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Locke Cole

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Cinico idillio bucolico tinto delicatamente d'umorismo nero, "Jinrui wa Suitai Shimashita" è una di quelle rare opere d'animazione che riesce in maniera straordinariamente piacevole a non parlare di niente.
Delicata tanto nei toni quanto nei colori, la serie si muove per brevi accenni e desiste sin da subito dal prendersi seriamente, giocando con antifrastica ironia già tra il catastrofico titolo e la distesa rilassatezza della narrazione. Ciononostante non si tratta solo di una bella forma dalle tinte a pastello, ma "Jintai" sa essere sottile, aprendo tenui spiragli ad amare riflessioni, senza comunque rendere mai i toni opprimenti.
L'ossimorico intreccio s'avvolge intorno ad una bella mediatrice delle Nazioni Unite, un'indolente, dolce e ipocrita fanciulla innominata. Saltellando senza continuità temporale, la narrazione ci condurrà per la sua quotidiana e placida esistenza, in verità surreale e talvolta grottesca, un contrappunto fra comicità affilata e spensierata allegria.

Mentre la vecchia umanità è in declino, una nuova s'affaccia sul mondo, piccola, incomprensibile e inquietante, le fate: tremendamente volubili e rapide al tedio più angosciante, genuinamente e infantilmente crudeli, radicalmente edoniste e puramente amorali, sciocche e altrettanto brillanti, queste dolci e spaventose creature si svelano più profondamente come il parossistico riflesso dell'umanità. In una parola: folli.
Questi minuti esseri, capaci di discorrere su quanto v'è di più orrendo senza mutare la propria ridicola espressione, manovreranno sempre, più o meno distantemente, l'azione della malcapitata protagonista, precipitandola in paradossali scenari e distorcendone la quotidianità, un onirico calvario che solo grazie alla sua lievità d'animo e il consumato cinismo la ragazza riuscirà a sopportare.

Proprio la protagonista, punto di vista della narrazione, è il nodo dell'intera vicenda e la sua riuscita deve considerarsi il vanto della serie: sin troppo umana e visceralmente antieroica, l'innominata donzella si rivela un'efficace crasi tra il suo tenero sembiante e gli affabili modi con uno straordinario egoismo e disinteresse, sempre attenta al calcolo opportunistico della minimizzazione della fatica. In ciò si rivela particolarmente capace la doppiatrice, abile nel gestirne il registro vocale, modulandolo felicemente a seconda delle occasioni.
Intorno a lei si giostrerà un esiguo numero di personaggi secondari, rapidi ad uscir di scena in forza della brevità e discontinuità degli archi narrativi, tuttavia il tempo concessogli sarà sufficiente a dare il giusto tono alla scena e a delinearli nei loro caratteri fortemente unilaterali e peculiari: si ha così l'alternarsi sul palco di figure che vanno dall'ossessionata di storie di ragazzi che "sono più che amici" alla sonda spaziale che ha guadagnato l'autocoscienza, dal silenzioso assistente in camicia hawaiana al nonno sempre intento a lucidare interi arsenali di armi da fuoco.

In conclusione, "Jintai" è un'opera leggera (ma non troppo) e piacevole, tanto fugace quanto appagante esteticamente, in grado di farsi seguire fra battute taglienti e umorismo nonsense, capace di criticare ferocemente la società con il sorriso sulle labbra, con poche pretese e pienamente in grado d'appagare quelle che si pone.


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Rygar

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Nonostante siano trascorsi diversi mesi dalla fine di quest'anime, ho ancora alcuni dubbi e perplessità sulla sua categorizzazione. "Jinrui wa Suitai Shimashita" è un anime enigmatico. Non solo per la storia in sé (che risulta decisamente fuori dagli schemi), ma per lo stesso genere. Wikipedia sostiene che la light novel da cui trae origine appartenga al genere shonen, sempre Wikipedia sostiene che la versione manga sia un seinen, la scheda su animeclick lo indica come fantasy… Insomma: che cos'è questo Jinrui? Dal mio punto di vista potrei definirlo come una parodia in chiave fantasy di un post apocalittico con diversi sotto generi al suo interno.

"Jinrui wa Suitai Shimashita" è una serie animata dell'estate 2012, probabilmente una delle serie passate più inosservate nonostante sia un'opera più che piacevole, divertente (ho riso molto guardando quest'opera) e, se vogliamo, con una sua morale di fondo. Per dirla breve Jinrui è un'anime fuori di testa, sfuggente, ambiguo, ma forse è proprio questo il suo fascino e proprio per questa ragione in pochi lo conoscono e lo apprezzano.

Trama: in un futuro imprecisato l'umanità non sarà più la razza dominante, poiché vittima della sua brama di potere e delle armi che essa stessa ha creato che l'hanno condotta alla rovina. L'umanità perde l'antica tecnologia e "torna alle origini", conducendo una vita più modesta e rurale. La nuova "razza dominante" è rappresentata dalle fate, ossia una moltitudine di esserini asessuati dotati di un'intelligenza ed una curiosità smisurate, ma anche profondamente ingenue e golose di dolciumi. A fare da intermediaria tra la razza umana e la razza fatata è una ragazza senza nome (nessuno s'è mai ricordato di darglielo) che sembra la parodia della bella lavanderina che lava i fazzoletti ai poveretti della città. Supportata da suo nonno e da Assistente (nome affibbiatole dalla ragazza), la fanciulla sarà protagonista delle avventure più disparate.

Grafica: veramente semplice, ciononostante è carina e piacevole. Le ambientazioni sono acquerellate, i colori sono vividi, il dettaglio è un'opzione trascurabile. Le animazioni sono fluide, buffe e molto divertenti. Il character design è piacevole e sufficientemente dettagliato.

Sonoro: molto bello in ogni ambito. Opening allegra e divertente (tra l'altro è diventata fonte di diverse parodie per via del balletto iniziale), ending molto piacevole. OST gradevoli e buffi. Doppiaggio molto valido, effetti sonori nella media.

Personaggi: il vero punto di forza di Jinrui riguarda il comparto dei personaggi. La protagonista è di un cinismo senza pari. Non le importa nulla se non ha un nome o degli amici. Tutto le scivola via con indifferenza e tenta di vivere limitando al minimo le scocciature. Ed è per questo che è così buffa e suscita simpatia. Lo stesso dicasi per i vari comprimari e personaggi secondari. Tutti perfettamente realizzati e calzanti nel loro ruolo.

Sceneggiatura: Jinrui non sarebbe nato come commedia eppure sa far ridere e non poco. Le scene buffe e comiche non si contano, l'assurdo è la quotidianità di quest'anime. La gestione temporale è un po' particolare: nonostante vi sia un filo logico sufficientemente solido spesso si salta da palo in frasca come se nulla fosse. In un episodio si parla del presente, in un altro del passato e così via. Il mio giudizio è altalenante.

Finale: il finale non è una sorpresa e nemmeno qualcosa di prevedibile. In parole povere ci sta. È un bel finale senza troppe pretese e risposte. Così è (se vi pare).

In sintesi: Jinrui potrebbe essere consigliato a chiunque volesse guardare un prodotto particolare senza per questo essere pretenzioso. Potenzialmente è adatto a tutte le età e qualche perlina di saggezza nascosta qua e là la sa lasciare.

Non è un capolavoro (la particolarità della sceneggiatura ed il comparto tecnico non eccelso ne precludono la votazione) però è sicuramente valido. Perlomeno da provare.

Asbesto

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Asbesto

Episodi visti: 8/12 --- Voto 8
Strano e interessante, questo Jinrui, difficile da definire, e alla fine si ha l'impressione che effettivamente chi ha creato questa storia volesse non farsi etichettare in qualunque modo. La storia oscilla continuamente tra l'ironia, la drammaticità e lo psicologico, ma sempre con uno sguardo molto "superficiale", distaccato e indifferente, come se tutto quello che accade fosse solo un sogno, non stesse accadendo realmente nella storia.
Difficile anche capire se piace o no: ho cominciato a vederlo con un'altra persona che dopo dieci minuti si è allontanata e ha detto di non volerne neanche sentire parlare. A me invece è piaciuto e ho continuato a seguirlo.
Certamente la trama è difficile da seguire e spesso si ha l'impressione che la "storia" sia davvero l'ultimo pensiero degli autori: probabilmente c'è più interesse a trasmettere un'atmosfera, a renderti partecipe dell'assurdità di quest'ambiente piuttosto che a raccontare davvero qualcosa.
Insomma, quest'anime è qualcosa di interessante, anche se certamente non a tutti piacerà. Al momento sono arrivato a 8 puntate e davvero non riesco a immaginare come possa finire la serie. Non metto il voto massimo solo perché spesso ho l'impressione che la trama si perda in troppi "rivoli" o "rami morti" che alla lunga possono diventare noiosi, ma sicuramente bisogna almeno provare a guardarlo.
Una menzione speciale alla sigla finale, davvero stupenda.