altri spettatori. Premetto che qualcosa forse dalla prima serie me la sono scordata, ma rivedendo "Fate/Zero" tutti gli avvenimenti più importanti della prima serie mi sono ritornati a mente.
Iniziamo dalle differenze con la prima serie e dai pregi di questa serie. Da "Fate/Zero" sono rimasto alquanto impressionato, sbalordito perché non credevo si distaccasse così tanto in positivo da "Fate Stay Night", da me promossa con un'eccellenza. Questo mi fa pensare che ho visto ancora poco, ebbene sì. "Fate/Zero", a mio giudizio, si distacca dalla prima serie per vari punti molto importanti, e su cui non si può chiudere un occhio. Il primo, quello che ritengo il più importante, è il character design, il carattere psicologico di ogni personaggio. Se in "Fate Stay Night" troviamo dei ragazzi che prendono il ruolo di master, in "Fate/Zero" ci sono adulti ben capaci di capire a quel che vanno incontro. In "Fate/Zero" infatti ci sono solo due ragazzi a prendere il ruolo di master: Waver, che però ha un ruolo perfetto in coppia con Rider (Alessandro Magno) e che all'inizio è un vigliacco piagnucolone, ma di cui vediamo un miglioramento nel corso della storia finché la coppia Waver-Rider non combacia perfettamente, impressionando gli spettatori puntata per puntata; Ryunosuke, ma con il character design ben definito, un pazzo assassino che a sua volta combacia perfettamente con il suo servant, Caster. Oltre a questi, sono tutti adulti.
Ovviamente troviamo character davvero interessanti: Kiritsugu e Kirei sono come i due protagonisti della storia che dopotutto gira intorno a loro. Il primo ha un carattere molto profondo, un senso della giustizia conscio che verrà poi spiegato attraverso un flashback della durata di due episodi. Per chiunque ha visto "Fate Stay Night" il carattere e l'atteggiamento del padre di Emiya è un po' una sorpresa. Il secondo fino alla fine si è "celato nell'ombra" non avendo un vero e proprio desiderio di quel che ne avrebbe fatto del Santo Graal, con atteggiamenti che attireranno l'interesse di Gilgamesh.
Adesso non mi metto a trarre il carattere di tutti i personaggi di questa serie, ma anche quello degli altri è molto interessante, anche se meno marchiato.
Un altro punto su cui possiamo distinguere questa serie da quella principale è l'interesse che riesce a farci prendere verso di lei. A differenza di "Fate Stay Night" che fino allo scontro con Bersker non mi ha entusiasmato parecchio molte volte facendomi annoiare, questa serie, nonostante nella "prima serie" di questo prequel non ci siano morti o scomparse e serva soprattutto a farti conoscere i personaggi, non ti annoia e ti emoziona fin da subito facendoti interessare alle coppie master-servant che con una profonda descrizione della durata di ben 12 episodi (l'altro episodio della prima serie è filler) riescono a farti avere un'impressione maggiore su di loro. Invece in "Fate Stay Night" i master e i loro servant comparivano e dopo alcune puntate erano già fuori.
Voglio soffermarmi su un altro punto per cui possiamo distinguere le due serie per poi valutare i pregi singoli di questa serie: i servant che vediamo in "Fate/Zero" danno più l'impressione del loro "ruolo" rispetto al "Fate Stay" Night. Assassin si immedesima nel ruolo di Assassino, e persino Caster nel ruolo di "mago malvagio" rispetto a Medusa della prima serie. Invece in Rider troviamo un personaggio simpaticone rispetto al Rider della prima serie, sempre zitta. Soltanto Berserker mi è piaciuto di più in "Fate Stay Night".
Sono contento che posso notare queste differenze positive che contraddistinguono il prequel dalla serie principale, perché secondo me un sequel o un prequel devono apportare un miglioramento, anche minimo, rispetto alla serie principale, sennò si va quasi sicuramente alla bocciatura. Infatti ammetto che se fosse stato realizzato prima "Fate/Zero" e poi "Fate Stay Night" al secondo avrei dato massimo 6.
Ok, adesso passo ai pregi della serie. Ovviamente la serie ci dà una risposta a tutti i dubbi che ci aveva lasciato "Fate Stay Night" in modo molto chiaro. Personalmente ho visto la serie in blu ray e sono rimasto davvero impressionato per l' animazione stupenda che ci fa emozionare sempre di più durante le battaglie e per gli effetti delle abilità delle armi eccelse di ogni servant. L'effetto attorno a Berserker è unico, sono rimasto davvero impressionato.
Di combattimenti, come in ogni serie, ce ne sono di mediocri ma anche ottimi: tra i mediocri possiamo inserire quello tra Saber e Rider (durato pochi minuti) o quello tra Saber e Berserker (pessimo); tra quelli ottimi possiamo sicuramente inserire il combattimento tra Arcer (Gilgamesh) e Rider, il combattimento più bello della serie.
Lo stile dei personaggi non è proprio un granché, tutti hanno lo stesso tipo di naso, ma non è nemmeno pessimo, è da sufficienza. Anche alle opening e alle ending do una sufficienza. Altro pregio della serie sono le immagini cruenti e violente, con Caster e il suo master che creano scompiglio nella città con pazzia e crudeltà.
Questo fa la serie più interessante, ma sconsiglio la visione a chi ne può risentire.
Però, attenzione, non trovo in "Fate/Zero" la perfezione, ma ci sono alcuni punti negativi sui quali per dare l'eccellenza alla serie ho dovuto chiudere ben tre occhi. Non mi dispiace, però, trovare punti negativi in questa serie, perché è assolutamente normale, fino ad adesso non ho visto serie "perfette" per meritarsi proprio il 10. Non do il 10 solo perché una serie è perfetta, proprio perché non ne esistono. Ogni serie ha la sua imperfezione. Persino "Death Note", mio anime preferito, dopo la morte di L cala di livello.
Una delle cose che mi ha fatto più dispiacere della serie è il sacrificio di Lancer, che poteva essere sicuramente uno dei servant più interessati di questa serie, ma che va incontro a una brutta fine, legata da un suicido per una magia di comando. Sono rimasto molto deluso da ciò. Se in "Fate Stay Night" l'autore sacrifica Archer contro Berserker, ma con una morte degna di nota e con onore, Lancer viene sacrificato per un motivo banalissimo e senza il rispetto per uno dei "tre cavalieri".
Altro punto negativo della serie è sicuramente la lentezza che si porta nella "seconda serie", lentezza che porterà a un finale molto accelerato.
Un'altra cosa e poi ho finito: in "Fate/Zero" è stato affermato che la guerra del Santo Graal avviene ogni sessantanni, perché poi è avvenuta dopo dieci anni? Non mi pare di ricordare che sia stato spiegato.
Infine concludo dicendo che "Fate/Zero" è un anime che può meritarsi un 10 nonostante qualche difetto che la serie si porta dietro, difetto che si poteva anche evitare. Non vado a cambiare il voto a "Fate Stay Night", che comunque mi lasciò sbalordito al suo tempo, ma questa serie merita molto di più il 10 rispetto alla prima. Questa serie è riuscita a farmi emozionare come ben poche e sicuramente sarà inserita tra le mie serie preferite e ovviamente la consiglio.
"Fate/Zero" è il prequel di "Fate Stay Night" realizzato in due serie. Come ho scritto nella recente recensione, in cui ho fatto solo un piccolo riassunto di quel che succedeva, in questa recensione non recensisco solo gli ultimi 12 episodi ma un po' tutta la serie, perché mi rende più semplice il lavoro e perché nella recensione voglio soprattutto sottolineare le differenze che dividono questo prequel dalla serie principale "Fate Stay Night" e recensendo solo le ultime 12 puntate sarebbe difficile. Quindi, come ho già detto, in questa recensione voglio sottolineare le differenze che dividono questa serie da "Fate Stay Night". E' buono andare a notare le differenze che contraddistinguono l'un titolo dall'altro, nonostante la storia è la stessa, tra le due serie c'è un'enorme differenza.
Dopo un po' di tempo dalla visione di "Fate Stay Night" decido che è ora di andarmi a togliere tutti i dubbi che la prima serie ha lasciato in me, così come in tutti gli altri spettatori. Premetto che qualcosa forse dalla prima serie me la sono scordata, ma rivedendo "Fate/Zero" tutti gli avvenimenti più importanti della prima serie mi sono ritornati a mente.
Iniziamo dalle differenze con la prima serie e dai pregi di questa serie. Da "Fate/Zero" sono rimasto alquanto impressionato, sbalordito perché non credevo si distaccasse così tanto in positivo da "Fate Stay Night", da me promossa con un'eccellenza. Questo mi fa pensare che ho visto ancora poco, ebbene sì. "Fate/Zero", a mio giudizio, si distacca dalla prima serie per vari punti molto importanti, e su cui non si può chiudere un occhio. Il primo, quello che ritengo il più importante, è il character design, il carattere psicologico di ogni personaggio. Se in "Fate Stay Night" troviamo dei ragazzi che prendono il ruolo di master, in "Fate/Zero" ci sono adulti ben capaci di capire a quel che vanno incontro. In "Fate/Zero" infatti ci sono solo due ragazzi a prendere il ruolo di master: Waver, che però ha un ruolo perfetto in coppia con Rider (Alessandro Magno) e che all'inizio è un vigliacco piagnucolone, ma di cui vediamo un miglioramento nel corso della storia finché la coppia Waver-Rider non combacia perfettamente, impressionando gli spettatori puntata per puntata; Ryunosuke, ma con il character design ben definito, un pazzo assassino che a sua volta combacia perfettamente con il suo servant, Caster. Oltre a questi, sono tutti adulti.
Ovviamente troviamo character davvero interessanti: Kiritsugu e Kirei sono come i due protagonisti della storia che dopotutto gira intorno a loro. Il primo ha un carattere molto profondo, un senso della giustizia conscio che verrà poi spiegato attraverso un flashback della durata di due episodi. Per chiunque ha visto "Fate Stay Night" il carattere e l'atteggiamento del padre di Emiya è un po' una sorpresa. Il secondo fino alla fine si è "celato nell'ombra" non avendo un vero e proprio desiderio di quel che ne avrebbe fatto del Santo Graal, con atteggiamenti che attireranno l'interesse di Gilgamesh.
Adesso non mi metto a trarre il carattere di tutti i personaggi di questa serie, ma anche quello degli altri è molto interessante, anche se meno marchiato.
Un altro punto su cui possiamo distinguere questa serie da quella principale è l'interesse che riesce a farci prendere verso di lei. A differenza di "Fate Stay Night" che fino allo scontro con Bersker non mi ha entusiasmato parecchio molte volte facendomi annoiare, questa serie, nonostante nella "prima serie" di questo prequel non ci siano morti o scomparse e serva soprattutto a farti conoscere i personaggi, non ti annoia e ti emoziona fin da subito facendoti interessare alle coppie master-servant che con una profonda descrizione della durata di ben 12 episodi (l'altro episodio della prima serie è filler) riescono a farti avere un'impressione maggiore su di loro. Invece in "Fate Stay Night" i master e i loro servant comparivano e dopo alcune puntate erano già fuori.
Voglio soffermarmi su un altro punto per cui possiamo distinguere le due serie per poi valutare i pregi singoli di questa serie: i servant che vediamo in "Fate/Zero" danno più l'impressione del loro "ruolo" rispetto al "Fate Stay" Night. Assassin si immedesima nel ruolo di Assassino, e persino Caster nel ruolo di "mago malvagio" rispetto a Medusa della prima serie. Invece in Rider troviamo un personaggio simpaticone rispetto al Rider della prima serie, sempre zitta. Soltanto Berserker mi è piaciuto di più in "Fate Stay Night".
Sono contento che posso notare queste differenze positive che contraddistinguono il prequel dalla serie principale, perché secondo me un sequel o un prequel devono apportare un miglioramento, anche minimo, rispetto alla serie principale, sennò si va quasi sicuramente alla bocciatura. Infatti ammetto che se fosse stato realizzato prima "Fate/Zero" e poi "Fate Stay Night" al secondo avrei dato massimo 6.
Ok, adesso passo ai pregi della serie. Ovviamente la serie ci dà una risposta a tutti i dubbi che ci aveva lasciato "Fate Stay Night" in modo molto chiaro. Personalmente ho visto la serie in blu ray e sono rimasto davvero impressionato per l' animazione stupenda che ci fa emozionare sempre di più durante le battaglie e per gli effetti delle abilità delle armi eccelse di ogni servant. L'effetto attorno a Berserker è unico, sono rimasto davvero impressionato.
Di combattimenti, come in ogni serie, ce ne sono di mediocri ma anche ottimi: tra i mediocri possiamo inserire quello tra Saber e Rider (durato pochi minuti) o quello tra Saber e Berserker (pessimo); tra quelli ottimi possiamo sicuramente inserire il combattimento tra Arcer (Gilgamesh) e Rider, il combattimento più bello della serie.
Lo stile dei personaggi non è proprio un granché, tutti hanno lo stesso tipo di naso, ma non è nemmeno pessimo, è da sufficienza. Anche alle opening e alle ending do una sufficienza. Altro pregio della serie sono le immagini cruenti e violente, con Caster e il suo master che creano scompiglio nella città con pazzia e crudeltà.
Questo fa la serie più interessante, ma sconsiglio la visione a chi ne può risentire.
Però, attenzione, non trovo in "Fate/Zero" la perfezione, ma ci sono alcuni punti negativi sui quali per dare l'eccellenza alla serie ho dovuto chiudere ben tre occhi. Non mi dispiace, però, trovare punti negativi in questa serie, perché è assolutamente normale, fino ad adesso non ho visto serie "perfette" per meritarsi proprio il 10. Non do il 10 solo perché una serie è perfetta, proprio perché non ne esistono. Ogni serie ha la sua imperfezione. Persino "Death Note", mio anime preferito, dopo la morte di L cala di livello.
Una delle cose che mi ha fatto più dispiacere della serie è il sacrificio di Lancer, che poteva essere sicuramente uno dei servant più interessati di questa serie, ma che va incontro a una brutta fine, legata da un suicido per una magia di comando. Sono rimasto molto deluso da ciò. Se in "Fate Stay Night" l'autore sacrifica Archer contro Berserker, ma con una morte degna di nota e con onore, Lancer viene sacrificato per un motivo banalissimo e senza il rispetto per uno dei "tre cavalieri".
Altro punto negativo della serie è sicuramente la lentezza che si porta nella "seconda serie", lentezza che porterà a un finale molto accelerato.
Un'altra cosa e poi ho finito: in "Fate/Zero" è stato affermato che la guerra del Santo Graal avviene ogni sessantanni, perché poi è avvenuta dopo dieci anni? Non mi pare di ricordare che sia stato spiegato.
Infine concludo dicendo che "Fate/Zero" è un anime che può meritarsi un 10 nonostante qualche difetto che la serie si porta dietro, difetto che si poteva anche evitare. Non vado a cambiare il voto a "Fate Stay Night", che comunque mi lasciò sbalordito al suo tempo, ma questa serie merita molto di più il 10 rispetto alla prima. Questa serie è riuscita a farmi emozionare come ben poche e sicuramente sarà inserita tra le mie serie preferite e ovviamente la consiglio.
"Fate/Zero" è la prima delle due stagioni nella quale è stato suddiviso il prequel di "Fate/Stay Night". La serie racconta della terza guerra per il Santo Graal, ovvero dei fatti avvenuti nella guerra precedente a quella svoltasi in "Fate/Stay Night"; dovrebbe essere dunque un semplice completamento della scarsetta e scontata trama di questo, tuttavia si presenta come uno dei migliori e completi anime che io abbia mai visto, ma procediamo con ordine.
Il primo episodio - quasi della durata di un'ora - introduce i vari futuri master e le relazioni tra di loro, dando spiegazioni abbastanza esaurienti su alcune regole della guerra e sui servant che mancavano del tutto o erano state abbastanza trascurate in "Fate/Stay Night", mostrando anche i vari rituali e le reliquie utilizzate per evocare i servant - cosa inesistente nel precedente, dove i servant comparivano quasi a caso. Dopodiché la trama prende subito una piega inaspettata e sorprendente, mostrando uno pseudo-scontro (uso la parola pseudo perché una delle due parti è stata bellamente asfaltata dall'altra) tra due servant che porta alla sconfitta immediata di uno dei master più temuti per fama, ovvero Kotomine Kirei, costretto a recarsi presso la chiesa del padre - che è anche il supervisore di questa guerra - per chiedere asilo. Nel frattempo un'altra lotta inizia, vicino al porto: questa dapprima coinvolgerà solo due servant, ma in seguito arriveranno quasi tutti, in una battaglia epica e piena di cambi di fronte e di alleanze. Per tutta la prima parte possiamo assistere a questi scontri magnifici tra servant, ma anche quelli tra i vari master non scherzano. Il finale di questa prima serie lascia tutti gli spettatori a bocca aperta, visto che interrompe a metà il più grande ed epico scontro di tutta la serie.
La trama è dunque molto avvincente e ricca di epici combattimenti ed epici discorsi. Proprio così, quest'anime, che si presenta come uno shounen, è molto, ma molto di più di un semplice shounen. I discorsi dei servant e dei master sono molto pregnanti, filosofici, retorici e carichi di significato, non i soliti meri, vuoti e ripetitivi discorsi. Quest'anime fa riflettere molto e affascina con le scene d'azione, ma anche con la grafica mozzafiato e i personaggi così ben definiti e psicologicamente vari e profondi.
Parliamo proprio di questi, allora: i personaggi principali sono quattordici, ovvero le sette coppie master-servant, accompagnati da qualche personaggio secondario, quali Irisveel von Einzbern, Maia, alcuni membri della famiglia Matou, Tohasaka Rin e altri ancora. Tra questi è possibile distinguere una serie di personaggi ancora più principali, ovvero Kiritsugu (master di Saber), Saber, Kotomine Kirei, Archer, Rider e Welvet, master di quest'ultimo, che sono quelli più presenti e meglio caratterizzati tra tutti, anche se ciò non implica che gli altri abbiamo una debole caratterizzazione et similia. Essendo già così ben definiti pochi si evolvono nel corso della storia; la maggior parte dimostra solo le varie facce della propria personalità. Poi ovviamente ci sono personaggi che vengono poco curati e sono meno presenti, ma questo mi pare anche ovvio.
La colonna sonora è una delle più epiche che abbia mai sentito, soprattutto il tema delle battaglie ("The battle is to the Strong", per chi lo stesse cercando) e ti trasmette un senso di epicità e irrequietezza che ti fanno difficilmente staccare gli occhi dallo schermo e che esaltano lo spettatore - non nascondo che molte volte mi sono alzato dalla sedia perché fremevo dall'emozione nel vedere cotanta epicità concentrata in alcune scene o discorsi o personaggi. Dunque, per quel che riguarda il suono è molto coinvolgente e azzeccatissimo, anche l'opening e l'ending sono molto ben fatte.
Sull'animazione non c'è davvero nulla da dire, penso che sia seconda a ben pochi altri anime (forse addirittura a nessuno): prospettive realizzate in modo ottimale, una profondità scenica incredibile, sfondi e ambientazioni curate nei minimi particolari e mozzafiato, alcune sembrano addirittura vere. I personaggi sono molto ben definiti graficamente e anche diversificati tra loro; le varie armi eroiche e i Noble Phantasm sono realizzati in maniera a dir poco perfetta, così come le armature e le creature di Caster. Nella versione BluRay sembra quasi di trovarsi all'interno della scena, quasi meglio dell'effetto 3D. Penso sarà difficile superare quest'anime, soprattutto sotto quest'aspetto.
Commento personale: "Fate/Zero" è un anime che consiglio a tutti quanti vogliano vedere qualcosa di veramente bello, appassionante e profondo; lo sconsiglio invece a coloro che vogliono vedere le solite pappette pronte, trite e ritrite delle solite cose. Io il 10 lo darei solo a un anime e a un manga, ovvero il mio preferito in assoluto ("Death Note"), questo sarebbe più da 9,5, ma non essendoci il mezzo voto arrotondo per eccesso.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Eccoci arrivati alla fine del prequel di "Fate/Stay Night", dopo due serie, una da 13 e questa da 12 episodi, per un totale di 25 episodi.
La storia riprende da dove ci aveva lasciato la prima parte, ovvero il maxi-combattimento contro Caster, durante il quale tutti gli altri servant a parte Berserker si sono alleati temporaneamente per sconfiggere la super creatura da lui evocata e per impedirle di distruggere la città. Anche i master ce la mettono tutta, soprattutto Kiritsugu. Kirei è rimasto questa volta veramente senza servant, per cui non è presente nella battaglia.
L'essere sembra invincibile, ma una telefonata di Kiritsugu svela il tipo di Noble Phantasm di Saber, ovvero Anti-Fortezza, l'unico in grado di sconfiggere Caster in un colpo solo, evitando quindi l'ostacolo della sua rigenerazione quasi istantanea. Dopo la fine dello scontro assistiamo a lunghe e complesse discussioni tra Gilgamesh e Kirei, che parlano del suo desiderio, di quello che nemmeno lui conosce davvero, mentre Saber e Lancer decidono di scontrarsi in modo cavalleresco fino alla sconfitta di una delle due parti. Dopo una serie di vicende ci ritroviamo con soli due servant rimasti in vita e con l'apparizione del Santo Graal, che però non è proprio come ce lo si aspettava, e succede il finimondo.
Il finale si ricollega inevitabilmente all'inizio di "Fate/Stay Night".
Anche questa seconda parte è dunque molto avvincente e ricca di epici combattimenti e discorsi. Il suo filone da seinen continua anche qui, con vari discorsi che fanno riflettere molto sull'essere umano, sulla sua vera natura, sui desideri repressi e sconosciuti, sull'inconscio. Ordunque quest'anime fa riflettere molto e affascina con le scene d'azione, ma anche con la grafica mozzafiato e i personaggi così ben definiti e psicologicamente vari e profondi. I personaggi principali sono più o meno gli stessi della prima serie, fatta eccezione per Assassin, che è stato "brutalizzato" dal Noble Phantasm di Rider nella prima parte. Dunque le coppie master-servant sono solo più sei; Kirei però non rimane a guardare e accade una cosa che era in un certo senso prevedibile e di cui vengono lanciati vari messaggi allo spettatore durante tutto l'anime. Anche i personaggi secondari sono gli stessi: Irisveel von Einzbern, Maia, alcuni membri della famiglia Matou, Tohasaka Rin e altri ancora.
Il sonoro è bellissimo e molto coinvolgente e azzeccato, sottolinea l'epicità delle scene, quali i combattimenti e l'utilizzo dei vari Noble Phantasm.
Per quel che riguarda l'animazione vale quello che ho già detto per la precedente stagione: è una delle migliori che io abbia mai visto sia per colori sia per le luci, per effetti speciali e per prospettiva, punto abbastanza debole della grafica di "Fate/Stay Night".
Commento personale: questa seconda parte segue e conclude un anime che è iniziato in modo epico e finito in modo epico, con battaglie epiche, personaggi epici e discorsi e frasi epiche, musiche epiche, animazioni epiche e poteri epici. Insomma, è un concentrato di epicità pura al 99%. Qualche imperfezione la presenta, ma è difficilissimo trovare anime senza. Dunque si merita un bel 10 complessivo, anche se, come ho detto sopra, non pienamente raggiunto, ma voglio premiare questo bellissimo anime che mi ha fatto vivere un sacco di emozioni. Consigliatissimo.
Il primo episodio - quasi della durata di un'ora - introduce i vari futuri master e le relazioni tra di loro, dando spiegazioni abbastanza esaurienti su alcune regole della guerra e sui servant che mancavano del tutto o erano state abbastanza trascurate in "Fate/Stay Night", mostrando anche i vari rituali e le reliquie utilizzate per evocare i servant - cosa inesistente nel precedente, dove i servant comparivano quasi a caso. Dopodiché la trama prende subito una piega inaspettata e sorprendente, mostrando uno pseudo-scontro (uso la parola pseudo perché una delle due parti è stata bellamente asfaltata dall'altra) tra due servant che porta alla sconfitta immediata di uno dei master più temuti per fama, ovvero Kotomine Kirei, costretto a recarsi presso la chiesa del padre - che è anche il supervisore di questa guerra - per chiedere asilo. Nel frattempo un'altra lotta inizia, vicino al porto: questa dapprima coinvolgerà solo due servant, ma in seguito arriveranno quasi tutti, in una battaglia epica e piena di cambi di fronte e di alleanze. Per tutta la prima parte possiamo assistere a questi scontri magnifici tra servant, ma anche quelli tra i vari master non scherzano. Il finale di questa prima serie lascia tutti gli spettatori a bocca aperta, visto che interrompe a metà il più grande ed epico scontro di tutta la serie.
La trama è dunque molto avvincente e ricca di epici combattimenti ed epici discorsi. Proprio così, quest'anime, che si presenta come uno shounen, è molto, ma molto di più di un semplice shounen. I discorsi dei servant e dei master sono molto pregnanti, filosofici, retorici e carichi di significato, non i soliti meri, vuoti e ripetitivi discorsi. Quest'anime fa riflettere molto e affascina con le scene d'azione, ma anche con la grafica mozzafiato e i personaggi così ben definiti e psicologicamente vari e profondi.
Parliamo proprio di questi, allora: i personaggi principali sono quattordici, ovvero le sette coppie master-servant, accompagnati da qualche personaggio secondario, quali Irisveel von Einzbern, Maia, alcuni membri della famiglia Matou, Tohasaka Rin e altri ancora. Tra questi è possibile distinguere una serie di personaggi ancora più principali, ovvero Kiritsugu (master di Saber), Saber, Kotomine Kirei, Archer, Rider e Welvet, master di quest'ultimo, che sono quelli più presenti e meglio caratterizzati tra tutti, anche se ciò non implica che gli altri abbiamo una debole caratterizzazione et similia. Essendo già così ben definiti pochi si evolvono nel corso della storia; la maggior parte dimostra solo le varie facce della propria personalità. Poi ovviamente ci sono personaggi che vengono poco curati e sono meno presenti, ma questo mi pare anche ovvio.
La colonna sonora è una delle più epiche che abbia mai sentito, soprattutto il tema delle battaglie ("The battle is to the Strong", per chi lo stesse cercando) e ti trasmette un senso di epicità e irrequietezza che ti fanno difficilmente staccare gli occhi dallo schermo e che esaltano lo spettatore - non nascondo che molte volte mi sono alzato dalla sedia perché fremevo dall'emozione nel vedere cotanta epicità concentrata in alcune scene o discorsi o personaggi. Dunque, per quel che riguarda il suono è molto coinvolgente e azzeccatissimo, anche l'opening e l'ending sono molto ben fatte.
Sull'animazione non c'è davvero nulla da dire, penso che sia seconda a ben pochi altri anime (forse addirittura a nessuno): prospettive realizzate in modo ottimale, una profondità scenica incredibile, sfondi e ambientazioni curate nei minimi particolari e mozzafiato, alcune sembrano addirittura vere. I personaggi sono molto ben definiti graficamente e anche diversificati tra loro; le varie armi eroiche e i Noble Phantasm sono realizzati in maniera a dir poco perfetta, così come le armature e le creature di Caster. Nella versione BluRay sembra quasi di trovarsi all'interno della scena, quasi meglio dell'effetto 3D. Penso sarà difficile superare quest'anime, soprattutto sotto quest'aspetto.
Commento personale: "Fate/Zero" è un anime che consiglio a tutti quanti vogliano vedere qualcosa di veramente bello, appassionante e profondo; lo sconsiglio invece a coloro che vogliono vedere le solite pappette pronte, trite e ritrite delle solite cose. Io il 10 lo darei solo a un anime e a un manga, ovvero il mio preferito in assoluto ("Death Note"), questo sarebbe più da 9,5, ma non essendoci il mezzo voto arrotondo per eccesso.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Eccoci arrivati alla fine del prequel di "Fate/Stay Night", dopo due serie, una da 13 e questa da 12 episodi, per un totale di 25 episodi.
La storia riprende da dove ci aveva lasciato la prima parte, ovvero il maxi-combattimento contro Caster, durante il quale tutti gli altri servant a parte Berserker si sono alleati temporaneamente per sconfiggere la super creatura da lui evocata e per impedirle di distruggere la città. Anche i master ce la mettono tutta, soprattutto Kiritsugu. Kirei è rimasto questa volta veramente senza servant, per cui non è presente nella battaglia.
L'essere sembra invincibile, ma una telefonata di Kiritsugu svela il tipo di Noble Phantasm di Saber, ovvero Anti-Fortezza, l'unico in grado di sconfiggere Caster in un colpo solo, evitando quindi l'ostacolo della sua rigenerazione quasi istantanea. Dopo la fine dello scontro assistiamo a lunghe e complesse discussioni tra Gilgamesh e Kirei, che parlano del suo desiderio, di quello che nemmeno lui conosce davvero, mentre Saber e Lancer decidono di scontrarsi in modo cavalleresco fino alla sconfitta di una delle due parti. Dopo una serie di vicende ci ritroviamo con soli due servant rimasti in vita e con l'apparizione del Santo Graal, che però non è proprio come ce lo si aspettava, e succede il finimondo.
Il finale si ricollega inevitabilmente all'inizio di "Fate/Stay Night".
Anche questa seconda parte è dunque molto avvincente e ricca di epici combattimenti e discorsi. Il suo filone da seinen continua anche qui, con vari discorsi che fanno riflettere molto sull'essere umano, sulla sua vera natura, sui desideri repressi e sconosciuti, sull'inconscio. Ordunque quest'anime fa riflettere molto e affascina con le scene d'azione, ma anche con la grafica mozzafiato e i personaggi così ben definiti e psicologicamente vari e profondi. I personaggi principali sono più o meno gli stessi della prima serie, fatta eccezione per Assassin, che è stato "brutalizzato" dal Noble Phantasm di Rider nella prima parte. Dunque le coppie master-servant sono solo più sei; Kirei però non rimane a guardare e accade una cosa che era in un certo senso prevedibile e di cui vengono lanciati vari messaggi allo spettatore durante tutto l'anime. Anche i personaggi secondari sono gli stessi: Irisveel von Einzbern, Maia, alcuni membri della famiglia Matou, Tohasaka Rin e altri ancora.
Il sonoro è bellissimo e molto coinvolgente e azzeccato, sottolinea l'epicità delle scene, quali i combattimenti e l'utilizzo dei vari Noble Phantasm.
Per quel che riguarda l'animazione vale quello che ho già detto per la precedente stagione: è una delle migliori che io abbia mai visto sia per colori sia per le luci, per effetti speciali e per prospettiva, punto abbastanza debole della grafica di "Fate/Stay Night".
Commento personale: questa seconda parte segue e conclude un anime che è iniziato in modo epico e finito in modo epico, con battaglie epiche, personaggi epici e discorsi e frasi epiche, musiche epiche, animazioni epiche e poteri epici. Insomma, è un concentrato di epicità pura al 99%. Qualche imperfezione la presenta, ma è difficilissimo trovare anime senza. Dunque si merita un bel 10 complessivo, anche se, come ho detto sopra, non pienamente raggiunto, ma voglio premiare questo bellissimo anime che mi ha fatto vivere un sacco di emozioni. Consigliatissimo.
Sarà che non avendo giocato le visual novel non posso comprendere appieno il contesto e le scelte di alcuni personaggi, sarà che il fansub con cui ho guardato le puntate aveva delle basi inglesi fatte con i piedi, sarà che semplicemente sono rintronato e non l'ho capito, ma a me questo "Fate/Zero" non è piaciuto poi tanto.
Le premesse sono le stesse di "Fate/Stay Night", il fulcro delle vicende è sempre la guerra per il Graal, ma si capisce fin da subito che il nuovo studio ha deciso di prendere una strada diversa per la messa in scena, ritagliando a tutti i personaggi il proprio spazio nella vicenda e soffermandosi sui loro discorsi e sulla loro caratterizzazione. Quindi la crescita dei personaggi e lo sviluppo delle loro relazioni diventano centrali e non mancheranno momenti d'introspezione. "Bene", mi sono detto. Ma l'entusiasmo iniziale, purtroppo, è andato via via scemando mentre mi rendevo conto che molti dei personaggi risultavano essere caratterialmente inconsistenti e immobili nel loro percorso di crescita. Non che siano tutti privi di sviluppo, ci mancherebbe; alcuni di loro sono portati avanti abbastanza bene, altri non si schiodano minimamente dalla loro personalità, mentre altri ancora vengono fatti "crescere" con un metodo un po' furbetto che definirei "botta di vita": encefalogramma piatto fino al massaggio cardiaco e poi bam!, l'onda sul monitor sale al picco e improvvisamente ci si trova davanti un altro personaggio. Puro effetto scenico. Allo stesso modo, e probabilmente con lo stesso fine, alcuni personaggi sono stati eccessivamente calcati, risultando in un retrogusto di fanservice che in un anime con pretese di profondità come questo mi sembra in parte una mancanza di rispetto verso l'intelligenza dello spettatore.
I membri del cast che mi hanno convinto di meno sono sicuramente gli antagonisti, in particolar modo la coppia principale. Da un lato del ring abbiamo due psicolabili che fanno mattanza di bambini perché credono sia veramente "cool" (?!); dall'altro un prete inespressivo, che esce a scatto dall'apatia quando capisce che non capisce il perché delle sue azioni (!), per poi dedicarsi alle cattiverie più gratuite. Poi ci sono nonno Matou e la piccola Sakura. Il primo incarna la macchietta capace di sola malvagità, monodimensionale al massimo, mentre la seconda per gran parte dell'anime viene lasciata in disparte per poi rifare la sua comparsa nel finale. Non posso parlarne liberamente senza cadere in spoiler pesanti, quindi dirò soltanto che la conclusione della sua vicenda mi ha lasciato veramente l'amaro in bocca: senza capo né coda. Stesso discorso per Kariya: trovo che alcune sue azioni siano totalmente incoerenti con la caratterizzazione del personaggio e il suo sviluppo nel corso dell'anime. Assassin e Tohsaka, poi, mi hanno colpito così poco che quasi dimenticavo di citarli. Personalmente trovo i personaggi elencati fino ad adesso alquanto piatti e inverosimili, ma mi rendo conto che a molte persone sono piaciuti, quindi mi limito a dire "non è la mia tazza di tè, ma potrebbe essere la vostra". Nonostante tutto, qualche personaggio che è piaciuto anche a me c'è stato, come per esempio la coppia Rider/Waver e quasi tutto il cast femminile dell'anime.
Comunque, superate le delusioni, alcuni momenti di quasi-drop e le maledizioni virtuali ai personaggi, sono arrivato alla fine dell'anime, momento in cui la storia si ricollega all'inizio del sequel senza troppe forzature, non dando però un senso di completezza alla serie di per sé. Le musiche mi sono sembrate nella media e non mi sono rimaste impresse, il ritmo della trama è buono, ma ogni tanto indugia su discorsi infiniti di dubbia utilità (anche se alcuni mi sono piaciuti, soprattutto nella prima parte: per esempio quello del ritrovo dei re e il confronto della loro idea di sovrano). Non c'è nessun colpo di scena da far cadere la mascella e combattimenti un po' deludenti, anche se risulta essere il male minore, essendo palesato da subito che non sono il fuoco della serie. Il mio voto ai contenuti è 6, che si alza leggermente grazie al buon lavoro fatto per unire i puntini della mitologia Fate e alla realizzazione tecnica, ottima in certi casi e buona in altri. Non riesco a dare un voto più alto, le aspettative erano tante e, complice la mia ignoranza in materia di "nasuverse", mi sono ritrovato a non gradire la serie quanto avrei sperato.
Insomma, per gustarsi veramente quest'anime, o si scende a piccoli compromessi oppure bisogna avere ben presenti i vari rimandi alle serie e al resto della mitologia. Mi sento di consigliarlo a chi ha l'occhio rivolto alla resa visiva e ai fan dell'universo Type/Moon, soprattutto i più informati, che probabilmente lo apprezzeranno molto, sicuramente più di quanto ho potuto fare io. Per me, a conti fatti, tre quarti di delusione.
Le premesse sono le stesse di "Fate/Stay Night", il fulcro delle vicende è sempre la guerra per il Graal, ma si capisce fin da subito che il nuovo studio ha deciso di prendere una strada diversa per la messa in scena, ritagliando a tutti i personaggi il proprio spazio nella vicenda e soffermandosi sui loro discorsi e sulla loro caratterizzazione. Quindi la crescita dei personaggi e lo sviluppo delle loro relazioni diventano centrali e non mancheranno momenti d'introspezione. "Bene", mi sono detto. Ma l'entusiasmo iniziale, purtroppo, è andato via via scemando mentre mi rendevo conto che molti dei personaggi risultavano essere caratterialmente inconsistenti e immobili nel loro percorso di crescita. Non che siano tutti privi di sviluppo, ci mancherebbe; alcuni di loro sono portati avanti abbastanza bene, altri non si schiodano minimamente dalla loro personalità, mentre altri ancora vengono fatti "crescere" con un metodo un po' furbetto che definirei "botta di vita": encefalogramma piatto fino al massaggio cardiaco e poi bam!, l'onda sul monitor sale al picco e improvvisamente ci si trova davanti un altro personaggio. Puro effetto scenico. Allo stesso modo, e probabilmente con lo stesso fine, alcuni personaggi sono stati eccessivamente calcati, risultando in un retrogusto di fanservice che in un anime con pretese di profondità come questo mi sembra in parte una mancanza di rispetto verso l'intelligenza dello spettatore.
I membri del cast che mi hanno convinto di meno sono sicuramente gli antagonisti, in particolar modo la coppia principale. Da un lato del ring abbiamo due psicolabili che fanno mattanza di bambini perché credono sia veramente "cool" (?!); dall'altro un prete inespressivo, che esce a scatto dall'apatia quando capisce che non capisce il perché delle sue azioni (!), per poi dedicarsi alle cattiverie più gratuite. Poi ci sono nonno Matou e la piccola Sakura. Il primo incarna la macchietta capace di sola malvagità, monodimensionale al massimo, mentre la seconda per gran parte dell'anime viene lasciata in disparte per poi rifare la sua comparsa nel finale. Non posso parlarne liberamente senza cadere in spoiler pesanti, quindi dirò soltanto che la conclusione della sua vicenda mi ha lasciato veramente l'amaro in bocca: senza capo né coda. Stesso discorso per Kariya: trovo che alcune sue azioni siano totalmente incoerenti con la caratterizzazione del personaggio e il suo sviluppo nel corso dell'anime. Assassin e Tohsaka, poi, mi hanno colpito così poco che quasi dimenticavo di citarli. Personalmente trovo i personaggi elencati fino ad adesso alquanto piatti e inverosimili, ma mi rendo conto che a molte persone sono piaciuti, quindi mi limito a dire "non è la mia tazza di tè, ma potrebbe essere la vostra". Nonostante tutto, qualche personaggio che è piaciuto anche a me c'è stato, come per esempio la coppia Rider/Waver e quasi tutto il cast femminile dell'anime.
Comunque, superate le delusioni, alcuni momenti di quasi-drop e le maledizioni virtuali ai personaggi, sono arrivato alla fine dell'anime, momento in cui la storia si ricollega all'inizio del sequel senza troppe forzature, non dando però un senso di completezza alla serie di per sé. Le musiche mi sono sembrate nella media e non mi sono rimaste impresse, il ritmo della trama è buono, ma ogni tanto indugia su discorsi infiniti di dubbia utilità (anche se alcuni mi sono piaciuti, soprattutto nella prima parte: per esempio quello del ritrovo dei re e il confronto della loro idea di sovrano). Non c'è nessun colpo di scena da far cadere la mascella e combattimenti un po' deludenti, anche se risulta essere il male minore, essendo palesato da subito che non sono il fuoco della serie. Il mio voto ai contenuti è 6, che si alza leggermente grazie al buon lavoro fatto per unire i puntini della mitologia Fate e alla realizzazione tecnica, ottima in certi casi e buona in altri. Non riesco a dare un voto più alto, le aspettative erano tante e, complice la mia ignoranza in materia di "nasuverse", mi sono ritrovato a non gradire la serie quanto avrei sperato.
Insomma, per gustarsi veramente quest'anime, o si scende a piccoli compromessi oppure bisogna avere ben presenti i vari rimandi alle serie e al resto della mitologia. Mi sento di consigliarlo a chi ha l'occhio rivolto alla resa visiva e ai fan dell'universo Type/Moon, soprattutto i più informati, che probabilmente lo apprezzeranno molto, sicuramente più di quanto ho potuto fare io. Per me, a conti fatti, tre quarti di delusione.
Epico, straodinario, interessante, profondo: sicuramente non ci sono altre parole per poter parlare di "Fate/Zero". Questo è il famoso prequel di "Fate Stay/Night". Molti mi avevano consigliato di vedere il Zero prima dello Stay Night, ma sarebbe stato un grossissimo errore. In effetti è troppo difficile per chi non ha guardato la prima serie capire i personaggi e la storia. Infatti della guerra del Graal viene spiegato poco e niente e dei vari personaggi non si capisce chi è il vero protagonista principale. Si tratterebbe Emia con superficialità non capendo il grosso personaggio che c'è.
Dovremmo essere 10 anni prima dello Stay Night. Anche per quest'occasione sta per iniziare la famosa guerra del Graal capeggiata da sette maghi che si lotteranno per ottenere il calice da cui bevve Cristo (ma anche no... riferimento necessario per chi ha visto lo Stay Night). Ovviamente anche in quest'occasione, anche se già si sapeva, la coppia master servant principale sono Emia e Arturia. La cosa avvincente di questo prequel comunque sono le storie che si vengono a creare tra i servant. Soprattutto in questa prima parte sarà interessante vedere le alleanze tra Saber, Lancer, Rider, ecc.
Altro personaggio fondamentale è Kirei. Il prete cattivo della seconda serie ci viene mostrato per come, più o meno, si autodefiniva nello Stay Night.
La serie non è incentrata sui combattimenti, che comunque non mancano. I fulcri principali sono la serietà e la comunicazione al pubblico di temi. Se nello Stay Night il tema principale era il sacrificio, quelli di questa serie sono l'amore e la fedeltà. Inutile girarci attorno: Iri, Maya e Saber sono il fulcro della storia e ostentano questi temi. Emia ovviamente, nonostante la sua freddezza, è un personaggio epico e triste. Qualcosa di strano lo circonda e purtroppo non si è capito ancora cosa.
La caratterizzazione dei personaggi è semplicemente sublime. Rider è il personaggio migliore: divertente, profondo e fenomenale. Mi soffermo un po' su di lui: non è un cavaliere e non ha un codice cavalleresco (a differenza di Saber e Lancer che sono certe volte pedanti), ma lui è l'emblema del re asiatico, incline al piacere, leader e gestore di tutte le situazioni e, soprattutto, serio quando serve. Probabilmente è lui il servant più importante di questa prima serie. Ci viene mostrato come si comporterebbe un personaggio della storia antica se venisse catapultato nella nostra società. Quest'ultima cosa è completamente mancata in Stay Night, il che è un peccato visto che Zero è molto più vicino alla realtà e alla logica.
Sto osannando lo Zero, ma non posso permettermi di dare un voto maggiore a 9; questo perché la poca presenza di combattimenti me lo impone. Gli unici presenti ovviamente sono epici (Berserker vs Gilgamesh è stato fenomenale), però in una serie del genere mi aspetto una combo di profondità e combattimenti, com'è avvenuto in Stay Night. Da questa parte abbiamo assistito solo alla perdita di un servant e ovviamente su sette è una cosa incredibile.
Tecnicamente siamo a un livello stupendo. Adoro i disegni e i colori. Gli occhi di Gilgamesh sono stupendi, soprattutto le scene di miosi e midriasi mentre beve il vino mi hanno lasciato stupito e shockato, così come la scena di combattimento tra Emia e El-Melloi Archibald: tecnicamente la fine e lo scoppio del sangue sono fatti in modo sublime.
Consigliata a tutti come serie; chi ha visto lo Stay Night non può perdersela!
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Emozionante, epico, sconvolgente, intrigante, interessante, stupendo: non c'è altro modo per definire "Fate Zero seconda stagione". Nella prima parte criticavo l'assenza di combattimenti, ma ero speranzoso che in questa seconda parte il tutto fosse più accentuato e la storia si sarebbe sviluppata attaccandosi perfettamente allo Stay Night. Beh, questo succede e non c'è miglior godimento nel vedere un autore che dà ciò che uno spettatore si aspetta. C'è da dire che il livello in questa seconda parte si mantiene sempre elevato e questo contribuisce a una super valutazione.
La prima parte si era conclusa con Caster (per me Igor, è uguale!) che era, diciamo, mezzo impazzito e aveva creato un super mostro. In quell'occasione Lancer, Rider e Saber avevano formato un'alleanza per sconfiggere il folle Barbablù. Ovviamente Saber riuscirà nell'intento e da quest'evento cominceranno tutti gli scontri che ci porteranno a quello finale tra Gilgamesh e Saber (ovviamente questo non è uno spoiler in quanto lo si sa dallo Stay Night che l'ultimo è stato tra i due).
Bisogna osservare che questa parte di storia non vede più protagonisti Iri, Saber, Waver e Rider, ma i fulcri saranno Kiritsugu e Kirei.
Chi vincerà? Beh, anche questo si sa dalla serie principale, la cosa bella è vedere tutte le ragioni che hanno portato al grande incendio.
Fondamentalmente ci sono tre cose che mi hanno particolarmente colpito. Innanzitutto l'epicità della storia. L'inserire tanti eroi e farli scontrare già l'avevo apprezzato nella prima serie, ma stavolta è stato molto più bello. Gilles de Rais, Alessandro Magno, Diarmuidd, Gilgamesh, Arturia e gli altri due (di cui non dirò niente perché Berseker è stato un po' shock e Assasin è irrilevante ai fini della storia), vederli scontrare è stato molto affascinante perché sono la risposta alle solite domande che uno si può fare mentre studia storia, o traduce versioni: "Chissà in uno scontro frontale tra Alessandro Magno e Cesare chi ne esce vincitore". Personalmente domande del genere io me le facevo da tempo e vedere scontri improbabili in un anime lo ha reso molto affascinante.
Altra cosa che ho amato è stata la caratterizzazione dei personaggi. L'autore si è soffermato su questo punto. Addirittura a Kiritsugu dedica due episodi-flashback per farci capire il suo punto di vista. Kirei però risulta il personaggio più interessante e con maggiore evoluzione; attira l'interesse di Gilgamesh già dalla prima parte di questa serie. Un po' scartata è stata Saber. In fondo non occorreva sottolineare di più il suo punto di vista, poiché già ci pensa lo Stay Night a metterla molto in mostra. La coppia più bella invece risulta essere Waver-Rider: i due sono divertenti e creano un rapporto di amicizia invidiato da tutti.
Lo scontro Gilgamesh-Rider mi ha fatto uscire la lacrimuccia.
Altri fattori da non sottovalutare sono il disegno e una grafica bellissima e degna di nota. La parte del Graal è fatta troppo bene, come è fatta magnificamente Excalibur. Anche la CG è degna di nota. Si vede che questo è un lavoro recente.
Come sottolineavo nella recensione della prima parte della serie, i temi sono molto sviluppati. Ma qui l'autore pondera combattimenti con messaggi. Ovviamente per questo essa si merita questo bel 10!
Consigliata a tutti. A mio avviso è troppo bella.
Dovremmo essere 10 anni prima dello Stay Night. Anche per quest'occasione sta per iniziare la famosa guerra del Graal capeggiata da sette maghi che si lotteranno per ottenere il calice da cui bevve Cristo (ma anche no... riferimento necessario per chi ha visto lo Stay Night). Ovviamente anche in quest'occasione, anche se già si sapeva, la coppia master servant principale sono Emia e Arturia. La cosa avvincente di questo prequel comunque sono le storie che si vengono a creare tra i servant. Soprattutto in questa prima parte sarà interessante vedere le alleanze tra Saber, Lancer, Rider, ecc.
Altro personaggio fondamentale è Kirei. Il prete cattivo della seconda serie ci viene mostrato per come, più o meno, si autodefiniva nello Stay Night.
La serie non è incentrata sui combattimenti, che comunque non mancano. I fulcri principali sono la serietà e la comunicazione al pubblico di temi. Se nello Stay Night il tema principale era il sacrificio, quelli di questa serie sono l'amore e la fedeltà. Inutile girarci attorno: Iri, Maya e Saber sono il fulcro della storia e ostentano questi temi. Emia ovviamente, nonostante la sua freddezza, è un personaggio epico e triste. Qualcosa di strano lo circonda e purtroppo non si è capito ancora cosa.
La caratterizzazione dei personaggi è semplicemente sublime. Rider è il personaggio migliore: divertente, profondo e fenomenale. Mi soffermo un po' su di lui: non è un cavaliere e non ha un codice cavalleresco (a differenza di Saber e Lancer che sono certe volte pedanti), ma lui è l'emblema del re asiatico, incline al piacere, leader e gestore di tutte le situazioni e, soprattutto, serio quando serve. Probabilmente è lui il servant più importante di questa prima serie. Ci viene mostrato come si comporterebbe un personaggio della storia antica se venisse catapultato nella nostra società. Quest'ultima cosa è completamente mancata in Stay Night, il che è un peccato visto che Zero è molto più vicino alla realtà e alla logica.
Sto osannando lo Zero, ma non posso permettermi di dare un voto maggiore a 9; questo perché la poca presenza di combattimenti me lo impone. Gli unici presenti ovviamente sono epici (Berserker vs Gilgamesh è stato fenomenale), però in una serie del genere mi aspetto una combo di profondità e combattimenti, com'è avvenuto in Stay Night. Da questa parte abbiamo assistito solo alla perdita di un servant e ovviamente su sette è una cosa incredibile.
Tecnicamente siamo a un livello stupendo. Adoro i disegni e i colori. Gli occhi di Gilgamesh sono stupendi, soprattutto le scene di miosi e midriasi mentre beve il vino mi hanno lasciato stupito e shockato, così come la scena di combattimento tra Emia e El-Melloi Archibald: tecnicamente la fine e lo scoppio del sangue sono fatti in modo sublime.
Consigliata a tutti come serie; chi ha visto lo Stay Night non può perdersela!
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Emozionante, epico, sconvolgente, intrigante, interessante, stupendo: non c'è altro modo per definire "Fate Zero seconda stagione". Nella prima parte criticavo l'assenza di combattimenti, ma ero speranzoso che in questa seconda parte il tutto fosse più accentuato e la storia si sarebbe sviluppata attaccandosi perfettamente allo Stay Night. Beh, questo succede e non c'è miglior godimento nel vedere un autore che dà ciò che uno spettatore si aspetta. C'è da dire che il livello in questa seconda parte si mantiene sempre elevato e questo contribuisce a una super valutazione.
La prima parte si era conclusa con Caster (per me Igor, è uguale!) che era, diciamo, mezzo impazzito e aveva creato un super mostro. In quell'occasione Lancer, Rider e Saber avevano formato un'alleanza per sconfiggere il folle Barbablù. Ovviamente Saber riuscirà nell'intento e da quest'evento cominceranno tutti gli scontri che ci porteranno a quello finale tra Gilgamesh e Saber (ovviamente questo non è uno spoiler in quanto lo si sa dallo Stay Night che l'ultimo è stato tra i due).
Bisogna osservare che questa parte di storia non vede più protagonisti Iri, Saber, Waver e Rider, ma i fulcri saranno Kiritsugu e Kirei.
Chi vincerà? Beh, anche questo si sa dalla serie principale, la cosa bella è vedere tutte le ragioni che hanno portato al grande incendio.
Fondamentalmente ci sono tre cose che mi hanno particolarmente colpito. Innanzitutto l'epicità della storia. L'inserire tanti eroi e farli scontrare già l'avevo apprezzato nella prima serie, ma stavolta è stato molto più bello. Gilles de Rais, Alessandro Magno, Diarmuidd, Gilgamesh, Arturia e gli altri due (di cui non dirò niente perché Berseker è stato un po' shock e Assasin è irrilevante ai fini della storia), vederli scontrare è stato molto affascinante perché sono la risposta alle solite domande che uno si può fare mentre studia storia, o traduce versioni: "Chissà in uno scontro frontale tra Alessandro Magno e Cesare chi ne esce vincitore". Personalmente domande del genere io me le facevo da tempo e vedere scontri improbabili in un anime lo ha reso molto affascinante.
Altra cosa che ho amato è stata la caratterizzazione dei personaggi. L'autore si è soffermato su questo punto. Addirittura a Kiritsugu dedica due episodi-flashback per farci capire il suo punto di vista. Kirei però risulta il personaggio più interessante e con maggiore evoluzione; attira l'interesse di Gilgamesh già dalla prima parte di questa serie. Un po' scartata è stata Saber. In fondo non occorreva sottolineare di più il suo punto di vista, poiché già ci pensa lo Stay Night a metterla molto in mostra. La coppia più bella invece risulta essere Waver-Rider: i due sono divertenti e creano un rapporto di amicizia invidiato da tutti.
Lo scontro Gilgamesh-Rider mi ha fatto uscire la lacrimuccia.
Altri fattori da non sottovalutare sono il disegno e una grafica bellissima e degna di nota. La parte del Graal è fatta troppo bene, come è fatta magnificamente Excalibur. Anche la CG è degna di nota. Si vede che questo è un lavoro recente.
Come sottolineavo nella recensione della prima parte della serie, i temi sono molto sviluppati. Ma qui l'autore pondera combattimenti con messaggi. Ovviamente per questo essa si merita questo bel 10!
Consigliata a tutti. A mio avviso è troppo bella.
"Fate/Zero" (2012), a mio giudizio, vuole sviluppare e rendere più serio ciò che in "Fate/Stay Night" era accennato, quasi come se ci si fosse resi conto che alla precedente serie mancasse qualcosa, forse la profondità prospettica. Credo che si volesse fare crescere il prodotto. Personalmente penso non vi si riesca. Sicuramente in questa serie i personaggi sono meglio sviluppati, specialmente i servant e coloro che dovrebbero servire, almeno quelli che non vengono rapidamente fatti sparire. Non so dire con precisione cosa mi abbia infastidito, presumo sia il fatto che sia questo un sequel e non esso l'anime principale. In sé, se questo fosse l'anime principale, avrebbe un senso e l'avrei giudicato valido, con personaggi abbastanza ben sviluppati e approfonditi. La storia viene spezzata un paio di volte con approfondimenti che lì per lì increspano la fluidità del racconto, come, giustamente, accennato da una precedente recensione. La grafica è buona ma un po' spigolosa com'è di moda oggi. Il voto da me datogli rispecchia la sensazione complessiva lasciatami.
A differenza di molti non ho visto "Fate/Stay Night"; tuttavia, avendo sentito parlare di questa saga come di una delle migliori serie d'azione degli ultimi tempi, e avendo sentito dire ottime cose anche dei suo prequel "Fate/Zero", ho deciso di visionarlo, con delle aspettative molto alte. Aspettative che sono state rafforzate dall'aspetto grafico dell'anime, che è sicuramente ottimo. Purtroppo però la visione si è rivelata in buona parte una delusione, visto che le cose che io reputo più importanti, ovvero storia e personaggi, lasciano molto a desiderare.
La storia è debole: sette eroi leggendari si devono affrontare in una guerra per il santo Graal, che può esaudire il desiderio dei loro Master. La trama andrebbe benissimo per un prodotto per bambini/ragazzi: il problema è che "Fate/Zero" si atteggia a seinen. In questo fallisce completamente e miseramente: per essere un seinen non basta aggiungere un po' di scene splatter, inserire dei personaggi sadici senza un perché e fare morire un sacco di gente, né basta infarcire il tutto con gran discorsi pseudo filosofici.
"Fate/Zero" non è un anime serio, è un anime serioso, che vuole fare il passo più lungo della gamba. È assurdo pretendere di essere un anime tragico/drammatico in un contesto da gioco di ruolo con personaggi assolutamente inverosimili: segnalo un Alessandro Magno culturista bonaccione, re Artù che è in realtà una giovane pulzella, cattivi così insensati da essere caricaturali come Caster e il suo Master, "figoni" cinici e bastardi ma con un triste passato e un grande sogno come Kiritsugu, psicologicamente del tutto inconsistente. Insensato è anche il gran cattivo di turno, il prete Kirei Kotomine, le cui motivazioni non sono chiare neppure a lui stesso (ideona per giustificare l'ingiustificabile?).
Al grande cast di personaggi, in buona parte classificabili nelle categorie di pessimi, ridicoli, scontati e insignificanti, si somma una regia che punta molto di più su dialoghi con pretese di profondità che sull'azione: questo vuol dire che le poche scene d'azione (che sarebbero fatte bene altrimenti) vengono interrotte sul più bello da "spiegoni" assurdi, perdite di tempo e interruzioni varie che vanno a distruggere completamente l'effetto. Accidenti, non voglio uno spiegone che mi interrompe a metà il colpo migliore di Saber! Queste cose sono imperdonabili.
Tuttavia le musiche, le animazione e il chara design di altissimo livello mi rendono impossibile assegnare un voto basso. Anche perché c'è qualche personaggio che si salva: Rider e il suo master, Irisviel, Maiya, Rin. Tuttavia "Fate/Zero" rimane un'occasione sprecata: con il grandissimo budget e talento a disposizione si poteva realizzare una grande serie d'azione ed è stato tutto buttato via puntando su discorsi e personaggi non all'altezza.
La storia è debole: sette eroi leggendari si devono affrontare in una guerra per il santo Graal, che può esaudire il desiderio dei loro Master. La trama andrebbe benissimo per un prodotto per bambini/ragazzi: il problema è che "Fate/Zero" si atteggia a seinen. In questo fallisce completamente e miseramente: per essere un seinen non basta aggiungere un po' di scene splatter, inserire dei personaggi sadici senza un perché e fare morire un sacco di gente, né basta infarcire il tutto con gran discorsi pseudo filosofici.
"Fate/Zero" non è un anime serio, è un anime serioso, che vuole fare il passo più lungo della gamba. È assurdo pretendere di essere un anime tragico/drammatico in un contesto da gioco di ruolo con personaggi assolutamente inverosimili: segnalo un Alessandro Magno culturista bonaccione, re Artù che è in realtà una giovane pulzella, cattivi così insensati da essere caricaturali come Caster e il suo Master, "figoni" cinici e bastardi ma con un triste passato e un grande sogno come Kiritsugu, psicologicamente del tutto inconsistente. Insensato è anche il gran cattivo di turno, il prete Kirei Kotomine, le cui motivazioni non sono chiare neppure a lui stesso (ideona per giustificare l'ingiustificabile?).
Al grande cast di personaggi, in buona parte classificabili nelle categorie di pessimi, ridicoli, scontati e insignificanti, si somma una regia che punta molto di più su dialoghi con pretese di profondità che sull'azione: questo vuol dire che le poche scene d'azione (che sarebbero fatte bene altrimenti) vengono interrotte sul più bello da "spiegoni" assurdi, perdite di tempo e interruzioni varie che vanno a distruggere completamente l'effetto. Accidenti, non voglio uno spiegone che mi interrompe a metà il colpo migliore di Saber! Queste cose sono imperdonabili.
Tuttavia le musiche, le animazione e il chara design di altissimo livello mi rendono impossibile assegnare un voto basso. Anche perché c'è qualche personaggio che si salva: Rider e il suo master, Irisviel, Maiya, Rin. Tuttavia "Fate/Zero" rimane un'occasione sprecata: con il grandissimo budget e talento a disposizione si poteva realizzare una grande serie d'azione ed è stato tutto buttato via puntando su discorsi e personaggi non all'altezza.
Sequel del primo "Fate/Zero", questa seconda serie continua da dove la storia ci aveva lasciato ponendo però l'accento sulle figure enigmatiche di Kiritsugu e Kirei. Del primo ci sarà illustrato il passato, del secondo il futuro.
La quarta guerra del santo Graal questa volta entrerà nel suo clou, vedremo infatti i primi caduti in battaglia e combattimenti che seppur brevi risulteranno estremamente affascinanti e "scorretti", marchio di fabbrica di quel simpaticone di Gen Urobuchi e mostratoci nelle sue precedenti opere quali "Puella Magi Madoka Magica" e "Saya no Uta"; i personaggi coinvolti negli scontri mostreranno molto più di quello che c'è da vedere, in particolare i Servant i quali, investiti dalla carica di eroi, faranno sfoggio delle loro virtù ma anche dei loro peccati, questi ultimi che saranno la causa scatenante che porterà loro a desiderare un miracolo che nella vita non gli era stato concesso.
Elemento chiave per la buona riuscita del santo Graal è Irsviel von Einzbern, omuncolo modellato a immagine di Justeaze von Einzbern e destinato a perire prematuramente, destino questo condiviso anche da sua figlia Illyasviel e cui sua madre tenterà di spezzare definitivamente, immolandosi non solo per il desiderio di suo marito Kiritsugu ma anche per dare un futuro alla sua piccola bambina.
Le musiche composte da Yuki Kajiura combaciano perfettamente con l'atmosfera della storia e alcune di esse ruberanno letteralmente la scena ai numerosi dialoghi presenti nell'opera; ad affiancare il comparto sonoro abbiamo delle eccellenti animazioni che, seppur in alcune occasioni risultino un tantino sotto tono, riescono a regalare una stupenda esperienza visiva difficilmente riscontrabile in altre opere televisive.
La serie "Fate/Zero" può essere in parte collegata a "Fate/Stay Night" di cui condivide alcuni personaggi e la storia, quindi è altamente consigliato visionare anche quest'ultima in attesa, si spera, del vero "sequel" quale "Heaven's Feel".
La quarta guerra del santo Graal questa volta entrerà nel suo clou, vedremo infatti i primi caduti in battaglia e combattimenti che seppur brevi risulteranno estremamente affascinanti e "scorretti", marchio di fabbrica di quel simpaticone di Gen Urobuchi e mostratoci nelle sue precedenti opere quali "Puella Magi Madoka Magica" e "Saya no Uta"; i personaggi coinvolti negli scontri mostreranno molto più di quello che c'è da vedere, in particolare i Servant i quali, investiti dalla carica di eroi, faranno sfoggio delle loro virtù ma anche dei loro peccati, questi ultimi che saranno la causa scatenante che porterà loro a desiderare un miracolo che nella vita non gli era stato concesso.
Elemento chiave per la buona riuscita del santo Graal è Irsviel von Einzbern, omuncolo modellato a immagine di Justeaze von Einzbern e destinato a perire prematuramente, destino questo condiviso anche da sua figlia Illyasviel e cui sua madre tenterà di spezzare definitivamente, immolandosi non solo per il desiderio di suo marito Kiritsugu ma anche per dare un futuro alla sua piccola bambina.
Le musiche composte da Yuki Kajiura combaciano perfettamente con l'atmosfera della storia e alcune di esse ruberanno letteralmente la scena ai numerosi dialoghi presenti nell'opera; ad affiancare il comparto sonoro abbiamo delle eccellenti animazioni che, seppur in alcune occasioni risultino un tantino sotto tono, riescono a regalare una stupenda esperienza visiva difficilmente riscontrabile in altre opere televisive.
La serie "Fate/Zero" può essere in parte collegata a "Fate/Stay Night" di cui condivide alcuni personaggi e la storia, quindi è altamente consigliato visionare anche quest'ultima in attesa, si spera, del vero "sequel" quale "Heaven's Feel".
"Fate/zero" è il prequel del leggendario "Fate/Stay night", svela molti dei dubbi che erano lasciati in sospeso nella serie in questione, facendo capire molte più cose sia sui Servant sia sui partecipanti alla guerra per il Gral. A mio avviso questa serie supera come valore la principale nel comparto di caratterizzazione dei personaggi.
Trama: si è per l'appunto nella guerra per il Gral che ha preceduto quella di Shirow Emiya, nipote di uno dei partecipanti, Kiritsugo Emiya. L'impostazione per questa mattanza per la sacra coppa è molto più dettagliata di quella che si vede in fate "Stay night", non si danno solo informazioni che poi muoiono lì o si risolvono con sbrigative spiegazioni, i personaggi vengono analizzati a fondo, in modo completo e intenso. Anche l'intorno viene preso in esame, le ragioni delle eminenze grigie dietro le quinte dello scontro vengono presentate via via con le loro motivazioni e i loro principi. Dopo una generale presentazione iniziale di tutti i partecipanti e delle loro iniziali motivazioni, si passa, insieme al proseguo degli eventi, a una valutazione psicologica e caratteriale molto più attenta, seguendo di volta in volta un personaggio per volta, in modo da dare un quadro completo di ognuno. Non ci si accentra sul protagonista come accadeva con Shirow; sebbene anche in questa serie sia un Emiya il centro d'analisi, i comprimari non valgono meno.
Inoltre grazie alla precedente guerra capiamo molte cose del passato di Rin, di Sakura e del funzionamento dell'ereditarietà nelle famiglie di maghi, ma soprattutto vediamo un attento confronto tra i servant, le loro ragioni e le loro emozioni, ma anche i loro rimpianti e le loro angosce. Lo stesso superficialissimo e arrogante Gilgamesh in questa serie viene caratterizzato in modo molto attento, e la sua arroganza viene comunque amalgamata con buonsenso al ruolo che il personaggio ricopre.
Pregevole il fatto che i sette servant a questo giro non sono gli stessi della guerra seguente, salvo per un paio di loro, indice che comunque l'affinità con chi evoca chi ha un suo peso nella scelta. Inoltre, a differenza che nella poco chiara serie FSN, qui i sofismi delle evocazioni vengono spiegati, mostrando anche una guerra con delle evocazioni veicolate e non casuali legate al proprio indole come accadrà nella guerra successiva a questa.
Il comparto tecnico è molto buono, direi persino superiore nei tratti e nelle animazioni a quello di "Fate/stay night". Le musiche sono ottime nell'accompagnamento, e le opening ed ending davvero gradevoli e orecchiabili.
"Fate/Zero" è assolutamente consigliato agli amanti della serie, consci che questa serie di 13 episodi perde di significato senza le puntate della serie successiva.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Questa serie è il proseguo e la completamento di "Fate/Zero", che di fatto vede i 25 episodi in questione come un unico continuo della serie che ha preceduto "Fate/stay night". Anche qui l'anime si mantiene sull'otto.
Siamo nel vivo dello scontro per il graal, iniziano le mattanze, è finita la "fase preparatoria" dei primi 13 episodi, con i primi scannamenti necessari, ma senza morti e massacri eccessivi. Qui invece si vede proprio come l'elemento indeterminante di Kirei devasta la scacchiera delle famiglie purosangue, e come finendo in frantumi il piano di Tokiomi (padre di Rin) le sorti della guerra per la coppa sacra finiscono in mano ai singoli carismi e ai singoli Servant.
L'analisi psicologica dei personaggi non viene sacrificata però in favore dell'analisi strategica e dell'azione nuda e cruda, il tutto è ancora ottimamente amalgamato. Si svelano gli altarini intorno alla "creazione" di Irasviel (madre di Ilya) e a come mai gli Einzbern per ogni guerra del graal si tengono un homunculus o un circuito magico in forma umana (caso di Ilya) bello che pronto e sotto mano. Si scopre come le famiglie pure si "smazzano" gli accordi per le vittorie e si capisce cosa significhi per davvero essere un capofamiglia o un erede a tale ruolo. Si chiarisce la posizione di Sakura, sorella di Rin, assolutamente trattata come una trama minore nel leggendario "Fate/stay night", e si vede come la piccola tedesca arrivi a essere una capofamiglia così giovane. Gli unici personaggi che restano fedeli all'infarinatura della prima parte della serie sono il servant Alexander e il suo master, tutti gli altri rivelano lati oscuri e doppi volti davvero subdoli, palesando che la nobiltà d'animo è qualcosa di complicato e spesso anche i "nobili propositi" si pagano con il sangue e gli inganni.
Kirutsugo e la sua analisi vengono finalmente completati, nel finale ovviamente atteso, visti i riferimenti già presenti in "Fate/stay night", ma con la completezza dell'analisi psicologica del personaggio, cosa che va a colmare la narrazione di Shirow e i ricordi di Saber.
Il finale si prende anche la briga di spiegare come si riassetta il mondo dei maghi dopo la fine della battaglia, in vista della battaglia che poi verrà, dando anche spazio alle manifestazioni di dubbi e frustrazioni dei personaggi, servant inclusi. Il divario di profondità tra Kirutsugu e Shirow è assolutamente confermato entro la fine di "Fate/Zero", come già del resto si subodorava dagli "spizzichi e bocconi" di informazioni che trapelavano nel sequel.
Fatto innegabile: l'intensità dei personaggi di questa serie è di un livello assolutamente superiore rispetto a quella della serie seguente (ma creata prima come serie).
Il comparto tecnico resta di ottimo livello, con musiche orecchiabili e animazioni degne di un anime del 2012, senza che si perdesse il tocco gotico tipico di "Fate/stay night". "Fate/Zero" è una serie che sicuramente consiglio agli appassionati, e assolutamente necessaria da vedere per chi ha visto i primi 13 episodi.
Trama: si è per l'appunto nella guerra per il Gral che ha preceduto quella di Shirow Emiya, nipote di uno dei partecipanti, Kiritsugo Emiya. L'impostazione per questa mattanza per la sacra coppa è molto più dettagliata di quella che si vede in fate "Stay night", non si danno solo informazioni che poi muoiono lì o si risolvono con sbrigative spiegazioni, i personaggi vengono analizzati a fondo, in modo completo e intenso. Anche l'intorno viene preso in esame, le ragioni delle eminenze grigie dietro le quinte dello scontro vengono presentate via via con le loro motivazioni e i loro principi. Dopo una generale presentazione iniziale di tutti i partecipanti e delle loro iniziali motivazioni, si passa, insieme al proseguo degli eventi, a una valutazione psicologica e caratteriale molto più attenta, seguendo di volta in volta un personaggio per volta, in modo da dare un quadro completo di ognuno. Non ci si accentra sul protagonista come accadeva con Shirow; sebbene anche in questa serie sia un Emiya il centro d'analisi, i comprimari non valgono meno.
Inoltre grazie alla precedente guerra capiamo molte cose del passato di Rin, di Sakura e del funzionamento dell'ereditarietà nelle famiglie di maghi, ma soprattutto vediamo un attento confronto tra i servant, le loro ragioni e le loro emozioni, ma anche i loro rimpianti e le loro angosce. Lo stesso superficialissimo e arrogante Gilgamesh in questa serie viene caratterizzato in modo molto attento, e la sua arroganza viene comunque amalgamata con buonsenso al ruolo che il personaggio ricopre.
Pregevole il fatto che i sette servant a questo giro non sono gli stessi della guerra seguente, salvo per un paio di loro, indice che comunque l'affinità con chi evoca chi ha un suo peso nella scelta. Inoltre, a differenza che nella poco chiara serie FSN, qui i sofismi delle evocazioni vengono spiegati, mostrando anche una guerra con delle evocazioni veicolate e non casuali legate al proprio indole come accadrà nella guerra successiva a questa.
Il comparto tecnico è molto buono, direi persino superiore nei tratti e nelle animazioni a quello di "Fate/stay night". Le musiche sono ottime nell'accompagnamento, e le opening ed ending davvero gradevoli e orecchiabili.
"Fate/Zero" è assolutamente consigliato agli amanti della serie, consci che questa serie di 13 episodi perde di significato senza le puntate della serie successiva.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Questa serie è il proseguo e la completamento di "Fate/Zero", che di fatto vede i 25 episodi in questione come un unico continuo della serie che ha preceduto "Fate/stay night". Anche qui l'anime si mantiene sull'otto.
Siamo nel vivo dello scontro per il graal, iniziano le mattanze, è finita la "fase preparatoria" dei primi 13 episodi, con i primi scannamenti necessari, ma senza morti e massacri eccessivi. Qui invece si vede proprio come l'elemento indeterminante di Kirei devasta la scacchiera delle famiglie purosangue, e come finendo in frantumi il piano di Tokiomi (padre di Rin) le sorti della guerra per la coppa sacra finiscono in mano ai singoli carismi e ai singoli Servant.
L'analisi psicologica dei personaggi non viene sacrificata però in favore dell'analisi strategica e dell'azione nuda e cruda, il tutto è ancora ottimamente amalgamato. Si svelano gli altarini intorno alla "creazione" di Irasviel (madre di Ilya) e a come mai gli Einzbern per ogni guerra del graal si tengono un homunculus o un circuito magico in forma umana (caso di Ilya) bello che pronto e sotto mano. Si scopre come le famiglie pure si "smazzano" gli accordi per le vittorie e si capisce cosa significhi per davvero essere un capofamiglia o un erede a tale ruolo. Si chiarisce la posizione di Sakura, sorella di Rin, assolutamente trattata come una trama minore nel leggendario "Fate/stay night", e si vede come la piccola tedesca arrivi a essere una capofamiglia così giovane. Gli unici personaggi che restano fedeli all'infarinatura della prima parte della serie sono il servant Alexander e il suo master, tutti gli altri rivelano lati oscuri e doppi volti davvero subdoli, palesando che la nobiltà d'animo è qualcosa di complicato e spesso anche i "nobili propositi" si pagano con il sangue e gli inganni.
Kirutsugo e la sua analisi vengono finalmente completati, nel finale ovviamente atteso, visti i riferimenti già presenti in "Fate/stay night", ma con la completezza dell'analisi psicologica del personaggio, cosa che va a colmare la narrazione di Shirow e i ricordi di Saber.
Il finale si prende anche la briga di spiegare come si riassetta il mondo dei maghi dopo la fine della battaglia, in vista della battaglia che poi verrà, dando anche spazio alle manifestazioni di dubbi e frustrazioni dei personaggi, servant inclusi. Il divario di profondità tra Kirutsugu e Shirow è assolutamente confermato entro la fine di "Fate/Zero", come già del resto si subodorava dagli "spizzichi e bocconi" di informazioni che trapelavano nel sequel.
Fatto innegabile: l'intensità dei personaggi di questa serie è di un livello assolutamente superiore rispetto a quella della serie seguente (ma creata prima come serie).
Il comparto tecnico resta di ottimo livello, con musiche orecchiabili e animazioni degne di un anime del 2012, senza che si perdesse il tocco gotico tipico di "Fate/stay night". "Fate/Zero" è una serie che sicuramente consiglio agli appassionati, e assolutamente necessaria da vedere per chi ha visto i primi 13 episodi.
Di fronte alla marea di consensi ricevuti da quest'anime mi sento un po' un pesce fuor d'acqua. Non riesco, infatti, a condividere tutto questo entusiasmo per un titolo assolutamente perfetto dal punto di vista grafico ma piuttosto deludente come appetibilità di una trama che non decolla mai e che resta ancorata alla perenne sensazione che qualcosa debba inevitabilmente succedere senza che però ciò avvenga mai realmente.
"Fate/zero" è un prequel un po' strano dell'altrettanto celebrato "Fate/Stay Night". Dico strano perché, se non ho capito male, la guerra per il Graal alla base della narrazione delle due serie dovrebbe svolgersi una volta ogni sessanta anni; ma fra le vicende narrate nel prequel e quelle narrate nel sequel non sembra affatto sia passato tanto tempo; in "Fate/stay night", per dirne una, Rin è un'adolescente e non un'arzilla vecchietta. E' però possibile che, nel diluvio di chiacchiere che caratterizzano la serie di cui si discorre, possa avere inteso male questo aspetto; oppure il motivo di una nuova guerra prima dei sessanta anni previsti potrà essere reso noto nei nuovi episodi. In entrambi i casi chiedo venia al lettore della mia recensione.
Le modalità con cui si svolge la guerra per il Graal sono totalmente diverse rispetto a quanto visto in "Stay Night"; se in quest'ultima essa sembra essere guidata un po' dal caso e presenta dei master poco preparati, in "Fate/Zero" le battaglie sono il frutto di un'organizzazione certosina che parte anni prima dallo svolgersi degli eventi e sono basate su regole ben definite e tatticismi che raggiungono l'esasperazione. Se questo è senz'altro un punto a favore di questo prequel, alla lunga diventa, a mio avviso, abbastanza stancante in quanto si traduce in un certo immobilismo dei vari personaggi e il tutto si trasforma in una sorta di partita a scacchi in cui chi è di turno perde troppo tempo a pensare alla prossima mossa. E dato questo stato delle cose lo spin off riguardante Rin, che riporta alla mente i fasti di "Stay Night", diventa quasi una boccata di ossigeno per chi, come me, cominciava a mostrare insofferenza di fronte a tanta lentezza.
Altro elemento che giudico negativo è un certo disordine, che a volte sfocia nell'incoerenza, nello svolgersi degli eventi; il che è abbastanza curioso data la grande importanza che viene attribuita al fattore strategico. Le lotte fra i servant iniziano, generalmente non terminano, e poi tutto sembrare tornare al punto di partenza, come se nulla fosse avvenuto nel frattempo; le priorità belliche durano l'arco di uno massimo due episodi, per poi essere accantonate senza nessuna spiegazione.
Si potrebbe obiettare la mia è una recensione che ha toccato quasi esclusivamente gli aspetti negativi presenti in "Fate/Zero", trascurandone le enormi qualità. Queste ultime sono innegabili ma sono già state esaltate, spesso oltre il lecito, altrove; ho quindi preferito concentrarmi in quelli che considero come i punti deboli della serie. Punti deboli che da un lato spiegano perché non sono riuscito ad appassionarmi troppo a questa serie, e dall'altro costituiscono la giustificazione da me addotta alla semplice sufficienza che assegnerò a questo osannatissimo titolo.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Non sono mai stato un grandissimo estimatore di questa serie, e questo non è certo un segreto. Pur riconoscendone i grandi meriti in termini di grafica e non disprezzando affatto l'idea che è alla base della storia, non mi sono mai astenuto dall'esprimere le mie perplessità su diversi aspetti della stessa, esponendomi anche a qualche critica da parte dei numerosissimi estimatori di quest'anime. La visione di questi dodici episodi ha risolto i miei dubbi? Direi proprio di no; anzi, paradossalmente, li ha alimentati ancora di più.
Nella mia precedente recensione mi lamentavo dell'assenza di una spiegazione al fatto che la guerra del Graal, che si svolgeva una volta ogni sessant'anni, si sarebbe poi svolta in "Fate/stay night" "solo" dieci anni dopo. Allo stesso tempo, però, ipotizzavo la possibilità che i motivi di quest'anticipo molto anomalo potessero essere spiegati successivamente. Questo, però, non solo non succede, ma addirittura gli stessi protagonisti sembrano già consapevoli (chissà perché) del fatto che la prossima guerra si sarebbe tenuta in netto anticipo quando ancora non si sapeva l'esito di quella corrente - Toshaka dice: "Se non ci riuscirò io, sarà Rin oppure Sakura"... E quando, a settant'anni?
Altro motivo di scontento personale era l'eccessiva lentezza con cui si svolgevano gli eventi. A dire il vero anch'io pensavo che, inevitabilmente, ci sarebbe stata una seconda parte molto più d'azione che si contrapponesse alla prima molto più tattica e logorroica; con mio enorme stupore, invece, ho dovuto constatare che gli scontri veri e propri (che poi sono la parte migliore di tutta la storia) si concentrano quasi tutti negli ultimi tre episodi e non tutti sono degni delle attese, con scelte davvero incomprensibili. Berseker è Lancillotto? E si lamenta che il re non l'avesse rimproverato per la sua relazione con Ginevra? Ma se Artù è Arturia va da sé che non poteva esser sposato con Ginevra, o c'è qualche sconcertante rivelazione yuri nascosta fra le righe?
L'unica battaglia davvero degna di questo nome è quella fra rider e archer: gli altri servant scompaiono in modo spesso ignobile, sconcertante e, quando va bene, insignificante.
Il finale poi è indecifrabile: come possa aver vinto chi dice di aver vinto sinceramente non riesco a capirlo. E nemmeno riesco a capire cos'abbia effettivamente poi richiesto al Graal.
Sia chiaro, considero "Fate/zero" un buon anime che, oltre a questi importanti difetti, possiede anche moltissimi pregi che è inutile elencare, dato che l'hanno già fatto in tantissimi; meno persone ne hanno invece evidenziato i difetti. Ed è per questo che la mia recensione, così come la precedente, si concentra su questi ultimi.
Quanto alla mia valutazione, come al solito, non supera la sufficienza; se dovessi invece consigliarlo credo che lo farei, dato che ai più piace ed è quello questo che conta.
"Fate/zero" è un prequel un po' strano dell'altrettanto celebrato "Fate/Stay Night". Dico strano perché, se non ho capito male, la guerra per il Graal alla base della narrazione delle due serie dovrebbe svolgersi una volta ogni sessanta anni; ma fra le vicende narrate nel prequel e quelle narrate nel sequel non sembra affatto sia passato tanto tempo; in "Fate/stay night", per dirne una, Rin è un'adolescente e non un'arzilla vecchietta. E' però possibile che, nel diluvio di chiacchiere che caratterizzano la serie di cui si discorre, possa avere inteso male questo aspetto; oppure il motivo di una nuova guerra prima dei sessanta anni previsti potrà essere reso noto nei nuovi episodi. In entrambi i casi chiedo venia al lettore della mia recensione.
Le modalità con cui si svolge la guerra per il Graal sono totalmente diverse rispetto a quanto visto in "Stay Night"; se in quest'ultima essa sembra essere guidata un po' dal caso e presenta dei master poco preparati, in "Fate/Zero" le battaglie sono il frutto di un'organizzazione certosina che parte anni prima dallo svolgersi degli eventi e sono basate su regole ben definite e tatticismi che raggiungono l'esasperazione. Se questo è senz'altro un punto a favore di questo prequel, alla lunga diventa, a mio avviso, abbastanza stancante in quanto si traduce in un certo immobilismo dei vari personaggi e il tutto si trasforma in una sorta di partita a scacchi in cui chi è di turno perde troppo tempo a pensare alla prossima mossa. E dato questo stato delle cose lo spin off riguardante Rin, che riporta alla mente i fasti di "Stay Night", diventa quasi una boccata di ossigeno per chi, come me, cominciava a mostrare insofferenza di fronte a tanta lentezza.
Altro elemento che giudico negativo è un certo disordine, che a volte sfocia nell'incoerenza, nello svolgersi degli eventi; il che è abbastanza curioso data la grande importanza che viene attribuita al fattore strategico. Le lotte fra i servant iniziano, generalmente non terminano, e poi tutto sembrare tornare al punto di partenza, come se nulla fosse avvenuto nel frattempo; le priorità belliche durano l'arco di uno massimo due episodi, per poi essere accantonate senza nessuna spiegazione.
Si potrebbe obiettare la mia è una recensione che ha toccato quasi esclusivamente gli aspetti negativi presenti in "Fate/Zero", trascurandone le enormi qualità. Queste ultime sono innegabili ma sono già state esaltate, spesso oltre il lecito, altrove; ho quindi preferito concentrarmi in quelli che considero come i punti deboli della serie. Punti deboli che da un lato spiegano perché non sono riuscito ad appassionarmi troppo a questa serie, e dall'altro costituiscono la giustificazione da me addotta alla semplice sufficienza che assegnerò a questo osannatissimo titolo.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Non sono mai stato un grandissimo estimatore di questa serie, e questo non è certo un segreto. Pur riconoscendone i grandi meriti in termini di grafica e non disprezzando affatto l'idea che è alla base della storia, non mi sono mai astenuto dall'esprimere le mie perplessità su diversi aspetti della stessa, esponendomi anche a qualche critica da parte dei numerosissimi estimatori di quest'anime. La visione di questi dodici episodi ha risolto i miei dubbi? Direi proprio di no; anzi, paradossalmente, li ha alimentati ancora di più.
Nella mia precedente recensione mi lamentavo dell'assenza di una spiegazione al fatto che la guerra del Graal, che si svolgeva una volta ogni sessant'anni, si sarebbe poi svolta in "Fate/stay night" "solo" dieci anni dopo. Allo stesso tempo, però, ipotizzavo la possibilità che i motivi di quest'anticipo molto anomalo potessero essere spiegati successivamente. Questo, però, non solo non succede, ma addirittura gli stessi protagonisti sembrano già consapevoli (chissà perché) del fatto che la prossima guerra si sarebbe tenuta in netto anticipo quando ancora non si sapeva l'esito di quella corrente - Toshaka dice: "Se non ci riuscirò io, sarà Rin oppure Sakura"... E quando, a settant'anni?
Altro motivo di scontento personale era l'eccessiva lentezza con cui si svolgevano gli eventi. A dire il vero anch'io pensavo che, inevitabilmente, ci sarebbe stata una seconda parte molto più d'azione che si contrapponesse alla prima molto più tattica e logorroica; con mio enorme stupore, invece, ho dovuto constatare che gli scontri veri e propri (che poi sono la parte migliore di tutta la storia) si concentrano quasi tutti negli ultimi tre episodi e non tutti sono degni delle attese, con scelte davvero incomprensibili. Berseker è Lancillotto? E si lamenta che il re non l'avesse rimproverato per la sua relazione con Ginevra? Ma se Artù è Arturia va da sé che non poteva esser sposato con Ginevra, o c'è qualche sconcertante rivelazione yuri nascosta fra le righe?
L'unica battaglia davvero degna di questo nome è quella fra rider e archer: gli altri servant scompaiono in modo spesso ignobile, sconcertante e, quando va bene, insignificante.
Il finale poi è indecifrabile: come possa aver vinto chi dice di aver vinto sinceramente non riesco a capirlo. E nemmeno riesco a capire cos'abbia effettivamente poi richiesto al Graal.
Sia chiaro, considero "Fate/zero" un buon anime che, oltre a questi importanti difetti, possiede anche moltissimi pregi che è inutile elencare, dato che l'hanno già fatto in tantissimi; meno persone ne hanno invece evidenziato i difetti. Ed è per questo che la mia recensione, così come la precedente, si concentra su questi ultimi.
Quanto alla mia valutazione, come al solito, non supera la sufficienza; se dovessi invece consigliarlo credo che lo farei, dato che ai più piace ed è quello questo che conta.
Premetto che la trasposizione in serie animata della visual novel "Fate/Stay Night" non è andata incontro al mio gradimento, ma riservo un parere decisamente positivo per questo prequel fedelmente tratto dalla light novel originale.
Fate/Zero si presenta più maturo, interessante, e va a colmare tutte le mancanze dell'anime che gli fa da sequel, mostrando finalmente la Guerra del Graal per ciò che dovrebbe realmente essere: una lotta spietata in cui i partecipanti, quasi esclusivamente adulti in questo caso, ricorrono a stratagemmi, inganni e alleanze fittizie pur di vedere il loro sogno diventare realtà.
I concorrenti di questa quarta Guerra, fatta eccezione per un paio di loro, sono esperti, talentuosi, e sanno come rendere la vita difficile ai propri avversari, senza troppo timore di coinvolgere anche i civili se la situazione lo richiede. Gli scontri abbandonano lo stile prettamente shounen - caratterizzato esclusivamente da azione frenetica, continua e che a volte, "purtroppo" aggiungerei, sa di nonsense - andando felicemente incontro a qualcosa di più tattico e ragionato, ma comunque d'effetto e ben realizzato.
Questa rivisitazione non influenza solo le scene d'azione, ma va a toccare l'anime nel suo complesso, mostrando spesso episodi alquanto discorsivi, emblematico il primo, che vanno a delineare il mondo di "Fate/Zero", le fredde meccaniche della Guerra, i personaggi e le loro motivazioni. Note positive e non poi comuni, ma limitative, poiché potrebbero tediare o creare disappunto in coloro che si aspettavano, e volevano, un anime caratterizzato da scontri e azione in dosi massicce.
Per tale motivo è più indicato vedere questi primi tredici episodi una volta usciti, ovvero senza l'attesa settimanale. Questo prequel riserverà comunque delle scene maggiormente action nella sua seconda parte, cominciata ad Aprile 2012, che fortunatamente non dovrebbero abbandonare le caratteristiche prima elencate e che non si ridurranno a una sfilza di semplici scontri "uno contro uno".
Per quanto mi riguarda, "Fate/Zero" riesce quindi a convincere anche dove i personaggi, siano essi Masters o Servants, dell'anime di "Fate/Stay Night" risultavano deludenti: i personaggi sono ora delineati, chi più chi meno naturalmente, ma soprattutto sono congeniali ai loro ruoli e meglio affiancabili alla loro eroica controparte. Potrei citare a riguardo Waver e Rider, o le menti malate di Caster e Ryunosuke. Prendendo semplicemente in considerazione questi ultimi due personaggi: il primo non è che un Gilles de Rais, figura realmente esistita, che di fatto dà ragione alle storiche accuse lanciategli in vita, affiancato dal secondo, che ricalca a grandi linee un famoso serial killer giapponese, Sakakibara Seito. Una breve lettura alla vita di questi due personaggi denota, oltre a un'affinità reciproca, delle ricerche storiche di fondo, estendibili a più Servants, che si presentano fin dal primo episodio in cui Tokiomi ricorre a un'antica pelle di serpente per evocare Gilgamesh.
Tutti hanno una caratterizzazione più credibile, consona ed eterogenea. Non ho invece riscontrato lo stesso nella stra-maggioranza dei personaggi presentati nell'anime di F/SN, dove alcuni sembravano anche "fuori luogo", esemplificando: per tipologia di combattimento et similia, Rider sembrava il vero Assassin Servant, mentre quest'ultimo pareva un anonimo Saber Servant in abiti giapponesi.
Ottimo il comparto tecnico, una realizzazione invidiabile che fa un uso altrettanto buono della computer grafica, quando presente, e si avvale di una vasta gamma di colori; a tal proposito menzionerei la fantastica resa della città di Fuyuki nell'episodio 10, mostrata nottetempo. Se dovessi andare a trovare delle note dolenti comincerei sicuramente con l'episodio 11, segnato da una resa tecnica che ha niente a che spartire con gli standard dell'anime. Passerei poi all'episodio 9, che seppur molto lontano da quello appena menzionato presenta ogni tanto delle "anomalie" nell'anatomia di alcuni personaggi (o forse solo in quella di Lancer?), e concluderei con la staticità un po' marcata del primo episodio, senz'altro dovuta alla sua durata. Fatta eccezione per l'undicesimo episodio e qualche sottigliezza, la realizzazione tecnica dell'anime è ottima.
Belle le musiche, principalmente votate a toni epici, ma che si sposano anche con quelli più moderni, senza però andare a stonare nel contesto, visto il connubio fra moderno e antico ch'è proprio del mondo di Fate. Infine, come ultima nota di merito: niente fanservice, non una traccia.
Dopo l'anime di "Fate/Stay Night", questo prequel è stato una piacevole sorpresa. Chi, come me, è rimasto deluso dal sequel dovrebbe comunque darci un'occhiata, perché potrebbe rimanere colpito in positivo, mentre la visione è indubbiamente doverosa per tutti coloro che hanno apprezzato l'anime di F/SN.
Non sono solito giudicare un anime prima che questo termini, soprattutto quando si parla più di una pausa di trasmissione che di un vero rimando a una prossima stagione (l'episodio uscito ad Aprile viene infatti ufficialmente presentato da NicoVideo come il #14, come precedentemente annunciato dal portale nipponico), quindi il mio è da considerarsi un "voto in corsa" per la serie "Fate/Zero".
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
La prima parte di 'Fate/Zero' è spesso contrassegnata da episodi molto discorsivi e verbosi, qualvolta non molto accattivanti quanto leggermente ripetitivi e ridondanti in alcuni frangenti. Queste sequenze vanno comunque a delineare personalità, indole e approccio usato nella Guerra da Master e Servant; ostentano così a loro modo una certa utilità. Scelta forse spinta, ma sicuramente influenzata, anche dal dovere presentare in breve tempo un numero considerevole di personaggi e seguirli tutti alquanto costantemente. Vi sono vari espedienti per catturare l'attenzione di uno spettatore senza ricorrere univocamente a ingenti dosi d'azione, senza ombra di dubbio, ma, nonostante qualche sporadico calo nel ritmo narrativo della prima parte, devo riconoscere che 'Fate/Zero', da questo punto di vista, se l'è comunque cavata meglio di diversi altri anime. E' comunque da evidenziare la saggia scelta di accorpare solide, e anche un po' "pesanti", spiegazioni di base in una longeva prima puntata, votata alla pura introduzione.
In questa seconda parte è stato facile diluire leggermente alcune parti più verbose senza andare incontro a sacrifici sul fronte qualitativo della descrizione, proprio grazie al precedente lavoro introduttivo e descrittivo sensibilmente generoso, seppur non sempre intrigante. Viene così lasciato maggior adito a scene d'azione, spesso d'alta spettacolarità, che reclamano il loro spazio nel climax generale senza scemare in azioni blande e dal dubbio significato, o abbandonando le caratteristiche distintive presenti nella prima parte, anche se a volte sono meno preponderanti. Non vengono infatti dimenticate le motivazioni dei personaggi, ulteriori e doverosi approfondimenti su più fronti, e la quantità di avvenimenti significativi finalizzati a una giusta, quanto necessaria, evoluzione della sceneggiatura. Il ritmo di coinvolgimento e la capacità d'incalzare lo spettatore vengono quindi parzialmente sacrificati nella prima parte della storia, per favorire la seconda. Dopotutto, è preferibile un graduale miglioramento che un buon esordio seguito da un'involuzione progressiva. La differenza fra le due parti non è poi così marcata, fatta eccezione per i primissimi, e anche per qualcuno fra gli ultimi, episodi della seconda parte, il ritmo torna presto a essere quello cadenzato e riflessivo di prima.
Come anticipato, la seconda parte della storia vede un territorio più fecondo per il climax della trama, non tanto perché ospita la sua parte conclusiva, ma perché diventa il centro di una sequela di eventi importanti che la parte iniziale aveva solo tracciato e mostrato nel loro evolversi graduale. Non entro nel dettaglio per non ricadere nello spoiler, benché chi abbia già visionato il sequel avrebbe ben poco da scoprire (o forse proprio niente?). Basti pensare al "naturale" corso che ogni guerra per il Graal è destinata a seguire per capire come, e per quali motivi, questa parte finale abbia un'impronta più drammatica e intensa della prima. D'altro canto, non ci si poteva aspettare qualcosa di così differente da Gen Urobuchi, famoso per riservare almeno un paio di tragici risvolti alle proprie trame, regalando a modo suo del mordente.
Il comparto tecnico di alcuni episodi torna a fregiarsi di una grafica paragonabile a quella di un OAV o di un film. Generalmente le scene in CG si dimostrano nuovamente ben fuse con l'animazione grazie a un'efficace combinazione di effetti luce e filtro anisotropico. Ancora assenza di fanservice, da me accolta con piacere, e presenza di aneddoti con reali riscontri storici o mitici, tra l'altro presenti fin dal primo episodio in cui Tokiomi ricorre ad un'antica pelle di serpente come reliquia per invocare Gilgamesh.
Sebbene non sia molto raro trovare anime che non vantino un livello grafico sempre costante negli episodi, una caratteristica di "Fate/Zero" è quella di sacrificarne un paio a favore dei primi o degli ultimi, lasciando però una differenza spesso marcata. Non troveremo episodi con un calo grafico come l'undicesimo della prima parte, ma questa volta ne andrà a soffrire quello che forse è uno degli episodi più coinvolgenti della serie, ovvero il penultimo. Arrivati a questo punto, non nego che avrei apprezzato una conclusione realizzata tramite un episodio di maggior lunghezza. Oltre a eludere una grande disparità grafica, si sarebbe evitato di riservare un epilogo fin troppo vuoto, che mal si adatta a riempire un'intera puntata, soprattutto quando quello precedente si conclude dando l'impressione di avere ancora altro da mostrare. Un'altra pecca sono i tagli: alcune scene, o sarebbe meglio dire "uscite di scena", danno l'impressione di scorrere un po' troppo rapidamente sotto gli occhi dello spettatore. Sequenze inedite verranno però introdotte nella versione blue-ray dell'anime che sarà messa in vendita, seppur non possa dire già da ora quanto cambierà alla fine dei conti. Non sarà l'unico anime a rientrare in questo insieme, ma la politica dei tagli da ritrovare solo nel prodotto acquistato in seguito non è di mio gradimento.
Tirando le somme, la seconda parte di 'Fate/Zero' porta con sé sia pregi sia difetti, anche se non esattamente gli stessi della prima, e io riconfermo il mio voto precedente.
Fate/Zero si presenta più maturo, interessante, e va a colmare tutte le mancanze dell'anime che gli fa da sequel, mostrando finalmente la Guerra del Graal per ciò che dovrebbe realmente essere: una lotta spietata in cui i partecipanti, quasi esclusivamente adulti in questo caso, ricorrono a stratagemmi, inganni e alleanze fittizie pur di vedere il loro sogno diventare realtà.
I concorrenti di questa quarta Guerra, fatta eccezione per un paio di loro, sono esperti, talentuosi, e sanno come rendere la vita difficile ai propri avversari, senza troppo timore di coinvolgere anche i civili se la situazione lo richiede. Gli scontri abbandonano lo stile prettamente shounen - caratterizzato esclusivamente da azione frenetica, continua e che a volte, "purtroppo" aggiungerei, sa di nonsense - andando felicemente incontro a qualcosa di più tattico e ragionato, ma comunque d'effetto e ben realizzato.
Questa rivisitazione non influenza solo le scene d'azione, ma va a toccare l'anime nel suo complesso, mostrando spesso episodi alquanto discorsivi, emblematico il primo, che vanno a delineare il mondo di "Fate/Zero", le fredde meccaniche della Guerra, i personaggi e le loro motivazioni. Note positive e non poi comuni, ma limitative, poiché potrebbero tediare o creare disappunto in coloro che si aspettavano, e volevano, un anime caratterizzato da scontri e azione in dosi massicce.
Per tale motivo è più indicato vedere questi primi tredici episodi una volta usciti, ovvero senza l'attesa settimanale. Questo prequel riserverà comunque delle scene maggiormente action nella sua seconda parte, cominciata ad Aprile 2012, che fortunatamente non dovrebbero abbandonare le caratteristiche prima elencate e che non si ridurranno a una sfilza di semplici scontri "uno contro uno".
Per quanto mi riguarda, "Fate/Zero" riesce quindi a convincere anche dove i personaggi, siano essi Masters o Servants, dell'anime di "Fate/Stay Night" risultavano deludenti: i personaggi sono ora delineati, chi più chi meno naturalmente, ma soprattutto sono congeniali ai loro ruoli e meglio affiancabili alla loro eroica controparte. Potrei citare a riguardo Waver e Rider, o le menti malate di Caster e Ryunosuke. Prendendo semplicemente in considerazione questi ultimi due personaggi: il primo non è che un Gilles de Rais, figura realmente esistita, che di fatto dà ragione alle storiche accuse lanciategli in vita, affiancato dal secondo, che ricalca a grandi linee un famoso serial killer giapponese, Sakakibara Seito. Una breve lettura alla vita di questi due personaggi denota, oltre a un'affinità reciproca, delle ricerche storiche di fondo, estendibili a più Servants, che si presentano fin dal primo episodio in cui Tokiomi ricorre a un'antica pelle di serpente per evocare Gilgamesh.
Tutti hanno una caratterizzazione più credibile, consona ed eterogenea. Non ho invece riscontrato lo stesso nella stra-maggioranza dei personaggi presentati nell'anime di F/SN, dove alcuni sembravano anche "fuori luogo", esemplificando: per tipologia di combattimento et similia, Rider sembrava il vero Assassin Servant, mentre quest'ultimo pareva un anonimo Saber Servant in abiti giapponesi.
Ottimo il comparto tecnico, una realizzazione invidiabile che fa un uso altrettanto buono della computer grafica, quando presente, e si avvale di una vasta gamma di colori; a tal proposito menzionerei la fantastica resa della città di Fuyuki nell'episodio 10, mostrata nottetempo. Se dovessi andare a trovare delle note dolenti comincerei sicuramente con l'episodio 11, segnato da una resa tecnica che ha niente a che spartire con gli standard dell'anime. Passerei poi all'episodio 9, che seppur molto lontano da quello appena menzionato presenta ogni tanto delle "anomalie" nell'anatomia di alcuni personaggi (o forse solo in quella di Lancer?), e concluderei con la staticità un po' marcata del primo episodio, senz'altro dovuta alla sua durata. Fatta eccezione per l'undicesimo episodio e qualche sottigliezza, la realizzazione tecnica dell'anime è ottima.
Belle le musiche, principalmente votate a toni epici, ma che si sposano anche con quelli più moderni, senza però andare a stonare nel contesto, visto il connubio fra moderno e antico ch'è proprio del mondo di Fate. Infine, come ultima nota di merito: niente fanservice, non una traccia.
Dopo l'anime di "Fate/Stay Night", questo prequel è stato una piacevole sorpresa. Chi, come me, è rimasto deluso dal sequel dovrebbe comunque darci un'occhiata, perché potrebbe rimanere colpito in positivo, mentre la visione è indubbiamente doverosa per tutti coloro che hanno apprezzato l'anime di F/SN.
Non sono solito giudicare un anime prima che questo termini, soprattutto quando si parla più di una pausa di trasmissione che di un vero rimando a una prossima stagione (l'episodio uscito ad Aprile viene infatti ufficialmente presentato da NicoVideo come il #14, come precedentemente annunciato dal portale nipponico), quindi il mio è da considerarsi un "voto in corsa" per la serie "Fate/Zero".
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
La prima parte di 'Fate/Zero' è spesso contrassegnata da episodi molto discorsivi e verbosi, qualvolta non molto accattivanti quanto leggermente ripetitivi e ridondanti in alcuni frangenti. Queste sequenze vanno comunque a delineare personalità, indole e approccio usato nella Guerra da Master e Servant; ostentano così a loro modo una certa utilità. Scelta forse spinta, ma sicuramente influenzata, anche dal dovere presentare in breve tempo un numero considerevole di personaggi e seguirli tutti alquanto costantemente. Vi sono vari espedienti per catturare l'attenzione di uno spettatore senza ricorrere univocamente a ingenti dosi d'azione, senza ombra di dubbio, ma, nonostante qualche sporadico calo nel ritmo narrativo della prima parte, devo riconoscere che 'Fate/Zero', da questo punto di vista, se l'è comunque cavata meglio di diversi altri anime. E' comunque da evidenziare la saggia scelta di accorpare solide, e anche un po' "pesanti", spiegazioni di base in una longeva prima puntata, votata alla pura introduzione.
In questa seconda parte è stato facile diluire leggermente alcune parti più verbose senza andare incontro a sacrifici sul fronte qualitativo della descrizione, proprio grazie al precedente lavoro introduttivo e descrittivo sensibilmente generoso, seppur non sempre intrigante. Viene così lasciato maggior adito a scene d'azione, spesso d'alta spettacolarità, che reclamano il loro spazio nel climax generale senza scemare in azioni blande e dal dubbio significato, o abbandonando le caratteristiche distintive presenti nella prima parte, anche se a volte sono meno preponderanti. Non vengono infatti dimenticate le motivazioni dei personaggi, ulteriori e doverosi approfondimenti su più fronti, e la quantità di avvenimenti significativi finalizzati a una giusta, quanto necessaria, evoluzione della sceneggiatura. Il ritmo di coinvolgimento e la capacità d'incalzare lo spettatore vengono quindi parzialmente sacrificati nella prima parte della storia, per favorire la seconda. Dopotutto, è preferibile un graduale miglioramento che un buon esordio seguito da un'involuzione progressiva. La differenza fra le due parti non è poi così marcata, fatta eccezione per i primissimi, e anche per qualcuno fra gli ultimi, episodi della seconda parte, il ritmo torna presto a essere quello cadenzato e riflessivo di prima.
Come anticipato, la seconda parte della storia vede un territorio più fecondo per il climax della trama, non tanto perché ospita la sua parte conclusiva, ma perché diventa il centro di una sequela di eventi importanti che la parte iniziale aveva solo tracciato e mostrato nel loro evolversi graduale. Non entro nel dettaglio per non ricadere nello spoiler, benché chi abbia già visionato il sequel avrebbe ben poco da scoprire (o forse proprio niente?). Basti pensare al "naturale" corso che ogni guerra per il Graal è destinata a seguire per capire come, e per quali motivi, questa parte finale abbia un'impronta più drammatica e intensa della prima. D'altro canto, non ci si poteva aspettare qualcosa di così differente da Gen Urobuchi, famoso per riservare almeno un paio di tragici risvolti alle proprie trame, regalando a modo suo del mordente.
Il comparto tecnico di alcuni episodi torna a fregiarsi di una grafica paragonabile a quella di un OAV o di un film. Generalmente le scene in CG si dimostrano nuovamente ben fuse con l'animazione grazie a un'efficace combinazione di effetti luce e filtro anisotropico. Ancora assenza di fanservice, da me accolta con piacere, e presenza di aneddoti con reali riscontri storici o mitici, tra l'altro presenti fin dal primo episodio in cui Tokiomi ricorre ad un'antica pelle di serpente come reliquia per invocare Gilgamesh.
Sebbene non sia molto raro trovare anime che non vantino un livello grafico sempre costante negli episodi, una caratteristica di "Fate/Zero" è quella di sacrificarne un paio a favore dei primi o degli ultimi, lasciando però una differenza spesso marcata. Non troveremo episodi con un calo grafico come l'undicesimo della prima parte, ma questa volta ne andrà a soffrire quello che forse è uno degli episodi più coinvolgenti della serie, ovvero il penultimo. Arrivati a questo punto, non nego che avrei apprezzato una conclusione realizzata tramite un episodio di maggior lunghezza. Oltre a eludere una grande disparità grafica, si sarebbe evitato di riservare un epilogo fin troppo vuoto, che mal si adatta a riempire un'intera puntata, soprattutto quando quello precedente si conclude dando l'impressione di avere ancora altro da mostrare. Un'altra pecca sono i tagli: alcune scene, o sarebbe meglio dire "uscite di scena", danno l'impressione di scorrere un po' troppo rapidamente sotto gli occhi dello spettatore. Sequenze inedite verranno però introdotte nella versione blue-ray dell'anime che sarà messa in vendita, seppur non possa dire già da ora quanto cambierà alla fine dei conti. Non sarà l'unico anime a rientrare in questo insieme, ma la politica dei tagli da ritrovare solo nel prodotto acquistato in seguito non è di mio gradimento.
Tirando le somme, la seconda parte di 'Fate/Zero' porta con sé sia pregi sia difetti, anche se non esattamente gli stessi della prima, e io riconfermo il mio voto precedente.
Subito avevo deciso di assegnare 10 a 'Fate/Zero', in modo molto incosciente, oserei dire. Rivedendomi la serie, ho infatti notato molti difetti che non posso ignorare nella recensione.
La trama di "Fate/Zero" è incentrata su una sorta di antico gioco in cui sette maghi si combattono ferocemente fra di loro in quella che viene chiamata la Guerra del Santo Graal, il cui premio finale è per l'appunto la leggendaria reliquia, in grado di esaudire un desiderio. Ad aiutare ogni mago vi è un Servant, ovvero un grande eroe del passato a cui il mago si lega tramite un patto rappresentato da tre simboli chiamati Magie di Comando. Il Servant mantiene una certa indipendenza, ma è comunque asservito alla volontà del suo Master, che può costringerlo a compiere determinate azioni sacrificando una delle Magie di Comando; se vengono utilizzate tutte e tre, però, il patto si scioglie.
La trama è molto originale, e i personaggi sono splendidamente caratterizzati e molto vari, inoltre le ragioni che spingono ogni personaggio a combattere per ottenere il Santo Graal sono spiegate approfonditamente. Ho apprezzato molto la grafica: i disegni sono curatissimi, tuttavia in un episodio ho notato un utilizzo della cg veramente sconsiderato. Sto parlando dell'episodio in cui Irisviel evoca grazie alla magia una specie di uccello, il quale era stato realizzato malissimo. A parte questo, non ho critiche da fare ai disegni, tant'è che ho molto apprezzato pure il chara-design, veramente accattivante.
Un'altra cosa che ho molto apprezzato sono state le riflessioni su temi molto delicati. Molto bello è stato l'episodio in cui Iskandar ha radunato i vari Servant e ha discusso con loro per decidere chi fosse il re più meritevole, facendo leva sul fatto che le buone intenzioni non sono sufficienti in quanto un sovrano necessita anche di grande carisma e di ambizione per riuscire a essere riconosciuto come tale dai propri sudditi. Non rivelo altro per non rovinarvi la visione dell'episodio, che è, a parer mio, il più toccante.
Le scene di azione non sono molte. Ciò è dovuto al fatto che il regista ha preferito curare maggiormente la parte riguardante l'introspezione psicologica dei personaggi e le loro motivazioni. Avrei preferito vedere un po' più di azione: le strategie e i tatticismi a lungo andare sfiniscono lo spettatore. Un altro difetto che ho riscontrato è relativo proprio a questo aspetto: il combattimento con Lancer è infatti un po' piatto, a causa degli innumerevoli, forse troppi, dialoghi. Insomma, quando due Servant devono scannarsi a vicenda, sarebbe meglio fare vedere un po' più di azione.
Un punto a favore va alla colonna sonora. L'opening e l'ending sono molto orecchiabili ed evocative, si sa che le Kalafina sono una garanzia!
I dialoghi sono veramente tantissimi, e i siparietti comici scarseggiano, inoltre assistiamo a molte scene di violenza che spesso strizzano l'occhio agli amanti dello splatter. Non esito quindi a dire che questo anime non è uno shounen. Insomma, se cercate combattimenti e power up a non finire, 'Fate/Zero' non fa per voi.
Concludo assegnando 7 a 'Fate/Zero', un anime dai tanti pregi e dai tanti difetti, che nonostante abbia un potenziale enorme non riesce a svilupparsi nei migliore dei modi, e che spesso finisce per annoiare lo spettatore a causa degli scambi di battute troppo discorsivi tra i personaggi e all'assenza totale di epiche battaglie tra i Servant.
La trama di "Fate/Zero" è incentrata su una sorta di antico gioco in cui sette maghi si combattono ferocemente fra di loro in quella che viene chiamata la Guerra del Santo Graal, il cui premio finale è per l'appunto la leggendaria reliquia, in grado di esaudire un desiderio. Ad aiutare ogni mago vi è un Servant, ovvero un grande eroe del passato a cui il mago si lega tramite un patto rappresentato da tre simboli chiamati Magie di Comando. Il Servant mantiene una certa indipendenza, ma è comunque asservito alla volontà del suo Master, che può costringerlo a compiere determinate azioni sacrificando una delle Magie di Comando; se vengono utilizzate tutte e tre, però, il patto si scioglie.
La trama è molto originale, e i personaggi sono splendidamente caratterizzati e molto vari, inoltre le ragioni che spingono ogni personaggio a combattere per ottenere il Santo Graal sono spiegate approfonditamente. Ho apprezzato molto la grafica: i disegni sono curatissimi, tuttavia in un episodio ho notato un utilizzo della cg veramente sconsiderato. Sto parlando dell'episodio in cui Irisviel evoca grazie alla magia una specie di uccello, il quale era stato realizzato malissimo. A parte questo, non ho critiche da fare ai disegni, tant'è che ho molto apprezzato pure il chara-design, veramente accattivante.
Un'altra cosa che ho molto apprezzato sono state le riflessioni su temi molto delicati. Molto bello è stato l'episodio in cui Iskandar ha radunato i vari Servant e ha discusso con loro per decidere chi fosse il re più meritevole, facendo leva sul fatto che le buone intenzioni non sono sufficienti in quanto un sovrano necessita anche di grande carisma e di ambizione per riuscire a essere riconosciuto come tale dai propri sudditi. Non rivelo altro per non rovinarvi la visione dell'episodio, che è, a parer mio, il più toccante.
Le scene di azione non sono molte. Ciò è dovuto al fatto che il regista ha preferito curare maggiormente la parte riguardante l'introspezione psicologica dei personaggi e le loro motivazioni. Avrei preferito vedere un po' più di azione: le strategie e i tatticismi a lungo andare sfiniscono lo spettatore. Un altro difetto che ho riscontrato è relativo proprio a questo aspetto: il combattimento con Lancer è infatti un po' piatto, a causa degli innumerevoli, forse troppi, dialoghi. Insomma, quando due Servant devono scannarsi a vicenda, sarebbe meglio fare vedere un po' più di azione.
Un punto a favore va alla colonna sonora. L'opening e l'ending sono molto orecchiabili ed evocative, si sa che le Kalafina sono una garanzia!
I dialoghi sono veramente tantissimi, e i siparietti comici scarseggiano, inoltre assistiamo a molte scene di violenza che spesso strizzano l'occhio agli amanti dello splatter. Non esito quindi a dire che questo anime non è uno shounen. Insomma, se cercate combattimenti e power up a non finire, 'Fate/Zero' non fa per voi.
Concludo assegnando 7 a 'Fate/Zero', un anime dai tanti pregi e dai tanti difetti, che nonostante abbia un potenziale enorme non riesce a svilupparsi nei migliore dei modi, e che spesso finisce per annoiare lo spettatore a causa degli scambi di battute troppo discorsivi tra i personaggi e all'assenza totale di epiche battaglie tra i Servant.
I più assidui lettori delle mie recensioni (ma esistono davvero?) ricorderanno che tempo fa avevo visionato uno degli shounen più amati su questo sito, "Fate/stay Night", e come fossi rimasta sostanzialmente delusa della gestione di un ottimo spunto narrativo. Perché quindi nuocermi la salute e sorbirmi pure una serie prequel con le stesse meccaniche di fondo? In primis, duole dirlo, per il character design dei personaggi. Ritengo Takashi Takeuchi uno dei migliori artisti del settore, per le sue figure di sorprendente freschezza, semplicità e riconoscibilità nel desolante piattume odierno ero-moe. In secundis, la natura del progetto avrebbe escluso da ogni possibile scenario Shiro Emiya, il che non poteva che addurre dei benefici alla Guerra per il Sacro Graal. Infine mi galvanizzava l'idea di ritrovare lo sceneggiatore e la compositrice di "Puella Magi Madoka Magica" alle prese con una licenza Type/Moon.
Senza ulteriori indugi premetto che la fiducia è stata ben riposta e il motivo è presto detto: gli autori hanno corretto praticamente tutti i difetti che avevo rilevato in "Fate/stay Night", quasi obnubilati da una magia a distanza.
Il primo cambiamento, e il più rilevante sotto ogni punto di vista, è che in Fate/zero i protagonisti sono tutti adulti. Non che abbia qualcosa contro i liceali, tant'è vero i miei anime favoriti hanno per protagonisti degli adolescenti; fatto sta che per come la Guerra del Santo Graal è stata concepita (una lotta all'ultimo sangue tra maghi e entità mitologiche da loro evocati, con un unico vincitore) avere per protagonisti delle persone mature è la soluzione più adatta. Basta fregne manichee fra vita e morte, con la netta preferenza della prima anche nelle situazioni più disperate; i nuovi Master hanno talento, abilità e in taluni casi pure piacere nell'uccidere e se la situazione richiede non si tirano mai indietro, anche a costo di coinvolgere civili. In fondo il mito racconta che solo chi ha una forte determinazione riuscirà a impugnare il Graal e a vedere realizzato il proprio desiderio.
Secondo punto a favore: non c'è fanservice. Vuoi che la maggior parte dei Servant non hanno, diciamo così, un aspetto gradevole, vuoi che le poche donne sono castigate in degli abiti che occultano le loro forme e hanno così modo di parlare, oltre che mostrare, la gran parte dello spazio del singolo episodio è riservato ad approfondire passato e motivazioni di ogni guerriero. Intendiamoci, non siamo comunque al livello di un trattato di Jung e tanto meno è richiesta una simile bravura; si può con sicurezza affermare che il cast sia più vario e meglio approfondito di quello di "Fate/stay night".
La mia naturale passione per gli alienati mi porta a preferire Caster e Rider su tutti, ma devo ammettere che è stata Saber a trarre maggior giovamento da questa scelta. Finalmente - sarebbe più opportuno, ahinoi, dire financo - l'algida biondina, scevra da cotte adolescenziali e da scenette erotiche, ha conquistato la dignità che le spetta dal ruolo conferitole nella Guerra e nella Storia. A tal proposito sono lieta di segnalare che diversi aneddoti sui Servants raccontati nell'anime hanno un riscontro reale, ciò palesa delle ricerche storiche approfondite.
L'ultimo punto di svolta, in estrema sintesi, è stato rendere i combattimenti meno shounen di quelli del suo sequel: di conseguenza ci sono meno azione, meno superpoteri, meno urla disumane, e più strategia. Ogni regola della Guerra è conosciuta a menadito dai concorrenti e rigorosamente applicata a svantaggio degli avversari, senza distinzioni tra alleati e nemici. Dal mio punto di vista è consolante che, ogni tanto, in una sana competizione venga applicato un filo il cervello. Di contro l'anime è molto verboso: alcuni episodi sono interamente occupati da dialoghi che, per quanto ben scritti, disattendono le aspettative di botte ed effetti pirotecnici e possono provocare noia ai cultori di Shounen Jump. Cito ad esempio il primo, dove viene fiscalmente descritto lo scenario di partenza, e gli ultimi, all'interno dei quali si discutono argomenti di levatura ben superiore alla portata dell'anime, come la questione di Dio e i requisiti di un giusto sovrano.
Tecnicamente le animazioni sono piuttosto statiche tranne nei combattimenti ove è presente tanta CG giustificata. I disegni sono meno belli di quelli del sequel ma più fedeli agli artworks originali. Le musiche, di chiaro stampo kajuriano, sono orecchiabili e non particolarmente significative.
Per concludere non posso che consigliare Fate/Zero a chiunque sia minimamente interessato agli shounen di ispirazione fantasy. Ci sono due sole limitazioni: la prima è che molti protagonisti di questo titolo sono collegati a doppio filo a quelli della prossima Guerra, per cui si corrono alti rischi di spoilers su "Fate/Stay Night" se non si è conclusa la visione di uno dei suoi molti formati. La seconda è che Fate/Zero è una serie divisa in due stagioni di cui finora è andata trasmessa solo la prima, per cui non posso prevedere dove la trama andrà a parare. D'altro canto sarebbe fuorviante valutare questi 13 episodi in previsione dei prossimi venturi per cui non posso esimermi dal ben stimare quanto guardato. Complimenti, Type-moon: mi hai fregato.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
"Il campo di battaglia è sempre stato nient'altro che un inferno. In guerra non c'è spazio per la speranza. Ciò che resta (ai sopravvissuti) è solo fredda disperazione e un peccato chiamato vittoria, forgiata sul dolore degli sconfitti."
È con queste amare parole che Kiritsugu palesa il suo intimo pensiero e assieme riassume il cuore di questa seconda stagione di Fate/Zero. La Quarta Guerra per il Sacro Graal è ormai entrata nel vivo e non c'è più tempo per mediare ritirate strategiche o fare prigionieri. Non è una competizione pulita, questa: operata tramite l'inganno e la manipolazione, risolta con vili pugnalate alle spalle piuttosto che con un cavalleresco scontro di spade. Si uccide molto, in questi tredici episodi; si generano i traumi che poi segneranno il cast del sequel "Fate/Stay Night". Non si può, quindi, evitare di approfondire i Master e i Servant rimasti, sviscerarli, abbattere loro ogni stilla di determinazione una volta posti di fronte ai crudi compromessi della guerra. Tutto il minutaggio a disposizione è dedicato al loro approfondimento, e personalmente non mi dolgo di avere per questo sacrificato fasi di azione concitata.
Non voglio rischiare di anticipare i numerosi colpi di scena e retroscena che questa seconda parte prevede: il compito che voglio imputare a questa recensione, per quanto umile, è di presentare delle linee guida per meglio apprezzare quel che alcuni di voi vedranno.
Due personalità in perfetta antitesi tra loro giungono in questa serie a una completa maturazione: mi riferisco, ovviamente, a Kirei e Waver. Forse proprio per la loro volontà di mettersi in gioco in quanto insofferenti del rispettivo status, i due percorrono due strade divergenti e finiscono per diventare proprio quello che non si sarebbero mai augurati, un tempo, di essere. Se la vuotezza dell'uno trova unica soddisfazione nel perpetuo stimolo, in una sorta di svogliata reinterpretazione dell'etica leopardiana, l'altro ha modo di snobbare la ricerca del prestigio sociale in cambio della preservazione dei propri interessi. A Master di tale levatura sono stati abbinati dei Servant altrettanto carismatici in grado d'ispirarli tramite il loro esempio. Gli altri personaggi, mancando di tale vivacità intellettuale, crolleranno di fronte al fallimento o più semplicemente spariranno dalla circolazione una volta esaurito il proprio compito.
Per dovere di cronaca devo segnalare due episodi che interrompono bruscamente la narrazione per trattare il passato di Kiritsugu Emiya. Mi è spiaciuta molto sia la loro collocazione sia il loro contenuto: non solo svelano retroscena di scarso interesse, ma - ed è questo l'errore grave - spezzano l'equilibrio faticosamente mantenuto dello spazio riservato ai principali figuranti. In sintesi, Emiya diventa di colpo il protagonista della vicenda; si annulla così quel poco di suspense che coloro i quali fossero ignari di "Fate /stay night" erano riusciti finora a preservare. Perché, mi chiedo, non relegarli in fondo alla serie o in un OAV extra?
La sovrabbondanza di dialoghi è l'altra croce e delizia di Fate/Zero: la serie si premura di spiegare ogni infimo dettaglio, lasciando che la capacità di astrazione dello spettatore abbia la meglio sulla potenza evocativa delle immagini. Non ritengo la scelta in sé errata, anche perché la loro scrittura è encomiabile, ma non è delle più popolari. Chi è giunto fin qua con la visione, comunque, non credo avrà grossi problemi a proseguire.
Ricordo altresì che l'esito della Quarta Guerra era già stato deciso nel sequel, pertanto Urobuchi nella stesura della novel da cui è stato tratto il suddetto anime ha avuto pochissimo spazio di manovra; non si possono che fare applausi allo sceneggiatore per come sia riuscito ad assumere un compito così gravoso senza deludere i fan di Type-Moon, semmai approfondendo ulteriormente le tematiche cardine del videogioco: il prezzo del desiderio, la corruzione del Graal, la formazione dell'eroe, i disastri della guerra e così via.
Voglio infine spendere due parole per il comparto tecnico. Ufotable decise durante la produzione di spezzare Fate/Zero in due stagioni, in modo da mantenere uno standard qualitativo elevato. Le atroci animazioni facciali di episodio 10 sono lì a testimoniare quanto ce ne fosse bisogno, soprattutto per i combattimenti cruciali, i quali, per quanto brevi, hanno avuto infine lo splendore scenico che meritavano. Unica pecca è la CG 'giocattolosa' in certi frangenti, soprattutto nella resa del polipone di Caster e dell'armatura di Berserker. Perfino le musiche raggiungono nuove vette grazie al prezioso contributo delle Kalafina, nelle opening e nella micidiale ending "Manten".
Tirando le somme, Fate/Zero è un ottimo shounen, e fintanto lo si considera tale riesce a intrattenere per mezzo di una trama solida, di personaggi significativi e del rifiuto totale di ammiccamenti per otaku. I palati più esigenti e gli appassionati di "jumpate" si rivolgano altrove, io mi sono divertita tantissimo così.
Senza ulteriori indugi premetto che la fiducia è stata ben riposta e il motivo è presto detto: gli autori hanno corretto praticamente tutti i difetti che avevo rilevato in "Fate/stay Night", quasi obnubilati da una magia a distanza.
Il primo cambiamento, e il più rilevante sotto ogni punto di vista, è che in Fate/zero i protagonisti sono tutti adulti. Non che abbia qualcosa contro i liceali, tant'è vero i miei anime favoriti hanno per protagonisti degli adolescenti; fatto sta che per come la Guerra del Santo Graal è stata concepita (una lotta all'ultimo sangue tra maghi e entità mitologiche da loro evocati, con un unico vincitore) avere per protagonisti delle persone mature è la soluzione più adatta. Basta fregne manichee fra vita e morte, con la netta preferenza della prima anche nelle situazioni più disperate; i nuovi Master hanno talento, abilità e in taluni casi pure piacere nell'uccidere e se la situazione richiede non si tirano mai indietro, anche a costo di coinvolgere civili. In fondo il mito racconta che solo chi ha una forte determinazione riuscirà a impugnare il Graal e a vedere realizzato il proprio desiderio.
Secondo punto a favore: non c'è fanservice. Vuoi che la maggior parte dei Servant non hanno, diciamo così, un aspetto gradevole, vuoi che le poche donne sono castigate in degli abiti che occultano le loro forme e hanno così modo di parlare, oltre che mostrare, la gran parte dello spazio del singolo episodio è riservato ad approfondire passato e motivazioni di ogni guerriero. Intendiamoci, non siamo comunque al livello di un trattato di Jung e tanto meno è richiesta una simile bravura; si può con sicurezza affermare che il cast sia più vario e meglio approfondito di quello di "Fate/stay night".
La mia naturale passione per gli alienati mi porta a preferire Caster e Rider su tutti, ma devo ammettere che è stata Saber a trarre maggior giovamento da questa scelta. Finalmente - sarebbe più opportuno, ahinoi, dire financo - l'algida biondina, scevra da cotte adolescenziali e da scenette erotiche, ha conquistato la dignità che le spetta dal ruolo conferitole nella Guerra e nella Storia. A tal proposito sono lieta di segnalare che diversi aneddoti sui Servants raccontati nell'anime hanno un riscontro reale, ciò palesa delle ricerche storiche approfondite.
L'ultimo punto di svolta, in estrema sintesi, è stato rendere i combattimenti meno shounen di quelli del suo sequel: di conseguenza ci sono meno azione, meno superpoteri, meno urla disumane, e più strategia. Ogni regola della Guerra è conosciuta a menadito dai concorrenti e rigorosamente applicata a svantaggio degli avversari, senza distinzioni tra alleati e nemici. Dal mio punto di vista è consolante che, ogni tanto, in una sana competizione venga applicato un filo il cervello. Di contro l'anime è molto verboso: alcuni episodi sono interamente occupati da dialoghi che, per quanto ben scritti, disattendono le aspettative di botte ed effetti pirotecnici e possono provocare noia ai cultori di Shounen Jump. Cito ad esempio il primo, dove viene fiscalmente descritto lo scenario di partenza, e gli ultimi, all'interno dei quali si discutono argomenti di levatura ben superiore alla portata dell'anime, come la questione di Dio e i requisiti di un giusto sovrano.
Tecnicamente le animazioni sono piuttosto statiche tranne nei combattimenti ove è presente tanta CG giustificata. I disegni sono meno belli di quelli del sequel ma più fedeli agli artworks originali. Le musiche, di chiaro stampo kajuriano, sono orecchiabili e non particolarmente significative.
Per concludere non posso che consigliare Fate/Zero a chiunque sia minimamente interessato agli shounen di ispirazione fantasy. Ci sono due sole limitazioni: la prima è che molti protagonisti di questo titolo sono collegati a doppio filo a quelli della prossima Guerra, per cui si corrono alti rischi di spoilers su "Fate/Stay Night" se non si è conclusa la visione di uno dei suoi molti formati. La seconda è che Fate/Zero è una serie divisa in due stagioni di cui finora è andata trasmessa solo la prima, per cui non posso prevedere dove la trama andrà a parare. D'altro canto sarebbe fuorviante valutare questi 13 episodi in previsione dei prossimi venturi per cui non posso esimermi dal ben stimare quanto guardato. Complimenti, Type-moon: mi hai fregato.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
"Il campo di battaglia è sempre stato nient'altro che un inferno. In guerra non c'è spazio per la speranza. Ciò che resta (ai sopravvissuti) è solo fredda disperazione e un peccato chiamato vittoria, forgiata sul dolore degli sconfitti."
È con queste amare parole che Kiritsugu palesa il suo intimo pensiero e assieme riassume il cuore di questa seconda stagione di Fate/Zero. La Quarta Guerra per il Sacro Graal è ormai entrata nel vivo e non c'è più tempo per mediare ritirate strategiche o fare prigionieri. Non è una competizione pulita, questa: operata tramite l'inganno e la manipolazione, risolta con vili pugnalate alle spalle piuttosto che con un cavalleresco scontro di spade. Si uccide molto, in questi tredici episodi; si generano i traumi che poi segneranno il cast del sequel "Fate/Stay Night". Non si può, quindi, evitare di approfondire i Master e i Servant rimasti, sviscerarli, abbattere loro ogni stilla di determinazione una volta posti di fronte ai crudi compromessi della guerra. Tutto il minutaggio a disposizione è dedicato al loro approfondimento, e personalmente non mi dolgo di avere per questo sacrificato fasi di azione concitata.
Non voglio rischiare di anticipare i numerosi colpi di scena e retroscena che questa seconda parte prevede: il compito che voglio imputare a questa recensione, per quanto umile, è di presentare delle linee guida per meglio apprezzare quel che alcuni di voi vedranno.
Due personalità in perfetta antitesi tra loro giungono in questa serie a una completa maturazione: mi riferisco, ovviamente, a Kirei e Waver. Forse proprio per la loro volontà di mettersi in gioco in quanto insofferenti del rispettivo status, i due percorrono due strade divergenti e finiscono per diventare proprio quello che non si sarebbero mai augurati, un tempo, di essere. Se la vuotezza dell'uno trova unica soddisfazione nel perpetuo stimolo, in una sorta di svogliata reinterpretazione dell'etica leopardiana, l'altro ha modo di snobbare la ricerca del prestigio sociale in cambio della preservazione dei propri interessi. A Master di tale levatura sono stati abbinati dei Servant altrettanto carismatici in grado d'ispirarli tramite il loro esempio. Gli altri personaggi, mancando di tale vivacità intellettuale, crolleranno di fronte al fallimento o più semplicemente spariranno dalla circolazione una volta esaurito il proprio compito.
Per dovere di cronaca devo segnalare due episodi che interrompono bruscamente la narrazione per trattare il passato di Kiritsugu Emiya. Mi è spiaciuta molto sia la loro collocazione sia il loro contenuto: non solo svelano retroscena di scarso interesse, ma - ed è questo l'errore grave - spezzano l'equilibrio faticosamente mantenuto dello spazio riservato ai principali figuranti. In sintesi, Emiya diventa di colpo il protagonista della vicenda; si annulla così quel poco di suspense che coloro i quali fossero ignari di "Fate /stay night" erano riusciti finora a preservare. Perché, mi chiedo, non relegarli in fondo alla serie o in un OAV extra?
La sovrabbondanza di dialoghi è l'altra croce e delizia di Fate/Zero: la serie si premura di spiegare ogni infimo dettaglio, lasciando che la capacità di astrazione dello spettatore abbia la meglio sulla potenza evocativa delle immagini. Non ritengo la scelta in sé errata, anche perché la loro scrittura è encomiabile, ma non è delle più popolari. Chi è giunto fin qua con la visione, comunque, non credo avrà grossi problemi a proseguire.
Ricordo altresì che l'esito della Quarta Guerra era già stato deciso nel sequel, pertanto Urobuchi nella stesura della novel da cui è stato tratto il suddetto anime ha avuto pochissimo spazio di manovra; non si possono che fare applausi allo sceneggiatore per come sia riuscito ad assumere un compito così gravoso senza deludere i fan di Type-Moon, semmai approfondendo ulteriormente le tematiche cardine del videogioco: il prezzo del desiderio, la corruzione del Graal, la formazione dell'eroe, i disastri della guerra e così via.
Voglio infine spendere due parole per il comparto tecnico. Ufotable decise durante la produzione di spezzare Fate/Zero in due stagioni, in modo da mantenere uno standard qualitativo elevato. Le atroci animazioni facciali di episodio 10 sono lì a testimoniare quanto ce ne fosse bisogno, soprattutto per i combattimenti cruciali, i quali, per quanto brevi, hanno avuto infine lo splendore scenico che meritavano. Unica pecca è la CG 'giocattolosa' in certi frangenti, soprattutto nella resa del polipone di Caster e dell'armatura di Berserker. Perfino le musiche raggiungono nuove vette grazie al prezioso contributo delle Kalafina, nelle opening e nella micidiale ending "Manten".
Tirando le somme, Fate/Zero è un ottimo shounen, e fintanto lo si considera tale riesce a intrattenere per mezzo di una trama solida, di personaggi significativi e del rifiuto totale di ammiccamenti per otaku. I palati più esigenti e gli appassionati di "jumpate" si rivolgano altrove, io mi sono divertita tantissimo così.
In questa recensione vi possono essere spoiler
"Fate Zero" è la trasposizione animata dell'omonima light novel, che non è altro che il prequel della ben nota visual novel "Fate Stay Night". La storia è ambientata 10 anni prima gli avvenimenti di "Fate Stay Night", dove il padre adottivo di Emiya Shirou, Kiritsugu conosciuto come 'Mago Killer', parteciperà alla Quarta Guerra per il Santo Graal evocando il ben noto Servant Saber.
Subito dal primo episodio si notano profonde differenze dalla serie principale: l'atmosfera qui è molto più cupa, matura e cruenta rispetto a quella della serie principale: qui i contendenti sono quasi tutti uomini adulti esperti in magia, pronti a vincere senza farsi troppi scrupoli usando qualsiasi mezzo, basta prendere in considerazione il protagonista. Emiya Kiritsugu pur di vincere e vedere esaudito il suo desiderio usa qualsiasi mezzo, tanto da esser conosciuto come 'Mago Killer' per la sua abilità nell'uccidere i maghi (non senza rimorsi). Shirou invece pur di non coinvolgere nessuno sacrificherebbe la propria vita e non ha un gran interesse per il Graal (all'inizio); il clima che vi si respira è proprio quello di una guerra all'ultimo sangue senza quartiere.
Benché la trama sia ben nota così come anche il finale, essa è ben narrata e coinvolge lo spettatore grazie ai begli scontri, pochi ma belli, e a dialoghi non solo interessanti ma indispensabili per una maggior comprensione della trama e dei personaggi.
I personaggi sono in generale ben caratterizzati, ognuno con la sua personalità e la sua motivazione nel partecipare a questa guerra, anche se i più caratteristici sono a mio parere la coppia Rider, carismatico e di buon cuore, tranne quando combatte, e il suo Master, unici elementi 'comici' di quest'anime - dove la comicità non è la parte preponderante - il cui rapporto si evolverà diventando quasi di padre-figlio.
Altri personaggi che trovo notevoli sono Caster, la cui follia e crudeltà colpirà, nel bene o nel male, lo spettatore, e Kotomine Kirei. Di quest'ultimo vedremo pian piano il cambiamento che lo porterà a diventare il principale antagonista nella serie principale, da prete senza sogni e ideali a un essere manipolatore e sadico, facilitata dalla figura mefistofelica di Archer, personaggio assai più complesso di quanto può sembrare.
Confesso che certi personaggi, protagonista incluso, avrei preferito che fossero stati maggiormente approfonditi, tuttavia questo può essere ben risolto nella seconda stagione.
Le animazioni sono di ottima qualità, molto fluide e i colori ben nitidi: gli effetti di luce sono ben resi, soprattutto nei combattimenti molto spettacolari e dinamici.
Nota di merito per la colonna sonora, soprattutto le musiche dei combattimenti che sono evocative, quasi a sottolineare l'epicità della trama e ben adatte al contesto, opening ed ending incluse.
Il finale si può dire che è inesistente, visto che si interrompe bruscamente (per non dire sul più bello, per rendere l'idea), ma ciò è dovuto al fatto che l'anime è in pausa fino ad aprile; un bel modo per aumentare la suspense.
La prima serie di "Fate Zero", la si può definire un piccolo gioiello del 2011, una bella sorpresa, i cui punti di forza sono una trama matura e ben raccontata, dei personaggi carismatici, alcuni, altri meno, e il ritmo forse un po' calante alla fine ma neanche troppo, migliore sotto molti punti di vista a quello della serie principale. Ora speriamo che la seconda parte sia altrettanta bella, visto che si dovrebbe raggiungere l'apice di questa guerra. Do un 8 a questi 13 episodi perché la trama si interrompe a metà, senza un finale vero e proprio. Credo che sarebbe stato più facile dare un voto all'anime nella sua completezza, ma per questo si dovrà aspettare ancora un po'.
"Fate Zero" è la trasposizione animata dell'omonima light novel, che non è altro che il prequel della ben nota visual novel "Fate Stay Night". La storia è ambientata 10 anni prima gli avvenimenti di "Fate Stay Night", dove il padre adottivo di Emiya Shirou, Kiritsugu conosciuto come 'Mago Killer', parteciperà alla Quarta Guerra per il Santo Graal evocando il ben noto Servant Saber.
Subito dal primo episodio si notano profonde differenze dalla serie principale: l'atmosfera qui è molto più cupa, matura e cruenta rispetto a quella della serie principale: qui i contendenti sono quasi tutti uomini adulti esperti in magia, pronti a vincere senza farsi troppi scrupoli usando qualsiasi mezzo, basta prendere in considerazione il protagonista. Emiya Kiritsugu pur di vincere e vedere esaudito il suo desiderio usa qualsiasi mezzo, tanto da esser conosciuto come 'Mago Killer' per la sua abilità nell'uccidere i maghi (non senza rimorsi). Shirou invece pur di non coinvolgere nessuno sacrificherebbe la propria vita e non ha un gran interesse per il Graal (all'inizio); il clima che vi si respira è proprio quello di una guerra all'ultimo sangue senza quartiere.
Benché la trama sia ben nota così come anche il finale, essa è ben narrata e coinvolge lo spettatore grazie ai begli scontri, pochi ma belli, e a dialoghi non solo interessanti ma indispensabili per una maggior comprensione della trama e dei personaggi.
I personaggi sono in generale ben caratterizzati, ognuno con la sua personalità e la sua motivazione nel partecipare a questa guerra, anche se i più caratteristici sono a mio parere la coppia Rider, carismatico e di buon cuore, tranne quando combatte, e il suo Master, unici elementi 'comici' di quest'anime - dove la comicità non è la parte preponderante - il cui rapporto si evolverà diventando quasi di padre-figlio.
Altri personaggi che trovo notevoli sono Caster, la cui follia e crudeltà colpirà, nel bene o nel male, lo spettatore, e Kotomine Kirei. Di quest'ultimo vedremo pian piano il cambiamento che lo porterà a diventare il principale antagonista nella serie principale, da prete senza sogni e ideali a un essere manipolatore e sadico, facilitata dalla figura mefistofelica di Archer, personaggio assai più complesso di quanto può sembrare.
Confesso che certi personaggi, protagonista incluso, avrei preferito che fossero stati maggiormente approfonditi, tuttavia questo può essere ben risolto nella seconda stagione.
Le animazioni sono di ottima qualità, molto fluide e i colori ben nitidi: gli effetti di luce sono ben resi, soprattutto nei combattimenti molto spettacolari e dinamici.
Nota di merito per la colonna sonora, soprattutto le musiche dei combattimenti che sono evocative, quasi a sottolineare l'epicità della trama e ben adatte al contesto, opening ed ending incluse.
Il finale si può dire che è inesistente, visto che si interrompe bruscamente (per non dire sul più bello, per rendere l'idea), ma ciò è dovuto al fatto che l'anime è in pausa fino ad aprile; un bel modo per aumentare la suspense.
La prima serie di "Fate Zero", la si può definire un piccolo gioiello del 2011, una bella sorpresa, i cui punti di forza sono una trama matura e ben raccontata, dei personaggi carismatici, alcuni, altri meno, e il ritmo forse un po' calante alla fine ma neanche troppo, migliore sotto molti punti di vista a quello della serie principale. Ora speriamo che la seconda parte sia altrettanta bella, visto che si dovrebbe raggiungere l'apice di questa guerra. Do un 8 a questi 13 episodi perché la trama si interrompe a metà, senza un finale vero e proprio. Credo che sarebbe stato più facile dare un voto all'anime nella sua completezza, ma per questo si dovrà aspettare ancora un po'.
Lo ritengo un anime straordinario, che consiglio assolutamente. "Fate/Zero" è il prequel di "Fate/Stay Night", ma a mio parere è nettamente superiore sotto ogni aspetto al suo predecessore. La trama è abbastanza "semplice": durante la Quarta Guerra per il Graal, sette Master si sfidano per il possesso del leggendario artefatto, utilizzando i loro Servant per combattere. I Servant sono antichi eroi, come Alessandro Magno o Gilgamesh, e sono tutti dotati di poteri straordinari.
Come ho già detto, ritengo che questa serie sia assolutamente superiore rispetto a "Fate/Stay Night". Tralasciando il settore grafico (è ovvio che quello del prequel sia migliore, dato che sono passati diversi anni dalla realizzazione di "Stay Night"), "Zero" ha una colonna sonora eccezionale, capace di coinvolgerti al meglio nelle battaglie; la trama si delinea ottimamente, senza concentrarsi solo sui due personaggi principali, ma spaziando su ogni Master e Servant.
Il punto di forza di "Fate/Zero", a mio giudizio, sono proprio i personaggi: ben delineati, ognuno dotato di un carattere differente, motivazioni diverse e, soprattutto, sono adulti. Eccetto Waver, ciascuno di loro è pronto a fare qualsiasi cosa pur di vincere la guerra (emblematico è il caso del protagonista, Emiya Kiritsugu, ben diverso da quel mollaccione di Shirou!), e non si fanno troppi problemi a coinvolgere degli innocenti nelle loro battaglie. Invece di girare per la città cercando i propri avversari, usano la tecnologia, oppure spiano gli altri Master, ciascuno utilizzando la propria strategia. E' interessante anche vedere il modo in cui la differente ideologia di ognuno dei personaggi li porti a scontrarsi, come nel caso di Saber e Rider.
Insomma, pur impegnandomi non riesco a trovare punti deboli in questa serie: le animazioni sono eccellenti, e ogni battaglia ti tiene con il fiato sospeso, perché l'esito non non è mai scontato. Lo consiglio vivamente.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
"Fate/Zero" (2012) è la seconda parte dell'anime di "Fate/Zero", prequel del famoso "Stay Night". Kiritsugu Emiya, Magus Killer che lavora per la famiglia von Einzbern, è uno dei prescelti per combattere la quarta guerra del Graal, un misterioso manufatto in grado di esaudire qualsiasi desiderio. Emiya è il Master di Saber, uno dei Servant più potenti, che in realtà è Arturia, re di Britannia. Avevo dato alla prima parte un 10 per me più che meritato, purtroppo ho dovuto abbassarlo, non posso confermarlo dopo la visione della seconda.
I personaggi sono gli stessi, eccetto per alcuni che spariranno praticamente subito - vengono ammazzati, ovviamente - e il protagonista indiscusso è Kiritsugu; forse è anche per questo che la serie mi è piaciuta di meno, dato che trovo lo simpatico quanto un dito nell'occhio. Veniamo a sapere molto più riguardo il suo passato e su come sia diventato un Magus Killer; vengono anche inseriti nella serie molti elementi horror, tra cui zombie, ghoul, vampiri e compagnia bella. Dopo dodici episodi, sfido chiunque a riuscire a tollerare Kiritsugu, invece di volergli tirare un cartone sulla faccia.
In "Fate 2012" ci si concentra meno sull'approfondimento dei personaggi (eccetto, ovviamente, che su Kiritsugu) e più sui combattimenti; per quanto siano realizzati splendidamente, ci sono stati vari momenti in cui l'animazione non ci ha convinta del tutto, vedi Archer vs. Berseker, ad esempio. Bella l'ending, ma per l'opening preferivo decisamente la precedente.
I combattimenti sono ottimi, ma mi sembra che si siano indirizzati maggiormente sullo stile "shounen", con tante mazzate e poco criterio. Lo scontro tra Archer e Rider mi ha abbastanza delusa, nonostante tutta l'epicità. Insomma, rimane una serie consigliatissima, ma la prima parte, almeno a mio giudizio, è migliore.
Come ho già detto, ritengo che questa serie sia assolutamente superiore rispetto a "Fate/Stay Night". Tralasciando il settore grafico (è ovvio che quello del prequel sia migliore, dato che sono passati diversi anni dalla realizzazione di "Stay Night"), "Zero" ha una colonna sonora eccezionale, capace di coinvolgerti al meglio nelle battaglie; la trama si delinea ottimamente, senza concentrarsi solo sui due personaggi principali, ma spaziando su ogni Master e Servant.
Il punto di forza di "Fate/Zero", a mio giudizio, sono proprio i personaggi: ben delineati, ognuno dotato di un carattere differente, motivazioni diverse e, soprattutto, sono adulti. Eccetto Waver, ciascuno di loro è pronto a fare qualsiasi cosa pur di vincere la guerra (emblematico è il caso del protagonista, Emiya Kiritsugu, ben diverso da quel mollaccione di Shirou!), e non si fanno troppi problemi a coinvolgere degli innocenti nelle loro battaglie. Invece di girare per la città cercando i propri avversari, usano la tecnologia, oppure spiano gli altri Master, ciascuno utilizzando la propria strategia. E' interessante anche vedere il modo in cui la differente ideologia di ognuno dei personaggi li porti a scontrarsi, come nel caso di Saber e Rider.
Insomma, pur impegnandomi non riesco a trovare punti deboli in questa serie: le animazioni sono eccellenti, e ogni battaglia ti tiene con il fiato sospeso, perché l'esito non non è mai scontato. Lo consiglio vivamente.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
"Fate/Zero" (2012) è la seconda parte dell'anime di "Fate/Zero", prequel del famoso "Stay Night". Kiritsugu Emiya, Magus Killer che lavora per la famiglia von Einzbern, è uno dei prescelti per combattere la quarta guerra del Graal, un misterioso manufatto in grado di esaudire qualsiasi desiderio. Emiya è il Master di Saber, uno dei Servant più potenti, che in realtà è Arturia, re di Britannia. Avevo dato alla prima parte un 10 per me più che meritato, purtroppo ho dovuto abbassarlo, non posso confermarlo dopo la visione della seconda.
I personaggi sono gli stessi, eccetto per alcuni che spariranno praticamente subito - vengono ammazzati, ovviamente - e il protagonista indiscusso è Kiritsugu; forse è anche per questo che la serie mi è piaciuta di meno, dato che trovo lo simpatico quanto un dito nell'occhio. Veniamo a sapere molto più riguardo il suo passato e su come sia diventato un Magus Killer; vengono anche inseriti nella serie molti elementi horror, tra cui zombie, ghoul, vampiri e compagnia bella. Dopo dodici episodi, sfido chiunque a riuscire a tollerare Kiritsugu, invece di volergli tirare un cartone sulla faccia.
In "Fate 2012" ci si concentra meno sull'approfondimento dei personaggi (eccetto, ovviamente, che su Kiritsugu) e più sui combattimenti; per quanto siano realizzati splendidamente, ci sono stati vari momenti in cui l'animazione non ci ha convinta del tutto, vedi Archer vs. Berseker, ad esempio. Bella l'ending, ma per l'opening preferivo decisamente la precedente.
I combattimenti sono ottimi, ma mi sembra che si siano indirizzati maggiormente sullo stile "shounen", con tante mazzate e poco criterio. Lo scontro tra Archer e Rider mi ha abbastanza delusa, nonostante tutta l'epicità. Insomma, rimane una serie consigliatissima, ma la prima parte, almeno a mio giudizio, è migliore.
Spettacolare. Raramente si trovano anime di questa caratura, con una cura verso i personaggi, la storia, la musica, i dettagli grafici in ogni episodio a un livello che oserei definire cinematografico. Sebbene la storia assuma molto più spessore per chi già conosce almeno a grandi linee "Fate/stay night" (in particolare molti punti della trama sono legati all'ultimo scenario della visual novel originale, l'unico mai traslato in anime) quest'ultimo non è strettamente necessaria per godere di quest'opera: le basi che stanno dietro alla Guerra del Santo Graal sono ben spiegate e comprensibili fin dal primo episodio.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Uno degli anime migliori che abbia avuto l'occasione di vedere. La seconda stagione di Fate/Zero riprende dal cliffhanger del finale della prima, e continua nel combattimento contro Caster. Se la prima stagione è stata di dialogo e introspezione, con qualche rara scena d'azione, qui è l'intrigo a prendere piede.
Altra differenza tra la precedente stagione e questa è la scomparsa della struttura corale creata dal grande numero di personaggi iniziali.
Eliminati in fretta i primi Servant e Master, messa in secondo piano, anche se non del tutto accantonata, Saber (giustamente, visto che il grosso della sua storia avverrà nel sequel), e con la bellezza di due episodi flashback dedicati a lui è Emiya Kiritsugu a imporsi sulla scena: disposto a tutto pur di realizzare il suo desiderio, sacrificando ad esso tutte le cose che egli considera care, Kiritsugu vedrà prima la situazione uscire sempre più del suo controllo e, infine, i suoi sogni ridotti letteralmente in cenere. Ma questo è un prequel, e lo sapevamo: la maggior parte dei protagonisti doveva morire o fallire, così che i cattivi vincessero e tra dieci anni (tempo ridotto rispetto ai canonici 60 da alcuni fattori non esplicitamente spiegati, ma anche dalla distruzione avvenuta alla fine di questo prequel del recipiente ormai del Graal quando esso era quasi del tutto colmo, se volete saperlo) Fate/stay night potesse avere luogo. Ciò che è disposto a fare Kiritsugu per ottenere il Graal, gli sforzi disumani di Kariya per salvare Sakura, il disperato scontro tra Rider e Archer... tutto questo viene arricchito, non sminuito dal conoscere il tragico e inevitabile finale che li aspetta. Man mano che si avanza la libertà d'azione si fa più stretta, e il senso di inevitabile e di morte sempre più vivo e reale.
E difatti, dalla fine del 24 episodio in poi ogni azione dei nostri è un macigno reso inevitabile dalla trama che lo precede tanto quanto la trama che lo seguirà: la morte di Kotomine per mani di Kiritsugu, la maledizione di Angra Mainyu, la distruzione del Graal, l'incendio, la resurrezione di Kotomine, l'incarnazione di Gilgamesh, il salvataggio di Shirou. La scena ultima è proprio la scena di morte di Kiritsugu, quel dialogo con Shirou sotto la luna che diventerà la causa fondante delle azioni del figlio adottivo, quel "voler essere un eroe" che è stato, e sarà, sia salvezza che condanna per entrambi.
Complessivamente una grande opera, che sono stato lieto di aver potuto guardare. Se devo trovare un difetto, questo sta negli ultimi episodi, in cui si avverte una certa compressione degli eventi, ma probabilmente la cosa verrà sistemata nei BD.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Uno degli anime migliori che abbia avuto l'occasione di vedere. La seconda stagione di Fate/Zero riprende dal cliffhanger del finale della prima, e continua nel combattimento contro Caster. Se la prima stagione è stata di dialogo e introspezione, con qualche rara scena d'azione, qui è l'intrigo a prendere piede.
Altra differenza tra la precedente stagione e questa è la scomparsa della struttura corale creata dal grande numero di personaggi iniziali.
Eliminati in fretta i primi Servant e Master, messa in secondo piano, anche se non del tutto accantonata, Saber (giustamente, visto che il grosso della sua storia avverrà nel sequel), e con la bellezza di due episodi flashback dedicati a lui è Emiya Kiritsugu a imporsi sulla scena: disposto a tutto pur di realizzare il suo desiderio, sacrificando ad esso tutte le cose che egli considera care, Kiritsugu vedrà prima la situazione uscire sempre più del suo controllo e, infine, i suoi sogni ridotti letteralmente in cenere. Ma questo è un prequel, e lo sapevamo: la maggior parte dei protagonisti doveva morire o fallire, così che i cattivi vincessero e tra dieci anni (tempo ridotto rispetto ai canonici 60 da alcuni fattori non esplicitamente spiegati, ma anche dalla distruzione avvenuta alla fine di questo prequel del recipiente ormai del Graal quando esso era quasi del tutto colmo, se volete saperlo) Fate/stay night potesse avere luogo. Ciò che è disposto a fare Kiritsugu per ottenere il Graal, gli sforzi disumani di Kariya per salvare Sakura, il disperato scontro tra Rider e Archer... tutto questo viene arricchito, non sminuito dal conoscere il tragico e inevitabile finale che li aspetta. Man mano che si avanza la libertà d'azione si fa più stretta, e il senso di inevitabile e di morte sempre più vivo e reale.
E difatti, dalla fine del 24 episodio in poi ogni azione dei nostri è un macigno reso inevitabile dalla trama che lo precede tanto quanto la trama che lo seguirà: la morte di Kotomine per mani di Kiritsugu, la maledizione di Angra Mainyu, la distruzione del Graal, l'incendio, la resurrezione di Kotomine, l'incarnazione di Gilgamesh, il salvataggio di Shirou. La scena ultima è proprio la scena di morte di Kiritsugu, quel dialogo con Shirou sotto la luna che diventerà la causa fondante delle azioni del figlio adottivo, quel "voler essere un eroe" che è stato, e sarà, sia salvezza che condanna per entrambi.
Complessivamente una grande opera, che sono stato lieto di aver potuto guardare. Se devo trovare un difetto, questo sta negli ultimi episodi, in cui si avverte una certa compressione degli eventi, ma probabilmente la cosa verrà sistemata nei BD.
La ritengo una serie davvero stupenda. "Fate/zero" nasce come prequel della serie "Fate/stay night": nel corso di questa serie veniamo a conoscenza di molti di quei retroscena ai quali nella prima serie non sempre viene fornita una spiegazione. Conosciamo più da vicino personaggi di cui si è molto parlato nella prima serie e si scoprono dettagli molto interessanti sui rapporti che legano questi personaggi.
Sia dal punto di vista grafico sia da quello tematico, "Fate/Zero" è davvero ammirevole. La grafica è sempre eccezionale, molto al di sopra di quella della prima serie, e, per quanto riguarda la trama, è sviluppata in maniera eccellente, permettendo a chi conosce la prima serie di comprendere molti dettagli che avevano trovato poco spazio e, allo stesso tempo, permettendo a coloro che non hanno visto "Fate/stay Night" di entrare in quest'universo di lotte e spiriti eroici. Eccezionali trovo anche i personaggi, che sono davvero ben caratterizzati sia nella grafica sia nelle loro personalità. "Fate/Zero" è consigliatissimo a tutti.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Eccellente continuazione di "Fate/zero": la storia riprende da dove era stata interrotta. Se nella prima parte era stato dato molto spazio alla caratterizzazione dei personaggio, in questa seconda parte si passa ai duelli tra i vari protagonisti, anche se molto spesso l'azione viene troncata per dare spazio all'approfondimento di alcune vicende. A dir poco perfetto il finale che si aggancia con estrema naturalezza a "Fate/stay night" dando a tutti e a tutto il giusto spazio, senza quindi lasciare nulla in sospeso. L'unica piccola pecca è che alcune scene di azione potevano essere sviluppate meglio, però per il resto non ho niente da ridire. "Fate/Zero" è un anime consigliatissimo non solo agli appassionati di "Fate/stay night" ma anche a chi si approccia a questa storia per la prima volta.
Sia dal punto di vista grafico sia da quello tematico, "Fate/Zero" è davvero ammirevole. La grafica è sempre eccezionale, molto al di sopra di quella della prima serie, e, per quanto riguarda la trama, è sviluppata in maniera eccellente, permettendo a chi conosce la prima serie di comprendere molti dettagli che avevano trovato poco spazio e, allo stesso tempo, permettendo a coloro che non hanno visto "Fate/stay Night" di entrare in quest'universo di lotte e spiriti eroici. Eccezionali trovo anche i personaggi, che sono davvero ben caratterizzati sia nella grafica sia nelle loro personalità. "Fate/Zero" è consigliatissimo a tutti.
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
Eccellente continuazione di "Fate/zero": la storia riprende da dove era stata interrotta. Se nella prima parte era stato dato molto spazio alla caratterizzazione dei personaggio, in questa seconda parte si passa ai duelli tra i vari protagonisti, anche se molto spesso l'azione viene troncata per dare spazio all'approfondimento di alcune vicende. A dir poco perfetto il finale che si aggancia con estrema naturalezza a "Fate/stay night" dando a tutti e a tutto il giusto spazio, senza quindi lasciare nulla in sospeso. L'unica piccola pecca è che alcune scene di azione potevano essere sviluppate meglio, però per il resto non ho niente da ridire. "Fate/Zero" è un anime consigliatissimo non solo agli appassionati di "Fate/stay night" ma anche a chi si approccia a questa storia per la prima volta.
Ammetto che sono un grande fan della serie, e inizialmente avevo un po' il timore che "Zero" deludesse le mie aspettative. Ho sbagliato di brutto la mia valutazione, perché devo dire che questa serie a mio parere si rivela anche meglio dell'originale.
La trama di base è sempre la stessa, tratta della battaglia per la conquista del Santo Graal e temporalmente è il prequel di "Fate/Stay". La storia è sempre la stessa, ci sono sempre sette master e sette servant (anime di spiriti eroici) che devono uccidersi fra loro. La cosa in cui si differenzia dall'originale è semplice ma sufficiente a cambiare l'impostazione della serie. I protagonisti sono degli adulti. Adesso non voglio discriminare i teenager protagonisti, ma mi sa proprio che lo farò.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Tanto per cominciare Saber ha finalmente riposto quel suo completino da cortigiana tanto caro a Emiya in cambio di un completino da mafiosa in pieno stile Vongola, riappropriandosi della sua dignità di Re dei cavalieri .E' finalmente al servizio di qualcuno - Kiritsugu, padre adottivo di Emiya - che non si fa scrupoli a radere al suolo edifici pur di raggiungere il suo scopo, che fortunatamente non è il portarsi a letto la classica scolaretta giappo. Un altro punto a favore è che i protagonisti sono tutti dei bastardi di prima categoria
Fine parte contenente spoiler
Lasciando perdere le cretinate anti-teen, anche questa serie presenta una veste grafica pazzesca e una trama che punta a riempire alcuni buchi lasciati in sospeso. La cosa che finora mi ha sorpreso di più è che, pur avendo tra le mani la stessa storia, gli autori sono riusciti a produrre una serie completamente differente come tematiche. Per quanto mi riguarda è consigliatissima a tutti, anche se per una migliore comprensione consiglio la visione degli altri titoli prima.
La trama di base è sempre la stessa, tratta della battaglia per la conquista del Santo Graal e temporalmente è il prequel di "Fate/Stay". La storia è sempre la stessa, ci sono sempre sette master e sette servant (anime di spiriti eroici) che devono uccidersi fra loro. La cosa in cui si differenzia dall'originale è semplice ma sufficiente a cambiare l'impostazione della serie. I protagonisti sono degli adulti. Adesso non voglio discriminare i teenager protagonisti, ma mi sa proprio che lo farò.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Tanto per cominciare Saber ha finalmente riposto quel suo completino da cortigiana tanto caro a Emiya in cambio di un completino da mafiosa in pieno stile Vongola, riappropriandosi della sua dignità di Re dei cavalieri .E' finalmente al servizio di qualcuno - Kiritsugu, padre adottivo di Emiya - che non si fa scrupoli a radere al suolo edifici pur di raggiungere il suo scopo, che fortunatamente non è il portarsi a letto la classica scolaretta giappo. Un altro punto a favore è che i protagonisti sono tutti dei bastardi di prima categoria
Fine parte contenente spoiler
Lasciando perdere le cretinate anti-teen, anche questa serie presenta una veste grafica pazzesca e una trama che punta a riempire alcuni buchi lasciati in sospeso. La cosa che finora mi ha sorpreso di più è che, pur avendo tra le mani la stessa storia, gli autori sono riusciti a produrre una serie completamente differente come tematiche. Per quanto mi riguarda è consigliatissima a tutti, anche se per una migliore comprensione consiglio la visione degli altri titoli prima.