Leone il cane fifone
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Introduzione
È una serie decisamente anticonvenzionale, fuori dagli schemi e fuori dallo spazio e dal tempo, una serie di avventure dentro e fuori di noi che trascende tutto ciò che è ordinario e spazia nelle dimensioni al di là della nostra percezione sensoriale, ma è anche una serie che parla di crescita interiore, di superamento di conflitti interiori e personali, così come conflitti esterni e collettivi che ci condizionano e ci portano a vedere oltre il nostro ego e a capire che niente è ciò che sembra, ma, al contrario, bisogna essere disposti ad andare fino in fondo e contemplarlo, analizzarlo, sintetizzarlo, comprenderlo, accettarlo, sopportarlo e tollerarlo, poiché ci riguarda e ci tocca dentro, e quindi non ci permette di ignorarlo e trascurarlo.
Sinossi e introduzione
Queste sono le (dis-)avventure di Leone e della sua famiglia, Marilù, la dolce e premurosa padrona, e Giustino, l'arcigno, brontolone, scontroso, egoista, ignorante, arrogante, presuntuoso, prepotente, subdolo padrone di casa, che puntualmente se la devono vedere con fenomeni paranormali, disgrazie, sciagure e catastrofi di ogni sorta, e che puntualmente devono risolvere per arrivare alla fine della giornata, possibilmente senza lesioni, mutilazioni e squartamenti. Impresa tutt'altro che scontata.
Analisi e sintesi
Possiamo affermare che la serie, che consta di cinquantadue episodi divisi ciascuno in due episodi, rappresenta una sorta di spaccato di vita che porta più che altro Leone a riflettere, ragionare, prendere l'iniziativa e affrontare le situazioni che gli si pongono davanti in modo più o meno razionale e/o irrazionale, adottando vari schemi, strategie e tattiche a seconda della situazione. Essendo la serie composta di quattro stagioni, ciascuna di esse è composta (simbolicamente) di tredici episodi; il 13 è il numero associato alla malasorte, la sfortuna, la sciagura, la disgrazia e la sventura, e questo è reso sempre simbolicamente. Ciascuna delle quattro stagioni rappresenta una delle quattro fasi di crescita per il nostro amico rosa.
La prima è l'infanzia, e quindi affronta anche problemi legati a tale periodo dell'esistenza, quindi anche problemi di piccola natura che si possono affrontare facilmente, magari con qualche leggero aiuto. La seconda serie rappresenta l'adolescenza, e questo rappresenta un periodo di passaggio verso l'età adulta, dove la vita pone già problemi più impegnativi che richiedono riflessione, rielaborazione, riconcettualizzazione, concentrazione e cominciare a creare soluzioni più elaborate, complesse, vaste, articolate, diversificate e profonde. La terza serie rappresenta l'età adulta, qui Leone ormai prende più coscienza, consapevolezza di sé stesso, del mondo che lo circonda e dei pericoli, delle minacce e degli ostacoli che esso pone lungo il nostro cammino, e quindi deve tenersi pronto ad ogni costo, se vuole evitare di essere distrutto, annientato, e salvare anche Marilù e Giustino, e capisce, ma anche da prima, che i peggiori mostri sono gli esseri umani, spinti dall'avidità, dalla crudeltà, dalla sete di potere, prestigio, fama, gloria, ricchezza, per colmare il vuoto che si portano nel cuore, nella mente. Infine, la quarta stagione rappresenta la vecchiaia, dove ogni individuo fa i conti con tutto e tutti, incluso soprattutto il proprio passato, e impara ad accettarsi così com'è, e che non può e non deve sempre accontentare e compiacere gli altri, specie quando ci sono quelli che non ti corrispondono e ti maltrattano. Di conseguenza, possiamo dire che questa serie animata rappresenta una sorta di psicanalisi del cervello di un bambino, che è sempre spaventato da ogni cosa che non conosce, ma della cui paura riesce avere la meglio, dato che si sforza di comprendere e di capire l'origine di ciò che lo spaventa, e riesce a superarlo, anche grazie all'aiuto e/o alla guida di chi meno ce lo si aspetta. Il messaggio della serie è quindi imparare a conoscere le proprie paure, fobie, incertezze, insicurezze, dubbi, esitazioni, e affrontarli a modo proprio e senza pentirsi. Questa serie può inoltre anche essere considerata come uno specchio degli orrori di questa società indifferente, insofferente, indolente, egoista, sfruttatrice, manipolatrice, avida, crudele, disumana, spietata, amorale, che genera e partorisce mostri della peggior specie, che solo un atto di gentilezza, altruismo, compassione, affetto, amore, coraggio, lealtà, comprensione, tolleranza, sopportazione, intelligenza riesce a placare. Vi sono anche degli episodi comici a lieto fine, per stemperare la tensione provata, che possono anche incoraggiare i bambini a meglio familiarizzare con le proprie paure, incertezze, insicurezze, angosce, ansie e dubbi.
Personaggi
I personaggi principali sono appunto Leone, Marilù e Giustino, insieme a tanti altri che li circondano e che li mettono più o meno alla prova, o che li vogliono veramente rovinare, torturare, uccidere, smembrare, squartare, trasformare. Leone è la metafora del bambino lasciato/abbandonato a sé stesso in un mondo che non lo vuole, non lo desidera e soprattutto lo vuole distruggere, annientare, demolire, insieme alla sua famiglia. In un certo senso rappresenta l'ago della bilancia di ogni situazione, colui che cerca a dispetto delle apparenze di mantenere la calma, la tranquillità, il buon senso, la ragione, il giudizio, la coscienza e la consapevolezza e la coerenza in ogni situazione, per quanto questa possa sembrare ostile, raccapricciante, orribile, angosciante, terrificante, e cerca sempre ogni soluzione, facendo ricorso anche alla propria memoria a breve termine per ricordare i dettagli e i particolari più importanti che gli permettono attraverso una rapida rielaborazione di trovare sempre una soluzione.
Marilù rappresenta quella figura materna sempre buona, gentile, premurosa, altruista, paziente, ottimista e ospitale, che dà sempre riparo e conforto, e la quale molto spesso è minacciata proprio per questo, e che puntualmente Leone deve proteggere da qualsiasi minaccia, pericolo esterno e/o interno, come Giustino, che al contrario di Marilù rappresenta invece la figura paterna scontrosa, arcigna, avida, egoista, prepotente, arrogante, presuntuosa, invidiosa, ignorante, pessimista, piena di collera, furia, ira, rabbia, quella figura dispotica, autoritaria, violenta, cinica, insofferente, indifferente, indolente e peggio ancora incosciente, irresponsabile, che è molto spesso la causa dei guai della famiglia, poiché si rifiuta di affrontare il proprio passato, e, quando invece lo ricorda, non ha altro che ricordi spiacevoli di sua madre e suo padre, che hanno preferito suo fratello maggiore a lui, e quindi non è mai riuscito a rielaborare e risolvere il conflitto con l'autorità dei genitori e ad uscire dall'ombra del fratello maggiore, che l'ha sempre sovrastato. Di conseguenza, quando vede Leone, vede suo fratello, e questo lo manda in bestia, poiché anche Leone piace a sua madre più di quanto lui piaccia a lei, anche perché Leone riesce quasi sempre a risolvere anche le situazioni più piccole, dove invece Giustino fa sempre sfoggio del suo karma negativo. Gli altri personaggi compaiono più o meno diverse volte e tornano in base alla necessità o al fatto che hanno bisogno più o meno di qualcosa, o diventano magari amici di Leone e della famiglia, a conferma anche del carattere inclusivo della serie. Essi dimostrano una varietà di sentimenti ed emozioni dei tipi più svariati, talvolta decisamente esagerati, ma al fine di enfatizzare il proprio stato mentale, d'animo, emotivo, nella speranza di trovare qualcuno che li capisca e li sostenga.
Altri invece sono alla ricerca di qualcosa di effimero, superficiale, piatto, insignificante, vano, vacuo, e, a seconda di chi si tratti, riescono a capirlo in tempo o ne rimangono talmente plagiati da non uscirne più.
Grafica
La grafica è, a dispetto dell'apparenza fantastica, distinta, originale, poiché rende perfettamente il senso di degrado, degenerazione, scadenza, mediocrità, sporcizia ma anche di desolazione, disperazione, dolore, orrore, terrore e trascuratezza delle ambientazioni in cui le vicende hanno luogo e dei personaggi che ci abitano. I colori sono disposti in maniera anomala, per rimarcare, sottolineare ed enfatizzare questo senso di degrado, così come i disegni, i quali sono disarmonici, non seguono alcuno schema ordinato e, se lo seguono, questo viene distorto per comunicare l'idea e la sensazione dello squilibrio e della paura. Ma sono soprattutto i personaggi, i quali sono rappresentati con grandi deformità, a dare questa idea di spaventoso, lugubre, poiché hanno caratteristiche più o meno esagerate e/o annullate per fornire tale idea.
Musica
La colonna sonora della serie è una sequenza di sonorità spaventose, terribili, lugubri, raccapriccianti, da brivido, angoscia, ansia, che ben caratterizzano le vicende narrate negli episodi della serie e ben enfatizzano l'atmosfera che le caratterizza insieme ai sentimenti ed emozioni dei personaggi, sia quelli buoni che quelli malvagi. Esse vengono riproposte all'inizio di ogni episodio, per dare un input allo spettatore, affinché capisca di che genere di orrore si tratta.
Lezioni e insegnamenti
Questa serie ci insegna ad essere profondi, ad imparare a fermarsi ad ascoltare sia noi stessi che il prossimo, a non permettere alla paura, al pregiudizio, al preconcetto, di condizionare la nostra prospettiva e visione del mondo, e di conseguenza il nostro pensiero e le sue sfumature. Ci invita a vedere oltre, al di là delle apparenze, e di contemplare, comprendere, analizzare, sintetizzare, rielaborare e riformulare i fenomeni che accadono dentro e fuori di noi. Ci insegna ad avere pazienza, tempra, carattere, e a mantenere la calma, la tranquillità in ogni momento.
Un capolavoro tra le serie animate. Un sempreverde da vedere e rivedere ogni qualvolta si hanno dubbi.
Voto: 10
Introduzione
È una serie decisamente anticonvenzionale, fuori dagli schemi e fuori dallo spazio e dal tempo, una serie di avventure dentro e fuori di noi che trascende tutto ciò che è ordinario e spazia nelle dimensioni al di là della nostra percezione sensoriale, ma è anche una serie che parla di crescita interiore, di superamento di conflitti interiori e personali, così come conflitti esterni e collettivi che ci condizionano e ci portano a vedere oltre il nostro ego e a capire che niente è ciò che sembra, ma, al contrario, bisogna essere disposti ad andare fino in fondo e contemplarlo, analizzarlo, sintetizzarlo, comprenderlo, accettarlo, sopportarlo e tollerarlo, poiché ci riguarda e ci tocca dentro, e quindi non ci permette di ignorarlo e trascurarlo.
Sinossi e introduzione
Queste sono le (dis-)avventure di Leone e della sua famiglia, Marilù, la dolce e premurosa padrona, e Giustino, l'arcigno, brontolone, scontroso, egoista, ignorante, arrogante, presuntuoso, prepotente, subdolo padrone di casa, che puntualmente se la devono vedere con fenomeni paranormali, disgrazie, sciagure e catastrofi di ogni sorta, e che puntualmente devono risolvere per arrivare alla fine della giornata, possibilmente senza lesioni, mutilazioni e squartamenti. Impresa tutt'altro che scontata.
Analisi e sintesi
Possiamo affermare che la serie, che consta di cinquantadue episodi divisi ciascuno in due episodi, rappresenta una sorta di spaccato di vita che porta più che altro Leone a riflettere, ragionare, prendere l'iniziativa e affrontare le situazioni che gli si pongono davanti in modo più o meno razionale e/o irrazionale, adottando vari schemi, strategie e tattiche a seconda della situazione. Essendo la serie composta di quattro stagioni, ciascuna di esse è composta (simbolicamente) di tredici episodi; il 13 è il numero associato alla malasorte, la sfortuna, la sciagura, la disgrazia e la sventura, e questo è reso sempre simbolicamente. Ciascuna delle quattro stagioni rappresenta una delle quattro fasi di crescita per il nostro amico rosa.
La prima è l'infanzia, e quindi affronta anche problemi legati a tale periodo dell'esistenza, quindi anche problemi di piccola natura che si possono affrontare facilmente, magari con qualche leggero aiuto. La seconda serie rappresenta l'adolescenza, e questo rappresenta un periodo di passaggio verso l'età adulta, dove la vita pone già problemi più impegnativi che richiedono riflessione, rielaborazione, riconcettualizzazione, concentrazione e cominciare a creare soluzioni più elaborate, complesse, vaste, articolate, diversificate e profonde. La terza serie rappresenta l'età adulta, qui Leone ormai prende più coscienza, consapevolezza di sé stesso, del mondo che lo circonda e dei pericoli, delle minacce e degli ostacoli che esso pone lungo il nostro cammino, e quindi deve tenersi pronto ad ogni costo, se vuole evitare di essere distrutto, annientato, e salvare anche Marilù e Giustino, e capisce, ma anche da prima, che i peggiori mostri sono gli esseri umani, spinti dall'avidità, dalla crudeltà, dalla sete di potere, prestigio, fama, gloria, ricchezza, per colmare il vuoto che si portano nel cuore, nella mente. Infine, la quarta stagione rappresenta la vecchiaia, dove ogni individuo fa i conti con tutto e tutti, incluso soprattutto il proprio passato, e impara ad accettarsi così com'è, e che non può e non deve sempre accontentare e compiacere gli altri, specie quando ci sono quelli che non ti corrispondono e ti maltrattano. Di conseguenza, possiamo dire che questa serie animata rappresenta una sorta di psicanalisi del cervello di un bambino, che è sempre spaventato da ogni cosa che non conosce, ma della cui paura riesce avere la meglio, dato che si sforza di comprendere e di capire l'origine di ciò che lo spaventa, e riesce a superarlo, anche grazie all'aiuto e/o alla guida di chi meno ce lo si aspetta. Il messaggio della serie è quindi imparare a conoscere le proprie paure, fobie, incertezze, insicurezze, dubbi, esitazioni, e affrontarli a modo proprio e senza pentirsi. Questa serie può inoltre anche essere considerata come uno specchio degli orrori di questa società indifferente, insofferente, indolente, egoista, sfruttatrice, manipolatrice, avida, crudele, disumana, spietata, amorale, che genera e partorisce mostri della peggior specie, che solo un atto di gentilezza, altruismo, compassione, affetto, amore, coraggio, lealtà, comprensione, tolleranza, sopportazione, intelligenza riesce a placare. Vi sono anche degli episodi comici a lieto fine, per stemperare la tensione provata, che possono anche incoraggiare i bambini a meglio familiarizzare con le proprie paure, incertezze, insicurezze, angosce, ansie e dubbi.
Personaggi
I personaggi principali sono appunto Leone, Marilù e Giustino, insieme a tanti altri che li circondano e che li mettono più o meno alla prova, o che li vogliono veramente rovinare, torturare, uccidere, smembrare, squartare, trasformare. Leone è la metafora del bambino lasciato/abbandonato a sé stesso in un mondo che non lo vuole, non lo desidera e soprattutto lo vuole distruggere, annientare, demolire, insieme alla sua famiglia. In un certo senso rappresenta l'ago della bilancia di ogni situazione, colui che cerca a dispetto delle apparenze di mantenere la calma, la tranquillità, il buon senso, la ragione, il giudizio, la coscienza e la consapevolezza e la coerenza in ogni situazione, per quanto questa possa sembrare ostile, raccapricciante, orribile, angosciante, terrificante, e cerca sempre ogni soluzione, facendo ricorso anche alla propria memoria a breve termine per ricordare i dettagli e i particolari più importanti che gli permettono attraverso una rapida rielaborazione di trovare sempre una soluzione.
Marilù rappresenta quella figura materna sempre buona, gentile, premurosa, altruista, paziente, ottimista e ospitale, che dà sempre riparo e conforto, e la quale molto spesso è minacciata proprio per questo, e che puntualmente Leone deve proteggere da qualsiasi minaccia, pericolo esterno e/o interno, come Giustino, che al contrario di Marilù rappresenta invece la figura paterna scontrosa, arcigna, avida, egoista, prepotente, arrogante, presuntuosa, invidiosa, ignorante, pessimista, piena di collera, furia, ira, rabbia, quella figura dispotica, autoritaria, violenta, cinica, insofferente, indifferente, indolente e peggio ancora incosciente, irresponsabile, che è molto spesso la causa dei guai della famiglia, poiché si rifiuta di affrontare il proprio passato, e, quando invece lo ricorda, non ha altro che ricordi spiacevoli di sua madre e suo padre, che hanno preferito suo fratello maggiore a lui, e quindi non è mai riuscito a rielaborare e risolvere il conflitto con l'autorità dei genitori e ad uscire dall'ombra del fratello maggiore, che l'ha sempre sovrastato. Di conseguenza, quando vede Leone, vede suo fratello, e questo lo manda in bestia, poiché anche Leone piace a sua madre più di quanto lui piaccia a lei, anche perché Leone riesce quasi sempre a risolvere anche le situazioni più piccole, dove invece Giustino fa sempre sfoggio del suo karma negativo. Gli altri personaggi compaiono più o meno diverse volte e tornano in base alla necessità o al fatto che hanno bisogno più o meno di qualcosa, o diventano magari amici di Leone e della famiglia, a conferma anche del carattere inclusivo della serie. Essi dimostrano una varietà di sentimenti ed emozioni dei tipi più svariati, talvolta decisamente esagerati, ma al fine di enfatizzare il proprio stato mentale, d'animo, emotivo, nella speranza di trovare qualcuno che li capisca e li sostenga.
Altri invece sono alla ricerca di qualcosa di effimero, superficiale, piatto, insignificante, vano, vacuo, e, a seconda di chi si tratti, riescono a capirlo in tempo o ne rimangono talmente plagiati da non uscirne più.
Grafica
La grafica è, a dispetto dell'apparenza fantastica, distinta, originale, poiché rende perfettamente il senso di degrado, degenerazione, scadenza, mediocrità, sporcizia ma anche di desolazione, disperazione, dolore, orrore, terrore e trascuratezza delle ambientazioni in cui le vicende hanno luogo e dei personaggi che ci abitano. I colori sono disposti in maniera anomala, per rimarcare, sottolineare ed enfatizzare questo senso di degrado, così come i disegni, i quali sono disarmonici, non seguono alcuno schema ordinato e, se lo seguono, questo viene distorto per comunicare l'idea e la sensazione dello squilibrio e della paura. Ma sono soprattutto i personaggi, i quali sono rappresentati con grandi deformità, a dare questa idea di spaventoso, lugubre, poiché hanno caratteristiche più o meno esagerate e/o annullate per fornire tale idea.
Musica
La colonna sonora della serie è una sequenza di sonorità spaventose, terribili, lugubri, raccapriccianti, da brivido, angoscia, ansia, che ben caratterizzano le vicende narrate negli episodi della serie e ben enfatizzano l'atmosfera che le caratterizza insieme ai sentimenti ed emozioni dei personaggi, sia quelli buoni che quelli malvagi. Esse vengono riproposte all'inizio di ogni episodio, per dare un input allo spettatore, affinché capisca di che genere di orrore si tratta.
Lezioni e insegnamenti
Questa serie ci insegna ad essere profondi, ad imparare a fermarsi ad ascoltare sia noi stessi che il prossimo, a non permettere alla paura, al pregiudizio, al preconcetto, di condizionare la nostra prospettiva e visione del mondo, e di conseguenza il nostro pensiero e le sue sfumature. Ci invita a vedere oltre, al di là delle apparenze, e di contemplare, comprendere, analizzare, sintetizzare, rielaborare e riformulare i fenomeni che accadono dentro e fuori di noi. Ci insegna ad avere pazienza, tempra, carattere, e a mantenere la calma, la tranquillità in ogni momento.
Un capolavoro tra le serie animate. Un sempreverde da vedere e rivedere ogni qualvolta si hanno dubbi.
Voto: 10
Chi è della vecchia scuola come me non poteva di certo perdersi ogni giorno un nuovo episodio di Leone e la sua famiglia su Cartoon Network. Ogni volta succedevano le peggiori cose, e nonostante la sua paura per tutto toccava sempre a Leone salvare tutto e mettere le cose a posto. Che dire? Non si può odiare, tanto meno dire qualcosa di negativo su certi cartoni animati che ti segnano la giovane età: il cartone animato è di sicuro originale, e ogni episodio ha una sua storia, quindi ogni volta ci troveremo davanti a diversi pericoli e mostri spaventosi che minacciano Leone, ma a volte anche la città vicino (di cui non so il nome). Tutti gli episodi sono rigorosamente doppiati, e l'unica cosa da fare sarebbe rivederli tutti.
Leone il cane Fifone, o meglio Coraggio il cane Codardo (Courage the Cowardly Dog) è stata una serie d'elite del passato, sicuramente molto apprezzata, al pari di altre glorie lisergiche e piacevolmente nostalgiche di cartoon network, tipo: Jonny Bravo, le Superchicche, Mucca e Pollo, Samurai Jack, Ed Edd Eddy, il laboratorio di Dexter ecc. La particolarità di Leone però era che univa gag sciocche come tasche piene di roba alla Eta Beta e brevi capacità trasformiste e sproporzionanti ad elementi molto più ricercati, possedeva un umorismo particolare, ma spesso legato al contesto paranoico-protettivo dove le gag più gratuite erano complessivamente poche e ripetitive in modo da delineare lo stile del personaggio. Insomma un po diverso da altri prodotti puramente demenziali, con occhioni staccabili e lingue srotolanti. Bene o male però tutti i cartoni di quella rete avevano nella prima metà del nuovo millennio un loro equilibrio visionario, soprattutto i figlioletti di un bravo, ma allora sfavillante, Genndy Tartakovsky.
Leone nacque con un pilot dallo stile simile ma più irregolare, un esperimento come tanti, senza pretese e debuttò poi con una impostazione soft-soft horror, anima che si ammorbidì nelle successive stagioni, tornando solo di tanto in tanto alle origini. Il creatore John R. Dilworth ed il suo staff infatti furono invitati a renderlo più fruibile e benché essi siano riusciti a non perdere mai l'essenza autoriale, un danno evidente dovuto ai perbenisti con torce e forconi fu l'inspiegabile perdita della parola da parte del piccolo canide, cosa che relegò umilmente i bravi doppiatori, tra cui il nostro validissimo Baldini a pochi versetti frustrati. Per tanti aspetti più o meno evidenti, si può dire che Leone fu il Dylan Dog della rete televisiva.
Per quanto non vi sia un confine netto, si possono distinguere tre sottili tipi di "Leone". 1) Quello cupo, contro: il perfido Gatti ed oscure entità come la strega della pozzanghera nera, le tessitrici, il teatro di Fusilli, il critico ulcera vivente, la talpa mannara e lo zombie Tarantella, 2) quello più avventuroso, contro: la volpe, l'uomo di neve, i militari, vari dei, il furfante Le Quack, vari ortaggi viventi ed alieni ovipari, robotici o verminosi, ed infine 3) quello più narrativo, con: lo schiaccianoci nella discarica, le sagome di cartone, le epiche valchirie, la distruttiva signora perfezione, l'infelice dottor Zalost ed il conflitto pulp della gatta rancorosa innamorata della coniglia imprigionata dalla banda di cani, un rapporto lesbo edulcorato ma ben inteso.
Il personaggio di Leone è entrato nel cuore degli spettatori fondamentalmente per la sua positività, il rapporto di protezione con la sua dolce padrona Marilù è davvero granitico nonostante lo stile appaia scanzonato, ed il bracchetto rosa non cede a sentimenti negativi nemmeno con Giustino, che lo tratta sempre con invidiosa cattiveria, infatti Leone non lo odia e cerca non di rado di salvare anche lui, pur rassegnandosi non troppo difficilmente in caso di troppi problemi e scelta necessaria. In ogni caso il personaggio tiene sempre fede al suo nome, infatti che si chiami Leone o Coraggio, nonostante abbia timore pure di uno spot televisivo, in caso di bisogno la piccola creatura va, pur incerta, avanti, sempre e comunque e la sua tipica frase "cosa non si fa per amore" spiega puntualmente dove trova la forza di affrontare roba davvero pericolosa pure per uno spavaldo nerboruto. E' un personaggio molto simile al nintendoso Luigi, non si fa notare, è goffo, insicuro, ma capace di non arrendersi mai per le persone a cui tiene, quindi il vero prototipo dell'eroe e del coraggio, perché per quanto si ammirino i protagonisti potenti e carismatici sempre in prima linea, chi non conosce la paura o la vince facilmente è meno coraggioso di questi mitici tipetti, cosi apparentemente insignificanti, poco portati per natura, eppure così tosti e validi per propria, genuina, volontà. La serie è una di quelle che al contrario degli altrettanto geniali Simpson, Futurama e Fantagenitori, si è saputa fermare in tempo, solo quattro (ma molto succose) stagioni. Infatti l'aumento di profondità in alcune storie, in certi casi più introspettive ed il cambio di certi elementi erano già segno di voler tentare nuove strade per mancanza di spunti, quindi anche se la qualità era ancora alta, pur con rammarico è stato solo un bene, altrimenti, per dirla all'americana, avrebbe sicuramente "saltato lo squalo" da lì a poco.
Leone era e resterà sempre una piccola perla, con un'atmosfera tutta sua, ed adatta a tutti.
Leone nacque con un pilot dallo stile simile ma più irregolare, un esperimento come tanti, senza pretese e debuttò poi con una impostazione soft-soft horror, anima che si ammorbidì nelle successive stagioni, tornando solo di tanto in tanto alle origini. Il creatore John R. Dilworth ed il suo staff infatti furono invitati a renderlo più fruibile e benché essi siano riusciti a non perdere mai l'essenza autoriale, un danno evidente dovuto ai perbenisti con torce e forconi fu l'inspiegabile perdita della parola da parte del piccolo canide, cosa che relegò umilmente i bravi doppiatori, tra cui il nostro validissimo Baldini a pochi versetti frustrati. Per tanti aspetti più o meno evidenti, si può dire che Leone fu il Dylan Dog della rete televisiva.
Per quanto non vi sia un confine netto, si possono distinguere tre sottili tipi di "Leone". 1) Quello cupo, contro: il perfido Gatti ed oscure entità come la strega della pozzanghera nera, le tessitrici, il teatro di Fusilli, il critico ulcera vivente, la talpa mannara e lo zombie Tarantella, 2) quello più avventuroso, contro: la volpe, l'uomo di neve, i militari, vari dei, il furfante Le Quack, vari ortaggi viventi ed alieni ovipari, robotici o verminosi, ed infine 3) quello più narrativo, con: lo schiaccianoci nella discarica, le sagome di cartone, le epiche valchirie, la distruttiva signora perfezione, l'infelice dottor Zalost ed il conflitto pulp della gatta rancorosa innamorata della coniglia imprigionata dalla banda di cani, un rapporto lesbo edulcorato ma ben inteso.
Il personaggio di Leone è entrato nel cuore degli spettatori fondamentalmente per la sua positività, il rapporto di protezione con la sua dolce padrona Marilù è davvero granitico nonostante lo stile appaia scanzonato, ed il bracchetto rosa non cede a sentimenti negativi nemmeno con Giustino, che lo tratta sempre con invidiosa cattiveria, infatti Leone non lo odia e cerca non di rado di salvare anche lui, pur rassegnandosi non troppo difficilmente in caso di troppi problemi e scelta necessaria. In ogni caso il personaggio tiene sempre fede al suo nome, infatti che si chiami Leone o Coraggio, nonostante abbia timore pure di uno spot televisivo, in caso di bisogno la piccola creatura va, pur incerta, avanti, sempre e comunque e la sua tipica frase "cosa non si fa per amore" spiega puntualmente dove trova la forza di affrontare roba davvero pericolosa pure per uno spavaldo nerboruto. E' un personaggio molto simile al nintendoso Luigi, non si fa notare, è goffo, insicuro, ma capace di non arrendersi mai per le persone a cui tiene, quindi il vero prototipo dell'eroe e del coraggio, perché per quanto si ammirino i protagonisti potenti e carismatici sempre in prima linea, chi non conosce la paura o la vince facilmente è meno coraggioso di questi mitici tipetti, cosi apparentemente insignificanti, poco portati per natura, eppure così tosti e validi per propria, genuina, volontà. La serie è una di quelle che al contrario degli altrettanto geniali Simpson, Futurama e Fantagenitori, si è saputa fermare in tempo, solo quattro (ma molto succose) stagioni. Infatti l'aumento di profondità in alcune storie, in certi casi più introspettive ed il cambio di certi elementi erano già segno di voler tentare nuove strade per mancanza di spunti, quindi anche se la qualità era ancora alta, pur con rammarico è stato solo un bene, altrimenti, per dirla all'americana, avrebbe sicuramente "saltato lo squalo" da lì a poco.
Leone era e resterà sempre una piccola perla, con un'atmosfera tutta sua, ed adatta a tutti.