Oni (1972)
Oni è un corto di Kawamoto Kihachiro, realizzato nel '72 con la tecnica dello stop motion, di cui il regista è stato uno dei pionieri in Giappone.
Uno delle particolarità di questo corto è il richiamo alle tre forme principali del teatro classico giapponese: il Bunraku, da cui è ripreso l'utilizzo delle marionette; il Nō, richiamato dalle maschere tipiche; e il Kabuki, che ispira le movenze e gli atteggiamenti caratteristici dei personaggi. Inoltre la trama è tratta da un racconto del Konjaku Monogatarishū risalente al dodicesimo secolo, per cui se siete degli amanti del Giappone avrete pane per i vostri denti.
La storia narra la battuta di caccia di due fratelli, che, com'è facilmente intuibile dal titolo, si trovano a fronteggiare un demone. L'avventura dei due fratelli è accompagnata dallo Shamisen di Tsurusawa Seiji e dallo Shakuhachi di Yamaguchi Goro, mentre la narrazione e i dialoghi sono sostituiti da delle scritte bianche su sfondo nero, com'è tradizione per i film muti. Una delle cose che più mi ha impressionato è il movimento che Kawamoto riesce a dare alle marionette, che per quanto poco fluido sia (fatto giustificato dall'anno in cui è uscito) rispecchia inverosimilmente quello umano; inoltre questi movimenti sono accentuati dal contrasto che i loro corpi bianchi creano sugli sfondi perennemente neri di Tsuyuhiko Mibu e Suzushi Nakagawa. A concludere tutto questo, un bel colpo di scena, solamente 8 minuti di animazione per un progetto coinvolgente e interessante. Dategli un'occhiata.
Uno delle particolarità di questo corto è il richiamo alle tre forme principali del teatro classico giapponese: il Bunraku, da cui è ripreso l'utilizzo delle marionette; il Nō, richiamato dalle maschere tipiche; e il Kabuki, che ispira le movenze e gli atteggiamenti caratteristici dei personaggi. Inoltre la trama è tratta da un racconto del Konjaku Monogatarishū risalente al dodicesimo secolo, per cui se siete degli amanti del Giappone avrete pane per i vostri denti.
La storia narra la battuta di caccia di due fratelli, che, com'è facilmente intuibile dal titolo, si trovano a fronteggiare un demone. L'avventura dei due fratelli è accompagnata dallo Shamisen di Tsurusawa Seiji e dallo Shakuhachi di Yamaguchi Goro, mentre la narrazione e i dialoghi sono sostituiti da delle scritte bianche su sfondo nero, com'è tradizione per i film muti. Una delle cose che più mi ha impressionato è il movimento che Kawamoto riesce a dare alle marionette, che per quanto poco fluido sia (fatto giustificato dall'anno in cui è uscito) rispecchia inverosimilmente quello umano; inoltre questi movimenti sono accentuati dal contrasto che i loro corpi bianchi creano sugli sfondi perennemente neri di Tsuyuhiko Mibu e Suzushi Nakagawa. A concludere tutto questo, un bel colpo di scena, solamente 8 minuti di animazione per un progetto coinvolgente e interessante. Dategli un'occhiata.
