Kamichu!
Nel 2005 lo studio Brain’s Base dà alla luce “Kamichu!”, il cui titolo è l’abbreviazione di “Kamisama de Chugakusei”, ovvero “La dea è una studentessa delle medie”. L’anime si compone di sedici episodi, di cui dodici mandati in onda in TV e quattro pubblicati solo su DVD.
Un bel giorno della primavera del 1983, nella cittadina di Onomichi, la studentessa delle medie Yurie rivela alla sua amica Mitsue di essere diventata una divinità. Ascoltando il loro discorso, Matsuri Saegusa si offre di aiutare la ragazza a scoprire che tipo di dea è diventata e, al contempo, decide di sfruttare l’inconsueta novità per ridare visibilità al tempio shintoista di suo padre. Iniziano così le avventure di Yurie-sama, che si destreggerà tra richieste esaudite al grido di “Kamichu!” e la vita scolastica di tutti i giorni.
Nonostante tutte le recensioni positive sulla sua scheda e su altri siti, io purtroppo non sono riuscita a cogliere la bellezza e il significato del suddetto anime. Molti sono infatti gli aspetti poco chiari di Kamichu, a cominciare dal target: a chi dovrebbe essere rivolto? Ai bambini? Ai pre-adolescenti? A persone leggermente più mature? Quando un episodio ti porta a scegliere una di queste opzioni, subito dopo quello successivo ti fa ricredere. Basti pensare al fatto che il paese in cui abitano le nostre protagoniste è popolato da tante divinità diverse e dall’aspetto decisamente grazioso, che incarnano ogni sorta di oggetto presente sulla Terra: abbiamo la divinità delle granite, degli yakisoba, dei salvagenti, dei CD-ROM e chi più ne ha più ne metta. Dopo essere venuti a contatto con questa realtà, è normale pensare che l’opera sia rivolta ai più giovani, peccato che nelle puntate a venire Yurie sia convocata dal Primo Ministro per incontrare un’aliena (dalle fattezze di un polipo molto moe) che poi vorranno spedire alla NASA, con conseguenti problemi diplomatici e intervento delle forze armate. Insomma, procedendo con gli episodi ho constatato che la serie passa da un estremo all’altro senza troppi complimenti, e in tutte queste mosse azzardate arriva a portare al limite del ridicolo anche situazioni di un certo spessore: esemplare è la vicenda della corazzata Yamato.
Altro punto a sfavore di “Kamichu!” è l’assenza di un filo narrativo da seguire. Mi chiedo cosa avessero in mente gli autori quando hanno deciso di realizzare la serie: farci conoscere le varie divinità dello shintoismo? Mostrare quant’è dura essere una dea per una ragazza delle medie? Farci assistere al processo di crescita della protagonista? Purtroppo nessuno degli obiettivi è stato raggiunto. Infatti, a parte un binbougami e la fugace apparizione di uno shinigami, i kami più esemplari della suddetta religione sono stati sostituiti dai sopraccitati dei dalle apparenze piuttosto infantili, mentre alla nostra Yurie sembra che l’esperienza da divinità non sia servita poi molto: timida, impacciata e pigra è nei primi episodi e tale rimane negli ultimi. Momenti di puro sconcerto, poi, in tutti quegli episodi in cui viene idolatrata, con tanto di “festa di ringraziamento a Yurie” il giorno di Natale e consultazioni giornaliere a cui mai darà risposte utili. Tra l’altro, oltre a svolgere piuttosto male il suo compito, la nostra protagonista userà i suoi poteri per metà degli episodi, mentre per il resto la vedremo alle prese con i soliti eventi presenti negli anime, come Natale, san Valentino, elezioni del consiglio studentesco, giorni di malattia e primi amori, che poco hanno a che fare con la sua condizione di divinità. Di quest’ultima, in poche parole, si abusa solamente per trovare un incipit originale per la serie.
Arriviamo infine alla ciliegina sulla torta: mai si saprà come ha fatto Yurie a diventare una divinità, come è riuscita a capirlo, che tipo di kami è, come mai è l’unica dea che gli abitanti del villaggio riescono a vedere. Insomma, un altro tentativo malriuscito di emulare le atmosfere degli anime dello studio Ghibli, a cui sicuramente “Kamichu!” strizza l’occhio.
Sui personaggi non mi sbilancio molto, anche perché c’è ben poco da dire: come già scritto, Yurie non crescerà mai, e rimarrà la solita ragazzina insicura di sempre. Menzione d’onore va però a Matsuri, l’unica con una personalità forte e ben costruita. Per quanto riguarda la caratterizzazione degli altri “attori”, sarà solo lievemente accentuata e in ogni caso poco brillante.
Giudizi migliori sul comparto tecnico: il character design è semplice ma dalle linee molto morbide, anche se subisce qualche calo per gran parte della serie; le animazioni sono davvero ben fatte, tant’è che si focalizzano anche sui più piccoli movimenti, da quello delle labbra all’abitudine di Yurie di mettersi il dito in bocca; le musiche sono poco presenti, ma delle poche udite non posso che apprezzare le OST di stampo più orientale, che ben si adattano alla premessa dell’anime.
Tirando le somme, trovo che “Kamichu!” sia una sorta di minestrone che mescola elementi che poco si amalgamano tra di loro. Ognuno di essi, poi, risulta malriuscito anche se preso singolarmente. Una serie con tante potenzialità sprecate, sfruttate al meglio solo in due o tre episodi, ma che avrebbe potuto dare di più se avesse sviluppato bene un singolo aspetto, come il mondo dei kami ad esempio. Voto: 5.
Un bel giorno della primavera del 1983, nella cittadina di Onomichi, la studentessa delle medie Yurie rivela alla sua amica Mitsue di essere diventata una divinità. Ascoltando il loro discorso, Matsuri Saegusa si offre di aiutare la ragazza a scoprire che tipo di dea è diventata e, al contempo, decide di sfruttare l’inconsueta novità per ridare visibilità al tempio shintoista di suo padre. Iniziano così le avventure di Yurie-sama, che si destreggerà tra richieste esaudite al grido di “Kamichu!” e la vita scolastica di tutti i giorni.
Nonostante tutte le recensioni positive sulla sua scheda e su altri siti, io purtroppo non sono riuscita a cogliere la bellezza e il significato del suddetto anime. Molti sono infatti gli aspetti poco chiari di Kamichu, a cominciare dal target: a chi dovrebbe essere rivolto? Ai bambini? Ai pre-adolescenti? A persone leggermente più mature? Quando un episodio ti porta a scegliere una di queste opzioni, subito dopo quello successivo ti fa ricredere. Basti pensare al fatto che il paese in cui abitano le nostre protagoniste è popolato da tante divinità diverse e dall’aspetto decisamente grazioso, che incarnano ogni sorta di oggetto presente sulla Terra: abbiamo la divinità delle granite, degli yakisoba, dei salvagenti, dei CD-ROM e chi più ne ha più ne metta. Dopo essere venuti a contatto con questa realtà, è normale pensare che l’opera sia rivolta ai più giovani, peccato che nelle puntate a venire Yurie sia convocata dal Primo Ministro per incontrare un’aliena (dalle fattezze di un polipo molto moe) che poi vorranno spedire alla NASA, con conseguenti problemi diplomatici e intervento delle forze armate. Insomma, procedendo con gli episodi ho constatato che la serie passa da un estremo all’altro senza troppi complimenti, e in tutte queste mosse azzardate arriva a portare al limite del ridicolo anche situazioni di un certo spessore: esemplare è la vicenda della corazzata Yamato.
Altro punto a sfavore di “Kamichu!” è l’assenza di un filo narrativo da seguire. Mi chiedo cosa avessero in mente gli autori quando hanno deciso di realizzare la serie: farci conoscere le varie divinità dello shintoismo? Mostrare quant’è dura essere una dea per una ragazza delle medie? Farci assistere al processo di crescita della protagonista? Purtroppo nessuno degli obiettivi è stato raggiunto. Infatti, a parte un binbougami e la fugace apparizione di uno shinigami, i kami più esemplari della suddetta religione sono stati sostituiti dai sopraccitati dei dalle apparenze piuttosto infantili, mentre alla nostra Yurie sembra che l’esperienza da divinità non sia servita poi molto: timida, impacciata e pigra è nei primi episodi e tale rimane negli ultimi. Momenti di puro sconcerto, poi, in tutti quegli episodi in cui viene idolatrata, con tanto di “festa di ringraziamento a Yurie” il giorno di Natale e consultazioni giornaliere a cui mai darà risposte utili. Tra l’altro, oltre a svolgere piuttosto male il suo compito, la nostra protagonista userà i suoi poteri per metà degli episodi, mentre per il resto la vedremo alle prese con i soliti eventi presenti negli anime, come Natale, san Valentino, elezioni del consiglio studentesco, giorni di malattia e primi amori, che poco hanno a che fare con la sua condizione di divinità. Di quest’ultima, in poche parole, si abusa solamente per trovare un incipit originale per la serie.
Arriviamo infine alla ciliegina sulla torta: mai si saprà come ha fatto Yurie a diventare una divinità, come è riuscita a capirlo, che tipo di kami è, come mai è l’unica dea che gli abitanti del villaggio riescono a vedere. Insomma, un altro tentativo malriuscito di emulare le atmosfere degli anime dello studio Ghibli, a cui sicuramente “Kamichu!” strizza l’occhio.
Sui personaggi non mi sbilancio molto, anche perché c’è ben poco da dire: come già scritto, Yurie non crescerà mai, e rimarrà la solita ragazzina insicura di sempre. Menzione d’onore va però a Matsuri, l’unica con una personalità forte e ben costruita. Per quanto riguarda la caratterizzazione degli altri “attori”, sarà solo lievemente accentuata e in ogni caso poco brillante.
Giudizi migliori sul comparto tecnico: il character design è semplice ma dalle linee molto morbide, anche se subisce qualche calo per gran parte della serie; le animazioni sono davvero ben fatte, tant’è che si focalizzano anche sui più piccoli movimenti, da quello delle labbra all’abitudine di Yurie di mettersi il dito in bocca; le musiche sono poco presenti, ma delle poche udite non posso che apprezzare le OST di stampo più orientale, che ben si adattano alla premessa dell’anime.
Tirando le somme, trovo che “Kamichu!” sia una sorta di minestrone che mescola elementi che poco si amalgamano tra di loro. Ognuno di essi, poi, risulta malriuscito anche se preso singolarmente. Una serie con tante potenzialità sprecate, sfruttate al meglio solo in due o tre episodi, ma che avrebbe potuto dare di più se avesse sviluppato bene un singolo aspetto, come il mondo dei kami ad esempio. Voto: 5.
Fantastico ma non per tutti. Lo consiglio a chi sa andare oltre le apparenze e cogliere la passione con cui è stato prodotto. Non è un banale cartone per bambini! E' delicato, originale e ha classe. Ogni puntata trasmette una sensazione di benessere: un po' per l'ambientazione alla Totoro e un po' per la semplicità della narrazione. Le puntate sono autoconclusive ma con il filo rosso degli sviluppi nell'amicizia tra la protagonista ed il ragazzo che ha nel cuore. Finale pienamente soddisfacente.
Sono rimasto sorpreso da questa serie, semplicemente dolce, dall'inizio alla fine. Peccato che le puntate siano di tipo autoconclusivo senza una trama solida che le colleghi. In pratica ogni puntata rapresenta una nuova esperienza di Yurie nell'essere una Dea superando prove sempre più complicate e assurde. Bellissimi sono sia il disegno che le animazione. Stupenda Yurie e le sue espressioni MOE. Troppo mitico il padre che, emozionato, fotografa Yurie ad ogni suo nuovo traguardo.
Era da tempo che non mi emozionavo e Kamichu! è riuscito ad emozionarmi come pochi anime sono riusciti a fare negli ultimi anni. Tutto è bellissimo dai disegni, le musiche, i personaggi così pucciosi (in primis Yurie). Insomma non posso che quotare quello detto da Malefiko, alzando il voto a 10 che per me se lo merita tutto.
Certamente Kamichu è una serie ben curata sotto i punti di vista, ma, a mio parere, è un po' troppo infantile.
Nonostante questo, credo che sia un'ottima produzione che ha saputo fare propri tutti quegli accorgimenti che hanno decretato il successo delle opere dello Studio Ghibli.
L'uso dei colori tenui, l'accuratezza delle movenze delle protagoniste e la presenza di piccoli esserini divini sono certamente caratteristiche che contribuiscono ad amplificare la poesia che già caratterizza questa serie.
Peccato che, trattando delle avventure di bambine della scuola media, si indugi troppo in dolcezze infantili.
Quanto all'originalità del tema e delle modalità con cui è trattato, mi trovo perfettamente d'accordo con MalefiKo ( che a dispetto del nome, sembra avere un cuoricino di panna).
Certamente da vedere, magari non tutto d'un fiato come si farebbe con altre serie, ma da non perdere.
Nonostante questo, credo che sia un'ottima produzione che ha saputo fare propri tutti quegli accorgimenti che hanno decretato il successo delle opere dello Studio Ghibli.
L'uso dei colori tenui, l'accuratezza delle movenze delle protagoniste e la presenza di piccoli esserini divini sono certamente caratteristiche che contribuiscono ad amplificare la poesia che già caratterizza questa serie.
Peccato che, trattando delle avventure di bambine della scuola media, si indugi troppo in dolcezze infantili.
Quanto all'originalità del tema e delle modalità con cui è trattato, mi trovo perfettamente d'accordo con MalefiKo ( che a dispetto del nome, sembra avere un cuoricino di panna).
Certamente da vedere, magari non tutto d'un fiato come si farebbe con altre serie, ma da non perdere.
Il primo sentimento che mi ha preso quando ho visto la scheda di questo anime è stata la tristezza, nessuna recensione :(
Fortuna che questo è stato scacciato dai bei ricordi che mi ha impresso questo fantastico anime, che trasmette come davvero poche serie sanno fare, qualsiasi tipo di emozione.
Chi di noi non sogna di alzarsi una mattina ed essere diventato un Kami(Dio)? Bene la nostra protagonista, Yurie, ha questa fortuna. Ma soprattutto chi riuscirebbe a credere ad una simile storia? Ovviamente le sue amiche alle quali non verrà mai spiegato (e nemmeno a noi) come abbia fatto questa "pucciossima" ragazzina a diventare una Dea.
Ma soprattutto quello che ci chiediamo, che tipo di Dea è diventata? E per scoprirlo quale formula magica usare? Bè il 1° questito rimane senza risposta, o meglio la nostra Yurie può fare di tutto, mentre la risposta del 2° questito è una fantastica formula, che con la vocina di Yurie diventa ancora più "celestiale" : KA-MI-CHU!!!!
Insomma la storia di base di questo anime è che la protagonista non si sa come, non si sa perchè, è diventata la Dea di non si sa cosa, con non si sa quale potere magico, peccato che in tutto questo lei abbia solo 13 anni. Così Yurie, la più giovane Dea mai esistita, si trova oltre che ad affrontare una difficilissima vita scolatista, un'amore quasi impossibile e i classici problemi adolescenziali, anche i problemi riguardanti la sua città (tra l'altro esiste realmente questa cittadina in Giappone) e l'intero Giappone.
Così in queste 16 puntate vedremo come la giovane Yurie affronterà tutti i suoi problemi, a volte aiutandosi con i suoi poteri, ma anche come salverà un'aliena, vari spiriti tra cui quello della nava Yamato, o stessi Dei in brutte situazioni; dovrà inoltre integrarsi con successo nella comunità degli Dei e fare vari corsi di formazione.
Insomma alla fine Yurie, una piccola ragazzina pucciosa e molto goffa, con movimenti moe, riuscirà ad essere una grande Dea e a rendere felice tutte le persone che cercheranno il suo aiuto.
Oltre il chara-design fantastico, spettacolare, la cosa più bella sarà vedere i vari spiriti creati dagli autori, menzione speciale per lo spirito lattina e quello squalo, fantastici ^^
Insomma un Anime da 9 pieno, che vi farà sognare, un 10 sarebbe di parte, ma si meriterebbe anche un voto simile per l'originalità di questa serie. Non si accettano altri voti ;)
Fortuna che questo è stato scacciato dai bei ricordi che mi ha impresso questo fantastico anime, che trasmette come davvero poche serie sanno fare, qualsiasi tipo di emozione.
Chi di noi non sogna di alzarsi una mattina ed essere diventato un Kami(Dio)? Bene la nostra protagonista, Yurie, ha questa fortuna. Ma soprattutto chi riuscirebbe a credere ad una simile storia? Ovviamente le sue amiche alle quali non verrà mai spiegato (e nemmeno a noi) come abbia fatto questa "pucciossima" ragazzina a diventare una Dea.
Ma soprattutto quello che ci chiediamo, che tipo di Dea è diventata? E per scoprirlo quale formula magica usare? Bè il 1° questito rimane senza risposta, o meglio la nostra Yurie può fare di tutto, mentre la risposta del 2° questito è una fantastica formula, che con la vocina di Yurie diventa ancora più "celestiale" : KA-MI-CHU!!!!
Insomma la storia di base di questo anime è che la protagonista non si sa come, non si sa perchè, è diventata la Dea di non si sa cosa, con non si sa quale potere magico, peccato che in tutto questo lei abbia solo 13 anni. Così Yurie, la più giovane Dea mai esistita, si trova oltre che ad affrontare una difficilissima vita scolatista, un'amore quasi impossibile e i classici problemi adolescenziali, anche i problemi riguardanti la sua città (tra l'altro esiste realmente questa cittadina in Giappone) e l'intero Giappone.
Così in queste 16 puntate vedremo come la giovane Yurie affronterà tutti i suoi problemi, a volte aiutandosi con i suoi poteri, ma anche come salverà un'aliena, vari spiriti tra cui quello della nava Yamato, o stessi Dei in brutte situazioni; dovrà inoltre integrarsi con successo nella comunità degli Dei e fare vari corsi di formazione.
Insomma alla fine Yurie, una piccola ragazzina pucciosa e molto goffa, con movimenti moe, riuscirà ad essere una grande Dea e a rendere felice tutte le persone che cercheranno il suo aiuto.
Oltre il chara-design fantastico, spettacolare, la cosa più bella sarà vedere i vari spiriti creati dagli autori, menzione speciale per lo spirito lattina e quello squalo, fantastici ^^
Insomma un Anime da 9 pieno, che vi farà sognare, un 10 sarebbe di parte, ma si meriterebbe anche un voto simile per l'originalità di questa serie. Non si accettano altri voti ;)
