Vandread
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Tra i molti studi di animazione che operano in Giappone ve n'è uno molto particolare che prende il nome di "Gonzo", chiamato così poiché chi ci lavora non si comporti come tale (che è un sinonimo non molto carino). Spesso, però, tale studio, oltre ad adattare serie famose come i primi romanzi di "Full Metal Panic", si diverte a creare opere originali, e lì il talento lo mostrano eccome, in particolare quando mettono mano alla CGI. Una di queste opere prende il nome di "Vandread".
A quanto pare, il concetto metaforico di "guerra dei sessi" è diventato letterale, dal momento che veniamo coinvolti in un bizzarro conflitto fra due pianeti: Taraak per i maschi e Mejere per le femmine; ognuna delle due parti vede l'avversario come qualunque cosa purché non sia umana.
Tutto inizia quando a Taraak è in procinto di decollare una nuova corazzata contenente a bordo dei nuovi mecha da combattimento umanoidi chiamati "Vanguard"; nel bel mezzo della cerimonia appaiono le avversarie, che seminano macello con la loro nave e i loro caccia da combattimento Dreads. Nel bel mezzo della confusione avviene un singolare fenomeno causato da una misteriosa energia blu che avvolge le navi di entrambe le parti e le catapulta chissà dove; a rendere la cosa bizzarra, vi sono tre prigionieri di guerra di Taraak: il giovane ingegnere Hibiki Tokai, che nella confusione voleva rubare un Vanguard, il medico Duel McFile e il cittadino d'élite Bart Garsus.
Ma non è finita qui, dal momento che la misteriosa essenza blu, che si scoprirà essere senziente e col nome di PAXSIS, ha letteralmente fuso le due navi in una, che verrà in seguito ribattezzata Nirvana, e modificato il Vanguard di Hibiki e i tre modelli di Dread di tre soldatesse dell'equipaggio di Mejere, in realtà pirati: l'infantile Ditta, che chiamerà Hibiki "Mr. Alieno", la fredda amazzone Meia, che ha alle sue spalle un passato che definire doloroso è dir poco, e l'infantile Jura, in modo che possano combinarsi in potenti mezzi da combattimento, che verranno chiamati "Vandread".
L'obiettivo dell'equipaggio è quello di raggiungere il sistema dove è situato il pianeta Mejere, ma nel corso della rotta dovrà scontrarsi più volte contro un misterioso nemico, oltre a cercare di rendere possibile la convivenza fra le "due" razze.
Essendo la prima stagione, su due, vengono introdotti tutti gli elementi di base della vicenda, ovvero il motivo del viaggio dell'equipaggio della Nirvana e i tentativi d'approccio dei pirati con i loro prigionieri di guerra, i quali avranno un compito specifico, dal momento che Duel aiuterà le ragazze nel reparto medico, Bart, in grado di passare dal tenace al codardo in un attimo, pur cercando di maturare, diverrà timoniere della Nirvana, mentre Hibiki, che mal sopporta la compagnia femminile, Ditta in primis, e non si fa problemi a fare la testa calda con loro, rendendolo un perfetto esempio di protagonista di anime harem, farà da pilota del Vanguard, che chiamerà "compagno", in supporto dei Dread di Ditta, che fin da subito avrà un colpo di fulmine con il suo "Mr. Alieno", Meia, che gradualmente imparerà ad aprirsi, e Jura. Farà anche da co-pilota, con suo grande fastidio, quando avviene il processo di fusione del Vanguard con uno dei Dread, formando il Vandread, ognuno adatto a uno specifico tipo di combattimento. Oltre a loro vi è la maggior parte dell'equipaggio della Nirvana, di cui conosceremo Barnette, che fa da dama di compagnia a Jura, ed è chiarissimo che tra le due vi è un rapporto più profondo che la semplice amicizia, la meccanica Gascogne, soprannominata Gasco con sua irritazione, la vice-comandante Buzam, l'operatrice Beram, in stato di gravidanza (nel corso della serie verrà spiegato il particolare sistema di famiglie di Mejere, e non lo voglio vedere come propaganda), il "Boss" Magno e altri.
Occhio, non vuol dire che è una serie da commedia, perché non mancheranno i momenti molto seri, tra cui uno che coinvolgerà crudelmente Hibiki.
In ambito grafico si nota il talento di "Gonzo", che fa uso di una grafica molto colorata e graziosa, pur mostrando i suoi anni, essendo d'inizio millennio, nelle scene "a terra", mentre la parte grossa la fa nelle battaglie, in cui fa del suo meglio in ambito di CGI, proponendo una fluidità e un'attenzione al dettaglio veramente eccezionale, complice il suo spettacolare mecha design, compreso quello nemico, che passa dalle unità semplici fino alle astronavi e le "brutte copie".
In ambito sonoro invece abbiamo un buon comparto musicale e ottime abilità di doppiaggio, mentre l'opening "Trust", davvero carina, mostra la bizzarra particolarità di mostrare come una preview cosa succederà nella puntata in questione.
E questo è quanto, con il primo "stage" di questa serie.
Tra i molti studi di animazione che operano in Giappone ve n'è uno molto particolare che prende il nome di "Gonzo", chiamato così poiché chi ci lavora non si comporti come tale (che è un sinonimo non molto carino). Spesso, però, tale studio, oltre ad adattare serie famose come i primi romanzi di "Full Metal Panic", si diverte a creare opere originali, e lì il talento lo mostrano eccome, in particolare quando mettono mano alla CGI. Una di queste opere prende il nome di "Vandread".
A quanto pare, il concetto metaforico di "guerra dei sessi" è diventato letterale, dal momento che veniamo coinvolti in un bizzarro conflitto fra due pianeti: Taraak per i maschi e Mejere per le femmine; ognuna delle due parti vede l'avversario come qualunque cosa purché non sia umana.
Tutto inizia quando a Taraak è in procinto di decollare una nuova corazzata contenente a bordo dei nuovi mecha da combattimento umanoidi chiamati "Vanguard"; nel bel mezzo della cerimonia appaiono le avversarie, che seminano macello con la loro nave e i loro caccia da combattimento Dreads. Nel bel mezzo della confusione avviene un singolare fenomeno causato da una misteriosa energia blu che avvolge le navi di entrambe le parti e le catapulta chissà dove; a rendere la cosa bizzarra, vi sono tre prigionieri di guerra di Taraak: il giovane ingegnere Hibiki Tokai, che nella confusione voleva rubare un Vanguard, il medico Duel McFile e il cittadino d'élite Bart Garsus.
Ma non è finita qui, dal momento che la misteriosa essenza blu, che si scoprirà essere senziente e col nome di PAXSIS, ha letteralmente fuso le due navi in una, che verrà in seguito ribattezzata Nirvana, e modificato il Vanguard di Hibiki e i tre modelli di Dread di tre soldatesse dell'equipaggio di Mejere, in realtà pirati: l'infantile Ditta, che chiamerà Hibiki "Mr. Alieno", la fredda amazzone Meia, che ha alle sue spalle un passato che definire doloroso è dir poco, e l'infantile Jura, in modo che possano combinarsi in potenti mezzi da combattimento, che verranno chiamati "Vandread".
L'obiettivo dell'equipaggio è quello di raggiungere il sistema dove è situato il pianeta Mejere, ma nel corso della rotta dovrà scontrarsi più volte contro un misterioso nemico, oltre a cercare di rendere possibile la convivenza fra le "due" razze.
Essendo la prima stagione, su due, vengono introdotti tutti gli elementi di base della vicenda, ovvero il motivo del viaggio dell'equipaggio della Nirvana e i tentativi d'approccio dei pirati con i loro prigionieri di guerra, i quali avranno un compito specifico, dal momento che Duel aiuterà le ragazze nel reparto medico, Bart, in grado di passare dal tenace al codardo in un attimo, pur cercando di maturare, diverrà timoniere della Nirvana, mentre Hibiki, che mal sopporta la compagnia femminile, Ditta in primis, e non si fa problemi a fare la testa calda con loro, rendendolo un perfetto esempio di protagonista di anime harem, farà da pilota del Vanguard, che chiamerà "compagno", in supporto dei Dread di Ditta, che fin da subito avrà un colpo di fulmine con il suo "Mr. Alieno", Meia, che gradualmente imparerà ad aprirsi, e Jura. Farà anche da co-pilota, con suo grande fastidio, quando avviene il processo di fusione del Vanguard con uno dei Dread, formando il Vandread, ognuno adatto a uno specifico tipo di combattimento. Oltre a loro vi è la maggior parte dell'equipaggio della Nirvana, di cui conosceremo Barnette, che fa da dama di compagnia a Jura, ed è chiarissimo che tra le due vi è un rapporto più profondo che la semplice amicizia, la meccanica Gascogne, soprannominata Gasco con sua irritazione, la vice-comandante Buzam, l'operatrice Beram, in stato di gravidanza (nel corso della serie verrà spiegato il particolare sistema di famiglie di Mejere, e non lo voglio vedere come propaganda), il "Boss" Magno e altri.
Occhio, non vuol dire che è una serie da commedia, perché non mancheranno i momenti molto seri, tra cui uno che coinvolgerà crudelmente Hibiki.
In ambito grafico si nota il talento di "Gonzo", che fa uso di una grafica molto colorata e graziosa, pur mostrando i suoi anni, essendo d'inizio millennio, nelle scene "a terra", mentre la parte grossa la fa nelle battaglie, in cui fa del suo meglio in ambito di CGI, proponendo una fluidità e un'attenzione al dettaglio veramente eccezionale, complice il suo spettacolare mecha design, compreso quello nemico, che passa dalle unità semplici fino alle astronavi e le "brutte copie".
In ambito sonoro invece abbiamo un buon comparto musicale e ottime abilità di doppiaggio, mentre l'opening "Trust", davvero carina, mostra la bizzarra particolarità di mostrare come una preview cosa succederà nella puntata in questione.
E questo è quanto, con il primo "stage" di questa serie.
“Vandread” è un’opera che ho conosciuto per caso; non è moderna, ma gli anni non gli pesano minimamente.
L’anime colpisce per la “scaltrezza” di trama, dove, grazie all’escamotage dell’autore, ci troviamo catapultati in un universo in cui gli uomini e le donne vivono divisi, acerrimi nemici gli uni degli all’altri. In questa guerra senza esclusione di colpi, troviamo i nostri protagonisti all’interno di una nave e, per ragioni di causa maggiore, si trovano a coabitare donne (per la maggioranza, o per meglio dire, un intero equipaggio di donne) con i tanto odiati uomini; la coesistenza non è facile, anzi ingoiare il rospo per alcuni risulta insopportabile. Il tutto è nell’intento di tornare a casa: il viaggio ovviamente sarà la scusa per tornare a comunicare e combattere insieme un nemico comune.
La trama, come descritta, non è male, scorre bene senza mai risultare pesante; simpatica la presentazione delle due fazioni in lotta, anche se un pochino surreale, quella maschile ricorda per molti versi la gerarchia Zentradi (“Macross”), mentre quella femminile è più rapportata a quella normale, ovviamente eccezion fatta per il fatto che non esistono uomini e la procreazione risulta in parte assistita biologicamente.
La storia racconta in definitiva del viaggio e dell’accettare l’altro, condividendo pane e battaglie.
La sceneggiatura in tutto questo è funzionale, anche se non esalta, alcuni dialoghi potevano rendere meglio, senza essere così prolissi. Le varie situazioni a volte sembrano forzate nel cercare la gag comica, comunque funzionale. Fortuna vuole che l’aspetto ecchi del genere sia solo accennato, senza essere volutamente forzato.
I personaggi rimangono tutti abbastanza “normali”, tranne ovviamente il protagonista; le tre ragazze che con lui, attraverso i loro mezzi, possono combinarsi, escono leggermente fuori trend, eppure non riescono mai veramente ad avere una vita propria.
I cattivi dell’anime sono la diffidenza verso il coesistere e gli alieni cattivi; questi ultimi non hanno ancora una connotazione ben stabilita, ma metteranno a dura prova i legami appena instaurati tra i personaggi.
Le animazioni sono ben fatte: per essere un prodotto del 2000, sono fluide; i mecha in computer grafica rendono bene negli scontri.
In conclusione, l’anime piace e potrebbe essere una bella scoperta per chi come me non l’ha mai visto.
L’anime colpisce per la “scaltrezza” di trama, dove, grazie all’escamotage dell’autore, ci troviamo catapultati in un universo in cui gli uomini e le donne vivono divisi, acerrimi nemici gli uni degli all’altri. In questa guerra senza esclusione di colpi, troviamo i nostri protagonisti all’interno di una nave e, per ragioni di causa maggiore, si trovano a coabitare donne (per la maggioranza, o per meglio dire, un intero equipaggio di donne) con i tanto odiati uomini; la coesistenza non è facile, anzi ingoiare il rospo per alcuni risulta insopportabile. Il tutto è nell’intento di tornare a casa: il viaggio ovviamente sarà la scusa per tornare a comunicare e combattere insieme un nemico comune.
La trama, come descritta, non è male, scorre bene senza mai risultare pesante; simpatica la presentazione delle due fazioni in lotta, anche se un pochino surreale, quella maschile ricorda per molti versi la gerarchia Zentradi (“Macross”), mentre quella femminile è più rapportata a quella normale, ovviamente eccezion fatta per il fatto che non esistono uomini e la procreazione risulta in parte assistita biologicamente.
La storia racconta in definitiva del viaggio e dell’accettare l’altro, condividendo pane e battaglie.
La sceneggiatura in tutto questo è funzionale, anche se non esalta, alcuni dialoghi potevano rendere meglio, senza essere così prolissi. Le varie situazioni a volte sembrano forzate nel cercare la gag comica, comunque funzionale. Fortuna vuole che l’aspetto ecchi del genere sia solo accennato, senza essere volutamente forzato.
I personaggi rimangono tutti abbastanza “normali”, tranne ovviamente il protagonista; le tre ragazze che con lui, attraverso i loro mezzi, possono combinarsi, escono leggermente fuori trend, eppure non riescono mai veramente ad avere una vita propria.
I cattivi dell’anime sono la diffidenza verso il coesistere e gli alieni cattivi; questi ultimi non hanno ancora una connotazione ben stabilita, ma metteranno a dura prova i legami appena instaurati tra i personaggi.
Le animazioni sono ben fatte: per essere un prodotto del 2000, sono fluide; i mecha in computer grafica rendono bene negli scontri.
In conclusione, l’anime piace e potrebbe essere una bella scoperta per chi come me non l’ha mai visto.
Un'avventura spaziale abbastanza bella, il tema di fondo è che sia uomini che donne hanno bisogno di gli uni degli altri per andare avanti nella vita, anche se cercano disperatamente di illudersi che non sia così e compensino certe peculiarità fisiche con la tecnologia medica. La storia scorre velocemente e le verità dietro coloro che attaccano la nave Nirvana oltre che interessanti come idea, sfruttano anche un'agghiacciante aspetto della civiltà umana. C'è anche del fanservice leggero ogni tanto che non guasta. Vandread non è una storia comica, ne troppo seria, alterna entrambi gli aspetti molto bene, anche se purtroppo ci sono degli elementi disturbanti di questo equilibrio, tipo la bambinetta odiosa che parla col pupazzo o la scema col costume da Orsetto. Il tempo verrà praticamente misurato non da calendari nè daorologi, ma dalla gravidansa di una dell'equipaggio. E' interessante vedere due universi così diversi ma solitamente vicini, ritrovarsi dopo tempo sotto una necessaria collaborazione, da cui può anche nascere qualcosa di buono. Lascia molto perplessi però l'uso della inutile computer grafica (che si potevano risparmiare) per gli scontri robotici e anche la totale estraneità dei due popoli machile e femminile. Infatti altri pianeti hanno una popolazione simile a quella originaria terrestre e visto lo sviluppo spaziale è assurdo che siano tanto stupiti dell'altro sesso e non conoscano neanceh le più fondamentali differenze. quantomeno negli altri pianeti raggiungibili avrebbero dovuto apprendere qualcosa. Questa prima stagione non ha una conclusione vera e propria, quindi questo aspetto sulla limitatezza delle informazioni verrà approfondito forse nella seconda serie, per adesso Vandread è consigliato agli amanti delle serie stile "Spazio Ultima Frontiera" e a chi cerca una serie leggera e discreta. 7,5
Atmosfera e avventure in stile StarTrek, navicelle spaziali e robottoni che si trasformano, una trama originale e mai scontata, il tutto condito da una forte componente umoristica, fanno di questo anime un cartone davvero piacevole da guardare, mai noioso in nessuna puntata.
Unico appunto personale riguarda le animazioni 3D in CG (Computer Graphics) dei combattimenti: le ho trovate un po' troppo scure e confusionarie. Avrei preferito di gran lunga dei classici disegni fatti a mano... Vabbè, non si può avere tutto dalla vita!
In conclusione, a meno che non odiate profondamente il genere fantascientifico, Vandread è sicuramente da guardare!
P.S.: di questo cartone ne esiste anche una seconda serie di 13 puntate che inizia esattamente dove finisce la prima, ne dà un degno finale e risponde a gran parte dei dubbi rimasti in sospeso. La qualità si mantiene sempre molto elevata: grande divertimento, ma anche scene drammatiche e personaggi più maturi.
Unico appunto personale riguarda le animazioni 3D in CG (Computer Graphics) dei combattimenti: le ho trovate un po' troppo scure e confusionarie. Avrei preferito di gran lunga dei classici disegni fatti a mano... Vabbè, non si può avere tutto dalla vita!
In conclusione, a meno che non odiate profondamente il genere fantascientifico, Vandread è sicuramente da guardare!
P.S.: di questo cartone ne esiste anche una seconda serie di 13 puntate che inizia esattamente dove finisce la prima, ne dà un degno finale e risponde a gran parte dei dubbi rimasti in sospeso. La qualità si mantiene sempre molto elevata: grande divertimento, ma anche scene drammatiche e personaggi più maturi.
La serie s'incentra sull'"odio" raziale tra uomini e donne che si combattono tra loro mossi da luoghi comuni e leggende. Ma quando presi alla sprovvista da un nemico comune devono unire le proprie forse si scoprono più simili di quel che potessero pensare, tanto che fra un'esplosione e l'altra di battaglie spaziali si stringono veri e propri rapporti affettivi