Ring ni Kakero
Visti tutti gli episodi, è un anime shonen niente male, con personaggi ben caratterizzati, duelli di pugilato un po' troppo sopra le righe ma divertenti da vedere, una trama che si dirama lentamente sino a sfociare in sicuri sbocchi futuri. Alcune scene lasciano ben vedere tutto l'ardore e i forti sentimenti dei personaggi principali, e la storia è piacevole da seguire.
È un anime che si lascia guardare con piacere, e che, nonostante abbia ormai più di dieci anni, anche graficamente non è niente male, anzi alcune sequenze sono fatte proprio bene. I disegni poi sono molto curati e piacevoli. Consigliato agli amanti della boxe e degli shonen in generale.
È un anime che si lascia guardare con piacere, e che, nonostante abbia ormai più di dieci anni, anche graficamente non è niente male, anzi alcune sequenze sono fatte proprio bene. I disegni poi sono molto curati e piacevoli. Consigliato agli amanti della boxe e degli shonen in generale.
"Ring ni Kakero" è la storia di Ryuji e Kiku Takane, figlio e figlia di un giovane e promettente boxeur morto prematuramente. I due fratelli, stufi dei soprusi del patrigno, abbandonano la madre e vanno a vivere a Tokyo, per dedicarsi al pugilato, pur essendo ancora dei ragazzini. Qui, infatti, un miliardario ammiratore del loro padre ha dato loro a disposizione una palestra e le risorse necessarie per realizzare il loro sogno.
Ryuji, pur non avendo molto talento, inizia così ad allenarsi sotto la guida della sorella Kiku, un vero genio della boxe (ma come può, data la giovane età? Mah!) e diviene subito rivale di Jun Kenzaki, figlio del miliardario e anch'egli aspirante pugile. La prima serie parte in maniera originale, con un balzo nel futuro ove vediamo Kiku nel giorno del suo matrimonio, mentre Ryuji e Jun si affrontano per il titolo mondiale dei pesi gallo, per poi tornare all'incontro "presente", in cui i due si sfidano per partecipare al Torneo Nazionale Juniores. Alla fine toccherà a Ryuji partecipare al torneo, ove incontrerà altri giovani promettenti: Takeshi Kawai, idolo delle ragazze per il suo bell'aspetto che alterna la boxe all'attività di concertista e la cui sorella, che sembra Lamù, è anch'essa una geniale allenatrice; Kazuki Shinatora, di poche parole e rampollo di una famiglia di samurai; e Ishimatsu Katori, anch'esso povero e di poco talento, piccolo e basso, ma con una capacità di incassare da far invidia a Terminator. La prima serie si concluderà così, con i cinque giovani che, diventati amici, si prepareranno per il prossimo torneo.
Questa serie mi ha insegnato ulteriormente che l'abito non fa il monaco: pur essendo realizzata nei primi anni duemila, subito dopo il "Santuary Chapter", si vede chiaramente nella trama che si sta parlando di un'opera anni '70. I poveri orfanelli, la rivalità con il riccone, gli allenamenti inumani... per non parlare del resto. Sembrerebbe un remake, ma in realtà non c'è nessun remake, perché il manga originale, anteriore a "I Cavalieri dello Zodiaco", è rimasto in attesa per ben ventuno anni prima che il successo di "Hades" lo portasse finalmente in animazione. Abbiamo davvero un lavoro che ha attraversato il tempo, quindi. La boxe, poi, è descritta in maniera realistica, ma solo fino a un certo punto, perché abbiamo un'abbondanza di colpi segreti e di scene astronomiche che ci azzeccano ben poco con Rocky. Un anime troppo realistico per essere di Kurumada e troppo di Kurumada per essere realistico? Sicuramente, ma il risultato finale non è male e nel complesso regge, e, dato che la grafica è buona e la regia curatissima, i personaggi sono accattivanti e bucano lo schermo; si può anche dare un generoso otto almeno alla prima stagione.
Ryuji, pur non avendo molto talento, inizia così ad allenarsi sotto la guida della sorella Kiku, un vero genio della boxe (ma come può, data la giovane età? Mah!) e diviene subito rivale di Jun Kenzaki, figlio del miliardario e anch'egli aspirante pugile. La prima serie parte in maniera originale, con un balzo nel futuro ove vediamo Kiku nel giorno del suo matrimonio, mentre Ryuji e Jun si affrontano per il titolo mondiale dei pesi gallo, per poi tornare all'incontro "presente", in cui i due si sfidano per partecipare al Torneo Nazionale Juniores. Alla fine toccherà a Ryuji partecipare al torneo, ove incontrerà altri giovani promettenti: Takeshi Kawai, idolo delle ragazze per il suo bell'aspetto che alterna la boxe all'attività di concertista e la cui sorella, che sembra Lamù, è anch'essa una geniale allenatrice; Kazuki Shinatora, di poche parole e rampollo di una famiglia di samurai; e Ishimatsu Katori, anch'esso povero e di poco talento, piccolo e basso, ma con una capacità di incassare da far invidia a Terminator. La prima serie si concluderà così, con i cinque giovani che, diventati amici, si prepareranno per il prossimo torneo.
Questa serie mi ha insegnato ulteriormente che l'abito non fa il monaco: pur essendo realizzata nei primi anni duemila, subito dopo il "Santuary Chapter", si vede chiaramente nella trama che si sta parlando di un'opera anni '70. I poveri orfanelli, la rivalità con il riccone, gli allenamenti inumani... per non parlare del resto. Sembrerebbe un remake, ma in realtà non c'è nessun remake, perché il manga originale, anteriore a "I Cavalieri dello Zodiaco", è rimasto in attesa per ben ventuno anni prima che il successo di "Hades" lo portasse finalmente in animazione. Abbiamo davvero un lavoro che ha attraversato il tempo, quindi. La boxe, poi, è descritta in maniera realistica, ma solo fino a un certo punto, perché abbiamo un'abbondanza di colpi segreti e di scene astronomiche che ci azzeccano ben poco con Rocky. Un anime troppo realistico per essere di Kurumada e troppo di Kurumada per essere realistico? Sicuramente, ma il risultato finale non è male e nel complesso regge, e, dato che la grafica è buona e la regia curatissima, i personaggi sono accattivanti e bucano lo schermo; si può anche dare un generoso otto almeno alla prima stagione.
Secondo me, in una sola parola, Ring ni Kakero è "eccellente" sotto ogni punto di vista, dall'animazione alla storia, dai personaggi alle musiche. E' vero, somiglia tanto a Saint Seiya, ma questo non vuol dire che per me Ring ni Kakero non sia un mito, e ora capisco il motivo per cui Masami Kurumada ci tenga tanto a questo suo titolo. Oltretutto è stata anche la prima storia che ha creato.
Solo una cosa, non giudicate Ring ni Kakero a prima vista, ma scopritelo, andate oltre, immergetevi nella storia, e anche voi amerete questo fantastico anime creato dal grande Masami Kurumada.
Solo una cosa, non giudicate Ring ni Kakero a prima vista, ma scopritelo, andate oltre, immergetevi nella storia, e anche voi amerete questo fantastico anime creato dal grande Masami Kurumada.
Qualcuno leggendo il voto penserà di me "il solito sacrilego anti Saint"... non è proprio così: ok che le storie di Kurumada non mi piacciano particolarmente (pur riconoscendo la valenza storica dei Saint e di Fuuma no Kojiro), ma qui si tratta davvero di una produzione di infimo livello, sotto ogni punto di vista...
Partiamo dalla trama: pugilato, fin qui tutto ok, a livello scolastico, e qui ci può stare... ma ridurre il tutto in stile Saint?!? Ma perchè? e soprattutto nel terzo millennio, dove quel tipo di shonen è ormai superato, per lo meno con quelle dinamiche... colpi così veloci da essere invisibili e altre amenità simili... per ragazzi delle MEDIE e al primo episodio?
Poi le animazioni... nel 2004 c'è ancora chi anima così male? Negli anni '90 abbiamo assistito a un'impennata qualitativa impressionante, ma qui il tempo sembra essersi fermato alla saga di Asgard... forse qualche accorgimento registico copiato dal manga fa qualcosina, ma davvero poco, e sempre se siete fanatici di costellazioni, fasci di luce e altre cazzate tipiche degli anni '80 che al giorno d'oggi fanno solo ridere...
Forse salverei le musiche, ma già il fatto che non me le ricordo minimamente fa capire che non mi hanno colpito per niente.
Insomma, se siete dei fan sfegatati di Kurumada allora vi piacerà, altrimenti evitatevi questa porcheria.
Partiamo dalla trama: pugilato, fin qui tutto ok, a livello scolastico, e qui ci può stare... ma ridurre il tutto in stile Saint?!? Ma perchè? e soprattutto nel terzo millennio, dove quel tipo di shonen è ormai superato, per lo meno con quelle dinamiche... colpi così veloci da essere invisibili e altre amenità simili... per ragazzi delle MEDIE e al primo episodio?
Poi le animazioni... nel 2004 c'è ancora chi anima così male? Negli anni '90 abbiamo assistito a un'impennata qualitativa impressionante, ma qui il tempo sembra essersi fermato alla saga di Asgard... forse qualche accorgimento registico copiato dal manga fa qualcosina, ma davvero poco, e sempre se siete fanatici di costellazioni, fasci di luce e altre cazzate tipiche degli anni '80 che al giorno d'oggi fanno solo ridere...
Forse salverei le musiche, ma già il fatto che non me le ricordo minimamente fa capire che non mi hanno colpito per niente.
Insomma, se siete dei fan sfegatati di Kurumada allora vi piacerà, altrimenti evitatevi questa porcheria.
Ok, prendete i Cavalieri dello Zodiaco, svestiteli delle armature, vestiteli da pugili, aggiungete solito corredo di dolci fanciulle in completo alla marinaretta (con tanto di parasole tradizionale!), completate con totale assenza di trama ed insaporite con tutti, ma proprio tutti, i clichè delle serie shonen del Sol Levante (compreso il pugile fulminato sfregiato che va in giro sotto la pioggia con una catana infagottata...verrà da una vecchia famiglia di samurai? voi che dite? no, ma quando mai...). I fan sfegatati di Sain Seya lo apprezzeranno comunque, dal momento che è quasi una serie Gaiden. Tutti gli altri faranno bene a seguire il vecchio detto: se lo conosci lo eviti....
Ho visto tutta la serie, e mi è piaciuto praticamente tutto. Come anime di boxe è eccessivo, ma come anime 'shonen' lo trovo molto intenso e appassionante, e intriso di sana competizione e lealtà sportiva. E poi adoro Kiku!!
Io vado controcorrente:mi è piaciuto un casino!!!!
A me ha ricordato le atmosfere della guerra galattica (ovvero mazzate senza tanta filosofia spicciola) e almeno per adesso non ci sono deedementi o mondi da salvare ma ci si massacra di botte solo per l'onore della vittoria.
Unica nota negativa il disegno che ricorda troppo quello di kurumada (che a me fa tristemente schifo).
In definitiva erano anni che aspettavo una serie "sportiva così!
BOOMERANG TELIOS!
A me ha ricordato le atmosfere della guerra galattica (ovvero mazzate senza tanta filosofia spicciola) e almeno per adesso non ci sono deedementi o mondi da salvare ma ci si massacra di botte solo per l'onore della vittoria.
Unica nota negativa il disegno che ricorda troppo quello di kurumada (che a me fa tristemente schifo).
In definitiva erano anni che aspettavo una serie "sportiva così!
BOOMERANG TELIOS!
Con Rocky Joe, questa serie ha ben poco da condividere, più che altro sembra un Saint Seiya della Boxe. I colpi speciali sono al limito dell'improbabile, e la storia ha un non so che di già visto. Troppi personaggi cool in rivalità tra di loro, rende la storia difficilmente coinvolgente perchè troppo irreale. Dal mio punto di vista è una serie mediocre, spero di ricredermi nel corso della storia.