Shikimori's Not Just a Cutie
Messo in lista tempo fa, ho deciso di visionarlo, ed eccomi qui per scriverne la mia personale recensione.
La storia è davvero molto molto basica, ha come unica particolarità che il protagonista è afflitto da una 'sfiga' cronica fin da bambino, qualcosa che Fantozzi in confronto è fortunato. Ma al suo fianco c'è la sua bellissima ragazza, che, oltre ad essere appunto bellissima, è anche una specie di angelo custode che lo salva in continuazione. Ecco, il problema di questo anime è che, come il primo episodio, tutti gli altri si sviluppano nello stesso identico modo. Ogni puntata non porta a nessuno sviluppo di trama. Le relazioni tra i protagonisti e comprimari subiscono un lievissimo incremento ma nulla di più. Onestamente, capisco che uno slice of life debba essere rilassante e senza guizzi, ma qui è un pochino troppo.
Il problema poi (mio) è che Izumi, il protagonista, è alla lunga irritante... ha paura di tutto, è un debole senza carattere e ripete "Carina!" tipo un centinaio di volte. Molto più interessante e meglio scritta invece Shikimori, la bellissima e tosta protagonista femminile.
Dopo dodici episodi (dieci in realtà, perché due sono degli speciali con i doppiatori) non succede quasi nulla, e vengono solo parzialmente spiegate alcune situazioni.
Tecnicamente, ha alti e bassi, con animazioni generali non troppo belle ma volti ed espressioni (soprattutto della protagonista) davvero notevoli.
Consigliato a chi ha qualche ora da perdere e vuole semplicemente rilassarsi con un anime ricco di cliché.
La storia è davvero molto molto basica, ha come unica particolarità che il protagonista è afflitto da una 'sfiga' cronica fin da bambino, qualcosa che Fantozzi in confronto è fortunato. Ma al suo fianco c'è la sua bellissima ragazza, che, oltre ad essere appunto bellissima, è anche una specie di angelo custode che lo salva in continuazione. Ecco, il problema di questo anime è che, come il primo episodio, tutti gli altri si sviluppano nello stesso identico modo. Ogni puntata non porta a nessuno sviluppo di trama. Le relazioni tra i protagonisti e comprimari subiscono un lievissimo incremento ma nulla di più. Onestamente, capisco che uno slice of life debba essere rilassante e senza guizzi, ma qui è un pochino troppo.
Il problema poi (mio) è che Izumi, il protagonista, è alla lunga irritante... ha paura di tutto, è un debole senza carattere e ripete "Carina!" tipo un centinaio di volte. Molto più interessante e meglio scritta invece Shikimori, la bellissima e tosta protagonista femminile.
Dopo dodici episodi (dieci in realtà, perché due sono degli speciali con i doppiatori) non succede quasi nulla, e vengono solo parzialmente spiegate alcune situazioni.
Tecnicamente, ha alti e bassi, con animazioni generali non troppo belle ma volti ed espressioni (soprattutto della protagonista) davvero notevoli.
Consigliato a chi ha qualche ora da perdere e vuole semplicemente rilassarsi con un anime ricco di cliché.
Premetto subito che non ho letto il manga uscito nel 2019 e realizzato da Keigo Maki, e pertanto, limitandomi a questa serie di dodici episodi (più due inutili, in quanto i doppiatori fanno un po' di intrattenimento abbastanza puerile), sono rimasto un po' perplesso da questo anime cui riconosco alcuni elementi di originalità ma anche troppe banalità e deja vu scontati.
Il risultato dal mio modesto punto di vista? una melassa melliflua con personaggi un po' troppo piatti e una storia molto ridondante.
Ma partiamo dai cosiddetti elementi di originalità: i classici ruoli maschio/femmina dei protagonisti sembrano in apparenza "invertiti".
Il protagonista maschile (Izumi) è un povero ragazzo sensibile, gentile, generoso, altruista, premuroso e anche belloccio... e quindi? Dove starebbe la novità rispetto ad altre storie? Purtroppo è afflitto da una sfortuna patologica che lo espone a situazioni che mettono a repentaglio la sua incolumità, e quindi viene protetto dalla fidanzata (e protagonista) Shikimori, che nell'anime è una specie di Jason Bourne in gonnella. In pratica è una ragazza "perfetta": bella, graziosa, aggraziata, sportiva, dolce e... capace di trasformarsi in una sorta di agente da combattimento, qualora i suoi affetti (vedi Izumi) siano in situazioni di pericolo (e Izumi si trova spesso in tale situazione), o in una estrema competitiva cui non piace perdere, qualsiasi sia la sfida (sport, gioco, ecc.), facendosi sempre valere.
Con questa configurazione di coppia è lei a rappresentare il punto di forza non solo a livello morale ma anche e soprattutto "fisico", con la sua abilità fuori dal comune di difendere il fidanzato dai pericoli più disparati che gli accadono, mentre Izumi è una specie di bambolotto imbelle e incapace di difendersi se non grazie agli interventi della vigile fidanzata.
E così i dodici episodi scivolano via sulle solite situazioni: primo giorno di scuola, vacanze estive (con l'immancabile matsuri), il festival scolastico, quello sportivo con l'apoteosi finale del primo appuntamento (salvo scoprire con i vari flashback che sono assieme da un anno e non si sono mai baciati...).
Gli unici episodi in cui si intravede un minimo di introspezione (e non dei protagonisti) e sano realismo sono quelli in cui compare Kamija, una ragazza segretamente innamorata di Izumi che con un atteggiamento molto "nipponico" (di dolorosa dignità) accetta la relazione tra i due e cerca di farsene una ragione, diventando poi anche amica di Shikimori (come rendere positiva una situazione di potenziale conflitto...).
L'inversione dei ruoli tra Shikimori e Izumi tuttavia non è portata all'estremo e, valutando i personaggi nell'anime, ne viene fuori un quadro un pochino più sfumato in cui Izumi dimostra un ottimismo e una forza di volontà contro le avversità fuori del comune e superiore a quella di Shikimori. Ogni volta che è colpito da un evento sfortunato, metaforicamente si rialza e riesce a sorridere e superare il momento sfortunato dimostrando un indole "buddista". Shikimori, sotto la scorza da sicura del fatto suo e dura (enfatizzata molto bene anche dal cambiamento di espressione e sguardo), è invece una ragazza molto "insicura" e "iper-protettiva", non solo nei confronti dell'amato Izumi, e il suo spiccato senso di competizione le serve proprio per affermare il proprio ego nei confronti degli altri.
Gli altri personaggi servono solo a fare da contorno per reggere il leit motiv dell'anime.
Mentre la trama soffre, il comparto tecnico mi è sembrato di livello: colori tenui e coerenti con i numerosi momenti di romanticismo della storia. Una particolare menzione va alla caratterizzazione degli occhi e degli sguardi, veramente curati ed espressivi (un po' come in "Akebi’s Sailor Uniform").
Per terminare: ne vale la pena? Dipende da cosa ci si aspetta dall'opera. Io ne sono rimasto deluso per la trama troppo ripetitiva e per la comicità puerile e lo scarso/nullo sviluppo dei personaggi principali. Ma non lo sconsiglio né lo "casso" a priori... Come si diceva in una nota pubblicità degli anni 80: "Provare per credere"...
Il risultato dal mio modesto punto di vista? una melassa melliflua con personaggi un po' troppo piatti e una storia molto ridondante.
Ma partiamo dai cosiddetti elementi di originalità: i classici ruoli maschio/femmina dei protagonisti sembrano in apparenza "invertiti".
Il protagonista maschile (Izumi) è un povero ragazzo sensibile, gentile, generoso, altruista, premuroso e anche belloccio... e quindi? Dove starebbe la novità rispetto ad altre storie? Purtroppo è afflitto da una sfortuna patologica che lo espone a situazioni che mettono a repentaglio la sua incolumità, e quindi viene protetto dalla fidanzata (e protagonista) Shikimori, che nell'anime è una specie di Jason Bourne in gonnella. In pratica è una ragazza "perfetta": bella, graziosa, aggraziata, sportiva, dolce e... capace di trasformarsi in una sorta di agente da combattimento, qualora i suoi affetti (vedi Izumi) siano in situazioni di pericolo (e Izumi si trova spesso in tale situazione), o in una estrema competitiva cui non piace perdere, qualsiasi sia la sfida (sport, gioco, ecc.), facendosi sempre valere.
Con questa configurazione di coppia è lei a rappresentare il punto di forza non solo a livello morale ma anche e soprattutto "fisico", con la sua abilità fuori dal comune di difendere il fidanzato dai pericoli più disparati che gli accadono, mentre Izumi è una specie di bambolotto imbelle e incapace di difendersi se non grazie agli interventi della vigile fidanzata.
E così i dodici episodi scivolano via sulle solite situazioni: primo giorno di scuola, vacanze estive (con l'immancabile matsuri), il festival scolastico, quello sportivo con l'apoteosi finale del primo appuntamento (salvo scoprire con i vari flashback che sono assieme da un anno e non si sono mai baciati...).
Gli unici episodi in cui si intravede un minimo di introspezione (e non dei protagonisti) e sano realismo sono quelli in cui compare Kamija, una ragazza segretamente innamorata di Izumi che con un atteggiamento molto "nipponico" (di dolorosa dignità) accetta la relazione tra i due e cerca di farsene una ragione, diventando poi anche amica di Shikimori (come rendere positiva una situazione di potenziale conflitto...).
L'inversione dei ruoli tra Shikimori e Izumi tuttavia non è portata all'estremo e, valutando i personaggi nell'anime, ne viene fuori un quadro un pochino più sfumato in cui Izumi dimostra un ottimismo e una forza di volontà contro le avversità fuori del comune e superiore a quella di Shikimori. Ogni volta che è colpito da un evento sfortunato, metaforicamente si rialza e riesce a sorridere e superare il momento sfortunato dimostrando un indole "buddista". Shikimori, sotto la scorza da sicura del fatto suo e dura (enfatizzata molto bene anche dal cambiamento di espressione e sguardo), è invece una ragazza molto "insicura" e "iper-protettiva", non solo nei confronti dell'amato Izumi, e il suo spiccato senso di competizione le serve proprio per affermare il proprio ego nei confronti degli altri.
Gli altri personaggi servono solo a fare da contorno per reggere il leit motiv dell'anime.
Mentre la trama soffre, il comparto tecnico mi è sembrato di livello: colori tenui e coerenti con i numerosi momenti di romanticismo della storia. Una particolare menzione va alla caratterizzazione degli occhi e degli sguardi, veramente curati ed espressivi (un po' come in "Akebi’s Sailor Uniform").
Per terminare: ne vale la pena? Dipende da cosa ci si aspetta dall'opera. Io ne sono rimasto deluso per la trama troppo ripetitiva e per la comicità puerile e lo scarso/nullo sviluppo dei personaggi principali. Ma non lo sconsiglio né lo "casso" a priori... Come si diceva in una nota pubblicità degli anni 80: "Provare per credere"...
È un'opera dallo stile grafico molto accattivante, con focus sugli occhi dei protagonisti, davvero belli.
Per quanto riguarda lo "svolgimento", qualche flashback aiuta a ricostruire il background di alcuni personaggi e aggiungere un po' di peso alla storia, ma di base la trama e i suoi meccanismi sono chiari e con poche sorprese: Izumi & Co. fanno robe, ma la sfortuna lo colpisce... e Shikimori arriva a salvare la giornata. Fine.
Manca un po' il pathos dei drama/commedie sentimentaloni, soprattutto perché ormai i rapporti sono stabili, e manca la leggerezza/casualità/comicità tipiche di molti slice of life (non mi ha strappato grosse risate).
Insomma, non si capisce molto dove la storia voglia andare a parare, oltre a mostrarci quanto la coppia si voglia bene. Che, beninteso, non è necessariamente un male. Anzi, diverse scene di questo tipo sono effettivamente piuttosto wholesome, e guardare la serie solo per quello ci può assolutamente stare.
Ma consiglio di non aspettarsi molto altro.
Provate un paio di episodi e poi decidete!
Per quanto riguarda lo "svolgimento", qualche flashback aiuta a ricostruire il background di alcuni personaggi e aggiungere un po' di peso alla storia, ma di base la trama e i suoi meccanismi sono chiari e con poche sorprese: Izumi & Co. fanno robe, ma la sfortuna lo colpisce... e Shikimori arriva a salvare la giornata. Fine.
Manca un po' il pathos dei drama/commedie sentimentaloni, soprattutto perché ormai i rapporti sono stabili, e manca la leggerezza/casualità/comicità tipiche di molti slice of life (non mi ha strappato grosse risate).
Insomma, non si capisce molto dove la storia voglia andare a parare, oltre a mostrarci quanto la coppia si voglia bene. Che, beninteso, non è necessariamente un male. Anzi, diverse scene di questo tipo sono effettivamente piuttosto wholesome, e guardare la serie solo per quello ci può assolutamente stare.
Ma consiglio di non aspettarsi molto altro.
Provate un paio di episodi e poi decidete!
Se, così a bruciapelo, mi chiedessero di descrivere la trama di “Shikimori’s Not Just a Cutie”, serie animata targata Doka Gobo, mandata in onda nella primavera del 2022, probabilmente risponderei in questo modo: “I protagonisti della storia sono Izumi e Shikimori. Lui è un attira-guai perseguitato dalla sfortuna, lei una ragazza dai sensi di ragno alla Bruce Lee, e insieme formano una coppia atipica oltre ogni immaginazione. Sono felicemente fidanzati e, nonostante vadano alle superiori, il periodo della propria vita in cui si fa e si prova un po’ di tutto, discorso vero soprattutto per le nuove generazioni, tremano quando stanno vicini o si tengono per mano. Tanto kawaii!”.
Dopo questa, neanche tanto ironica, introduzione riesco già ad immaginare l’orrore stampato sul viso di voi lettori, quindi, per il bene della patria, cercherò di approfondire. Lui, Izumi, è la reincarnazione del brutto anatroccolo che, a differenza di quest’ultimo, però, non viene maltrattato. Sin da quando era piccolo, è perseguitato dalla sfortuna e ogni giorno viene coinvolto in incidenti spiacevoli e, talvolta, surreali. Le persone che gli stanno intorno lo sanno, ma, nonostante ciò, non lo rifuggono, anzi, cercano di stargli vicino e dargli conforto. E qui devo subito esprimere un mio parere. La scelta di non optare per il solito passato segnato da atti di bullismo l’ho trovata veramente acuta, anche perché la solita minestra riscaldata, con queste temperature estive, non l’avrei sopportata. Crescendo, la situazione non è cambiata, ma prevedere i disastri è ormai diventato più facile, al punto che può passare un giorno intero senza che gli accada nulla di spiacevole. Lei, Shikimori, è l’essenza del girl power. Passato da maschiaccio un po’ ribelle, che segue le orme del fratello, anche negli sport. Quando arriva alle superiori, però, decide di cambiare e iniziare a comportarsi come si conviene a una gentil donzella. La sua vera indole è domata, ma, ogni tanto, torna a fare la sua comparsa. Ragazza atletica, intelligente e bella, praticamente il sogno di ogni adolescente che, però, deve fare i conti con la dura realtà dei fatti: Shikimori è felicemente fidanzata con Izumi.
La perplessità è lecita, così come l’idea che quest’anime, etichettato come romcom, genere in cui i due protagonisti prima si conoscono e si corteggiano, per poi fidanzarsi, non avrà una vita felice; ma un libro non lo si giudica mai dalla copertina. Anche perché, posta in questo modo, l’idea non sembrerebbe neanche da buttare. Insomma, in fin dei conti, propone qualcosa di inusuale e fuori dagli schemi. All’inizio di questo percorso sono, quindi, partito con una buona dose di speranze e un unico grande dubbio, che mi ha assillato per tanto tempo: “Ma se questi sono già fidanzati, non è che mi aspettano dodici puntate di nulla cosmico?”. E purtroppo, cari amici miei, le mie buone aspettative sono state disattese e le paure tramutate in realtà. Izumi è un protagonista moscio, senza spina dorsale, tanto che, nei suoi momenti di assenza, la serie ne ha beneficiato. Con questo personaggio è stato fatto un lavoro talmente pessimo, che neanche i flashback in merito al suo passato sono riusciti a redimerlo un minimo. Shikimori, invece, è una vera forza della natura. Onestamente, nella coppia lei sembrava l’uomo e lui la donna. Sempre lei a fare il primo passo e a salvarlo da qualche imminente disgrazia. Per questo, l’ho definito un anime progressista. Per fortuna, grazie al sostegno di buoni comprimari, riesce a reggere questa serie vacillante. Vengono approfonditi degnamente il suo rapporto con Nekozaki, la “rivalità” con Inuzuka e il personaggio di Hachimitsu, a cui viene dedicata una delle ultime puntate della serie, nonché una delle migliori. È, infatti, verso il finale di stagione che l’anime sembra vivere un momento di fioritura, tanto bello, quanto fugace.
Insomma, il risultato complessivo non è dei migliori. Con questi presupposti, lungo tutto il cammino, si poteva fare di meglio, come introdurre un terzo incomodo realmente in grado di mettere in discussione la loro relazione. Nonostante ciò, credo che il lavoro svolto sia a metà tra il mediocre e il discreto, con una leggera inclinazione verso la seconda. Non spicca per la trama, quasi inesistente, ma le scene proposte sono quasi tutte godibili. Inoltre, si sprecano i momenti comici, e chi mi conosce sa che sono uno a cui piace ridere. Buone le musiche, soprattutto l’opening, e discrete le animazioni.
In definitiva, non un anime indimenticabile, la cui visione per molti sarà stata uno spreco di tempo. Adatto a chi cerca qualcosa di leggero e disimpegnato.
È bello, ma non balla.
Dopo questa, neanche tanto ironica, introduzione riesco già ad immaginare l’orrore stampato sul viso di voi lettori, quindi, per il bene della patria, cercherò di approfondire. Lui, Izumi, è la reincarnazione del brutto anatroccolo che, a differenza di quest’ultimo, però, non viene maltrattato. Sin da quando era piccolo, è perseguitato dalla sfortuna e ogni giorno viene coinvolto in incidenti spiacevoli e, talvolta, surreali. Le persone che gli stanno intorno lo sanno, ma, nonostante ciò, non lo rifuggono, anzi, cercano di stargli vicino e dargli conforto. E qui devo subito esprimere un mio parere. La scelta di non optare per il solito passato segnato da atti di bullismo l’ho trovata veramente acuta, anche perché la solita minestra riscaldata, con queste temperature estive, non l’avrei sopportata. Crescendo, la situazione non è cambiata, ma prevedere i disastri è ormai diventato più facile, al punto che può passare un giorno intero senza che gli accada nulla di spiacevole. Lei, Shikimori, è l’essenza del girl power. Passato da maschiaccio un po’ ribelle, che segue le orme del fratello, anche negli sport. Quando arriva alle superiori, però, decide di cambiare e iniziare a comportarsi come si conviene a una gentil donzella. La sua vera indole è domata, ma, ogni tanto, torna a fare la sua comparsa. Ragazza atletica, intelligente e bella, praticamente il sogno di ogni adolescente che, però, deve fare i conti con la dura realtà dei fatti: Shikimori è felicemente fidanzata con Izumi.
La perplessità è lecita, così come l’idea che quest’anime, etichettato come romcom, genere in cui i due protagonisti prima si conoscono e si corteggiano, per poi fidanzarsi, non avrà una vita felice; ma un libro non lo si giudica mai dalla copertina. Anche perché, posta in questo modo, l’idea non sembrerebbe neanche da buttare. Insomma, in fin dei conti, propone qualcosa di inusuale e fuori dagli schemi. All’inizio di questo percorso sono, quindi, partito con una buona dose di speranze e un unico grande dubbio, che mi ha assillato per tanto tempo: “Ma se questi sono già fidanzati, non è che mi aspettano dodici puntate di nulla cosmico?”. E purtroppo, cari amici miei, le mie buone aspettative sono state disattese e le paure tramutate in realtà. Izumi è un protagonista moscio, senza spina dorsale, tanto che, nei suoi momenti di assenza, la serie ne ha beneficiato. Con questo personaggio è stato fatto un lavoro talmente pessimo, che neanche i flashback in merito al suo passato sono riusciti a redimerlo un minimo. Shikimori, invece, è una vera forza della natura. Onestamente, nella coppia lei sembrava l’uomo e lui la donna. Sempre lei a fare il primo passo e a salvarlo da qualche imminente disgrazia. Per questo, l’ho definito un anime progressista. Per fortuna, grazie al sostegno di buoni comprimari, riesce a reggere questa serie vacillante. Vengono approfonditi degnamente il suo rapporto con Nekozaki, la “rivalità” con Inuzuka e il personaggio di Hachimitsu, a cui viene dedicata una delle ultime puntate della serie, nonché una delle migliori. È, infatti, verso il finale di stagione che l’anime sembra vivere un momento di fioritura, tanto bello, quanto fugace.
Insomma, il risultato complessivo non è dei migliori. Con questi presupposti, lungo tutto il cammino, si poteva fare di meglio, come introdurre un terzo incomodo realmente in grado di mettere in discussione la loro relazione. Nonostante ciò, credo che il lavoro svolto sia a metà tra il mediocre e il discreto, con una leggera inclinazione verso la seconda. Non spicca per la trama, quasi inesistente, ma le scene proposte sono quasi tutte godibili. Inoltre, si sprecano i momenti comici, e chi mi conosce sa che sono uno a cui piace ridere. Buone le musiche, soprattutto l’opening, e discrete le animazioni.
In definitiva, non un anime indimenticabile, la cui visione per molti sarà stata uno spreco di tempo. Adatto a chi cerca qualcosa di leggero e disimpegnato.
È bello, ma non balla.