L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Quarto capitolo della saga, questa volta incentrata sulle responsabilità inerenti alla famiglia e alla propria vita.
In questo capitolo assistiamo all'inizio di quella che forse costituisce la parte più dolorosa nella vita, cioè quella del distacco dalla famiglia sia per i genitori (Manny ed Ellie) che per i figli (Pesca). Come sempre a fare ad introduzione, come nei capitoli precedenti, ci pensa il nostro scoiattolo pasticcione preferito, Scrat, la cui ossessione per le ghiande questa volta scatena la famosa "Deriva dei Continenti" e mette i nostri amici alla prova ancora una volta. Separati dal resto del gruppo/famiglia, il trio originale questa volta si trova alla mercé di una ciurma di animali-pirati comandati dal babbuino Capitan Sbudella, il quale li ricatta, tormenta e minaccia, in quanto li ritiene arbitrariamente membri della sua ciurma, poiché, a suo avviso, li ha salvati dal naufragio. Ma i nostri tre amici non ci stanno e, anche aiutati dalla Nonnina di Sid abbandonata dal resto della famiglia come il nipote, scappano e si fanno aiutare da alcuni animaletti ansiosi di liberare i propri compagni dalle grinfie di Capitan Sbudella. I tre riescono nell'impresa e, rubando la nave dei pirati, tornano al continente originale per ricongiungersi con la famiglia. Purtroppo scoprono con amara sorpresa che Sbudella li ha preceduti e che tiene in ostaggio sia Ellie che Pesca. La situazione sembra critica, ma proprio in quel momento interviene Nonnina, la quale fa in modo di chiamare "Tesorina", la Balena Gigante, la quale aiuta i nostri amici a liberarsi di Sbudella e della sua ciurma e a liberare Ellie e Pesca. Sfortunatamente, Sbudella si rivela un avversario tosto da battere e Manny è costretto ad ingaggiare un combattimento all'ultimo sangue, ma alla fine riesce a usare un tranello che mette fuori gioco il Capitano e lo fa finire nelle grinfie delle sirene di mare che prima avevano cercato di insidiare i nostri protagonisti (episodio tratto dall'Odissea di Omero).
I messaggi che emergono da questo quarto capitolo sono che la famiglia è quella che ti vuole bene e che fa l'impossibile per ritornare da te e che bisogna fare attenzione a chi ci fa dei favori e all'inizio non pretende nulla in cambio. Questo lo si capisce dalla scena del dialogo tra Diego e Shia, dove il primo cerca di far capire alla seconda che c'è una differenza tra di loro: lui, Manny e Sid si sono sempre sostenuti a vicenda, mentre Sbudella ricorre alle minacce, intimidazioni e alla violenza per dimostrare di avere ragione degli altri. Questo ci fa capire che c'è modo e modo di sopravvivere. Altro tema fondamentale e quello del distacco dai propri affetti, il quale qui è momentaneamente relativo, ma comincia a farsi sentire.
La grafica è sempre ben curata e definita, le ambientazioni sono anch'esse fedeli; come nei capitoli precedenti sembra di ritrovarsi immersi nei paesaggi di racconti di grandi scrittori come Edgar Rice Burroughs, Rudyard Kipling, Daniel Defoe, Robert Louis Stevenson, Jonathan Swift, Emilio Salgari e altri della grande tradizione dei romanzi d'avventura. Soprattutto nella scena finale si riprende il mito di Atlantide, il quale viene parodizzato in versione ghianda e che Scrat puntualmente distrugge, spinto dalla sua ossessione per le ghiande. La musica è un tripudio di temi classici e temi moderni, in particolare Beethoven.
Quarto capitolo della saga, questa volta incentrata sulle responsabilità inerenti alla famiglia e alla propria vita.
In questo capitolo assistiamo all'inizio di quella che forse costituisce la parte più dolorosa nella vita, cioè quella del distacco dalla famiglia sia per i genitori (Manny ed Ellie) che per i figli (Pesca). Come sempre a fare ad introduzione, come nei capitoli precedenti, ci pensa il nostro scoiattolo pasticcione preferito, Scrat, la cui ossessione per le ghiande questa volta scatena la famosa "Deriva dei Continenti" e mette i nostri amici alla prova ancora una volta. Separati dal resto del gruppo/famiglia, il trio originale questa volta si trova alla mercé di una ciurma di animali-pirati comandati dal babbuino Capitan Sbudella, il quale li ricatta, tormenta e minaccia, in quanto li ritiene arbitrariamente membri della sua ciurma, poiché, a suo avviso, li ha salvati dal naufragio. Ma i nostri tre amici non ci stanno e, anche aiutati dalla Nonnina di Sid abbandonata dal resto della famiglia come il nipote, scappano e si fanno aiutare da alcuni animaletti ansiosi di liberare i propri compagni dalle grinfie di Capitan Sbudella. I tre riescono nell'impresa e, rubando la nave dei pirati, tornano al continente originale per ricongiungersi con la famiglia. Purtroppo scoprono con amara sorpresa che Sbudella li ha preceduti e che tiene in ostaggio sia Ellie che Pesca. La situazione sembra critica, ma proprio in quel momento interviene Nonnina, la quale fa in modo di chiamare "Tesorina", la Balena Gigante, la quale aiuta i nostri amici a liberarsi di Sbudella e della sua ciurma e a liberare Ellie e Pesca. Sfortunatamente, Sbudella si rivela un avversario tosto da battere e Manny è costretto ad ingaggiare un combattimento all'ultimo sangue, ma alla fine riesce a usare un tranello che mette fuori gioco il Capitano e lo fa finire nelle grinfie delle sirene di mare che prima avevano cercato di insidiare i nostri protagonisti (episodio tratto dall'Odissea di Omero).
I messaggi che emergono da questo quarto capitolo sono che la famiglia è quella che ti vuole bene e che fa l'impossibile per ritornare da te e che bisogna fare attenzione a chi ci fa dei favori e all'inizio non pretende nulla in cambio. Questo lo si capisce dalla scena del dialogo tra Diego e Shia, dove il primo cerca di far capire alla seconda che c'è una differenza tra di loro: lui, Manny e Sid si sono sempre sostenuti a vicenda, mentre Sbudella ricorre alle minacce, intimidazioni e alla violenza per dimostrare di avere ragione degli altri. Questo ci fa capire che c'è modo e modo di sopravvivere. Altro tema fondamentale e quello del distacco dai propri affetti, il quale qui è momentaneamente relativo, ma comincia a farsi sentire.
La grafica è sempre ben curata e definita, le ambientazioni sono anch'esse fedeli; come nei capitoli precedenti sembra di ritrovarsi immersi nei paesaggi di racconti di grandi scrittori come Edgar Rice Burroughs, Rudyard Kipling, Daniel Defoe, Robert Louis Stevenson, Jonathan Swift, Emilio Salgari e altri della grande tradizione dei romanzi d'avventura. Soprattutto nella scena finale si riprende il mito di Atlantide, il quale viene parodizzato in versione ghianda e che Scrat puntualmente distrugge, spinto dalla sua ossessione per le ghiande. La musica è un tripudio di temi classici e temi moderni, in particolare Beethoven.
Il primo film è stato una gran trovata, il secondo ancora meglio, uno dei migliori film d'animazione americani dell'ultimo decennio. Anche il terzo comincia molto bene, ma nella seconda metà subentra il "già visto", comunque rimane divertente. Così arriviamo al quarto capitolo, "La deriva dei continenti", o meglio, delle idee...
Siamo sinceri, dopo i primi 5 minuti sappiamo già come va a finire. A che serve cercare di drammatizzare la scena della deriva dei continenti e dei personaggi, se poi sappiamo per certo, cascasse (si "spezzasse" anzi) il mondo, che si ritroveranno e vivranno tutti felici e contenti?
Tutti gli sviluppi del film e dei personaggi sono dannatamente prevedibili. Gli atti di coraggio, le amicizie che non si rompono, i membri che si aggiungeranno al gruppo (la tigre femmina non poteva mancare, ovvio, la compagna mancava solo a Diego!), i risvolti sentimentali...
Anche i temi affrontati sono quanto di più banale ci possa essere, come l'amicizia trattata nel modo più infantile possibile e la ragazzetta adolescente che giudica dalle apparenze.
I personaggi introdotti non sono nulla di che. Anzi, il cattivo è banale, la figlia di Manny è banale e antipatica, mentre la figura della nonnetta di Sid è passata di moda, oltre a essere banale e insopportabile. Perfino le sequenze con Scrat sono meno ispirate del solito.
Insomma, a tenere "a galla" il film sono solo quelle 3-4 scenette simpatiche tipiche della saga, altrimenti il resto è una brodaglia vecchia e nauseante.
Da riformulare il titolo: "L'era glaciale 4 - Alla deriva" (e basta).
Siamo sinceri, dopo i primi 5 minuti sappiamo già come va a finire. A che serve cercare di drammatizzare la scena della deriva dei continenti e dei personaggi, se poi sappiamo per certo, cascasse (si "spezzasse" anzi) il mondo, che si ritroveranno e vivranno tutti felici e contenti?
Tutti gli sviluppi del film e dei personaggi sono dannatamente prevedibili. Gli atti di coraggio, le amicizie che non si rompono, i membri che si aggiungeranno al gruppo (la tigre femmina non poteva mancare, ovvio, la compagna mancava solo a Diego!), i risvolti sentimentali...
Anche i temi affrontati sono quanto di più banale ci possa essere, come l'amicizia trattata nel modo più infantile possibile e la ragazzetta adolescente che giudica dalle apparenze.
I personaggi introdotti non sono nulla di che. Anzi, il cattivo è banale, la figlia di Manny è banale e antipatica, mentre la figura della nonnetta di Sid è passata di moda, oltre a essere banale e insopportabile. Perfino le sequenze con Scrat sono meno ispirate del solito.
Insomma, a tenere "a galla" il film sono solo quelle 3-4 scenette simpatiche tipiche della saga, altrimenti il resto è una brodaglia vecchia e nauseante.
Da riformulare il titolo: "L'era glaciale 4 - Alla deriva" (e basta).