I Mitchell contro le macchine
“I Mitchell contro le macchine” è un film che unisce efficacemente fantascienza umoristica e avventura, regalando una visione decisamente spettacolare. Si tratta di una pellicola della quale avevo sentito parlare molto bene e carico di aspettative l’ho vista rimanendone soddisfatto su più fronti, in particolare quello tecnico.
Parliamo infatti di un prodotto estremamente curato in ogni animazione e che non si fa problemi a coniugare in alcune circostanze la computer grafica con l’animazione tradizionale. Il risultato è davvero interessante e sinceramente credo che il film possa essere apprezzato anche solo per questo. Ma di lati positivi ce ne sono parecchi.
Essendo il film fondamentalmente una commedia, si punta a far ridere lo spettatore, ma lo si fa in modo quasi ossessivo cercando di intrattenere chi guarda lo schermo con una battuta ogni cinque secondi. Di conseguenza rimanere annoiati con questo film è parecchio difficile, ma immagino che per molti questo tipo di intrattenimento possa comunque sembrare un po’ troppo sopra le righe. Inevitabilmente, non si prende mai troppo sul serio lo sviluppo della trama che tratta il sempreverde tema della “Ribellione delle Macchine”. Ad avermi colpito però è l’originalità e la creatività delle battute. Certo, ogni tanto ne scappa qualcuna di banale e poco ispirata, ma nel complesso la comicità di questo lavoro centra a pieno il suo bersaglio e credo riesca a rappresentare molto bene l’epoca in cui viviamo. Sembra letteralmente di vedere dei meme a ripetizione, che detta così sembra un’affermazione un po’ strana, ma credo che chi abbia visto il film sappia a cosa mi riferisco. Di fatto è una comicità molto scenica che punta sull’effetto visivo, in linea con il carattere e le ambizioni della protagonista.
Parlando dei personaggi, sono tutti abbastanza riusciti, ma in particolare spiccano la protagonista Katie e il padre Rick. Sono i due poli opposti della famiglia che entrano spesso in conflitto. La prima è la mente creativa incompresa, un’aspirante artista appassionata di cinema che nella sua realtà locale è destinata a non emergere e quindi desiderosa di evadere. Il secondo è un “Super Boomer” contrario alle tecnologie, scettico sulle passioni e fantasie della figlia. La madre Linda e il fratello Aaron invece fanno da mediatori. Direi che la trama si concentra molto più sulla famiglia e i suoi problemi più che sulla questione delle macchine e della fine del mondo.
A essere onesti, a livello di contenuti il film è meno innovativo di ciò che potrebbe sembrare. Alla fine, si tratta di una storia che racconta le vicissitudini di una famiglia che per quanto strana e sgangherata possa esserci presentata, in realtà è normalissima. E forse questo è il più grande limite del film, quello di essere dopotutto un prodotto per famiglie che non rinuncia a celebrare una famiglia americana anche nelle sue (ovvie) problematiche e difficoltà. La differenza quindi non la fanno tanto i contenuti, ma il linguaggio con cui il film ce li racconta e descrive.
In definitiva “I Mitchell contro le macchine” è stata una visione esilarante e coinvolgente, in grado di mettere in scena un comparto tecnico di prim'ordine e un intrattenimento decisamente originale, sul piano comunicativo, ma abbastanza tradizionale nei temi. Benché il carattere da film “da famiglie” sia a volte limitante, la pellicola riesce comunque a regalare un’esperienza drasticamente superiore alla media rispetto ai film di questa tipologia.
Parliamo infatti di un prodotto estremamente curato in ogni animazione e che non si fa problemi a coniugare in alcune circostanze la computer grafica con l’animazione tradizionale. Il risultato è davvero interessante e sinceramente credo che il film possa essere apprezzato anche solo per questo. Ma di lati positivi ce ne sono parecchi.
Essendo il film fondamentalmente una commedia, si punta a far ridere lo spettatore, ma lo si fa in modo quasi ossessivo cercando di intrattenere chi guarda lo schermo con una battuta ogni cinque secondi. Di conseguenza rimanere annoiati con questo film è parecchio difficile, ma immagino che per molti questo tipo di intrattenimento possa comunque sembrare un po’ troppo sopra le righe. Inevitabilmente, non si prende mai troppo sul serio lo sviluppo della trama che tratta il sempreverde tema della “Ribellione delle Macchine”. Ad avermi colpito però è l’originalità e la creatività delle battute. Certo, ogni tanto ne scappa qualcuna di banale e poco ispirata, ma nel complesso la comicità di questo lavoro centra a pieno il suo bersaglio e credo riesca a rappresentare molto bene l’epoca in cui viviamo. Sembra letteralmente di vedere dei meme a ripetizione, che detta così sembra un’affermazione un po’ strana, ma credo che chi abbia visto il film sappia a cosa mi riferisco. Di fatto è una comicità molto scenica che punta sull’effetto visivo, in linea con il carattere e le ambizioni della protagonista.
Parlando dei personaggi, sono tutti abbastanza riusciti, ma in particolare spiccano la protagonista Katie e il padre Rick. Sono i due poli opposti della famiglia che entrano spesso in conflitto. La prima è la mente creativa incompresa, un’aspirante artista appassionata di cinema che nella sua realtà locale è destinata a non emergere e quindi desiderosa di evadere. Il secondo è un “Super Boomer” contrario alle tecnologie, scettico sulle passioni e fantasie della figlia. La madre Linda e il fratello Aaron invece fanno da mediatori. Direi che la trama si concentra molto più sulla famiglia e i suoi problemi più che sulla questione delle macchine e della fine del mondo.
A essere onesti, a livello di contenuti il film è meno innovativo di ciò che potrebbe sembrare. Alla fine, si tratta di una storia che racconta le vicissitudini di una famiglia che per quanto strana e sgangherata possa esserci presentata, in realtà è normalissima. E forse questo è il più grande limite del film, quello di essere dopotutto un prodotto per famiglie che non rinuncia a celebrare una famiglia americana anche nelle sue (ovvie) problematiche e difficoltà. La differenza quindi non la fanno tanto i contenuti, ma il linguaggio con cui il film ce li racconta e descrive.
In definitiva “I Mitchell contro le macchine” è stata una visione esilarante e coinvolgente, in grado di mettere in scena un comparto tecnico di prim'ordine e un intrattenimento decisamente originale, sul piano comunicativo, ma abbastanza tradizionale nei temi. Benché il carattere da film “da famiglie” sia a volte limitante, la pellicola riesce comunque a regalare un’esperienza drasticamente superiore alla media rispetto ai film di questa tipologia.