Tales of Byston Well: Garzey's Wing
Durante un viaggio in moto Chris si ritrova misteriosamente catapultato nel mondo fantasy-medievale di Byston Well, nel bel mezzo di una sanguinosa rivolta degli schiavi della tribù di Metomeus contro il dittatoriale regno di Ashigaba. Il giovane scoprirà di essere stato evocato da Hassan, giovane e bella maga che vede in lui il Garzey's Wing, il leggendario salvatore del suo popolo: presa a cuore la lotta della tribù la guiderà così in una lunga odissea verso il mistico albero di Barju che, narra la leggenda, reca in sé il segreto per annientare il male...
Con "Garzey's Wing" Tomino raggiunge l'apice negativo dell'intera carriera, a dimostrazione che neppure i migliori registi siano immuni a clamorosi tonfi, anche se creatori di un Gundam o di un Ideon qualsiasi: chi l'avrebbe mai detto che il grand'uomo sarebbe arrivato, un giorno, a scrivere e dirigere questa colossale schifezza che risponde al nome di "Garzey's Wing"? Basato sull'omonimo secondo ciclo di storie (scritte tra il 1995 e il 1997) della saga letteraria di Byston Well, iniziata nel 1983 con "The Wings of Rean" e sulla cui base si fondarono le versioni animate "Aura Battler Dunbine" e "The Tale of Neo Byston Well" (terza, ma non ultima, la recente serie OVA dallo stesso titolo), "Garzey's Wing" ovunque uscirà sarà devastato dalla critica, ricordato come un progetto pieno di buoni spunti mandati malamente al macero, addirittura un cult dell'orrido, peggiore macchia in assoluto della carriera del regista.
Non aspettatevi nessun punto in comune con Dunbine, perché Tomino, libero dalle pressioni di sponsor e Sunrise, non inserisce aura battler e decide, invece, di riscrivere la sua opera precedente senza mecha, cambiandogli il nome in Garzey's Wing e rendendo ancora più caotiche le idee a chi vuole avvicinarsi - vana speranza, perché non usciranno mai fuori dal Giappone - ai romanzi. Remake (visto lo spunto di partenza identico)? Prequel? Non importa, tra poco non ve importerà più nulla.
A dispetto della totale creatività concessa a Tomino e alle idee originali che costellano l'opera, la più importante delle quali è sicuramente la facoltà del Chris di Byston Well di comunicare mentalmente con il Chris della Terra, il terribile difetto di "Garzey's Wing" è la noia: nei tre lunghi episodi che lo compongono (per un totale di un'ora e mezza di durata) si arriva in più punti all'autopunizione suprema, perché in tutta questa durata non si capisce mai cosa si sta guardando.
Il motivo è presto detto: scopriremo in "Garzey's Wing" l'assoluta incapacità del regista di creare soggetti adatti a miniserie di pochi episodi, e tale handicap, che stabilirà qui il suo precedente, tornerà a ripetersi anni dopo rovinando anche "The Wings of Rean". Quella di Tomino è l'incapacità di darsi una controllata con i personaggi (sempre troppi per lo spazio esiguo di durata), di evitare trame intricate e ambiziose, di raccontare la storia senza eccessi di terminologie di flore, faune e luoghi dai nomi impronunciabili che stressano inutilmente le meningi e non servono a nulla.
Non soltanto ogni avvenimento del confusionario intreccio è tratteggiato in modo così veloce da rendere il tutto impossibile da seguire, ma per l'occasione troviamo anche dialoghi tra i più mediocri che si siano mai sentiti, ulteriormente aggravati dalla traduzione davvero scadente dell'edizione DVD estera della Central Park Media, l'unica uscita in Occidente e su cui si basa la recensione. Aggiungiamoci a questo punto Tomino che ci mette del suo per attentare ulteriormente alla comprensione, "grazie" a personaggi che delirano e compiono azioni inspiegabili - un classico della sua poetica, la difficoltà di intendersi e comunicare -, e capirete quanto devastante possa essere guardare in successione tre episodi di questo informe ammasso di celluloide.
Le musiche sono generalmente vuote, anche se alcuni brani di Sagisu hanno goduto di un inaspettato successo tra gli animefan, al punto che molti le definiscono tra i pochi aspetti positivi dell'opera. Alcune trovate narrative sono francamente ridicole, e in aggiunta a questo la conclusione è pure lasciata a metà, con un inspiegabile colpo di scena finale che sa tanto di "decidete voi il finale perché io ho esaurito spazio e idee".
In mezzo a tanto schifo, a cui aggiungo anche una regia mediocre, pochissimo può salvare la discreta realizzazione tecnica e il buon chara design di Ohnuki, piacevole nelle ombreggiature. Un peccato, perché spunti notevoli ci sono (oltre all'idea dei Chris che collaborano insieme non mancano neanche battaglie spettacolari, tipo quella dell'eroe contro un cavaliere in groppa a un drago), ma a fronte di una sceneggiatura così genuinamente orrida da rendere tutto letargico, inspiegabile e inconcludente, non vi è giustificazione che tenga e non si può proprio salvare "Garzey's Wing", anche se a dirigerlo è il signor Tomino.
Con "Garzey's Wing" Tomino raggiunge l'apice negativo dell'intera carriera, a dimostrazione che neppure i migliori registi siano immuni a clamorosi tonfi, anche se creatori di un Gundam o di un Ideon qualsiasi: chi l'avrebbe mai detto che il grand'uomo sarebbe arrivato, un giorno, a scrivere e dirigere questa colossale schifezza che risponde al nome di "Garzey's Wing"? Basato sull'omonimo secondo ciclo di storie (scritte tra il 1995 e il 1997) della saga letteraria di Byston Well, iniziata nel 1983 con "The Wings of Rean" e sulla cui base si fondarono le versioni animate "Aura Battler Dunbine" e "The Tale of Neo Byston Well" (terza, ma non ultima, la recente serie OVA dallo stesso titolo), "Garzey's Wing" ovunque uscirà sarà devastato dalla critica, ricordato come un progetto pieno di buoni spunti mandati malamente al macero, addirittura un cult dell'orrido, peggiore macchia in assoluto della carriera del regista.
Non aspettatevi nessun punto in comune con Dunbine, perché Tomino, libero dalle pressioni di sponsor e Sunrise, non inserisce aura battler e decide, invece, di riscrivere la sua opera precedente senza mecha, cambiandogli il nome in Garzey's Wing e rendendo ancora più caotiche le idee a chi vuole avvicinarsi - vana speranza, perché non usciranno mai fuori dal Giappone - ai romanzi. Remake (visto lo spunto di partenza identico)? Prequel? Non importa, tra poco non ve importerà più nulla.
A dispetto della totale creatività concessa a Tomino e alle idee originali che costellano l'opera, la più importante delle quali è sicuramente la facoltà del Chris di Byston Well di comunicare mentalmente con il Chris della Terra, il terribile difetto di "Garzey's Wing" è la noia: nei tre lunghi episodi che lo compongono (per un totale di un'ora e mezza di durata) si arriva in più punti all'autopunizione suprema, perché in tutta questa durata non si capisce mai cosa si sta guardando.
Il motivo è presto detto: scopriremo in "Garzey's Wing" l'assoluta incapacità del regista di creare soggetti adatti a miniserie di pochi episodi, e tale handicap, che stabilirà qui il suo precedente, tornerà a ripetersi anni dopo rovinando anche "The Wings of Rean". Quella di Tomino è l'incapacità di darsi una controllata con i personaggi (sempre troppi per lo spazio esiguo di durata), di evitare trame intricate e ambiziose, di raccontare la storia senza eccessi di terminologie di flore, faune e luoghi dai nomi impronunciabili che stressano inutilmente le meningi e non servono a nulla.
Non soltanto ogni avvenimento del confusionario intreccio è tratteggiato in modo così veloce da rendere il tutto impossibile da seguire, ma per l'occasione troviamo anche dialoghi tra i più mediocri che si siano mai sentiti, ulteriormente aggravati dalla traduzione davvero scadente dell'edizione DVD estera della Central Park Media, l'unica uscita in Occidente e su cui si basa la recensione. Aggiungiamoci a questo punto Tomino che ci mette del suo per attentare ulteriormente alla comprensione, "grazie" a personaggi che delirano e compiono azioni inspiegabili - un classico della sua poetica, la difficoltà di intendersi e comunicare -, e capirete quanto devastante possa essere guardare in successione tre episodi di questo informe ammasso di celluloide.
Le musiche sono generalmente vuote, anche se alcuni brani di Sagisu hanno goduto di un inaspettato successo tra gli animefan, al punto che molti le definiscono tra i pochi aspetti positivi dell'opera. Alcune trovate narrative sono francamente ridicole, e in aggiunta a questo la conclusione è pure lasciata a metà, con un inspiegabile colpo di scena finale che sa tanto di "decidete voi il finale perché io ho esaurito spazio e idee".
In mezzo a tanto schifo, a cui aggiungo anche una regia mediocre, pochissimo può salvare la discreta realizzazione tecnica e il buon chara design di Ohnuki, piacevole nelle ombreggiature. Un peccato, perché spunti notevoli ci sono (oltre all'idea dei Chris che collaborano insieme non mancano neanche battaglie spettacolari, tipo quella dell'eroe contro un cavaliere in groppa a un drago), ma a fronte di una sceneggiatura così genuinamente orrida da rendere tutto letargico, inspiegabile e inconcludente, non vi è giustificazione che tenga e non si può proprio salvare "Garzey's Wing", anche se a dirigerlo è il signor Tomino.