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MephistNecromancer

Episodi visti: 26/25 --- Voto 8
Aah... Finalmente posso valutare un'opera comparandola all'originale di riferimento e fare i dovuti paragoni fra "serie presa da sola" e "serie rapportata al gioco di provenienza".

"Persona 4 The Animation", anime del 2011, narra della storia di un ragazzo di nome Yuu Narukami che, a seguito del trasferimento lavorativo dei suoi genitori, viene mandato a casa di suo zio Ryotaro Dojima, nella cittadina di Inaba, per continuare i suoi normali studi liceali. In tale città, poco dopo il suo arrivo, viene ritrovato il cadavere di una donna, appeso a un palazzo come macabro monito di qualcosa. Quest'omicidio non sarà l'unico a sconvolgere la tranquilla cittadina, e il nostro Yuu, insieme agli amici che si farà sul suo cammino, è determinato a scoprire chi è il colpevole.

Allora... Da poco ho finito di giocare a "Persona 4 Golden" dopo il suo porting su PC, e personalmente lo reputo un grandissimo gioco con una scrittura che dire "ottima" è riduttivo; l'anime, nonostante alcune palesi scelte discutibili, riesce nel suo intento di trasporre gli ottimi personaggi. C'è da dire che anche nel gioco la trama fa certe scelte a tromba in alcuni frangenti, soprattutto nella gestione delle rivelazioni finali, quindi il dover dire che l'anime di "Persona 4" fa pure gli stessi errori del gioco mi fa davvero sorridere.
Come riassumere i temi che vengono trattati all'interno di questo anime? Mi bastano un paio di frasi: "Tutti abbiamo un lato oscuro dentro di noi, tutti abbiamo una parte di noi che vorremmo non esistesse, ma noi siamo noi stessi anche nel nostro peggio, dobbiamo accettare anche i nostri difetti e le nostre paure, e dominarli. Solo così riusciremo ad essere in pace con noi stessi e a diventare delle persone migliori".
Con l'escamotage della caccia all'assassino, tutti i personaggi protagonisti si ritroveranno a fare i conti con la personificazione della parte peggiore del loro carattere o dei loro più grandi timori, imparando così ad accettare quelle sfaccettature che avrebbero voluto solo eliminare. Questa è una cosa che, soprattutto nel gioco, dà ai personaggi spesso moltissime chiavi di lettura per molti malesseri interiori, anche parecchio seri. Nell'anime questa cosa, seppur abbia semplificato alcuni personaggi come Yosuke, tutto sommato si mantiene, ma alcune delle complessità purtroppo si vanno a perdere, così come alcune scene sono state tagliate, dando spazio a personaggi che nel gioco sono secondari e opzionali. La colpa di questa cosa la do principalmente alla durata. Sì, sono ventisei episodi, che sono pure tanti, ma c'è da tenere presente che anche il gioco è estremamente lungo e complesso, oserei dire quasi interminabile in alcuni spezzoni. Cercando di essere il più obiettivi possibili, però, hanno fatto un buon lavoro di adattamento, tutto sommato.

Il lato tecnico è sorprendentemente bello. Anche se "Persona 4" è un gioco per PS2, la grafica che ha è fatta con i piedi di un mutilato, sia i modelli dei personaggi sia le varie scene anime al suo interno. L'anime non fa altro che prendere il tratto di queste scene ed elevarlo di qualità, e il risultato è che sono riusciti a fare un grandissimo lavoro di miglioramento, infatti anche le scene d'azione e di combattimento sono fatte molto bene. Le musiche sono essenzialmente le stesse del videogioco con l'aggiunta di qualche inedito, come le opening e le ending, e di qualche riarrangiamento.

Ordunque, cosa posso dire per concludere il tutto?
Come serie a sé stante, darei a "Persona 4" il canonico 8,5 che darei a tutte le opere che mi sono piaciute molto e che mi hanno lasciato qualcosa. Come trasposizione animata del gioco, invece, darei un 7,5 a causa dei tagli non necessari e per essersi concentrato un po' troppo su personaggi terziari. C'è anche da precisare che il protagonista Yuu, essendo basato su un avatar muto nel quale il giocatore deve immedesimarsi, soffre di questa cosa, che ne riduce sensibilmente lo spessore se comparato agli altri personaggi.
Questa è un'ottima serie e un buon adattamento, tutto sommato. Personalmente, io consiglierei prima di giocare al gioco e solo in seguito visionare l'anime, soprattutto per cogliere tutti i riferimenti che, nella trasposizione, sono andati perduti.


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Tofone8

Episodi visti: 25/25 --- Voto 7
Ho passato ore a giocare a Persona 4, circa 150 in totale. Sinceramente lo ritengo tra i migliori giochi dell'era PS2 e lo consiglio sempre a chi mi chieda un parere sui JRPG. Ho appena concluso la visione della trasposizione animata, questo Persona 4 The Animation: il responso?

Innanzi tutto la trama: la storyline principale è abbastanza complessa, si snoda come un thriller attraverso un'arco temporale di un'anno esatto. Nella tranquilla cittadina di Inaba, dove il nostro protagonista è appena arrivato, cominciano ad esserci inspiegabili omicidi, per cui le vittime vengono trovate appese ad antenne. Per caso il nostro, insieme ai suoi nuovi amici scopre di poter evocare degli spiriti, chiamati Persona, ed il gruppetto si porrà delle domande: cosa sono davvero le Persona? chi è l'assassino arrivato ad Inaba? E perché uccide in un simile modo? E' collegato al misterioso Midnight Channel?
Questa la storia principale che in realtà non si sviluppa in 25 puntate, dato che circa la metà di esse può essere ricondotta ad uno stile narrativo diverso, decisamente più vicino al genere "commedia scolastica demenziale" piuttosto che al thriller/mistery. Un'alchimia di generi che se nel gioco originale funzionava a meraviglia, dato che il "simulatore di appuntamento" era fondamentale per proseguire nell'avventura "battagliera", in questo anime può dare la sensazione di trovarsi di fronte a parecchie puntate filler. I numerosi personaggi secondari entrano ed escono, spesso con una visibilità limitata ad una sola puntata o poco più: per chi come me si ricorda benissimo i loro nomi o le loro storie sarà un piacevole riepilogo, ma è possibile che altri lo trovino incomprensibile.
I comprimari del protagonista sono azzeccati e ben caratterizzati, hanno storie e motivazioni interessanti, anche se qualcuno abbastanza tirata; non tanto per un errore nella caratterizzazione del personaggio, quanto piuttosto per una mancanza di tempo nel mostrare la loro completa evoluzione. Inoltre potrebbe dare fastidio il modo in cui entrano in possesso dei loro poteri, dato che sebbene in salse diverse, la meccanica è sempre la stessa.
Graficamente c'è sempre il solito problema: perché in una scuola si distinguono sempre e solo i protagonisti, mentre gli altri ragazzi e ragazze sono totalmente anonimi e uguali tra di loro? Ma questo è un problema di concezione giapponese, quindi sorvoliamo. Per il resto, il design è azzeccato - seppur identico a quello del videogame - i combattimenti abbastanza movimentati, anche se spesso non si capisce cosa stia accadendo. Da menzionare l'inserimento di alcuni fermi immagine dei protagonisti in pose plastiche mentre fanno attacchi combinati: una evidente citazione del gioco che faceva lo stesso, ma qui potrebbe per alcuni risultare fuori luogo.
Il finale può essere reputato buonista, banale e poco approfondito, ma come al solito, è un problema della riduzione anime: il classico "potere dell'amicizia" (qui chiamato Social Link) nel gioco originale è veramente, tangibilmente, il potere più forte di tutti, perché lo si sente coltivato giorno per giorno ed ogni errore porta ad un indebolimento delle nostre Persona. Le evoluzioni, le fusioni, i cambi di Persona sono possibili solo perché si fanno amicizie, si diventa adulti, si ottengono risultati con sacrificio ma anche grande soddisfazione. Mi spiace che questo traspare poco dall'anime proprio perché poco e male è spiegato il potere dei Social Link e dei suoi effetti, così somiglia al finale di uno di quegli shonen stile "Rave", con l'amicizia che tutto può perché lo dice l'autore.
Menzione d'onore alle musiche, sempre ispirate e piazzate al momento giusto - anche se quasi nessuna non-originale, ma tutte prese di peso dall'opera ispiratrice.

Persona 4 The Animation ha, a mio avviso, un unico grande difetto: è un prodotto realizzato quasi esclusivamente per i fan del gioco, che può piacere anche a chi non l'ha giocato (per carità, la storia è comprensibilissima) mentre per alcune forzature di sceneggiatura può risultare poco digeribile ad altri. Il responso quindi è: se vi piacciono anime dove spesso la storia principale a sfondo essenzialmente action viene interrotta da puntate di demenzialità gratuita spesso al limite del cliché (alla "Full Metal Panic!" per capirci), allora fa per voi, per tutti gli altri forse prima è meglio se vi giocate il videogame sulla vostra vecchia e polverosa PS2.
Il mio voto tiene quindi in conto di ciò ed è stato abbassato in funzione di questo, altrimenti un 8/9 non glielo levava nessuno.


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npepataecozz

Episodi visti: 25/25 --- Voto 5
Quando una storia si dimostra essere vincente sul mercato, il destino del suo marchio è quello di venire immancabilmente sfruttato nei modi più impensabili: si assiste, così, alla nascita di tutta una serie di prodotti che vanno dal zainetto di Dragon Ball al diario di Candy Candy, dai modellini dei Cavalieri dello zodiaco alle mutande del Grande Mazinga. La pratica del merchandising (utilizzare un brand o l'immagine di un prodotto noto per venderne un altro) non è ovviamente un'invenzione nipponica, ma coinvolge fumetti, anime e film provenienti da tutto il mondo: si pensi all'esempio della Disney, che addirittura vanta un discreto numero di parchi divertimento sparsi su tutto il pianeta basati sui suoi personaggi.
Un legame particolarmente forte, poi, è quello che con gli anni si è instaurato tra anime e videogiochi: il successo dell'uno ha come sua conseguenza, quasi scientifica, la conversione nell'altro. E in genere con risultati davvero pessimi.

Pur avendo questa convinzione di base, ammetto che anch'io sono ancora piuttosto scandalizzato dalla mancata conversione in forma animata di quel capolavoro videoludico che è stato Final Fantasy X, della cui bellezza nessuno sembra essersi accorto, forse perché ancora si è troppo concentrati sui fasti del settimo capitolo della saga. Così, nell'attesa che qualcuno ci pensi, ho deciso di consolarmi guardando questo "Persona 4", tratto da un videogioco di ruolo edito nel 2008 dalla Square Enix (la stessa di Final Fantasy X... ma allora ditelo che volete farmi inc****re!), a cui, tengo a precisare, non ho mai avuto modo di giocare. Dalle voci che mi sono giunte in questi giorni, invece, chi ci ha giocato me lo ha descritto come un titolo di primissimo piano nella sua forma originaria, ma apprezzabilissimo anche nella sua versione animata. E ciò è bastato a convincermi a dargli un'occhiata.
Dopo i primi quattro episodi mi sono subito disilluso sulle reali potenzialità di quest'anime: vengono mostrati alcuni ragazzi che sventavano dei delitti entrando in un altro mondo popolato da "shadow", nonché da uno strano orso, attraverso il televisore. In questo mondo parallelo essi acquisiscono delle evocazioni chiamate appunto "Persona", sulla cui origine non si pongono alcuna domanda, e tramite esse ingaggiano dei combattimenti con la parte oscura di sé stessi. Il tutto immerso nella noia più totale per chi guarda.

Subito dopo, però, vengono proposti tre-quattro episodi che ancora adesso considero delle vere e proprie chicche del genere demenziale e ciò mi ha spinto a continuarne la visione. Purtroppo ben presto sarebbe tornata a imperare la noia più assoluta.
L'essere troppo aderenti alla versione videoludica, anche se in molti la giudicheranno come una qualità, non ha di certo giovato a quest'anime, in quanto da un lato l'ha reso davvero troppo lento, dall'altro l'ha reso indefinibile come genere: nato come thriller drammatico, si trasforma in uno slice of life a sfondo demenziale per lunghi tratti, per poi tornare, in modo quasi incomprensibile, alle origini. In più un anime, rispetto a un videogioco, richiede spiegazioni più graduali e non concentrate interamente sul finale, come accade invece in questo caso.
Un punto a favore di quest'anime sono, invece, i personaggi, che risultano ben caratterizzati e decisamente convincenti nelle loro performance, specie in quelle comiche. Peccato, perché avrebbero meritato di essere sfruttati in maniera decisamente migliore.
Insomma, la mia non è certo una valutazione positiva. L'equazione conversione uguale mezzo disastro viene così confermata ancora una volta.

Arashi84

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8
"Persona 4 The Animation" è la trasposizone animata del celebre videogame per Playstation 2 "Persona 4", figlio della grande famiglia di "Shin Megami Tensei", saga molto conosciuta e apprezzata in Giappone e in Nord America, ma forse sconosciuta ai più nel nostro paese.
Da grande fan di "Persona", ho esultato nel momento in cui ho saputo di una sua trasposizione in anime, ma subito dopo sono stata colta dai dubbi che assillano solitamente un fan sfegatato, o meglio, un vero fanatico: "Riusciranno a rendere al meglio la trama?", "Ma quanti episodi faranno?", "Piacerà a chi non conosce il videogame?", "Chi si occuperà delle musiche? E il doppiaggio? E quale sarà il nome del main character?". Insomma, un misto di ansia, dubbi e gioia che solo un "Persona freak" può comprendere. L'attesa è stata ripagata in modo più o meno soddisfacente, ma andiamo con ordine partendo da ciò che non ha reso quest'opera un must.

La storia di "Persona 4 The Animation" prende il via con l'arrivo di Yuu Narukami nella piccola cittadina di Inaba, luogo in cui vivrà per un anno assieme allo zio e alla cuginetta Nanako. Il caso (o forse no) vuole che con l'arrivo di Yuu, nel tranquillo paesino si verifichino dei misteriosi omicidi che vedono a capo delle indagini proprio lo zio del nostro protagonista, ispettore di polizia. Yuu e i suoi nuovi amici si troveranno così catapultati nelle indagini alla ricerca della verità sui delitti, aiutati dalle misteriose entità chiamate "Persona".
Al fine di comprendere la struttura dell'anime e certe scelte di sceneggiatura, è importante dire che "Persona 4" è un tipo di videogame particolare che unisce la struttura dei classici JRPG a quella dei sim date, nei quali è indispensabile creare relazioni con i personaggi far andare avanti la storia: in "Persona 4" queste relazioni chiamate "social link" servono ad accrescere il livello dei Persona usati in battaglia. E così Yuu, proprio come nel videogame, si trova ad avere a che fare con infermiere tormentate, piccoli studenti sotto pressione, compagne di scuola incomprese, volpi del santuario e chi più ne ha più ne metta! Queste interazioni, per ovvi motivi, nell'anime vengono ridotte al minimo, tanto che chi non conosce il videogame resterà interdetto davanti alla grande quantità di personaggi che appaiono e scompaiono nel giro di una o due puntate, chiedendosi quale sia il senso della loro presenza e domandandosi se il buon Yuu non sia una sorta di santo pronto ad aiutare tutti i cittadini in difficoltà di Inaba. Questa è una delle principali caratteristiche che fanno di "Persona 4 The Animation" un prodotto a uso e consumo principalmente dei fan che, vedendo apparire certi personaggi, si ricorderanno come, dove e quando hanno creato quel "social link", mentre lo spettatore occasionale penserà di avere a che fare con dei meri episodi filler.

Se questo è un problema a cui si può sopperire con un po' di tolleranza e particolare attenzione a certi dialoghi, lo stesso non si può dire del finale, volutamente lasciato monco e privo del colpo di scena che dà significato a tutta la storia. Una semplice operazione commerciale dato che il vero finale uscirà tra qualche mese in un OAV appositamente dedicato, ma sta di fatto che questa irritante strategia lascia lo spettatore ancora straripante di domande e afflitto dal senso d'insoddisfazione.
Altra nota dolente riguarda certi aspetti della realizzazione tecnica, e a dirlo è una persona a cui di queste cose importa sempre ben poco. Anche se con il passare del tempo sono state apportate delle notevoli migliorie, non si può negare che le animazioni delle prime puntate non siano granché, difatti ho trovato tutto troppo statico e legnoso. Il chara, pur riprendendo quello originale, migliorandolo addirittura su certi aspetti (Chie è molto più carina in questa versione che non nel videogame), a volte sembra poco curato e a tratti abbozzato; inoltre non ho gradito i numerosi fermo-immagine e il senso generale di staticità che caratterizza la regia.
Ottimo invece è il doppiaggio, difatti "Persona 4 The Animation" si avvale di un cast stellare (Kappei Yamaguchi, Rie Kugimiya, Yui Horie, Romi Paku e molti altri) e in particolare spicca il bravo Daisuke Namikawa che con la sua prestazione è riuscito a rendere al meglio la strana personalità del protagonista.
Lodi anche al comparto sonoro: Shoji Meguro fa come sempre un ottimo lavoro e anche qui la serie vira in favore dei fan riprendendo tutte le musiche presenti nel videogame, e attingendo addirittura dal precedente "Persona 3".

Nonostante venticinque episodi siano pochi per rendere giustizia a una trama tanto complessa e ricca di dialoghi e interazioni, "Persona 4 The Animation" si è rivelata un'ottima serie, capace di unire situazioni cupe e drammatiche a momenti divertenti da vero e proprio slice of life, un'opera intrisa di simbolismo e profondità psicologica che però non si perde in divagazioni surreali e filosofiche scadendo nell'autocompiacimento.
A dispetto di un'atmosfera che per la maggior parte del tempo si presenta come abbastanza rilassata e ilare, i temi affrontati dalla serie sono molteplici e di forte impatto: la scoperta delle parti di sé più nascoste, dei sentimenti soppressi, della sessualità, e soprattutto la presa di coscienza dei lati oscuri e cattivi che si annidano nel profondo, quelle parti del nostro "io" di cui ci vergogniamo, che teniamo nascoste anche agli amici più cari, quelle di cui vorremmo sbarazzarci facendo finta che non esistano ma con le quali invece ci ritroviamo inevitabilmente a fare i conti. Un "Persona" è quindi una parte del proprio essere, quell' "io" che abbiamo accettato in tutte le sue sfumature, belle o brutte che siano. Il percorso che i ragazzi intraprendono verso la scoperta della verità riguardante gli omicidi è quindi anche un percorso di crescita e consapevolezza, un cammino che porta all'accettazione e al possibile cambiamento delle parti più infime del nostro animo. I "Persona" nascono grazie a noi, ma vivono e crescono in virtù dei legami che allacciamo con gli altri, con le persone che accettano il nostro io incondizionatamente. I legami e l'accettazione di sé sono quindi i princìpi su cui si basa la serie.

"Persona 4 The Animation" è un anime che avrebbe potuto raggiungere l'eccellenza se non fosse stato per qualche difetto tecnico e per inevitabili pecche della sceneggiatura, ma come dicevo prima l'anime è fondamentalmente un omaggio ai fan e, facendo parte di questa schiera di persone, nel totale posso ritenermi più che soddisfatta.
Assegno un otto divisa tra ragione e sentimento, avessi ascoltato solo il lato emotivo forse avrei dato anche un nove; in ogni caso consiglio vivamente a tutti di guardare questa serie, ignorando il problema dei "social link" di cui si parlava all'inizio per godersi la serie nella sua interezza. Certo, se volete davvero vivere un'esperienza animata particolarmente esaltante, giocate prima al videogame, che nel suo genere merita anche più di certi titoli ampiamente pompati.


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Kary89

Episodi visti: 25/25 --- Voto 7
Dal primo momento che ho premuto, anni or sono, l'opzione "load game" sulla schermata di "Shin Megami Tensei: Persona 4" per Playstation 2, ho pensato che sarebbe stato perfetto serializzato come anime. Intendiamoci: tutti i capitoli della saga erano e restano ottimi videogiochi, ma "p4" aveva quella marcia in più, nella trama e nella gestione dei personaggi principali, e tanta mole di testo da esser quasi sprecato nella sua natura di gioco di ruolo ibridato con un simulatore di appuntamenti. Nell'autunno 2011, insperatamente, è stato realizzato questo desiderio. Ma prima di stappare lo spumante come i registi a riprese concluse, è d'uopo fare una breve introduzione per i molti, dato l'insuccesso del gioco in Italia, a cui il nome non dice niente.

"Persona" è l'unico punto in comune tra questo titolo e i suoi omonimi, ed è anche il concetto più intrigante alla base dell'esperienza video ludica. Come molti sapranno, "persona" in latino significa sia maschera teatrale sia personaggio. È un termine che ricorre nelle dottrine umanistiche per descrivere l'insieme delle modalità di comportamento che l'individuo proietta e modella tramite l'interazione con il prossimo, le quali vengono fuse nella più comune accezione di personalità o individualità. I protagonisti di questa saga sono sempre ragazzini inermi, spesso studenti liceali, che hanno la dote di concretizzare il loro persona in forma di demone e utilizzarlo per combattere gli Shadows, i quali rappresentano la negatività dispersa dalle altrui coscienze. Si tratta, quindi, di una guerra onirica, intima, che più delle vite degli eroi mette a repentaglio qualcosa di ancor più prezioso, la loro integrità psichica.

In questo caso la vicenda si apre sul piccolo e grigio villaggio di Inaba, il cui torpore viene presto scosso da una serie di inquietanti casi. Gli abitanti più in vista spariscono e riappaiono qualche giorno dopo appesi a un palo di telecomunicazioni, morti, con un'espressione di puro orrore in viso. Nel frattempo Yu Narukami, quindicenne introverso e educato, si trasferisce presso lo zio proprio a Inaba; quando si dice essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sarà solo una sindrome suicida di massa, o c'è un pericoloso criminale dietro a questa fosca storia?
La volontà di scoprire il colpevole - ammesso che ci sia - è il pretesto che accompagna il giocatore durante tutto il suo lunghissimo e impervio cammino virtuale, il quale si svolge senza intoppi e con un paio di sorprese nel finale. L'anime traduce tutto questo nella massima fedeltà possibile per il limite di 25 episodi, sacrificando giocoforza molte sequenze interattive importanti tra i numerosi personaggi. L'impressione complessiva, come accade spesso in questi casi, è che si sia conservato il succo della vicenda, ma che la narrazione proceda spedita ed eccessivamente schematica, con passaggi violenti tra le parti che in origine erano dungeon-crawling e quelle, comunque imprescindibili, di normale vita scolastica.
I neofiti non devono farsi scoraggiare dall'iniziale senso di spaesamento che inevitabilmente li assalirà. Per comprendere la trama dell'anime basta prestare sufficiente attenzione alle sessioni nella Velvet Room appositamente pensate per loro; si deve tuttavia far presente che il "vero finale" è stato omesso per esigenze di sceneggiatura e probabilmente verrà recuperato in una "director's cut" o in un OAV.

Una peculiarità che si può osservare è che nonostante le premesse, di certo non rassicuranti, i giovani protagonisti vivano la storia senza particolari traumi, quasi si stessero divertendo a "giocare ai piccoli detective". A differenza di altri giochi Atlus noti per la loro atmosfera cupa e disturbata, gli autori hanno preferito mantenere un clima solare, quasi ilare, che stona un po' con le vicende narrate. D'altro canto la narrazione piacevole rende mainstream la trattazione di molte tematiche scottanti quali il rapporto con il proprio corpo e l'altro sesso, scontentando altresì quelli alla ricerca di un approccio più sofisticato.

I pregi sono inscrivibili in un preciso postulato: Persona 4 the animation è uno spudorato omaggio ai fan del gioco. Le citazioni di quest'ultimo a livello sonoro, visuale e persino grafico sono talmente numerose e ben curate da indurre alla commozione i veterani della saga. Nonostante ciò l'anime conserva una precisa identità e una buona dose di originalità. Provate per curiosità a vedere il secondo episodio, quello riguardante Yousuke: quanto simbolismo nel design dei mostri, quanta accurata introspezione psicologica, quanta brillantezza delle gag, per una volta mai volgari. Pensate che la cosa si ripete almeno dieci volte, regalando dei personaggi unici e al contempo perfettamente credibili nel loro ruolo di adolescenti (e non), tanto che spesso la risoluzione del caso cade in secondo piano. Certo, non si raggiunge mai l'eccellenza, ma considerate che è pur sempre una traduzione da un formato "difficile" e che in mano a un maestro Persona 4 the animation sarebbe diventato un titolo da 10.

Il comparto tecnico è solo sufficiente. Il peculiare character design di Shigenori Soejima, le musiche eccezionali di Shoji Meguro e l'alta professionalità dei doppiatori reclutati non bastano a occultare la scarsità di fondi della produzione: le animazioni di buona qualità sono l'eccezione, la regola lunghe sequenze di fermo immagine o al ritmo di pochi frame al secondo, e addirittura alcuni sfondi sono stati realizzati adattando fotografie reali. La prima impressione dunque non può essere favorevole, ma superate le apparenze si può scoprire uno dei migliori anime della stagione.
Ebbene, a malincuore, per i difetti sopracitati non posso conferire a questa serie che un 7 pieno. Gli appassionati di videogiochi non possono perderselo, agli altri consiglio eventualmente di provarlo, alla fine non tutto il fan service viene per nuocere.


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Elam

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8
Quest'anime mi è proprio piaciuto, nulla di particolarmente originale; più che di genere "drammatico", come indicato nella scheda, "Persona 4 The Animation" mi è sembrato una commedia scolastica, con un pizzico di mistero e di thriller, un leggero shounen guardabile anche da ragazze. Guardate la copertina dell'anime e i suoi quattro personaggi: non notate una certa somiglianza con Scooby doo? Manca solo Scooby nella copertina, ma nell'anime potrebbe essere incarnato da una strana matriosca che si ritiene un orso. In effetti nei primi 6 episodi in cui vengono introdotti questi quattro personaggi principali ho avuto questa sensazione. I personaggi principali però non sono solo questi; ve ne sono altri tre per un totale di otto.
La storia ruota attorno a degli strani omicidi che vengono annunciati nel "canale di mezzanotte" che non tutti riescono a vedere, ma solo alcune persone dotate di poteri speciali chiamati "persona". Gli omicidi avvengono nel "regno della TV", una specie di regno parallelo distorto della realtà in cui vivono le ombre, copie speculari distorte degli esseri umani. In questo regno i protagonisti riescono a manifestare i Persona, delle proiezioni (come gli stand di jojo) per affrontare le copie distorte di se stessi e degli avversari. Quasi sempre le ombre manifestano i lati oscuri e i pensieri nascosti delle persone, che "vincono" quando accettano se stessi e il loro lato oscuro imparando a conviverci. Mentre, dei Persona, l'anime non approfondisce più di tanto i poteri - non li spiega quanto ci si attenderebbe da uno shounen -, vengono curati maggiormente i rapporti tra i protagonisti. Infatti sembra proprio che i legami che i protagonisti tessono sono i responsabili dell'incremento dei loro poteri. Nel regno delle ombre per vincere si deve essere uniti e avere dei legami solidi che offrano un punto di appoggio per affrontare la vita. Questa, in sintesi, la "morale" dell'anime: chi ha legami affronta la vita con maggiore facilità.
Dal punto di vista dell'investigazione e del mistero, l'anime non offre allo spettatore tanti spunti per arrivare alla soluzione di incastrare il "serial killer". Si ha ogni tanto la sensazione di smarrimento. L'episodio conclusivo con il combattimento finale mi è sembrato quasi slegato dal contesto: un super cattivo mai visto né animato che appare solo nell'ultimo episodio... mah!


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Ironchain87

Episodi visti: 20/25 --- Voto 7
Premetto di sapere bene come non sia del tutto corretto scrivere una recensione senza aver visto tutta la serie, ma ritengo di non poter astenermi, dopo 20 episodi subbati, dal descrivere ciò che penso di questa serie.

Prologo: Prima di dire qualsiasi cosa, vorrei far notare come questa serie derivi da un videogioco, per l'appunto "Persona 4", cosa di per sé interessante e rischiosa (poi spiegherò perché), e che è per questo che me ne sono interessato.

Grafica: come già detto altrove, non sono un esperto di disegno purtroppo, però posso dirvi che secondo me questo anime merita. I volti, i corpi, le proporzioni e i caratteri speciali (cicatrici, lentiggini, ecc.) sono ben assortiti, alcuni più seri, altri più divertenti. I colori variano in base all'atmosfera dell'episodio, secondo me azzeccati e mai eccessivi; il tratto è pulito.

Storia <b>[Attenzione, spoiler!]</b>: a questo punto mi urge dover precisare una cosa. Secondo me infatti, di storie, in quest'anime se ne possono trovare ben tre principali (se non di più). Una prima storia, quella centrale diciamo, è quella che lega tutti i personaggi a una serie di omicidi misteriosi, legati anche a un altro mondo, fatto di nebbia, persona (una specie di "digimon" o "carte di yu-gi-oh", evocate contro gli Shadows, i nemici), mistero e lati repressi del carattere delle persone, del loro vero "io". Iniziata nel migliore dei modi, la storia trova una fine poco condivisa tra i protagonisti, che vorranno (forse) continuare a indagare anche dopo l'arresto del presunto assassino, e attualmente non ha ancora una fine certa. La seconda storia riguarda il protagonista Yu Narukami: infatti non si sa quasi nulla, se non che si è dovuto trasferire in provincia per via dell'assenza dei genitori per lavoro, e che ha uno zio da cui soggiorna con la cuginetta; altra cosa che si nota subito è uno strano legame con un personaggio misterioso con orecchie e naso lungo, molto "poco" umano, e con una donna bionda, personaggi che sembrano conoscere bene i Persona e il mondo delle ombre (mi si passi il termine...), ma che, stranamente, non appartengono alla storia principale (vengono menzionati solo una volta, nella puntata 19, ma non si vedranno, mentre si sentirà solo la voce della donna, subito troncata). Essi sembrano infatti interessati solo al protagonista; aprono sempre le puntate, proprio come se fosse un classico videogioco giapponese. La terza storia è invece quella dello zio del protagonista, un poliziotto vedovo con una figlia piccola, la cui moglie è stata uccisa da un pirata della strada; invero questa storia non è molto chiara, anche se verso le ultime puntate viste si acuisce e trova qualche particolare - un investitore che si rifà vivo, il ruolo mancante della madre, un padre assente per lavoro, ecc. -, pur, per mio pensiero, non essendo molto interessante.
Dopo queste tre principali storie, si possono trovare mille sotto-capitoli relativi ai diversi personaggi (l'hotel di una, i rapporti amorosi di un altro, i problemi con la sessualità di un terzo, ecc.), che a volte risultano piacevoli, a volte pesanti. Infatti, a chi mi chiedesse come descrivere in toto la storia di quest'anime, non potrei che dire "altalenante": infatti mentre arriva a toccare punte di suspense nella ricerca dell'assassino, riesce a scivolare nella noia più totale durante episodi in cui non succede nulla e vengono mostrate solo scene di vita quotidiana (la gita all'hotel con le terme, il festival della scuola, ecc.), divertenti, per carità, ma decisamente fuori luogo sparsi in così poche puntate. Passando poi per i momenti abbastanza comuni dei combattimenti, già visti, ma pur sempre pienamente godibili.

Personaggi: i personaggi presentano lati molto positivi, come una buona varietà, sia nell'aspetto sia nel carattere, storie completamente diverse, alcuni risultano anche teneri/divertenti (vedere Kuma). Unica nota negativa è un personaggio solo, ovvero Nanako Dojima, la cuginetta. Infatti risulta purtroppo un personaggio inverosimile: da un lato abbiamo una bambina "cresciutella" che non sa nemmeno leggere e non conosce il significato di varie parole (diciamo tra i quattro e i sei anni), dall'altro lato però abbiamo una piccola donna che riesce a sostenere un discorso che non mi aspetterei nemmeno da un'adolescente, usando peraltro una proprietà di linguaggio superiore a certi over venti, a badare alla casa e a stare tranquillamente con gente di almeno dieci anni più grande. Va bene crescere in fretta, ma mi sembra decisamente esagerata, teniamo presente che in Giappone c'è la moda delle "bambine cresciute", venti/trentenni nel corpo di bambine.

Giudizio finale: "Persona 4 The Animation" è un buon anime, che mi ha colpito e mi ha tenuto incollato al monitor, almeno fino alla scoperta del primo presunto colpevole... Purtroppo dopo quel punto (e anche poco prima) mi cala in episodi che rasentano "le situazioni di lui e lei", divertenti forse, ma poi decisamente poco significative, scenette ripetitive, allusive, pensanti da vedere in successione. Nonostante questo, le tematiche sessuali, scolastiche, relazionali e al tempo stesso quelle horror, fantastiche e misteriose riescono a salvare capre e cavoli: di sicuro meriterà un voto più alto se e quando avrà una storia molto più lunga, per giustificare i vari filler (che forse proprio filler non sono) o deciderà di puntare più sui misteri che sul quotidiano. Consigliato di certo!