Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba - Il Quartiere dei Piaceri
Che dire di questo nuovo arco narrativo di Demon Slayer?
Me lo sono goduto. Dal primo all'ultimo episodio.
Bellissima l'ambientazione, Yoshiwara, il quartiere dei piacere di Edo, dove la vita vale solo se porti guadagno a chi ti sfrutta e le sparizioni sono all'ordine del giorno. Il posto ideale dove nascondersi per un demone. Ma se le sparizioni sono troppe, come anche le morti sospette, è inevitabile attirare l'attenzione della squadra ammazzademoni.
Per questo motivo Uzui Tengen, pilastro del suono e abilissimo ninja, decide di indagare. E lo fa mandando in prima linea le sue tre mogli, kunoichi di indubbio valore. Ma Inatsuru, Makio e Suma, cosi si chiamano le tre shinobi, svaniscono nel nulla.Tengen teme che qualcosa di brutto sia loro accaduto, ma per scoprire la verità ha bisogno di un aiuto, solo che necessita di tre giovane fanciulle che si infiltrino nelle tre case di piacere dove stavano indagando le sue mogli. Ma per infiltrarsi sono necessarie le persone giuste: e chi meglio di Tanjiro, Inosuke e Zen'itsu... vestiti da donna?
Inizia così quest'avvincente arco di Demon Slayer, dove conosciamo meglio Tengen, le sue mogli, vediamo maturare i tre ragazzi della squadra ammazzademoni e non solo (Nezuko strepitosa), ma vediamo anche lo spaccato di come doveva essere la vita nel quartiere di Yoshiwara. Il ritmo della narrazione è sempre alto, la tensione aumenta puntata dopo puntata, sino allo scontro finale con la sesta luna crescente, Daki, di cui apprendiamo la storia nel finale di serie. E personalmente, vedere l'origine della sua parabola da demone, me l'ha resa meno odiosa.
Animazione da paura, soprattutto negli scontri, che fanno letteralmente saltare sul divano. Molti sono i momenti elettrici, ma per contro parte ce ne sono anche di divertenti (i tra maschietti mascherati da donna nelle case di piacere strappano più di una risata) e di tristi.
Peccato sia durato così poco. Aspetto il prossimo arco narrativo con grandi aspettative.
Me lo sono goduto. Dal primo all'ultimo episodio.
Bellissima l'ambientazione, Yoshiwara, il quartiere dei piacere di Edo, dove la vita vale solo se porti guadagno a chi ti sfrutta e le sparizioni sono all'ordine del giorno. Il posto ideale dove nascondersi per un demone. Ma se le sparizioni sono troppe, come anche le morti sospette, è inevitabile attirare l'attenzione della squadra ammazzademoni.
Per questo motivo Uzui Tengen, pilastro del suono e abilissimo ninja, decide di indagare. E lo fa mandando in prima linea le sue tre mogli, kunoichi di indubbio valore. Ma Inatsuru, Makio e Suma, cosi si chiamano le tre shinobi, svaniscono nel nulla.Tengen teme che qualcosa di brutto sia loro accaduto, ma per scoprire la verità ha bisogno di un aiuto, solo che necessita di tre giovane fanciulle che si infiltrino nelle tre case di piacere dove stavano indagando le sue mogli. Ma per infiltrarsi sono necessarie le persone giuste: e chi meglio di Tanjiro, Inosuke e Zen'itsu... vestiti da donna?
Inizia così quest'avvincente arco di Demon Slayer, dove conosciamo meglio Tengen, le sue mogli, vediamo maturare i tre ragazzi della squadra ammazzademoni e non solo (Nezuko strepitosa), ma vediamo anche lo spaccato di come doveva essere la vita nel quartiere di Yoshiwara. Il ritmo della narrazione è sempre alto, la tensione aumenta puntata dopo puntata, sino allo scontro finale con la sesta luna crescente, Daki, di cui apprendiamo la storia nel finale di serie. E personalmente, vedere l'origine della sua parabola da demone, me l'ha resa meno odiosa.
Animazione da paura, soprattutto negli scontri, che fanno letteralmente saltare sul divano. Molti sono i momenti elettrici, ma per contro parte ce ne sono anche di divertenti (i tra maschietti mascherati da donna nelle case di piacere strappano più di una risata) e di tristi.
Peccato sia durato così poco. Aspetto il prossimo arco narrativo con grandi aspettative.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
“Demon Slayer: Entertainment District Arc”, terzo arco narrativo della storia incentrata sull’ammazza demoni Kamado Tanjiro e i suoi eccentrici compagni, risponde perfettamente al detto che recita: “di bene in meglio”. Dopo l’altalenante prima stagione, infatti, la serie ha conosciuto un progressivo miglioramento con i successivi due archi narrativi, incentrati rispettivamente sui Pilastri Rengoku e Tengen.
La storia muove dalle vicende finali del Treno Mugen, che avevano visto la morte del carismatico Pilastro delle Fiamme Rengoku, per poi introdurci al protagonista di questo arco narrativo, Uzui Tengen, anche conosciuto come il Pilastro del Suono. Al suo seguito Tanjiro, Zen’Itsu e Inosuke partono alla volta del quartiere a luci rosse, per incontrare le tre mogli di Tengen e scovare i demoni che si annidano in quel covo di uomini libertini e donne libidinose. Ed è proprio qui, che i ragazzi si imbattono nella Sesta Luna Crescente, Daki. Lo scontro che si protrae per circa sette episodi, questa volta, vede il bene trionfare sul male; vittoria pagata a caro prezzo da Tengen che, senza più un braccio e un occhio, sarà costretto, con buone probabilità, a lasciare i Pilastri.
Come il precedente arco narrativo, anche questo trae beneficio dal fattore brevità. In undici puntate si lascia poco spazio agli inutili discorsi motivazionali e si punta forte sui combattimenti, spettacolari ed eccezionalmente animati, come sempre. Sono questi, di fatto, i momenti in cui l’anime dà il meglio di sé. Il ritmo è incalzante e la tensione è alta, perché dopo l’esperienza vissuta con Rengoku, c’è la consapevolezza che non tutti i personaggi sono intoccabili, o quantomeno quelli da poco introdotti. A vincere, però, e contro ogni mia aspettativa, è la logica buonista. Nessuno dei buoni muore e il solo Tengen ne esce mutilato, ma vivo. Inoltre, si dà finalmente il giusto spazio a Nezuko che grazie al suo nuovo potere, potrà assumere un ruolo più centrale nei prossimi archi narrativi, o almeno spero. Nonostante ciò, persistono alcune incongruenze e forzature e si continua sulla via della redenzione per i cattivi, cosa che non ho mai apprezzato.
Il comparto grafico e quello musicale non tradiscono le aspettative, offrendoci combattimenti indimenticabili, nel cui novero rientra quello tra Tengen e la Luna Crescente, e OST strepitose, con menzione d’onore per “Zankyosanka” di Aimer.
In conclusione, ho trovato questo arco narrativo leggermente migliore del precedente e nettamente superiore alla prima stagione, grazie alla saggia decisione di puntare forte sui combattimenti, in grado di intrattenere degnamente lo spettatore. Nonostante ciò, continuo a trovare ingiustificato il seguito di cui gode l’intera saga che si potrebbe racchiudere nella frase: è intelligente ma non si applica.
“Demon Slayer: Entertainment District Arc”, terzo arco narrativo della storia incentrata sull’ammazza demoni Kamado Tanjiro e i suoi eccentrici compagni, risponde perfettamente al detto che recita: “di bene in meglio”. Dopo l’altalenante prima stagione, infatti, la serie ha conosciuto un progressivo miglioramento con i successivi due archi narrativi, incentrati rispettivamente sui Pilastri Rengoku e Tengen.
La storia muove dalle vicende finali del Treno Mugen, che avevano visto la morte del carismatico Pilastro delle Fiamme Rengoku, per poi introdurci al protagonista di questo arco narrativo, Uzui Tengen, anche conosciuto come il Pilastro del Suono. Al suo seguito Tanjiro, Zen’Itsu e Inosuke partono alla volta del quartiere a luci rosse, per incontrare le tre mogli di Tengen e scovare i demoni che si annidano in quel covo di uomini libertini e donne libidinose. Ed è proprio qui, che i ragazzi si imbattono nella Sesta Luna Crescente, Daki. Lo scontro che si protrae per circa sette episodi, questa volta, vede il bene trionfare sul male; vittoria pagata a caro prezzo da Tengen che, senza più un braccio e un occhio, sarà costretto, con buone probabilità, a lasciare i Pilastri.
Come il precedente arco narrativo, anche questo trae beneficio dal fattore brevità. In undici puntate si lascia poco spazio agli inutili discorsi motivazionali e si punta forte sui combattimenti, spettacolari ed eccezionalmente animati, come sempre. Sono questi, di fatto, i momenti in cui l’anime dà il meglio di sé. Il ritmo è incalzante e la tensione è alta, perché dopo l’esperienza vissuta con Rengoku, c’è la consapevolezza che non tutti i personaggi sono intoccabili, o quantomeno quelli da poco introdotti. A vincere, però, e contro ogni mia aspettativa, è la logica buonista. Nessuno dei buoni muore e il solo Tengen ne esce mutilato, ma vivo. Inoltre, si dà finalmente il giusto spazio a Nezuko che grazie al suo nuovo potere, potrà assumere un ruolo più centrale nei prossimi archi narrativi, o almeno spero. Nonostante ciò, persistono alcune incongruenze e forzature e si continua sulla via della redenzione per i cattivi, cosa che non ho mai apprezzato.
Il comparto grafico e quello musicale non tradiscono le aspettative, offrendoci combattimenti indimenticabili, nel cui novero rientra quello tra Tengen e la Luna Crescente, e OST strepitose, con menzione d’onore per “Zankyosanka” di Aimer.
In conclusione, ho trovato questo arco narrativo leggermente migliore del precedente e nettamente superiore alla prima stagione, grazie alla saggia decisione di puntare forte sui combattimenti, in grado di intrattenere degnamente lo spettatore. Nonostante ciò, continuo a trovare ingiustificato il seguito di cui gode l’intera saga che si potrebbe racchiudere nella frase: è intelligente ma non si applica.