LocoDol
“Futsuu no Joshikousei ga [Locodol] Yattemita” (letteralmente “Delle normali liceali hanno provato a fare le locodol”) è un anime del 2014 prodotto dallo studio feel e basato sull’omonimo manga scritto e disegnato da Koutarou Kosugi. La serie si compone di dodici episodi, a cui aggiungiamo uno special (la tredicesima puntata) e due OVA.
Nanako Usami è un’ordinaria studentessa del liceo che vorrebbe acquistare un nuovo costume da bagno per l’inaugurazione della piscina comunale. A corto di denaro, la ragazza accetta l’offerta di lavoro dello zio, senza sapere di cosa si tratti esattamente. Nanako si ritroverà così, suo malgrado, a fare la locodol, ovvero un’idol locale che promuove la sua città. Questo assieme alla bella e affidabile senpai Yukari Kohinata.
Estenuanti lezioni di danza, esercizi per la voce e concerti davanti a schiere di fan adoranti: questi sono gli elementi portanti di serie dedicate alle idol quali “Love Live!”, “AKB0048” o “The Idolm@ster”, e che magari ci si aspetta di trovare anche nell’anime oggetto di questa recensione. Tuttavia, come detto in precedenza, protagoniste sono locodol, non idol: canzoni e coreografie (presenti sì e no in due o tre episodi) lasciano dunque spazio ad altre attività che ruotano attorno a tale professione. Grazie a questo leggero cambio di rotta, “Locodol” sarebbe potuto essere un anime davvero originale e molto diverso rispetto a quelli che siamo abituati a vedere raggruppati sotto l’etichetta in questione. Bisogna constatare, però, che in realtà la serie non riesce a decollare affatto.
La causa, a mio avviso, è proprio la nuova figura professionale introdotta: se si fosse trattato di semplici idol, gli autori avrebbero potuto ripiegare sui soliti eventi sopraccitati; qui, invece, bisognava cercare spunti interessanti con cui arricchire gli episodi e che si legassero alla promozione della città. La cosa, purtroppo, non è andata per il meglio: il risultato è una serie noiosa e che non coinvolge affatto lo spettatore. Nel corso delle puntate, le nostre locodol non faranno che debellare nidi di vespe per sponsorizzare pesticidi o assaggiare dolciumi per pubblicizzare pasticcerie. Il ritmo è davvero lento, la sceneggiatura piuttosto banale: in alcuni frangenti, ho avuto quasi l’impressione che avessero aggiunto frasi o scene inutili per raggiungere i canonici ventiquattro minuti. L’introduzione di una mascotte - tale Uogokoro-kun - e l’averle dedicato svariati episodi con tanto di gara nazionale hanno provato quanto scarsa fosse la quantità di idee dietro la realizzazione dell’opera. Anche il lato comico (la serie dovrebbe essere una commedia, tra le altre cose) vanta battute e gag che raramente divertono chi sta guardando.
I personaggi costituiscono un’altra nota dolente. Partiamo dalle protagoniste: Nanako e Yukari, le nostre due locodol, sono prive di spessore ed evidentemente stereotipate. La prima è la solita ragazza ordinaria, imbranata e senza nessuna dote in particolare, ma amata da tutti per la sua semplicità; le seconda, invece, è la dolce e premurosa senpai su cui si può fare sempre affidamento. Oltre al profondo rapporto di amicizia creatosi tra di loro, non credo che le due ragazze siano riuscite a trasmettermi altro. Stesso discorso vale per Yui e Mirai, ovvero la persona dentro il costume di Uogokoro e la sua sostituta: anche qui ci troviamo dinanzi a due personaggi privi di personalità (la seconda soprattutto, forse la più anonima di tutti).
Passiamo al lato tecnico. In questo caso, devo ammettere che character design e animazioni hanno mantenuto una buona qualità per gran parte degli episodi (non eccezionale, ma comunque piacevole per la visione). Gli sfondi, invece, sono realizzati in maniera piuttosto semplice e ordinaria, al limite della sufficienza. Neanche Nagarekawa, la città in cui si svolgono le vicende, possiede tra l’altro luoghi di particolare bellezza, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno delle locodol. Le OST sono alquanto anonime, così come le sigle (l’ending è leggermente più orecchiabile dell’opening).
In conclusione, “Locodol” non si può certo definire un anime che si distingue della massa. L’idea originale con cui era partito non è stata sviluppata a dovere, dando così luogo a situazioni estremamente lente e noiose. Anche il proposito iniziale, ovvero quello di risollevare il turismo della città, alla fine non è stato raggiunto: un nulla di fatto a cui forse si potrebbe ovviare con una seconda stagione che mostri i frutti del duro lavoro di Nanako e Yukari. Alla povertà di contenuti e tematiche aggiungiamo, infine, dei personaggi parecchio insipidi. Il mio voto non raggiunge la sufficienza: 5 e mezzo.
Nanako Usami è un’ordinaria studentessa del liceo che vorrebbe acquistare un nuovo costume da bagno per l’inaugurazione della piscina comunale. A corto di denaro, la ragazza accetta l’offerta di lavoro dello zio, senza sapere di cosa si tratti esattamente. Nanako si ritroverà così, suo malgrado, a fare la locodol, ovvero un’idol locale che promuove la sua città. Questo assieme alla bella e affidabile senpai Yukari Kohinata.
Estenuanti lezioni di danza, esercizi per la voce e concerti davanti a schiere di fan adoranti: questi sono gli elementi portanti di serie dedicate alle idol quali “Love Live!”, “AKB0048” o “The Idolm@ster”, e che magari ci si aspetta di trovare anche nell’anime oggetto di questa recensione. Tuttavia, come detto in precedenza, protagoniste sono locodol, non idol: canzoni e coreografie (presenti sì e no in due o tre episodi) lasciano dunque spazio ad altre attività che ruotano attorno a tale professione. Grazie a questo leggero cambio di rotta, “Locodol” sarebbe potuto essere un anime davvero originale e molto diverso rispetto a quelli che siamo abituati a vedere raggruppati sotto l’etichetta in questione. Bisogna constatare, però, che in realtà la serie non riesce a decollare affatto.
La causa, a mio avviso, è proprio la nuova figura professionale introdotta: se si fosse trattato di semplici idol, gli autori avrebbero potuto ripiegare sui soliti eventi sopraccitati; qui, invece, bisognava cercare spunti interessanti con cui arricchire gli episodi e che si legassero alla promozione della città. La cosa, purtroppo, non è andata per il meglio: il risultato è una serie noiosa e che non coinvolge affatto lo spettatore. Nel corso delle puntate, le nostre locodol non faranno che debellare nidi di vespe per sponsorizzare pesticidi o assaggiare dolciumi per pubblicizzare pasticcerie. Il ritmo è davvero lento, la sceneggiatura piuttosto banale: in alcuni frangenti, ho avuto quasi l’impressione che avessero aggiunto frasi o scene inutili per raggiungere i canonici ventiquattro minuti. L’introduzione di una mascotte - tale Uogokoro-kun - e l’averle dedicato svariati episodi con tanto di gara nazionale hanno provato quanto scarsa fosse la quantità di idee dietro la realizzazione dell’opera. Anche il lato comico (la serie dovrebbe essere una commedia, tra le altre cose) vanta battute e gag che raramente divertono chi sta guardando.
I personaggi costituiscono un’altra nota dolente. Partiamo dalle protagoniste: Nanako e Yukari, le nostre due locodol, sono prive di spessore ed evidentemente stereotipate. La prima è la solita ragazza ordinaria, imbranata e senza nessuna dote in particolare, ma amata da tutti per la sua semplicità; le seconda, invece, è la dolce e premurosa senpai su cui si può fare sempre affidamento. Oltre al profondo rapporto di amicizia creatosi tra di loro, non credo che le due ragazze siano riuscite a trasmettermi altro. Stesso discorso vale per Yui e Mirai, ovvero la persona dentro il costume di Uogokoro e la sua sostituta: anche qui ci troviamo dinanzi a due personaggi privi di personalità (la seconda soprattutto, forse la più anonima di tutti).
Passiamo al lato tecnico. In questo caso, devo ammettere che character design e animazioni hanno mantenuto una buona qualità per gran parte degli episodi (non eccezionale, ma comunque piacevole per la visione). Gli sfondi, invece, sono realizzati in maniera piuttosto semplice e ordinaria, al limite della sufficienza. Neanche Nagarekawa, la città in cui si svolgono le vicende, possiede tra l’altro luoghi di particolare bellezza, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno delle locodol. Le OST sono alquanto anonime, così come le sigle (l’ending è leggermente più orecchiabile dell’opening).
In conclusione, “Locodol” non si può certo definire un anime che si distingue della massa. L’idea originale con cui era partito non è stata sviluppata a dovere, dando così luogo a situazioni estremamente lente e noiose. Anche il proposito iniziale, ovvero quello di risollevare il turismo della città, alla fine non è stato raggiunto: un nulla di fatto a cui forse si potrebbe ovviare con una seconda stagione che mostri i frutti del duro lavoro di Nanako e Yukari. Alla povertà di contenuti e tematiche aggiungiamo, infine, dei personaggi parecchio insipidi. Il mio voto non raggiunge la sufficienza: 5 e mezzo.
Esistono titoli che non brillano per appariscenza o per chissà quali doti particolari, eppure, proprio a causa della loro semplicità, possono conquistare un'inaspettata fetta di pubblico. "Locodol" rientra in questa categoria.
"Locodol" è una serie della stagione autunnale 2014 composta da tredici episodi. L'opera trae origine dall'omonimo manga yonkoma del 2011.
Trama: Nanako Usami è una ragazzina delle superiori che alle elementari sognava di poter diventare una idol. Suo zio lavora nel comune e la invita a diventare una Locodol (una idol che deve promuovere il suo paese natio, Nagarekawa) assieme alla senpai Yukari. Inizialmente la ragazza rifiuta, ma dovrà accettare poiché ha acquistato un costume con i soldi elargiti dallo zio. Ha così inizio la sua carriera di Locodol, l'idol pagata con le tasse comunali.
Grafica: nulla di eclatante, si lascia guardare. Le ambientazioni sono sempliciotte e poco varie, il grado di dettaglio è bassino. Le animazioni sono accettabili per la tipologia dell'opera. Il character design è carino, migliore rispetto al manga.
Sonoro: simpatico e orecchiabile. L'opening è molto vivace e dinamica. L'ending è una canzoncina piuttosto allegra anche se musicalmente non è granché. OST molto simpatiche e ben fatte, effetti sonori nella media. Buon doppiaggio.
Personaggi: l'universo di "Locodol" è caratterizzato da un piccolo gruppo di personaggi molto semplici e simpatici, la cui caratterizzazione non risulta particolarmente elaborata. I fattori evolutivi e psicologici sono presenti in minima parte. L'interazione si attesta su livelli discreti.
Sceneggiatura: l'opera è molto semplice e la gestione temporale rispecchia la natura del prodotto. Molta linearità di eventi, pochi flashback e un ritmo piuttosto lento sono le caratteristiche fondamentali. Le scene d'azione sono piuttosto ridotte e sono tutte focalizzate su fini comici (anche se non sempre ci riescono), è presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono nella media.
Finale: non è malvagio. L'opera si conclude piuttosto bene, senza nulla di eclatante. Il finale è piuttosto completo ed esaustivo e si conclude in linea con la serie.
In sintesi, "Locodol" è, al netto dei difetti, un prodotto che sa intrattenere discretamente il pubblico. L'opera in sé non è nulla di eccezionale, ma sa strappare qualche sorriso e consente di trascorrere piacevoli momenti. La serie è consigliabile agli amanti del genere "vita quotidiana" con qualche scena musicale.
"Locodol" è una serie della stagione autunnale 2014 composta da tredici episodi. L'opera trae origine dall'omonimo manga yonkoma del 2011.
Trama: Nanako Usami è una ragazzina delle superiori che alle elementari sognava di poter diventare una idol. Suo zio lavora nel comune e la invita a diventare una Locodol (una idol che deve promuovere il suo paese natio, Nagarekawa) assieme alla senpai Yukari. Inizialmente la ragazza rifiuta, ma dovrà accettare poiché ha acquistato un costume con i soldi elargiti dallo zio. Ha così inizio la sua carriera di Locodol, l'idol pagata con le tasse comunali.
Grafica: nulla di eclatante, si lascia guardare. Le ambientazioni sono sempliciotte e poco varie, il grado di dettaglio è bassino. Le animazioni sono accettabili per la tipologia dell'opera. Il character design è carino, migliore rispetto al manga.
Sonoro: simpatico e orecchiabile. L'opening è molto vivace e dinamica. L'ending è una canzoncina piuttosto allegra anche se musicalmente non è granché. OST molto simpatiche e ben fatte, effetti sonori nella media. Buon doppiaggio.
Personaggi: l'universo di "Locodol" è caratterizzato da un piccolo gruppo di personaggi molto semplici e simpatici, la cui caratterizzazione non risulta particolarmente elaborata. I fattori evolutivi e psicologici sono presenti in minima parte. L'interazione si attesta su livelli discreti.
Sceneggiatura: l'opera è molto semplice e la gestione temporale rispecchia la natura del prodotto. Molta linearità di eventi, pochi flashback e un ritmo piuttosto lento sono le caratteristiche fondamentali. Le scene d'azione sono piuttosto ridotte e sono tutte focalizzate su fini comici (anche se non sempre ci riescono), è presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono nella media.
Finale: non è malvagio. L'opera si conclude piuttosto bene, senza nulla di eclatante. Il finale è piuttosto completo ed esaustivo e si conclude in linea con la serie.
In sintesi, "Locodol" è, al netto dei difetti, un prodotto che sa intrattenere discretamente il pubblico. L'opera in sé non è nulla di eccezionale, ma sa strappare qualche sorriso e consente di trascorrere piacevoli momenti. La serie è consigliabile agli amanti del genere "vita quotidiana" con qualche scena musicale.
Locodol è un anime che fa quello che promette più che bene. Non è un capolavoro né una pietra miliare, ma sicuramente è uno dei migliori anime della sua stagione, meglio di molte serie più blasonate.
Racconta l'avventura di due liceali (a cui si aggiungono altre due figure) che vengono arruolate per motivi diversi (che scopriremo avanti) a fare le locodol - o rappresentanti/idol locali - della loro piccola città, Nagarekawa, che effettivamente ha ben poche attrattive rispetto a città più popolose e famose. Ma grazie all'impegno, umiltà e affiatamento crescente fra le due, lentamente guadagnano la popolarità, che però non è mai irrealistica (cosa che apprezzo molto!). Fra inizi con esibizioni e impegni veramente terra terra (dallo snidare le api all'apertura di una piscina), l'affiatamento in particolare fra Yukari (bionda, atletica, abile e figlia di una ricca famiglia) e Nanako (tenera, tenace, dolce e media liceale senza qualità appariscenti) sconfina spesso in qualcosa di più di una forte amicizia (soprattutto da parte di Yukari), ed è un rapporto che viene ben approfondito. Alle due protagoniste si affiancherà Yuri, una ragazza minuta e atletica (ginnasta) ma estremamente timida ad esibirsi in pubblico, che andrà ad animare un pupazzo che diventa la mascotte di Nagarekawa, riuscendo in questo modo a superare la sua timidezza e a dare un contributo alla missione di portare visibilità alla città. Poco significativa è l'ultima aggiunta, che fa da sostituta alla mascotte alternandosi con Yuri.
I disegni e le animazioni sono sempre più che soddisfacenti, con tratto moe ma non esagerato, senza scintillii o colori vivaci superflui, e le puntate scorrono piacevolmente senza intoppi e lasciandomi soddisfatto.
Le canzoni sono in linea con il tono dell'anime, allegre e piacevoli, e aggiungono un valore extra benché siano poche.
Complessivamente un anime molto leggero, ove si giunge alla conclusione sempre con il sorriso.
Racconta l'avventura di due liceali (a cui si aggiungono altre due figure) che vengono arruolate per motivi diversi (che scopriremo avanti) a fare le locodol - o rappresentanti/idol locali - della loro piccola città, Nagarekawa, che effettivamente ha ben poche attrattive rispetto a città più popolose e famose. Ma grazie all'impegno, umiltà e affiatamento crescente fra le due, lentamente guadagnano la popolarità, che però non è mai irrealistica (cosa che apprezzo molto!). Fra inizi con esibizioni e impegni veramente terra terra (dallo snidare le api all'apertura di una piscina), l'affiatamento in particolare fra Yukari (bionda, atletica, abile e figlia di una ricca famiglia) e Nanako (tenera, tenace, dolce e media liceale senza qualità appariscenti) sconfina spesso in qualcosa di più di una forte amicizia (soprattutto da parte di Yukari), ed è un rapporto che viene ben approfondito. Alle due protagoniste si affiancherà Yuri, una ragazza minuta e atletica (ginnasta) ma estremamente timida ad esibirsi in pubblico, che andrà ad animare un pupazzo che diventa la mascotte di Nagarekawa, riuscendo in questo modo a superare la sua timidezza e a dare un contributo alla missione di portare visibilità alla città. Poco significativa è l'ultima aggiunta, che fa da sostituta alla mascotte alternandosi con Yuri.
I disegni e le animazioni sono sempre più che soddisfacenti, con tratto moe ma non esagerato, senza scintillii o colori vivaci superflui, e le puntate scorrono piacevolmente senza intoppi e lasciandomi soddisfatto.
Le canzoni sono in linea con il tono dell'anime, allegre e piacevoli, e aggiungono un valore extra benché siano poche.
Complessivamente un anime molto leggero, ove si giunge alla conclusione sempre con il sorriso.
Nel complesso, LocoDol, racconta in chiave leggera un lavoro abbastanza normale ma sconosciuto ai più, un lavoro che anche nel nostro paese non è inusuale. Se ci pensate un'attimo, se siete stati in alcuni mega centri commerciali o in alcuni parchi a tema, avrete notato spettacolini pubblicitari spesso accompagnati da mascotte. Locodol rimane un anime leggero, fresco, da guardare se ci si vuol rilassare. Con questo non voglio dire che non abbia nulla da raccontare, semplicemente lo fa con nessuna prosopopea, parla di impegno, di collaborazione, di sacrificio, di aiuto reciproco e di reciproca attenzione, di impegnarsi a far bene qualsiasi cosa così da averne comunque soddisfazione. Quanti genitori credete riescano ad insegnare tutto ciò ai propri ragazzini?
A proposito, vi è anche una puntata 13 ma nulla aggiunge alla storia, ma è un modo per dire che una qualsiasi cosa, che pur non avendo grandi attrattive, può diventare interessante se la si sa vendere con convinzione e passione.
A proposito, vi è anche una puntata 13 ma nulla aggiunge alla storia, ma è un modo per dire che una qualsiasi cosa, che pur non avendo grandi attrattive, può diventare interessante se la si sa vendere con convinzione e passione.