Shirogane no Ishi: Argevollen
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Alcuni mecha sono creati per appassionare, altri per essere ricordati, altri semplicemente per passatempo e intrattenere con calma ecc.
"Shirogane no Ishi: Argevollen" (tradotto come "Argevollen: volontà d'argento"), anime targato Studio Xebec (autore di "Mobile Battleship Nadesico" e "Soukyuu no Fafner"), fa parte di quei mecha passatempo, che permette al contempo di far brillare l'argento mediante una forte volontà combattiva.
La trama prende piede in un mondo immaginario molto simile al nostro dove è in corso, da tempo immemore, una guerra di posizione fra il Regno Unito di Arandas e la Federazione Nazionale d'Ingelmia; nonostante la schiacciante avanzata d'Ingelmia, mediante le gigantesche unità robotiche Trail Krieger, Arandas riesce a resistere mediante la sua gigantesca barriera perimetrale chiamata "Great Wall", ma non può reggere in eterno. Il conflitto prenderà una svolta inattesa quando l'ottava unità autonoma di Arandas, tra i cui membri vi è il protagonista Tokimune Susumu, salva dalle forze nemiche un carico della Kivernas, una multinazionale bellica, guidato dalla giovane ingegnere Jamie Hazaford: il carico è il prototipo di un Trail Krieger capace di muoversi mediante il pensiero del pilota, l'Argevollen. Senza pensarci due volte, Tokimune ci sale, diventandone il pilota effettivo.
La storia narra di fatto le cronache belliche dell'unità protagonista; nel procedere delle battaglie conosceremo i molti membri che ne fanno parte, da Tokimune a Jemie, fino al comandate dell'ottava unità Saimonji e la seconda in comando Suzushiro, le meccaniche Akane, Hikaru e Kaoru, il soldato Masaru, la nuova arrivata Namie e molti altri, i quali daranno vita a vere e proprie operazioni serrate che vanno dagli assalti a sorpresa a vere e proprie battaglie campali, fino a qualunque genere di operazione di guerriglia; al contempo narra il punto di vista dei soldati d'Ingelmia, facendoci conoscere le alte sfere e molti soldati, tra cui il pericoloso Schlein.
Ma non si parla solo di guerra, dal momento che, oltre a puntate in cui si prende fiato spesso in modo comico per smorzare l'atmosfera, vediamo altri elementi di guerra come il malato pensiero di profitto delle industrie d'armamento, guerre interne alle alte sfere e ribellioni.
Tra i personaggi che vantano una buona caratterizzazione, quelli meglio riusciti sono Saimonji e Tokimune, i cui destini sono irrimediabilmente legati all'Argevollen, anche per il "legame" che s'instaurerà fra macchina e pilota, con risultati via via sempre più allucinanti. Ah già, ovviamente non mancheranno i colpi di scena, e per quanto riguarda il finale... vedetelo come volete.
In ambito grafico la serie è molto discreta, presentando un design dei personaggi molto duro per i maschi e dolce e grazioso per le femmine, mentre il mecha design è discreto e dettagliato, presentando modelli come l'Argevollen e unità simili a lui. In ambito sonoro... beh, si zoppica.
Se volete vedere brillare la volontà d'argento, a voi la scelta.
Alcuni mecha sono creati per appassionare, altri per essere ricordati, altri semplicemente per passatempo e intrattenere con calma ecc.
"Shirogane no Ishi: Argevollen" (tradotto come "Argevollen: volontà d'argento"), anime targato Studio Xebec (autore di "Mobile Battleship Nadesico" e "Soukyuu no Fafner"), fa parte di quei mecha passatempo, che permette al contempo di far brillare l'argento mediante una forte volontà combattiva.
La trama prende piede in un mondo immaginario molto simile al nostro dove è in corso, da tempo immemore, una guerra di posizione fra il Regno Unito di Arandas e la Federazione Nazionale d'Ingelmia; nonostante la schiacciante avanzata d'Ingelmia, mediante le gigantesche unità robotiche Trail Krieger, Arandas riesce a resistere mediante la sua gigantesca barriera perimetrale chiamata "Great Wall", ma non può reggere in eterno. Il conflitto prenderà una svolta inattesa quando l'ottava unità autonoma di Arandas, tra i cui membri vi è il protagonista Tokimune Susumu, salva dalle forze nemiche un carico della Kivernas, una multinazionale bellica, guidato dalla giovane ingegnere Jamie Hazaford: il carico è il prototipo di un Trail Krieger capace di muoversi mediante il pensiero del pilota, l'Argevollen. Senza pensarci due volte, Tokimune ci sale, diventandone il pilota effettivo.
La storia narra di fatto le cronache belliche dell'unità protagonista; nel procedere delle battaglie conosceremo i molti membri che ne fanno parte, da Tokimune a Jemie, fino al comandate dell'ottava unità Saimonji e la seconda in comando Suzushiro, le meccaniche Akane, Hikaru e Kaoru, il soldato Masaru, la nuova arrivata Namie e molti altri, i quali daranno vita a vere e proprie operazioni serrate che vanno dagli assalti a sorpresa a vere e proprie battaglie campali, fino a qualunque genere di operazione di guerriglia; al contempo narra il punto di vista dei soldati d'Ingelmia, facendoci conoscere le alte sfere e molti soldati, tra cui il pericoloso Schlein.
Ma non si parla solo di guerra, dal momento che, oltre a puntate in cui si prende fiato spesso in modo comico per smorzare l'atmosfera, vediamo altri elementi di guerra come il malato pensiero di profitto delle industrie d'armamento, guerre interne alle alte sfere e ribellioni.
Tra i personaggi che vantano una buona caratterizzazione, quelli meglio riusciti sono Saimonji e Tokimune, i cui destini sono irrimediabilmente legati all'Argevollen, anche per il "legame" che s'instaurerà fra macchina e pilota, con risultati via via sempre più allucinanti. Ah già, ovviamente non mancheranno i colpi di scena, e per quanto riguarda il finale... vedetelo come volete.
In ambito grafico la serie è molto discreta, presentando un design dei personaggi molto duro per i maschi e dolce e grazioso per le femmine, mentre il mecha design è discreto e dettagliato, presentando modelli come l'Argevollen e unità simili a lui. In ambito sonoro... beh, si zoppica.
Se volete vedere brillare la volontà d'argento, a voi la scelta.
Personalmente non riesco ad apprezzare fino in fondo il genere mecha: ne ho visto qualcuno e, a dirla tutta, mi è anche piaciuto qualche esemplare, tuttavia li trovo sempre un pochino stereotipati, monotoni e con l'alto rischio di rifarsi a qualcosa di già visto. Insomma, si tratta di robottoni giganti che si scannano tra di loro, magari il protagonista incarna pure l'ideale di giustizia e verità in cui tutta l'umanità spera. C'è un cattivo e un buono, coinvolti in una lotta all'ultimo sangue. Ebbene, "Shirogane no Ishi: Argevollen " ha cambiato, a mio modo di vedere, questa classica impostazione.
Innanzi tutto è bene specificare che si tratta di una serie di ventiquattro episodi, conclusasi nella stagione invernale del 2014 e con ovvi riferimenti al genere mecha, guerra e d'azione. Tuttavia, come avremo modo di vedere, aggiunge alcuni elementi innovativi che lo renderanno un ottimo anime e una serie di tutto rispetto.
Due Paesi sono in guerra: Arandas e Igelmia; non esistono né buoni né cattivi, un po' come succede in tutte le guerre. Entrambi le parti vogliono ottenere qualcosa, ma una cosa appare subito ovvia: Arandas è in seria difficoltà e la sua lenta ritirata verso l'interno del proprio territorio è un dato emblematico che prefigura una futura sconfitta.
Tra tutte le unità di Arandas, una appare molto singolare: l'Unità indipendente 8. Questa infatti è composta da elementi molto competenti (quasi tutti) e, invisa al comando centrale, viene spedita in missioni pericolose e ad alto rischio di fallimento. A capo dell'Unità c'è Ukyou Samonji, un ufficiale incredibilmente capace dal carattere calmo e riflessivo (fin troppo). Ma la nostra attenzione non deve essere rivolta solamente a quest'ultimo, perché il vero protagonista della storia è Tokimune Susume, un soldato semplice, appena uscito dalla scuola di formazione per piloti. Gli viene assegnato un robot personale, ma le sue capacità appaiono alquanto limitate. E dunque? Come renderlo il degno eroe che ogni spettatore attende? Semplice, assegnandoli un robot molto più forte e originale: l'Argevollen appunto. La scoperta di questa incredibile arma però avviene in maniera alquanto casuale, un'imboscata nemica contro un camion civile, il solito atto eroico e completamente ingenuo di Susume e la scoperta che, quel camion, trasportava un robot di ultima generazione.
Che la guerra possa continuare.
Diciamo che l'impostazione di base si rifà molto alla classica partenza degli anime mecha. Quante volte si è vista qualche misteriosa arma cibernetica cadere da cielo, per poi scoprire che, in qualche modo, il protagonista è l'unico a poterla usare? Quasi sempre. Tuttavia devo ammettere che, con il passare delle puntate, "Shirogane no Ishi: Argevollen" incomincerà ad assumere caratteristiche del tutto proprie. Innanzi tutto una maggior attenzione rivolta alle tattiche militari e alle strategie di guerra, adottate durante i combattimenti. Si sceglie, a mio avviso, di dare un pizzico di realismo in più, abbandonando i robot super moderni, per usare invece macchinari piuttosto "antiquati", lenti e non sempre così entusiasmanti nelle movenze. Ovviamente con la dovuta eccezione dell'Argevollen e delle future macchine che compariranno nel corso della serie.
Tralasciando però, almeno per un pochino, gli aspetti di guerra, concentriamoci sui personaggi. Infatti questi costituiscono la ciliegina sulla torta: veri e in continua difficoltà. Niente ideali utopistici da portare avanti, sono soldati (quasi tutti) e sanno bene che la guerra porta morti e sacrifici. Tokimune Susume, inoltre, subisce una progressiva crescita lungo tutta la serie, non solo per quanto riguarda la sua abilità alla guida dell'Argevollen, ma anche nel suo rapporto con i vari compagni e, in particolare, con Jamie.
Non si può dire che ci sia un vero e proprio sentimentalismo, ma, allo stesso tempo, non viene risparmiato il tempo dedicato alle relazioni amorose. Potrei dire che la coppia Tokimune-Jamie sia la migliore, ma, per certi versi, mentirei. Infatti, e perdonatemi questo piccolo spoiler, non ho potuto far altro che ammirare l'amore tra Samonji e la sorella di Tokimune. Un amore recluso nel gelido cuore dell'ufficiale, ma comunque presente e sempre pronto a tornare in superficie. Eppure c'è un'altra ragazza interessata al comandante: Saori Suzushiro, sempre fedele, paziente al fianco di Samonji. Un amore muto e silenzioso, che non potrà non avere sviluppi interessanti in un prossimo futuro.
La grafica è abbastanza buona, non certo esaltante, ma comunque in grado di coinvolgere. Colori piuttosto opachi, opportuni vista la situazione di guerra e desolazione, ma subito pronti ad accendersi quando sorge un momento maggiormente opportuno. I personaggi mostrano fattezze piuttosto originali, completati da uno studio del carattere piuttosto approfondito.
Ottima l'opening, ma in generale molto buona anche la restante colonna sonora. Bene il doppiaggio e stesso discorso per la regia.
"Shirogane no Ishi: Argevollen", dunque, è un anime che merita di essere visto... e apprezzato. Forse non mostra i picchi epici di molti altre opere, ma riesce comunque a mantenere un tasso di qualità elevato per tutte e ventiquattro le puntate. Il finale è fantastico, ma non voglio dirvi nulla a riguardo, se non che rimarrà ancora tutto aperto, anzi, per certi versi la situazione tornerà come all'inizio. Le forze in campo continuano a equivalersi, ma, se mai ci sarà un seconda stagione (cosa che mi auguro vivamente, anche se difficile), i presupposti sembrano essere fantastici.
Forse sono un tradizionalista, ma quest'opera ha fatto risorgere in me il piacere della classica guerra, dove sono i soldati a combattersi e non gigantesche macchine robotizzate (ovviamente sto parlando degli anime; niente a che fare con la situazione reale).
Voto finale: 7 e mezzo
Innanzi tutto è bene specificare che si tratta di una serie di ventiquattro episodi, conclusasi nella stagione invernale del 2014 e con ovvi riferimenti al genere mecha, guerra e d'azione. Tuttavia, come avremo modo di vedere, aggiunge alcuni elementi innovativi che lo renderanno un ottimo anime e una serie di tutto rispetto.
Due Paesi sono in guerra: Arandas e Igelmia; non esistono né buoni né cattivi, un po' come succede in tutte le guerre. Entrambi le parti vogliono ottenere qualcosa, ma una cosa appare subito ovvia: Arandas è in seria difficoltà e la sua lenta ritirata verso l'interno del proprio territorio è un dato emblematico che prefigura una futura sconfitta.
Tra tutte le unità di Arandas, una appare molto singolare: l'Unità indipendente 8. Questa infatti è composta da elementi molto competenti (quasi tutti) e, invisa al comando centrale, viene spedita in missioni pericolose e ad alto rischio di fallimento. A capo dell'Unità c'è Ukyou Samonji, un ufficiale incredibilmente capace dal carattere calmo e riflessivo (fin troppo). Ma la nostra attenzione non deve essere rivolta solamente a quest'ultimo, perché il vero protagonista della storia è Tokimune Susume, un soldato semplice, appena uscito dalla scuola di formazione per piloti. Gli viene assegnato un robot personale, ma le sue capacità appaiono alquanto limitate. E dunque? Come renderlo il degno eroe che ogni spettatore attende? Semplice, assegnandoli un robot molto più forte e originale: l'Argevollen appunto. La scoperta di questa incredibile arma però avviene in maniera alquanto casuale, un'imboscata nemica contro un camion civile, il solito atto eroico e completamente ingenuo di Susume e la scoperta che, quel camion, trasportava un robot di ultima generazione.
Che la guerra possa continuare.
Diciamo che l'impostazione di base si rifà molto alla classica partenza degli anime mecha. Quante volte si è vista qualche misteriosa arma cibernetica cadere da cielo, per poi scoprire che, in qualche modo, il protagonista è l'unico a poterla usare? Quasi sempre. Tuttavia devo ammettere che, con il passare delle puntate, "Shirogane no Ishi: Argevollen" incomincerà ad assumere caratteristiche del tutto proprie. Innanzi tutto una maggior attenzione rivolta alle tattiche militari e alle strategie di guerra, adottate durante i combattimenti. Si sceglie, a mio avviso, di dare un pizzico di realismo in più, abbandonando i robot super moderni, per usare invece macchinari piuttosto "antiquati", lenti e non sempre così entusiasmanti nelle movenze. Ovviamente con la dovuta eccezione dell'Argevollen e delle future macchine che compariranno nel corso della serie.
Tralasciando però, almeno per un pochino, gli aspetti di guerra, concentriamoci sui personaggi. Infatti questi costituiscono la ciliegina sulla torta: veri e in continua difficoltà. Niente ideali utopistici da portare avanti, sono soldati (quasi tutti) e sanno bene che la guerra porta morti e sacrifici. Tokimune Susume, inoltre, subisce una progressiva crescita lungo tutta la serie, non solo per quanto riguarda la sua abilità alla guida dell'Argevollen, ma anche nel suo rapporto con i vari compagni e, in particolare, con Jamie.
Non si può dire che ci sia un vero e proprio sentimentalismo, ma, allo stesso tempo, non viene risparmiato il tempo dedicato alle relazioni amorose. Potrei dire che la coppia Tokimune-Jamie sia la migliore, ma, per certi versi, mentirei. Infatti, e perdonatemi questo piccolo spoiler, non ho potuto far altro che ammirare l'amore tra Samonji e la sorella di Tokimune. Un amore recluso nel gelido cuore dell'ufficiale, ma comunque presente e sempre pronto a tornare in superficie. Eppure c'è un'altra ragazza interessata al comandante: Saori Suzushiro, sempre fedele, paziente al fianco di Samonji. Un amore muto e silenzioso, che non potrà non avere sviluppi interessanti in un prossimo futuro.
La grafica è abbastanza buona, non certo esaltante, ma comunque in grado di coinvolgere. Colori piuttosto opachi, opportuni vista la situazione di guerra e desolazione, ma subito pronti ad accendersi quando sorge un momento maggiormente opportuno. I personaggi mostrano fattezze piuttosto originali, completati da uno studio del carattere piuttosto approfondito.
Ottima l'opening, ma in generale molto buona anche la restante colonna sonora. Bene il doppiaggio e stesso discorso per la regia.
"Shirogane no Ishi: Argevollen", dunque, è un anime che merita di essere visto... e apprezzato. Forse non mostra i picchi epici di molti altre opere, ma riesce comunque a mantenere un tasso di qualità elevato per tutte e ventiquattro le puntate. Il finale è fantastico, ma non voglio dirvi nulla a riguardo, se non che rimarrà ancora tutto aperto, anzi, per certi versi la situazione tornerà come all'inizio. Le forze in campo continuano a equivalersi, ma, se mai ci sarà un seconda stagione (cosa che mi auguro vivamente, anche se difficile), i presupposti sembrano essere fantastici.
Forse sono un tradizionalista, ma quest'opera ha fatto risorgere in me il piacere della classica guerra, dove sono i soldati a combattersi e non gigantesche macchine robotizzate (ovviamente sto parlando degli anime; niente a che fare con la situazione reale).
Voto finale: 7 e mezzo
Il genere robotico ha beneficiato negli ultimi anni di alcune opere di spicco che hanno saputo rilanciarlo e lo hanno rivalutato a livello di marketing e di interesse generale d'utenza. Data l'estrema versatilità del genere, è stato possibile realizzare opere che hanno conquistato inaspettate fasce d'utenza. Non sempre però il successo ha coronato tali serie, alcune delle quali si sono rivelate più affini ad un'utenza di nicchia. È il caso di "Argevollen", un'opera che punta molto sul realismo militare e sull'abbandono di design più futuristici ed esteticamente accattivanti, offrendo un prodotto che parla di guerra e dei retroscena politici, industriali e affaristici che quest'ultima inevitabilmente reca con sé.
"Argevollen" è un'opera della stagione estiva 2014 composta da ventiquattro episodi di durata canonica. L'opera nasce come prodotto d'animazione.
Trama: in un mondo in cui non esistono velivoli militari, le battaglie si combattono prevalentemente sulla terra. I campi di battaglia sono caratterizzati dall'utilizzo massiccio di unità d'assalto e d'artiglieria cingolate, nonché da possenti unità camminatrici conosciute come "mech" e da unità robotiche di matrice più classica. Arandas e Ingelmia sono due Paesi in guerra tra loro da fin troppo tempo. Protagonista della storia è Tokimune, un giovane pilota appartenente all'8a unità indipendente di Arandas, il quale salva Jamie Hazaford, una giovane ingegnere che lavora presso l'industria bellica Kibernes. Jamie è responsabile di un'unità robotica sperimentale chiamata Argevollen, la quale viene presa in custodia dalle forze di Arandas. Tokimune ne diviene il pilota e tramite il nuovo robot riesce a ribaltare la situazione di stallo del conflitto, riportando considerevoli vittorie, tuttavia l'Argevollen ha dei segreti militari dai risvolti piuttosto inquietanti. Che cosa si cela dietro la tecnologia dello U-Link System? Quali sono le conseguenze economico/politiche che si cela dietro questo interminabile conflitto? La guerra avrà mai un termine?
Grafica: il comparto tecnico risulta accettabile. Le ambientazioni appaiono piuttosto variegate, ma il livello di cura del dettaglio spesso lascia a desiderare, con paesaggi spesso abbozzati da tinte acquerellate. Le animazioni sono piuttosto buone, rapide e fluide. Il character design è molto gradevole. Il mecha design è generalmente massiccio e punta sul realismo, lasciando ben poco adito ad elaborazioni estetiche.
Sonoro: molto bello, così come entrambe le opening; la prima ending è più ritmata e coinvolgente della seconda. Ottime le OST, dalle sonorità molto militari. Gli effetti sonori sono molto belli. Doppiaggio pregevole.
Personaggi: nel complesso i personaggi di "Argevollen" risultano ben caratterizzati e dotati di un discreto fattore evolutivo, in alcuni casi certi personaggi appaiono immutati dinanzi allo scorrere degli eventi. Il fattore psicologico e umano appare evidente solamente in alcuni frangenti quali i ricordi del passato o le decisioni sul piano tattico. L'interazione è ottima.
Sceneggiatura: l'opera presenta alcune ingenuità di realizzazione che precludono la qualità complessiva (ad esempio il fatto che Tokimune sia l'unica persona a poter pilotare l'Argevollen). La gestione temporale risulta piuttosto chiara e fruibile, sebbene sia spesso intervallata da flashback. Il ritmo si attesta su livelli medio/veloci. Le scene d'azione sono spesso ben realizzate; non manca la violenza e la morte. È presente un minimo quantitativo di fanservice. I dialoghi sono mediamente buoni.
Finale: fondamentalmente buono. L'opera riesce a concludersi e a non lasciare parti incompiute ai fini di trama. Tutto ciò che doveva compiersi si è compiuto. Particolarmente ben riusciti gli ultimi istanti.
In sintesi, "Argevollen" non sarà ricordato come serie robotica memorabile (è assai più probabile che passi nell'anonimato), ma nel suo piccolo riesce a fornire una storia interessante. Protagoniste non sono tanto le battaglie, quanto piuttosto gli interessi economico/politici che si celano dietro ad esse. L'opera è consigliata agli appassionati del genere robotico e a chi ricerca un'opera che sappia coniugare un discreto realismo di battaglia con una storia ricca d'intrighi e cospirazioni.
"Argevollen" è un'opera della stagione estiva 2014 composta da ventiquattro episodi di durata canonica. L'opera nasce come prodotto d'animazione.
Trama: in un mondo in cui non esistono velivoli militari, le battaglie si combattono prevalentemente sulla terra. I campi di battaglia sono caratterizzati dall'utilizzo massiccio di unità d'assalto e d'artiglieria cingolate, nonché da possenti unità camminatrici conosciute come "mech" e da unità robotiche di matrice più classica. Arandas e Ingelmia sono due Paesi in guerra tra loro da fin troppo tempo. Protagonista della storia è Tokimune, un giovane pilota appartenente all'8a unità indipendente di Arandas, il quale salva Jamie Hazaford, una giovane ingegnere che lavora presso l'industria bellica Kibernes. Jamie è responsabile di un'unità robotica sperimentale chiamata Argevollen, la quale viene presa in custodia dalle forze di Arandas. Tokimune ne diviene il pilota e tramite il nuovo robot riesce a ribaltare la situazione di stallo del conflitto, riportando considerevoli vittorie, tuttavia l'Argevollen ha dei segreti militari dai risvolti piuttosto inquietanti. Che cosa si cela dietro la tecnologia dello U-Link System? Quali sono le conseguenze economico/politiche che si cela dietro questo interminabile conflitto? La guerra avrà mai un termine?
Grafica: il comparto tecnico risulta accettabile. Le ambientazioni appaiono piuttosto variegate, ma il livello di cura del dettaglio spesso lascia a desiderare, con paesaggi spesso abbozzati da tinte acquerellate. Le animazioni sono piuttosto buone, rapide e fluide. Il character design è molto gradevole. Il mecha design è generalmente massiccio e punta sul realismo, lasciando ben poco adito ad elaborazioni estetiche.
Sonoro: molto bello, così come entrambe le opening; la prima ending è più ritmata e coinvolgente della seconda. Ottime le OST, dalle sonorità molto militari. Gli effetti sonori sono molto belli. Doppiaggio pregevole.
Personaggi: nel complesso i personaggi di "Argevollen" risultano ben caratterizzati e dotati di un discreto fattore evolutivo, in alcuni casi certi personaggi appaiono immutati dinanzi allo scorrere degli eventi. Il fattore psicologico e umano appare evidente solamente in alcuni frangenti quali i ricordi del passato o le decisioni sul piano tattico. L'interazione è ottima.
Sceneggiatura: l'opera presenta alcune ingenuità di realizzazione che precludono la qualità complessiva (ad esempio il fatto che Tokimune sia l'unica persona a poter pilotare l'Argevollen). La gestione temporale risulta piuttosto chiara e fruibile, sebbene sia spesso intervallata da flashback. Il ritmo si attesta su livelli medio/veloci. Le scene d'azione sono spesso ben realizzate; non manca la violenza e la morte. È presente un minimo quantitativo di fanservice. I dialoghi sono mediamente buoni.
Finale: fondamentalmente buono. L'opera riesce a concludersi e a non lasciare parti incompiute ai fini di trama. Tutto ciò che doveva compiersi si è compiuto. Particolarmente ben riusciti gli ultimi istanti.
In sintesi, "Argevollen" non sarà ricordato come serie robotica memorabile (è assai più probabile che passi nell'anonimato), ma nel suo piccolo riesce a fornire una storia interessante. Protagoniste non sono tanto le battaglie, quanto piuttosto gli interessi economico/politici che si celano dietro ad esse. L'opera è consigliata agli appassionati del genere robotico e a chi ricerca un'opera che sappia coniugare un discreto realismo di battaglia con una storia ricca d'intrighi e cospirazioni.