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maxcristal1990

Episodi visti: 25/25 --- Voto 7,5
L'avventura di Ali Baba, Aladino e Morgiana prosegue. I tre protagonisti si separano per intraprendere un allenamento specifico per le proprie qualità. Nel frattempo, Aldino sfrutta l'occasione per indagare su un regno molto sospetto.

Anche questa stagione non si può definire nulla di che. L'aggettivo adeguato è sicuramente mediocre. Nonostante la storia prenda una piega molto interessante, si rovina nel finale, mostrando pagliacciate illogiche e per niente adeguate. I power up di Morgiana e Ali Baba non si capisce nemmeno come sono stati ottenuti! I nuovi personaggi della seconda stagione non sono niente di particolare, appaiono e poi scompaiono senza capire dove sono finiti... per non parlare di quello resuscitato così dal nulla. A parte tutte queste sequenze illogiche, la parte comica rende abbastanza bene.

Le animazioni, accompagnate da una buona scelta musicale, sono molto migliorate dalla prima stagione, rendendo i combattimenti molto più dettagliati e godibili. Sicuramente era intenzione trasmettere un messaggio, dall'autore, sulle guerre e sulla scala sociale. Per sfortuna, in questo anime non si capisce la morale di questo messaggio, quindi rimane una storia molto basica. Credo che il potenziale della storia sia stato sfruttato male, quindi... Nel complesso posso dire di aver visto molto meglio, anche se non lo escluderei dagli anime da vedere.


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AnthonySoma-sensei

Episodi visti: 50/25 --- Voto 9
Esistono alcune modalità di valutazione e pensiero attraverso le quali gli esseri umani non solo compiono azioni poco ortodosse e prevenute, ma allo stesso tempo ledono negativamente l'esistenza dei propri simili; tali modalità possono essere identificate attraverso il Pregiudizio e lo Stereotipo. Si tratta di due mezzi sociali molto potenti di cui è necessario prima distinguere correttamente le etimologie, pur avendo entrambe una natura tutt'altro che positiva: il pregiudizio è "un atteggiamento negativo caratteristico dell'individuo basato talvolta su conoscenze errate o preconcette", mentre lo stereotipo indica "una rappresentazione sociale di tipo negativa che l'individuo si costruisce rispetto a un gruppo di specifici soggetti".

Tutte quelle spirali di odio e vendetta evidenziate gradualmente in "Magi" vengono proprio dettate da questi due particolari aspetti sociali, capaci di generare dei sentimenti così negativi e profondi in alcuni personaggi, da trasformali radicalmente rispetto a come erano in precedenza; in effetti si è assistito molteplici volte a dei clamorosi ribaltamenti negli schieramenti, sia all'interno delle forze del Bene che in quelle del Male. Però adesso sorge spontanea una domanda: com'è possibile influenzare e modificare tanto facilmente la propria natura e i propri ideali a causa di specifici eventi passati, presenti o futuri che siano? Ebbene, il discorso è che siamo esseri umani, dotati non solo del raziocinio, ma anche di emozioni e sentimenti; difatti è proprio quell'emotività, la quale, essendo alimentata per l'appunto da molteplici pregiudizi e stereotipi, ha condotto alcuni personaggi dell'anime a trasformare i propri obbiettivi e i propri ideali rispetto a quelli che erano gli standard iniziali. Il messaggio trasmesso dall'autore si focalizza sul presupposto che solitamente l'essere umano sperimenta solo una delle due forze (Bene o Male), pertanto avere una visione incompleta delle due controparti indirizza l'individuo verso l'attribuzione di giudizi parziali e altamente soggettivi agli eventi che gli si pongono di fronte. Dopo tutto, è lo stesso Aristotele ad affermare nell'Etica Nicomachea che "la verità sta nel mezzo". Tale metafora è molto importante, poiché ci consente di chiarire ulteriormente il messaggio dell'autore: l'essere umano si realizza nel momento in cui ha sperimentato sia il Bene che il Male, dunque quando si trova esattamente nel bel mezzo delle due forze. In realtà, però, l'essere umano è ancora parecchio lontano dalla sua realizzazione ideale, a causa della sua natura egoistica e discriminatoria. La discriminazione è un altro aspetto sociale fondamentale riscontrabile all'interno di "Magi", e viene identificato come la sintesi esatta tra il pregiudizio e lo stereotipo; in effetti tale fenomeno ha una portata più ampia e soprattutto un effetto enormemente più radicato e negativo rispetto ai due precedentemente citati.

Analizzando nel dettaglio questo aspetto, è utile riportare la visione del mondo che si è costruito uno dei personaggi principali della seconda stagione: il direttore del Regno di Magnostadt, Matal Mogamett. Inizialmente egli considerava la magia come lo strumento attraverso il quale guidare positivamente gli esseri umani verso un futuro migliore... tuttavia la sua visione si è completamente trasformata nel momento in cui ha acquisito consapevolezza della "vera natura" (egoistica e discriminatoria) degli esseri umani, i quali, dopo tutto, non sono poi così diversi dagli animali: il loro scopo principale è la sopravvivenza (mangiare e accoppiarsi). L'unico fattore che li differenzia sostanzialmente dagli animali è il loro desiderio di dominio e conquista. Dunque i maghi, in verità, sono la "razza superiore" dotata dell'intelletto e della razionalità, la quale deve dominare e gestire la "razza inferiore e irrazionale" degli esseri umani. Il pensiero di Matal sugli umani per certi versi non è affatto sbagliato, tuttavia la sua nuova visione è eccessivamente discriminatoria ed è stata acquisita a causa di tutto l'odio e il rancore che ha covato per gli esseri umani con il passare degli anni. Dunque possiamo finalmente chiudere il cerchio e tornare al punto di partenza: è proprio questa la dimostrazione che fenomeni a cui magari non attribuiamo troppa importanza come discriminazioni, pregiudizi o stereotipi, possano generare, in realtà, un odio così profondo nei nostri simili, da arrivare a stabilire delle concezioni spaventose e aberranti. In ogni caso, per l'autore è possibile allontanarsi da sentimenti negativi profondamente radicati, tuttavia è necessario riuscirci il prima possibile, in quanto, una volta che l'individuo è entrato nella spirale dell'odio e della discriminazione, diviene impossibile abbandonarla senza aver prima causato profonde ferite non solo a sé stesso, ma soprattutto a chi lo circonda. In effetti è stato proprio questo l'errore di Matal, fare di tutta un'erba un fascio, e non prendere in considerazione chi si prodiga ogni giorno per aiutare i propri simili e migliorare sé stesso in maniera positiva. Dunque solo così l'essere umano può avviarsi verso quello che il pedagogista Paulo Freire definisce "Umanizzazione", ovvero il processo di realizzazione e massima espressione del potenziale individuale.

Tutto questo lungo percorso appena descritto rappresenta il "viaggio" che ha intrapreso Aladdin all'interno di questa realtà fantasy in cui è ambientato "Magi", costellata dalle influenze e dagli interventi attivi sia dei personaggi principali che di quelli secondari, i quali sono stati caratterizzati in maniera adeguata e pertinente agli eventi. Anche la trama ha un ruolo fondamentale nell'opera, poiché ci consente di comprendere appieno tutte le dinamiche e le sfaccettature del viaggio intrapreso da Aladdin e la sua profonda maturazione a livello globale.
La narrazione è stata nella maggior parte degli eventi sempre veloce e coinvolgente, essendo esaltata sia dagli inaspettati capovolgimenti di fronte presenti nella trama sia dai combattimenti intensi e senza esclusione di colpi. Mi hanno colpito soprattutto gli scontri della seconda stagione, ove il potenziale sia degli esseri umani che dei maghi è stato espresso nel miglior modo possibile.

Il comparto grafico ha sicuramente aiutato l'esaltazione di combattimenti precisi e dettagliati; ho trovato interessanti anche le particolari trasformazioni dei personaggi dovute ai loro straordinari poteri: la fusione con i propri Djinn (Masou) e i contrasti cromatici scaturiti risaltano perfettamente all'occhio dello spettatore. Il character design, in generale, invece non mi ha stupito particolarmente, con fisionomie dei personaggi semplici e neanche tanto particolareggiate. Il doppiaggio e le OST non mi sono dispiaciute.

Nel complesso "Magi" è sicuramente un capolavoro che va letto tra le righe, i messaggi dell'autore sono svariati e ci consentono non solo di riflettere criticamente su quella che è la natura deviante dell'essere umano, ma soprattutto ci avverte di non farci dominare dall'odio nei confronti di noi stessi e di chi ci circonda, poiché l'odio rappresenta lo strumento principe che condurrà l'essere umano alla sua definitiva estinzione. Un altro elemento che ho apprezzato sono le ambientazioni: l'idea di provare a coadiuvare la cultura orientale con quella occidentale attraverso i chiari riferimenti a strutture architettoniche giappo-persiane e alle tradizioni di alcuni popoli come quello romano.
Non posso far altro che consigliare la visione di "Magi" e sperare nell'uscita di una terza stagione!
Il mio voto finale è 9.


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PokeNew

Episodi visti: 25/25 --- Voto 9,5
"Magi - The Kingdom of Magic" è la seconda stagione di "Magi - The Labyrinth of Magic" e continua dove le vicende si erano interrotte, dopo lo scontro con l'organizzazione e il salvataggio di Dunya, l'ex principessa di Musta'sim che farà amicizia con Aladdin, che deciderà, proprio per questo motivo, di dirigersi verso Magnostadt, la città di maghi che sconfisse il regno di Musta'sim, per diventare più forte e scoprire i misteri della città.
Intanto Alibaba e Morgiana decidono di partire anche loro per un viaggio, rispettivamente per dirigersi verso l'impero di Reim per imparare a controllare la fusione geniesca e verso il continente nero alla ricerca di altri Fanalis.

Ed è con queste belle premesse che proseguono le avventure dei nostri eroi, che li porteranno a migliorarsi e a conoscere nuovi personaggi, che saranno molto importanti ai fini della storia e che tratteranno temi molto importanti, come, per esempio, la differenza tra maghi e non maghi oppure l'importanza della vita.

Per quanto riguarda il lato tecnico, non ci sono particolari cambiamenti e le OST, le opening e le ending si mantengono sugli ottimi livelli della prima stagione.

In definitiva, è stata un ottima stagione, sperando in una terza stagione, che prosegua gli eventi della trama e che si mantenga sugli stessi livelli.


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Hatake Rufy

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8
"Magi - The Kingdom of Magic" è la seconda stagione della serie anime "Magi - The Labyrinth of Magic".
La trama è sempre la stessa, e qui vedremo continuare la vicenda del Magi Aladdin dopo aver scelto Alibaba come candidato al titolo di re. In questa seconda stagione mi sarei aspettato un calo di trama, invece lo sviluppo della trama è stata sempre più in crescendo e mai costante; un fattore che la differenzia dagli eventi passati è quello dei personaggi che si dividono per raggiungere i loro obiettivi. Aladdin decide di aiutare la principessa Dunya, dopo aver ascoltato le sue terribili storie, quindi parte per il regno Magnoshtat, dove indagherà nella scuola di magia e dove farà nuove amicizie; inoltre la scuola di magia sarà di vitale importanza per lo scorrere della trama. Morgiana decide di ripercorrere le sue origini e tornare nel suo regno per vedere cosa troverà, spinta dall'incontro con un suo simile, mentre Alibaba invece comprende che per essere un candidato a re è meno forte rispetto agli altri, quindi decide di allenarsi con i gladiatori, affiancato da un personaggio che sarà di vitale importanza per gli andamenti della serie.

Nuovi personaggi saranno presentati in questa serie, ma nessuno di loro darà mai certezza dei propri obiettivi; infatti non ci accorgeremo mai di chi fa il doppio gioco o se, in realtà, un personaggio amato può essere ciò che sembra. La trama prosegue sempre più velocemente e nuove ambientazioni saranno presentate, per non annoiare lo spettatore; proseguendo verso il finale, avremo il piacere di assistere a tanta azione seguita da tante battaglie, ma per completare il tutto non manca un po' di sentimentalismo e forte emotività che spesso coinvolgerà il nostro Magi che, come una catena, trascinerà noi nelle sue emozioni. Il finale, oltre a battaglie sorprendenti, ci darà anche una buona parte riflessiva: capire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato è difficile, infatti in questa stagione non tutto sarà spiegato, rimandando ancora una volta a una prossima stagione.

Il comparto visivo è sempre lo stesso, con ottimi disegni e animazioni fluide, seguiti da ottimi colori che rispecchiano un mondo antico in tutto e per tutto, ma vedremo anche un ambiente molto ben costruito come quello dei maghi. Il comparto sonoro non delude, con un'ottima colonna sonora che non stanca, un'opening orecchiabile ed effetti sonori sempre azzeccati.

Consiglio questa seconda serie di "Magi" a chi ha già visto la prima serie, altrimenti non capirà nulla di quello che vedrà. Davvero un'ottima serie.


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Eversor

Episodi visti: 25/25 --- Voto 9
La prima stagione mi aveva lasciato perplesso all'inizio, per poi conquistarmi sempre di più puntata dopo puntata, fino all'ultimo istante, quando, con un grido di dolore, la mia anima ha subito desiderato l'uscita della seconda stagione. Ed eccoci qui, dopo un anno di distanza a raccontarvi questa nuova esperienza.
"Magi- The Kingdom of Magic", uscito nel 2013, risponde positivamente, almeno per quanto mi riguarda, a tutte le aspettative in esso riposte, replicando al successo della prima stagione, con un anime fantasy sensazionale, capace di stupire e mostrare nuovi aspetti di un mondo che sembra davvero vastissimo.
Tuttavia preferirei non perdermi in quisquiglie del genere, andando invece a raccontarvi immediatamente la trama di "Magi 2" (mi risparmio la fatica di scrivere il titolo per intero tutte le volte), che, come potrete vedere, offrirà notevoli spunti:

Alì Babà, Aladdin e Morgiana sono riusciti a superare insieme il pericolo dell'Organizzazione, salvando non solo la loro stessa vita, ma anche Sindria, capitale del regno di Sinbad. Ora però la situazione si è leggermente rasserenata, lasciando così spazio a un momento di relax, in cui i vari protagonisti avranno la possibilità di vivere giornate tranquille, approfondendo rapporti che, forse, prima non avevano avuto l'opportunità di fiorire. Se Alì Babà sembrava avere un'amicizia profonda con Morgiana (forse qualcosa di più, visti i loro sguardi), ora dovrà fare i conti anche con Hakuryuu che, colpito da un fulmine a ciel sereno, si accorge di essere attratto dalla candida fanciulla dei Fanalis, la tribù guerriera.
Anche Alì Babà avrà finalmente l'occasione di conoscere meglio la principessa Kougyoku, stringendo con lei una salda amicizia.
Ma non corrucciatevi, "Magi 2" non è diventato un commedia sentimentale, anzi, ben presto i guai torneranno a infuriare sulla piccola isoletta di Sinbad, costringendo così il piccolo gruppetto ad affrontare decisioni prima impensabili. La loro forza infatti è ancora insufficiente per affrontare i pericoli futuri: Aladdin non possiede ancora la piena padronanza con i suoi poteri, Alì Babà non è in grado di fondersi completamente con il proprio genio e Morgiana non ha ancora la forza per controllare le sue nuove abilità da seguace. Senza contare che Hakuryuu deve ancora fare i conti con il suo piano di sovvertire le forze in carica nell'impero do Kou, vendicando così l'uccisione di suo padre dei suoi fratelli.
Insomma, sono ancora troppo inesperti e l'unica alternativa è quella di dirigersi ognuno per la propria strada, l'unica possibile per affinare le varie tecniche e poter rincontrarsi un giorno…più forti.
I quattro ragazzi si lasciano con un promessa: un giorno sarebbero tornati insieme e avrebbe sconfitto il male che sembra incatenare il mondo, attraverso oscuri intrighi.
Ce la faranno?

Esordisco così: ho sempre amato quando negli anime, o nei manga, i vari protagonisti si dividono, rincontrandosi in futuro, cambiati e cresciuti. Con questa mossa si crea una sorta di aspettativa, una magica attesa, in cui lo spettatore aspetta paziente la rimpatriata.
"Magi 2" sfrutta da un lato questo effetto, dall'altro ne approfitta per narrare 4 storie differenti, sfruttando così i vari punti di vista dei protagonisti. Se prima formavano un gruppo unito, ora sono divisi e, in questo modo, si viene a creare un'alternanza di storie, avventure, vicende diverse che, in questa nuova rete, rendono l'anime ancora più dinamico.
Detto ciò non si può che fare un elogio verso l'attenzione rivolta ai vari personaggi. Infatti questi non solo vengono seguiti nella loro crescita, ma si cerca anche di raccontare nel dettaglio tutti i sentimenti che vivono nel corso della loro vita. Ognuno ha coscienza diversa e un modo di pensare differente e ciò è chiaramente distinguibile anche grazie alla descrizione che ci viene data, non solo fisica ma anche morale.
In questa nuova stagione vengono introdotti molti nuovi personaggi e altri vengono rispolverati dal passato, ma, tranne in alcune occasioni, tutto questo non crea affatto confusione, anzi…

La grafica rispecchia pienamente quella della prima stagione, senza apparenti modifiche o miglioramenti, ma, in fin dei conti, la avevo apprezzata in "Magi" e me la sono gustata anche in "Magi 2". I colori sono vivaci e brillanti, stabilendo così fin da subito che si tratta di un anime fantasy e tale deve rimanere.
I combattimenti magici e non sono realizzati in maniera mirabile, anche se, alla fine, finiscono sempre alla stessa maniera (Aladdin che parla con la coscienza dell'avversario e lo cambia nell'anima). Bello, certo, ma avrei preferito un pochino di crudeltà in più. Altra cosa è il sangue. Sangue? Eh, già. Molto spesso in questo genere di anime si cerca di ridurlo al minimo, quasi a renderlo passabile anche per un pubblico più piccolo. In questo caso invece non viene certo risparmiato, anzi, alcune scene sono anche abbastanza cruente.
Le musiche sono fantastiche, anche se ho riscontrato alcuni piccoli difetti nel doppiaggio, non tanto negli attori, quanto piuttosto nella corrispondenza tra i movimenti della bocca e il suono della voce. Ma, in fin ei conti, sono dettagli minuscoli.

"Magi-The Kingdom of Magic" è un'opera di mirabile fattura, capace di farsi apprezzare anche in tutta la sua semplicità. Il finale è bellissimo e non fa altro che farmi desiderare un terza stagione. Impossibile? Un desiderio vano? Chissà, certamente sperare non fa mai male e, in fondo, ha avuto un notevole successo anche commerciale. Motivazione più che valida per continuare a puntare su questo titolo.
Una scommessa che, almeno per ora, è riuscita a conquistare tutti e il sottoscritto in primis. Un anime è bello quando commuove, quando fa piangere, non tanto per delle scene romantiche, sdolcinate o commuoventi (quest'ultime presenti pure in "Magi"), quanto piuttosto per la consapevolezza di trovarsi di fronte a un capolavoro. Un anime degno di essere visto e degno di essere apprezzato.

Voto finale: 9


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Haru glory

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8
Seconda serie animata per l'opera di Shinobu Ohtaka, questi 25 episodi andati in onda a partire dall'autunno 2013 fino all'inverno 2014 fanno raggiungere alla trasposizione ad opera di "A-1 Pictures" un totale di 50 puntate, questa stagione in particolare copre tre archi narrativi: il primo è quello dei pirati, funge principalmente da breve intermezzo e pur rimanendo su buoni livelli, nella visione globale della serie può apparire sottotono; il secondo è il World Exploration Arc, ben più interessante del primo, vedrà la separazione del trio di protagonisti Mor-Alìbaba-Aladin e si avrà modo di fare conoscenza di alcuni personaggi piuttosto rilevanti; la terza ed ultima saga, nonché la più sostanziosa ed entusiasmante è quella di Mangnostad, che vede come protagonista assoluto un Aladin alle prese con la controparte manga di Hogwarts, dove però non sarà tutto rose e fiori come poteva sembrare inizialmente, senza spoilerare ulteriormente dico solo che ne vedrete delle belle e che si tratta a mio parere del miglior arco narrativo fino ad ora animato.
Generalmente rispetto alla prima serie troviamo maggiore drammaticità, e pur non mancando siparietti comici, a farla da padrone qui sono atmosfere più cupe e serie. Personalmente io le apprezzo ma ai puristi sono da segnalare anche rari casi isolati di fanservice (Meyer-sensei based) comunque sempre adeguati al contesto e senza mai cadere nel trash. Cosa altro dire della sceneggiatura di quest'opera se non che è tra le più riuscite tra gli shonen attualmente in corso di pubblicazione, e che miscelata ad uno degli universi espansi tra i più affascinanti e meglio congegnati del panorama, rende questa serie imperdibile per tutti gli appassionati dello shonen moderno. Se proprio dovessi trovare un difetto nello sviluppo della trama di questa serie sarebbe il poco spazio lasciato a personaggi carismatici come ad esempio Hakuryu o Morgiana, ma si tratta di una pecca di poco conto se raffrontato alla qualità generale della trama.
Un 8 meritato per Aladin che ancora una volta si conferma protagonista di uno degli shonen più interessanti e affascinanti tra quelli attualmente on-going, e che spero vivamente continui a mantenersi su questi livelli anche nel suo futuro.


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Kotaro

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8
Come promesso alla fine della prima, "Magi" torna per una seconda stagione che ne prosegue la storia esattamente da dove l'avevamo lasciata.
Sebbene all'apparenza non sembrino esserci tante differenze, già dal primo episodio si nota l'elemento che maggiormente caratterizzerà questa seconda parte.
Dopo tante avventure, infatti, i nostri eroi decidono di separarsi, ognuno alla ricerca della propria strada: Morgiana parte alla volta del Continente Oscuro, alla ricerca delle sue origini e della leggendaria stirpe Fanalis; Alibaba si reca nell'impero di Rehm, pronto ad allenarsi per diventare un gladiatore; Hakuryu ritorna nella sua patria in cerca di vendetta, forte dei nuovi poteri ottenuti con la conquista del dungeon di Zagan; Aladdin, dopo aver sentito gli orribili racconti della principessa Dunya, parte per il regno di Magnoshtat, deciso a svelarne i molti misteri, a partire dalla sua celebre scuola di magia.
Un ultimo viaggio insieme, prima che la separazione avvenga, riprende le fila della prima serie e getta nuove basi per la seconda: fra risate al chiaro di luna, i primi turbamenti sentimentali che cominciano a insinuarsi nel gruppo e il furioso scontro con una strana e oscura banda di pirati, ritroviamo tutto ciò che tanto ci era piaciuto del primo "Magi", in primis quell'atmosfera avventurosa e fantastica un po' vecchio stile, fra scontri a base di poteri magici e viaggi in luoghi esotici e ricchi di fascino.

La separazione dei quattro protagonisti ci porta dritti dritti nella seconda fase della storia, con i suoi alti e i suoi bassi. Lo stile con cui si sceglie di narrarla è, purtroppo, lo stesso di storie come "One Piece" o "L'emblema di Roto", in cui si seguono solo le vicende del protagonista e ci si ritrova poi con i coprotagonisti già cresciuti, senza aver potuto assistere alle loro avventure in solitario o alla loro graduale crescita.
Solo un paio di episodi sono dedicati all'addestramento da gladiatore di Alibaba e addirittura solo uno a testa a Morgiana e Hakuryu, sacrificando la loro caratterizzazione, la varietà delle ambientazioni della storia e privandosi di approfondimenti su personaggi che potevano essere anche più interessanti del protagonista, come spesso accade negli anime di questo tipo. Peccato, perché i personaggi che accompagnano i coprotagonisti nei loro cammini in solitario hanno sicuramente molto da dire (soprattutto nel caso dell'enigmatico Yunan, leggendario Magi e improvvisato maestro di Morgiana) e dispiace che non abbiano potuto farlo.

La maggior parte della serie, dunque, segue la vicenda di Aladdin all'interno della scuola di Magnoshtat, il "kingdom of magic" del titolo.
Qui l'atmosfera di "Magi" cambia, rinunciando ai viaggi e all'Oriente per trasformarsi in una versione più nera di "Harry Potter", chiusa nel setting di una bizzarra scuola di magia all'occidentale dove tutti si vestono con cappelli da strega e tremendi abiti neri un po' da suora.
Stupisce che l'autrice sia andata a ripescare "Harry Potter" (il cui fenomeno si è abbastanza smorzato dopo la conclusione dei libri e dei film) per inserirlo nella sua storia, anche se tutto sommato il tutto è ben inquadrato e non sembra poi così fuori posto. Del resto, "Magi - The kingdom of magic" non manca di svelarci un po' meglio la geografia del suo universo e presentarci stati e nazioni che si rifanno all'Arabia, alla Cina, alla Mongolia, alla Grecia, all'Africa, all'Egitto, all'antica Roma, e dunque in questa varietà di luoghi non stupisce affatto la presenza di un regno governato da maghi.
Certo, i rimandi alla saga di "Harry Potter" si sprecano: dalla divisa della scuola al grande complesso a castello con aule, mense e dormitori, dal preside che è un vecchio e saggio mago con la lunga barba bianca al rivale biondo e fighetto che si oppone al protagonista. Inoltre, se nei romanzi della Rowling i maghi purosangue guardano con disprezzo quelli di sangue misto, qui vengono esacerbati la tematica razziale e il conseguente confronto fra maghi (o comunque umani che si intendono di magia in qualche modo) e "goi", gli umani privi di poteri.
Questa seconda stagione di "Magi" ruota, in buona parte, intorno a questo tema, su cui si fondano i misteri di Magnoshtat e che sarà alla base di praticamente tutta la trama e le azioni dei personaggi, anche se non ci si dimentica di portare avanti con ottimi risvolti anche alcune delle sottotrame più interessanti introdotte nella prima, come le misteriose origini di Aladdin e la lotta contro l'oscura organizzazione Al-Thamen, che anche in questa seconda parte non è certo stata con le mani in mano.

E' un "Magi" meno avventuroso e meno d'azione, salvo l'ultimo gruppo di episodi, dal taglio apocalittico e atti a riunire il cast e tirare le fila delle varie sottotrame con una dura battaglia su larga scala, ricchissima di magie, trasformazioni e combattimenti.
Per buona parte della serie, invece, "Magi" esplode in tutti i suoi aspetti più intimistici e psicologici, con episodi di grande (anche un po' troppo, in certi frangenti) tristezza e intensità che indagano nella psiche dei personaggi, nel loro passato, nei loro problemi, nei loro traumi, nei loro desideri.
I giovani protagonisti si fanno un po' da parte per parlare, nel bene e nel male, un po' dei "grandi", i personaggi che con le loro azioni e le loro trame fanno la storia del mondo, il cui carisma riesce spesso a bucare lo schermo.
L'attenzione si sposta sui grandi strateghi dal carattere affascinante e ambiguo, come il re Sindbad o il principe guerriero Ren Kouen, sulla perfida imperatrice Ren Gyokuen (personaggio tanto odioso quanto inaspettatamente fondamentale per la trama tutta), sulla misteriosa Sherahazade, una dei tre Magi, tanto potente quando dolce.
Personaggio cardine di questa seconda serie è, però, l'austero Matal Mogamett, grande mago e preside di Magnoshtat, dal carattere complesso e tormentato, personificazione in barba, carne ed ossa delle regole e delle tematiche del suo "kingdom of magic", di un cuore gentile e uno sconfinato amore per il prossimo... a patto, però, che questi sia un mago, perchè i "goi" senza poteri, invece, sono solo spazzatura indegna di essere considerata, se non per ricordare fra rabbia e tristezza un ridente passato in cui le sue convinzioni erano differenti.

Questa seconda serie introduce parecchi nuovi personaggi ed è un po' difficile riconoscerli e ricordarseli tutti, visto che molti di loro, soprattutto i giovani, sono abbastanza simili fra loro e che alcuni possono trasformarsi, cambiando radicalmente aspetto anche in più modi diversi, grazie agli oggetti magici. Nella gran battaglia finale degli ultimi episodi, risulta un po' difficile capire "chi è chi"... e qui si è comunque aiutati dai bellissimi colori, posso immaginare quanto sarà difficile nel manga!
Dispiace che i personaggi di "Magi" abbiano perso un po' di freschezza rispetto alle origini, accentuando sempre più il loro essere tristi, fragili, oscuri, ambigui, cattivi. Se comunque i personaggi adulti riescono a mantenere il loro fascino, molti dei nuovi giovani personaggi introdotti in questa seconda stagione non sono granché simpatici e rientrano in due categorie una più odiosa dell'altra: le "femminucce" frignone che si piangono addosso in continuazione e i piccoli psicopatici che nonostante siano solo dei ragazzini molto giovani sghinazzano e si divertono tagliando gole e sparandosi le pose.
Alla prima categoria appartiene l'ambiguo Titus Alexius, giovane clone di Alibaba che viene inizialmente presentato come un mago spavaldo e dotato che si oppone ad Aladdin negli esami scolastici, si rivela ben presto un effeminato piagnone, la cui storia personale è esageratamente drammatica nonché un'ottima scusa per far piangere di continuo lui e gli spettatori. La seconda è, invece, rappresentata dal rosso Ren Kouha, piccolo principino tanto effeminato quanto sadico.
Come se non bastasse, anche Hakuryu, dopo aver passato la prima serie nella categoria delle "femminucce", ha la bella pensata di seguire Judal, odioso esponente della categoria dei "piccoli psicopatici", trasformandosi nell'ennesimo "Sasuke Uchiha" di cui certo la serie non aveva bisogno, ma vedremo come si intenderà gestirlo in futuro.

Dal lato puramente tecnico, questa seconda stagione si dimostra pressoché identica alla precedente, con un'ottima grafica, splendidi scenari e ottime animazioni/effetti grafici nelle scene che coinvolgono incantesimi e trasformazioni.
La colonna sonora è sempre ottima, decisamente evocativa. Alcuni pezzi più riusciti della prima serie, come il solenne "Notre Empire", vengono qui riutilizzati in alcune scene clou, ed è davvero un piacere risentirli. Molto carine e orecchiabili anche le quattro sigle, dal ritmo pop/dance.
Buono anche il doppiaggio, per quanto, conformandosi alla lagnosità di molti dei nuovi personaggi introdotti, anche le loro voci saranno un po' antipatiche.

"Magi - The kingdom of magic" continua le vicende della prima serie in maniera un po' diversa, concentrandosi più sulle psicologie che sull'avventura e non risparmiandosi scene oscure, drammatiche o un po' forti, ma non manca di continuare ad emozionare i suoi spettatori con messaggi di pace, tolleranza, amicizia, perdono, affetto, con un universo narrativo in continua espansione e sempre ricco di fascino e con una storia dai tanti misteri che tengono sempre alta l'attenzione dello spettatore.
E' un peccato che non si sia potuto approfondire in maniera più completa le vicende degli altri comprimari. Personalmente, più che due stagioni di 25 episodi l'una separate da diversi mesi, avrei preferito una serie unica, più lunga, con diversi episodi filler che mostrassero più nel dettaglio le avventure di Alibaba e Morgiana, i posti che hanno visitato, le persone che hanno incontrato e le varie tappe della loro crescita fisica e personale.
Ma forse è meglio così, perché la loro prolungata assenza dalle scene probabilmente rende più efficace e toccante quel ridente, splendido abbraccio finale che i tre amici si rivolgono dopo essersi ritrovati.
Per chi ha amato la prima stagione è doveroso proseguire con la seconda, che cambia un po' le carte in tavola e ha qualche difetto assente nella serie dell'anno scorso, ma regala nuovi, fondamentali tasselli per comporre il bel puzzle del piccolo Aladdin e delle sue magiche avventure, insieme a tante, nuove, emozioni, in attesa di una terza parte di cui ancora non si è parlato ma che, molto probabilmente, in futuro arriverà.