logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 4
esseci

Episodi visti: 24/24 --- Voto 5
Il titolo mi aveva parecchio incuriosito per l'originalità, sebbene sia una traduzione un po' "maccheronica" di "カッコウの許嫁, Kakkō no Iinazuke", credo letteralmente "La fidanzata del cuculo".
L'anime è tratto dal manga scritto e disegnato da Miki Yoshikawa, la cui serializzazione è ancora in corso in Giappone e che dovrebbe constare ad oggi di sedici volumetti e oltre 130 capitoli; è stato pubblicato a decorrere dal 2020 da Kodansha all'interno di Weekly Shonen Magazine.

Ma cosa c'entrano i cuculi con un anime definibile come un rom-com harem scolastico?
I cuculi hanno la "cattiva" abitudine di crearsi un harem? No, anche se in natura ci possono essere esempi assimilabili... E allora cosa vorrà mai significare il titolo dell'opera?
Mi sono documentato un pochino e ho scoperto che i cuculi sono uccelli migratori che trascorrono l'inverno nelle foreste tropicali dell'Africa e poi migrano in Europa durante l'estate. Oltre che per il caratteristico canto, i cuculi hanno un'altra peculiarità, definita come il "parassitismo di cova". Consiste nella deposizione delle uova nel nido di una coppia di uccelli della stessa specie o di una specie differente, perché il cuculo non costruisce il suo nido, ma utilizza quello di altri volatili (in particolare, i passeriformi, per il tempo prolungato di schiusa delle loro uova). La caratteristica principale dell'uovo del cuculo è che si schiude in un tempo nettamente inferiore rispetto a quelli delle uova della specie "ospitante" e, appena il pulcino viene alla luce, si sbarazza delle altre uova presenti nel nido non ancora schiuse. Gli uccelli "adottivi" vengono ingannati da questo comportamento e nutrono il cuculo come se fosse un proprio pulcino, fino a quando diventano autonomi.
L'anime prende spunto da questa caratteristica della specie del volatile per costruirci sopra (purtroppo male) una storia con premesse inverosimili, mischiando un po' vari cliché del genere harem e rom-com.

La parte seguente contiene un minimo di spoiler "necessario"...

La trama, suddivisa in ben ventiquattro episodi (praticamente due serie per gli standard attuali), è incentrata su Nagi Umino, uno studente, da quanto ho capito, di diciassette anni, che scopre di essere stato cresciuto in un'altra famiglia per un errore di scambio di neonati in culla alla nascita. Proprio poco prima di incontrare la sua famiglia biologica e la ragazza con cui è stato effettuato lo scambio di neonati, incontra per caso Erika Amano, anche lei studentessa, figlia di una ricca famiglia di gestori di alberghi e famosa influencer che stava simulando un suicidio da un cavalcavia pedonale, perché voleva evitare di incontrare il suo futuro fidanzato imposto dalla sua famiglia per un futuro matrimonio combinato.
Erika viene salvata da Nagi e, dopo averlo conosciuto, costringe Nagi a fingersi suo fidanzato, per sabotare i piani familiari. Ma quando si presenteranno all'appuntamento, i due scoprono che proprio Erika era la ragazza con cui Nagi era stato scambiato alla nascita e che il fidanzato che la ragazza deve incontrare è proprio lui. Per favorire la loro conoscenza e quindi il futuro matrimonio, i due vengono mandati ad abitare insieme in una casa dei genitori di Erika.

Cerco di non 'spoilerare' troppo, ma, dopo questo incipit piuttosto "strambo" (scambiare un maschio e una femmina alla nascita denota una forzatura di fondo eccessiva), la serie galleggia sui classici cliché delle serie rom-com harem per parecchi episodi, taluni un po' noiosetti, in cui vengono introdotti altri due protagonisti: Hiro, compagna di classe di Nagi con cui è in corso una rivalità senza esclusione di colpi per affermarsi come studente modello e primo agli esami periodici e di cui Nagi è innamorato, e Sachi, la sorella non biologica di Nagi che sembra invaghita del fratello.
A latere, ma molto a latere, ci sono le rispettive famiglie di provenienza: mentre i genitori non biologici di Nagi sono un pelo caratterizzati (sembrano due adolescenti piuttosto vivaci e un po' sopra le righe), di quelli di Erika ci sono solo delle brevi comparsate del padre, che sembra una specie di "eminenza grigia" della storia, depositario di segreti che ambiscono ad aggiungere alla trama un pizzico di suspense e di originalità a una storia altrimenti "classica", senza alcun quid novi rispetto alla moltitudine già disponibile.
Non accenno al plot twist relativo al passato della famiglia di Erika Umino, e mi permetto solo di esprimere una semplice valutazione a riguardo: tale aspetto risulta male sviluppato e utilizzato in modo "randomico" tra i vari episodi, senza che poi al termine dell'anime sia in qualche modo, se non risolto, almeno affrontato seriamente...

Se il titolo "A couple of cuckoos" prende spunto da una battuta del padre di Erika, che misteriosamente in un episodio accenna proprio alla similitudine tra la situazione di Nagi ed Erika (inversione delle famiglie) rispetto alla abitudine dei cuculi di nidificare nei nidi altrui, tale aspetto viene solo accennato e si perde in un mare di deja vu delle storie harem/romantiche, mancando la motivazione in base alla quale i genitori si sono accorti dello scambio e le motivazioni per cui vogliono il matrimonio.
E così, "A Couple of Cuckoos", dopo la visione (a fatica) di ventiquattro episodi, mi è sembrato un mix di altri anime come "Domestic Girlfriend" e "Rent-a-Girlfriend", acquisendone i principali difetti e i pochi pregi, rendendo la trama a tratti veramente noiosa, molto ripetitiva e poco stimolante.
Forse la circostanza che il manga non sia ancora terminato non ha consentito anche alla sua trasposizione di darle un finale vero e proprio... ma lasciarlo così dopo ben ventiquattro episodi è come un lungo loop che ritorna al punto di partenza, e la trama mi ha dato sempre l'impressione che compiva un passo avanti e due indietro, senza mai dare un senso agli eventi descritti (in questo senso molto simile a "Rent-a-Girlfriend").
Una schizofrenia sinusoidale che alla lunga rende lo spettatore insofferente alla estrema superficialità di fondo di trama e personaggi.

Lato personaggi, non ne esiste uno particolarmente avvincente e l'approfondimento psicologico è veramente ridotto ai minimi termini. Esiste una evoluzione di tutti, nel senso che, messi a vivere da soli, Nagi ed Erika iniziano a maturare, limando i loro principali difetti, ma da qui a intravedere un vero e proprio sviluppo ce ne corre... e restano sempre due personaggi, per così dire, puerili e, mi ripeto, molto superficiali.
Forse Hiro sembra il personaggio con un minimo di personalità autonoma, e dà l'impressione di essere sempre un passo avanti gli altri nelle varie interazioni con loro, anche se poi, a forza di insistere da parte di Nagi, tende pian pianino ad innamorarsene.
Su Sachi, la sorella minore di Nagi e ultimo angolo del "quadrilatero amoroso", nell'anime si allea con il padre biologico di Nagi come sorta di sua spia sui comportamenti dei due promessi sposi.

Lato comparto tecnico, il chara design l'ho apprezzato in positivo (in particolare gli occhi e la loro espressività), e anche le animazioni pur con qualche "risparmio" mi sono sembrate comunque adeguate.
Opening e ending, premesso che cambiano tra il primo e il secondo gruppo di episodi, non mi hanno particolarmente colpito, ma le ritengo coerenti con il livello dell'anime.

Per terminare, ispirato dal titolo dell'anime, mi sono ricordato di un celebre film del 1975, "Qualcuno volò sul nido del cuculo". In quel caso l’espressione "nido del cuculo" era sostanzialmente utilizzata in modo gergale per indicare il manicomio, all’interno del quale vengono deposte le uova "diverse" della società, quelle più fragili e problematiche (i malati o presunti tali di mente, n.d.r.). La metafora del film consiste nella critica all'ipocrisia e all'utilizzo di tale strutture per segregare le persone "diverse", sebbene, ufficialmente, il fine era quello di proteggerle e curarle.
Nel caso dell'anime, in alcuni frangenti, mi è sembrato che proprio i protagonisti avessero bisogno di un TSO o di un supporto a livello psichiatrico... Era forse questo l'intendimento dell'autrice?