Kamisama no Inai Nichiyōbi
"Kami-sama no Inai Nichiyoubi" è una serie della stagione estiva 2013, composta da dodici episodi di durata canonica, tratta dall'omonima light novel ideata da Kimihito Irie.
La storia è ambientata in un mondo che Dio ha scelto di abbandonare. Le conseguenze di questa decisione si sono inevitabilmente ripercosse sul genere umano, intrappolandolo in un ciclo infinito: nessuno è più in grado di morire così come nessuno è più in grado di dare alla luce un figlio; quando un essere umano viene ucciso la sua vita non cessa, e continua a vivere da morto, andando però contro a delle spiacevoli conseguenze, quali la perdita della propria umanità e la lenta decomposizione del proprio corpo. Come ultimo atto misericordioso Dio ha concesso all'uomo una speranza, mandando sulla Terra i "guardiani delle tombe", esseri dalle sembianze umane in grado di concedere riposo a coloro che lo desiderano. Ai Astin è una ragazzina di dodici anni, rimasta orfana sin da piccola e allevata con amore dagli abitanti del suo villaggio; la piccola è una guardiana di tombe molto particolare e la sua vita cambia quanto un certo Hampnie Hambart arriva nel suo villaggio, sterminandone la poca popolazione e mettendola al corrente di una triste realtà.
La trama è originale e personalmente l'ho trovata molto intrigante e coinvolgente; le dodici puntate si suddividono in quattro archi narrativi ben distinti, ognuno dei quali presenta una storia propria e dei nuovi personaggi. La giovane protagonista è ottimamente caratterizzata e, nonostante sia lecito pensare che piazzare una ragazzina di dodici anni a salvare il mondo sia la solita ed enorme cavolata, in questo caso la scelta si rivela estremamente azzeccata; Ai, con la sua voglia di scoprire ed esplorare lo strano mondo in cui vive, si dimostra essere un personaggio incredibilmente naturale, e forse è proprio perché, a causa della giovane età, non può comprendere appieno i pericoli cui va incontro, che non si ferma davanti a nulla e rimane fermamente convinta delle sue idee. Per quanto riguarda i personaggi secondari, seppur intriganti, non è stata purtroppo fornita una grande caratterizzazione, ma forniscono comunque un adeguato supporto.
Passiamo ora ad analizzare quello che è il fiore all'occhiello di questa breve serie: il comparto tecnico. La grafica spettacolare presenta un ottimo design dei personaggi e delle ambientazioni dettagliate e suggestive, che affascinano lo spettatore con la loro delicatezza e che sono in grado di ricreare sempre e comunque delle atmosfere magiche e incredbili; ad affiancare un apparato grafico di prim'ordine troviamo un ancor più spettacolare comparto sonoro, che ci regala due delle sigle (opening ed ending) fra le migliori di sempre, e delle OST dolci e melodiose.
Il finale è rimasto in sospeso in quanto, nel momento in cui è stata prodotta l'opera, la light novel di riferimento era ancora in prosecuzione; ora che è terminata speriamo di vedere presto un sequel che concluda degnamente la vicenda. Una serie leggera, divertente e allo stesso tempo emozionante, consigliata la visione.
La storia è ambientata in un mondo che Dio ha scelto di abbandonare. Le conseguenze di questa decisione si sono inevitabilmente ripercosse sul genere umano, intrappolandolo in un ciclo infinito: nessuno è più in grado di morire così come nessuno è più in grado di dare alla luce un figlio; quando un essere umano viene ucciso la sua vita non cessa, e continua a vivere da morto, andando però contro a delle spiacevoli conseguenze, quali la perdita della propria umanità e la lenta decomposizione del proprio corpo. Come ultimo atto misericordioso Dio ha concesso all'uomo una speranza, mandando sulla Terra i "guardiani delle tombe", esseri dalle sembianze umane in grado di concedere riposo a coloro che lo desiderano. Ai Astin è una ragazzina di dodici anni, rimasta orfana sin da piccola e allevata con amore dagli abitanti del suo villaggio; la piccola è una guardiana di tombe molto particolare e la sua vita cambia quanto un certo Hampnie Hambart arriva nel suo villaggio, sterminandone la poca popolazione e mettendola al corrente di una triste realtà.
La trama è originale e personalmente l'ho trovata molto intrigante e coinvolgente; le dodici puntate si suddividono in quattro archi narrativi ben distinti, ognuno dei quali presenta una storia propria e dei nuovi personaggi. La giovane protagonista è ottimamente caratterizzata e, nonostante sia lecito pensare che piazzare una ragazzina di dodici anni a salvare il mondo sia la solita ed enorme cavolata, in questo caso la scelta si rivela estremamente azzeccata; Ai, con la sua voglia di scoprire ed esplorare lo strano mondo in cui vive, si dimostra essere un personaggio incredibilmente naturale, e forse è proprio perché, a causa della giovane età, non può comprendere appieno i pericoli cui va incontro, che non si ferma davanti a nulla e rimane fermamente convinta delle sue idee. Per quanto riguarda i personaggi secondari, seppur intriganti, non è stata purtroppo fornita una grande caratterizzazione, ma forniscono comunque un adeguato supporto.
Passiamo ora ad analizzare quello che è il fiore all'occhiello di questa breve serie: il comparto tecnico. La grafica spettacolare presenta un ottimo design dei personaggi e delle ambientazioni dettagliate e suggestive, che affascinano lo spettatore con la loro delicatezza e che sono in grado di ricreare sempre e comunque delle atmosfere magiche e incredbili; ad affiancare un apparato grafico di prim'ordine troviamo un ancor più spettacolare comparto sonoro, che ci regala due delle sigle (opening ed ending) fra le migliori di sempre, e delle OST dolci e melodiose.
Il finale è rimasto in sospeso in quanto, nel momento in cui è stata prodotta l'opera, la light novel di riferimento era ancora in prosecuzione; ora che è terminata speriamo di vedere presto un sequel che concluda degnamente la vicenda. Una serie leggera, divertente e allo stesso tempo emozionante, consigliata la visione.
Kami-sama no Inai Nichiyōbi, noto anche come Kaminai, è un anime che mi ha veramente stupito sotto ogni punto di vista. Prodotto da Madhouse, e ispirato alla serie di light novel di Kimihito Irie, "Kaminai" si suddivide in dodici episodi da ventiquattro minuti l'uno che andranno a coprire più archi narrativi, ottimamente legati fra di loro dalle vicende dei personaggi coinvolti.
In un futuro non troppo lontano Dio decide di palesarsi al genere umano, annunciando la volontà di abbandonare la sua stessa creazione a quello che si sarebbe di lì a poco rivelato un destino di miseria e desolazione; la decisione divina portò difatti il genere umano a non poter più morire né procreare, dividendo così gli uomini in vivi e non-morti. Disperati da tale situazione, gli uomini chiesero a Dio un nuovo miracolo e così, dal nulla, fecero la loro comparsa i Custodi di tombe, esseri dai poteri sovrumani il cui compito è quello di riportare l'ordine naturale delle cose. I Custodi sono difatti gli unici esseri in grado di donare una morte definitiva a chi lo desidera attraverso una semplice sepoltura. In questo scenario diviso fra morte e speranza seguiremo la giovane Ai Astin, Custode di tombe per metà umana, lungo tutto il viaggio che la porterà in giro per quel mondo oramai abbandonato dal proprio creatore.
Da un punto di vista meramente tecnico "Kaminai" è un'ottima serie in pieno stile Madhouse: delicata, precisa e con un saggio uso della CG che mai risulta troppo invadente. Ma il vero punto di forza di questo anime è la regia di Yūji Kumazawa, noto ai più per aver sceneggiato serie di successo come Accel World, High School of the Dead e Welcome to the NHK. Il buon Kumazawa, forte della propria esperienza e di un talento non indifferente, ha saputo trarre il meglio dalle light novel di riferimento creando così un prodotto di qualità, mai noioso e/o banale, capace in più punti anche di emozionare e commuovere. Ciò è stato possibile grazie ad un saggio dosaggio della trama - gli episodi sono suddivisi in mini-cicli di tre puntate collegate fra di loro da eventi e personaggi - e al ritmo perfettamente bilanciato fra dramma e azione; lo spettatore è difatti portato, soprattutto dopo il primo ciclo narrativo, ad aspettarsi veramente di tutto senza mai capire realmente quando il prossimo coup de théâtre avverrà. Altro merito di Madhouse è quello di aver portato su schermo personaggi secondari veramente convincenti e coerenti con le proprie tragiche storie (Hampnie, Alice e Dee su tutti), di non aver sfruttato in modo becero il fattore lolicon che il personaggio di Ai avrebbe potuto portare con sé e, dulcis in fundo, di aver ottimizzato i momenti più emozionanti grazie alle superbe musiche dell'ispiratissimo maestro Hiromi Mizutani.
Ogni medaglia ha però il suo risvolto e nonostante stiamo parlando di un lavoro di ottima qualità, anche "Kaminai" ha i suoi scheletri nell'armadio; in più di un occasione notiamo che le animazioni perdono di precisione e fluidità, difetto però camuffato in modo egregio, e che il doppiaggio non è sempre all'altezza delle aspettative, risultando paradossalmente fastidioso in alcuni dei suoi personaggi principali (Ai su tutti - l'età non è una scusa per farla parlare come l'orso Bubu). Ci sarebbe anche da discutere delle caratterizzazioni di Yuri e Scar, anche loro co-protagonisti, ma lascio in questo caso il beneficio del dubbio in quanto può darsi che siano stati volutamente "abbozzati" dal loro autore originale per dare maggiore spazio alle vicende di Ai. Chissà, magari in futuro potranno avere anche loro la propria "fetta di torta"!
Ricapitolando, Kami-sama no Inai Nichiyōbi è una serie ad alto impatto emotivo, figlia di una saggia sceneggiatura e di una caparbia quanto ispirata sezione audio, capace di sottolineare con intensità tutte le vicende narrate, allegre o tragiche che siano. Da vedere senza indugi per apprezzarne l'immensa qualità.
In un futuro non troppo lontano Dio decide di palesarsi al genere umano, annunciando la volontà di abbandonare la sua stessa creazione a quello che si sarebbe di lì a poco rivelato un destino di miseria e desolazione; la decisione divina portò difatti il genere umano a non poter più morire né procreare, dividendo così gli uomini in vivi e non-morti. Disperati da tale situazione, gli uomini chiesero a Dio un nuovo miracolo e così, dal nulla, fecero la loro comparsa i Custodi di tombe, esseri dai poteri sovrumani il cui compito è quello di riportare l'ordine naturale delle cose. I Custodi sono difatti gli unici esseri in grado di donare una morte definitiva a chi lo desidera attraverso una semplice sepoltura. In questo scenario diviso fra morte e speranza seguiremo la giovane Ai Astin, Custode di tombe per metà umana, lungo tutto il viaggio che la porterà in giro per quel mondo oramai abbandonato dal proprio creatore.
Da un punto di vista meramente tecnico "Kaminai" è un'ottima serie in pieno stile Madhouse: delicata, precisa e con un saggio uso della CG che mai risulta troppo invadente. Ma il vero punto di forza di questo anime è la regia di Yūji Kumazawa, noto ai più per aver sceneggiato serie di successo come Accel World, High School of the Dead e Welcome to the NHK. Il buon Kumazawa, forte della propria esperienza e di un talento non indifferente, ha saputo trarre il meglio dalle light novel di riferimento creando così un prodotto di qualità, mai noioso e/o banale, capace in più punti anche di emozionare e commuovere. Ciò è stato possibile grazie ad un saggio dosaggio della trama - gli episodi sono suddivisi in mini-cicli di tre puntate collegate fra di loro da eventi e personaggi - e al ritmo perfettamente bilanciato fra dramma e azione; lo spettatore è difatti portato, soprattutto dopo il primo ciclo narrativo, ad aspettarsi veramente di tutto senza mai capire realmente quando il prossimo coup de théâtre avverrà. Altro merito di Madhouse è quello di aver portato su schermo personaggi secondari veramente convincenti e coerenti con le proprie tragiche storie (Hampnie, Alice e Dee su tutti), di non aver sfruttato in modo becero il fattore lolicon che il personaggio di Ai avrebbe potuto portare con sé e, dulcis in fundo, di aver ottimizzato i momenti più emozionanti grazie alle superbe musiche dell'ispiratissimo maestro Hiromi Mizutani.
Ogni medaglia ha però il suo risvolto e nonostante stiamo parlando di un lavoro di ottima qualità, anche "Kaminai" ha i suoi scheletri nell'armadio; in più di un occasione notiamo che le animazioni perdono di precisione e fluidità, difetto però camuffato in modo egregio, e che il doppiaggio non è sempre all'altezza delle aspettative, risultando paradossalmente fastidioso in alcuni dei suoi personaggi principali (Ai su tutti - l'età non è una scusa per farla parlare come l'orso Bubu). Ci sarebbe anche da discutere delle caratterizzazioni di Yuri e Scar, anche loro co-protagonisti, ma lascio in questo caso il beneficio del dubbio in quanto può darsi che siano stati volutamente "abbozzati" dal loro autore originale per dare maggiore spazio alle vicende di Ai. Chissà, magari in futuro potranno avere anche loro la propria "fetta di torta"!
Ricapitolando, Kami-sama no Inai Nichiyōbi è una serie ad alto impatto emotivo, figlia di una saggia sceneggiatura e di una caparbia quanto ispirata sezione audio, capace di sottolineare con intensità tutte le vicende narrate, allegre o tragiche che siano. Da vedere senza indugi per apprezzarne l'immensa qualità.
"Kamisama No Inai Nichiyobi" è un anime uscito nel 2013 e composto da 12 puntate. Lo stile è interessante e fonde in sé il bello di un genere fantasy e la trama intrigante di un soprannaturale/mistero, smorzando così i toni che, altrimenti, sarebbero risultati un po' troppo fiabeschi.
Penso che sia proprio questo il pregio di quest'opera, la coesione di molteplici elementi che permettono una buona armonia tra una storia interessante e un silenzioso segreto, celato dietro a paesaggi luminosi, sconfinati e troppo maestosi per un mondo così desolato.
Come vedremo in seguito, la trama è tutt'altro che allegra, eppure, nonostante questo velo drammatico, la tristezza non sembra mai prevalere in maniera così predominante sugli altri temi, scegliendo invece di mantenersi nelle retrovie, al fine di farsi sentire solamente nel "momento del bisogno". Tale malinconia potrebbe, a tutti gli effetti, essere rappresentata come una nebbiolina leggera che si posa sul mondo in una fredda mattina invernale: non così densa da creare problemi, ma nemmeno talmente flebile da non essere percepita.
Il mondo di "Kamisama No Inai Nichiyobi" è un mondo di morti…letteralmente. Dio ha abbandonato gli uomini, avverando però il loro ultimo e perverso desiderio: vincere la morte. Tuttavia questa nuova immortalità non sarà proprio un dono piacevole, in quanto, una volta morti, gli uomini torneranno in vita, perdendo però, con il passare degli anni, la loro umanità.
In un primo periodo il pianeta è stato percosso da tormenti e avversità notevoli, dovute a questa nuova esistenza e al fatto che, quelli ancora in vita, incominciavano ad avere il terrore dei non-morti. Solamente con gli anni si è riusciti a raggiungere una situazione di stallo, anche grazie alla comparsa dei "Guardiani delle tombe", strani esseri dalla forma umana, che hanno il compito di scavare fosse per i morti. Solo sfruttando queste sepolture gli umani avrebbero potuto riposare veramente in pace, privi del rischio di diventare zombie.
Ma, come è facile pensare, il mondo non riuscì a tornare veramente felice e, la stessa Ai Astin, piccola protagonista della nostra storia, dovrà fare i conti con questa realtà. La sua esistenza di Guardiana di tombe sembra procedere in maniera pacifica e serena, vivendo in un piccolo paesino isolato, composto da contadini gentili e lavoratori. Il loro cuore sembra essere buono e tenero, tanto da prendersi cura di Ai dopo la morte della madre di quest'ultima.
Eppure…qualcosa cambia. Un uomo dal nero mantello e dai capelli argentati giunge inaspettatamente al villaggio e, con serena pacatezza, uccide tutti gli abitanti, vecchi, donne e bambini compresi. Uno sterminio? Così pensò Ai alla vista di quel misterioso individuo, ma i suoi atteggiamenti sembrano tutt'altro che malvagi. Anzi, sembra avere lo stesso nome del padre che, anni or sono, è scomparso, lasciandola sola con la madre: Hampnie Hambart.
Chi sarà? Quale oscuro mistero era celato dietro quel pacifico paesino di campagna? E, soprattutto, quale sarà il destino di Ai?
Non solo ho trovato quest'anime estremamente interessante per i personaggi che presenta, ma anche per una storia intrigante, originale e ricca di misteri. Ai Astin è una ragazzina gentile e dal cuore grande, piena di vitalità e, soprattutto, desiderosa di scoprire un mondo a lei ignoto.
D'altro canto Hampnie Hambart è l'anima della storia (o almeno, a me è piaciuto tantissimo come personaggio): triste e pieno di malinconia, ma, in fin dei conti, buono. Il suo animo è profondo e, durante la storia, si avrà la possibilità di conoscerlo meglio. Tuttavia non sono solo questi i personaggi dell'opera, anzi, con il passare degli episodi verranno introdotti un gran numero di individui dal carattere differente. Di fatto la storia è organizzata in tre archi narrativi e ognuno di essi presenta protagonisti propri, fatta eccezione per il gruppetto principale, formato da Julie Sakuma Dmitriyevich, Scar e Ai.
Nonostante questa partizione, la vicenda scorre in maniera fluida, senza salti, donando così un senso di leggerezza a tutta la storia.
La grafica è bellissima, ricca di colori brillanti e leggiadri, come il rosso del tramonto che danza sulle vaste praterie di questo mondo dimenticato da Dio (letteralmente). I toni non sono propriamente felici, ma neanche tetri e macabri, insomma, mantengono un po' lo stesso livello della storia, cercando di far coesistere il bello di un fantasy e il mistero di un soprannaturale.
Anche le musiche sono molto interessanti e, soprattutto, riescono ad esaltare le emozioni nel corso dei vari momenti. Il doppiaggio è ben fatto e le voci sono, nel complesso, appropriate ai vari personaggi.
Quando ho incominciato questa serie ne sono rimasto estasiato, non solo per i contenuti, ma anche per i forti messaggi che vogliono comunicarci. Alle volte un bell'anime può apparire vuoto di contenuti e, anche se non mi dispiace più di tanto, può sembrare comunque un limite notevole. In questo caso invece ogni azione concorre a spedire nel nostro cuore piccoli suggerimenti, messaggi di speranza, tristezza, dolore, che permettono di farci immedesimare alla perfezione con i protagonisti del racconto.
Il finale è bello, ma lascia in bocca un sapore agrodolce, proprio per il fatto di dover interrompere l'anime sul più bello, senza aver raggiunto un vero e proprio obiettivo.
Ci sarà un seconda serie? Chissà. Momentaneamente non ci sono annunci di tal genere, ma sperare non fa mai male e una seconda stagione sarebbe qualcosa di veramente incredibile.
Forse "Kamisama No Inai Nichiyobi" è passato un po' in secondo piano come anime, non facendo tutto il successo sperato. Eppure, a mio avviso, un possibile successo sarebbe stato più che meritato e, proprio per questo motivo, ho tenuto particolarmente a mostrarvi, in questa recensione, un piccolo frammento di quest'opera.
Voto finale: 8… e mezzo!
Penso che sia proprio questo il pregio di quest'opera, la coesione di molteplici elementi che permettono una buona armonia tra una storia interessante e un silenzioso segreto, celato dietro a paesaggi luminosi, sconfinati e troppo maestosi per un mondo così desolato.
Come vedremo in seguito, la trama è tutt'altro che allegra, eppure, nonostante questo velo drammatico, la tristezza non sembra mai prevalere in maniera così predominante sugli altri temi, scegliendo invece di mantenersi nelle retrovie, al fine di farsi sentire solamente nel "momento del bisogno". Tale malinconia potrebbe, a tutti gli effetti, essere rappresentata come una nebbiolina leggera che si posa sul mondo in una fredda mattina invernale: non così densa da creare problemi, ma nemmeno talmente flebile da non essere percepita.
Il mondo di "Kamisama No Inai Nichiyobi" è un mondo di morti…letteralmente. Dio ha abbandonato gli uomini, avverando però il loro ultimo e perverso desiderio: vincere la morte. Tuttavia questa nuova immortalità non sarà proprio un dono piacevole, in quanto, una volta morti, gli uomini torneranno in vita, perdendo però, con il passare degli anni, la loro umanità.
In un primo periodo il pianeta è stato percosso da tormenti e avversità notevoli, dovute a questa nuova esistenza e al fatto che, quelli ancora in vita, incominciavano ad avere il terrore dei non-morti. Solamente con gli anni si è riusciti a raggiungere una situazione di stallo, anche grazie alla comparsa dei "Guardiani delle tombe", strani esseri dalla forma umana, che hanno il compito di scavare fosse per i morti. Solo sfruttando queste sepolture gli umani avrebbero potuto riposare veramente in pace, privi del rischio di diventare zombie.
Ma, come è facile pensare, il mondo non riuscì a tornare veramente felice e, la stessa Ai Astin, piccola protagonista della nostra storia, dovrà fare i conti con questa realtà. La sua esistenza di Guardiana di tombe sembra procedere in maniera pacifica e serena, vivendo in un piccolo paesino isolato, composto da contadini gentili e lavoratori. Il loro cuore sembra essere buono e tenero, tanto da prendersi cura di Ai dopo la morte della madre di quest'ultima.
Eppure…qualcosa cambia. Un uomo dal nero mantello e dai capelli argentati giunge inaspettatamente al villaggio e, con serena pacatezza, uccide tutti gli abitanti, vecchi, donne e bambini compresi. Uno sterminio? Così pensò Ai alla vista di quel misterioso individuo, ma i suoi atteggiamenti sembrano tutt'altro che malvagi. Anzi, sembra avere lo stesso nome del padre che, anni or sono, è scomparso, lasciandola sola con la madre: Hampnie Hambart.
Chi sarà? Quale oscuro mistero era celato dietro quel pacifico paesino di campagna? E, soprattutto, quale sarà il destino di Ai?
Non solo ho trovato quest'anime estremamente interessante per i personaggi che presenta, ma anche per una storia intrigante, originale e ricca di misteri. Ai Astin è una ragazzina gentile e dal cuore grande, piena di vitalità e, soprattutto, desiderosa di scoprire un mondo a lei ignoto.
D'altro canto Hampnie Hambart è l'anima della storia (o almeno, a me è piaciuto tantissimo come personaggio): triste e pieno di malinconia, ma, in fin dei conti, buono. Il suo animo è profondo e, durante la storia, si avrà la possibilità di conoscerlo meglio. Tuttavia non sono solo questi i personaggi dell'opera, anzi, con il passare degli episodi verranno introdotti un gran numero di individui dal carattere differente. Di fatto la storia è organizzata in tre archi narrativi e ognuno di essi presenta protagonisti propri, fatta eccezione per il gruppetto principale, formato da Julie Sakuma Dmitriyevich, Scar e Ai.
Nonostante questa partizione, la vicenda scorre in maniera fluida, senza salti, donando così un senso di leggerezza a tutta la storia.
La grafica è bellissima, ricca di colori brillanti e leggiadri, come il rosso del tramonto che danza sulle vaste praterie di questo mondo dimenticato da Dio (letteralmente). I toni non sono propriamente felici, ma neanche tetri e macabri, insomma, mantengono un po' lo stesso livello della storia, cercando di far coesistere il bello di un fantasy e il mistero di un soprannaturale.
Anche le musiche sono molto interessanti e, soprattutto, riescono ad esaltare le emozioni nel corso dei vari momenti. Il doppiaggio è ben fatto e le voci sono, nel complesso, appropriate ai vari personaggi.
Quando ho incominciato questa serie ne sono rimasto estasiato, non solo per i contenuti, ma anche per i forti messaggi che vogliono comunicarci. Alle volte un bell'anime può apparire vuoto di contenuti e, anche se non mi dispiace più di tanto, può sembrare comunque un limite notevole. In questo caso invece ogni azione concorre a spedire nel nostro cuore piccoli suggerimenti, messaggi di speranza, tristezza, dolore, che permettono di farci immedesimare alla perfezione con i protagonisti del racconto.
Il finale è bello, ma lascia in bocca un sapore agrodolce, proprio per il fatto di dover interrompere l'anime sul più bello, senza aver raggiunto un vero e proprio obiettivo.
Ci sarà un seconda serie? Chissà. Momentaneamente non ci sono annunci di tal genere, ma sperare non fa mai male e una seconda stagione sarebbe qualcosa di veramente incredibile.
Forse "Kamisama No Inai Nichiyobi" è passato un po' in secondo piano come anime, non facendo tutto il successo sperato. Eppure, a mio avviso, un possibile successo sarebbe stato più che meritato e, proprio per questo motivo, ho tenuto particolarmente a mostrarvi, in questa recensione, un piccolo frammento di quest'opera.
Voto finale: 8… e mezzo!
<b>Attenzione: la recensione può contenere spoiler</b>
In un mondo abbandonato da Dio, la gente ha smesso di morire, motivo per cui sulla terra esistono dei "Custodi di Tombe" per dare un pacifico riposo a chi è morto e quindi risorto da "Insepolto".
Trovo che i contenuti ci siano, ma che siano stati usati malissimo.
Il problema maggiore: la protagonista. La nostra cara Ai non è altro che una specie di loli dalla dubbia capigliatura (che vedo spesso in giro e continuo a chiedermene il motivo), stereotipata fino alla morte in quanto ingenua, pura e giusta. Ma siccome non bastava essere così scontati, lei è anche il solito ibrido tra un umano e l'altra "razza" di turno, in questo caso un "Custode di Tombe". Aggiungerei che questa figliola è assurdamente irritante, ma questo è un mio pensiero. Il massimo che le vedrete fare sarà ripetere con convinzione "Io sono un "Custode di Tombe", e ho deciso di salvare il mondo".
Gli altri personaggi non sono niente di speciale, tra di loro i principali potrebbero essere Scar, un "Custode di Tombe" donna che prova sentimenti nonostante dovrebbe essere impossibile (quale novità), Yuri, un uomo la cui utilità nella storia davvero non mi è chiara, e il padre di Ai, l'unico personaggio che ho apprezzato. Padre e figlia si incontrano in modo abbastanza assurdo. Lui stermina il villaggio della figlia, capitando lì mentre era alla ricerca della sua amata, la madre di Ai (che per altro descrive bruna e con occhi scuri, quando è poi la fotocopia di Ai, e cioè capelli e occhi chiari). Ma purtroppo morirà al terzo episodio, azzerando il mio interesse per tutto il resto dell'anime.
La conclusione. Anzi, c'è una conclusione?
L'anime lascia intendere che Ai voglia fare qualcosa per "salvare il mondo", ma l'anime finisce dopo aver risolto qualche caso minore separato, passando per la città di Ortus (l'unico passo interessante oltre ai primi tre episodi), l'accademia Goran, e la Classe 3-4.
Quest'anime ti fa restare in attesa di qualcosa che non arriverà mai, e la serie si conclude in modo sciatto, abbandonando l'unico vero obbiettivo.
I disegni sono belli, l'animazione fatta bene, le OST non mi sono piaciute, così come ending e opening. In generale quest'anime è un fallimento poco originale, che poteva rendere molto di più.
In un mondo abbandonato da Dio, la gente ha smesso di morire, motivo per cui sulla terra esistono dei "Custodi di Tombe" per dare un pacifico riposo a chi è morto e quindi risorto da "Insepolto".
Trovo che i contenuti ci siano, ma che siano stati usati malissimo.
Il problema maggiore: la protagonista. La nostra cara Ai non è altro che una specie di loli dalla dubbia capigliatura (che vedo spesso in giro e continuo a chiedermene il motivo), stereotipata fino alla morte in quanto ingenua, pura e giusta. Ma siccome non bastava essere così scontati, lei è anche il solito ibrido tra un umano e l'altra "razza" di turno, in questo caso un "Custode di Tombe". Aggiungerei che questa figliola è assurdamente irritante, ma questo è un mio pensiero. Il massimo che le vedrete fare sarà ripetere con convinzione "Io sono un "Custode di Tombe", e ho deciso di salvare il mondo".
Gli altri personaggi non sono niente di speciale, tra di loro i principali potrebbero essere Scar, un "Custode di Tombe" donna che prova sentimenti nonostante dovrebbe essere impossibile (quale novità), Yuri, un uomo la cui utilità nella storia davvero non mi è chiara, e il padre di Ai, l'unico personaggio che ho apprezzato. Padre e figlia si incontrano in modo abbastanza assurdo. Lui stermina il villaggio della figlia, capitando lì mentre era alla ricerca della sua amata, la madre di Ai (che per altro descrive bruna e con occhi scuri, quando è poi la fotocopia di Ai, e cioè capelli e occhi chiari). Ma purtroppo morirà al terzo episodio, azzerando il mio interesse per tutto il resto dell'anime.
La conclusione. Anzi, c'è una conclusione?
L'anime lascia intendere che Ai voglia fare qualcosa per "salvare il mondo", ma l'anime finisce dopo aver risolto qualche caso minore separato, passando per la città di Ortus (l'unico passo interessante oltre ai primi tre episodi), l'accademia Goran, e la Classe 3-4.
Quest'anime ti fa restare in attesa di qualcosa che non arriverà mai, e la serie si conclude in modo sciatto, abbandonando l'unico vero obbiettivo.
I disegni sono belli, l'animazione fatta bene, le OST non mi sono piaciute, così come ending e opening. In generale quest'anime è un fallimento poco originale, che poteva rendere molto di più.
L'andamento di questa serie può essere accuratamente descritto dalla funzione y=-1/x.
In un mondo in cui le persone non muoiono più, ma continuano a vivere anche "da morte" (ovvero con il corpo e la mente in progressiva degenerazione), esistono dei "custodi di tombe" il cui compito è di dare una degna sepoltura ai morti viventi, e l'anime si concentra appunto su una di esse.
La grafica è ottima, tuttavia il character design fa storicere il naso: troppo generico e non molto appropriato alla situazione. I primi episodi sono introduttivi ma svolgono egregiamente il loro dovere, riuscendo a spiegare in maniera convincente la situazione e anche a regalare qualche colpo di scena ben congegnato. Dove l'anime raggiunge l'apice è senza alcun dubbio l'arco di Ortus, una vera perla che, se estrapolata dal resto dell'anime meriterebbe almeno un 9 pieno per l'originalità e la profondità delle tematiche che tratta, al punto che potrebbe quasi essere considerato come un lungo episodio di Kino no Tabi (anche considerando il tema del viaggio).
Peccato che lo stesso non si possa dire di ciò che viene dopo. Con l'arco di Goran l'anime prende una piega del tutto evitabile regalandoci una serie di episodi all'insegna della noia e del fanservice più banale, e soprattutto, completamente slegati dal concetto di base della serie. Scusate, ma tutto sto freakshow di gente immortale, mezza-fantasma, con super-forza, super-mira, respirazione subacquea e via dicendo, cosa c'entra con la premessa dell'anime? Che fine ha fatto il fulcro della storia, cioè la "vita" dei "morti" a seguito dell'abbandono del mondo da parte di Dio? Cosa stiamo guardando, Kami-sama no Inai Nichiyoubi oppure una parodia loli-moe degli X-men?
L'ultimo arco fortunatamente è ben fatto e risolleva un po' il livello generale, ma resta il fatto che continui a non avere alcun legame con la premessa iniziale. Arrivati a questo punto chi si ricorda più dei morti viventi, dei custodi di tombe e via dicendo? E che fine ha fatto Humpnie Humbert, probabilmente l'unico personaggio davvero carismatico della serie? Svanito nel nulla.
In conclusione Kami-sama no Inai Nichiyoubi sembra quasi essere un collage di diversi anime che magari presi singolarmente potrebbero anche essere piacevoli, ma che messi così insieme senza un vero filo conduttore danno una spiacevole sensazione di incompletezza e incoerenza.
In un mondo in cui le persone non muoiono più, ma continuano a vivere anche "da morte" (ovvero con il corpo e la mente in progressiva degenerazione), esistono dei "custodi di tombe" il cui compito è di dare una degna sepoltura ai morti viventi, e l'anime si concentra appunto su una di esse.
La grafica è ottima, tuttavia il character design fa storicere il naso: troppo generico e non molto appropriato alla situazione. I primi episodi sono introduttivi ma svolgono egregiamente il loro dovere, riuscendo a spiegare in maniera convincente la situazione e anche a regalare qualche colpo di scena ben congegnato. Dove l'anime raggiunge l'apice è senza alcun dubbio l'arco di Ortus, una vera perla che, se estrapolata dal resto dell'anime meriterebbe almeno un 9 pieno per l'originalità e la profondità delle tematiche che tratta, al punto che potrebbe quasi essere considerato come un lungo episodio di Kino no Tabi (anche considerando il tema del viaggio).
Peccato che lo stesso non si possa dire di ciò che viene dopo. Con l'arco di Goran l'anime prende una piega del tutto evitabile regalandoci una serie di episodi all'insegna della noia e del fanservice più banale, e soprattutto, completamente slegati dal concetto di base della serie. Scusate, ma tutto sto freakshow di gente immortale, mezza-fantasma, con super-forza, super-mira, respirazione subacquea e via dicendo, cosa c'entra con la premessa dell'anime? Che fine ha fatto il fulcro della storia, cioè la "vita" dei "morti" a seguito dell'abbandono del mondo da parte di Dio? Cosa stiamo guardando, Kami-sama no Inai Nichiyoubi oppure una parodia loli-moe degli X-men?
L'ultimo arco fortunatamente è ben fatto e risolleva un po' il livello generale, ma resta il fatto che continui a non avere alcun legame con la premessa iniziale. Arrivati a questo punto chi si ricorda più dei morti viventi, dei custodi di tombe e via dicendo? E che fine ha fatto Humpnie Humbert, probabilmente l'unico personaggio davvero carismatico della serie? Svanito nel nulla.
In conclusione Kami-sama no Inai Nichiyoubi sembra quasi essere un collage di diversi anime che magari presi singolarmente potrebbero anche essere piacevoli, ma che messi così insieme senza un vero filo conduttore danno una spiacevole sensazione di incompletezza e incoerenza.
Anime difficile da valutare, aveva tante frecce al suo arco, ma semplicemente ne ha scoccate solo alcune ed il risultato è buono nel complesso, ma non eccezionale. Il mio sette è 6.5 arrotondato per eccesso lo confesso, ma ho trovato questa breve serie abbastanza piacevole da voler sapere come finisse.
La trama non è un abisso di innovazione, ma si scava la sua piccola nicchia di originalità, in pratica nel mondo in questione dove si da per assodato che ci sia stato un dio, si vede niente casini religiosi tutti d'accordo su questo, il suo abbandono del genere umano ha tolto il dono della morte, morire significa tornare come "morti" dead, con corpi che per quanto si possano corrompere permangono coscienti, ma soprattutto dove i desideri e la magia si fondono in modo abbastanza elegante da intrigare lo spettatore.
In cambio del suo abbandono Dio, che paradossalmente è rappresentato con sensi di colpa, invia i becchini, custodi di tombe, ma diciamolo all'inglese suona meglio: Gravekeeper. Questi magici esseri solitamente privi di emozioni, armati di badile e guidati dalla logica missione di aiutare i vivi a liberarsi dei morti, seppelliscono i morti-viventi impedendone il permanere sulla terra.
La storia osservata segue le vicende di un bambina di 12 anni bizzarramente eletta Gravekeeper dal suo villaggio, alla scoperta della verità del mondo e della presa di consapevolezza dei morti, della loro coscienza intrappolata in una non vita annessa alla volontà di fingere di vivere. Gli espedienti narrativi non sono male, il padre misterioso ed il suo ritrovamento sono accompagnati da un mondo oscuro e spietato che non si addolcisce solo perché lei è piccola e piana di sogni. Il suo essere infantile non piega il mondo di ingiustizie e sofferenze, è lei che deve crescere è lei che deve capire che non è tutto bianco o nero, e questo è forse il punto di forza di questo anime. Ai cresce nel suo viaggio per salvare il mondo, pensiero più che fa infante, che piano piano diventa "fare il possibile per questo mondo caotico e complicato", ed è bellissimo vedere come si concede di conoscere prima di giudicare.
Durante il suo viaggio Ai conosce non solo cosa è successo all'umanità, ma conosce anche singoli mondi personali dei soggetti con cui entra in contatto, scoprendo che a volte la volontà è in grado di creare prigioni misteriose, magari dorate e bellissime, ma sempre prigioni dove voler affrontare la realtà costa qualcosa e non basta volere il lieto fine per ottenerlo, ma soprattutto la verità non è buona o cattiva, è solo verità.
Profonda l'analisi delle politiche di idee di massa di paesi quali Ortus, la città dei morti, o i 14 anni di prigionia della città di Alis. Intrigante anche la valutazione psicologica dei personaggi intorno ad Ai, con purtroppo pesanti cadute narrative come la questione del cambio di logica nella gravekeeper Scar e la sua assolutamente inutile sotto storia legata alla piccola Celica, che di fatto è solo un furto di tempo storia, in quella che è già una serie corta.
Purtroppo ci sono passi in caduta durante lo scorrere delle puntate, tuttavia si vuole arrivare alla fine della puntata 12 e questo penso sia pregevole, perché non è una questione di lieto fine o fine drammatica, è una fine onesta, la piccola in un anno e passa di viaggio non ha salvato il mondo, ha fatto qualcosa, ma il mondo ed il suo caos non si risolvono con uno schiocco di dita e su questo la trama non scade mai.
A livello tecnico è una buona serie, le animazioni sono piacevoli e le musiche un buon contorno, non si tratta di niente di eccezionale, ma i fondali sono davvero ottimi, ed il colore non stanca. Opening ed ending sono gradevoli.
E' un buon anime, è breve cosa che rende il tutto gestibile anche nei momenti di caduta e, cosa importante in una serie breve, non ci sono filler, di fatto Ai apprende qualcosa in ogni passo del percorso e lo spettatore a sua volta è guidato alla scoperta di come sia la società tra vivi e morti. Consigliato, soprattutto se si è a corto di serie da vedere.
La trama non è un abisso di innovazione, ma si scava la sua piccola nicchia di originalità, in pratica nel mondo in questione dove si da per assodato che ci sia stato un dio, si vede niente casini religiosi tutti d'accordo su questo, il suo abbandono del genere umano ha tolto il dono della morte, morire significa tornare come "morti" dead, con corpi che per quanto si possano corrompere permangono coscienti, ma soprattutto dove i desideri e la magia si fondono in modo abbastanza elegante da intrigare lo spettatore.
In cambio del suo abbandono Dio, che paradossalmente è rappresentato con sensi di colpa, invia i becchini, custodi di tombe, ma diciamolo all'inglese suona meglio: Gravekeeper. Questi magici esseri solitamente privi di emozioni, armati di badile e guidati dalla logica missione di aiutare i vivi a liberarsi dei morti, seppelliscono i morti-viventi impedendone il permanere sulla terra.
La storia osservata segue le vicende di un bambina di 12 anni bizzarramente eletta Gravekeeper dal suo villaggio, alla scoperta della verità del mondo e della presa di consapevolezza dei morti, della loro coscienza intrappolata in una non vita annessa alla volontà di fingere di vivere. Gli espedienti narrativi non sono male, il padre misterioso ed il suo ritrovamento sono accompagnati da un mondo oscuro e spietato che non si addolcisce solo perché lei è piccola e piana di sogni. Il suo essere infantile non piega il mondo di ingiustizie e sofferenze, è lei che deve crescere è lei che deve capire che non è tutto bianco o nero, e questo è forse il punto di forza di questo anime. Ai cresce nel suo viaggio per salvare il mondo, pensiero più che fa infante, che piano piano diventa "fare il possibile per questo mondo caotico e complicato", ed è bellissimo vedere come si concede di conoscere prima di giudicare.
Durante il suo viaggio Ai conosce non solo cosa è successo all'umanità, ma conosce anche singoli mondi personali dei soggetti con cui entra in contatto, scoprendo che a volte la volontà è in grado di creare prigioni misteriose, magari dorate e bellissime, ma sempre prigioni dove voler affrontare la realtà costa qualcosa e non basta volere il lieto fine per ottenerlo, ma soprattutto la verità non è buona o cattiva, è solo verità.
Profonda l'analisi delle politiche di idee di massa di paesi quali Ortus, la città dei morti, o i 14 anni di prigionia della città di Alis. Intrigante anche la valutazione psicologica dei personaggi intorno ad Ai, con purtroppo pesanti cadute narrative come la questione del cambio di logica nella gravekeeper Scar e la sua assolutamente inutile sotto storia legata alla piccola Celica, che di fatto è solo un furto di tempo storia, in quella che è già una serie corta.
Purtroppo ci sono passi in caduta durante lo scorrere delle puntate, tuttavia si vuole arrivare alla fine della puntata 12 e questo penso sia pregevole, perché non è una questione di lieto fine o fine drammatica, è una fine onesta, la piccola in un anno e passa di viaggio non ha salvato il mondo, ha fatto qualcosa, ma il mondo ed il suo caos non si risolvono con uno schiocco di dita e su questo la trama non scade mai.
A livello tecnico è una buona serie, le animazioni sono piacevoli e le musiche un buon contorno, non si tratta di niente di eccezionale, ma i fondali sono davvero ottimi, ed il colore non stanca. Opening ed ending sono gradevoli.
E' un buon anime, è breve cosa che rende il tutto gestibile anche nei momenti di caduta e, cosa importante in una serie breve, non ci sono filler, di fatto Ai apprende qualcosa in ogni passo del percorso e lo spettatore a sua volta è guidato alla scoperta di come sia la società tra vivi e morti. Consigliato, soprattutto se si è a corto di serie da vedere.
Come si può assegnare otto ad un anime pieno zeppo di contraddizioni? Beh, stasera ho scoperto che si può fare. L'impianto narrativo di questo Kami-sama no Inai Nichiyoubi è un continuo controsenso, pieno di momenti di pura confusione e con eventi che non si incastrano fra loro in modo convincente. Tuttavia l'originalità dell'idea di base, la delicatezza con cui è condotta la narrazione, una vasta gamma di personaggi dotati di un grande carisma, delle ambientazioni davvero suggestive e le emozioni che trasmette allo spettatore riescono a ribaltare un giudizio che sarebbe stato fortemente negativo.
Dopo aver osservato per millenni la vita degli uomini sulla Terra, Dio si accorge che questa sua creazione non gli è venuta tanto bene per cui decide di abbandonare gli esseri umani al loro destino. Le conseguenze di questo atto estremo sono il blocco delle nascite ma anche la concessione dell'immortalità di chi è attualmente in vita. Qui però comincia la confusione: non è che gli uomini non muoiono più, ma semplicemente dopo la loro morte essi si risvegliano e continuano la loro vita come al solito. Così la popolazione del nostro pianeta finisce per dividersi in due: i viventi ed i morti viventi.
Il perchè di questa scelta è incomprensibile: a che pro farli morire se poi non muoiono? Ma le contraddizioni non finiscono qui: pur avendo abbandonato l'uomo, Dio in realtà continua ad operare nel nostro mondo in quanto da un lato crea i "guardiani di tombe", esseri capaci di dare sepoltura definitiva ai morti permettendo loro di riposare in pace, e dall'altro esaudisce qualsiasi desiderio espresso con fermezza dalle persone, creando dei veri e propri paradossi e personaggi dotati di abilità speciali. Più che lasciarci al nostro destino, Dio appare come un folletto che si diverte a giocare con l'uomo creando un mondo confuso e irrazionale.
A queste contraddizioni d'impianto ne seguiranno tante altre specifiche ai vari episodi, il che fa pensare che l'autore non avesse dato grande importanza al dare anche una coerenza a ciò che raccontava. L'idea di base era, però, così stimolante che nonostante questo i vari episodi risulteranno incredibilmente l'uno più interessante dell'altro.
La narrazione seguirà le vicende di Ai, una guardiana di tombe, che ha l'obiettivo di salvare il mondo; dato che non si capisce né come né in cosa dovesse consistere questo salvataggio, la ragazzina si limiterà a dare una mano nei posti in cui si reca aiutando, stavolta sì, a risolvere i problemi e le distorsioni che incontra.
A leggere la recensione tutte queste critiche farebbero pensare ad una mia cattiva valutazione di questo titolo. E invece no. Esse spiegano come mai non ho assegnato un voto ancora più alto per questo anime davvero molto bello, con archi di episodi che accendono sempre la curiosità dello spettatore, personaggi che non sono mai banali e situazioni che risultano decisamente intriganti. Ma il vero punto forte è costituito dall'ambientazione scenografica: credo che a tutti sarà venuta voglia di visitare davvero la città di Ortus; e anche il mondo parallelo creato dalla classe di uno dei protagonisti gode di un suo particolare fascino.
In definitiva consiglio vivamente la visione di questo anime con l'avvertenza, però, di non soffermarsi troppo a cercare una spiegazione logica a ciò che appare totalmente insensato; sarebbe totalmente inutile. Ma se si chiude un occhio su questo ciò che resta finirà sicuramente per appassionarvi ed emozionarvi. E, di questi tempi, è tanta roba.
Dopo aver osservato per millenni la vita degli uomini sulla Terra, Dio si accorge che questa sua creazione non gli è venuta tanto bene per cui decide di abbandonare gli esseri umani al loro destino. Le conseguenze di questo atto estremo sono il blocco delle nascite ma anche la concessione dell'immortalità di chi è attualmente in vita. Qui però comincia la confusione: non è che gli uomini non muoiono più, ma semplicemente dopo la loro morte essi si risvegliano e continuano la loro vita come al solito. Così la popolazione del nostro pianeta finisce per dividersi in due: i viventi ed i morti viventi.
Il perchè di questa scelta è incomprensibile: a che pro farli morire se poi non muoiono? Ma le contraddizioni non finiscono qui: pur avendo abbandonato l'uomo, Dio in realtà continua ad operare nel nostro mondo in quanto da un lato crea i "guardiani di tombe", esseri capaci di dare sepoltura definitiva ai morti permettendo loro di riposare in pace, e dall'altro esaudisce qualsiasi desiderio espresso con fermezza dalle persone, creando dei veri e propri paradossi e personaggi dotati di abilità speciali. Più che lasciarci al nostro destino, Dio appare come un folletto che si diverte a giocare con l'uomo creando un mondo confuso e irrazionale.
A queste contraddizioni d'impianto ne seguiranno tante altre specifiche ai vari episodi, il che fa pensare che l'autore non avesse dato grande importanza al dare anche una coerenza a ciò che raccontava. L'idea di base era, però, così stimolante che nonostante questo i vari episodi risulteranno incredibilmente l'uno più interessante dell'altro.
La narrazione seguirà le vicende di Ai, una guardiana di tombe, che ha l'obiettivo di salvare il mondo; dato che non si capisce né come né in cosa dovesse consistere questo salvataggio, la ragazzina si limiterà a dare una mano nei posti in cui si reca aiutando, stavolta sì, a risolvere i problemi e le distorsioni che incontra.
A leggere la recensione tutte queste critiche farebbero pensare ad una mia cattiva valutazione di questo titolo. E invece no. Esse spiegano come mai non ho assegnato un voto ancora più alto per questo anime davvero molto bello, con archi di episodi che accendono sempre la curiosità dello spettatore, personaggi che non sono mai banali e situazioni che risultano decisamente intriganti. Ma il vero punto forte è costituito dall'ambientazione scenografica: credo che a tutti sarà venuta voglia di visitare davvero la città di Ortus; e anche il mondo parallelo creato dalla classe di uno dei protagonisti gode di un suo particolare fascino.
In definitiva consiglio vivamente la visione di questo anime con l'avvertenza, però, di non soffermarsi troppo a cercare una spiegazione logica a ciò che appare totalmente insensato; sarebbe totalmente inutile. Ma se si chiude un occhio su questo ciò che resta finirà sicuramente per appassionarvi ed emozionarvi. E, di questi tempi, è tanta roba.
"Kami-sama no inai nichiyoubi" ovvero "La Domenica senza Dio" è un anime di 12 episodi tratto dalla light novel.
Iniziamo con la trama: da 15 anni le persone hanno smesso di nascere e di morire, questo perché Dio dopo aver creato il mondo lo abbandonò, così per dare ai morti una degna sepoltura inviò sulla Terra i custodi di tombe. Tutto inizia in un piccolo villaggio di montagna dove vive Ai, una piccola ragazzina di 12 anni che è anche una custode di tombe. Le giornate sembrano trascorrere tranquille e serene, poi però la pace di questo villaggio viene interrotta da un misterioso ragazzo albino, Hampnie Hambart, che, sotto gli occhi della protagonista fa strage di tutti gli abitanti lasciando viva quest'ultima. Adesso che non ha più un posto dove stare, Ai decide di partire in viaggio insieme ad Hampnie e capire meglio le ragioni per cui il mondo è arrivato ad un tale livello. "Io voglio salvare il mondo!" Questo è l'obbiettivo che la piccola Ai si è imposta, anche se lei stessa ammette di non sapere esattamente come fare.
Durante questo viaggio pieno di sorprese, incontrerà vari personaggi che sia alla protagonista che allo spettatore rimmarranno impressi.
La grafica è una delle cose meglio riuscite in quest'animazione: peasaggi e panorami mozzafiato, tutto molto dettagliato, ciò rende ancora più piacevole e scorrevole la visione, anche se ha ricevuto critiche riguardo la presenza di moe, specialmente per la protagonista, ma personalmente è tutto ben dosato, e non credo nemmeno ci stia male.
I personaggi sono un altro elemento forte: ottima caratterrizzazione, ognuno ha una propria personalità che si fa differenziare e, come ho già detto, ricordare dallo spettatore.
La opening e l'ending sono stupende, e non ho nulla da ridire nemmeno sulle OST.
Non si può parlare di una una conclusione, infatti ci lascia con molti punti di domanda (sperando quindi in una seconda serie).
Inizialmente ero un po' scettica su quest'anime, dato che la trama aveva qualcosa di "già sentito" ma provai lo stesso e non me ne sono affatto pentita, in conclusione "Kami-sama no inai nichiyoubi" è un'opera consigliatissima, scene divertenti, momenti tristi, commoventi e un'aria di mistero, ecco cosa racchiude, poi se si vuole provarla per 12 episodi si può fare senza problemi.
Voto: un 9 meritato!
Iniziamo con la trama: da 15 anni le persone hanno smesso di nascere e di morire, questo perché Dio dopo aver creato il mondo lo abbandonò, così per dare ai morti una degna sepoltura inviò sulla Terra i custodi di tombe. Tutto inizia in un piccolo villaggio di montagna dove vive Ai, una piccola ragazzina di 12 anni che è anche una custode di tombe. Le giornate sembrano trascorrere tranquille e serene, poi però la pace di questo villaggio viene interrotta da un misterioso ragazzo albino, Hampnie Hambart, che, sotto gli occhi della protagonista fa strage di tutti gli abitanti lasciando viva quest'ultima. Adesso che non ha più un posto dove stare, Ai decide di partire in viaggio insieme ad Hampnie e capire meglio le ragioni per cui il mondo è arrivato ad un tale livello. "Io voglio salvare il mondo!" Questo è l'obbiettivo che la piccola Ai si è imposta, anche se lei stessa ammette di non sapere esattamente come fare.
Durante questo viaggio pieno di sorprese, incontrerà vari personaggi che sia alla protagonista che allo spettatore rimmarranno impressi.
La grafica è una delle cose meglio riuscite in quest'animazione: peasaggi e panorami mozzafiato, tutto molto dettagliato, ciò rende ancora più piacevole e scorrevole la visione, anche se ha ricevuto critiche riguardo la presenza di moe, specialmente per la protagonista, ma personalmente è tutto ben dosato, e non credo nemmeno ci stia male.
I personaggi sono un altro elemento forte: ottima caratterrizzazione, ognuno ha una propria personalità che si fa differenziare e, come ho già detto, ricordare dallo spettatore.
La opening e l'ending sono stupende, e non ho nulla da ridire nemmeno sulle OST.
Non si può parlare di una una conclusione, infatti ci lascia con molti punti di domanda (sperando quindi in una seconda serie).
Inizialmente ero un po' scettica su quest'anime, dato che la trama aveva qualcosa di "già sentito" ma provai lo stesso e non me ne sono affatto pentita, in conclusione "Kami-sama no inai nichiyoubi" è un'opera consigliatissima, scene divertenti, momenti tristi, commoventi e un'aria di mistero, ecco cosa racchiude, poi se si vuole provarla per 12 episodi si può fare senza problemi.
Voto: un 9 meritato!
Un anime interessante, con idee sicuramente molto belle, sia esteticamente che a livello narrativo (come ad esempio la città Ortus), purtroppo penalizzato dalla trama incostante. Inizialmente riesce ad incuriosire abbastanza da spingere a proseguirne la visione, la trama però cambia decisamente direzione e non mantiene i presupposti. Ad esempio il potere particolare della protagonista, che la rende unica e che sembra dare le fondamenta su cui si basa la serie, viene completamente abbandonato dopo i primi episodi. Si comincia da subito a porsi le prime domande, a cui per lo più non verrà data risposta. La serie si sviluppa in archi narrativi di più puntate, alcuni coerenti, altri decisamente mal congegnati dal punto di vista narrativo, l'ultimo in particolare presenta più di un passaggio oscuro e alcuni veri e propri nonsensi della trama.
Paradossalmente mi sento di sconsigliarlo proprio a chi trova interessanti i presupposti della storia, dato che tutti i temi rimangono appesi e non spiegati mancando una vera e propria conclusione.
Il personaggio più riuscito ed interessante di tutta la serie esce di scena nel terzo episodio, ma si può'?
Paradossalmente mi sento di sconsigliarlo proprio a chi trova interessanti i presupposti della storia, dato che tutti i temi rimangono appesi e non spiegati mancando una vera e propria conclusione.
Il personaggio più riuscito ed interessante di tutta la serie esce di scena nel terzo episodio, ma si può'?
Partito in sordina con ottime potenzialità grazie ad un'ambientazione spettacolare ed un incipit di base molto peculiare ed intrigante, Kami-sama no Inai Nichiyoubi è il classico esempio di anime che spreca in malo modo ciò che potrebbe portarlo ad essere un ottimo anime.
Sin dall'inizio Sunday without God sembra voler catturare lo spettatore per portarlo in un mondo oramai privo di un Dio a governarlo, e mandato quindi a scatafascio. Gli uomini non muoiono più, ma vivono in una condizione di non morte che non li rende certo degli zombie, ma ne deteriora con il tempo corpo e spirito. In questa desolazione la piccola Ai, una Guardiana di Tombe, vive in un modesto villaggio fino all'arrivo di quello che si scopre poi essere il padre, ovvero un avventuriero di nome Humpnie Humbert. La visione del mondo di Ai viene sconvolta, il mistero che stringe il mondo rivelato e la sua vita poco a poco stravolta dall'incontro con i vari personaggi e dalla separazione dal padre finalmente ritrovato.
Come si può vedere la trama è particolarmente interessante, e presenta una sequela di misteri ed interrogativi che nel corso della serie vanno a moltiplicarsi in maniera esponenziale, distribuendosi equamente all'interno dei vari episodi. Abbiamo in tutto 4 archi narrativi - per un totale di 12 episodi - in cui la nostra Ai sfoggerà continuamente un buonismo allucinante causato dalla sua giovane età: uno dei punti deboli della serie si rivela infatti essere la nostra protagonista, che per quanto abbia 11 anni e non sia mai uscita dalle mura del suo villaggio natio si ritrova ad essere il leader carismatico del suo gruppo, composto da persone molto più anziane di lei e sicuramente più esperte, prendendo decisioni che manifestano un totale egoismo oltre che una nauseante vena moralista. Risulta infatti surreale che una bambina totalmente priva delle conoscenze basilari riguardanti il mondo che la circonda sia l'unica a decidere le sorti del suo gruppo, ed è qui che sorge il problema dei comprimari, che risultano veramente pessimi; da Yuri a Scar fino al manipolo degli studenti dell'Accademia Goran vedremo personaggi totalmente privi di una volontà propria, manichini che anche quando tentano un accenno di reazione alle parole della nostra Ai finiscono per cambiare idea nel giro di un nanosecondo, aiutanti che finiscono per non avere una minima utilità ai fini della trama (vedi Scar che, per quanto abbia un arco a sè dedicato, non ha un vero e proprio ruolo all'interno dell'anime e, anzi, non si troverà mai in un singolo momento decisivo di esso).
Altro problema rilevante sono le spiegazioni dei misteri che ci vengono forniti nei vari episodi, spesso confusionarie e mai ben chiare: faccio l'esempio di Celica, o del finale che ha una spiegazione al mistero alzato durante l'arco che in realtà non spiega un bel niente, e così via. Tutti piccoli elementi che, uniti ad un ritmo spezzato ed irregolare, contribuiscono a confondere molto lo spettatore, riempendolo di interrogativi e facendogli concludere la visione dell'anime con un sacco di domande ancora irrisolte. E' importante dire anche che, per quanto gli archi siano sempre ben impostati e interessanti a livello di trama, finiscono spesso per essere conclusi in maniera veramente frettolosa e sommaria - fatta eccezione per il primo arco che contiene nella sua conclusione un colpo di scena non da poco -, lasciando quasi sempre l'amaro in bocca.
Ma allora cosa ha di buono questo Kami-sama no Inai Nichiyoubi? Innanzitutto l'ambientazione, in pieno stile fantasy, davvero suggestiva ed ammaliante, che sembra essere la Francia, viste le varie scritte in francese che compaiono nella serie, e che sposa inoltre elementi del mondo attuale, come le macchine, senza però strafare. Poi degna di nota è anche la grafica, condita da giochi di luce sapientemente usati per rendere sempre più intrigante l'ambientazione, che però durante gli ultimi episodi subisce un grave calo fino a ricordare per gli evidenti problemi grafici l'anime di Kanon. Inoltre i primi due archi, fino a poco prima della conclusione dell'arco di Ortus, sono molto piacevoli da guardare e narrati abbastanza bene.
E' davvero un peccato dover mettere appena la sufficienza ad un anime oggettivamente partito bene, ricco di potenzialità e voglia di sfondare; il problema è che risulta tutto troppo superficiale e "alla buona", narrato una volta bene e molte volte male, confusionario e dispersivo, e la sufficienza si potrebbe quindi considerare anche un regalo.
Sin dall'inizio Sunday without God sembra voler catturare lo spettatore per portarlo in un mondo oramai privo di un Dio a governarlo, e mandato quindi a scatafascio. Gli uomini non muoiono più, ma vivono in una condizione di non morte che non li rende certo degli zombie, ma ne deteriora con il tempo corpo e spirito. In questa desolazione la piccola Ai, una Guardiana di Tombe, vive in un modesto villaggio fino all'arrivo di quello che si scopre poi essere il padre, ovvero un avventuriero di nome Humpnie Humbert. La visione del mondo di Ai viene sconvolta, il mistero che stringe il mondo rivelato e la sua vita poco a poco stravolta dall'incontro con i vari personaggi e dalla separazione dal padre finalmente ritrovato.
Come si può vedere la trama è particolarmente interessante, e presenta una sequela di misteri ed interrogativi che nel corso della serie vanno a moltiplicarsi in maniera esponenziale, distribuendosi equamente all'interno dei vari episodi. Abbiamo in tutto 4 archi narrativi - per un totale di 12 episodi - in cui la nostra Ai sfoggerà continuamente un buonismo allucinante causato dalla sua giovane età: uno dei punti deboli della serie si rivela infatti essere la nostra protagonista, che per quanto abbia 11 anni e non sia mai uscita dalle mura del suo villaggio natio si ritrova ad essere il leader carismatico del suo gruppo, composto da persone molto più anziane di lei e sicuramente più esperte, prendendo decisioni che manifestano un totale egoismo oltre che una nauseante vena moralista. Risulta infatti surreale che una bambina totalmente priva delle conoscenze basilari riguardanti il mondo che la circonda sia l'unica a decidere le sorti del suo gruppo, ed è qui che sorge il problema dei comprimari, che risultano veramente pessimi; da Yuri a Scar fino al manipolo degli studenti dell'Accademia Goran vedremo personaggi totalmente privi di una volontà propria, manichini che anche quando tentano un accenno di reazione alle parole della nostra Ai finiscono per cambiare idea nel giro di un nanosecondo, aiutanti che finiscono per non avere una minima utilità ai fini della trama (vedi Scar che, per quanto abbia un arco a sè dedicato, non ha un vero e proprio ruolo all'interno dell'anime e, anzi, non si troverà mai in un singolo momento decisivo di esso).
Altro problema rilevante sono le spiegazioni dei misteri che ci vengono forniti nei vari episodi, spesso confusionarie e mai ben chiare: faccio l'esempio di Celica, o del finale che ha una spiegazione al mistero alzato durante l'arco che in realtà non spiega un bel niente, e così via. Tutti piccoli elementi che, uniti ad un ritmo spezzato ed irregolare, contribuiscono a confondere molto lo spettatore, riempendolo di interrogativi e facendogli concludere la visione dell'anime con un sacco di domande ancora irrisolte. E' importante dire anche che, per quanto gli archi siano sempre ben impostati e interessanti a livello di trama, finiscono spesso per essere conclusi in maniera veramente frettolosa e sommaria - fatta eccezione per il primo arco che contiene nella sua conclusione un colpo di scena non da poco -, lasciando quasi sempre l'amaro in bocca.
Ma allora cosa ha di buono questo Kami-sama no Inai Nichiyoubi? Innanzitutto l'ambientazione, in pieno stile fantasy, davvero suggestiva ed ammaliante, che sembra essere la Francia, viste le varie scritte in francese che compaiono nella serie, e che sposa inoltre elementi del mondo attuale, come le macchine, senza però strafare. Poi degna di nota è anche la grafica, condita da giochi di luce sapientemente usati per rendere sempre più intrigante l'ambientazione, che però durante gli ultimi episodi subisce un grave calo fino a ricordare per gli evidenti problemi grafici l'anime di Kanon. Inoltre i primi due archi, fino a poco prima della conclusione dell'arco di Ortus, sono molto piacevoli da guardare e narrati abbastanza bene.
E' davvero un peccato dover mettere appena la sufficienza ad un anime oggettivamente partito bene, ricco di potenzialità e voglia di sfondare; il problema è che risulta tutto troppo superficiale e "alla buona", narrato una volta bene e molte volte male, confusionario e dispersivo, e la sufficienza si potrebbe quindi considerare anche un regalo.
All'inizio, quando ho letto la trama, mi sembrava il classico ritornello, e ho pensato: vuoi vedere che è la classica trama tipica degli zombie? E invece no, mi sbagliavo di grosso. Infatti la storia di questo anime è un intreccio sacro-fantastico unito a quel tocco di mistero quanto basta per attirare l'attenzione.
<b>Il seguente paragrafo contiene spoiler</b>
In un mondo abbandonato da Dio, da una quindicina d'anni, gli uomini hanno smesso di morire e i bambini anno smesso di nascere, interrompendo il ciclo naturale della vita, gli uomini contiamo a vivere la loro vita normalmente nascondendo il fatto di essere morti ormai da tempo e Dio, per rimediare a quest'inconveniente, manda gli Hakamori, i Custodi delle Tombe, unici esseri in grado di dare degna sepoltura a tutti i morti viventi.
Tutto ha inizio in un piccolo villaggio di montagna dove vive la piccola Ai, rimasta orfana di madre quando aveva sette anni, e cresciuta dagli stessi abitanti, un giorno incontra uno strano ragazzo, Humpie Humbert che, appena arrivato al villaggio, incomincia a sparare sugli abitanti senza alcun motivo apparente, e che successivamente le svelerà una verità sconcertante; dopo questo spiacevole incontro Ai decide di seguirlo senza immaginare che cosa l'aspetta nel mondo di fuori. Infatti con questo viaggio Ai, scoprirà le sue vere origini e conoscerà altre persone, che a modo loro vogliono cambiare le cose.
Lasciando stare la trama passiamo all'aspetto tecnico: ho apprezzato molto il fatto che la storia sia stata suddivisa in quattro fasi (gli ultimi due però ne formano uno, quindi sono tre), in questo modo la trama ha acquistato varie sfumature e non sono mancati di certo i colpi di scena; tutti i personaggi hanno un profilo ben definito e un carattere ben preciso, chi determinato, chi meno; entrambe le canzoni sono favolose, così come i sottofondi, bassi e cupi nei momenti più "drammatici".
Adesso per quanto riguarda il finale, devo dire che mi ero fatta tutt'altra idea, ma dovevo aspettarmelo visto che gli sviluppi sono stati imprevedibili per tutto il corso della serie. Spero davvero che realizzino un sequel.
Giudizio? Un 10 non glielo toglie nessuno.
<b>Il seguente paragrafo contiene spoiler</b>
In un mondo abbandonato da Dio, da una quindicina d'anni, gli uomini hanno smesso di morire e i bambini anno smesso di nascere, interrompendo il ciclo naturale della vita, gli uomini contiamo a vivere la loro vita normalmente nascondendo il fatto di essere morti ormai da tempo e Dio, per rimediare a quest'inconveniente, manda gli Hakamori, i Custodi delle Tombe, unici esseri in grado di dare degna sepoltura a tutti i morti viventi.
Tutto ha inizio in un piccolo villaggio di montagna dove vive la piccola Ai, rimasta orfana di madre quando aveva sette anni, e cresciuta dagli stessi abitanti, un giorno incontra uno strano ragazzo, Humpie Humbert che, appena arrivato al villaggio, incomincia a sparare sugli abitanti senza alcun motivo apparente, e che successivamente le svelerà una verità sconcertante; dopo questo spiacevole incontro Ai decide di seguirlo senza immaginare che cosa l'aspetta nel mondo di fuori. Infatti con questo viaggio Ai, scoprirà le sue vere origini e conoscerà altre persone, che a modo loro vogliono cambiare le cose.
Lasciando stare la trama passiamo all'aspetto tecnico: ho apprezzato molto il fatto che la storia sia stata suddivisa in quattro fasi (gli ultimi due però ne formano uno, quindi sono tre), in questo modo la trama ha acquistato varie sfumature e non sono mancati di certo i colpi di scena; tutti i personaggi hanno un profilo ben definito e un carattere ben preciso, chi determinato, chi meno; entrambe le canzoni sono favolose, così come i sottofondi, bassi e cupi nei momenti più "drammatici".
Adesso per quanto riguarda il finale, devo dire che mi ero fatta tutt'altra idea, ma dovevo aspettarmelo visto che gli sviluppi sono stati imprevedibili per tutto il corso della serie. Spero davvero che realizzino un sequel.
Giudizio? Un 10 non glielo toglie nessuno.
Il giorno in cui gli esseri umani si accorsero di essere soli.
Kamisama no Inai Nichiyoubi, Una domenica senza Dio, è un anime composto da 12 episodi.
Trama tratta da AnimeClick: la storia è ambientata circa 15 anni dopo l'abbandono del mondo da parte di Dio.
Per questo gli esseri umani sono diventati incapaci di dare alla luce bambini, e di contro non possono più morire.
In questo contesto i "Gravekeepers" (guardiani delle tombe) hanno il compito di dare la pace alle persone che oramai erano già morte da tempo. Una ragazza, Ai, è l'unica Gravekeeper nel suo villaggio.
Un giorno, un ragazzo, Hanpunii Hanbaato, appare dal nulla e inizia a sparare indiscriminatamente a tutti gli abitanti. Egli si confronterà con Ai, e le rivelerà una sconcertante verità.
Quanto può essere devastante una perdita simile?
In un mondo abbandonato da Dio, una bambina si trova a doversi far carico di responsabilità onerose, presa coscienza delle falsità presenti nel suo passato, messa di fronte ad presente incerto ed un futuro privo di speranze. Questa bimba altri non è che Ai, una "custode di tombe". Perché Dio, prima di abbandonare il mondo, decise di compiere altri due miracoli, ultimo sprazzo d'amore verso la razza umana: il primo è l'immortalità; il secondo è donare, a chi oramai stanco della sua vita, la pace grazie ad i "custodi di tombe".
L'immortalità, quella che molti ambiscono e desiderano, vuoi per paura della morte, vuoi per la voglia di vedere il mutare del mondo, o semplicemente perché quei pochi anni di cui è composta la vita umana non bastano per realizzare tutto ciò che si desidera. Quella stessa immortalità può venire a noia, trasformarsi in un peso opprimente.
Ed ecco che entrano in gioco i "custodi di tombe", i soli a poter seppellire e donare la morte a degli essere immortali.
In fin dei conti va contro natura che un corpo oramai privo di vita continui a camminare su questa terra.
Ovviamente qui non ci sono gli zombie hollywoodiani che siamo abituati a vedere ma semplici esseri umani, si fa addirittura fatica a distinguere i vivi dai morti, non fosse per i casi in cui la cosa è palese.
Con una protagonista bambina, di soli 12 anni, si evolve una trama matura, resa più morbida dall'innocenza con cui Ai si accosta al mondo e affronta le sfide ed i problemi. Forse molti adulti si sarebbero dati per vinti, Ai invece riesce a conservare un ottimismo rinfrancante, rendendo più dolce un mondo straziato. Le tragedie e le perdite sono dietro ogni angolo, la morte, compagna fissa della vita, si presenta senza remora alcuna.
La pecca più grande di quest'opera è il formato; in soli 12 episodi si cercherà di esporre una delle trame più profonde e toccanti che abbia mai visto in un anime del genere.
Il tutto è magistralmente condotto da un ottima regia, che rende una storia complicata, fruibile e chiara in tutti i suoi mutamenti; ogni tassello troverà il suo posto.
La grafica è ottima, gli effetti dati rendono ancora più inquietante il paesaggio, come quei riverberi simili a fumo che si alzano verso il cielo, quasi il mondo stesse sospirando.
Il chara non è male, hanno tutti tratti fanciulleschi, che contrastano bene con la pesantezza della trama.
L'opening è stupenda, è una preghiera rivolta a Dio, e la ending canta all'insegna di una speranza: vedere ancora l'amore in questo piccolo mondo. Le soundtrack sono oniriche.
Tutto di questo anime mi ha profondamente toccata, dal mutare ed evolversi dei protagonisti, in primis la piccola Ai che maturerà non poco con l'avanzare della storia; all'accettazione di verità scomode e spregevoli ma impossibili da ignorare.
La morte, il più grande dei mali, viene affrontata da molti con disperazione, da altri con rassegnazione e dolore, mentre per alcuni è invece un dono al pari della vita. Dall'infausto abbandono non vi è più possibilità di nascita, indi il destino è solo uno: l'estinzione. Anche se qualche eccezione c'è sempre.
Profonde riflessioni nasceranno dentro la mente di chi guarda, non potrebbe essere altrimenti.
Il finale lascia molti interdetti, perché non pone una conclusione alla serie, piuttosto ad un arco narrativo, lasciando intatti tanti interrogativi.
Con la speranza di vedere una seconda serie per questa meritevole opera, mi appresto ad assegnare un 9 come voto ed a consigliarla vivamente a tutti, possibilmente in quei momenti in cui non si è particolarmente ricettivi, altrimenti la depressione è dietro l'angolo!
Kamisama no Inai Nichiyoubi, Una domenica senza Dio, è un anime composto da 12 episodi.
Trama tratta da AnimeClick: la storia è ambientata circa 15 anni dopo l'abbandono del mondo da parte di Dio.
Per questo gli esseri umani sono diventati incapaci di dare alla luce bambini, e di contro non possono più morire.
In questo contesto i "Gravekeepers" (guardiani delle tombe) hanno il compito di dare la pace alle persone che oramai erano già morte da tempo. Una ragazza, Ai, è l'unica Gravekeeper nel suo villaggio.
Un giorno, un ragazzo, Hanpunii Hanbaato, appare dal nulla e inizia a sparare indiscriminatamente a tutti gli abitanti. Egli si confronterà con Ai, e le rivelerà una sconcertante verità.
Quanto può essere devastante una perdita simile?
In un mondo abbandonato da Dio, una bambina si trova a doversi far carico di responsabilità onerose, presa coscienza delle falsità presenti nel suo passato, messa di fronte ad presente incerto ed un futuro privo di speranze. Questa bimba altri non è che Ai, una "custode di tombe". Perché Dio, prima di abbandonare il mondo, decise di compiere altri due miracoli, ultimo sprazzo d'amore verso la razza umana: il primo è l'immortalità; il secondo è donare, a chi oramai stanco della sua vita, la pace grazie ad i "custodi di tombe".
L'immortalità, quella che molti ambiscono e desiderano, vuoi per paura della morte, vuoi per la voglia di vedere il mutare del mondo, o semplicemente perché quei pochi anni di cui è composta la vita umana non bastano per realizzare tutto ciò che si desidera. Quella stessa immortalità può venire a noia, trasformarsi in un peso opprimente.
Ed ecco che entrano in gioco i "custodi di tombe", i soli a poter seppellire e donare la morte a degli essere immortali.
In fin dei conti va contro natura che un corpo oramai privo di vita continui a camminare su questa terra.
Ovviamente qui non ci sono gli zombie hollywoodiani che siamo abituati a vedere ma semplici esseri umani, si fa addirittura fatica a distinguere i vivi dai morti, non fosse per i casi in cui la cosa è palese.
Con una protagonista bambina, di soli 12 anni, si evolve una trama matura, resa più morbida dall'innocenza con cui Ai si accosta al mondo e affronta le sfide ed i problemi. Forse molti adulti si sarebbero dati per vinti, Ai invece riesce a conservare un ottimismo rinfrancante, rendendo più dolce un mondo straziato. Le tragedie e le perdite sono dietro ogni angolo, la morte, compagna fissa della vita, si presenta senza remora alcuna.
La pecca più grande di quest'opera è il formato; in soli 12 episodi si cercherà di esporre una delle trame più profonde e toccanti che abbia mai visto in un anime del genere.
Il tutto è magistralmente condotto da un ottima regia, che rende una storia complicata, fruibile e chiara in tutti i suoi mutamenti; ogni tassello troverà il suo posto.
La grafica è ottima, gli effetti dati rendono ancora più inquietante il paesaggio, come quei riverberi simili a fumo che si alzano verso il cielo, quasi il mondo stesse sospirando.
Il chara non è male, hanno tutti tratti fanciulleschi, che contrastano bene con la pesantezza della trama.
L'opening è stupenda, è una preghiera rivolta a Dio, e la ending canta all'insegna di una speranza: vedere ancora l'amore in questo piccolo mondo. Le soundtrack sono oniriche.
Tutto di questo anime mi ha profondamente toccata, dal mutare ed evolversi dei protagonisti, in primis la piccola Ai che maturerà non poco con l'avanzare della storia; all'accettazione di verità scomode e spregevoli ma impossibili da ignorare.
La morte, il più grande dei mali, viene affrontata da molti con disperazione, da altri con rassegnazione e dolore, mentre per alcuni è invece un dono al pari della vita. Dall'infausto abbandono non vi è più possibilità di nascita, indi il destino è solo uno: l'estinzione. Anche se qualche eccezione c'è sempre.
Profonde riflessioni nasceranno dentro la mente di chi guarda, non potrebbe essere altrimenti.
Il finale lascia molti interdetti, perché non pone una conclusione alla serie, piuttosto ad un arco narrativo, lasciando intatti tanti interrogativi.
Con la speranza di vedere una seconda serie per questa meritevole opera, mi appresto ad assegnare un 9 come voto ed a consigliarla vivamente a tutti, possibilmente in quei momenti in cui non si è particolarmente ricettivi, altrimenti la depressione è dietro l'angolo!
Se qualcuno dovesse domandarmi: "Qual è la serie della stagione estiva 2013 che ti è piaciuta di più?" Risponderei senza dubbio: "Kami-sama no Inai Nichiyōbi (Una domenica senza Dio)". E se ci fosse un "Perché?" risponderei: "Perché è una storia originale ed innovativa, ricca di spunti interessanti, archi narrativi, dotata di una crudeltà dolcissima e molti misteri". Così risponderei all'ipotetico interlocutore, esaltando il lato tecnico e contenutistico.
Kami-sama no Inai Nichiyōbi è una serie della stagione estiva 2013 composta da 12 episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonima light novel del 2010, la quale ispirato un manga dello stesso anno.
Trama: tutto par trarre origine dai primi versi della Genesi della Bibbia, ossia Dio ha creato il mondo in 5 giorni, concedendosi il sabato per il riposo e la domenica per abbandonarlo definitivamente. Ergo, in un ipotetico mondo abbandonato da Dio, "vive" (si fa per dire) un'umanità che ignora i cicli vitali; essa infatti erra senza nascere, crescere e morire, in uno stato di stasi apparente. Vi è tuttavia un'eccezione: Dio, in un ultimo barlume di misericordia, elargisce all'umanità il dono dei "Custodi delle tombe", ossia individui dotati della capacità di donare l'eterno riposo a chi lo desiderasse e a ripristinare parzialmente l'equilibrio donato dalla morte. Ai Astin è una ragazzina di soli 12 anni e nel contempo è una Custode delle tombe la cui vita cambiò drasticamente quando conobbe Hampnie Hambart, un misterioso individuo che sparò a tutti gli abitanti del villaggio ad eccezione d'ella. Non avendo più un luogo ed un riferimento "umano" su cui fare affidamento, Ai decise di vagare insieme ad Hampnie in un mondo anomalo alla ricerca di risposte ai molteplici misteri che l'attanagliano e alla causa di un mutamento così drastico dell'equilibrio planetario.
Grafica: eccelsa con lode in ogni ambito. Le ambientazioni sono suggestive e spettacolari, realizzate alla perfezione e con grandissima cura. Vi è un uso saggio dell'acquerello che non preclude la qualità globale. Le animazioni sono fluide, elaborate. Il character design è bellissimo. Dolce e tondeggiante con i volti infantili, più appuntito e marcato con i soggetti adulti. L'iperdettaglio è ovunque. Lodevole.
Sonoro: semplicemente perfetto, la resa sonora non lascia adito a rimostranze. L'opening è sublime, perfettamente appropriato al tono "mistico" dell'opera. L'ending e soave e melodioso. Gli OST sono spettacolari, perfetti per appropriatezza. Effetti sonori ottimi. Doppiaggio impeccabile.
Personaggi: originali, convincenti e ben strutturati. Grande caratterizzazione dei vari personaggi che brillano per personalità. Ottimo fattore introspettivo ed evolutivo che garantiscono una notevole interazione di gruppo.
Sceneggiatura: nessun difetto da segnalare. La gestione temporale è chiara e fruibile nonostante i discreti riferimenti al passato e a qualche flashback. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Le scene d'azione sono notevoli e splendidamente realizzate, non manca la crudeltà, la tragedia e la morte. È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono ottimi.
Finale: l'opera non si conclude, poiché sia la light novel che il manga non sono terminati. Per cui il finale conclude il terzo arco narrativo presente in 12 episodi. Molto v'è ancora da dire, da scoprire e da comprendere. Ci si augura di tutto cuore una prossima stagione.
In sintesi: Una domenica senza Dio non è un'opera per tutti, in quanto potrebbe non essere compresa da molti, soprattutto per l'eterogeneità degli archi narrativi, tuttavia, se si presta la dovuta attenzione, si scoprirà che tutto è comprensibile e rientra in un disegno ben più ampio e strutturato, per cui è con gran gioia che mi sento di attribuire l'eccellenza ad una storia che molto ha detto e che molto dovrà dire. Consigliata agli amanti del misticismo, dell'azione e del mistero.
Kami-sama no Inai Nichiyōbi è una serie della stagione estiva 2013 composta da 12 episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonima light novel del 2010, la quale ispirato un manga dello stesso anno.
Trama: tutto par trarre origine dai primi versi della Genesi della Bibbia, ossia Dio ha creato il mondo in 5 giorni, concedendosi il sabato per il riposo e la domenica per abbandonarlo definitivamente. Ergo, in un ipotetico mondo abbandonato da Dio, "vive" (si fa per dire) un'umanità che ignora i cicli vitali; essa infatti erra senza nascere, crescere e morire, in uno stato di stasi apparente. Vi è tuttavia un'eccezione: Dio, in un ultimo barlume di misericordia, elargisce all'umanità il dono dei "Custodi delle tombe", ossia individui dotati della capacità di donare l'eterno riposo a chi lo desiderasse e a ripristinare parzialmente l'equilibrio donato dalla morte. Ai Astin è una ragazzina di soli 12 anni e nel contempo è una Custode delle tombe la cui vita cambiò drasticamente quando conobbe Hampnie Hambart, un misterioso individuo che sparò a tutti gli abitanti del villaggio ad eccezione d'ella. Non avendo più un luogo ed un riferimento "umano" su cui fare affidamento, Ai decise di vagare insieme ad Hampnie in un mondo anomalo alla ricerca di risposte ai molteplici misteri che l'attanagliano e alla causa di un mutamento così drastico dell'equilibrio planetario.
Grafica: eccelsa con lode in ogni ambito. Le ambientazioni sono suggestive e spettacolari, realizzate alla perfezione e con grandissima cura. Vi è un uso saggio dell'acquerello che non preclude la qualità globale. Le animazioni sono fluide, elaborate. Il character design è bellissimo. Dolce e tondeggiante con i volti infantili, più appuntito e marcato con i soggetti adulti. L'iperdettaglio è ovunque. Lodevole.
Sonoro: semplicemente perfetto, la resa sonora non lascia adito a rimostranze. L'opening è sublime, perfettamente appropriato al tono "mistico" dell'opera. L'ending e soave e melodioso. Gli OST sono spettacolari, perfetti per appropriatezza. Effetti sonori ottimi. Doppiaggio impeccabile.
Personaggi: originali, convincenti e ben strutturati. Grande caratterizzazione dei vari personaggi che brillano per personalità. Ottimo fattore introspettivo ed evolutivo che garantiscono una notevole interazione di gruppo.
Sceneggiatura: nessun difetto da segnalare. La gestione temporale è chiara e fruibile nonostante i discreti riferimenti al passato e a qualche flashback. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Le scene d'azione sono notevoli e splendidamente realizzate, non manca la crudeltà, la tragedia e la morte. È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono ottimi.
Finale: l'opera non si conclude, poiché sia la light novel che il manga non sono terminati. Per cui il finale conclude il terzo arco narrativo presente in 12 episodi. Molto v'è ancora da dire, da scoprire e da comprendere. Ci si augura di tutto cuore una prossima stagione.
In sintesi: Una domenica senza Dio non è un'opera per tutti, in quanto potrebbe non essere compresa da molti, soprattutto per l'eterogeneità degli archi narrativi, tuttavia, se si presta la dovuta attenzione, si scoprirà che tutto è comprensibile e rientra in un disegno ben più ampio e strutturato, per cui è con gran gioia che mi sento di attribuire l'eccellenza ad una storia che molto ha detto e che molto dovrà dire. Consigliata agli amanti del misticismo, dell'azione e del mistero.
Ogni tanto ci vengono donate serie che profumano di nuovo: particolari e originali, o quantomeno non puzzano di già visto. Questa stagione estiva ci ha donato tanti buoni frutti. Con vari sequel e serie già in partenza promettenti, rompe lo schema tipico di una stagione in cui escono infiniti ecchi/harem senza originalità e robottoni - ma in questo caso in proporzioni molto più ridotte. Kamisama no Inai Nichiyoubi rientra tra una di queste, nella vasta scelta di originalità di questa stagione.
Dio crea il mondo in una settimana, dopodiché lo abbandona. A causa del suo abbandono, gli esseri umani non possono né morire, né nascere. Ma il Dio misericordioso e buono non si dimentica della sua gente: per questo "crea" i "Custodi di tombe", che hanno il compito, da come si evince dal nome, di dare un riposo a quelle persone cercanti il riposo eterno dopo la morte. Protagonista della serie è una ragazzina di nome Ai, anch'essa Custode di tombe, desiderosa di scoprire tutti i misteri che Dio ha lasciato, e desiderosa di portare la pace nel suo mondo.
Kamisama no Inai Nichiyoubi è un viaggio fantasy alla scoperta del mondo, pieno di misteri e storie. La trama è divisa in quattro piccoli archi, ognuna porta con sé fatti da narrare e da scoprire e la narrazione si mantiene sempre su un ottimo livello: riesce sempre ad interessare lo spettatore; quest'ultimo a volte rimane completamente impressionato. L'ambientazione della serie è molto cupa e coinvolgente, con colori molto tetri, avvolta sempre dal mistero e dalla voglia di scoprire, e a volte anche inquietante.
Come protagonista della serie troviamo stranamente una ragazzina. Siamo sicuri che si addice all'opera? Non era meglio un personaggio carismatico capace di sostenere il peso della trama originale e particolare? No, perché a questo punto possiamo ritenere questa piccola ragazzina, un po' ingenua e testarda, la più adatta protagonista per la serie, proprio perché non si ferma di fronte a nulla e vuole realmente scoprire i misteri del suo mondo, cercando con la sua testardaggine di portarne la pace. Mille dubbi e preoccupazioni pervadono la sua mente, lei riesce sempre ad uscirne per il meglio. Ripeto, secondo me nonostante i suoi difetti lei è la protagonista migliore che si potesse trovare per questa serie, se fosse stata protagonista di un'altra serie probabilmente sarebbe stata molto odiosa e inadatta. Gli altri personaggi, più adulti, mantengono il loro carisma ma vengono messi in secondo piano dalla giovane ragazzina, accettandone i suoi modi di fare.
La serie non ha un vero e proprio finale, ma come finale chiude splendidamente un arco narrativo. Alla fine non va a parare da nessuna parte, e quindi ancora non è conclusa, tuttavia è normale visto il manga ancora in corso, quindi spero in una seconda serie. Le animazioni si mantengono sempre su un buon livello mentre il comparto sonoro è fantastico: un'opening e un'ending fantastiche accompagnano OST che si addicono sempre alle situazioni e riescono a coinvolgere di più lo spettatore, dando alla serie un punto in più. Lo stile dei personaggi è molto particolare ma il tratto dell'autore pecca un po' per le facce spigolose.
Kamisama no Inai Nichiyoubi è una delle migliori serie di questa stagione, se non la migliore. Ha tutto ciò che va bene: una trama originale e intrigante, personaggi carismatici e misteri su misteri. Uno scoprire i misteri che pervadono il nostro mondo e la nostra testa. Lo consiglio a chi ha bisogno di aria e vuol vedere qualcosa di diverso.
Dio crea il mondo in una settimana, dopodiché lo abbandona. A causa del suo abbandono, gli esseri umani non possono né morire, né nascere. Ma il Dio misericordioso e buono non si dimentica della sua gente: per questo "crea" i "Custodi di tombe", che hanno il compito, da come si evince dal nome, di dare un riposo a quelle persone cercanti il riposo eterno dopo la morte. Protagonista della serie è una ragazzina di nome Ai, anch'essa Custode di tombe, desiderosa di scoprire tutti i misteri che Dio ha lasciato, e desiderosa di portare la pace nel suo mondo.
Kamisama no Inai Nichiyoubi è un viaggio fantasy alla scoperta del mondo, pieno di misteri e storie. La trama è divisa in quattro piccoli archi, ognuna porta con sé fatti da narrare e da scoprire e la narrazione si mantiene sempre su un ottimo livello: riesce sempre ad interessare lo spettatore; quest'ultimo a volte rimane completamente impressionato. L'ambientazione della serie è molto cupa e coinvolgente, con colori molto tetri, avvolta sempre dal mistero e dalla voglia di scoprire, e a volte anche inquietante.
Come protagonista della serie troviamo stranamente una ragazzina. Siamo sicuri che si addice all'opera? Non era meglio un personaggio carismatico capace di sostenere il peso della trama originale e particolare? No, perché a questo punto possiamo ritenere questa piccola ragazzina, un po' ingenua e testarda, la più adatta protagonista per la serie, proprio perché non si ferma di fronte a nulla e vuole realmente scoprire i misteri del suo mondo, cercando con la sua testardaggine di portarne la pace. Mille dubbi e preoccupazioni pervadono la sua mente, lei riesce sempre ad uscirne per il meglio. Ripeto, secondo me nonostante i suoi difetti lei è la protagonista migliore che si potesse trovare per questa serie, se fosse stata protagonista di un'altra serie probabilmente sarebbe stata molto odiosa e inadatta. Gli altri personaggi, più adulti, mantengono il loro carisma ma vengono messi in secondo piano dalla giovane ragazzina, accettandone i suoi modi di fare.
La serie non ha un vero e proprio finale, ma come finale chiude splendidamente un arco narrativo. Alla fine non va a parare da nessuna parte, e quindi ancora non è conclusa, tuttavia è normale visto il manga ancora in corso, quindi spero in una seconda serie. Le animazioni si mantengono sempre su un buon livello mentre il comparto sonoro è fantastico: un'opening e un'ending fantastiche accompagnano OST che si addicono sempre alle situazioni e riescono a coinvolgere di più lo spettatore, dando alla serie un punto in più. Lo stile dei personaggi è molto particolare ma il tratto dell'autore pecca un po' per le facce spigolose.
Kamisama no Inai Nichiyoubi è una delle migliori serie di questa stagione, se non la migliore. Ha tutto ciò che va bene: una trama originale e intrigante, personaggi carismatici e misteri su misteri. Uno scoprire i misteri che pervadono il nostro mondo e la nostra testa. Lo consiglio a chi ha bisogno di aria e vuol vedere qualcosa di diverso.
"Dio creò il mondo il lunedì... Il sabato si riposò, e la domenica Dio... Abbandonò il mondo", questa è la prefazione di questa serie, apparentemente sembrerebbe la prefazione ad un anime sugli zombie, dato che fin da subito la cosa viene presentata come il giorno dell'apocalisse. Paradiso ed Inferno sono pieni, gli uomini non possono far altro che rimanere sulla terra, non possono più nascere, non possono più morire, ma allo stesso tempo Dio manda un ultimo miracolo, gli hakamori, gli unici a poter dare pace alle anime dei morti.
Ben presto però ci si rende conto che ciò che ci si trova di fronte non potrebbe essere ben più lontano dalle aspettative iniziali, niente zombie mangia cervelli, niente esseri decerebrati che vagano senza meta, bensì una serie sul senso della vita, della morte, della sofferenza dell'uomo.
La serie composta da soli 12 episodi (attualmente ne sono usciti 11, ma è improbabile che abbia un finale in questa serie, quindi si spera in una seconda) viene divisa in archi narrativi, e dopo l'arco introduttivo iniziale si evolve in un viaggio per il mondo ormai abbandonato da Dio. Durante questo viaggio si uniranno alla piccola protagonista svariati personaggi, ognuno con la sua triste storia, ognuno con le sue proprie riflessioni, ma contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare la giovane protagonista non detiene la verità assoluta, non conosce la soluzione ai problemi di questo mondo a lei sconosciuto (avendo vissuto 12 anni nel suo villaggio natale), fa solo ciò che la sua innocenza le dice essere la via migliore, ma come è giusto che sia in questo mondo ormai lasciato a se stesso e senza più regole non esiste più un giusto e sbagliato.
Sotto molti punti di vista guardando questa serie potrà tornare alla memoria Letter Bee per i molti elementi in comune, ma probabilmente ciò che la differenzia maggiormente è l'eliminazione del buonismo, come detto prima non esistono soluzioni che rendano tutti felici, quindi sotto un'analisi più approfondita ci si rende conto che la serie forse si avvicina più a Kino no Tabi, nonostante in quest'ultimo la protagonista sia solo un'osservatrice del mondo.
In definitiva potremmo definirlo un incrocio tra le due serie sopracitate.
Per quanto riguarda l'aspetto grafico ci teniamo sugli standard degli ultimi anni, visti gli argomenti trattati molti potrebbero storcere il naso preferendo un aspetto più cupo e maturo, soprattutto per la protagonista, bambina di soli 12 anni con elementi moe molto accentuati, nonostante tutto le scelte sono ben spiegate nella storia non apparendo per nulla forzate e la grafica più leggera aiuta a concentrarsi maggiormente sugli elementi filosofici che su quelli cupi.
A livello sonoro personalmente trovo opening ed ending sopra gli standard, ma qui credo entrino in gioco molto i gusti personali, nonostante tutto posso affermare di essere una delle serie che mi ha spinto a sentirle per tutti gli episodi, unico dubbio è un senso di deja-vù, come se le avessi già sentite in qualche altra serie.
In definitiva una serie consigliata a chi cerca qualcosa di originale e che alla fine della visione lasci delle domande che vadano oltre la serie stessa, ovviamente in soli 12 episodi non a tutte le domande viene data risposta, soprattutto alla più importante, cioè cosa succederà al mondo che Dio ha abbandonato a se esso possa essere realmente salvato e come (per quanto alcuni indizi lascino intuire che Dio non sembra aver abbandonato il mondo, ma qui andiamo su interpretazioni personali), quindi se odiate serie lasciate a metà e se non dovesse essere annunciata una nuova serie statene alla larga, per quanto anche così gli spunti di riflessione siano presenti e la visione scorra senza grossi problemi.
Ben presto però ci si rende conto che ciò che ci si trova di fronte non potrebbe essere ben più lontano dalle aspettative iniziali, niente zombie mangia cervelli, niente esseri decerebrati che vagano senza meta, bensì una serie sul senso della vita, della morte, della sofferenza dell'uomo.
La serie composta da soli 12 episodi (attualmente ne sono usciti 11, ma è improbabile che abbia un finale in questa serie, quindi si spera in una seconda) viene divisa in archi narrativi, e dopo l'arco introduttivo iniziale si evolve in un viaggio per il mondo ormai abbandonato da Dio. Durante questo viaggio si uniranno alla piccola protagonista svariati personaggi, ognuno con la sua triste storia, ognuno con le sue proprie riflessioni, ma contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare la giovane protagonista non detiene la verità assoluta, non conosce la soluzione ai problemi di questo mondo a lei sconosciuto (avendo vissuto 12 anni nel suo villaggio natale), fa solo ciò che la sua innocenza le dice essere la via migliore, ma come è giusto che sia in questo mondo ormai lasciato a se stesso e senza più regole non esiste più un giusto e sbagliato.
Sotto molti punti di vista guardando questa serie potrà tornare alla memoria Letter Bee per i molti elementi in comune, ma probabilmente ciò che la differenzia maggiormente è l'eliminazione del buonismo, come detto prima non esistono soluzioni che rendano tutti felici, quindi sotto un'analisi più approfondita ci si rende conto che la serie forse si avvicina più a Kino no Tabi, nonostante in quest'ultimo la protagonista sia solo un'osservatrice del mondo.
In definitiva potremmo definirlo un incrocio tra le due serie sopracitate.
Per quanto riguarda l'aspetto grafico ci teniamo sugli standard degli ultimi anni, visti gli argomenti trattati molti potrebbero storcere il naso preferendo un aspetto più cupo e maturo, soprattutto per la protagonista, bambina di soli 12 anni con elementi moe molto accentuati, nonostante tutto le scelte sono ben spiegate nella storia non apparendo per nulla forzate e la grafica più leggera aiuta a concentrarsi maggiormente sugli elementi filosofici che su quelli cupi.
A livello sonoro personalmente trovo opening ed ending sopra gli standard, ma qui credo entrino in gioco molto i gusti personali, nonostante tutto posso affermare di essere una delle serie che mi ha spinto a sentirle per tutti gli episodi, unico dubbio è un senso di deja-vù, come se le avessi già sentite in qualche altra serie.
In definitiva una serie consigliata a chi cerca qualcosa di originale e che alla fine della visione lasci delle domande che vadano oltre la serie stessa, ovviamente in soli 12 episodi non a tutte le domande viene data risposta, soprattutto alla più importante, cioè cosa succederà al mondo che Dio ha abbandonato a se esso possa essere realmente salvato e come (per quanto alcuni indizi lascino intuire che Dio non sembra aver abbandonato il mondo, ma qui andiamo su interpretazioni personali), quindi se odiate serie lasciate a metà e se non dovesse essere annunciata una nuova serie statene alla larga, per quanto anche così gli spunti di riflessione siano presenti e la visione scorra senza grossi problemi.