Trinity Seven
Ho sempre sostenuto che anime e manga vadano valutati con due metri separati e che un buon lavoro resta un buon lavoro anche se si discosta in modo evidente dall'opera da cui ha origine. Questo non significa che anime e manga non vadano confrontati; significa solo ammettere la possibilità che nonostante le deviazioni sulla trama il prodotto finale ottenuto dalla trasposizione animata (o cartacea, se arriva per seconda) possa essere migliore o perlomeno di ugual valore, seppur diverso, dalla sua formulazione originale. Per stroncare un anime, a mio avviso, non basta la non corrispondenza con il manga da cui proviene; deve, invece, risultare brutto al di là di queste considerazioni.
Fortunatamente per "Trinity Seven" questo problema non sussiste: la sua conversione da manga ad anime è stata pressoché perfetta, e piacerà senz'altro a chi si considera un integralista. Ovviamente alcune parti sono state tagliate, specie all'inizio; ma bisognava rinunciare a qualcosa per riuscire a riassumere in dodici episodi ben sei volumetti e mezzo; e ciò che manca era, in effetti, trascurabile. Per il resto la trama segue fedelmente ciò che accade nel manga, riproducendo quasi alla lettera scene e battute. Se un anime si dovesse valutare solo in base al modo in cui riproduce il manga da cui proviene, credo che "Trinity Seven" meriterebbe un bel dieci. Ma, ovviamente, non è così.
Partiamo con la trama: Arata è uno studente che si gode la sua vita scolastica fatta di giorni tutti uguali ma molto piacevoli. Accanto a lui c'è la sua cuginetta Hijiri, che vive con lui e lo aiuta nelle faccende domestiche. Un giorno, però, il ragazzo nota che il sole è diventato nero e non sa darsene una spiegazione; Hijiri, anzi, cerca di rassicurarlo dicendogli che, in realtà, il sole è sempre stato nero. Se ciò non bastasse, mentre si avvia a scuola, incrocia una bellissima ragazza che gli intima di svegliarsi, se non vuole essere ucciso; questi eventi insospettiranno Arata che, nella ricerca della verità, scoprirà che il mondo in cui vive è solo un'illusione, mentre la sua realtà era stata distrutta da un cosiddetto "fenomeno di decadimento" pochi giorni prima. Al fine di salvare Hijiri, che era stata coinvolta nel fenomeno di decadimento, deciderà allora di diventare un mago e si iscriverà all'accademia magica Biblia; proprio qui farà la conoscenza di sette potentissime maghe, le "Trinity Seven".
La sceneggiatura di questo titolo non brillerà per originalità, ma è sicuramente molto piacevole. Essa fonde magia e umorismo in un modo davvero riuscito, tanto da poter rappresentare una validissima alternativa per tutti coloro che amano le storie alla "Highschool DxD". E' vero che le scene di nudo o comunque decisamente molto ecchi abbondano, ma non le ho trovate particolarmente volgari, anzi sono sempre lo spunto per qualche battuta che non può non suscitare almeno un sorriso. Le scene di lotta spesso risultano più brevi di quanto vorremmo, ma almeno sono molto semplici da seguire e questo, almeno per me, è una qualità non da poco; in più sono anche disegnate molto bene e risultano molto belle da vedere.
Chi non ama il genere harem storcerà un po' il naso, ma a mio avviso uno dei punti forti di questo prodotto sono proprio i suoi personaggi. Arata, in particolare, ispira naturalmente simpatia: in molti hanno colto somiglianze con Issei di "Highschool DxD", e non a torto. Come lui, infatti, Arata è un pervertito fortunato, a cui capita di vedere e toccare corpi femminili indipendentemente dalla sua volontà; a differenza del suo alter ego, però, la caratterizzazione di Arata prevede una componente ironica che l'altro non possiede o almeno non a questi livelli. Ogni suo intervento diventa una piccola perla di comicità che forse si apprezza meglio sul manga (in cui Arata è addirittura più audace rispetto a qui), ma che anche nell'anime si fa subito notare e apprezzare. Le Trinity Seven, invece, spiccano per varietà come in ogni harem che si rispetti, ma hanno anche una caratterizzazione non superficiale, e non si limitano soltanto a far da spalla alle trovate di Arata, ma prendono spesso loro stesse l'iniziativa.
Una nota di merito va data anche alla colonna sonora: in particolare ho molto apprezzato l'opening theme, decisamente orecchiabile.
In definitiva, posso ritenermi più che soddisfatto da quello che ho visto e la mia valutazione è sicuramente positiva. Nel frattempo continuerò a seguire il manga, per cui in un modo o nell'altro saprò come si evolverà successivamente la storia; tuttavia sarebbe un delitto se non si pensasse di dare un seguito anche alla versione animata. Purtroppo so benissimo che spesso le cose vengano abbandonate a metà; per questo anime mi spiacerebbe davvero moltissimo.
Fortunatamente per "Trinity Seven" questo problema non sussiste: la sua conversione da manga ad anime è stata pressoché perfetta, e piacerà senz'altro a chi si considera un integralista. Ovviamente alcune parti sono state tagliate, specie all'inizio; ma bisognava rinunciare a qualcosa per riuscire a riassumere in dodici episodi ben sei volumetti e mezzo; e ciò che manca era, in effetti, trascurabile. Per il resto la trama segue fedelmente ciò che accade nel manga, riproducendo quasi alla lettera scene e battute. Se un anime si dovesse valutare solo in base al modo in cui riproduce il manga da cui proviene, credo che "Trinity Seven" meriterebbe un bel dieci. Ma, ovviamente, non è così.
Partiamo con la trama: Arata è uno studente che si gode la sua vita scolastica fatta di giorni tutti uguali ma molto piacevoli. Accanto a lui c'è la sua cuginetta Hijiri, che vive con lui e lo aiuta nelle faccende domestiche. Un giorno, però, il ragazzo nota che il sole è diventato nero e non sa darsene una spiegazione; Hijiri, anzi, cerca di rassicurarlo dicendogli che, in realtà, il sole è sempre stato nero. Se ciò non bastasse, mentre si avvia a scuola, incrocia una bellissima ragazza che gli intima di svegliarsi, se non vuole essere ucciso; questi eventi insospettiranno Arata che, nella ricerca della verità, scoprirà che il mondo in cui vive è solo un'illusione, mentre la sua realtà era stata distrutta da un cosiddetto "fenomeno di decadimento" pochi giorni prima. Al fine di salvare Hijiri, che era stata coinvolta nel fenomeno di decadimento, deciderà allora di diventare un mago e si iscriverà all'accademia magica Biblia; proprio qui farà la conoscenza di sette potentissime maghe, le "Trinity Seven".
La sceneggiatura di questo titolo non brillerà per originalità, ma è sicuramente molto piacevole. Essa fonde magia e umorismo in un modo davvero riuscito, tanto da poter rappresentare una validissima alternativa per tutti coloro che amano le storie alla "Highschool DxD". E' vero che le scene di nudo o comunque decisamente molto ecchi abbondano, ma non le ho trovate particolarmente volgari, anzi sono sempre lo spunto per qualche battuta che non può non suscitare almeno un sorriso. Le scene di lotta spesso risultano più brevi di quanto vorremmo, ma almeno sono molto semplici da seguire e questo, almeno per me, è una qualità non da poco; in più sono anche disegnate molto bene e risultano molto belle da vedere.
Chi non ama il genere harem storcerà un po' il naso, ma a mio avviso uno dei punti forti di questo prodotto sono proprio i suoi personaggi. Arata, in particolare, ispira naturalmente simpatia: in molti hanno colto somiglianze con Issei di "Highschool DxD", e non a torto. Come lui, infatti, Arata è un pervertito fortunato, a cui capita di vedere e toccare corpi femminili indipendentemente dalla sua volontà; a differenza del suo alter ego, però, la caratterizzazione di Arata prevede una componente ironica che l'altro non possiede o almeno non a questi livelli. Ogni suo intervento diventa una piccola perla di comicità che forse si apprezza meglio sul manga (in cui Arata è addirittura più audace rispetto a qui), ma che anche nell'anime si fa subito notare e apprezzare. Le Trinity Seven, invece, spiccano per varietà come in ogni harem che si rispetti, ma hanno anche una caratterizzazione non superficiale, e non si limitano soltanto a far da spalla alle trovate di Arata, ma prendono spesso loro stesse l'iniziativa.
Una nota di merito va data anche alla colonna sonora: in particolare ho molto apprezzato l'opening theme, decisamente orecchiabile.
In definitiva, posso ritenermi più che soddisfatto da quello che ho visto e la mia valutazione è sicuramente positiva. Nel frattempo continuerò a seguire il manga, per cui in un modo o nell'altro saprò come si evolverà successivamente la storia; tuttavia sarebbe un delitto se non si pensasse di dare un seguito anche alla versione animata. Purtroppo so benissimo che spesso le cose vengano abbandonate a metà; per questo anime mi spiacerebbe davvero moltissimo.
Tra le tante valide opere della splendida stagione autunnale 2014, spicca "Trinity Seven", un'opera d'impostazione fantasy con alcuni elementi umoristici ed ecchi.
"Trinity Seven" è un'opera della stagione autunnale 2014 composta da dodici episodi di durata canonica. Nel 2015 è previsto un OAV. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 2010, il quale ha dato origine a una light novel nel 2014.
Trama: Arata Kasuga è un ragazzo apparentemente normale che vive in un mondo apparentemente normale. I suoi genitori sono scomparsi e a prendersi cura di lui ci pensa la sua cugina Hijiri. Egli però si rende conto di vivere in un mondo fittizio nel momento in cui osserva un misterioso sole nero, ben differente dal sole reale. Il sole nero è in realtà preludio di un "fenomeno di decadimento", responsabile della distruzione della sua città, e Arata sembra essere responsabile. A spiegargli tutto ciò è una maga appartenente al gruppo "Trinity Seven", ossia una delle sette maghe più forti dell'Accademia Biblia. Il ragazzo decide di voler porre rimedio a tale fenomeno apprendendo i fondamenti della magia.
Grafica: fedele al manga. Le ambientazioni sono rese piuttosto bene, sebbene non si riscontri un iperdettaglio degno delle produzioni più recenti. Le animazioni sono fluide e frenetiche. Il character design rispecchia appieno l'originale.
Sonoro: ottimo. L'opening è molto bella e accattivante. Vincente la scelta di realizzare più ending (cui risulta particolarmente gradevole "Shavadava in amazing"). Ottime OST e relativi effetti sonori. Doppiaggio molto bello.
Personaggi: simpatici e accattivanti. Da Arata fino a tutte le Trinity Seven, ogni personaggio entra nelle grazie dello spettatore. Ottima la caratterizzazione, ottimo il fattore evolutivo, accettabile il fattore psicologico. Ottima interazione.
Sceneggiatura: la fedeltà al manga è talmente elevata che ogni cosa è riportata schematicamente. La gestione temporale è lineare e fluida, raramente intervallata da flashback. Il ritmo si attesta su livelli medio/veloci. Le scene d'azione sono molteplici e la violenza non manca, seppure non sovrabbondi. È presente un moderato quantitativo di fanservice a scopo umoristico. I dialoghi sono fedelissimi all'originale.
Finale: la serie si conclude alla metà esatta del settimo volume, quindi può fornire una degna chiusura di arco narrativo con la consapevolezza che l'opera ha ancora molto da offrire.
In sintesi, "Trinity Seven" è una trasposizione animata fedelissima all'opera originale; chi ha apprezzato il manga, automaticamente apprezzerà anche questa versione. L'opera è un mix frizzante di azione, magia, mondi alternativi, umorismo e un pizzico di ecchi, pertanto è consigliabile a tutti coloro che non disprezzano tali generi.
"Trinity Seven" è un'opera della stagione autunnale 2014 composta da dodici episodi di durata canonica. Nel 2015 è previsto un OAV. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 2010, il quale ha dato origine a una light novel nel 2014.
Trama: Arata Kasuga è un ragazzo apparentemente normale che vive in un mondo apparentemente normale. I suoi genitori sono scomparsi e a prendersi cura di lui ci pensa la sua cugina Hijiri. Egli però si rende conto di vivere in un mondo fittizio nel momento in cui osserva un misterioso sole nero, ben differente dal sole reale. Il sole nero è in realtà preludio di un "fenomeno di decadimento", responsabile della distruzione della sua città, e Arata sembra essere responsabile. A spiegargli tutto ciò è una maga appartenente al gruppo "Trinity Seven", ossia una delle sette maghe più forti dell'Accademia Biblia. Il ragazzo decide di voler porre rimedio a tale fenomeno apprendendo i fondamenti della magia.
Grafica: fedele al manga. Le ambientazioni sono rese piuttosto bene, sebbene non si riscontri un iperdettaglio degno delle produzioni più recenti. Le animazioni sono fluide e frenetiche. Il character design rispecchia appieno l'originale.
Sonoro: ottimo. L'opening è molto bella e accattivante. Vincente la scelta di realizzare più ending (cui risulta particolarmente gradevole "Shavadava in amazing"). Ottime OST e relativi effetti sonori. Doppiaggio molto bello.
Personaggi: simpatici e accattivanti. Da Arata fino a tutte le Trinity Seven, ogni personaggio entra nelle grazie dello spettatore. Ottima la caratterizzazione, ottimo il fattore evolutivo, accettabile il fattore psicologico. Ottima interazione.
Sceneggiatura: la fedeltà al manga è talmente elevata che ogni cosa è riportata schematicamente. La gestione temporale è lineare e fluida, raramente intervallata da flashback. Il ritmo si attesta su livelli medio/veloci. Le scene d'azione sono molteplici e la violenza non manca, seppure non sovrabbondi. È presente un moderato quantitativo di fanservice a scopo umoristico. I dialoghi sono fedelissimi all'originale.
Finale: la serie si conclude alla metà esatta del settimo volume, quindi può fornire una degna chiusura di arco narrativo con la consapevolezza che l'opera ha ancora molto da offrire.
In sintesi, "Trinity Seven" è una trasposizione animata fedelissima all'opera originale; chi ha apprezzato il manga, automaticamente apprezzerà anche questa versione. L'opera è un mix frizzante di azione, magia, mondi alternativi, umorismo e un pizzico di ecchi, pertanto è consigliabile a tutti coloro che non disprezzano tali generi.
"Trinity Seven" è una serie anime della stagione invernale 2014, composta da dodici episodi di durata canonica.
Il protagonista è Kasuga Arata, un normale studente con una vita normale, che un giorno all'improvviso viene scaraventato in un mondo pieno di magia, scoprendo di fatto che la vita vissuta sino a quel momento altro non era che una creazione volontaria della sua amica d'infanzia Hijiri. Prima che il mondo per lui creato scompaia, Arata vede Hijiri soccombere a un fenomeno chiamato Breakdown Phenomenon, da lui stesso involontariamente creato; decide allora di iscriversi a una scuola di magia per scoprire la verità sulle proprie origini e per cercare di salvare l'amica. All'accademia magica Biblia non avrà tuttavia la vita facile, perché dovrà ottenere l'aiuto e fare amicizia con le Trinity Seven, le sette maghe più potenti della scuola.
La trama non è niente di originale, ma risulta comunque ben strutturata e piacevole da seguire; ovviamente in una produzione di questo tipo, basata sulla magia e sul soprannaturale, le idee per poter alterare la trama sono pressoché infinite ed è quindi difficile vedere un prodotto veramente simile ad un altro, ma la linea base purtroppo rimane sempre quella.
I personaggi sono abbastanza stereotipati, a parte il protagonista che col suo carattere arrogante e sicuro di sé riesce a distaccarsi dal monotono e a rendere molto più piacevole e meno scontata la visione.
Tecnicamente è stato svolto un buon lavoro, ottima la grafica e il character design, un po' inferiori le sigle iniziali e finali e in generale il comparto sonoro, ma comunque di buon livello.
Fino a questo punto, seppur non un capolavoro, si direbbe un'opera veramente piacevole, ma veniamo a quelli che sono gli aspetti negativi. Principalmente la pecca di questa serie è il fanservice, un elemento che non ho mai disprezzato in alcuna opera fino ad ora, ma che stavolta in alcune situazioni è risultato veramente pesante e soprattutto non giustificato.
Secondo punto, ma non meno importante: i combattimenti, che dovrebbero essere una parte fondamentale per una serie di questo genere, sono troppo lenti e interrotti da troppe conversazioni inutili.
Nonostante queste pecche rimane comunque una serie divertente e leggera, di cui consiglio la visione agli amanti del genere, anche se aspettative troppo alte potrebbero farvi rimanere delusi.
Dal finale si prospetta una seconda stagione che sicuramente merita di essere visionata, nella speranza che i piccoli "errori" commessi in queste dodici puntate vengano eliminati.
Il protagonista è Kasuga Arata, un normale studente con una vita normale, che un giorno all'improvviso viene scaraventato in un mondo pieno di magia, scoprendo di fatto che la vita vissuta sino a quel momento altro non era che una creazione volontaria della sua amica d'infanzia Hijiri. Prima che il mondo per lui creato scompaia, Arata vede Hijiri soccombere a un fenomeno chiamato Breakdown Phenomenon, da lui stesso involontariamente creato; decide allora di iscriversi a una scuola di magia per scoprire la verità sulle proprie origini e per cercare di salvare l'amica. All'accademia magica Biblia non avrà tuttavia la vita facile, perché dovrà ottenere l'aiuto e fare amicizia con le Trinity Seven, le sette maghe più potenti della scuola.
La trama non è niente di originale, ma risulta comunque ben strutturata e piacevole da seguire; ovviamente in una produzione di questo tipo, basata sulla magia e sul soprannaturale, le idee per poter alterare la trama sono pressoché infinite ed è quindi difficile vedere un prodotto veramente simile ad un altro, ma la linea base purtroppo rimane sempre quella.
I personaggi sono abbastanza stereotipati, a parte il protagonista che col suo carattere arrogante e sicuro di sé riesce a distaccarsi dal monotono e a rendere molto più piacevole e meno scontata la visione.
Tecnicamente è stato svolto un buon lavoro, ottima la grafica e il character design, un po' inferiori le sigle iniziali e finali e in generale il comparto sonoro, ma comunque di buon livello.
Fino a questo punto, seppur non un capolavoro, si direbbe un'opera veramente piacevole, ma veniamo a quelli che sono gli aspetti negativi. Principalmente la pecca di questa serie è il fanservice, un elemento che non ho mai disprezzato in alcuna opera fino ad ora, ma che stavolta in alcune situazioni è risultato veramente pesante e soprattutto non giustificato.
Secondo punto, ma non meno importante: i combattimenti, che dovrebbero essere una parte fondamentale per una serie di questo genere, sono troppo lenti e interrotti da troppe conversazioni inutili.
Nonostante queste pecche rimane comunque una serie divertente e leggera, di cui consiglio la visione agli amanti del genere, anche se aspettative troppo alte potrebbero farvi rimanere delusi.
Dal finale si prospetta una seconda stagione che sicuramente merita di essere visionata, nella speranza che i piccoli "errori" commessi in queste dodici puntate vengano eliminati.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Inizialmente non volevo lasciare alcuna recensione, ma a vedere questo anime con voti così alti mi si stringeva il cuore. Abbiamo di fronte il classico harem-ecchi con le stesse identiche scene ripetitive di tutti gli anime dello stesso genere (cadute accidentali con conseguente palpata al seno, vestiti che si strappano, ecc.), quindi tutto questo entusiasmo per questo anime è per me già qualcosa di incomprensibile. L'unica cosa che lo differenzia dai suoi simili è il fatto che Arata, il protagonista, sia conscio dell'esistenza dell'altro sesso e non è il solito imbranato, ma anzi scherza con le ragazze ed è sempre pronto a fare battute a sfondo sessuale per imbarazzarle.
L'intelligenza dei personaggi spesso rasenta il nulla cosmico, come quando decidono di mettere alla prova il potere del candidato signore dei demoni portandolo a creare un fenomeno di collasso che potrebbe risucchiare tutte le studentesse dell'accademia in un'altra dimensione dalla quale non saprebbero come farle uscire; ne abbiamo inoltre dimostrazione in alcuni combattimenti durante i quali i protagonisti continuano a parlare tra di loro ignorando completamente il nemico e abbassando la guardia... nessuna situazione viene mai presa seriamente.
Essendo la storia ambientata in un mondo dove esiste la magia è necessaria a volte una spiegazione che possa consentire allo spettatore di accettare/capire quello che sta succedendo, dato che quel mondo segue leggi della fisica diverse dal nostro, ma queste spiegazioni (quando si degnano di darle) sono approssimative e campate per aria, quindi non comprensibili dai comuni mortali che stanno guardando questo anime. Altre volte invece le spiegazioni sono completamente assenti, ne è un esempio Arata quando, di ritorno dalla perlustrazione all'Accademia del Libro distrutta, urla il nome di Hijiri e per chissà quale motivo Arin si teletrasporta da lui dicendo di essersi sentita chiamare... in questo caso non si spiegano due cose: come ha fatto Arin a teletrasportarsi, dato che il suo potere di creare barriere poco ha a che fare col teletrasporto? Inoltre, che diavolo di collegamento c'è tra Arin e Hijiri?
Guardando questo anime ho inoltre scoperto che la coscienza di una persona è strettamente legata alla dimensione del seno, dato che, quando Selina riesce a liberare Liese, quest'ultima si impossessa del corpo della sorella, ma assieme alla sua coscienza si paleserà anche il suo seno.
Si arriverà dunque allo scontro finale e qui i punti interrogativi si sprecano: 1) Arata ha ottenuto un secondo archivio e secondo voi lo userà per combattere il "boss finale"? Ma ovviamente no. 2) Per tutta la durata dell'anime ci verrà ripetuto come il "thema" di un mago è l'aspetto che meno rappresenta la propria personalità e nel caso di Arata è il controllo... quindi la promessa fatta a Hijiri sul fatto che controllerà il signore dei demoni, dato che quello è il suo thema, non ha alcuna ragione di esistere, e soprattutto non è una buona rassicurazione, dato che significa appunto che il controllo è la cosa che meno ti rappresenta. 3) Ho trovato veramente divertente quest'ultimo punto... quando Lugh viene sconfitta la vediamo rimanere a terra priva di sensi, ma giunti alla fine dell'ultimo episodio non si saprà che fine abbia fatto (se è scomparsa assieme a Hijiri o se è scappata), dato che semplicemente gli autori si sono dimenticati di lei!
Veramente deludente. Sconsigliato.
Inizialmente non volevo lasciare alcuna recensione, ma a vedere questo anime con voti così alti mi si stringeva il cuore. Abbiamo di fronte il classico harem-ecchi con le stesse identiche scene ripetitive di tutti gli anime dello stesso genere (cadute accidentali con conseguente palpata al seno, vestiti che si strappano, ecc.), quindi tutto questo entusiasmo per questo anime è per me già qualcosa di incomprensibile. L'unica cosa che lo differenzia dai suoi simili è il fatto che Arata, il protagonista, sia conscio dell'esistenza dell'altro sesso e non è il solito imbranato, ma anzi scherza con le ragazze ed è sempre pronto a fare battute a sfondo sessuale per imbarazzarle.
L'intelligenza dei personaggi spesso rasenta il nulla cosmico, come quando decidono di mettere alla prova il potere del candidato signore dei demoni portandolo a creare un fenomeno di collasso che potrebbe risucchiare tutte le studentesse dell'accademia in un'altra dimensione dalla quale non saprebbero come farle uscire; ne abbiamo inoltre dimostrazione in alcuni combattimenti durante i quali i protagonisti continuano a parlare tra di loro ignorando completamente il nemico e abbassando la guardia... nessuna situazione viene mai presa seriamente.
Essendo la storia ambientata in un mondo dove esiste la magia è necessaria a volte una spiegazione che possa consentire allo spettatore di accettare/capire quello che sta succedendo, dato che quel mondo segue leggi della fisica diverse dal nostro, ma queste spiegazioni (quando si degnano di darle) sono approssimative e campate per aria, quindi non comprensibili dai comuni mortali che stanno guardando questo anime. Altre volte invece le spiegazioni sono completamente assenti, ne è un esempio Arata quando, di ritorno dalla perlustrazione all'Accademia del Libro distrutta, urla il nome di Hijiri e per chissà quale motivo Arin si teletrasporta da lui dicendo di essersi sentita chiamare... in questo caso non si spiegano due cose: come ha fatto Arin a teletrasportarsi, dato che il suo potere di creare barriere poco ha a che fare col teletrasporto? Inoltre, che diavolo di collegamento c'è tra Arin e Hijiri?
Guardando questo anime ho inoltre scoperto che la coscienza di una persona è strettamente legata alla dimensione del seno, dato che, quando Selina riesce a liberare Liese, quest'ultima si impossessa del corpo della sorella, ma assieme alla sua coscienza si paleserà anche il suo seno.
Si arriverà dunque allo scontro finale e qui i punti interrogativi si sprecano: 1) Arata ha ottenuto un secondo archivio e secondo voi lo userà per combattere il "boss finale"? Ma ovviamente no. 2) Per tutta la durata dell'anime ci verrà ripetuto come il "thema" di un mago è l'aspetto che meno rappresenta la propria personalità e nel caso di Arata è il controllo... quindi la promessa fatta a Hijiri sul fatto che controllerà il signore dei demoni, dato che quello è il suo thema, non ha alcuna ragione di esistere, e soprattutto non è una buona rassicurazione, dato che significa appunto che il controllo è la cosa che meno ti rappresenta. 3) Ho trovato veramente divertente quest'ultimo punto... quando Lugh viene sconfitta la vediamo rimanere a terra priva di sensi, ma giunti alla fine dell'ultimo episodio non si saprà che fine abbia fatto (se è scomparsa assieme a Hijiri o se è scappata), dato che semplicemente gli autori si sono dimenticati di lei!
Veramente deludente. Sconsigliato.
"Trinity Seven: 7-Nin no Mahoutsukai" è uno degli anime della stagione invernale 2014 su cui puntavo maggiormente, non solo per la trama, che come vedremo è piuttosto accattivante, ma anche per tutta un'altra serie di fattori, come ad esempio la mia passione per le storie a sfondo magico. In effetti, anche se non lo posso considerare propriamente un capolavoro, "Trinity Seven" è riuscito a conquistarmi. Dodici puntate e una sceneggiatura da anime d'azione/combattimento, ambientate a scuola e dai forti elementi harem/ecchi. Insomma, la magia c'è, e anche in maniera preponderante, ma non vengono neanche disdegnati gli elementi più comici, propri della commedia.
Come anime mi ricorda molto "Mahou Sensou", un'opera molto apprezzata dal sottoscritto, che a grandi linee rispecchia la struttura dell'anime qui descritto.
Ma non perdiamo tempo e incominciamo subito a descrivere l'inizio della nostra storia, un inizio davvero entusiasmante che riesce a coinvolgere subito lo spettatore. Il sipario si apre nel modo più classico possibile, quando Hijiri, la cugina/amica d'infanzia del protagonista, sveglia appunto Arata. A differenza dei soliti personaggi principali sbadati e goffi, Arata sembra almeno consapevole del mondo femminile che lo circonda: pronto alla battuta piccante e dal carattere piuttosto tagliente. Vive una vita monotona e tranquilla, destinata però a cambiare irrimediabilmente. Un giorno osserva il sole e scopre stranamente che il suo colore non è più il solito giallo-rossiccio, bensì un nero tenebra: un alone oscuro lo circonda. Tuttavia non sembra farci molto caso, più preoccupato dall'apparente sostituzione di Hijiri con un sosia e la comparsa di una misteriosa ragazza dai fluenti capelli rossi, che lo accusa di aver messo in serio pericolo il mondo. Il mondo? Esatto, perché quel mondo così monotono e ripetitivo era una creazione della mente di Arata, una copia realizzata in seguito a un fenomeno di collasso che aveva ucciso tutti gli abitanti, e con essi anche Hijiri. Questa, prima di essere assorbita dalla tenebra, dona all'amico uno strano Grimorio. Sarà proprio questo a permettere ad Arata di costruire il sogno in cui adesso è immerso. Lilith, la nuova fanciulla, lo riporta però alla dura realtà, minacciandolo di morte, perché il collasso potrebbe estendersi a tutto il pianeta, a meno che Arata non distrugga il Grimorio. Semplice, no? Non proprio, perché soltanto con esso il nostro eroe potrà, forse, ritrovare la sua cara Hijiri.
"Trinity Seven" riprende in maniera impeccabile la struttura di molti altri anime di tal genere, ma, a mio avviso, riesce a donarvi una forza che difficilmente potremmo constatare negli altri esemplari. Innanzi tutto il carattere di Arata, che si discosta leggermente da quello canonico del "protagonista" di anime harem. I suoi commenti taglienti e il suo carattere alquanto da sbruffone catturano l'attenzione e, per certi versi, non possono che intrigare anche gli spettatori.
Per quanto riguarda le altre fanciulle, queste riprenderanno alcuni cliché, soprattutto per quanto riguarda le fattezze fisiche, ma si può comunque riscontrare una certa attenzione verso una più approfondita interiorizzazione. La magia rispecchia i sentimenti del mago, anzi, ne è l'esatto opposto, una sorta di tassello mancante nell'animo dell'utilizzatore. Questa è un'ottima opportunità per introdurre un'analisi dei sentimenti delle sette maghette, così da non lasciarle su un piano puramente stereotipato.
Tra tutte però spicca Hijiri, la ragazza che ha mosso tutto e per cui Arata ha deciso di entrare in questo mondo magico. Sinceramente non ho ben capito il rapporto che questa ha con il nostro protagonista: amicizia? Amore? Rispetto alle altre ragazze, Arata la tratta sicuramente in maniera diversa, ma, d'altronde, bisogna fare i conti con la crescente influenza di Lilith. Insomma, è interessante anche questo leggero livello di sentimentalismo, che non abbandona la commedia a un mero ammasso di fanciulle.
Passiamo ora agli aspetti tecnici, in quanto, in confronto alla storia, non posso considerarli all'altezza. O meglio, sono abbastanza carini, ma forse sarebbero potuti essere realizzati in maniera migliore. La grafica è buona e i colori non sono neanche troppo accesi, in modo tale da creare quel senso di "serietà" che difficilmente si sarebbe trovato in una commedie ecchi. I disegni dei personaggi mostrano una cura a momenti alterni, in quanto ho avuto il dispiacere di ravvisare alcuni difetti momentanei.
Il punto veramente negativo, secondo me, è la colonna sonora, che si distacca leggermente dalle classiche musiche "da anime". Più moderna e alternativa, ma non per questo criticabile. Ciò che indebolisce veramente la serie è invece il modo con cui vengono applicate le varie colonne sonore, a mio parere non proprio capaci di appassionare fino in fondo, soprattutto nei combattimenti.
Buonissima invece la regia e il doppiaggio (soprattutto Arata, visto che è lo stesso doppiatore di Kirito in "Sword Art Online").
Se dovessi trarre una conclusione da questa recensione, potrei certamente dire che "Trinity Seven" è una serie interessantissima, di cui guarderei certamente un'eventuale seconda stagione. Intriga, coinvolge e stupisce con i suoi sviluppi. Tuttavia non lo reputo ancora un anime capolavoro. Non saprei affermare cosa gli manchi, forse la scintilla finale, quello che veramente fa meravigliare... fatto sta che appare incompleta.
Il finale è veramente emozionante e grida a un continuo. Ci sarà mai? Incrociamo le dita.
Voto finale: 8 meno
Come anime mi ricorda molto "Mahou Sensou", un'opera molto apprezzata dal sottoscritto, che a grandi linee rispecchia la struttura dell'anime qui descritto.
Ma non perdiamo tempo e incominciamo subito a descrivere l'inizio della nostra storia, un inizio davvero entusiasmante che riesce a coinvolgere subito lo spettatore. Il sipario si apre nel modo più classico possibile, quando Hijiri, la cugina/amica d'infanzia del protagonista, sveglia appunto Arata. A differenza dei soliti personaggi principali sbadati e goffi, Arata sembra almeno consapevole del mondo femminile che lo circonda: pronto alla battuta piccante e dal carattere piuttosto tagliente. Vive una vita monotona e tranquilla, destinata però a cambiare irrimediabilmente. Un giorno osserva il sole e scopre stranamente che il suo colore non è più il solito giallo-rossiccio, bensì un nero tenebra: un alone oscuro lo circonda. Tuttavia non sembra farci molto caso, più preoccupato dall'apparente sostituzione di Hijiri con un sosia e la comparsa di una misteriosa ragazza dai fluenti capelli rossi, che lo accusa di aver messo in serio pericolo il mondo. Il mondo? Esatto, perché quel mondo così monotono e ripetitivo era una creazione della mente di Arata, una copia realizzata in seguito a un fenomeno di collasso che aveva ucciso tutti gli abitanti, e con essi anche Hijiri. Questa, prima di essere assorbita dalla tenebra, dona all'amico uno strano Grimorio. Sarà proprio questo a permettere ad Arata di costruire il sogno in cui adesso è immerso. Lilith, la nuova fanciulla, lo riporta però alla dura realtà, minacciandolo di morte, perché il collasso potrebbe estendersi a tutto il pianeta, a meno che Arata non distrugga il Grimorio. Semplice, no? Non proprio, perché soltanto con esso il nostro eroe potrà, forse, ritrovare la sua cara Hijiri.
"Trinity Seven" riprende in maniera impeccabile la struttura di molti altri anime di tal genere, ma, a mio avviso, riesce a donarvi una forza che difficilmente potremmo constatare negli altri esemplari. Innanzi tutto il carattere di Arata, che si discosta leggermente da quello canonico del "protagonista" di anime harem. I suoi commenti taglienti e il suo carattere alquanto da sbruffone catturano l'attenzione e, per certi versi, non possono che intrigare anche gli spettatori.
Per quanto riguarda le altre fanciulle, queste riprenderanno alcuni cliché, soprattutto per quanto riguarda le fattezze fisiche, ma si può comunque riscontrare una certa attenzione verso una più approfondita interiorizzazione. La magia rispecchia i sentimenti del mago, anzi, ne è l'esatto opposto, una sorta di tassello mancante nell'animo dell'utilizzatore. Questa è un'ottima opportunità per introdurre un'analisi dei sentimenti delle sette maghette, così da non lasciarle su un piano puramente stereotipato.
Tra tutte però spicca Hijiri, la ragazza che ha mosso tutto e per cui Arata ha deciso di entrare in questo mondo magico. Sinceramente non ho ben capito il rapporto che questa ha con il nostro protagonista: amicizia? Amore? Rispetto alle altre ragazze, Arata la tratta sicuramente in maniera diversa, ma, d'altronde, bisogna fare i conti con la crescente influenza di Lilith. Insomma, è interessante anche questo leggero livello di sentimentalismo, che non abbandona la commedia a un mero ammasso di fanciulle.
Passiamo ora agli aspetti tecnici, in quanto, in confronto alla storia, non posso considerarli all'altezza. O meglio, sono abbastanza carini, ma forse sarebbero potuti essere realizzati in maniera migliore. La grafica è buona e i colori non sono neanche troppo accesi, in modo tale da creare quel senso di "serietà" che difficilmente si sarebbe trovato in una commedie ecchi. I disegni dei personaggi mostrano una cura a momenti alterni, in quanto ho avuto il dispiacere di ravvisare alcuni difetti momentanei.
Il punto veramente negativo, secondo me, è la colonna sonora, che si distacca leggermente dalle classiche musiche "da anime". Più moderna e alternativa, ma non per questo criticabile. Ciò che indebolisce veramente la serie è invece il modo con cui vengono applicate le varie colonne sonore, a mio parere non proprio capaci di appassionare fino in fondo, soprattutto nei combattimenti.
Buonissima invece la regia e il doppiaggio (soprattutto Arata, visto che è lo stesso doppiatore di Kirito in "Sword Art Online").
Se dovessi trarre una conclusione da questa recensione, potrei certamente dire che "Trinity Seven" è una serie interessantissima, di cui guarderei certamente un'eventuale seconda stagione. Intriga, coinvolge e stupisce con i suoi sviluppi. Tuttavia non lo reputo ancora un anime capolavoro. Non saprei affermare cosa gli manchi, forse la scintilla finale, quello che veramente fa meravigliare... fatto sta che appare incompleta.
Il finale è veramente emozionante e grida a un continuo. Ci sarà mai? Incrociamo le dita.
Voto finale: 8 meno
Cosa succede quando si prende uno shounen e lo si infarcisce con magia, azione, combattimenti, un harem e tanto fanservice ecchi? Si ottiene una furbata chiamata Trinity Seven.
Nato originariamente dalle menti maligne di Saito Kenji (sceneggiatura) e Nao Akinari (chine), Trinity Seven è un anime che prende tutti gli stereotipi tipici degli shounen e li plasma a proprio piacimento, sfruttando il tutto senza alcuna remora.
Arata Kasuga è un liceale come tanti, la cui unica pretesa è quella di vivere una vita tranquilla e pacifica insieme alla cugina Hijiri. La routine tanto da lui tanto amata comincia però a venir meno nel momento in cui incontra una misteriosa ragazza dai capelli rossi che, con voce flebile, gli intima di "svegliarsi", altrimenti sarebbe stata costretta a ucciderlo. Turbato da questo incontro, Arata si accorge con il passare delle ore che il mondo che lo circonda non è reale, bensì è il frutto dell'uso inconscio dei suoi poteri di Candidato Re dei demoni e del fenomeno di decadimento che ne è conseguito. La misteriosa ragazza incontrata in precedenza, la maga Lilith Asami, gli conferma il tutto, esortandolo nuovamente a scegliere fra la morte o l'abbandono totale del suo destino di demone. Presa coscienza degli avvenimenti e che a causa di ciò la cugina è scomparsa nel nulla, Arata convincerà Lilith a portarlo con sé all'Accademia Biblia per istruirlo come mago affinché possa salvare Hijiri dall'oblio in cui è stata reclusa. Su questa premessa ruota l'intero universo narrativo di Trinity Seven, lavoro che sicuramente non brilla in quanto a originalità, ma che riesce a raggiungere brillantemente i propri obbiettivi di intrattenimento senza particolari sforzi.
Se dovessi paragonare questa serie a un autoveicolo, direi senza alcun dubbio che Trinity Seven è un diesel adatto alle lunghe percorrenze, soprattutto per la sua capacità di partire in sordina e poi esplodere in corso d'opera. La prima impressione che si ha dell'opera è difatti quella di uno shounen senza né arte né parte, ma si sa che l'abito non fa il monaco, e solo con il passare degli episodi ci si accorge che il vero punto di forza di Trinity Seven è l'essere riuscito a trovare un perfetto equilibrio fra le varie componenti narrative che lo caratterizzano, fra piccoli colpi di scena e un'ottima caratterizzazione dei personaggi secondari. Se da un lato avremo un protagonista che darà il meglio di sé nelle parti umoristiche grazie alla sua sfacciataggine, dall'altro avremo circa una dozzina di "protagonisti occulti" in grado di agire autonomamente e con ottimi risultati. Una politica capace di colmare le lacune fisiologiche della serie stessa in quanto shounen, ma che rende il tutto più interessante e meno scontato.
Stelle indiscusse di tale scelta sono le Trinity Seven, maghe che hanno raggiunto il massimo nel loro campo di ricerca, nonché personaggi a tutto tondo con le proprie storie e carattere distintivo ben definito. Ognuna di loro è associata a un thema (ovvero un campo di ricerca magica), a sua volta collegato a uno dei sette peccati capitali che rispecchia l'esatto opposto del carattere del/della magus (elemento decisamente particolare che mi ha piacevolmente stupito, devo ammetterlo). Questa "associazione opposta" si rivela essere una delle carte vincenti per lo sviluppo dei personaggi, in grado di lasciare parecchio spazio all'immaginazione dello spettatore riguardo il vero carattere di ognuna delle Trinity Seven. Difatti spesso ci capiterà, a serie in corso, di essere più interessati a scoprire i retroscena di ognuna delle Trinity anziché seguire le azioni di Arata (che resta comunque una sagoma).
Un discorso a parte va fatto per la componente ecchi, da molti vista come troppo invadente, ma che a mio avviso andrebbe considerata tenendo conto del target a cui è rivolta la serie (perlopiù adolescenti). È vero, magari ce ne sarebbe potuto essere di meno, ma una volta entrati nell'ottica narrativa della serie ci si rende subito conto che tutte le "mezze" nudità e i momenti imbarazzanti altro non sono che un pretesto per fare gag e riderci su in modo del tutto spensierato e innocente (anche perché di volgare c'è veramente poco o nulla).
Tecnicamente la serie si attesta su standard nella norma, nonostante non brilli particolarmente per qualità delle animazioni nel computo dell'intera stagione, ma si difende con dignità durante i momenti topici. Da segnalare l'ottima opening Seven Doors cantata da ZAQ e la colonna sonora e cura dei Technoboys Pulcraft Green-Fund.
In conclusione, Trinity Seven è una serie ben lungi dall'essere definita come perfetta, e di sicuro non è adatta a tutti i tipi di pubblico, ma le va riconosciuto l'indubbio merito di aver preso i tanti elementi tipici degli shounen e di averli sviluppati in modo del tutto personale e convincente. Visione decisamente consigliata.
Nato originariamente dalle menti maligne di Saito Kenji (sceneggiatura) e Nao Akinari (chine), Trinity Seven è un anime che prende tutti gli stereotipi tipici degli shounen e li plasma a proprio piacimento, sfruttando il tutto senza alcuna remora.
Arata Kasuga è un liceale come tanti, la cui unica pretesa è quella di vivere una vita tranquilla e pacifica insieme alla cugina Hijiri. La routine tanto da lui tanto amata comincia però a venir meno nel momento in cui incontra una misteriosa ragazza dai capelli rossi che, con voce flebile, gli intima di "svegliarsi", altrimenti sarebbe stata costretta a ucciderlo. Turbato da questo incontro, Arata si accorge con il passare delle ore che il mondo che lo circonda non è reale, bensì è il frutto dell'uso inconscio dei suoi poteri di Candidato Re dei demoni e del fenomeno di decadimento che ne è conseguito. La misteriosa ragazza incontrata in precedenza, la maga Lilith Asami, gli conferma il tutto, esortandolo nuovamente a scegliere fra la morte o l'abbandono totale del suo destino di demone. Presa coscienza degli avvenimenti e che a causa di ciò la cugina è scomparsa nel nulla, Arata convincerà Lilith a portarlo con sé all'Accademia Biblia per istruirlo come mago affinché possa salvare Hijiri dall'oblio in cui è stata reclusa. Su questa premessa ruota l'intero universo narrativo di Trinity Seven, lavoro che sicuramente non brilla in quanto a originalità, ma che riesce a raggiungere brillantemente i propri obbiettivi di intrattenimento senza particolari sforzi.
Se dovessi paragonare questa serie a un autoveicolo, direi senza alcun dubbio che Trinity Seven è un diesel adatto alle lunghe percorrenze, soprattutto per la sua capacità di partire in sordina e poi esplodere in corso d'opera. La prima impressione che si ha dell'opera è difatti quella di uno shounen senza né arte né parte, ma si sa che l'abito non fa il monaco, e solo con il passare degli episodi ci si accorge che il vero punto di forza di Trinity Seven è l'essere riuscito a trovare un perfetto equilibrio fra le varie componenti narrative che lo caratterizzano, fra piccoli colpi di scena e un'ottima caratterizzazione dei personaggi secondari. Se da un lato avremo un protagonista che darà il meglio di sé nelle parti umoristiche grazie alla sua sfacciataggine, dall'altro avremo circa una dozzina di "protagonisti occulti" in grado di agire autonomamente e con ottimi risultati. Una politica capace di colmare le lacune fisiologiche della serie stessa in quanto shounen, ma che rende il tutto più interessante e meno scontato.
Stelle indiscusse di tale scelta sono le Trinity Seven, maghe che hanno raggiunto il massimo nel loro campo di ricerca, nonché personaggi a tutto tondo con le proprie storie e carattere distintivo ben definito. Ognuna di loro è associata a un thema (ovvero un campo di ricerca magica), a sua volta collegato a uno dei sette peccati capitali che rispecchia l'esatto opposto del carattere del/della magus (elemento decisamente particolare che mi ha piacevolmente stupito, devo ammetterlo). Questa "associazione opposta" si rivela essere una delle carte vincenti per lo sviluppo dei personaggi, in grado di lasciare parecchio spazio all'immaginazione dello spettatore riguardo il vero carattere di ognuna delle Trinity Seven. Difatti spesso ci capiterà, a serie in corso, di essere più interessati a scoprire i retroscena di ognuna delle Trinity anziché seguire le azioni di Arata (che resta comunque una sagoma).
Un discorso a parte va fatto per la componente ecchi, da molti vista come troppo invadente, ma che a mio avviso andrebbe considerata tenendo conto del target a cui è rivolta la serie (perlopiù adolescenti). È vero, magari ce ne sarebbe potuto essere di meno, ma una volta entrati nell'ottica narrativa della serie ci si rende subito conto che tutte le "mezze" nudità e i momenti imbarazzanti altro non sono che un pretesto per fare gag e riderci su in modo del tutto spensierato e innocente (anche perché di volgare c'è veramente poco o nulla).
Tecnicamente la serie si attesta su standard nella norma, nonostante non brilli particolarmente per qualità delle animazioni nel computo dell'intera stagione, ma si difende con dignità durante i momenti topici. Da segnalare l'ottima opening Seven Doors cantata da ZAQ e la colonna sonora e cura dei Technoboys Pulcraft Green-Fund.
In conclusione, Trinity Seven è una serie ben lungi dall'essere definita come perfetta, e di sicuro non è adatta a tutti i tipi di pubblico, ma le va riconosciuto l'indubbio merito di aver preso i tanti elementi tipici degli shounen e di averli sviluppati in modo del tutto personale e convincente. Visione decisamente consigliata.