Toaru Hikuushi e no Tsuioku
Faccio questa "recensione" - analisi non tanto per recensire, appunto, quanto per analizzare e consigliare un'opera che è riuscita a farmi arrivare ad una semplice quanto non scontata conclusione: non importa quante opere vediamo o abbiamo visto, oppure quante opere siamo stati in grado di apprezzare, da qualche parte dietro l'angolo e in qualsiasi momento ci sarà sempre e senza dubbio qualcosa che alla fine riuscirà a stupire ancora una volta...
"Toaru Hikūshi e no Tsuioku", traducibile in "Il ricordo di un certo aviatore", è un film del 2011 trasposto dall'omonima light novel del 2008.
L'opera, così come ci suggerisce il titolo, racconta di un pilota, Charles Karino, al quale sarà affidata una missione: scortare la principessa Fana del Moral in una pericolosa traversata oceanica.
Come da introduzione, questo film è qualcosa di veramente eccezionale, la storia, così com'è stata raccontata e strutturata, inonda lo spettatore fin da subito con un'infinità di situazioni che delineano fin dalle prime scene la struttura e le situazioni sociali nella quale è stata ambientata l'opera.
Anni '40, in un'Europa alternativa la guerra incombe e due regni decidono di unirsi facendo sposare i due figli prossimi alla successione; dopo un attacco a sorpresa la principessa potrà essere tratta in salvo solamente affrontando un lungo viaggio, scortata da un pilota con abilità di volo senza eguali, ma relegato alla nomea di mercenario solo per le sue origini miste.
L'opera affronta temi di rilevante spessore, cerca di raccontare la guerra, la discriminazione, la povertà degli abitanti dei regni in guerra, il dovere verso il proprio regno, tanto da fare qualcosa al quale mai si sarebbe voluti arrivare neanche a pensare, e di come bastano pochi istanti per riuscire a rimettere tutto in discussione. Ma cerca anche di raccontare un lato più "tecnologico" e fantascientifico, messo in evidenza dalle grandi navi e dagli aerei sempre pronti alla battaglia, "caricati" ad acqua salata, sia da una parte che dall'altra.
Ma sicuramente il perno sulla quale si basa e si sviluppa la nostra storia è sicuramente dato dalla conoscenza tra Charles e Fana durante il prosieguo del loro lungo e difficoltoso viaggio.
Con attimi di vera tensione tra una contraerea e l'altra e attimi di interessante conoscenza tra i due durante il viaggio, la storia fila via che è un piacere, toccando, come già detto in precedenza, temi di grande rilevanza sociale, ma non riducendo sicuramente tutto solamente a quello, anzi, essendo in grado allo stesso tempo anche di creare una storia appassionante e travolgente.
Strutturalmente perfetto, con l'alternarsi tra il combattimento e lo sviluppo della trama principale, arrivati alla fine sarà impossibile non chiedersi: "Ma come, è già finito!?";
Come non citare l'anime derivante dalla stessa serie di light novel, "Toaru Hikūshi e no Koiuta" (di questo ne parleremo più approfonditamente nella recensione dedicata presente nella propria scheda), anch'esso strutturalmente perfetto e, anche se creato in episodi intrecciati nei medesimi, ma non solo argomenti e ambientazioni, lascia il segno.
Il character design è molto interessante e attento al dettaglio dei personaggi, lascia veramente stupiti negli sfondi, soprattutto quando in primo piano c'è il protagonista dei protagonisti: il cielo, che durante le scene in volo con riflessi e luci riesce a far risultare ancora più suggestiva l'intera ambientazione.
Le soundtrack sono degne di nota, corredate da un'ending finale che conclude degnamente e in maniera più che ottimale l'intera storia.
Non posso che concludere aggiungendo al pensiero iniziale: ...Stupire per un istante è facile, basta uno sfondo, un'inquadratura, ma quando si rimane stupiti a distanza di tempo, allora quella è senza dubbio una conferma dell'ottima riuscita dell'opera appena vista, fino alla... Fine.
"Toaru Hikūshi e no Tsuioku", traducibile in "Il ricordo di un certo aviatore", è un film del 2011 trasposto dall'omonima light novel del 2008.
L'opera, così come ci suggerisce il titolo, racconta di un pilota, Charles Karino, al quale sarà affidata una missione: scortare la principessa Fana del Moral in una pericolosa traversata oceanica.
Come da introduzione, questo film è qualcosa di veramente eccezionale, la storia, così com'è stata raccontata e strutturata, inonda lo spettatore fin da subito con un'infinità di situazioni che delineano fin dalle prime scene la struttura e le situazioni sociali nella quale è stata ambientata l'opera.
Anni '40, in un'Europa alternativa la guerra incombe e due regni decidono di unirsi facendo sposare i due figli prossimi alla successione; dopo un attacco a sorpresa la principessa potrà essere tratta in salvo solamente affrontando un lungo viaggio, scortata da un pilota con abilità di volo senza eguali, ma relegato alla nomea di mercenario solo per le sue origini miste.
L'opera affronta temi di rilevante spessore, cerca di raccontare la guerra, la discriminazione, la povertà degli abitanti dei regni in guerra, il dovere verso il proprio regno, tanto da fare qualcosa al quale mai si sarebbe voluti arrivare neanche a pensare, e di come bastano pochi istanti per riuscire a rimettere tutto in discussione. Ma cerca anche di raccontare un lato più "tecnologico" e fantascientifico, messo in evidenza dalle grandi navi e dagli aerei sempre pronti alla battaglia, "caricati" ad acqua salata, sia da una parte che dall'altra.
Ma sicuramente il perno sulla quale si basa e si sviluppa la nostra storia è sicuramente dato dalla conoscenza tra Charles e Fana durante il prosieguo del loro lungo e difficoltoso viaggio.
Con attimi di vera tensione tra una contraerea e l'altra e attimi di interessante conoscenza tra i due durante il viaggio, la storia fila via che è un piacere, toccando, come già detto in precedenza, temi di grande rilevanza sociale, ma non riducendo sicuramente tutto solamente a quello, anzi, essendo in grado allo stesso tempo anche di creare una storia appassionante e travolgente.
Strutturalmente perfetto, con l'alternarsi tra il combattimento e lo sviluppo della trama principale, arrivati alla fine sarà impossibile non chiedersi: "Ma come, è già finito!?";
Come non citare l'anime derivante dalla stessa serie di light novel, "Toaru Hikūshi e no Koiuta" (di questo ne parleremo più approfonditamente nella recensione dedicata presente nella propria scheda), anch'esso strutturalmente perfetto e, anche se creato in episodi intrecciati nei medesimi, ma non solo argomenti e ambientazioni, lascia il segno.
Il character design è molto interessante e attento al dettaglio dei personaggi, lascia veramente stupiti negli sfondi, soprattutto quando in primo piano c'è il protagonista dei protagonisti: il cielo, che durante le scene in volo con riflessi e luci riesce a far risultare ancora più suggestiva l'intera ambientazione.
Le soundtrack sono degne di nota, corredate da un'ending finale che conclude degnamente e in maniera più che ottimale l'intera storia.
Non posso che concludere aggiungendo al pensiero iniziale: ...Stupire per un istante è facile, basta uno sfondo, un'inquadratura, ma quando si rimane stupiti a distanza di tempo, allora quella è senza dubbio una conferma dell'ottima riuscita dell'opera appena vista, fino alla... Fine.
Parto col dire che ho visionato questo film a scatola chiusa, non sapendo nulla della trama e trovandolo per caso.
Già l'idea di una guerra tra regni avversi, di una aviazione militare e di un "triangolo" amoroso mi aveva da subito colpita, ma, a parte questo, la delicatezza con cui viene trattato l'atteggiamento del protagonista mi ha accompagnata per tutta la durata della visione. Charles è un mezzosangue, quindi da sempre maltrattato, che, detto da lui e durante la visione si capirà ancora di più, sogna di volare nei cieli perché solo lì si è liberi. La sua missione sarà quella di scortare Fana, la principessa rimasta orfana di padre durante un attacco nemico, dall'altra parte dell'oceano verso il suo promesso sposo. Durante il viaggio in volo i due si conosceranno un po' e, a causa del ceto sociale differente, nulla potrà davvero sbocciare, seppur la delicatezza del loro rapporto lascerebbe intendere tutt'altro.
Con un finale un bel po' amaro, io lo consiglio. Anche per le bellissime scene in volo durante i vari attacchi nemici.
Ultima considerazione: mi ha ricordato un po' "Si alza il vento", per la questione del sogno del volo, e per lo stile di disegno. Fana è molto sensibile, e nella seconda parte della storia dimostra molto coraggio.
Già l'idea di una guerra tra regni avversi, di una aviazione militare e di un "triangolo" amoroso mi aveva da subito colpita, ma, a parte questo, la delicatezza con cui viene trattato l'atteggiamento del protagonista mi ha accompagnata per tutta la durata della visione. Charles è un mezzosangue, quindi da sempre maltrattato, che, detto da lui e durante la visione si capirà ancora di più, sogna di volare nei cieli perché solo lì si è liberi. La sua missione sarà quella di scortare Fana, la principessa rimasta orfana di padre durante un attacco nemico, dall'altra parte dell'oceano verso il suo promesso sposo. Durante il viaggio in volo i due si conosceranno un po' e, a causa del ceto sociale differente, nulla potrà davvero sbocciare, seppur la delicatezza del loro rapporto lascerebbe intendere tutt'altro.
Con un finale un bel po' amaro, io lo consiglio. Anche per le bellissime scene in volo durante i vari attacchi nemici.
Ultima considerazione: mi ha ricordato un po' "Si alza il vento", per la questione del sogno del volo, e per lo stile di disegno. Fana è molto sensibile, e nella seconda parte della storia dimostra molto coraggio.
Per la serie “non è l’originalità a far spiccare un prodotto” vi propongo, oggi, “Toaru Hikuushi e no Tsuioku”, un film di guerra/avventura con sfondo sentimentale del 2011, passato un po’ in sordina.
Il film vede protagonista l’abilissimo pilota Charles Karino, a cui viene affidata una missione delicata: sorvolare 12000 km di acque nemiche per scortare Fana del Moral, la principessa promessa in sposa all’imperatore. Ovviamente il viaggio sarà tutt’altro che facile, e il pericolo sarà costantemente in agguato.
La storia è semplice e il rapporto tra due personalità opposte che, a poco a poco, si avvicinano, è super-abusato in prodotti di questo tipo. Di buono c’è sicuramente il personaggio principale, Charles, che viene minuziosamente mostrato attraverso i flashback che mostrano il suo viaggio per diventare un ottimo pilota. Tuttavia, non si può dire lo stesso della principessa, in primis, e del rapporto tra i due. Fana viene mostrata inizialmente come la classica nobile che viene costretta a un matrimonio d’interessi, ma che dimostra fermezza e sentimenti propri, grazie ai quali si lega per l’appunto al suo salvatore. Sarebbe stato carino, a questo proposito, soffermarsi più a lungo sui sentimenti di disgusto e diniego della ragazza riguardo al matrimonio... nonostante il film alterni momenti d’azione ad altri più intimi e sentimentali, questo lato della storia è trattato decisamente troppo poco.
Allo stesso modo, appare un po’ troppo frettoloso il rapporto in crescita dei due, benché giustificato da uno scenario di pericolo e morte costante. Il film, tuttavia, resta abbastanza piacevole, specie per le scene d’azione avvincenti, che vedono Charles dare dimostrazione di grandi doti di pilota.
Sul lato tecnico, invece, nulla da dire. Il prodotto è più che promosso sia per il chara che per le animazioni e il comparto sonoro meravigliosi.
Insomma, nonostante abbia evidenti difetti, è un film che consiglio a chi cerca qualcosa di non impegnativo.
Il prodotto mi ha, inoltre, ricordato un anime visto parecchio tempo fa, che ha una trama relativamente simile, ma che consiglio maggiormente: “Toaru Hikuushi e no Koiuta”.
Il film vede protagonista l’abilissimo pilota Charles Karino, a cui viene affidata una missione delicata: sorvolare 12000 km di acque nemiche per scortare Fana del Moral, la principessa promessa in sposa all’imperatore. Ovviamente il viaggio sarà tutt’altro che facile, e il pericolo sarà costantemente in agguato.
La storia è semplice e il rapporto tra due personalità opposte che, a poco a poco, si avvicinano, è super-abusato in prodotti di questo tipo. Di buono c’è sicuramente il personaggio principale, Charles, che viene minuziosamente mostrato attraverso i flashback che mostrano il suo viaggio per diventare un ottimo pilota. Tuttavia, non si può dire lo stesso della principessa, in primis, e del rapporto tra i due. Fana viene mostrata inizialmente come la classica nobile che viene costretta a un matrimonio d’interessi, ma che dimostra fermezza e sentimenti propri, grazie ai quali si lega per l’appunto al suo salvatore. Sarebbe stato carino, a questo proposito, soffermarsi più a lungo sui sentimenti di disgusto e diniego della ragazza riguardo al matrimonio... nonostante il film alterni momenti d’azione ad altri più intimi e sentimentali, questo lato della storia è trattato decisamente troppo poco.
Allo stesso modo, appare un po’ troppo frettoloso il rapporto in crescita dei due, benché giustificato da uno scenario di pericolo e morte costante. Il film, tuttavia, resta abbastanza piacevole, specie per le scene d’azione avvincenti, che vedono Charles dare dimostrazione di grandi doti di pilota.
Sul lato tecnico, invece, nulla da dire. Il prodotto è più che promosso sia per il chara che per le animazioni e il comparto sonoro meravigliosi.
Insomma, nonostante abbia evidenti difetti, è un film che consiglio a chi cerca qualcosa di non impegnativo.
Il prodotto mi ha, inoltre, ricordato un anime visto parecchio tempo fa, che ha una trama relativamente simile, ma che consiglio maggiormente: “Toaru Hikuushi e no Koiuta”.
L'originalità può essere raggiunta creando qualcosa di nuovo oppure sviluppando il potenziale celato in ciò che già esiste. "La Principessa e il Pilota" prende qualcosa di assolutamente vecchio e non sviluppa assolutamente nulla: la trama si può sintetizzare in una sfida all'intelligenza dello spettatore.
L'incipit introduce la Principessa come classica donna oggetto medievale, predestinata a sposare il Principe belloccio ma tonto (a metà film si capirà il suo livello di stupidità), per consolidare l'impero di Levamme, in guerra contro quello di Amatsukami: il suo personaggio ha vissuto sempre nella bambagia, parla solo se interrogato, ma dimostra di possedere competenze da medico di campo e occhio da cecchino. E qua da spettatore mi chiedo perché, pur vivendo su un'isola, non sappia anche nuotare...
L'evolversi delle vicende e alcuni flashback caratterizzano invece la figura del Pilota e il suo rapporto con la Principessa: preso a calci da quando è nato per il suo stato sociale di mezzosangue, insegue il sogno di volare libero (che gli fu ispirato proprio dalla Principessa), e diventa così un aviatore provetto per l'impero di Levamme, benché continuino a prenderlo a calci e male parole. E qua da spettatore mi chiedo perché non sia già passato al nemico...
Il resto della trama corre via alternando scene al limite della fisica, tra proiettili e cannonate schivate con indicibili esagerazioni dall'aereo dei nostri due protagonisti, e momenti di intimità, dove gli sceneggiatori cercano di giustificare il non plausibile sviluppo accelerato della personalità della Principessa. Il finale sfiora l'indecenza cerebrale e reca offesa ai minatori, sicuramente schiavi mezzosangue di Levamme, che hanno scavato oro presi a calci, solo per rendere "fiabesco" l'ultimo saluto. E qua da spettatore mi chiedo perché dovrei dare giudizi positivi a un film che mi costringe a leggere per iscritto sullo schermo come è andata a finire...
La grafica è complessivamente di ottima qualità, ma è palese che i modelli devono tutto agli anime Ghibli e a "Last Exile".
La colonna sonora è praticamente inesistente, e personalmente trovo troppo infantile la voce della Principessa adulta (la seiyuu aveva sedici anni all'epoca).
Se bastasse il bel cielo blu e l'aereo che sfreccia tra le nubi, sarebbe il film del secolo. Invece siamo di fronte alla "Sagra dei Cliché".
Voto: 6
L'incipit introduce la Principessa come classica donna oggetto medievale, predestinata a sposare il Principe belloccio ma tonto (a metà film si capirà il suo livello di stupidità), per consolidare l'impero di Levamme, in guerra contro quello di Amatsukami: il suo personaggio ha vissuto sempre nella bambagia, parla solo se interrogato, ma dimostra di possedere competenze da medico di campo e occhio da cecchino. E qua da spettatore mi chiedo perché, pur vivendo su un'isola, non sappia anche nuotare...
L'evolversi delle vicende e alcuni flashback caratterizzano invece la figura del Pilota e il suo rapporto con la Principessa: preso a calci da quando è nato per il suo stato sociale di mezzosangue, insegue il sogno di volare libero (che gli fu ispirato proprio dalla Principessa), e diventa così un aviatore provetto per l'impero di Levamme, benché continuino a prenderlo a calci e male parole. E qua da spettatore mi chiedo perché non sia già passato al nemico...
Il resto della trama corre via alternando scene al limite della fisica, tra proiettili e cannonate schivate con indicibili esagerazioni dall'aereo dei nostri due protagonisti, e momenti di intimità, dove gli sceneggiatori cercano di giustificare il non plausibile sviluppo accelerato della personalità della Principessa. Il finale sfiora l'indecenza cerebrale e reca offesa ai minatori, sicuramente schiavi mezzosangue di Levamme, che hanno scavato oro presi a calci, solo per rendere "fiabesco" l'ultimo saluto. E qua da spettatore mi chiedo perché dovrei dare giudizi positivi a un film che mi costringe a leggere per iscritto sullo schermo come è andata a finire...
La grafica è complessivamente di ottima qualità, ma è palese che i modelli devono tutto agli anime Ghibli e a "Last Exile".
La colonna sonora è praticamente inesistente, e personalmente trovo troppo infantile la voce della Principessa adulta (la seiyuu aveva sedici anni all'epoca).
Se bastasse il bel cielo blu e l'aereo che sfreccia tra le nubi, sarebbe il film del secolo. Invece siamo di fronte alla "Sagra dei Cliché".
Voto: 6
Un film d'animazione che non dovrebbe mancare nella collezione di un amante del fantasy e dello steampunk è senz'alcun dubbio "The Princess and the Pilot". L'opera conduce lo spettatore in un mondo spettacolare, fatto di enormi aeronavi, cieli e mari limpidi e la grandezza dei sentimenti che invade questi spazi sconfinati.
"The Princess and the Pilot" è un film della stagione autunnale 2011 della durata di novantanove minuti. L'opera deriva dall'omonima light novel del 2008.
Trama: Charles Karino è un pilota mercenario dell'impero di Levamme (il cui triste passato deriva dalla sua natura di mezzo sangue, discendente per metà da Levamme e per l'altra metà dall'impero di Amatsukami, suo acerrimo nemico), a cui è stato affidato il compito di pilotare il nuovo aereo biposto "Santa Cruz" e trasportare la principessa Juana del Moral a bordo dell'aereo affinché possa raggiungere il principe Carlo, suo promesso sposo. La traversata è lunga 12000 km ed è molto pericolosa, poiché è situata in territorio nemico. Riuscirà Charles a condurre la principessa a destinazione?
Grafica: nulla di negativo da segnalare. Le ambientazioni sono ottime per varietà, bellezza, precisione e grado di dettaglio. Ottime le animazioni, rapide, fluide e realistiche. Character design maturo e appropriato al contesto. Splendido (e bellissimo) mecha design, che pur presentando delle aeronavi di fantasia, non disdegna il realismo e una grande attenzione tecnica.
Sonoro: magistrale. L'opening è assente, in compenso l'ending è dolce e malinconica. Splendidi violini enfatizzano le scene finali. OST bellissime. Effetti sonori realistici, appropriati e ben integrati col resto del sonoro. Splendido doppiaggio.
Personaggi: i protagonisti principali dell'opera sono splendidamente caratterizzati, così com'è caratterizzato egregiamente il resto dei personaggi. Ottimo fattore introspettivo e psicologico e una grande maturazione caratterizzano i protagonisti. Ottima l'interazione.
Sceneggiatura: sostanzialmente è stato svolto un bel lavoro. La gestione temporale è un po' impegnativa (si parte da un lungo prequel che parla del passato del protagonista, sono presenti anche alcuni flashback). Il ritmo è forse la nota dolente di questo film. Assomiglia a un aereo che, anziché essere alimentato a cherosene, preferisce il gasolio. Ci vuole un bel po' affinché il motore si "scaldi", ma una volta avviato non lo ferma più nessuno; occorre un po' di pazienza affinché la storia mostri il suo potenziale. Le scene d'azione sono ben presenti e realizzate in modo magistrale, con gran cura e realismo, la morte non manca e non è mai inappropriata. Il fanservice è inesistente. I dialoghi sono perfetti.
Finale: l'opera si conclude molto bene senza pericolosi finali aperti. Il finale è maturo, "responsabile", fedele al proprio "ruolo" fino alla fine. Un commiato molto sofferto è alla base della splendida conclusione del film.
In sintesi, "The Princess and the Pilot" è senz'alcun dubbio un ottimo film. L'opera impiega un po' a partire (e a destare interesse), ma, una volta "decollata", è inarrestabile e condurrà lo spettatore/passeggero verso una bellissima meta. L'opera è consigliata a un pubblico "maturo" (d'età e di testa), poiché le tematiche affrontate non sono alla portata di tutti.
"The Princess and the Pilot" è un film della stagione autunnale 2011 della durata di novantanove minuti. L'opera deriva dall'omonima light novel del 2008.
Trama: Charles Karino è un pilota mercenario dell'impero di Levamme (il cui triste passato deriva dalla sua natura di mezzo sangue, discendente per metà da Levamme e per l'altra metà dall'impero di Amatsukami, suo acerrimo nemico), a cui è stato affidato il compito di pilotare il nuovo aereo biposto "Santa Cruz" e trasportare la principessa Juana del Moral a bordo dell'aereo affinché possa raggiungere il principe Carlo, suo promesso sposo. La traversata è lunga 12000 km ed è molto pericolosa, poiché è situata in territorio nemico. Riuscirà Charles a condurre la principessa a destinazione?
Grafica: nulla di negativo da segnalare. Le ambientazioni sono ottime per varietà, bellezza, precisione e grado di dettaglio. Ottime le animazioni, rapide, fluide e realistiche. Character design maturo e appropriato al contesto. Splendido (e bellissimo) mecha design, che pur presentando delle aeronavi di fantasia, non disdegna il realismo e una grande attenzione tecnica.
Sonoro: magistrale. L'opening è assente, in compenso l'ending è dolce e malinconica. Splendidi violini enfatizzano le scene finali. OST bellissime. Effetti sonori realistici, appropriati e ben integrati col resto del sonoro. Splendido doppiaggio.
Personaggi: i protagonisti principali dell'opera sono splendidamente caratterizzati, così com'è caratterizzato egregiamente il resto dei personaggi. Ottimo fattore introspettivo e psicologico e una grande maturazione caratterizzano i protagonisti. Ottima l'interazione.
Sceneggiatura: sostanzialmente è stato svolto un bel lavoro. La gestione temporale è un po' impegnativa (si parte da un lungo prequel che parla del passato del protagonista, sono presenti anche alcuni flashback). Il ritmo è forse la nota dolente di questo film. Assomiglia a un aereo che, anziché essere alimentato a cherosene, preferisce il gasolio. Ci vuole un bel po' affinché il motore si "scaldi", ma una volta avviato non lo ferma più nessuno; occorre un po' di pazienza affinché la storia mostri il suo potenziale. Le scene d'azione sono ben presenti e realizzate in modo magistrale, con gran cura e realismo, la morte non manca e non è mai inappropriata. Il fanservice è inesistente. I dialoghi sono perfetti.
Finale: l'opera si conclude molto bene senza pericolosi finali aperti. Il finale è maturo, "responsabile", fedele al proprio "ruolo" fino alla fine. Un commiato molto sofferto è alla base della splendida conclusione del film.
In sintesi, "The Princess and the Pilot" è senz'alcun dubbio un ottimo film. L'opera impiega un po' a partire (e a destare interesse), ma, una volta "decollata", è inarrestabile e condurrà lo spettatore/passeggero verso una bellissima meta. L'opera è consigliata a un pubblico "maturo" (d'età e di testa), poiché le tematiche affrontate non sono alla portata di tutti.
"Toaru Hikuushi e no Tsuioku" è un buon film, che poteva valere qualcosa di più di un voto nella media, sopra la sufficienza, voto che però di fatto non raggiunge. E' una pellicola assolutamente di pregio, e la cosa che mi fa dire che è un 7,5 e non un 7 stentato è questa, il fatto che le scelte dei personaggi siano "credibili", tengono conto di posizione sociale, carattere ed indole, e non sono un gratuito regalo favolistico alla stregua del "vissero tutti felici e contenti", perché piace di più.
La trama è assolutamente godibile, non innovativa certo (la bella e il plebeo è cosa già vista), ma tratta con attenzione punti interessanti, palesando personaggi non banali, inserendo anche argomentazioni per nulla leggere, come le barriere sociali, i drammi del razzismo e via discorrendo. Il tutto affrontato in modo molto realistico e non fiabesco, o con improbabili tocchi stilnovistici.
"Toaru Hikuushi e no Tsuioku" tratta di un evento politico calato in un'ambientazione storica-fantastica che ha come situazione-palcoscenico una guerra, arginabile solo in due modi: nel sangue o con tanti accordi, ed i pratici ed assolutamente utilizzati "matrimoni politici". Così, il principe dell'impero offre sul piatto d'argento alla sua bella un regalo incredibile, la "pace", e lady Fara, tutta rispettosa del cerimoniale, accetta; tuttavia, un attacco inaspettato rischia di mandare tutto a monte, e così il piano di emergenza entra in atto: scortare la futura sovrana dal suo sposo tramite un "commando-aereo". Viene scelto per la rischiosa missione Charles, un mezzosangue bistrattato, cresciuto all'ombra del razzismo e della vessazione per essere un bastardo, che "vince" l'onore della missione solo in nome delle sue grandi abilità di volo. E perché la necessità è virtù, ci si può dimenticare che è un mezzosangue, se serve allo scopo di pilotare la Santa Cruz.
Il viaggio è periglioso, ovviamente, e mette a confronto i temperamenti dei due protagonisti, le loro realtà, il loro passato, le loro attitudini mentali. E' interessante che le solite imposizioni esistenziali del tipo "devo farlo per il mio paese?" non sono trattate banalmente: Fara ha una personalità forte, e uno spirito notevole. Il confronto con Charles, i sentimenti dei due, i diversi modi dei due di approcciare le proprie emozioni e scendere a patti con i propri doveri, creano davvero un bell'intrigo da seguire. E' fin troppo bravo Charles nelle sue manovre aeree, ai limiti del non credibile anche per gli standard del fantasy in questione, ma non è questo il punto: la storia vuole parlare dei due e della situazione in cui si trovano, non fare l'analisi critica alla credibilità della missione e del suo compimento. Anche se in apparenza sembra farla da padrone la "missione tecnica", quindi il volo e le epiche manovre, è cosa non si dicono i personaggi, cosa provano, cosa vorrebbero dire ma tacciono, a dominare per davvero, sebbene i minuti spesso vengano dedicati a questo volo disperato verso l'altro impero.
Il profilo tecnico è molto buono, i disegni dei fondali e le animazioni aeree le ho trovate notevoli, profondamente coinvolgenti, la colonna sonora non è indimenticabile né pari al livello grafico, ma si cala bene nella situazione che accompagna, senza infamia e senza lode.
Sicuramente consigliato.
La trama è assolutamente godibile, non innovativa certo (la bella e il plebeo è cosa già vista), ma tratta con attenzione punti interessanti, palesando personaggi non banali, inserendo anche argomentazioni per nulla leggere, come le barriere sociali, i drammi del razzismo e via discorrendo. Il tutto affrontato in modo molto realistico e non fiabesco, o con improbabili tocchi stilnovistici.
"Toaru Hikuushi e no Tsuioku" tratta di un evento politico calato in un'ambientazione storica-fantastica che ha come situazione-palcoscenico una guerra, arginabile solo in due modi: nel sangue o con tanti accordi, ed i pratici ed assolutamente utilizzati "matrimoni politici". Così, il principe dell'impero offre sul piatto d'argento alla sua bella un regalo incredibile, la "pace", e lady Fara, tutta rispettosa del cerimoniale, accetta; tuttavia, un attacco inaspettato rischia di mandare tutto a monte, e così il piano di emergenza entra in atto: scortare la futura sovrana dal suo sposo tramite un "commando-aereo". Viene scelto per la rischiosa missione Charles, un mezzosangue bistrattato, cresciuto all'ombra del razzismo e della vessazione per essere un bastardo, che "vince" l'onore della missione solo in nome delle sue grandi abilità di volo. E perché la necessità è virtù, ci si può dimenticare che è un mezzosangue, se serve allo scopo di pilotare la Santa Cruz.
Il viaggio è periglioso, ovviamente, e mette a confronto i temperamenti dei due protagonisti, le loro realtà, il loro passato, le loro attitudini mentali. E' interessante che le solite imposizioni esistenziali del tipo "devo farlo per il mio paese?" non sono trattate banalmente: Fara ha una personalità forte, e uno spirito notevole. Il confronto con Charles, i sentimenti dei due, i diversi modi dei due di approcciare le proprie emozioni e scendere a patti con i propri doveri, creano davvero un bell'intrigo da seguire. E' fin troppo bravo Charles nelle sue manovre aeree, ai limiti del non credibile anche per gli standard del fantasy in questione, ma non è questo il punto: la storia vuole parlare dei due e della situazione in cui si trovano, non fare l'analisi critica alla credibilità della missione e del suo compimento. Anche se in apparenza sembra farla da padrone la "missione tecnica", quindi il volo e le epiche manovre, è cosa non si dicono i personaggi, cosa provano, cosa vorrebbero dire ma tacciono, a dominare per davvero, sebbene i minuti spesso vengano dedicati a questo volo disperato verso l'altro impero.
Il profilo tecnico è molto buono, i disegni dei fondali e le animazioni aeree le ho trovate notevoli, profondamente coinvolgenti, la colonna sonora non è indimenticabile né pari al livello grafico, ma si cala bene nella situazione che accompagna, senza infamia e senza lode.
Sicuramente consigliato.
"Toaru Hikuushi e no Tsuioku " viene tradotto in inglese con il titolo "The Princess and the Pilot". La traduzione, insieme all'immagine di copertina di cui sopra, sebbene corretta induce facilmente in errore.
Il film non è la storia d'amore tra un anonimo pilota e la bella principessa (disneyana) di turno, tutt'altro. Già il colore dei capelli e gli orecchini di lei (vedi "Nausica nella valle del vento" e "Banner of the Star") ci dovrebbero mettere sull'avviso sul vero carattere che gli autori le vogliono imprimere. Per creare una buona regina, comunque, ci vuole un episodio sconvolgente, che, come i colpi del martello sulla forgia creanti buone spade, fortifichi la volontà al suo ricordo. Questo film è il racconto di quell'episodio.
Il film si apre con una principessa apatica e rispettosissima degli ordini paterni e si conclude con una regina che rimarrà nelle cronache storiche di entrambi gli imperi in guerra. Per quanto riguarda l'idea della necessità di questo percorso e delle responsabilità che ne derivano, basta fare il confronto con il di lei promesso sposo, che definirlo deficiente è giusto se non poco.
Nell'ora e quaranta del film ci viene dato uno scorcio di un mondo in guerra, un mondo che, a giudicare dai mezzi di combattimento, ha scoperto da poco l'aeronautica e ha incominciato a capirne le piene potenzialità controvoglia. Questo si nota da alcuni dettagli, come ad esempio il fatto che i piloti siano considerati a perdere e vengano usate anche le disprezzate classi sociali inferiori. Considerate che fino all'inizio della seconda guerra mondiale il volo era considerato esclusiva dei "cavalieri del cielo" e solo la battaglia d'Inghilterra ha sterminato questa concezione.
Il fatto che nel film quest'illusione sia ancora viva si desume da due episodi.
Nel primo sono tre battute fra il protagonista e i suoi superiori. Alla domanda "come hai imparato a volare?", alla risposta "osservando gli altri" viene immediatamente ribattuto "un ladro, dunque".
Nel secondo si interrompe un combattimento sanguinario per fare un duello aereo tra il protagonista e il suo miglior avversario "come da tradizione".
Il grande protagonista del film è comunque il cielo e il volo in esso. L'aereo con tutti i suoi limiti dà l'impressione del grande amore che dovevano avere tutti i piloti per il loro mezzo. Persino nelle battaglie (tutte o quasi fatte con manovre tecnicamente possibili) l'aereo sembra ballare su un palcoscenico infinito.
Per quanto riguarda la storia d'amore, devo dire che difficilmente ho visto dei character così in controllo di loro stessi. Non nel senso vittoriano del termine, secondo cui la donna dalla testa in giù non esisteva, ma con passioni forti e controllate sebbene presenti e intuite in sguardi e azioni.
Considero questo, quindi, un film completo e soddisfacente, che tocca tutti i punti richiesti dalla sceneggiatura e dal cuore dello spettatore.
Il film non è la storia d'amore tra un anonimo pilota e la bella principessa (disneyana) di turno, tutt'altro. Già il colore dei capelli e gli orecchini di lei (vedi "Nausica nella valle del vento" e "Banner of the Star") ci dovrebbero mettere sull'avviso sul vero carattere che gli autori le vogliono imprimere. Per creare una buona regina, comunque, ci vuole un episodio sconvolgente, che, come i colpi del martello sulla forgia creanti buone spade, fortifichi la volontà al suo ricordo. Questo film è il racconto di quell'episodio.
Il film si apre con una principessa apatica e rispettosissima degli ordini paterni e si conclude con una regina che rimarrà nelle cronache storiche di entrambi gli imperi in guerra. Per quanto riguarda l'idea della necessità di questo percorso e delle responsabilità che ne derivano, basta fare il confronto con il di lei promesso sposo, che definirlo deficiente è giusto se non poco.
Nell'ora e quaranta del film ci viene dato uno scorcio di un mondo in guerra, un mondo che, a giudicare dai mezzi di combattimento, ha scoperto da poco l'aeronautica e ha incominciato a capirne le piene potenzialità controvoglia. Questo si nota da alcuni dettagli, come ad esempio il fatto che i piloti siano considerati a perdere e vengano usate anche le disprezzate classi sociali inferiori. Considerate che fino all'inizio della seconda guerra mondiale il volo era considerato esclusiva dei "cavalieri del cielo" e solo la battaglia d'Inghilterra ha sterminato questa concezione.
Il fatto che nel film quest'illusione sia ancora viva si desume da due episodi.
Nel primo sono tre battute fra il protagonista e i suoi superiori. Alla domanda "come hai imparato a volare?", alla risposta "osservando gli altri" viene immediatamente ribattuto "un ladro, dunque".
Nel secondo si interrompe un combattimento sanguinario per fare un duello aereo tra il protagonista e il suo miglior avversario "come da tradizione".
Il grande protagonista del film è comunque il cielo e il volo in esso. L'aereo con tutti i suoi limiti dà l'impressione del grande amore che dovevano avere tutti i piloti per il loro mezzo. Persino nelle battaglie (tutte o quasi fatte con manovre tecnicamente possibili) l'aereo sembra ballare su un palcoscenico infinito.
Per quanto riguarda la storia d'amore, devo dire che difficilmente ho visto dei character così in controllo di loro stessi. Non nel senso vittoriano del termine, secondo cui la donna dalla testa in giù non esisteva, ma con passioni forti e controllate sebbene presenti e intuite in sguardi e azioni.
Considero questo, quindi, un film completo e soddisfacente, che tocca tutti i punti richiesti dalla sceneggiatura e dal cuore dello spettatore.
Guardando questo film mi sono venuti in mente due titoli dei romanzi di Jane Austen, e così giocherò un po' a inserirli nella mia breve recensione. Innanzitutto "Orgoglio e pregiudizio": è grande l'orgoglio del provetto pilota dalle umili origini, nonostante tutto il pregiudizio che c'è nei suoi confronti, a causa di discriminazioni razziali e sociali presenti nel periodo fantasy-storico in cui è ambientata l'opera, una specie di Prima Guerra Mondiale. Tanto è il pregiudizio che è vergognoso fare figurare il suo nome, ma di contro tanto sono grandi le sue capacità di pilota, che a Charles Karino viene affidato un vitale compito. Lo dovrà eseguire solo in incognito - senza attribuzione di meriti e onorificenze militari -, dovrà sorvolare 12.000 km di acque territoriali nemiche, infestate dall'aviazione avversaria, al fine di scortare Fana del Moral presso l'imperatore, non altri che il promesso sposo della bella principessa. Inutile dire che l'amore è cieco e non conosce vincoli e in situazioni estreme non può mancare di sbocciare tra due giovani di bell'aspetto e buon cuore.
Ma quale futuro ha una relazione tra una principessa e un plebeo di una razza inferiore? Ed ecco che si può usare l'altro titolo della Austen: "Ragione e sentimento". Sentimento: fuggire e lasciarsi tutto e tutti alle spalle? Ragione: mantenere la promessa reale, sposando l'imperatore, per il bene e il futuro della propria nazione? Compiere la missione ed essere ricoperto d'oro come ogni furbo mercenario?
Guardate l'anime e vedrete quali sono state le scelte dei protagonisti, ma sappiate che ci sono molte scene di volo, condite da movimentate battaglie aeree e non troppi dialoghi; la storia procede spesso per immagini, sguardi e frasi mai dette.
Mi è piaciuto molto il character design e in genere i colori e gli sfondi, invece non mi ha colpito granché la colonna sonora.
In definitiva "Toaru Hikuushi e no Tsuioku" è un film che si può guardare senza troppo impegno, ed è indicato per chi ama le storie d'amore e le battaglie aeree.
Ma quale futuro ha una relazione tra una principessa e un plebeo di una razza inferiore? Ed ecco che si può usare l'altro titolo della Austen: "Ragione e sentimento". Sentimento: fuggire e lasciarsi tutto e tutti alle spalle? Ragione: mantenere la promessa reale, sposando l'imperatore, per il bene e il futuro della propria nazione? Compiere la missione ed essere ricoperto d'oro come ogni furbo mercenario?
Guardate l'anime e vedrete quali sono state le scelte dei protagonisti, ma sappiate che ci sono molte scene di volo, condite da movimentate battaglie aeree e non troppi dialoghi; la storia procede spesso per immagini, sguardi e frasi mai dette.
Mi è piaciuto molto il character design e in genere i colori e gli sfondi, invece non mi ha colpito granché la colonna sonora.
In definitiva "Toaru Hikuushi e no Tsuioku" è un film che si può guardare senza troppo impegno, ed è indicato per chi ama le storie d'amore e le battaglie aeree.
Un ragazzino corre trafelato da un gruppo di coetanei che lo pestano di botte, che lo chiamano bastardo, rubandogli pochi spiccioli. Il ragazzino stremato dalle botte tende una mano al cielo, colmo di nuvole bianche, mentre è attraversato da aerei, e proclama di voler essere libero nel cielo come loro. Così parte il lungometraggio del 2012 "To aru Hikushi e no Tsuioku", traducibile con "The Princess and the Pilot", dello studio MadHouse.
Ci ritroviamo poi a San Maltilia, nella dimora della bella principessa Lady Fana del Moral al momento della proposta di matrimonio del principe Carlo, che ella accetta. Poco dopo la reggia verrà distrutta da un raid aereo degli Amatsuvian che le farà perdere il padre. Tempo dopo al miglior pilota Charles Karino, chiamato da tutti bastardo per le origini dei genitori di Levamme e Amatsuvian, viene affidato il compito gravoso di condurre in aereo Lady Fana dal suo principe Carlo, ma per fare ciò dovranno passare nel territorio nemico.
La brillantezza di riflessi, l'esperienza e l'intuito del pilota non tardano a manifestarsi eludendo pericoli e riuscendo a sfuggire da mortali attacchi che lo feriranno in modo grave. Ma Lady Fana si dimostrerà sorprendentemente anch'essa in grado di essere una persona meritevole, caritatevole e piena di voglia di aiutare il pilota che l'ha salvata a più riprese, a partire da quando soccorre e presta le prime cure al ferito Charles per poi assisterlo nella riparazione dell'aereo Santa Cruz.
Devo dire che pur essendo partito prevenuto, non amando troppo gli aerei e i film incentrati sulla guerra, c'era qualcosa che mi aveva spinto a provare il film e non me ne ha fatto pentire. Un sottile filo che collega i meri scontri aerei, i mirabolanti volteggi dei velivoli e la storia del viaggio: questo collante non è null'altro che l'essenza effimera di un sentimento irrealizzabile che coinvolge ambedue le parti.
Già, perché il viaggio e le esperienze vissute insieme non fanno che rafforzare e rinsaldare un legame sopito dal tempo, che ha le sue radici nella madre del pilota, che esse siano un salvataggio da annegamento in oceano aperto, una fuga dai temibili Shinden a costo della vita, un atterraggio prima di svenire, un primo intervento sul pilota o una coperta rimboccata. Proprio così, la vera anima di questo viaggio che non si vorrebbe mai terminare, di quello che si vorrebbe fosse l'inizio di una nuova vita libera dai vincoli dei ceti sociali, non risiede da nessuna parte se non nei piccoli dettagli dei sorrisi, degli occhi sgranati, delle parole non dette, degli sguardi distolti o delle mancate reazioni. Questa labile effimera condizione viene dal principio prestabilita e, seppur consapevoli di ciò, si vorrebbe essere liberi di fare quel che si vuole come si è liberi di librare nel cielo con la Santa Cruz, lassù dove non c'è nessun altro e dove non esistono vincoli di ogni sorta.
Con il proseguire copioso e ingordo dei minuti inizieremo a provare empatia sempre più per i personaggi, sorprendendoci piacevolmente a fare il tifo per il pilota Charles, devoto al suo essere mercenario e quindi soldato a costo di accantonare i sentimenti, o per Lady Fana che riesce a mostrare la sua umanità e le sue doti come essere umano, donna e futura imperatrice. Il finale inevitabile e le condizioni sociali in cui si trovano i due fanno volgere al termine questo viaggio breve ma intenso e quei labili sentimenti così puri e forse egoistici che vengono fatti scivolare dalla carlinga della Santa Cruz, un aeroplano biposto di ricognizione acquatica potente e veloce.
Dal punto di vista del character design, come avrete capito, è stato fatto un lavoro encomiabile, facendo diventare Charles e Fana persone come noi e facendoli uscire dalla condizione imposta loro dal mezzo espressivo utilizzato.
I colori scelti sono delicati, ricercati, tenui o scoloriti per gli abbigliamenti, mentre per il cielo e gli oceani sono state scelte gradazioni di blu molto realistiche, contornate dai riflessi del sole.
La grafica e le animazioni sono veramente degne di nota, anche se all'inizio si percepisce un utilizzo smodato di CG, che stona nelle riprese lontane, in cui i personaggi sembra brulichino e di contrasto non sono ben definiti e animati al massimo. Con il proseguire della visione l'occhio però si abitua e ci si immerge appieno in questo viaggio-avventura.
Il sonoro passa quasi in secondo piano vista la dolcezza della storia e la bellezza del comparto grafico, delle animazioni e delle inquadrature delle telecamere che offrono suggestive visioni di manovre (che siano pitch, roll o yatch) e di piroette danzanti nel cielo.
Tirando le somme, consiglio a tutti questo bel film d'avventura a chiazze romantica che vi farà passare un centinaio di minuti in spensieratezza fra le nuvole e il cielo azzurro, sentendoci così liberi sulla Santa Cruz.
Voto: 10.
Ci ritroviamo poi a San Maltilia, nella dimora della bella principessa Lady Fana del Moral al momento della proposta di matrimonio del principe Carlo, che ella accetta. Poco dopo la reggia verrà distrutta da un raid aereo degli Amatsuvian che le farà perdere il padre. Tempo dopo al miglior pilota Charles Karino, chiamato da tutti bastardo per le origini dei genitori di Levamme e Amatsuvian, viene affidato il compito gravoso di condurre in aereo Lady Fana dal suo principe Carlo, ma per fare ciò dovranno passare nel territorio nemico.
La brillantezza di riflessi, l'esperienza e l'intuito del pilota non tardano a manifestarsi eludendo pericoli e riuscendo a sfuggire da mortali attacchi che lo feriranno in modo grave. Ma Lady Fana si dimostrerà sorprendentemente anch'essa in grado di essere una persona meritevole, caritatevole e piena di voglia di aiutare il pilota che l'ha salvata a più riprese, a partire da quando soccorre e presta le prime cure al ferito Charles per poi assisterlo nella riparazione dell'aereo Santa Cruz.
Devo dire che pur essendo partito prevenuto, non amando troppo gli aerei e i film incentrati sulla guerra, c'era qualcosa che mi aveva spinto a provare il film e non me ne ha fatto pentire. Un sottile filo che collega i meri scontri aerei, i mirabolanti volteggi dei velivoli e la storia del viaggio: questo collante non è null'altro che l'essenza effimera di un sentimento irrealizzabile che coinvolge ambedue le parti.
Già, perché il viaggio e le esperienze vissute insieme non fanno che rafforzare e rinsaldare un legame sopito dal tempo, che ha le sue radici nella madre del pilota, che esse siano un salvataggio da annegamento in oceano aperto, una fuga dai temibili Shinden a costo della vita, un atterraggio prima di svenire, un primo intervento sul pilota o una coperta rimboccata. Proprio così, la vera anima di questo viaggio che non si vorrebbe mai terminare, di quello che si vorrebbe fosse l'inizio di una nuova vita libera dai vincoli dei ceti sociali, non risiede da nessuna parte se non nei piccoli dettagli dei sorrisi, degli occhi sgranati, delle parole non dette, degli sguardi distolti o delle mancate reazioni. Questa labile effimera condizione viene dal principio prestabilita e, seppur consapevoli di ciò, si vorrebbe essere liberi di fare quel che si vuole come si è liberi di librare nel cielo con la Santa Cruz, lassù dove non c'è nessun altro e dove non esistono vincoli di ogni sorta.
Con il proseguire copioso e ingordo dei minuti inizieremo a provare empatia sempre più per i personaggi, sorprendendoci piacevolmente a fare il tifo per il pilota Charles, devoto al suo essere mercenario e quindi soldato a costo di accantonare i sentimenti, o per Lady Fana che riesce a mostrare la sua umanità e le sue doti come essere umano, donna e futura imperatrice. Il finale inevitabile e le condizioni sociali in cui si trovano i due fanno volgere al termine questo viaggio breve ma intenso e quei labili sentimenti così puri e forse egoistici che vengono fatti scivolare dalla carlinga della Santa Cruz, un aeroplano biposto di ricognizione acquatica potente e veloce.
Dal punto di vista del character design, come avrete capito, è stato fatto un lavoro encomiabile, facendo diventare Charles e Fana persone come noi e facendoli uscire dalla condizione imposta loro dal mezzo espressivo utilizzato.
I colori scelti sono delicati, ricercati, tenui o scoloriti per gli abbigliamenti, mentre per il cielo e gli oceani sono state scelte gradazioni di blu molto realistiche, contornate dai riflessi del sole.
La grafica e le animazioni sono veramente degne di nota, anche se all'inizio si percepisce un utilizzo smodato di CG, che stona nelle riprese lontane, in cui i personaggi sembra brulichino e di contrasto non sono ben definiti e animati al massimo. Con il proseguire della visione l'occhio però si abitua e ci si immerge appieno in questo viaggio-avventura.
Il sonoro passa quasi in secondo piano vista la dolcezza della storia e la bellezza del comparto grafico, delle animazioni e delle inquadrature delle telecamere che offrono suggestive visioni di manovre (che siano pitch, roll o yatch) e di piroette danzanti nel cielo.
Tirando le somme, consiglio a tutti questo bel film d'avventura a chiazze romantica che vi farà passare un centinaio di minuti in spensieratezza fra le nuvole e il cielo azzurro, sentendoci così liberi sulla Santa Cruz.
Voto: 10.
"To aru Hikushi e no Tsuioku" è un film della durata di un'ora e quaranta circa che, nonostante il suo aspetto "favoleggiante" (il suo titolo inglese, da tradurre "Il pilota e la principessa" in effetti mi ha fatto pensare si trattasse proprio di una favola) affronta temi molto più seri. Si passa dalla guerra al razzismo, dall'amore alla ragion di stato, il tutto raccontato con una buone dose di realismo che ho molto apprezzato.
Nel corso della guerra fra l'impero di Revaamu e quello di Amatsukami a un mercenario, Charles Karino, viene affidato l'incarico di scortare la principessa Fana del Moral fino alla capitale dall'impero dove l'attende il principe Carlo (ironia della sorte) per prenderla in moglie. La missione si prospetta tutt'altro che facile, in quanto le truppe di Amatsukami daranno una caccia spietata al Santa Cruz, ossia il velivolo su cui viaggeranno i due protagonisti. Tra il "mezzosangue" Charles e la bellissima Fana si instaurerà un rapporto molto simile all'amore che lascerà un po' di amaro in bocca a chi prevedeva un epilogo diverso.
"Toaru Hikuushi e no Tsuioku" è un film che si fa apprezzare, come già anticipato, per il suo forte senso del realismo: l'esistenza di quei problemi sociali che un po' tutti si ostinano a condannare senza mai impegnarsi seriamente a cancellare vengono qui affrontati ma non risolti. Charles, ad esempio, è definito come un mezzosangue, ossia figlio di padre amatsukamiano e madre revaamuiana, e per questo è trattato con ostilità e disprezzo dall'intera comunità; e tale resterà fino alla fine, privando così lo spettatore del finale fiabesco ma non realista in cui ogni forma di discriminazione sociale viene definitivamente abbattuta. Questo vale anche per le altre tematiche sopra esposte che, seppur nel contesto di una storia romantica, non perdono mai la loro fisionomia iniziale.
Unico punto di critica è forse legato al troppo tempo passato dai due protagonisti a bordo del Santa cruz quando sarebbe stato forse più piacevole fare interagire di più Charles e Fara che, a parte qualche eccezione, ho trovato nel complesso molto più silenziosi del solito.
Quanto agli scontri aerei, la fantasia supera di gran lunga l'abilità del pilota più esperto, ma credo che per un racconto del genere vadano più che bene.
In definitiva si tratta di un buon film, capace di far passare qualche ora con il cuore in gola lo spettatore anche se il suo finale "militare" è abbastanza scontato; molto meno scontato è invece il finale "sentimentale" che potrebbe non piacere a chi non ama essere realistici anche quando si tratta semplicemente di guardare un film per rilassarsi.
Nel corso della guerra fra l'impero di Revaamu e quello di Amatsukami a un mercenario, Charles Karino, viene affidato l'incarico di scortare la principessa Fana del Moral fino alla capitale dall'impero dove l'attende il principe Carlo (ironia della sorte) per prenderla in moglie. La missione si prospetta tutt'altro che facile, in quanto le truppe di Amatsukami daranno una caccia spietata al Santa Cruz, ossia il velivolo su cui viaggeranno i due protagonisti. Tra il "mezzosangue" Charles e la bellissima Fana si instaurerà un rapporto molto simile all'amore che lascerà un po' di amaro in bocca a chi prevedeva un epilogo diverso.
"Toaru Hikuushi e no Tsuioku" è un film che si fa apprezzare, come già anticipato, per il suo forte senso del realismo: l'esistenza di quei problemi sociali che un po' tutti si ostinano a condannare senza mai impegnarsi seriamente a cancellare vengono qui affrontati ma non risolti. Charles, ad esempio, è definito come un mezzosangue, ossia figlio di padre amatsukamiano e madre revaamuiana, e per questo è trattato con ostilità e disprezzo dall'intera comunità; e tale resterà fino alla fine, privando così lo spettatore del finale fiabesco ma non realista in cui ogni forma di discriminazione sociale viene definitivamente abbattuta. Questo vale anche per le altre tematiche sopra esposte che, seppur nel contesto di una storia romantica, non perdono mai la loro fisionomia iniziale.
Unico punto di critica è forse legato al troppo tempo passato dai due protagonisti a bordo del Santa cruz quando sarebbe stato forse più piacevole fare interagire di più Charles e Fara che, a parte qualche eccezione, ho trovato nel complesso molto più silenziosi del solito.
Quanto agli scontri aerei, la fantasia supera di gran lunga l'abilità del pilota più esperto, ma credo che per un racconto del genere vadano più che bene.
In definitiva si tratta di un buon film, capace di far passare qualche ora con il cuore in gola lo spettatore anche se il suo finale "militare" è abbastanza scontato; molto meno scontato è invece il finale "sentimentale" che potrebbe non piacere a chi non ama essere realistici anche quando si tratta semplicemente di guardare un film per rilassarsi.