Le avventure della dolce Kati
Questo è un anime che parla di forza, di passione, di costanza.
La forza in una piccola bambina, che si trova a essere parzialmente orfana e ha a che fare con una vita tutta in salita, costretta da avverse condizioni economiche, dalla solitudine nel posto in cui vive, dalla guerra che infuriava nel periodo in cui è ambientata la storia, e dalle condizioni in cui si è trovata a reagire a tutto questo. Ciò l'ha fatta maturare come una donna adulta prima di tante sue coetanee.
La forza è anche quella di chi vuole imparare a vivere, viste le sue condizioni sopracitate che avrebbero spaventato e ucciso chiunque. Lei invece ha la forza di mille braccia, si dà molto da fare per aiutare chi, per quel poco, la nutre e la fa star bene. Kati è una ragazza che fa e impara tutto con una scioltezza e una destrezza senza pari, è svelta e sveglia nelle sue mansioni. Il punto debole viene rappresentato dai genitori, con i quali, per diverse ragioni, non ha a che fare. Certo non per colpa sua, ma per come le vicende si sono susseguite, però è colma d'amore e lo ripone quindi verso tutto ciò che fa ogni giorno.
La passione invece è quella che ha una bambina nell'apprendere tante cose in poco tempo, che l'aiuteranno a sopravvivere nella sua crescita, senza mai tirarsi indietro da nulla, senza mai rinunciare ad aiutare il prossimo, qualora ce ne fosse il bisogno. La passione di una bambina che cresce, di pari passo con il talento, perché il talento è sempre all'interno di persone che sono state private il tutto o quasi, e cresce se in queste persone cresce la voglia di riscattarsi in un modo o nell'altro.
La costanza la si vede nel continuo impegno che mette in tutte le sue cose la protagonista, quella costanza che alla fine verrà premiata, verrà premiata in una misura enorme, ritrovando gli amori perduti e crescendo con una vitalità e un talento senza pari, che le permetteranno di primeggiare in qualsiasi campo e guardare tutti dall'alto.
Ma qui abbiamo a che fare con un personaggio colmo di umiltà e umanità, le stesse che metterà a disposizione per altri bambini quando diventerà adulta, affinché possano crescere meglio di lei e con meno difficoltà.
Quindi l'opera ci vuole dimostrare proprio l'impegno che ognuno di noi deve mettere in tutte le cose ogni giorno, laddove l'ozio è un mal pagatore, mentre l'impegno viene sempre premiato e in ogni modo, e chi davvero merita non ha bisogno di alcuna raccomandazione o "spintarella". Se si ha talento e voglia nelle cose, si è sempre qualche spanna superiore a chi è disonesto.
Sempre.
La forza in una piccola bambina, che si trova a essere parzialmente orfana e ha a che fare con una vita tutta in salita, costretta da avverse condizioni economiche, dalla solitudine nel posto in cui vive, dalla guerra che infuriava nel periodo in cui è ambientata la storia, e dalle condizioni in cui si è trovata a reagire a tutto questo. Ciò l'ha fatta maturare come una donna adulta prima di tante sue coetanee.
La forza è anche quella di chi vuole imparare a vivere, viste le sue condizioni sopracitate che avrebbero spaventato e ucciso chiunque. Lei invece ha la forza di mille braccia, si dà molto da fare per aiutare chi, per quel poco, la nutre e la fa star bene. Kati è una ragazza che fa e impara tutto con una scioltezza e una destrezza senza pari, è svelta e sveglia nelle sue mansioni. Il punto debole viene rappresentato dai genitori, con i quali, per diverse ragioni, non ha a che fare. Certo non per colpa sua, ma per come le vicende si sono susseguite, però è colma d'amore e lo ripone quindi verso tutto ciò che fa ogni giorno.
La passione invece è quella che ha una bambina nell'apprendere tante cose in poco tempo, che l'aiuteranno a sopravvivere nella sua crescita, senza mai tirarsi indietro da nulla, senza mai rinunciare ad aiutare il prossimo, qualora ce ne fosse il bisogno. La passione di una bambina che cresce, di pari passo con il talento, perché il talento è sempre all'interno di persone che sono state private il tutto o quasi, e cresce se in queste persone cresce la voglia di riscattarsi in un modo o nell'altro.
La costanza la si vede nel continuo impegno che mette in tutte le sue cose la protagonista, quella costanza che alla fine verrà premiata, verrà premiata in una misura enorme, ritrovando gli amori perduti e crescendo con una vitalità e un talento senza pari, che le permetteranno di primeggiare in qualsiasi campo e guardare tutti dall'alto.
Ma qui abbiamo a che fare con un personaggio colmo di umiltà e umanità, le stesse che metterà a disposizione per altri bambini quando diventerà adulta, affinché possano crescere meglio di lei e con meno difficoltà.
Quindi l'opera ci vuole dimostrare proprio l'impegno che ognuno di noi deve mettere in tutte le cose ogni giorno, laddove l'ozio è un mal pagatore, mentre l'impegno viene sempre premiato e in ogni modo, e chi davvero merita non ha bisogno di alcuna raccomandazione o "spintarella". Se si ha talento e voglia nelle cose, si è sempre qualche spanna superiore a chi è disonesto.
Sempre.
Anime molto dolce e significativo che vede come protagonista una giovane fanciulla di nome Katy, la quale viene separata dalla propria madre vedova. Infatti la donna a causa della mancanza di lavoro emigra in Germania, affidando però la piccola Katy ai suoi nonni e donandole un bassotto di nome Giona che diventerà grande amico della protagonista, aiutandola nei momenti più difficili.
Anche in questa serie si evidenziano dei valori importanti che fanno riflettere e fanno capire come il coraggio, l'altruismo e soprattutto la grande forza di volontà di Katy nel superare le grosse fatiche lavorative sono importanti per non arrendersi mai di fronte agli ostacoli. Grazie anche all'aiuto dei suoi nonni e dei suoi amici, Katy riuscirà a conservare dentro di sé quel grande ottimismo e quella grande dolcezza che ribalteranno i suoi momenti più duri. Bellissimo!
Anche in questa serie si evidenziano dei valori importanti che fanno riflettere e fanno capire come il coraggio, l'altruismo e soprattutto la grande forza di volontà di Katy nel superare le grosse fatiche lavorative sono importanti per non arrendersi mai di fronte agli ostacoli. Grazie anche all'aiuto dei suoi nonni e dei suoi amici, Katy riuscirà a conservare dentro di sé quel grande ottimismo e quella grande dolcezza che ribalteranno i suoi momenti più duri. Bellissimo!
Ciao, Questo è un anime molto carino in cui la protagonista è una bambina molto dolce e tenera. Non a caso il titolo è "Le avventure della dolce Kati", un anime che vede la storia di questa bambina tra gioia, dolori e anche un po' di romanticismo, Kati si ritrova in un mondo degli adulti troppo presto (il mondo del lavoro) ma riesce a dimostrare le sue grandi doti lavorative.
Dalla qualità delle scenografie e dei protagonisti si può capire che è un prodotto storico molto ben fatto in tutti i suoi punti di vista.
Inoltre consiglio la visione a tutti quelli che cercano un anime pieno di dolci sentimenti.
VOTO:OTTO
Dalla qualità delle scenografie e dei protagonisti si può capire che è un prodotto storico molto ben fatto in tutti i suoi punti di vista.
Inoltre consiglio la visione a tutti quelli che cercano un anime pieno di dolci sentimenti.
VOTO:OTTO
Ciao a tutti! 'Le avventure della dolce Katy' esce nel 1985 e quindi essendo del 1980 me lo sono visto forse in prima visione su Italia 1 all'interno di 'Bin Bum Bam' allora condotto dall'accoppiata Colò-Bonolis.
L'ho apprezzato da bambino, quando ero riuscito a vedere quasi tutta la serie. Per anni ho avuto in mente la colonna sonora che ogni tanto mi tornava nelle orecchie. Il motivo principale è quello che si sente, ad esempio, durante la partenza in carrozza della madre, nell'ottavo episodio.
Ultimamente mi ero messo alla ricerca di 'quale' cartone animato contenesse quel brano, e scopro che stanno ritrasmettendo proprio in questi giorni la serie su Italia 1 alle 8 di mattina.
Dopo qualche peregrinazione in rete ho scoperto che le musiche sono di Ian Sibelius, in particolare il brano 'Finlandia', che viene volentieri citato in molte parti della serie. Non solo quindi una storia fruibile, piacevole da seguire e basata su un testo letterario valido anche appartenente ad una realtà misconosciuta, ma anche un occasione per scoprire un autore di buona musica quale è stato Ian Sibelius.
Per chi fosse interessato ad ascoltare un arrangiamento del brano ecco un link: http://www.youtube.com/watch?v=YE2JhUY-E14, a circa metà della traccia si ritrova la famosa melodia presente all'interno delle puntate!!! Buon ascolto!
L'ho apprezzato da bambino, quando ero riuscito a vedere quasi tutta la serie. Per anni ho avuto in mente la colonna sonora che ogni tanto mi tornava nelle orecchie. Il motivo principale è quello che si sente, ad esempio, durante la partenza in carrozza della madre, nell'ottavo episodio.
Ultimamente mi ero messo alla ricerca di 'quale' cartone animato contenesse quel brano, e scopro che stanno ritrasmettendo proprio in questi giorni la serie su Italia 1 alle 8 di mattina.
Dopo qualche peregrinazione in rete ho scoperto che le musiche sono di Ian Sibelius, in particolare il brano 'Finlandia', che viene volentieri citato in molte parti della serie. Non solo quindi una storia fruibile, piacevole da seguire e basata su un testo letterario valido anche appartenente ad una realtà misconosciuta, ma anche un occasione per scoprire un autore di buona musica quale è stato Ian Sibelius.
Per chi fosse interessato ad ascoltare un arrangiamento del brano ecco un link: http://www.youtube.com/watch?v=YE2JhUY-E14, a circa metà della traccia si ritrova la famosa melodia presente all'interno delle puntate!!! Buon ascolto!
L’anno in questione è il 1938, e per la Finlandia sono tempi davvero duri. Il patto Ribbentrp-Molotov ha segnato le sorti di molti paesi ed anche se ancora non è chiaro l’Unione Sovietica di Stalin allunga già le sue aguzze mani colonialistiche verso il piccolo paese scandinavo. In questo clima cupo, di grande ansia sociale, dopo soli vent’anni dall’agognata indipendenza, il popolo finlandese si sente di nuovo col fiato degli zar sul collo. Il volto dello zar in questione è cambiato, le sue intenzioni no. Questo è lo scenario politico che spinge la scrittrice Auni Nuolivaara a scrivere "Paimen, piika ja emäntä" da cui, nel 1984 la Nippon Animation fila la trama per il suo “Makiba no Shojo Katori” importato in Italia col titolo “Le avventure della dolce Kati” e facente parte del filone World Masterpiece Teather.
Perché parlare di Stalin e Russia quando si dovrebbe parlare di anime? Perché il romanzo della Nuolivaara trasuda patriottismo e desiderio di riscatto del popolo finlandese. Benchè la piccola protagonista sia solo una bambina non si parla di letteratura per ragazzi.
Kati (o Katori) è una bambina finlandese che, dopo la morte improvvisa del padre, si vede separata anche dalla madre che decide di partire per la Germania in cerca di lavoro affidando la ragazzina alle cure dei nonni. L’arrivo della prima guerra mondiale vede le due nazioni su fronti opposti, interrompendo le comunicazioni e quindi tagliando di netto il sussidio economico che la donna mandava alla famiglia rimasta in Scandinavia. Kati decide di iniziare a lavorare come mandriana, impara a filare e tessere e si appassiona ai grandi racconti epici finlandesi. La trama, che vede l’evoluzione della protagonista da bambina a donna, da incosciente ed ignorante a giudiziosa ed acculturata, altro non è che una chiara metafora della crescita dell’identità nazionale finlandese. Grandi sforzi sono stati fatti dagli sceneggiatori nipponici per ricondurre questo meisaku allo standard del filone ed in questo è giusto ricordare alcuni nomi importanti che si sono legati a questa produzione. Partiamo dal regista, quell’Hiroshi Saito che con la Nippon Animation ha ormai un rapporto d’amore e che per lei ha già firmato tanti Meisaku storici, come Moomin e Rascal. Sulla stessa scia Akira Miyazaki che anch’egli lavoro alle serie già citate e che sarà poi scenografo di “Una per tutte, tutte per una”. Il casting c’è, la storia un po’ meno, perché per quanti sforzi abbiano fatto gli ormai navigati sceneggiatori della Nippon Animation nel cercare di adattare, addolcire e snellire il racconto, peraltro abbastanza breve e quindi già alquanto diluito nelle sue 49 puntate, l’impresa risulta un po’ vana. Lo spettatore assiste a una bella storia, con tratti tipici del romanticismo Meisaku che però furono mere aggiunte degli sceneggiatori. Ben poco del romanzo originale avrebbe di fatto appassionato lo spettatore che, in un clima sociale e politico molto distante dalla Finlandia di quegl’anni, avrebbe mal digerito la storia nelle sue originali fattezze.
Sostanzialmente si ha di fronte comunque un anime piacevole, con una trama scorrevole, che non smentisce gli appassionati del Meisaku ma che, a parer mio, non incarna il giusto stile con cui questo filone procedeva. Una piccola deviazione dalla retta via diciamo. Va comunque detto che la storia in se, a prescindere dal romanzo è molto godibile e ben strutturata. Il filo narrativo regge, la trama è solida, ed i gesti e le scelte dei personaggi non sono campati per aria ma dettati da motivazioni etiche e sociali ben individuabili. Cosa manca? Se si parlasse di un anime fine a se stesso nulla, in un Meisaku, per come la vedo io, manca quell’attinenza intrinseca ai valori che il romanzo originale trasmette. Impresa ardua però se si parla di irredentismo finlandese.
Disegno un po’ pallido, in calo rispetto ad opere passate. Bene gli sfondi, discreto il chara design, tratti ancora molto legati allo stile Miyazaki.
In sostanza un meisaku dai tratti un po’ atipici, con un’ottima storia e una bella scenografia, ma che non è riuscito a convincermi fino in fondo. Che gli autori della Nippon Animation, parlando velatamente di indipendenza finlandese dalla Russia abbiano cercato di richiamare l’attenzione sull’ormai storico contenzioso per le isole Kurili con la patria della vodka? Mia mera supposizione. Sette.
Perché parlare di Stalin e Russia quando si dovrebbe parlare di anime? Perché il romanzo della Nuolivaara trasuda patriottismo e desiderio di riscatto del popolo finlandese. Benchè la piccola protagonista sia solo una bambina non si parla di letteratura per ragazzi.
Kati (o Katori) è una bambina finlandese che, dopo la morte improvvisa del padre, si vede separata anche dalla madre che decide di partire per la Germania in cerca di lavoro affidando la ragazzina alle cure dei nonni. L’arrivo della prima guerra mondiale vede le due nazioni su fronti opposti, interrompendo le comunicazioni e quindi tagliando di netto il sussidio economico che la donna mandava alla famiglia rimasta in Scandinavia. Kati decide di iniziare a lavorare come mandriana, impara a filare e tessere e si appassiona ai grandi racconti epici finlandesi. La trama, che vede l’evoluzione della protagonista da bambina a donna, da incosciente ed ignorante a giudiziosa ed acculturata, altro non è che una chiara metafora della crescita dell’identità nazionale finlandese. Grandi sforzi sono stati fatti dagli sceneggiatori nipponici per ricondurre questo meisaku allo standard del filone ed in questo è giusto ricordare alcuni nomi importanti che si sono legati a questa produzione. Partiamo dal regista, quell’Hiroshi Saito che con la Nippon Animation ha ormai un rapporto d’amore e che per lei ha già firmato tanti Meisaku storici, come Moomin e Rascal. Sulla stessa scia Akira Miyazaki che anch’egli lavoro alle serie già citate e che sarà poi scenografo di “Una per tutte, tutte per una”. Il casting c’è, la storia un po’ meno, perché per quanti sforzi abbiano fatto gli ormai navigati sceneggiatori della Nippon Animation nel cercare di adattare, addolcire e snellire il racconto, peraltro abbastanza breve e quindi già alquanto diluito nelle sue 49 puntate, l’impresa risulta un po’ vana. Lo spettatore assiste a una bella storia, con tratti tipici del romanticismo Meisaku che però furono mere aggiunte degli sceneggiatori. Ben poco del romanzo originale avrebbe di fatto appassionato lo spettatore che, in un clima sociale e politico molto distante dalla Finlandia di quegl’anni, avrebbe mal digerito la storia nelle sue originali fattezze.
Sostanzialmente si ha di fronte comunque un anime piacevole, con una trama scorrevole, che non smentisce gli appassionati del Meisaku ma che, a parer mio, non incarna il giusto stile con cui questo filone procedeva. Una piccola deviazione dalla retta via diciamo. Va comunque detto che la storia in se, a prescindere dal romanzo è molto godibile e ben strutturata. Il filo narrativo regge, la trama è solida, ed i gesti e le scelte dei personaggi non sono campati per aria ma dettati da motivazioni etiche e sociali ben individuabili. Cosa manca? Se si parlasse di un anime fine a se stesso nulla, in un Meisaku, per come la vedo io, manca quell’attinenza intrinseca ai valori che il romanzo originale trasmette. Impresa ardua però se si parla di irredentismo finlandese.
Disegno un po’ pallido, in calo rispetto ad opere passate. Bene gli sfondi, discreto il chara design, tratti ancora molto legati allo stile Miyazaki.
In sostanza un meisaku dai tratti un po’ atipici, con un’ottima storia e una bella scenografia, ma che non è riuscito a convincermi fino in fondo. Che gli autori della Nippon Animation, parlando velatamente di indipendenza finlandese dalla Russia abbiano cercato di richiamare l’attenzione sull’ormai storico contenzioso per le isole Kurili con la patria della vodka? Mia mera supposizione. Sette.
Tratto da un romanzo della finlandese Auni Nuolivaara, Dolce Katy è ambientato nella Finlandia della prima guerra mondiale. La madre di Katy, figlia di due vecchi e poveri agricoltori di campagna, è costretta dalla necessità di denaro a lasciare la piccola Katy, di soli 6 anni, dai nonni per emigrare in Germania in cerca di lavoro. Non prima però di aver lasciato all’amata figlia un regalo ottenuto in suo precedente viaggio, un piccolo cane bassotto dal nome Jona. La piccola e il cagnolino stringeranno presto una grandissima amicizia salda e sincera, che diverrà poi uno dei perni su cui ruoterà l’anime, anche e soprattutto per il grandissimo carisma e la simpatia di Jona, protagonista morale quasi al pari della stessa Katy.
La vicenda inizia 3 anni dopo il prologo, in cui assistiamo alla dolorosa separazione di madre e figlia, con Katy che ha quindi ora 9 anni…La fortuna non sembra arridere alla giovane protagonista, tanto che una delle due mucche dei nonni, quella più anziana, viene aggredita e uccisa da un orso nella foresta. Questo fatto ha grosse ripercussioni sullo stato finanziario della famiglia, che rischia di non farcela con i proventi di una sola mucca, per di più ancora piccola. E’ per questo che la piccola Katy, gia determinata e autosufficiente nonostante la giovane età, comunica ai nonni la decisione di iniziare a lavorare per guadagnare il denaro necessario per andare avanti.
Inizia quindi la ricerca di un lavoro, in particolare quello di custode del bestiame, lavoro che sa gia in parte fare, essendo cresciuta con le due mucche dei nonni, e anche grazie all’aiuto di Jona, che mostrerà nel corso dell’anime una grande intelligenza per un cane. Grazie all’amicizia di Martin, lontano parente, vicino e figlio di una famiglia benestante, Katy riuscirà nella sua ricerca, dovendo però separarsi dai nonni per andare a vivere nella lontana tenuta dei suoi nuovi padroni.
Katy mostrerà fin da subito grandi doti lavorative, grande tenacia e forza d’anime, cosi come grande voglia di lavorare e imparare, mantenendo però inalterata la sua dolcezza e la sua bontà d’animo. Nell’evolversi della trama incontrerà molti personaggi tipici dell’ambiente in cui è ambientata la vicenda, dal giovane custode del bestiame Pepper alla vecchia contastorie Gumilla, ma anche ‘gente di città’ come l’infermiera o il giornalista di cui purtroppo non ricordo i nomi. Questi e molti altri risulteranno tutti ben caratterizzati, nonostante il ruolo marginale, rendendo quest’anime un’opera corale di tutti i personaggi, la vera forza di quest’anime. Sarà spesso il carisma di questi personaggi ruotanti intorno a Katy a dare spessore alla trama, semplice ma non banale, che a volte risulta prevedibile, ma non per questo meno coinvolgente.
Non mancheranno i colpi di scena e i cambi di scenario, infatti Katy cambierà diversi lavori e padroni, ma riuscendo sempre a farsi benvolere e a stringere amicizia con tutti le persone che incontrerà, grazie alla sua perseveranza e alla sua dolcezza. Arriverete ad affezionarcivi anche voi, desiderando quasi entrare nell’anime per aiutare Katy nelle avversità della vita quotidiana e magari perché no, di avere una sorellina come lei, da proteggere e aiutare… ^_^
Come ci si può aspettare da un anime ambientato in campagna, non mancheranno parti in cui impareremo, insieme a Katy, le attività che occupano la giornata di questi ‘campagnoli’, nonché i vari lavori e impieghi che si possono incontrare in questi luoghi. Questi momenti di spiegazione non saranno minimamente noiosi o lenti, ma anzi ben integrati nella narrazione e interessanti, non causando minimamente un calo della narrazione, che in ogni caso si attesta su livelli abbastanza bassi e tranquilli.
Esistono anche delle eccezioni, come il combattimento tra un orso, intenzionato ad aggredire Katy, e una delle mucche accudite dalla bambina che, affezionatasi alla padroncina, era giunta in suo aiuto. La struttura dello scontro è semplice e quasi banale, tuttavia devo dire che mi ha appassionato tantissimo, molto ma molto di più degli scontri di molti osannati shonen da combattimento recenti e non, tanto da essere sul punto di urlare a squarciagola “VAI MUCCA!” ed avere quasi il batticuore.
Nonostante le 49 puntate non si riscontrano cali nella narrazione, se vi appassionerete ai primi episodi allora arriverete fino in fondo senza problemi, anzi alla fine vi lamenterete che avrebbero dovuto farne altri 49…
Dal punto di vista grafico siamo su buoni livelli, considerato l’anno di produzione, come d'altronde ci si può aspettare da un’opera del World Masterpiece Theater, da sempre simbolo di qualità sia come animazioni che come trama, avendo alle spalle la solidità di un romanzo famoso e apprezzato.
Infine ancora due cose: la bellissima sigla italiana cantata da Cristina D’Avena, che ben si adatta allo spirito della serie di Katy; e purtroppo è anche da segnalare l’assenza dell’episodio 48 doppiato. Non essendo stato trasmesso in televisione, è disponibile solo nella versione giapponese. Un vero peccato, dato che dalle immagini sembra un episodio davvero interessante.
Per concludere consiglio vivamente quest’anime a tutti, non è particolarmente complesso per cui è fruibile da tutti, tranne forse da quelli che erroneamente gli affibbieranno il marchio di ‘anime da ragazzine’, errore gravissimo e da non fare. Come votazione direi che un 8 pieno ci sta tutto, Katy lo merita ampiamente, ma voglio essere generoso, dato le grandi emozioni che mi ha regalato la visione di questo anime: 9.
La vicenda inizia 3 anni dopo il prologo, in cui assistiamo alla dolorosa separazione di madre e figlia, con Katy che ha quindi ora 9 anni…La fortuna non sembra arridere alla giovane protagonista, tanto che una delle due mucche dei nonni, quella più anziana, viene aggredita e uccisa da un orso nella foresta. Questo fatto ha grosse ripercussioni sullo stato finanziario della famiglia, che rischia di non farcela con i proventi di una sola mucca, per di più ancora piccola. E’ per questo che la piccola Katy, gia determinata e autosufficiente nonostante la giovane età, comunica ai nonni la decisione di iniziare a lavorare per guadagnare il denaro necessario per andare avanti.
Inizia quindi la ricerca di un lavoro, in particolare quello di custode del bestiame, lavoro che sa gia in parte fare, essendo cresciuta con le due mucche dei nonni, e anche grazie all’aiuto di Jona, che mostrerà nel corso dell’anime una grande intelligenza per un cane. Grazie all’amicizia di Martin, lontano parente, vicino e figlio di una famiglia benestante, Katy riuscirà nella sua ricerca, dovendo però separarsi dai nonni per andare a vivere nella lontana tenuta dei suoi nuovi padroni.
Katy mostrerà fin da subito grandi doti lavorative, grande tenacia e forza d’anime, cosi come grande voglia di lavorare e imparare, mantenendo però inalterata la sua dolcezza e la sua bontà d’animo. Nell’evolversi della trama incontrerà molti personaggi tipici dell’ambiente in cui è ambientata la vicenda, dal giovane custode del bestiame Pepper alla vecchia contastorie Gumilla, ma anche ‘gente di città’ come l’infermiera o il giornalista di cui purtroppo non ricordo i nomi. Questi e molti altri risulteranno tutti ben caratterizzati, nonostante il ruolo marginale, rendendo quest’anime un’opera corale di tutti i personaggi, la vera forza di quest’anime. Sarà spesso il carisma di questi personaggi ruotanti intorno a Katy a dare spessore alla trama, semplice ma non banale, che a volte risulta prevedibile, ma non per questo meno coinvolgente.
Non mancheranno i colpi di scena e i cambi di scenario, infatti Katy cambierà diversi lavori e padroni, ma riuscendo sempre a farsi benvolere e a stringere amicizia con tutti le persone che incontrerà, grazie alla sua perseveranza e alla sua dolcezza. Arriverete ad affezionarcivi anche voi, desiderando quasi entrare nell’anime per aiutare Katy nelle avversità della vita quotidiana e magari perché no, di avere una sorellina come lei, da proteggere e aiutare… ^_^
Come ci si può aspettare da un anime ambientato in campagna, non mancheranno parti in cui impareremo, insieme a Katy, le attività che occupano la giornata di questi ‘campagnoli’, nonché i vari lavori e impieghi che si possono incontrare in questi luoghi. Questi momenti di spiegazione non saranno minimamente noiosi o lenti, ma anzi ben integrati nella narrazione e interessanti, non causando minimamente un calo della narrazione, che in ogni caso si attesta su livelli abbastanza bassi e tranquilli.
Esistono anche delle eccezioni, come il combattimento tra un orso, intenzionato ad aggredire Katy, e una delle mucche accudite dalla bambina che, affezionatasi alla padroncina, era giunta in suo aiuto. La struttura dello scontro è semplice e quasi banale, tuttavia devo dire che mi ha appassionato tantissimo, molto ma molto di più degli scontri di molti osannati shonen da combattimento recenti e non, tanto da essere sul punto di urlare a squarciagola “VAI MUCCA!” ed avere quasi il batticuore.
Nonostante le 49 puntate non si riscontrano cali nella narrazione, se vi appassionerete ai primi episodi allora arriverete fino in fondo senza problemi, anzi alla fine vi lamenterete che avrebbero dovuto farne altri 49…
Dal punto di vista grafico siamo su buoni livelli, considerato l’anno di produzione, come d'altronde ci si può aspettare da un’opera del World Masterpiece Theater, da sempre simbolo di qualità sia come animazioni che come trama, avendo alle spalle la solidità di un romanzo famoso e apprezzato.
Infine ancora due cose: la bellissima sigla italiana cantata da Cristina D’Avena, che ben si adatta allo spirito della serie di Katy; e purtroppo è anche da segnalare l’assenza dell’episodio 48 doppiato. Non essendo stato trasmesso in televisione, è disponibile solo nella versione giapponese. Un vero peccato, dato che dalle immagini sembra un episodio davvero interessante.
Per concludere consiglio vivamente quest’anime a tutti, non è particolarmente complesso per cui è fruibile da tutti, tranne forse da quelli che erroneamente gli affibbieranno il marchio di ‘anime da ragazzine’, errore gravissimo e da non fare. Come votazione direi che un 8 pieno ci sta tutto, Katy lo merita ampiamente, ma voglio essere generoso, dato le grandi emozioni che mi ha regalato la visione di questo anime: 9.
Animé originale, se ce n'è uno, dedicato a luoghi e paesaggi raramente frequentati dall'animazione giapponese.
Siamo in Finlandia, all'inizio del secolo: il Paese si è da poco liberato dall'occupazione russa, e la prima guerra mondiale è finita da pochissimo.
La madre di Kati (se ricordo bene, tra l'altro, una ragazza madre) è partita per trovare lavoro. Kati, come tutti i bambini della sua età di quell'epoca, dovrà iniziare a lavorare non appena abbastanza grande per farlo...
Cara Dolce Kati ci racconta la sua vita fino al ricongiugimento con la madre: una storia senza grandi colpi di scena, riconoscimenti in stile Menandreo o Plautino, ma che segna anche la progressiva crescita e formazione della bambina fino alla prima adolescenza nel mondo del lavoro, senza tuttavia che questo segni il suo abbruttimento morale o culturale...
Un memento, per quanti credono che l'infanzia sia una conquista di sempre, e per ricordarci che, a quell'età, i nostri nonni andavano nei campi e si spaccavano la schiena per portare a casa qualcosa da mangiare... per ricordarci di quanto siamo fortunati.
Un animé a suo modo coraggioso, per aver osato provare qualcosa di originale, senza i classici temi di questi romanzi di formazione televisivi...
Una storia, tra l'altro, affatto noiosa... e questo è un grande merito della regia e della sceneggiatura, realizzata in perfetto stile Miyazaki sia nel disegno che nella cura dei personaggi più teneri e più umili...
Commovente, specialmente nella sua parte finale, e nel finale ricongiungimento fra Kati e la madre, dopo tanti anni...
Io l'ho amato, amatissimo...
E non dite che è per ragazzine!
Siamo in Finlandia, all'inizio del secolo: il Paese si è da poco liberato dall'occupazione russa, e la prima guerra mondiale è finita da pochissimo.
La madre di Kati (se ricordo bene, tra l'altro, una ragazza madre) è partita per trovare lavoro. Kati, come tutti i bambini della sua età di quell'epoca, dovrà iniziare a lavorare non appena abbastanza grande per farlo...
Cara Dolce Kati ci racconta la sua vita fino al ricongiugimento con la madre: una storia senza grandi colpi di scena, riconoscimenti in stile Menandreo o Plautino, ma che segna anche la progressiva crescita e formazione della bambina fino alla prima adolescenza nel mondo del lavoro, senza tuttavia che questo segni il suo abbruttimento morale o culturale...
Un memento, per quanti credono che l'infanzia sia una conquista di sempre, e per ricordarci che, a quell'età, i nostri nonni andavano nei campi e si spaccavano la schiena per portare a casa qualcosa da mangiare... per ricordarci di quanto siamo fortunati.
Un animé a suo modo coraggioso, per aver osato provare qualcosa di originale, senza i classici temi di questi romanzi di formazione televisivi...
Una storia, tra l'altro, affatto noiosa... e questo è un grande merito della regia e della sceneggiatura, realizzata in perfetto stile Miyazaki sia nel disegno che nella cura dei personaggi più teneri e più umili...
Commovente, specialmente nella sua parte finale, e nel finale ricongiungimento fra Kati e la madre, dopo tanti anni...
Io l'ho amato, amatissimo...
E non dite che è per ragazzine!