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Stairway90

Episodi visti: 2/2 --- Voto 6
La storia su cui si basa Chains of Lust, OAV di 2 episodi del 2003, dovrebbe essere, in teoria, piuttosto cupa: una ragazza di nome Miki viene rapita da due gestori di una videoteca per adulti e violentata per ricavarne video amatoriali; nella vicenda è poi coinvolta la madre di lei, ricattata con la richiesta di prestazioni sessuali in cambio della salvezza della sorella, e anche la zia (giustamente, non c'è due senza tre!). Tuttavia il sodalizio fra i due uomini si incrina quando uno dei due comincia a provare una passione morbosa per Miki (questo il nome della ragazzina rapita all'inizio), con conseguenze drammatiche e un colpo di scena conclusivo che, pur essendo ampiamente prevedibile, movimenta un po' le cose nel finale.

In realtà, una trama del genere serve solo come pretesto per mostrare scene di sesso, per lo più bondage e sadomaso, in cui le tre donne violentate si ritrovano a godere e a incitare i loro stupratori, come se nulla fosse. Certamente questa è un'immagine tipica dell'immaginario erotico giapponese, cui chi guarda abitualmente hentai è abituato (e a volte compare anche al di fuori degli hentai), ma toglie realismo e drammaticità a una trama che, invece, senza queste sbavature, sarebbe stata molto più interessante e piena di potenzialità. Però al pubblico si dà ciò che vuole, e se questo è ciò che vuole il pubblico di otaku nipponici cui è rivolta questa produzione… contenti loro, contenti tutti.

Il comparto tecnico è pregevole, con un ottimo character design, disegni e animazioni ben curate, un buon doppiaggio (per quanto possa esserlo quello di un hentai, fatto per la maggior parte di mugolii di piacere e gemiti). Fa storcere il naso soltanto l'aspetto fisico della madre e della zia di Miki, che sembrano quasi sue coetanee: va bene che negli anime spesso e volentieri l'età anagrafica dei personaggi e l'aspetto esteriore viaggiano su due binari differenti, ma non era certo impossibile rendere in animazione due donne adulte, differenziandole da Miki.


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GianniGreed

Episodi visti: 2/2 --- Voto 3
"Chains of Lust" è una miniserie hentai di due episodi.

La trama decisamente semplice e banale anche per il genere vede protagonisti due ragazzi che lavorano in negozio di video per adulti. Il loro "lavoro" principale però è quello di rapire e stuprare donne e riprendere il tutto, per poi vendere questi video illegali.
La storia inizia quando rapiscono una bella e giovane studentessa. Ben presto i due riescono tramite il ricatto, a coinvolgere la madre di lei, e la sorella della madre, sua zia.

Nel corso dei due episodi si assiste alle scene di stupro delle tre donne, e pian piano la storia si avvicina al suo "drammatico" (o perlomeno nelle intenzioni degli autori) finale.

Come anime hentai "Chains of Lust" risulta decisamente mediocre. La storia è quel che è, in questi casi dipende dai gusti e dalle devianze di ognuno, ma una storia a base di stupri non è proprio gradevole da guardare. Va detto però che come al solito, dato che l'anime è un hentai, le ragazze finiscono ben presto per non opporre più resistenza, pregando invece i propri carcerieri di averne ancora. Il finale è comunque davvero pessimo per non dire ridicolo.

Venendo alla qualità tecnica, le tre ragazze protagoniste sono belle e formose, ma le scene hentai con loro legate, appese, o a base di clisteri (sì, c'è pure sta roba) non sono per niente eccitanti.
La qualità media di disegni e animazioni è comunque di buon livello per gli standard del genere.
Doppiaggio di qualità sufficiente, mentre la ost non si fa proprio notare.

In breve quindi "Chains of Lust" non offre validi motivi per meritare una visione: ha una storia poco interessante e scene di sesso che non eccitano.
Dura appena un ora, ma a parità di durata ci sono anime hentai parecchio migliori di questo.


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KibiRain

Episodi visti: 2/2 --- Voto 6
"Chains of Lust" è stato rilasciato originariamente nel 2003 da Anime 18 e Central Park Media.

Trama: Tutto inizia col rapimento di Miki Seriyawa, studentessa prima vittima di Masaki e Koji. Questi ultimi lavorano per il Peach Paradise, che all'apparenza può sembrare una normale videoteca porno, in realtà alcuni video prodotti lì sono fatti dagli stessi proprietari che rapiscono e stuprano le proprie vittime.

Personaggi: Miki è una studentessa di una costosa scuola privata, è molto bella e formosa e salta subito all'occhio di Masaki e Koji,quest'ultimo inoltre la vorrà tutta per se. Sua madre Hiroko ha più o meno la stessa fisionomia della figlia ma non la stessa purezza. Shizue invece è la zia di Miki, con la medesima fisionomia delle altre due.Nelle ragazze cambiano solo i capelli e le età, c'è poca varietà e questo annoia un po'.
Capisco che gli hentai siano destinati maggiormente a un pubblico maschile quindi i personaggi maschi non sono così importanti. Però c'è qualcosa che rende Koji davvero disgustoso (sarà il suo aspetto o la sua voce).

Considerazioni personali.
Non sono pratica del genere, quindi non so riconoscere gli stereotipi quindi mi limiterò a dire se mi è piaciuto o no e perché. La storia è più o meno verosimile e questo è un punto a favore, inoltre non mancano i colpi di scena però non c'è varietà tra le ragazze, inoltre il personaggio di Shizue è un po' insipido. La sufficienza è per la storia e il finale.