Uncle From Another World
Questa serie è un'assoluta perla nascosta. La quantità e l'esecuzione delle scene comiche di questo anime mi hanno davvero sorpreso. La premessa di per sé è abbastanza ridicola: un certo zio fa il suo ritorno da un mondo parallelo fantasy, dandoci inizialmente l'illusione che vedremo il suo duro processo di riadattamento alla vita "reale", visti anche gli anni di coma in cui il suo corpo si è ritrovato intrappolato mentre il suo "spirito" era nell'altro mondo... e invece, passeremo gran parte del tempo assistendo a avventure avventurose tipo "come sfondare su YouTube", oppure ci ritroveremo in profonde discussioni del genere "101 cose che non sapevi sul franchise SEGA". Il tutto condito da svariati intermezzi in cui ci vengono mostrati scorci di avvenimenti dal mondo parallelo.
Ho adorato i personaggi; il protagonista (così come il suo nipote) è esilarante e praticamente tutte le "route" (chiamiamole così) hanno tratti interessanti che le distinguono l'una dall'altra. Al di là degli stereotipi che incarnano e parodizzano, esse nascondono molto di più. Si passa dall'eroina valorosa, alla donzella in pericolo, all'amica di infanzia, fino alla più classica delle tsundere. E praticamente tutte, chi più chi meno, hanno personalità distorte che risultano spesso in scene esilaranti quando messe a confronto con il nostro protagonista "faccia da orco".
Il ritmo della storia è piuttosto creativo e rischioso: solitamente l'episodio inizia nel mondo "reale" per poi essere catapultati in uno (o più) flashback dello zio, il che porta a spezzettare il ritmo della storia e rischia di creare frustrazione nello spettatore... ma la natura comica di questa serie permette, a mio parere, digressioni senza disturbarne la scorrevolezza.
Sottolineo ancora una volta la comicità: in molte scene ho proprio riso di gusto, cosa che finora (contando circa 400 titoli visti) mi è capitata solo una manciata di volte con gli anime.
Audio e video: le musiche non mi hanno colpito particolarmente. Il doppiaggio è buono in generale, con la doppiatrice di Mabel sugli scudi: sprizza personalità (e strambezza) da tutti i pori; ho adorato la sua performance. Interessante lo stile grafico dell'OP, divertente la scelta di farla in gran parte nello "stile 16bit" e, penso, anche intelligente per risparmiare budget. Caruccio il design dei personaggi; in particolare, i volti delle ragazze hanno tratti delicati e dettagliati, il che entra perfettamente in contrasto con la faccia del protagonista, il cui design sembra uscito da una fusione fra l'horror e anime "acculturati". Le animazioni, nel 95% dei casi, non sono da fuochi d'artificio, ma alcune scene risaltano per una qualità piuttosto importante.
Poco da ridire, soprattutto perché lo spirito di questa serie, secondo me, non richiede necessariamente animazioni emozionanti. Bastano una trama vagamente interessante, dei personaggi con personalità (perdonate il gioco di parole) e una buona chimica fra di essi per creare una buona commedia. E, a mio parere, ce l'hanno fatta.
Insomma: promosso a pieni voti. Consigliato, poi dipende dal vostro senso dell'umorismo, suggerisco la classica "regola" dei 3 episodi per capire se fa per voi.
Ho adorato i personaggi; il protagonista (così come il suo nipote) è esilarante e praticamente tutte le "route" (chiamiamole così) hanno tratti interessanti che le distinguono l'una dall'altra. Al di là degli stereotipi che incarnano e parodizzano, esse nascondono molto di più. Si passa dall'eroina valorosa, alla donzella in pericolo, all'amica di infanzia, fino alla più classica delle tsundere. E praticamente tutte, chi più chi meno, hanno personalità distorte che risultano spesso in scene esilaranti quando messe a confronto con il nostro protagonista "faccia da orco".
Il ritmo della storia è piuttosto creativo e rischioso: solitamente l'episodio inizia nel mondo "reale" per poi essere catapultati in uno (o più) flashback dello zio, il che porta a spezzettare il ritmo della storia e rischia di creare frustrazione nello spettatore... ma la natura comica di questa serie permette, a mio parere, digressioni senza disturbarne la scorrevolezza.
Sottolineo ancora una volta la comicità: in molte scene ho proprio riso di gusto, cosa che finora (contando circa 400 titoli visti) mi è capitata solo una manciata di volte con gli anime.
Audio e video: le musiche non mi hanno colpito particolarmente. Il doppiaggio è buono in generale, con la doppiatrice di Mabel sugli scudi: sprizza personalità (e strambezza) da tutti i pori; ho adorato la sua performance. Interessante lo stile grafico dell'OP, divertente la scelta di farla in gran parte nello "stile 16bit" e, penso, anche intelligente per risparmiare budget. Caruccio il design dei personaggi; in particolare, i volti delle ragazze hanno tratti delicati e dettagliati, il che entra perfettamente in contrasto con la faccia del protagonista, il cui design sembra uscito da una fusione fra l'horror e anime "acculturati". Le animazioni, nel 95% dei casi, non sono da fuochi d'artificio, ma alcune scene risaltano per una qualità piuttosto importante.
Poco da ridire, soprattutto perché lo spirito di questa serie, secondo me, non richiede necessariamente animazioni emozionanti. Bastano una trama vagamente interessante, dei personaggi con personalità (perdonate il gioco di parole) e una buona chimica fra di essi per creare una buona commedia. E, a mio parere, ce l'hanno fatta.
Insomma: promosso a pieni voti. Consigliato, poi dipende dal vostro senso dell'umorismo, suggerisco la classica "regola" dei 3 episodi per capire se fa per voi.
"Uncle from another world". Come già fa intuire il titolo siamo di fronte all’ennesimo isekai, il cui focus però è sulla comicità ironica e di situazione. Il protagonista non agisce mai come vi aspettereste e di certo non segue il buonsenso comune.
Lo zio di Takafumi si risveglia dopo diciassette anni di coma e dichiara di aver vissuto per tutto quel tempo in un mondo fantasy dove ha imparato ad usare la magia.
Takafumi, inizialmente dubbioso, si appassiona ad ascoltare i racconti dello zio che grazie ad un incantesimo mostra le sue avventure/disavventure su una sorta di schermo incantato. Insieme a lui assistiamo increduli alla totale incapacità dello zio di socializzare nonostante ci siano avventurieri ben disposti nei suoi confronti.
A sua discolpa bisogna dire che lo zio non aveva capacità sociale neanche prima dell’incidente. Difatti era un recluso con l’unica fissa dei videogiochi. Infatti, il suo primo trauma al risveglio è stato scoprire che la sua amata console SEGA non è più in produzione.
La grafica usata non mi è piaciuta molto, è un po’ fastidiosa e talvolta sgradevole anche se gradualmente ci si abitua. Viene tenuta una leggera differenza di stile tra ciò che riguarda il mondo fantasy e ciò che appartiene al “nostro” mondo. Nel primo caso il tratto è leggermente più delicato, mentre nel secondo il tratto è più marcato e le animazioni sono quasi a scatti nei momenti comici.
La struttura scelta funziona bene. La storia è ambientata nel “nostro” mondo dopo il risveglio dello zio dal coma tra le scoperte delle nuove tecnologie e dei fuori-produzione dei suoi giochi preferiti (con scenata a seguito). Mentre scopre l’epoca moderna col supporto di Takafumi, propone (richiesti o meno) i flashback degli anni trascorsi nell’altro mondo, ritrovandosi a commentarli come in un club del libro.
I personaggi sono interessanti e ben caratterizzati e tra loro c’è un buon equilibrio sia per il gruppetto nel mondo reale che per quello nel mondo fantasy. Lo zio è una vera mina vagante fuori da ogni schema di buon senso, così come la maggior parte delle decisioni che prende.
Non è un’opera memorabile, per temi e qualità, tuttavia si lascia guardare, intrattiene e diverte. Se cercate qualcosa di poco impegnativo per farvi due risate può essere una buona soluzione.
Lo zio di Takafumi si risveglia dopo diciassette anni di coma e dichiara di aver vissuto per tutto quel tempo in un mondo fantasy dove ha imparato ad usare la magia.
Takafumi, inizialmente dubbioso, si appassiona ad ascoltare i racconti dello zio che grazie ad un incantesimo mostra le sue avventure/disavventure su una sorta di schermo incantato. Insieme a lui assistiamo increduli alla totale incapacità dello zio di socializzare nonostante ci siano avventurieri ben disposti nei suoi confronti.
A sua discolpa bisogna dire che lo zio non aveva capacità sociale neanche prima dell’incidente. Difatti era un recluso con l’unica fissa dei videogiochi. Infatti, il suo primo trauma al risveglio è stato scoprire che la sua amata console SEGA non è più in produzione.
La grafica usata non mi è piaciuta molto, è un po’ fastidiosa e talvolta sgradevole anche se gradualmente ci si abitua. Viene tenuta una leggera differenza di stile tra ciò che riguarda il mondo fantasy e ciò che appartiene al “nostro” mondo. Nel primo caso il tratto è leggermente più delicato, mentre nel secondo il tratto è più marcato e le animazioni sono quasi a scatti nei momenti comici.
La struttura scelta funziona bene. La storia è ambientata nel “nostro” mondo dopo il risveglio dello zio dal coma tra le scoperte delle nuove tecnologie e dei fuori-produzione dei suoi giochi preferiti (con scenata a seguito). Mentre scopre l’epoca moderna col supporto di Takafumi, propone (richiesti o meno) i flashback degli anni trascorsi nell’altro mondo, ritrovandosi a commentarli come in un club del libro.
I personaggi sono interessanti e ben caratterizzati e tra loro c’è un buon equilibrio sia per il gruppetto nel mondo reale che per quello nel mondo fantasy. Lo zio è una vera mina vagante fuori da ogni schema di buon senso, così come la maggior parte delle decisioni che prende.
Non è un’opera memorabile, per temi e qualità, tuttavia si lascia guardare, intrattiene e diverte. Se cercate qualcosa di poco impegnativo per farvi due risate può essere una buona soluzione.