Argento Soma
"Argento Soma" è la classica opera dalle potenzialità mal sfruttate. Il periodo in cui ha avuto origine è tuttavia molto fecondo: si tratta di quell'indelebile dopo-Eva in cui vedevano luce una moltitudine di anime seri e adulti dotati di un'elevata eleganza, spesso coadiuvata da contenuti per nulla banali. Etichettato dai più come uno sfacciato clone di "Evangelion", questo "Argento Soma" in realtà è il classico sci-fi robotico che sarebbe andato bene negli anni settanta, non per nulla possiede molti dei topoi tipici di tale epoca: mostri che attaccano la Terra una volta la settimana, sempre nello stesso punto; una fortezza delle scienze in cui è presente un gruppo ridotto di piloti di robot che devono affrontare i suddetti mostri - questa volta aiutati da un novello Frankenstein di origine aliena, che ha cambiato bandiera al fine di proteggere l'orfanella problematica della situazione; l'esercito terrestre cattivo che ad un certo punto si schiera contro i difensori dell'umanità, attaccandone la base con uno scontro all'arma bianca... e così via. A tutti questi schematismi ben collaudati si aggiungono il classico antagonista belloccio che verso la fine della serie si pente dei suoi misfatti cambiando fazione, gli intrighi politici e l'immancabile storia d'amore tragica - un dramma il quale, insolitamente, in questo caso si risolve subito, nella prima puntata. Nell'opera la componente esistenzialista e depressa è soltanto una facciata, una scelta dettata dalla moda del suo tempo: in realtà "Argento Soma" e "Evangelion" sono due cose ben diverse, e chi odia l'uno potrebbe amare l'altro e viceversa.
Quanto detto in precedenza perdura in modo statico e soporifero in tutti i primi venti episodi della serie; in tale infelice frangente i vari rituali e schematismi del tokusatsu settantino vengono proposti ad nauseam nel peggiore dei modi possibili, con una cattiva sceneggiatura priva di idee e dei personaggi dalla caratterizzazione piatta come quella di un asse da stiro - se si esclude il villain pseudo-emo Ryu Soma, uno Shinji Ikari adulto che almeno ha la decenza di nascondere i suoi complessi psicologici agli occhi degli altri, indossando nei momenti più opportuni la maschera del tombeur de femmes fighetto, maledetto e seduttore. Fortunatamente, dal ventunesimo episodio in poi si ha una gradevolissima inversione di tendenza, e "Argento Soma" abbandona i connotati di un tokusatsu anni settanta abortito per diventare uno sci-fi basato su un colpo di scena geniale ed imprevedibile, coronato da un'espansione narrativa che conduce ad un finale molto riuscito, quasi poetico.
Gli aspetti tecnici di "Argento Soma" sono veramente poveri: animazioni, regia e design sono la fiera dell'inefficienza e della banalità. Il numero bassissimo di frames utilizzati consistono in disegni talvolta deformati ed aberranti, delle figure spigolose dalle colorazioni obbrobriose, smorte, che rendono la visione ancor più tediosa di quanto non lo sia già di per sé. La regia fa il suo mestiere in modo poco brillante, statico, con assoluta pigrizia e svogliatezza; essa cerca tuttavia di risollevarsi dalla mediocrità con poche scene decisamente memorabili, scadendo tuttavia nell'ambizioso tentativo di scimmiottare Kubrick riproponendo una versione melensa di una famosa scena chiave del film "2001: A Space Odyssey". Ciò premesso, come se non bastasse, a peggiorare il tutto ci pensa l'eccessiva pretenziosità dell'opera, la quale si atteggia a capolavoro senza avere i mezzi fisici per esserlo: "Argento Soma" si prende molto sul serio, e quando i suoi difetti raggiungono dei picchi di inguardabilità notevoli, questo fatto crea un marcato, nauseabondo contrasto, in grado di azzerare completamente la - seppur minima - dose di pathos creatasi in qualche raro momento lirico.
Vale quindi la pena sorbirsi una ventina di puntate decisamente insufficienti - in cui le uniche attrattive potrebbero essere le paranoie di un bambinone troppo cresciuto bisognoso d'affetto e i - Signor Elfo! - gridati dalla vocina squillante e perforante da una ragazzina dal quoziente intellettivo di una locusta - per poi essere ripagati con cinque episodi meritevoli? Ai posteri l'ardua sentenza. Certamente questo "Argento Soma" è decisamente sotto la media qualitativa degli anime del suo periodo, ergo chi cerca delle opere notevoli pregne del genuino mood anni novanta del suddetto si rivolga agli altri sci-fi ben più sostanziali del mitologico dopo-Eva; giusto per citarne alcuni: "Infinite Ryvius", "Gasaraki", "Now and Then Here and There", "RahXephon", "Brain Powerd", "The Big O". "Blue Gender", "Giant Robo: The Day the Earth Stood Still".
Quanto detto in precedenza perdura in modo statico e soporifero in tutti i primi venti episodi della serie; in tale infelice frangente i vari rituali e schematismi del tokusatsu settantino vengono proposti ad nauseam nel peggiore dei modi possibili, con una cattiva sceneggiatura priva di idee e dei personaggi dalla caratterizzazione piatta come quella di un asse da stiro - se si esclude il villain pseudo-emo Ryu Soma, uno Shinji Ikari adulto che almeno ha la decenza di nascondere i suoi complessi psicologici agli occhi degli altri, indossando nei momenti più opportuni la maschera del tombeur de femmes fighetto, maledetto e seduttore. Fortunatamente, dal ventunesimo episodio in poi si ha una gradevolissima inversione di tendenza, e "Argento Soma" abbandona i connotati di un tokusatsu anni settanta abortito per diventare uno sci-fi basato su un colpo di scena geniale ed imprevedibile, coronato da un'espansione narrativa che conduce ad un finale molto riuscito, quasi poetico.
Gli aspetti tecnici di "Argento Soma" sono veramente poveri: animazioni, regia e design sono la fiera dell'inefficienza e della banalità. Il numero bassissimo di frames utilizzati consistono in disegni talvolta deformati ed aberranti, delle figure spigolose dalle colorazioni obbrobriose, smorte, che rendono la visione ancor più tediosa di quanto non lo sia già di per sé. La regia fa il suo mestiere in modo poco brillante, statico, con assoluta pigrizia e svogliatezza; essa cerca tuttavia di risollevarsi dalla mediocrità con poche scene decisamente memorabili, scadendo tuttavia nell'ambizioso tentativo di scimmiottare Kubrick riproponendo una versione melensa di una famosa scena chiave del film "2001: A Space Odyssey". Ciò premesso, come se non bastasse, a peggiorare il tutto ci pensa l'eccessiva pretenziosità dell'opera, la quale si atteggia a capolavoro senza avere i mezzi fisici per esserlo: "Argento Soma" si prende molto sul serio, e quando i suoi difetti raggiungono dei picchi di inguardabilità notevoli, questo fatto crea un marcato, nauseabondo contrasto, in grado di azzerare completamente la - seppur minima - dose di pathos creatasi in qualche raro momento lirico.
Vale quindi la pena sorbirsi una ventina di puntate decisamente insufficienti - in cui le uniche attrattive potrebbero essere le paranoie di un bambinone troppo cresciuto bisognoso d'affetto e i - Signor Elfo! - gridati dalla vocina squillante e perforante da una ragazzina dal quoziente intellettivo di una locusta - per poi essere ripagati con cinque episodi meritevoli? Ai posteri l'ardua sentenza. Certamente questo "Argento Soma" è decisamente sotto la media qualitativa degli anime del suo periodo, ergo chi cerca delle opere notevoli pregne del genuino mood anni novanta del suddetto si rivolga agli altri sci-fi ben più sostanziali del mitologico dopo-Eva; giusto per citarne alcuni: "Infinite Ryvius", "Gasaraki", "Now and Then Here and There", "RahXephon", "Brain Powerd", "The Big O". "Blue Gender", "Giant Robo: The Day the Earth Stood Still".
Argento Soma: ovvero come prendere un robotico degli anni settanta a target infantile e trasformarlo in un prodotto del nuovo millennio per un target adulto. Questa serie è la dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che lo schema "mostro della settimana" si può benissimo sposare con una serie adulta e di spessore.
Argento Soma è un robotico colto e sofisticato, con un buono scavo psicologico e ricco di citazioni alla cultura occidentale. Il titolo originale è scritto in caratteri greci a buon ragione, visto che la serie si può vedere come una versione moderna dell'Odissea di Omero. Ha quindi una sua evidente dimensione mitica e metaforica, un incrocio tra il mito di Ulisse e quello di Frankenstein, insieme a molto altro, incluso un personaggio che parla solo per citazioni shakespeariane. Parrebbe quindi esserci il rischio di trovarsi di fronte ad una serie intellettuale: fortunatamente non è così. Al di là della facciata triste e depressa, nella sostanza Argento Soma è una serie piena di buoni sentimenti e romanticismo, secondo la tradizione del buon tempo andato. Ben venga quindi la ragazzina orfana con le treccine bionde, un enorme cappello a cilindro, un triste passato e un proiettile alieno conficcato nel cervello, che per tutta la serie cerca la Terra degli Elfi dove il nonno le ha detto che si trovano i suoi genitori. La ragazzina è l'unica in grado di comunicare con il robottone alieno che funge da coprotagonista della serie. Robottone che va sotto molti nomi: EX-1, Frank e anche Signor Elfo, come lo chiama lei, ma il cui vero nome si scoprirà solo molto più avanti nella serie. Ho apprezzato moltissimo il design di Frank, novello mostro di Frankenstein, dotato di un braccio sinistro di proporzioni inusitate, con cui sferra il suo colpo finale, un bel pugnone che farebbe l'invidia anche di Mazinga. Il terzo personaggio che compone la triade dei protagonisti principale è Ryo Soma, nella parte del bello e dannato, l'uomo che deve vendicarsi di Frank per aver ucciso la sua fidanzata. Ma le cose non sono come sembrano, Ryo non è uno stinco di santo e Frank non è poi così mostruoso.
I personaggi sono un misto tra classico (lo stereotipo bambino+robottone esce direttamente dagli anni cinquanta) e moderno (Ryo Soma si scopre essere stato un playboy fedigrafo); inoltre oltre ai tre personaggi sopra citati c'è un ottimo cast di comprimari, tutti ben delineati e con una storia alle spalle. Il tutto è supportato da un ottimo chara design, soprattutto per i personaggi femminili. Il mecha design è perfetto per Frank, robot originalissimo nella sua mostruosità, nella media per gli altri mecha. Nella serie non mancano, come da tradizione, gli intrighi, i complotti, i politici corrotti, gli alti papaveri dell'esercito ancora più corrotti, i personaggi misteriosi, i segreti, i tradimenti, i colpi di scena e le svolte inaspettate. Il tutto coniugato con un ritmo lento, anzi lentissimo, ma che non annoia mai: avrei ben volentieri visto altre 26 puntate di una serie di questo livello. E il tutto svolto con assoluta aderenza al canone robotico più classico, con mostri alieni che attaccano la Terra uno alla volta, sempre nello stesso punto. Non si tratta però del Giappone, ma di un punto nel Canada occidentale. Verso la fine della serie si scoprirà la verità sugli alieni e il motivo per cui sono inesorabilmente attratti verso il Punto del Pellegrinaggio. I combattimenti sono buoni e spettacolari, ogni volta appassionanti e risolti con un artificio diverso.
A nota di merito va segnalata anche la puntata finale, ambientata dopo la fine della storia, che fa da epilogo, così come usava nella mitologia classica. Una buona abitudine che ormai si e' persa, tranne rare eccezioni (mi viene in mente l'epilogo del Signore degli Anelli). La serie consta di 25 puntate, ma esiste un OAV che costituisce la ventiseiesima puntata mancante, dove viene dato il background di un importante comprimario femminile. Non ve la perdete se siete interessati alla completezza. Si tratta di un'ottima serie, da consigliare a chi apprezza i ritmi lenti e i buoni sentimenti.
Argento Soma è un robotico colto e sofisticato, con un buono scavo psicologico e ricco di citazioni alla cultura occidentale. Il titolo originale è scritto in caratteri greci a buon ragione, visto che la serie si può vedere come una versione moderna dell'Odissea di Omero. Ha quindi una sua evidente dimensione mitica e metaforica, un incrocio tra il mito di Ulisse e quello di Frankenstein, insieme a molto altro, incluso un personaggio che parla solo per citazioni shakespeariane. Parrebbe quindi esserci il rischio di trovarsi di fronte ad una serie intellettuale: fortunatamente non è così. Al di là della facciata triste e depressa, nella sostanza Argento Soma è una serie piena di buoni sentimenti e romanticismo, secondo la tradizione del buon tempo andato. Ben venga quindi la ragazzina orfana con le treccine bionde, un enorme cappello a cilindro, un triste passato e un proiettile alieno conficcato nel cervello, che per tutta la serie cerca la Terra degli Elfi dove il nonno le ha detto che si trovano i suoi genitori. La ragazzina è l'unica in grado di comunicare con il robottone alieno che funge da coprotagonista della serie. Robottone che va sotto molti nomi: EX-1, Frank e anche Signor Elfo, come lo chiama lei, ma il cui vero nome si scoprirà solo molto più avanti nella serie. Ho apprezzato moltissimo il design di Frank, novello mostro di Frankenstein, dotato di un braccio sinistro di proporzioni inusitate, con cui sferra il suo colpo finale, un bel pugnone che farebbe l'invidia anche di Mazinga. Il terzo personaggio che compone la triade dei protagonisti principale è Ryo Soma, nella parte del bello e dannato, l'uomo che deve vendicarsi di Frank per aver ucciso la sua fidanzata. Ma le cose non sono come sembrano, Ryo non è uno stinco di santo e Frank non è poi così mostruoso.
I personaggi sono un misto tra classico (lo stereotipo bambino+robottone esce direttamente dagli anni cinquanta) e moderno (Ryo Soma si scopre essere stato un playboy fedigrafo); inoltre oltre ai tre personaggi sopra citati c'è un ottimo cast di comprimari, tutti ben delineati e con una storia alle spalle. Il tutto è supportato da un ottimo chara design, soprattutto per i personaggi femminili. Il mecha design è perfetto per Frank, robot originalissimo nella sua mostruosità, nella media per gli altri mecha. Nella serie non mancano, come da tradizione, gli intrighi, i complotti, i politici corrotti, gli alti papaveri dell'esercito ancora più corrotti, i personaggi misteriosi, i segreti, i tradimenti, i colpi di scena e le svolte inaspettate. Il tutto coniugato con un ritmo lento, anzi lentissimo, ma che non annoia mai: avrei ben volentieri visto altre 26 puntate di una serie di questo livello. E il tutto svolto con assoluta aderenza al canone robotico più classico, con mostri alieni che attaccano la Terra uno alla volta, sempre nello stesso punto. Non si tratta però del Giappone, ma di un punto nel Canada occidentale. Verso la fine della serie si scoprirà la verità sugli alieni e il motivo per cui sono inesorabilmente attratti verso il Punto del Pellegrinaggio. I combattimenti sono buoni e spettacolari, ogni volta appassionanti e risolti con un artificio diverso.
A nota di merito va segnalata anche la puntata finale, ambientata dopo la fine della storia, che fa da epilogo, così come usava nella mitologia classica. Una buona abitudine che ormai si e' persa, tranne rare eccezioni (mi viene in mente l'epilogo del Signore degli Anelli). La serie consta di 25 puntate, ma esiste un OAV che costituisce la ventiseiesima puntata mancante, dove viene dato il background di un importante comprimario femminile. Non ve la perdete se siete interessati alla completezza. Si tratta di un'ottima serie, da consigliare a chi apprezza i ritmi lenti e i buoni sentimenti.
"Argento Soma" è un anime poco conosciuto. Io stesso l'ho visionato solo perché stavo cercando l'ennesimo prodotto mecha da consumare, e non perché lo conoscessi precedentemente. E' stato una piacevolissima sorpresa; a partire dal protagonista, Soma, un'anima triste ossessionata dalla vendetta, che pian piano ritroverà l'umanità.
I primi episodi possono un po' spiazzare, per la loro velocità e per la presenza della coprotagonista (inizialmente un po' irritante), ma pian piano inizierà a ingranare. Il comparto tecnico non è eccelso, disegni non del tutto convincenti, animazioni passabili e mecha design insufficiente. Ma allora perché l'8 in pagella? Perché quest'opera cattura per la storia e per la cura nell'approfondimento dei personaggi, almeno quelli principali veramente ben fatti ed originali, per un'idea di base che per una volta non è una scopiazzatura dei vari "RahXephon" o NGE.
I primi episodi possono un po' spiazzare, per la loro velocità e per la presenza della coprotagonista (inizialmente un po' irritante), ma pian piano inizierà a ingranare. Il comparto tecnico non è eccelso, disegni non del tutto convincenti, animazioni passabili e mecha design insufficiente. Ma allora perché l'8 in pagella? Perché quest'opera cattura per la storia e per la cura nell'approfondimento dei personaggi, almeno quelli principali veramente ben fatti ed originali, per un'idea di base che per una volta non è una scopiazzatura dei vari "RahXephon" o NGE.
Prendete il "Faust" di Goethe e "Frankenstein" di Mary Shelley, miscelateli per bene, aggiungete uno spruzzo di citazioni da Shakespeare, agitate il tutto e servite con una ciliegina chiamata "2001: Odissea nello Spazio". Ecco fatto, il cocktail "Argento Soma" è pronto per essere sorseggiato.
Troppo ambizioso? Purtroppo sì.
Gli eventi iniziali che mettono in movimento la trama danno subito un'impressione di già visto: tra alieni giganti che attaccano sempre lo stesso punto sulla Terra e un'organizzazione militare segreta che cerca di fermarli usando robot trasformabili è facile provare la sensazione di trovarsi di fronte a un clone poco ispirato di "Macross" o "Neon Genesis Evangelion". E non aiuta certo la lentezza con cui si dipana la stessa trama, peraltro assolutamente priva di momenti comici o virate narrative improvvise, o di qualsivoglia espediente che tenga viva l'attenzione dello spettatore.
La forza di "Argento Soma" dovrebbe essere quindi rappresentata dai suoi personaggi. Ma anche sotto questo punto di vista viene lasciato molto a desiderare. Il protagonista che dà il titolo alla serie, Ryu Soma, si rivelerà essere la versione adulta e sfregiata del famigerato Shinji Ikari, di "Neon Genesis Evangelion": un meschino piagnucolone con un bisogno patologico d'affetto. L'unica differenza sostanziale tra i due è che Shinji non fa mai nulla per nascondere la sua natura, mentre Ryu Soma fa di tutto per sembrare un soldato 'cool'. Il peggio è che i suoi compagni ci credono senza indugi, ma non c'è da stupirsi, visto che i suoi compagni hanno la stessa perspicacia di un tostapane guasto. E non parliamo dei loro superiori in grado, tutti alti ufficiali di una forza militare globalizzata nelle cui mani è stato affidato il destino della Terra. Peccato siano degli inetti totali.
Ma allora come saranno sconfitti gli alieni brutti (sotto ogni punto di vista), cattivi (ma soltanto per finta) e purtroppo tutti uguali tra loro se a difendere la Terra ci sono soltanto dei mentecatti?
Semplice, a togliere le castagne dal fuoco c'è un altro alieno, che si schiererà dalla parte dei 'buoni' soltanto per stare dietro alle lagne di una ragazzina mezza ritardata - non sto esagerando, ha 13 anni ma mentalmente ne dimostra al massimo 7-8 - e che risolverà i suoi scontri sempre con lo stesso colpo finale, nemmeno fossimo in "Daitarn 3" o "Daltanious".
Paradossalmente, la ragazzina di cui sopra, Harriett, godrà di un'esponenziale crescita di caratterizzazione negli ultimi episodi, un processo che la renderà a mio parere il personaggio migliore dell'anime, preferibile anche al mefistofelico mentore di Ryu Soma, Mr.X (sic), le cui comparsate saranno però troppo rare per renderlo una stella di prima grandezza all'interno della serie. A tutto ciò aggiungiamoci anche i colpi di scena - tra i quali ne spicca uno particolarmente maestoso - che si susseguiranno freneticamente sempre negli ultimi episodi e potremmo trovarci almeno di fronte a una manciata di motivi grazie ai quali si potrà seguire "Argento Soma" per tutta la sua durata. Peccato soltanto che la prima ventina di episodi sembra che siano stati creati per mettere alla prova persino la pazienza di un bonzo tibetano.
Tecnicamente l'anime brilla di luce opaca. Il chara design si contraddistingue per un certo stile, che gli conferisce un'identità notevole, ma purtroppo il dettaglio con cui viene reso su schermo si traduce in una snervante altalena di qualità, i cui picchi verso il basso sono ben più numerosi delle volte in cui si potrebbe provare ad apprezzarlo davvero.
Le animazioni, invece, sono quasi perennemente inchiodate in uno standard mediocre anche per l'epoca (parliamo di un anime del 2001). Stesso dicasi per i fondali, senza infamia e senza lode, tranne per un paio di scenari, ovviamente visibili sempre negli ultimi episodi, nei quali in effetti sembra essersi concentrato tutto il meglio che ha da offrire "Argento Soma". Ma a livello visivo il peggio è rappresentato dai mecha dei buoni, i SARG, che sembrano escrementi di cavallo essiccati tenuti insieme con lo spago. Gli alieni nemmeno scherzano: tutti aventi la stessa forma e tutti colorati come se avessero fatto la doccia sotto una colata di diarrea.
Anonima la colonna sonora, della quale il pezzo migliore è la melensa opening, mentre ho trovato l'ending fin troppo allegra rispetto al mood deprimente (e depressivo) dell'anime.
In conclusione, se siete più pazienti di una roccia, se siete appassionati di sci-fi robotica, se avete lo stomaco forte per reggere la mediocrità tecnica di quest'anime, se per voi un bel finale è l'aspetto più importante di una serie, allora passate alla sua visione senza indugio.
Altrimenti meglio lasciarlo lì dov'è.
Troppo ambizioso? Purtroppo sì.
Gli eventi iniziali che mettono in movimento la trama danno subito un'impressione di già visto: tra alieni giganti che attaccano sempre lo stesso punto sulla Terra e un'organizzazione militare segreta che cerca di fermarli usando robot trasformabili è facile provare la sensazione di trovarsi di fronte a un clone poco ispirato di "Macross" o "Neon Genesis Evangelion". E non aiuta certo la lentezza con cui si dipana la stessa trama, peraltro assolutamente priva di momenti comici o virate narrative improvvise, o di qualsivoglia espediente che tenga viva l'attenzione dello spettatore.
La forza di "Argento Soma" dovrebbe essere quindi rappresentata dai suoi personaggi. Ma anche sotto questo punto di vista viene lasciato molto a desiderare. Il protagonista che dà il titolo alla serie, Ryu Soma, si rivelerà essere la versione adulta e sfregiata del famigerato Shinji Ikari, di "Neon Genesis Evangelion": un meschino piagnucolone con un bisogno patologico d'affetto. L'unica differenza sostanziale tra i due è che Shinji non fa mai nulla per nascondere la sua natura, mentre Ryu Soma fa di tutto per sembrare un soldato 'cool'. Il peggio è che i suoi compagni ci credono senza indugi, ma non c'è da stupirsi, visto che i suoi compagni hanno la stessa perspicacia di un tostapane guasto. E non parliamo dei loro superiori in grado, tutti alti ufficiali di una forza militare globalizzata nelle cui mani è stato affidato il destino della Terra. Peccato siano degli inetti totali.
Ma allora come saranno sconfitti gli alieni brutti (sotto ogni punto di vista), cattivi (ma soltanto per finta) e purtroppo tutti uguali tra loro se a difendere la Terra ci sono soltanto dei mentecatti?
Semplice, a togliere le castagne dal fuoco c'è un altro alieno, che si schiererà dalla parte dei 'buoni' soltanto per stare dietro alle lagne di una ragazzina mezza ritardata - non sto esagerando, ha 13 anni ma mentalmente ne dimostra al massimo 7-8 - e che risolverà i suoi scontri sempre con lo stesso colpo finale, nemmeno fossimo in "Daitarn 3" o "Daltanious".
Paradossalmente, la ragazzina di cui sopra, Harriett, godrà di un'esponenziale crescita di caratterizzazione negli ultimi episodi, un processo che la renderà a mio parere il personaggio migliore dell'anime, preferibile anche al mefistofelico mentore di Ryu Soma, Mr.X (sic), le cui comparsate saranno però troppo rare per renderlo una stella di prima grandezza all'interno della serie. A tutto ciò aggiungiamoci anche i colpi di scena - tra i quali ne spicca uno particolarmente maestoso - che si susseguiranno freneticamente sempre negli ultimi episodi e potremmo trovarci almeno di fronte a una manciata di motivi grazie ai quali si potrà seguire "Argento Soma" per tutta la sua durata. Peccato soltanto che la prima ventina di episodi sembra che siano stati creati per mettere alla prova persino la pazienza di un bonzo tibetano.
Tecnicamente l'anime brilla di luce opaca. Il chara design si contraddistingue per un certo stile, che gli conferisce un'identità notevole, ma purtroppo il dettaglio con cui viene reso su schermo si traduce in una snervante altalena di qualità, i cui picchi verso il basso sono ben più numerosi delle volte in cui si potrebbe provare ad apprezzarlo davvero.
Le animazioni, invece, sono quasi perennemente inchiodate in uno standard mediocre anche per l'epoca (parliamo di un anime del 2001). Stesso dicasi per i fondali, senza infamia e senza lode, tranne per un paio di scenari, ovviamente visibili sempre negli ultimi episodi, nei quali in effetti sembra essersi concentrato tutto il meglio che ha da offrire "Argento Soma". Ma a livello visivo il peggio è rappresentato dai mecha dei buoni, i SARG, che sembrano escrementi di cavallo essiccati tenuti insieme con lo spago. Gli alieni nemmeno scherzano: tutti aventi la stessa forma e tutti colorati come se avessero fatto la doccia sotto una colata di diarrea.
Anonima la colonna sonora, della quale il pezzo migliore è la melensa opening, mentre ho trovato l'ending fin troppo allegra rispetto al mood deprimente (e depressivo) dell'anime.
In conclusione, se siete più pazienti di una roccia, se siete appassionati di sci-fi robotica, se avete lo stomaco forte per reggere la mediocrità tecnica di quest'anime, se per voi un bel finale è l'aspetto più importante di una serie, allora passate alla sua visione senza indugio.
Altrimenti meglio lasciarlo lì dov'è.
Si tratta di un anime piuttosto datato, andato in onda su Tokyo TV tra il 2000 e il 2001. Nonostante non presenti particolari spunti di originalità e, soprattutto all'inizio, molte cose lascino la sensazione di "già visto", in corso d'opera migliora, arrivando a un finale decisamente non scontato, che ripaga di alcune cadute di livello.
Trama
Nel 2054 sulla Terra arrivano all'improvviso delle gigantesche creature aliene che, dopo avere seminato devastazione, si dirigono verso un punto situato nel Nord America. Per combattere gli alieni viene formata una organizzazione militare chiamata Funeral. Alcuni anni dopo, nel 2059, mentre continua la lotta agli alieni, Takuto Kaneshiro, un giovane studente di ingegneria aerospaziale, viene invitato dal professor Noguchi a partecipare a un esperimento insieme alla sua ragazza, Maki Agata, assistente del professore. L'esperimento consiste nel ricreare un corpo alieno mettendo insieme diversi pezzi, e dargli vita. L'esperimento riesce, ma qualcosa va storto e, in un incidente, Maki e il professore restano uccisi e Takuto sopravvive ma sfigurato in volto. L'alieno, chiamato ironicamente Frank, in compagnia di Harriett, una ragazzina che riesce a comunicare con lui, viene accolto al Funeral come arma per combattere gli alieni. Takuto, convinto che la colpa dell'accaduto sia dell'alieno, vorrebbe ucciderlo per vendicarsi.
Un misterioso personaggio gli offre la possibilità di farlo: Takuto otterrà una nuova identità, con la quale potrà entrare al Funeral e compiere la sua vendetta.
Sebbene l'anime possieda molti punti di contatto con altre serie, tra cui innanzitutto "Neon Genesis Evangelion", riesce a un certo punto a prendere una direzione autonoma, e a ritrovare una certa originalità. Takuto, inoltre, è un protagonista molto interessante: non è il solito belloccio che se la cava in ogni situazione, ma un ragazzo tormentato dal suo passato e in lotta con se stesso, e spesso le sue azioni saranno imprevedibili.
Purtroppo i difetti sono tanti: la grafica degli episodi è molto altalenante e si alternano episodi ben disegnati con altri quasi inguardabili. L'approfondimento psicologico dei personaggi, a parte il protagonista e pochi altri, risulta piuttosto limitato, per cui i comprimari restano delle figurine piatte e un po' stereotipate. Ci sono molti episodi autoconclusivi che risultano inutili, in quanto aggiungono pochissimo spessore alla trama e ai personaggi, e danno anzi la sensazione di "allungare il brodo". Qua e là sono presenti degli evidenti "buchi" nella trama: vengono presentate delle situazioni non spiegate, o con spiegazioni striminzite e poco soddisfacenti.
Eppure, nonostante questo, l'anime riesce a tenere alta la voglia di "sapere come continua", finché si giunge all'episodio 19, e a quel punto gli eventi si susseguono freneticamente, invogliandoti a guardare gli ultimi episodi tutti insieme, per sapere come finisce.
In definitiva "Argento Soma" un anime da consigliare, soprattutto per chi ama i mecha e le storie non banali.
Trama
Nel 2054 sulla Terra arrivano all'improvviso delle gigantesche creature aliene che, dopo avere seminato devastazione, si dirigono verso un punto situato nel Nord America. Per combattere gli alieni viene formata una organizzazione militare chiamata Funeral. Alcuni anni dopo, nel 2059, mentre continua la lotta agli alieni, Takuto Kaneshiro, un giovane studente di ingegneria aerospaziale, viene invitato dal professor Noguchi a partecipare a un esperimento insieme alla sua ragazza, Maki Agata, assistente del professore. L'esperimento consiste nel ricreare un corpo alieno mettendo insieme diversi pezzi, e dargli vita. L'esperimento riesce, ma qualcosa va storto e, in un incidente, Maki e il professore restano uccisi e Takuto sopravvive ma sfigurato in volto. L'alieno, chiamato ironicamente Frank, in compagnia di Harriett, una ragazzina che riesce a comunicare con lui, viene accolto al Funeral come arma per combattere gli alieni. Takuto, convinto che la colpa dell'accaduto sia dell'alieno, vorrebbe ucciderlo per vendicarsi.
Un misterioso personaggio gli offre la possibilità di farlo: Takuto otterrà una nuova identità, con la quale potrà entrare al Funeral e compiere la sua vendetta.
Sebbene l'anime possieda molti punti di contatto con altre serie, tra cui innanzitutto "Neon Genesis Evangelion", riesce a un certo punto a prendere una direzione autonoma, e a ritrovare una certa originalità. Takuto, inoltre, è un protagonista molto interessante: non è il solito belloccio che se la cava in ogni situazione, ma un ragazzo tormentato dal suo passato e in lotta con se stesso, e spesso le sue azioni saranno imprevedibili.
Purtroppo i difetti sono tanti: la grafica degli episodi è molto altalenante e si alternano episodi ben disegnati con altri quasi inguardabili. L'approfondimento psicologico dei personaggi, a parte il protagonista e pochi altri, risulta piuttosto limitato, per cui i comprimari restano delle figurine piatte e un po' stereotipate. Ci sono molti episodi autoconclusivi che risultano inutili, in quanto aggiungono pochissimo spessore alla trama e ai personaggi, e danno anzi la sensazione di "allungare il brodo". Qua e là sono presenti degli evidenti "buchi" nella trama: vengono presentate delle situazioni non spiegate, o con spiegazioni striminzite e poco soddisfacenti.
Eppure, nonostante questo, l'anime riesce a tenere alta la voglia di "sapere come continua", finché si giunge all'episodio 19, e a quel punto gli eventi si susseguono freneticamente, invogliandoti a guardare gli ultimi episodi tutti insieme, per sapere come finisce.
In definitiva "Argento Soma" un anime da consigliare, soprattutto per chi ama i mecha e le storie non banali.
Questo è un ottimo esempio di come una storia dall'altissimo potenziale possa essere, almeno parzialmente, rovinata da un numero immotivatamente alto di episodi.
Argento Soma aveva tutte le carte in regola per diventare non dico un nuovo Evangelion, ma perlomeno un anime in grado di lasciare il segno:
1) una storia molto convincente che ruota attorno ad un colpo di scena epocale;
2) una volta tanto, i nemici non attaccano Tokyo, ma... squillino le trombe rullino i tamburi... il Nord America!, USA o Canada, non si capisce molto bene;
3) un protagonista atipico ma decisamente interessante, non il solito eroe senza macchia e senza paura, né un depresso sfigato clone di Shinji;
4) tematiche a mio avviso insolite per un anime.
Peccato che tutto questo ben di Dio sia annacquato in svariati episodi che altro non possono essere definiti se non filler, dal momento che sono autoconclusivi, non aggiungono nulla alla trama, e oltretutto non fanno che riprendere i più classici stereotipi del filone di mecha che è nato da Evangelion, come ad esempio il protagonista costretto a combattere contro un amico il cui mecha va per fatti suoi - anche in RahXephon ritorna questo tema, ma a mio avviso in maniera di gran lunga più convincente.
Un altro problema è che sebbene il protagonista, come già detto, sia ben caratterizzato, gli altri personaggi mi sono sembrati piuttosto stereotipati, a parte il professore e il tizio che appare ogni tanto a Ryu Soma.
Il design dei personaggi e dei mecha di per sé sarebbe molto accattivante, ma è parzialmente rovinato da una grafica che, tecnicamente, è di un livello un po' basso per la sua epoca.
Sicuramente vale la pena di darci un'occhiata, ma solo se siete amanti dei robottoni. Meriterebbe una serie di 4 o 5 OVA riassuntivi, allora sì che sarebbe davvero bello, ma ormai ne dubito.
Argento Soma aveva tutte le carte in regola per diventare non dico un nuovo Evangelion, ma perlomeno un anime in grado di lasciare il segno:
1) una storia molto convincente che ruota attorno ad un colpo di scena epocale;
2) una volta tanto, i nemici non attaccano Tokyo, ma... squillino le trombe rullino i tamburi... il Nord America!, USA o Canada, non si capisce molto bene;
3) un protagonista atipico ma decisamente interessante, non il solito eroe senza macchia e senza paura, né un depresso sfigato clone di Shinji;
4) tematiche a mio avviso insolite per un anime.
Peccato che tutto questo ben di Dio sia annacquato in svariati episodi che altro non possono essere definiti se non filler, dal momento che sono autoconclusivi, non aggiungono nulla alla trama, e oltretutto non fanno che riprendere i più classici stereotipi del filone di mecha che è nato da Evangelion, come ad esempio il protagonista costretto a combattere contro un amico il cui mecha va per fatti suoi - anche in RahXephon ritorna questo tema, ma a mio avviso in maniera di gran lunga più convincente.
Un altro problema è che sebbene il protagonista, come già detto, sia ben caratterizzato, gli altri personaggi mi sono sembrati piuttosto stereotipati, a parte il professore e il tizio che appare ogni tanto a Ryu Soma.
Il design dei personaggi e dei mecha di per sé sarebbe molto accattivante, ma è parzialmente rovinato da una grafica che, tecnicamente, è di un livello un po' basso per la sua epoca.
Sicuramente vale la pena di darci un'occhiata, ma solo se siete amanti dei robottoni. Meriterebbe una serie di 4 o 5 OVA riassuntivi, allora sì che sarebbe davvero bello, ma ormai ne dubito.
Argento Soma è un anime mecha decisamente diverso dal solito.
Inizialmente lascia un po' così, sul subito forse non entusiasma. Ma si lascia comunque guardare, e man mano che la storia si sviluppa, si spiega, si articola, la qualità della visione migliora e alla fine uno vuole solo arrivare alla fine per capire tutti i misteri di questa storia.
I protagonisti principali sono ben caratterizzati, a partire da Rio, che forse, però, alla fine, stufa solo un po' per la sua nostalgia della fidanzata morta.
Gli alieni sono un po'... "pupazzosi", sembrano tutto tranne che cattivi (a parte quando si evolvono) e, forse, è un po' monotono il fatto che siano tutti uguali.
Comunque, che dire, se volete vedervi una serie mecha un po' diversa dal solito, dove i cattivi non sono poi totalmente malvagi e dove i buoni non sono poi proprio buoni, guardatelo!
Inizialmente lascia un po' così, sul subito forse non entusiasma. Ma si lascia comunque guardare, e man mano che la storia si sviluppa, si spiega, si articola, la qualità della visione migliora e alla fine uno vuole solo arrivare alla fine per capire tutti i misteri di questa storia.
I protagonisti principali sono ben caratterizzati, a partire da Rio, che forse, però, alla fine, stufa solo un po' per la sua nostalgia della fidanzata morta.
Gli alieni sono un po'... "pupazzosi", sembrano tutto tranne che cattivi (a parte quando si evolvono) e, forse, è un po' monotono il fatto che siano tutti uguali.
Comunque, che dire, se volete vedervi una serie mecha un po' diversa dal solito, dove i cattivi non sono poi totalmente malvagi e dove i buoni non sono poi proprio buoni, guardatelo!
Questo anime ricalca grosso modo la trama di Evangelion, dove si mira al lato introspettivo di quasi tutti i personaggi. La ragazzina che entra in contatto telepatico con il gigante Alieno (EX-1) è quanto meno enigmatica, infatti canta spesso un motivetto di una canzone popolare che a Soma, il quale è il pilota che insieme ai suoi compagni avrà il compito di ricacciare gli alieni provenienti dallo spazio, ricorda proprio quella di una sua collega scienziata, Maki, conosciuta in passato e adesso deceduta. In più, sempre Soma nutre un odio verso il gigante (o folletto come viene soprannominato buffamente dalla bambina).
Il chara design è fatto bene e ha un tratto veramente originale, perché è diverso da altre serie, ma appaga lo stesso la vista. Mentre il mecha design dei “buoni” è eccellente, altrettanto però non si può dire quello degli alieni, troppo spoglio e quasi privo di animazioni. I misteri dell'identità degli alieni (chi sono, cosa vogliono, da dove vengono) verranno svelati in maniera originale nelle ultime puntate.
Il chara design è fatto bene e ha un tratto veramente originale, perché è diverso da altre serie, ma appaga lo stesso la vista. Mentre il mecha design dei “buoni” è eccellente, altrettanto però non si può dire quello degli alieni, troppo spoglio e quasi privo di animazioni. I misteri dell'identità degli alieni (chi sono, cosa vogliono, da dove vengono) verranno svelati in maniera originale nelle ultime puntate.
Devo dire di aver trovato un tantino deludente questa serie. All'inizio la trama sembra fin troppo prevedibile, con lo stesso canovaccio che si ripete puntata dopo puntata; per la serie, “ogni volta affrontiamo un nemico sempre un po' più forte”. Con il passare del tempo, la situazione migliora, e la storia diviene più interessante, senza peraltro decollare in maniera decisa.
<b>ATTENZIONE! POSSIBILE SPOILER SUL FINALE!</b>
Il protagonista (Ryu Soma), più che una personalità tormentata e ossessionata dalla vendetta, pare solo un po' esaurito, avendo perso i contatti con la realtà (arriva ad assumere un alter ego e a fare il doppio gioco). Il riscatto finale era senz'altro nell'aria, anche perché una situazione del genere può terminare solo con esso, oppure con la morte del protagonista.
<b>FINE SPOILER!</b>
Nessuno dei comprimari mi ha inoltre colpito più di tanto, forse solo la comandante della base.
Anche il finale, ovvero la spiegazione esaustiva degli avvenimenti, pare un po' tirata per i capelli, e non mi ha soddisfatto per niente. Ho proseguito nella visione solo per vedere come andava a finire.
Dal punto di vista tecnico, ma qui siamo nel campo dei gusti personali, non ho trovato per niente positivo il chara dei personaggi, disegnati in un modo che io trovavo persino fastidioso durante la visione.
Si nota un tentativo di dare, da parte degli autori e sceneggiatori, un tono di stampo “evangelioniano” all'anime, senza però raggiungere lo scopo. Una spruzzata di pseudo-filosofia qua e là, il mito del ritorno, in un punto ben preciso della Terra (verso cui tutti gli alieni sono naturalmente spinti ad andare) non può certo bastare per evocare un'opera come NGE.
<b>ATTENZIONE! POSSIBILE SPOILER SUL FINALE!</b>
Il protagonista (Ryu Soma), più che una personalità tormentata e ossessionata dalla vendetta, pare solo un po' esaurito, avendo perso i contatti con la realtà (arriva ad assumere un alter ego e a fare il doppio gioco). Il riscatto finale era senz'altro nell'aria, anche perché una situazione del genere può terminare solo con esso, oppure con la morte del protagonista.
<b>FINE SPOILER!</b>
Nessuno dei comprimari mi ha inoltre colpito più di tanto, forse solo la comandante della base.
Anche il finale, ovvero la spiegazione esaustiva degli avvenimenti, pare un po' tirata per i capelli, e non mi ha soddisfatto per niente. Ho proseguito nella visione solo per vedere come andava a finire.
Dal punto di vista tecnico, ma qui siamo nel campo dei gusti personali, non ho trovato per niente positivo il chara dei personaggi, disegnati in un modo che io trovavo persino fastidioso durante la visione.
Si nota un tentativo di dare, da parte degli autori e sceneggiatori, un tono di stampo “evangelioniano” all'anime, senza però raggiungere lo scopo. Una spruzzata di pseudo-filosofia qua e là, il mito del ritorno, in un punto ben preciso della Terra (verso cui tutti gli alieni sono naturalmente spinti ad andare) non può certo bastare per evocare un'opera come NGE.
Io la definirei una serie brillante, ben strutturata e (cosa abbastanza rara) ben pensata. Abbiamo di fronte un anime che, a mio avviso, è molto "realistico" (no, non sto sognando i mezzi tecnologici presenti lì XD) semplicemente intendo dire che la caratterizzazione dei personaggi è stata studiata veramente bene, i colpi di scena non mancano affatto e per quanto mi riguarda definirlo Sci-Fi è riduttivo.
Questo anime è la storia di una vendetta, di una battaglia per la sopravvivenza della terra, rivalità tra organi di stato e, ciliegina sulla torta un alieno ed una bambina! Il tutto intrecciato magistralmente, arricchito da personaggi a tutto tondo e che può vantare un finale degno di questo nome!
Non svelo altro, temendo di aver già detto troppo, mentre invito chiunque a guardarlo ;)
Questo anime è la storia di una vendetta, di una battaglia per la sopravvivenza della terra, rivalità tra organi di stato e, ciliegina sulla torta un alieno ed una bambina! Il tutto intrecciato magistralmente, arricchito da personaggi a tutto tondo e che può vantare un finale degno di questo nome!
Non svelo altro, temendo di aver già detto troppo, mentre invito chiunque a guardarlo ;)
Takuto Kaneshiro è considerato un fisico geniale al dipartimento dell'università e vive una profonda storia d'amore con la sua collega Maki Agata. Durante un esperimento sul ritrovamento alieno EX-1 accade un terribile incidente, Takuto resta sfregiato in volto e Maki resta uccisa. Quel giorno Takuto cessa di esistere, sotto il nuovo nome di Ryu Soma, pretenderà la sua vendetta contro l'EX-1. Però...
Sebbene il character design sia un pò "particolare" Argento Soma fa un interessante lavoro "psicologico" e di "esplorazione di se stessi" sui vari personaggi. L'accostamento agli eventi che accadono e dei ricordi che risvegliano è elegante. Non è giocato solo sui fantascientifici combattimenti contro gli alieni, ma porta in gioco spunti importanti di riflessione con una trama sorprendente e un finale ad effetto.
Sebbene il character design sia un pò "particolare" Argento Soma fa un interessante lavoro "psicologico" e di "esplorazione di se stessi" sui vari personaggi. L'accostamento agli eventi che accadono e dei ricordi che risvegliano è elegante. Non è giocato solo sui fantascientifici combattimenti contro gli alieni, ma porta in gioco spunti importanti di riflessione con una trama sorprendente e un finale ad effetto.
Argento Soma e' stata una grande sorpresa. Soprattutto per il modo in cui si svolge la trama: le certezze che c'erano all'inizio vengono pian piano stravolte da quello che si scopre andando avanti, e sebbene i personaggi possano sembrare "i classici di questo tipo di serie", riservano anche loro sorprese niente male. Davvero inaspettata poi la rivelazione sugli invasori.
Ritengo che molti autori, anche molto blasonati, avrebbero due o tre cosette da imparare da questa serie...
Ritengo che molti autori, anche molto blasonati, avrebbero due o tre cosette da imparare da questa serie...
Sorprendente serie Si-Fi ispirata (ma meno di quanto si possa sembrare ad un'occhiata sommaria) ad Evangelion. Devo dire che il finale di AS è stato forse il più scioccante di qualunque anime mai visto per intero dal sottoscritto. Tecnicamente è stato criticato per la semplicità del tratto del disegno, ma a me, sinceramente è piaciuto moltissimo. Forse può essere un po' discutibile la scelta dei colori, ma stiamo davvero parlando di un pelo nell'uovo. Non ho afferrrato al 100% tutte le citazioni che altri hanno notato ma questo non ha pregiudicato affatto una godibilissima visione.