Tekken: Blood Vengeance
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Questo film non ha nulla a che vedere con la vicenda della saga videoludica. Quindi dobbiamo considerarlo uno spin-off.
Fatta questa premessa, cominciamo col dire che questo film è piuttosto complicato da definire. Abbiamo Xiaoyu che viene ingaggiata dalla G Corporation, precisamente da Anna Williams per conto di Kazuya Mishima, mentre dall'altro Alisa Boskonovitch, una ginoide la quale viene ingaggiata da Nina Williams per conto di Jin, in questo caso presidente della Mishima Zaibatsu. Entrambe entrano, anche se non lo danno a vedere, in competizione per raccogliere informazioni sul corpo di un certo Kamiya Shin, il quale racchiude in sé la chiave dell'immortalità. Le due, inizialmente, non sembrano volersi affrontare e diventano subito grandi amiche. Tuttavia, il fatto che Alisa sia un cyborg con l'ordine di uccidere potenziali rivali e nemici della Mishima Zaibatsu desta in Xiaoyu profondo ribrezzo, ed eccola che è costretta ad eseguire. Ciononostante, l'amicizia tra le due non vacilla, e quindi decidono di fare in modo di porre fine al conflitto insensato tra i membri della famiglia Mishima, ma senza successo. Purtroppo questa faida è destinata a durare per l'eternità. I tre si affrontano, senza risparmiarsi. Heihachi viene messo temporaneamente fuori gioco, mentre Jin e Kazuya si affrontano senza esclusione di colpi, fino a che il primo sconfigge il secondo. A questo punto Heihachi torna all'attacco e libera lo spirito dei Mokujin, ai quali ordina di distruggere Jin, per impossessarsi del suo gene del diavolo. Nel frattempo, Alisa, che sembra essere stata messa fuori uso, si riavvia e con una sua tecnica riesce a distrarre Heihachi, dando così a Jin la possibilità di sconfiggerlo. Alla fine Jin lascia Xiaoyu e Alisa da sole, avvertendo la prima che l'aspetterà per affrontarla.
Lo sviluppo è abbastanza discreto, anche se non è esattamente un capolavoro. I personaggi sono sviluppati abbastanza bene, così come la trama. Tuttavia la trama stessa sembra così eccessivamente fluida, da non dare allo spettatore il tempo e quindi lo spazio necessario per meglio immedesimarvisi. Lo sviluppo a spirale ci può anche stare, ma permangono delle incertezze. Sarebbe stato bene aggiungere qualche flashback, nonostante vi siano dei rimandi a ricordi del passato.
La grafica in sé è ottima, fluida, ben curata, molto scorrevole, tutto, dai movimenti alle caratteristiche somatiche dei personaggi e fino all'ambientazione, è rappresentato con dovizia di particolari. Però, essendo stato impostato come uno spin-off, forse perde un po' potenziale narrativo ed espressivo. Sarebbe stato meglio collegarlo con la trama della saga videoludica, incollandolo in una determinata e precisa fase dello sviluppo degli eventi di questa, perché, messa così, sembra troppo anacronistica, e quindi dà la sensazione di essere troppo distaccata dalla trama originale. La colonna sonora è di tutto rispetto, perché descrive bene l'atmosfera di complotto, battaglia tra le tre fazioni della famiglia, quindi aiuta a risollevare le sorti di questa storia a sé stante. I personaggi sono sviluppati in modo abbastanza pertinente e consono alla vicenda che ivi si manifesta e presentano ovviamente le loro personalità distinte e spiccate, che ben si riflettono nel loro stile di combattimento. Sarebbe stato utile, ripeto, approfondire il rapporto tra Jin e Shin durante gli anni del liceo, perché avrebbe aiutato Xiaoyu nella sua missione e lo spettatore a meglio comprendere la trama, così come anche a fare luce sul passato di Alisa e del suo creatore Boskonovitch. Inoltre, i camei di Ganryu e Lee so che magari servono a dare una vena di comicità e a sdrammatizzare una trama che si presenta ostile, ma per una maggior credibilità sarebbe stato meglio evitare e/o meglio far riprendere loro i propri ruoli tradizionali, per aggiungere una maggior suspense e tensione alla trama.
Peccato. Il potenziale di questa storia non è stato espresso al massimo.
Questo film non ha nulla a che vedere con la vicenda della saga videoludica. Quindi dobbiamo considerarlo uno spin-off.
Fatta questa premessa, cominciamo col dire che questo film è piuttosto complicato da definire. Abbiamo Xiaoyu che viene ingaggiata dalla G Corporation, precisamente da Anna Williams per conto di Kazuya Mishima, mentre dall'altro Alisa Boskonovitch, una ginoide la quale viene ingaggiata da Nina Williams per conto di Jin, in questo caso presidente della Mishima Zaibatsu. Entrambe entrano, anche se non lo danno a vedere, in competizione per raccogliere informazioni sul corpo di un certo Kamiya Shin, il quale racchiude in sé la chiave dell'immortalità. Le due, inizialmente, non sembrano volersi affrontare e diventano subito grandi amiche. Tuttavia, il fatto che Alisa sia un cyborg con l'ordine di uccidere potenziali rivali e nemici della Mishima Zaibatsu desta in Xiaoyu profondo ribrezzo, ed eccola che è costretta ad eseguire. Ciononostante, l'amicizia tra le due non vacilla, e quindi decidono di fare in modo di porre fine al conflitto insensato tra i membri della famiglia Mishima, ma senza successo. Purtroppo questa faida è destinata a durare per l'eternità. I tre si affrontano, senza risparmiarsi. Heihachi viene messo temporaneamente fuori gioco, mentre Jin e Kazuya si affrontano senza esclusione di colpi, fino a che il primo sconfigge il secondo. A questo punto Heihachi torna all'attacco e libera lo spirito dei Mokujin, ai quali ordina di distruggere Jin, per impossessarsi del suo gene del diavolo. Nel frattempo, Alisa, che sembra essere stata messa fuori uso, si riavvia e con una sua tecnica riesce a distrarre Heihachi, dando così a Jin la possibilità di sconfiggerlo. Alla fine Jin lascia Xiaoyu e Alisa da sole, avvertendo la prima che l'aspetterà per affrontarla.
Lo sviluppo è abbastanza discreto, anche se non è esattamente un capolavoro. I personaggi sono sviluppati abbastanza bene, così come la trama. Tuttavia la trama stessa sembra così eccessivamente fluida, da non dare allo spettatore il tempo e quindi lo spazio necessario per meglio immedesimarvisi. Lo sviluppo a spirale ci può anche stare, ma permangono delle incertezze. Sarebbe stato bene aggiungere qualche flashback, nonostante vi siano dei rimandi a ricordi del passato.
La grafica in sé è ottima, fluida, ben curata, molto scorrevole, tutto, dai movimenti alle caratteristiche somatiche dei personaggi e fino all'ambientazione, è rappresentato con dovizia di particolari. Però, essendo stato impostato come uno spin-off, forse perde un po' potenziale narrativo ed espressivo. Sarebbe stato meglio collegarlo con la trama della saga videoludica, incollandolo in una determinata e precisa fase dello sviluppo degli eventi di questa, perché, messa così, sembra troppo anacronistica, e quindi dà la sensazione di essere troppo distaccata dalla trama originale. La colonna sonora è di tutto rispetto, perché descrive bene l'atmosfera di complotto, battaglia tra le tre fazioni della famiglia, quindi aiuta a risollevare le sorti di questa storia a sé stante. I personaggi sono sviluppati in modo abbastanza pertinente e consono alla vicenda che ivi si manifesta e presentano ovviamente le loro personalità distinte e spiccate, che ben si riflettono nel loro stile di combattimento. Sarebbe stato utile, ripeto, approfondire il rapporto tra Jin e Shin durante gli anni del liceo, perché avrebbe aiutato Xiaoyu nella sua missione e lo spettatore a meglio comprendere la trama, così come anche a fare luce sul passato di Alisa e del suo creatore Boskonovitch. Inoltre, i camei di Ganryu e Lee so che magari servono a dare una vena di comicità e a sdrammatizzare una trama che si presenta ostile, ma per una maggior credibilità sarebbe stato meglio evitare e/o meglio far riprendere loro i propri ruoli tradizionali, per aggiungere una maggior suspense e tensione alla trama.
Peccato. Il potenziale di questa storia non è stato espresso al massimo.
"Tekken Blood Vengeance" è il secondo film dedicato alla serie videogame per Playstation "Tekken", prodotto in Giappone nel 2011 e presentato in Italia lo stesso anno.
Il film dà subito una buonissima impressione, mettendo in mostra un comparto tecnico davvero magnifico, dove viene usata la computer grafica per adattare quest'opera. La grafica quindi presenta dei buoni disegni e delle animazioni ottime che fanno già voto, e lo stesso si può dire del comparto sonoro le cui musiche di sottofondo sono sempre adatte alla scena in corso; infine, il doppiaggio in italiano è fatto veramente bene.
Veniamo dunque alla trama, dove il succo della questione è sempre lo stesso di quello originale, ma che ha fatto discutere molti fan della serie riguardo i personaggi e le vicende, che presentano qualche errore. Tuttavia, per chi non ha seguito nel dettaglio la storia originale, questo film si dimostra essere molto apprezzabile e interessante, i personaggi principali sono ben realizzati sia nell'estetica che nei combattimenti, e vedremo appunto vari combattimenti molto fedeli e ricchi di fanservice, che rendono ancor più godibile l'azione. Nel complesso la sceneggiatura è sufficiente e godibile, anche se non coinvolge per intero, infatti si può dire che i combattimenti sono quelli che aumentano l'interesse, dato che il titolo proviene da un picchiaduro.
Infine, non essendo un fan sfegatato di "Tekken", non ho dato peso agli errori o quant'altro possa far storcere il naso, quindi giudico questo titolo per quello che è, ovvero un discreto film con una trama e personaggi godibili, e un ottimo comparto tecnico. Ovviamente, lo consiglio.
Il film dà subito una buonissima impressione, mettendo in mostra un comparto tecnico davvero magnifico, dove viene usata la computer grafica per adattare quest'opera. La grafica quindi presenta dei buoni disegni e delle animazioni ottime che fanno già voto, e lo stesso si può dire del comparto sonoro le cui musiche di sottofondo sono sempre adatte alla scena in corso; infine, il doppiaggio in italiano è fatto veramente bene.
Veniamo dunque alla trama, dove il succo della questione è sempre lo stesso di quello originale, ma che ha fatto discutere molti fan della serie riguardo i personaggi e le vicende, che presentano qualche errore. Tuttavia, per chi non ha seguito nel dettaglio la storia originale, questo film si dimostra essere molto apprezzabile e interessante, i personaggi principali sono ben realizzati sia nell'estetica che nei combattimenti, e vedremo appunto vari combattimenti molto fedeli e ricchi di fanservice, che rendono ancor più godibile l'azione. Nel complesso la sceneggiatura è sufficiente e godibile, anche se non coinvolge per intero, infatti si può dire che i combattimenti sono quelli che aumentano l'interesse, dato che il titolo proviene da un picchiaduro.
Infine, non essendo un fan sfegatato di "Tekken", non ho dato peso agli errori o quant'altro possa far storcere il naso, quindi giudico questo titolo per quello che è, ovvero un discreto film con una trama e personaggi godibili, e un ottimo comparto tecnico. Ovviamente, lo consiglio.
Un film di Tekken, essendo un lungometraggio tratto da un videogioco-picchiaduro, non può che essere basato sul fanservice allo stato brado e la spettacolarità senza contegno, al fine di procurare un piacere fondamentalmente visivo, senza far usare troppo le facoltà cerebrali. Potenzialmente, la trama che se ne potrebbe tirar fuori, come supplemento, avrebbe la possibilità di essere piuttosto elaborata ed interessante, donando ulteriore coinvolgimento e profondità al racconto, non limitandolo esclusivamente al "contentino per i fan"; di fatto, non è il caso di questo film.
Se i fan di Tekken vogliono godersi i combattimenti, questo prodotto si può guardare con gusto; la trama, invece, è fiacca e frivola anche per gli standard dei videogiochi di Tekken. Lascia basiti vedere che alla sceneggiatura ci sia una persona meritevole come Dai Sato (uno degli sceneggiatori di "Cowboy Bebop" e "Wolf's rain", una delle principali menti di "Ghost in the Shell: Stand Alone Complex", l'ideatore di "Eureka Seven" ed "Ergo Proxy"), dal momento che lo script di quest'opera non è neanche lontanamente degno di lui, e sembra realizzato con scarso entusiasmo, con intento unicamente commerciale.
Anzi, una delle cose meno meritevoli di questo film ritengo sia proprio la sceneggiatura, che io, personalmente, avrei bocciato su tutta la linea, reputandola poco efficace e dalla scarsa possibilità di coinvolgere. Ci sono momenti in cui per chiunque un film d'azione leggero e scanzonato da guardare senza pretese si rivela piacevole; eppure, "Tekken - Blood Vengeance" è riuscito ad annoiarmi ed ammorbarmi come raramente riesce a fare un film.
Per ciò che concerne la storia, l'importanza è data a pochissimi personaggi (che personalmente ho trovato di un vuoto abissale e dal carisma praticamente nullo), in uno sviluppo degli eventi lineare ed assolutamente scontato che vuole focalizzarsi solo sulle battaglie, con un'alternanza di momenti comici-drammatici-thriller decisamente mal calibrata. Molti momenti buffi utilizzano uno stile prettamente anime, che nel 3D dal realismo-idealizzato preso in causa hanno avuto su di me un impatto grottesco, oserei dire "da latte alle ginocchia". Come se non bastasse, la storia presenta addirittura lievissime incongruenze con il videogioco, che avrebbero potuto evitare senza difficoltà.
In ogni caso il film si confessa esplicitamente una cialtronata per spacconi, con trovate registiche ed elementi di script veramente troppo stupidi per poter essere concepiti in un contesto pensato seriamente. Si potrebbe addirittura parlare di film "parodia di sé stesso", il che in realtà è un bene, perché dimostra che lo staff era consapevole di quello che stava facendo e ha buttato la cosa sul ridere.
L'unica, e sottolineo unica, cosa che mi è piaciuta di questo film è stata Lee Chaolan, inserito come personaggio prettamente comico, che in effetti è forse il solo a riuscire a tirar fuori il carisma, facendo strappare un sorriso allo spettatore nei momenti da pochi secondi in cui si manifesta.
Dal punto di vista tecnico si hanno modelli eccezionali e un ottimo impatto fotografico, ma ricorrentemente non gestito al meglio delle sue possibilità, per colpa di una regia... "all'altezza" del film. In primo luogo le animazioni risultano spesso un po' farlocche e legnose, soprattutto nelle scene neutre o di dialogo, ma con timing altresì sballati e sequenze dalla spettacolarità non ottimale nei momenti d'azione. In ogni caso, questi aspetti sono di sicuro la parte del film meno criticabile, anche se, viste le carenze su tutti gli altri aspetti, sarebbe opportuno cercarne il pelo nell'uovo.
Nel doppiaggio italiano, con un lavoro frettoloso e appena sufficiente, non si sono sprecati nell’offrire la visione alla nostra Nazione; comunque sia, hanno fatto bene, per quanto di certo non aiuti il coinvolgimento generale.
Mi sento di dargli un voto così basso prendendo in considerazione l'impatto di raro ammorbamento che è stato in grado di regalarmi.
3 Originalità del concept
2 Originalità dei contenuti
2 Coinvolgimento
3 Guardabilità
4 Regia
2 Sceneggiatura
3 Complessità strutturale
1 Profondità
7 Animazioni
8 Grafica
Voto medio: 3,2
Se i fan di Tekken vogliono godersi i combattimenti, questo prodotto si può guardare con gusto; la trama, invece, è fiacca e frivola anche per gli standard dei videogiochi di Tekken. Lascia basiti vedere che alla sceneggiatura ci sia una persona meritevole come Dai Sato (uno degli sceneggiatori di "Cowboy Bebop" e "Wolf's rain", una delle principali menti di "Ghost in the Shell: Stand Alone Complex", l'ideatore di "Eureka Seven" ed "Ergo Proxy"), dal momento che lo script di quest'opera non è neanche lontanamente degno di lui, e sembra realizzato con scarso entusiasmo, con intento unicamente commerciale.
Anzi, una delle cose meno meritevoli di questo film ritengo sia proprio la sceneggiatura, che io, personalmente, avrei bocciato su tutta la linea, reputandola poco efficace e dalla scarsa possibilità di coinvolgere. Ci sono momenti in cui per chiunque un film d'azione leggero e scanzonato da guardare senza pretese si rivela piacevole; eppure, "Tekken - Blood Vengeance" è riuscito ad annoiarmi ed ammorbarmi come raramente riesce a fare un film.
Per ciò che concerne la storia, l'importanza è data a pochissimi personaggi (che personalmente ho trovato di un vuoto abissale e dal carisma praticamente nullo), in uno sviluppo degli eventi lineare ed assolutamente scontato che vuole focalizzarsi solo sulle battaglie, con un'alternanza di momenti comici-drammatici-thriller decisamente mal calibrata. Molti momenti buffi utilizzano uno stile prettamente anime, che nel 3D dal realismo-idealizzato preso in causa hanno avuto su di me un impatto grottesco, oserei dire "da latte alle ginocchia". Come se non bastasse, la storia presenta addirittura lievissime incongruenze con il videogioco, che avrebbero potuto evitare senza difficoltà.
In ogni caso il film si confessa esplicitamente una cialtronata per spacconi, con trovate registiche ed elementi di script veramente troppo stupidi per poter essere concepiti in un contesto pensato seriamente. Si potrebbe addirittura parlare di film "parodia di sé stesso", il che in realtà è un bene, perché dimostra che lo staff era consapevole di quello che stava facendo e ha buttato la cosa sul ridere.
L'unica, e sottolineo unica, cosa che mi è piaciuta di questo film è stata Lee Chaolan, inserito come personaggio prettamente comico, che in effetti è forse il solo a riuscire a tirar fuori il carisma, facendo strappare un sorriso allo spettatore nei momenti da pochi secondi in cui si manifesta.
Dal punto di vista tecnico si hanno modelli eccezionali e un ottimo impatto fotografico, ma ricorrentemente non gestito al meglio delle sue possibilità, per colpa di una regia... "all'altezza" del film. In primo luogo le animazioni risultano spesso un po' farlocche e legnose, soprattutto nelle scene neutre o di dialogo, ma con timing altresì sballati e sequenze dalla spettacolarità non ottimale nei momenti d'azione. In ogni caso, questi aspetti sono di sicuro la parte del film meno criticabile, anche se, viste le carenze su tutti gli altri aspetti, sarebbe opportuno cercarne il pelo nell'uovo.
Nel doppiaggio italiano, con un lavoro frettoloso e appena sufficiente, non si sono sprecati nell’offrire la visione alla nostra Nazione; comunque sia, hanno fatto bene, per quanto di certo non aiuti il coinvolgimento generale.
Mi sento di dargli un voto così basso prendendo in considerazione l'impatto di raro ammorbamento che è stato in grado di regalarmi.
3 Originalità del concept
2 Originalità dei contenuti
2 Coinvolgimento
3 Guardabilità
4 Regia
2 Sceneggiatura
3 Complessità strutturale
1 Profondità
7 Animazioni
8 Grafica
Voto medio: 3,2