Kenshin il vagabondo - Capitolo del tempo
"Kenshin il Vagabondo - Capitolo del tempo" è una serie di OAV (composta da due episodi) del 2001.
A differenza di "Kenshin Samurai Vagabondo - Memorie del passato", che può essere visto senza aver letto il manga o la vecchia serie anime, tale serie necessita di conoscenze pregresse circa la storica serie classica. Infatti, se "Memorie del passato" è un prequel della serie che può essere visto indipendentemente dalla serie principale (manga o anime che sia), diversamente per "Capitolo del tempo" occorre conoscere diversi avvenimenti. Difatti, "Capitolo del tempo" narra le ultime vicende di Kenshin. Poiché io non ho visto la precedente serie anime e non ho nemmeno letto il manga, non sono riuscito ad apprezzare appieno la trama (prima di questo OAV ho visto esclusivamente l'OAV "Memorie del passato").
Per quanto riguarda il comparto grafico e sonoro, lo trovo ben fatto, ma comunque leggermente inferiore rispetto a "Memorie del passato". La trama è ricca di pathos e risulta godibile a chi apprezza le opere dallo spiccato carattere storico che trattano di samurai.
Consiglio la visione di questo OAV agli amanti del genere storico ambientato in Giappone, ma, per meglio apprezzare l'opera, credo sia necessario aver visto la storica serie anime e/o aver letto il manga.
A differenza di "Kenshin Samurai Vagabondo - Memorie del passato", che può essere visto senza aver letto il manga o la vecchia serie anime, tale serie necessita di conoscenze pregresse circa la storica serie classica. Infatti, se "Memorie del passato" è un prequel della serie che può essere visto indipendentemente dalla serie principale (manga o anime che sia), diversamente per "Capitolo del tempo" occorre conoscere diversi avvenimenti. Difatti, "Capitolo del tempo" narra le ultime vicende di Kenshin. Poiché io non ho visto la precedente serie anime e non ho nemmeno letto il manga, non sono riuscito ad apprezzare appieno la trama (prima di questo OAV ho visto esclusivamente l'OAV "Memorie del passato").
Per quanto riguarda il comparto grafico e sonoro, lo trovo ben fatto, ma comunque leggermente inferiore rispetto a "Memorie del passato". La trama è ricca di pathos e risulta godibile a chi apprezza le opere dallo spiccato carattere storico che trattano di samurai.
Consiglio la visione di questo OAV agli amanti del genere storico ambientato in Giappone, ma, per meglio apprezzare l'opera, credo sia necessario aver visto la storica serie anime e/o aver letto il manga.
Toni esasperati, personalità dei personaggi sconvolta e snaturata e, al di là del finale, penso siano andati a modificare il messaggio che voleva trasmettere la storia originale, che è la speranza nel futuro: Kenshin non è nonostante il suo passato di sofferenze un uomo che si abbandona alla disperazione e alla morte, avendo dimostrato in più di un'occasione e sempre a un passo dalla fine la sua voglia di continuare ad andare avanti per le persone a cui è legato e per quelle che in un modo o nell'altro hanno bisogno del suo aiuto. Ci hanno mostrato un uomo che a mio parere non sarebbe mai diventato: uno sconfitto, per cui è più facile morire che continuare a vivere.
Piccola premessa: secondo me per assaporare appieno questo OAV è fondamentale vedere prima anche "Kenshin samurai vagabondo: Memorie del passato", questo per avere una visuale a 360° sulla vita tormentata del samurai che ha sconvolto il Giappone nell'era Meiji.
Non rimane nulla di quello che era l'assassino Battosai Himura, sono passati ben quindici lunghi anni da quando Kenshin incontra quella che sarà la sua sposa Kaoru. L'epoca è cambiata, questo salta subito all'occhio, e tutti personaggi che ci hanno accompagnato nell'anime (o nel manga), come predetto, hanno intrapreso la loro strada. Nel primo episodio Kaoru nel suo stato di dormiveglia affiancata da Yahiko ci farà ripercorrere i momenti belli e brutti della loro vita: in poche parole qui abbiamo il classico riassunto della storia finora. Solo nel secondo episodio vedremo la cosiddetta fine della leggenda: l'ormai ex samurai non riesce a spartire una tranquilla vita familiare, e ancora in preda ai rimorsi tenta di espiare le sue colpe aiutando i più deboli girovagando per il Paese, ma questa volta il suo è un aiuto umano, non più dato dalla spada, trovandosi coinvolto in zone di forti carestie ed epidemie. Kenshin, gravemente malato, rimane bloccato in Cina, mentre Kaoru, che prima della partenza del marito aveva deciso di dividere con lui il fardello della sua malattia incurabile, si strugge aspettando il suo ritorno, costretta a letto priva di forze. Solo con l'aiuto di Sanosuke, Kenshin riuscirà stremato a imbarcarsi per tornare a casa.
Lascio naturalmente intendere il finale struggente, davvero un capolavoro.
Il declino di un eroe, al di là della battaglia e degli onori, ecco cosa rappresentano questi due episodi. La tristezza e il vuoto, ecco cosa rimane. Un Kenshin che non abbiamo mai visto, debole, stremato e malinconico, la cui esistenza è ormai sbiadita proprio come la sua cicatrice a croce.
Il chara è diverso rispetto ai precedenti lavori, ma lo trovo molto azzeccato, come se riprendesse la decadenza dell' epoca, infatti le espressioni stanche e malinconiche dei personaggi calzano pennello con quello che secondo me la storia vuole trasmettere; stesso discorso per il comparto sonoro.
Piangerete... ebbene sì, se anche voi come me avete amato Kenshin, piangerete. Un ritorno alle origini, non più assassino, non più samurai, non più vagabondo... solo Shinta.
Non rimane nulla di quello che era l'assassino Battosai Himura, sono passati ben quindici lunghi anni da quando Kenshin incontra quella che sarà la sua sposa Kaoru. L'epoca è cambiata, questo salta subito all'occhio, e tutti personaggi che ci hanno accompagnato nell'anime (o nel manga), come predetto, hanno intrapreso la loro strada. Nel primo episodio Kaoru nel suo stato di dormiveglia affiancata da Yahiko ci farà ripercorrere i momenti belli e brutti della loro vita: in poche parole qui abbiamo il classico riassunto della storia finora. Solo nel secondo episodio vedremo la cosiddetta fine della leggenda: l'ormai ex samurai non riesce a spartire una tranquilla vita familiare, e ancora in preda ai rimorsi tenta di espiare le sue colpe aiutando i più deboli girovagando per il Paese, ma questa volta il suo è un aiuto umano, non più dato dalla spada, trovandosi coinvolto in zone di forti carestie ed epidemie. Kenshin, gravemente malato, rimane bloccato in Cina, mentre Kaoru, che prima della partenza del marito aveva deciso di dividere con lui il fardello della sua malattia incurabile, si strugge aspettando il suo ritorno, costretta a letto priva di forze. Solo con l'aiuto di Sanosuke, Kenshin riuscirà stremato a imbarcarsi per tornare a casa.
Lascio naturalmente intendere il finale struggente, davvero un capolavoro.
Il declino di un eroe, al di là della battaglia e degli onori, ecco cosa rappresentano questi due episodi. La tristezza e il vuoto, ecco cosa rimane. Un Kenshin che non abbiamo mai visto, debole, stremato e malinconico, la cui esistenza è ormai sbiadita proprio come la sua cicatrice a croce.
Il chara è diverso rispetto ai precedenti lavori, ma lo trovo molto azzeccato, come se riprendesse la decadenza dell' epoca, infatti le espressioni stanche e malinconiche dei personaggi calzano pennello con quello che secondo me la storia vuole trasmettere; stesso discorso per il comparto sonoro.
Piangerete... ebbene sì, se anche voi come me avete amato Kenshin, piangerete. Un ritorno alle origini, non più assassino, non più samurai, non più vagabondo... solo Shinta.
La vita è una parabola e qui ne vediamo la parte discendente. Della leggenda di Himura Kenshin non è rimasto nulla, tranne i ricordi, e sbiadiscono anche quelli. Distrutto, nel corpo e nello spirito, del maestro assassino non c'è più nulla, solo l'amore per la sua donna. E anche di lei è rimasta solo la caparbietà di un amore che la porta ad attendere il ritorno del suo uomo, come ha fatto tutta la vita.
Le storie che narrano di eroi non dovrebbero continuare oltre la parola fine. L'eroe serve a salvare una situazione e poi lo si dimentica, al massimo gli si può far sposare la principessa e glissare su un 'per sempre felici e contenti'. Nessuno sa cosa succede all'eroe quando, spenti i riflettori della battaglia, riprende il suo solitario cammino. E possiamo anche essere sinceri: in realtà, non interessa a nessuno. Nessuno lo vuole sapere, perché se potessimo vedere nel futuro della vita di un eroe, vedremmo la storia di Hitokiri Battousai. E fa male, fa male davvero, dentro, vedere il disfacimento dell'uomo che era dietro la leggenda. Fa tanto, tanto male, perché l'eroe è una figura potente del nostro immaginario, un pilastro di forza, un archetipo che non può conoscere declino e disfatta. E qui vediamo, letteralmente, marcire i nostri sogni. Nel grido di dolore di un'era che muore, vediamo l'inesorabile avanzata di una modernità che poco o nulla può offrire in termini di sogni di gloria: prima di arrivare a Gundam, ci saranno secoli di rivoluzione industriale e alienante modernismo.
E' giusto o è sbagliato versare lacrime per la fine di un'epoca di cavalieri, seppur diversi da quelli che conosciamo come mondo occidentale? E' giusto o è sbagliato, considerando che si tratta comunque di periodi in cui i deboli se la passavano molto male, se non avevano qualcuno a proteggerli? Ma, a ben pensarci, i deboli di oggi, e sono tanti, chi li protegge? Forse c'era più speranza allora di quella che c'è adesso. Ma divago, al mio solito.
Sono solo due OAV, e purtroppo avrebbero potuto essere condotti in maniera migliore. Il primo è poco più che un collage delle avventure di Kenshin che già conosciamo, e ciò è francamente frustrante. Le cose diventano molto più interessanti nel secondo, che termina con una delle scene più commoventi che abbia mai visto in un anime. Diciamo che prima che piangesse Kaoru, io lo facevo già da un pezzo, e non mi capita spesso.
I disegni sono meravigliosi per quanto riguarda le ambientazioni. Devo dire però che personalmente il chara mi ha lasciato a tratti insoddisfatta. Ho trovato spesso le figure umane e i visi, in particolare, piuttosto avulsi, come stile, dal contesto generale: molto piatti, bidimensionali, rispetto ai meravigliosi fondali.
Purtroppo l'ho visto in inglese, quindi non posso dire nulla del doppiaggio originale, ma posso dire che le musiche sono magnifiche e ben supportano la storia, specie nei momenti più drammatici.
In definitiva, pur trattandosi di un'opera che ben conclude un ciclo, avrebbe potuto essere condotta in maniera migliore. Ma, forse, quello che non va giù è proprio che concluda un ciclo: a volte, le storie dovrebbero essere lasciate a finale aperto. O, per meglio dire, così ci piacerebbe, ma sarebbe un desiderio ipocrita: fuori dal sogno esiste la realtà del mondo, e in questa realtà non c'è la sakabatou. Se per questo, non c'è neppure una normale katana: ora, quando va bene, c'è la mitragliatrice.
R.I.P.
Le storie che narrano di eroi non dovrebbero continuare oltre la parola fine. L'eroe serve a salvare una situazione e poi lo si dimentica, al massimo gli si può far sposare la principessa e glissare su un 'per sempre felici e contenti'. Nessuno sa cosa succede all'eroe quando, spenti i riflettori della battaglia, riprende il suo solitario cammino. E possiamo anche essere sinceri: in realtà, non interessa a nessuno. Nessuno lo vuole sapere, perché se potessimo vedere nel futuro della vita di un eroe, vedremmo la storia di Hitokiri Battousai. E fa male, fa male davvero, dentro, vedere il disfacimento dell'uomo che era dietro la leggenda. Fa tanto, tanto male, perché l'eroe è una figura potente del nostro immaginario, un pilastro di forza, un archetipo che non può conoscere declino e disfatta. E qui vediamo, letteralmente, marcire i nostri sogni. Nel grido di dolore di un'era che muore, vediamo l'inesorabile avanzata di una modernità che poco o nulla può offrire in termini di sogni di gloria: prima di arrivare a Gundam, ci saranno secoli di rivoluzione industriale e alienante modernismo.
E' giusto o è sbagliato versare lacrime per la fine di un'epoca di cavalieri, seppur diversi da quelli che conosciamo come mondo occidentale? E' giusto o è sbagliato, considerando che si tratta comunque di periodi in cui i deboli se la passavano molto male, se non avevano qualcuno a proteggerli? Ma, a ben pensarci, i deboli di oggi, e sono tanti, chi li protegge? Forse c'era più speranza allora di quella che c'è adesso. Ma divago, al mio solito.
Sono solo due OAV, e purtroppo avrebbero potuto essere condotti in maniera migliore. Il primo è poco più che un collage delle avventure di Kenshin che già conosciamo, e ciò è francamente frustrante. Le cose diventano molto più interessanti nel secondo, che termina con una delle scene più commoventi che abbia mai visto in un anime. Diciamo che prima che piangesse Kaoru, io lo facevo già da un pezzo, e non mi capita spesso.
I disegni sono meravigliosi per quanto riguarda le ambientazioni. Devo dire però che personalmente il chara mi ha lasciato a tratti insoddisfatta. Ho trovato spesso le figure umane e i visi, in particolare, piuttosto avulsi, come stile, dal contesto generale: molto piatti, bidimensionali, rispetto ai meravigliosi fondali.
Purtroppo l'ho visto in inglese, quindi non posso dire nulla del doppiaggio originale, ma posso dire che le musiche sono magnifiche e ben supportano la storia, specie nei momenti più drammatici.
In definitiva, pur trattandosi di un'opera che ben conclude un ciclo, avrebbe potuto essere condotta in maniera migliore. Ma, forse, quello che non va giù è proprio che concluda un ciclo: a volte, le storie dovrebbero essere lasciate a finale aperto. O, per meglio dire, così ci piacerebbe, ma sarebbe un desiderio ipocrita: fuori dal sogno esiste la realtà del mondo, e in questa realtà non c'è la sakabatou. Se per questo, non c'è neppure una normale katana: ora, quando va bene, c'è la mitragliatrice.
R.I.P.
<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER</b>
Con "Samurai X Reflection" si conclude la storia di Himura Kenshin. Personalmente non ho ancora visto completamente la storia completa delle serie tv, infatti ho visto solo alcuni episodi per mancanza di tempo, ma tralascio i particolari.
In questi due oav conclusivi si evidenzia il cambiamento di Kenshin, o meglio Shinta, che in passato era uno spietato assassino che ha contribuito a cambiare le sorti del Giappone nell'era Menji, mentre qui si vede solo un uomo che ha deciso di cambiare vita e di avere una famiglia (infatti si sposa con Kaoru) e che a causa della malattia che lo ha colpito si lascia andare.
L'ultimo capitolo si apre con la partenza di Himura. Kaoru si reca ogni giorno al porto per vedere se il marito è tornato, ma è ancora lontano il suo ritorno. Durante l'assenza di Kenshin, Kaoru ripensa a tutto quello che è successo, a tutte le cose che hanno cambiato le loro vite e ripensa con nostalgia ai loro momenti passati insieme. Tra tutti questi pensieri è onnipresente anche la preoccupazione per il figlio, Kenji, che si è trasferito dal vecchio maestro del padre, Hito, in modo da diventare uno spadaccino migliore del padre. Anche Kaoru nel frattempo ha scoperto di avere la stessa malattia del marito (prima della partenza aveva deciso di condividere con Kenshin il suo dolore.)
A parte la trama triste e malinconica, mi ha coinvolto il susseguirsi degli eventi, le musiche, e le sfumature di dolcezza e tenerezza di entrambi. Premettendo che mi auguravo un finale migliore,anche se devo ammettere che un finale così triste non me lo sarei aspettato, nel senso non avrei mai immaginato di vedere Himura Kenshin in questo modo, non dopo tutto quello che ha passato, non posso nascondere di essermi commossa nel finale.
Nel complesso è un'opera degna di nota.
Con "Samurai X Reflection" si conclude la storia di Himura Kenshin. Personalmente non ho ancora visto completamente la storia completa delle serie tv, infatti ho visto solo alcuni episodi per mancanza di tempo, ma tralascio i particolari.
In questi due oav conclusivi si evidenzia il cambiamento di Kenshin, o meglio Shinta, che in passato era uno spietato assassino che ha contribuito a cambiare le sorti del Giappone nell'era Menji, mentre qui si vede solo un uomo che ha deciso di cambiare vita e di avere una famiglia (infatti si sposa con Kaoru) e che a causa della malattia che lo ha colpito si lascia andare.
L'ultimo capitolo si apre con la partenza di Himura. Kaoru si reca ogni giorno al porto per vedere se il marito è tornato, ma è ancora lontano il suo ritorno. Durante l'assenza di Kenshin, Kaoru ripensa a tutto quello che è successo, a tutte le cose che hanno cambiato le loro vite e ripensa con nostalgia ai loro momenti passati insieme. Tra tutti questi pensieri è onnipresente anche la preoccupazione per il figlio, Kenji, che si è trasferito dal vecchio maestro del padre, Hito, in modo da diventare uno spadaccino migliore del padre. Anche Kaoru nel frattempo ha scoperto di avere la stessa malattia del marito (prima della partenza aveva deciso di condividere con Kenshin il suo dolore.)
A parte la trama triste e malinconica, mi ha coinvolto il susseguirsi degli eventi, le musiche, e le sfumature di dolcezza e tenerezza di entrambi. Premettendo che mi auguravo un finale migliore,anche se devo ammettere che un finale così triste non me lo sarei aspettato, nel senso non avrei mai immaginato di vedere Himura Kenshin in questo modo, non dopo tutto quello che ha passato, non posso nascondere di essermi commossa nel finale.
Nel complesso è un'opera degna di nota.
E così, anche <i>Kenshin Samurai Vagabondo</i>, la saga creata dal mangaka Nobuhiro Watsuki, giunge alla conclusione definitiva. Questo OAV è infatti ambientato quindici anni dopo le vicende del manga e della serie TV, e rappresenta il vero, tormentato epilogo della vita del protagonista, consumato da un morbo annichilente, dovuto alle dure battaglie che ha sempre affrontato, ma che non gli fa perdere la speranza di rincontrare, almeno per una volta, l'amata Kaoru, colpita anche lei dalla sua stessa malattia.
Le premesse quindi sono ottime, ma purtroppo vengono sviluppate in maniera poco autonoma rispetto alla serie originale: fatto sta che la maggior parte di questi due episodi costituisce un lungo flashback di alcuni momenti salienti della storia, senza modifiche a parte ovviamente l'animazione (realizzata dallo Studio Deen) che, sulla linea dell'altro, sublime OAV dedicato a Kenshin, <i>Memorie dal passato</i>, è molto più realistica e accurata rispetto all'adattamento televisivo. Questa scelta narrativa si rivela abbastanza fastidiosa, perché come ho già detto prima fa troppo affidamento su quanto era già stato detto in precedenza, riducendo l'elemento di novità a ben poco.
Sia ben chiaro che tutto ciò fortunatamente non è fumo negli occhi: gli autori hanno comunque saputo dare un tono estremamente maturo e compatto agli episodi, senza cadute di tono e mai troppo intricati: anche lo spettatore meno avvezzo non farà fatica a districare i fili della vicenda - sebbene sia essenziale aver prima visionato il prologo <i>Memorie dal passato</i> e conoscere a grandi linee il manga. Anche sui personaggi è stato svolto un buon lavoro, nonostante essi abbiano tutti una personalità uniforme e poco definita. Tra le cose migliori non si può non citare la magica colonna sonora: brani immaginifici e tensivi fanno costantemente decollare l'emozione, fino al fantastico finale, dove tutto sembra concludersi, per poi prendere una nuova strada...
In breve, non siamo quindi ai livelli di perfezione dei precedenti quattro OAV di Kenshin, ma anche il <i>Capitolo del tempo</i> è un prodotto particolarmente riuscito, con le sue luci e le sue ombre, ma che vale sempre la pena vedere, imperdibile per ogni fan di Kenshin che si rispetti.
Le premesse quindi sono ottime, ma purtroppo vengono sviluppate in maniera poco autonoma rispetto alla serie originale: fatto sta che la maggior parte di questi due episodi costituisce un lungo flashback di alcuni momenti salienti della storia, senza modifiche a parte ovviamente l'animazione (realizzata dallo Studio Deen) che, sulla linea dell'altro, sublime OAV dedicato a Kenshin, <i>Memorie dal passato</i>, è molto più realistica e accurata rispetto all'adattamento televisivo. Questa scelta narrativa si rivela abbastanza fastidiosa, perché come ho già detto prima fa troppo affidamento su quanto era già stato detto in precedenza, riducendo l'elemento di novità a ben poco.
Sia ben chiaro che tutto ciò fortunatamente non è fumo negli occhi: gli autori hanno comunque saputo dare un tono estremamente maturo e compatto agli episodi, senza cadute di tono e mai troppo intricati: anche lo spettatore meno avvezzo non farà fatica a districare i fili della vicenda - sebbene sia essenziale aver prima visionato il prologo <i>Memorie dal passato</i> e conoscere a grandi linee il manga. Anche sui personaggi è stato svolto un buon lavoro, nonostante essi abbiano tutti una personalità uniforme e poco definita. Tra le cose migliori non si può non citare la magica colonna sonora: brani immaginifici e tensivi fanno costantemente decollare l'emozione, fino al fantastico finale, dove tutto sembra concludersi, per poi prendere una nuova strada...
In breve, non siamo quindi ai livelli di perfezione dei precedenti quattro OAV di Kenshin, ma anche il <i>Capitolo del tempo</i> è un prodotto particolarmente riuscito, con le sue luci e le sue ombre, ma che vale sempre la pena vedere, imperdibile per ogni fan di Kenshin che si rispetti.
Premessa: per godere appieno di tutte le prelibatezze presenti in questi due OAV, vedetevi prima i quattro animation video della serie "Kenshin Samurai Vagabondo - Memorie del Passato", che narrano il prologo dell'accattivante spadaccino dell'epoca Meiji.
E' incredibile come gli autori siano riusciti a rimanere sullo stesso livello (se non a superarlo) di quel capolavoro assoluto che è Memorie del Passato, il quale narra appunto le vicende antecedenti alla storia dell'anime in analisi. Data l'intensità e la profondità di quei quattro OAV, il livello raggiunto appariva così alto da essere ritenuto addirittura insuperabile. Eppure, al contrario, riassumendo i fatti più importanti e significativi del manga (soprattutto dal punto di vista morale) e calcando la mano sull'aspetto registico e sulla sceneggiatura specialmente nei momenti topici - raggiungendo di conseguenza livelli di maestria registica elevatissimi e provocando emozioni davvero invidiabili, entrambi degni di opere come Ghost in the Shell o Cowboy Bebop - con quest'opera è avvenuto ciò che non ci si aspettava.
La sofferenza e i sentimenti dei personaggi sono la colonna portante di questi due egregi OAV: si intrecciano, si scontrano e si evolvono, entrando a far parte della stessa splendida poesia raccontata da un regista magistrale che sa commuoverci e toccarci il cuore fin nel profondo. Il tutto è naturalmente accompagnato da una colonna sonora da colossal che funge da sfondo alle già sublimi ambientazioni e alle atmosfere presenti, così come lo era stata quella dei primi quattro OAV (infatti mi pare sia proprio la stessa).
Altro elemento da elogiare di questo film è la scelta degli eventi e delle scene riassunte e mostrate nei ricordi di Kaoru, che riescono a cogliere l'essenza dell'intero manga (lungo ventotto volumi) senza risultare mai sbrigativi o superficiali. Fa eccezione forse la parte dello scontro con Jinne e il primo addio di Kenshin che, chi ha letto il manga (come il sottoscritto), troverà decisamente meno entusiasmanti, anche se realizzati comunque ottimamente (considerando soprattutto che in quella parte il manga si è rilevato una perla di rara bellezza). In generale comunque gli autori sono riusciti a mostrare un quadro chiaro dell'intera storia senza mai stonare.
Le animazioni e i disegni sono di massimo livello così come quelli visti negli altri OAV di Kenshin, quindi non ha senso soffermarsi ulteriormente su questo aspetto.
Cercate il pelo nell'uovo? Se proprio lo desiderate mi tocca segnalare che i personaggi sono tutti troppo seri e simili fra loro, senza aver modo di distinguersi discretamente l'uno dall'altro, eccezion fatta, ovviamente per i protagonisti, Kenshin e Kaoru. Anche Enishi risulta non troppo carismatico. Al contrario nel manga sono tutti caratterizzati in maniera davvero impeccabile.
Un punto a favore dell'anime è invece, come accade di rado, l'introduzione di un finale inedito, molto più avvincente del medesimo nel manga.
Le piccole sbavature elencate non privano comunque questi due OAV della nomina di grandi capolavori.
Per concludere, come se tutti quei fantastici idealismi e quelle morali legate ai personaggi non bastassero, ci attende alla conclusione uno dei più bei finali mai realizzati. E' incredibile la quantità di emozioni che gli OAV di Kenshin riescono a trasmetterci. Essi sono probabilmente le serie OAV più affascinanti degli anni '90. Capolavori intramontabili.
E' incredibile come gli autori siano riusciti a rimanere sullo stesso livello (se non a superarlo) di quel capolavoro assoluto che è Memorie del Passato, il quale narra appunto le vicende antecedenti alla storia dell'anime in analisi. Data l'intensità e la profondità di quei quattro OAV, il livello raggiunto appariva così alto da essere ritenuto addirittura insuperabile. Eppure, al contrario, riassumendo i fatti più importanti e significativi del manga (soprattutto dal punto di vista morale) e calcando la mano sull'aspetto registico e sulla sceneggiatura specialmente nei momenti topici - raggiungendo di conseguenza livelli di maestria registica elevatissimi e provocando emozioni davvero invidiabili, entrambi degni di opere come Ghost in the Shell o Cowboy Bebop - con quest'opera è avvenuto ciò che non ci si aspettava.
La sofferenza e i sentimenti dei personaggi sono la colonna portante di questi due egregi OAV: si intrecciano, si scontrano e si evolvono, entrando a far parte della stessa splendida poesia raccontata da un regista magistrale che sa commuoverci e toccarci il cuore fin nel profondo. Il tutto è naturalmente accompagnato da una colonna sonora da colossal che funge da sfondo alle già sublimi ambientazioni e alle atmosfere presenti, così come lo era stata quella dei primi quattro OAV (infatti mi pare sia proprio la stessa).
Altro elemento da elogiare di questo film è la scelta degli eventi e delle scene riassunte e mostrate nei ricordi di Kaoru, che riescono a cogliere l'essenza dell'intero manga (lungo ventotto volumi) senza risultare mai sbrigativi o superficiali. Fa eccezione forse la parte dello scontro con Jinne e il primo addio di Kenshin che, chi ha letto il manga (come il sottoscritto), troverà decisamente meno entusiasmanti, anche se realizzati comunque ottimamente (considerando soprattutto che in quella parte il manga si è rilevato una perla di rara bellezza). In generale comunque gli autori sono riusciti a mostrare un quadro chiaro dell'intera storia senza mai stonare.
Le animazioni e i disegni sono di massimo livello così come quelli visti negli altri OAV di Kenshin, quindi non ha senso soffermarsi ulteriormente su questo aspetto.
Cercate il pelo nell'uovo? Se proprio lo desiderate mi tocca segnalare che i personaggi sono tutti troppo seri e simili fra loro, senza aver modo di distinguersi discretamente l'uno dall'altro, eccezion fatta, ovviamente per i protagonisti, Kenshin e Kaoru. Anche Enishi risulta non troppo carismatico. Al contrario nel manga sono tutti caratterizzati in maniera davvero impeccabile.
Un punto a favore dell'anime è invece, come accade di rado, l'introduzione di un finale inedito, molto più avvincente del medesimo nel manga.
Le piccole sbavature elencate non privano comunque questi due OAV della nomina di grandi capolavori.
Per concludere, come se tutti quei fantastici idealismi e quelle morali legate ai personaggi non bastassero, ci attende alla conclusione uno dei più bei finali mai realizzati. E' incredibile la quantità di emozioni che gli OAV di Kenshin riescono a trasmetterci. Essi sono probabilmente le serie OAV più affascinanti degli anni '90. Capolavori intramontabili.
[Attenzione: rischio spoiler!]
Ho pianto come una fontana.... era da tempo che un anime non mi emozionava in questo modo!
I due OAV raccontano in breve le vicende che si susseguono nel manga, dal punto di vista di Kaoru, sino alla nascita di Kenji. Poi la storia continua: Kenshin e Kaoru sono consumati dalla stessa malattia, malattia che Kaoru ha voluto condividere con Kenshin per non lasciarlo solo nella sua sofferenza.
Kenshin e Kaoru sono lontani ma ciascuno vuole rivedere l'altro e, alla fine degli OAV, la sofferenza che ha sempre accompagnato Kenshin (anzi Shinta) nella sua vita si dissiperà con l'ultimo commovente (e straziante T.T) abbraccio tra Kenshin e Kaoru.
Dal punto di vista grafico i due OAV hanno un tratto bellissimo, non riprendono lo stile di disegno del manga, ma piuttosto quello di 'Memorie del passato'.
Insomma, sono due OAV assolutamente bellissimi, vi sono persino dei baci fra Kenshin e Kaoru (cosa che avevo tanto sperato di trovare nel manga)
Ma allora, forse, vi chiederete perchè abbia dato come voto 8 e non 10? Semplice, perchè mi è dispiaciuto moltissimo vedere Kenshin in quelle condizioni; a mio parere hanno esagerato troppo nel ritrarlo debole e malato, (e poi non si è neanche capito che malattia fosse, o almeno io non l'ho capito...)
Comunque ci tengo a precisare che questi OAV andrebbero visti alla fine, come conclusione, ossia dopo o aver letto il manga (la scelta migliore), o almeno aver visto Memorie del passato e la serie a puntate.
Ho pianto come una fontana.... era da tempo che un anime non mi emozionava in questo modo!
I due OAV raccontano in breve le vicende che si susseguono nel manga, dal punto di vista di Kaoru, sino alla nascita di Kenji. Poi la storia continua: Kenshin e Kaoru sono consumati dalla stessa malattia, malattia che Kaoru ha voluto condividere con Kenshin per non lasciarlo solo nella sua sofferenza.
Kenshin e Kaoru sono lontani ma ciascuno vuole rivedere l'altro e, alla fine degli OAV, la sofferenza che ha sempre accompagnato Kenshin (anzi Shinta) nella sua vita si dissiperà con l'ultimo commovente (e straziante T.T) abbraccio tra Kenshin e Kaoru.
Dal punto di vista grafico i due OAV hanno un tratto bellissimo, non riprendono lo stile di disegno del manga, ma piuttosto quello di 'Memorie del passato'.
Insomma, sono due OAV assolutamente bellissimi, vi sono persino dei baci fra Kenshin e Kaoru (cosa che avevo tanto sperato di trovare nel manga)
Ma allora, forse, vi chiederete perchè abbia dato come voto 8 e non 10? Semplice, perchè mi è dispiaciuto moltissimo vedere Kenshin in quelle condizioni; a mio parere hanno esagerato troppo nel ritrarlo debole e malato, (e poi non si è neanche capito che malattia fosse, o almeno io non l'ho capito...)
Comunque ci tengo a precisare che questi OAV andrebbero visti alla fine, come conclusione, ossia dopo o aver letto il manga (la scelta migliore), o almeno aver visto Memorie del passato e la serie a puntate.
Dopo una vita di dolori subiti e inflitti, Kenshin si prepara a fare i conti con il destino e le proprie colpe prima di morire: pacificato, prega per il perdono...
Nel frattempo la bella Kaoru, provata a sua volta dalla vita di stenti e delusioni accanto a lui, si reca ogni giorno al porto a scrutare l'orizzonte e a rievocare il passato e la nascita del loro amore. Entrambi, insieme, stanno per raggiungere finalmente la pace, nell'epilogo di una delle saghe animate giapponesi più amate di sempre.
Sulla scia di "Tsuioku Hen" (titolo italiano: Memorie Dal Passato), capolavoro che illustrava gli atti del passato cupo e doloroso del leggendario spadaccino, "Seisou Hen" (in Italia: Capitolo Del Tempo) si propone di imprimere altrettante emozioni con il racconto che porta a compimento la serie, e ci riesce in pieno.
Innanzitutto le animazioni e il comparto grafico si lasciano ammirare allo stesso modo del "predecessore", risultando addirittura migliorati, e basta far notare ciò, poi le immagini dal vivo valgono più di quanto si possa spiegarlo a parole, però potremmo davvero parlare di perfezione. Lo stesso vale per una colonna sonora che mantiene il cuore in gola per ogni istante, che commuove, ammalia, rasserena l'animo.
Sulla base realizzativa pressoché priva di difetti prende vita lo sviluppo degli eventi, una sorta di unione tra fragili e malinconici ricordi ed inestimabili speranze, nati dai sogni della donna che attende l'attimo che donerà a lei e al suo amato la tanta sospirata espiazione dai peccati nonché la liberazione da tutti i dolori.
L'opera ci regala istanti memorabili di una storia d'amore delicata, sussurrata, strappalacrime, come nella miglior tradizione nipponica.
Il toccante rammarico per la fine lenta e inesorabile di una leggenda si fonde alle lacrime di gioia per un lieto auspicio che infine si esaudisce. E così l'immensa serenità che alberga nei cuori dei due innamorati trova spazio anche nell'animo di chi, completamente immerso, assorto nella narrazione, osserva i risvolti finali di una delle più meravigliose storie di sempre.
A dispetto di chi è rimasto deluso da tale meraviglia, posso solo affermare che non si potrebbe pretendere, ma nemmeno supporre, una conclusione migliore di questa.
Il capitolo conclusivo della saga è degno di essere riconosciuto come capolavoro dell'animazione, quasi alla pari di "Memorie Dal Passato", grazie ai sentimenti incrollabili e duraturi che raffinatamente e in modo memorabile si prefigge di simboleggiare. Il mio consiglio è di visionare quest'opera subito dopo "Memorie Dal Passato", dacché molti riferimenti e citazioni, che legano fortemente le due produzioni, si afferrano molto meglio in quest'ordine, a prescindere o non dalla conoscenza degli avvenimenti di "Rurouni Kenshin" (la vera e propria serie, di 95 episodi).
Non ho altro da aggiungere, si tratta di un altro fondamentale, prezioso gioiello degli anni '90 e non solo.
"Bentornato a casa, Shinta."
Nel frattempo la bella Kaoru, provata a sua volta dalla vita di stenti e delusioni accanto a lui, si reca ogni giorno al porto a scrutare l'orizzonte e a rievocare il passato e la nascita del loro amore. Entrambi, insieme, stanno per raggiungere finalmente la pace, nell'epilogo di una delle saghe animate giapponesi più amate di sempre.
Sulla scia di "Tsuioku Hen" (titolo italiano: Memorie Dal Passato), capolavoro che illustrava gli atti del passato cupo e doloroso del leggendario spadaccino, "Seisou Hen" (in Italia: Capitolo Del Tempo) si propone di imprimere altrettante emozioni con il racconto che porta a compimento la serie, e ci riesce in pieno.
Innanzitutto le animazioni e il comparto grafico si lasciano ammirare allo stesso modo del "predecessore", risultando addirittura migliorati, e basta far notare ciò, poi le immagini dal vivo valgono più di quanto si possa spiegarlo a parole, però potremmo davvero parlare di perfezione. Lo stesso vale per una colonna sonora che mantiene il cuore in gola per ogni istante, che commuove, ammalia, rasserena l'animo.
Sulla base realizzativa pressoché priva di difetti prende vita lo sviluppo degli eventi, una sorta di unione tra fragili e malinconici ricordi ed inestimabili speranze, nati dai sogni della donna che attende l'attimo che donerà a lei e al suo amato la tanta sospirata espiazione dai peccati nonché la liberazione da tutti i dolori.
L'opera ci regala istanti memorabili di una storia d'amore delicata, sussurrata, strappalacrime, come nella miglior tradizione nipponica.
Il toccante rammarico per la fine lenta e inesorabile di una leggenda si fonde alle lacrime di gioia per un lieto auspicio che infine si esaudisce. E così l'immensa serenità che alberga nei cuori dei due innamorati trova spazio anche nell'animo di chi, completamente immerso, assorto nella narrazione, osserva i risvolti finali di una delle più meravigliose storie di sempre.
A dispetto di chi è rimasto deluso da tale meraviglia, posso solo affermare che non si potrebbe pretendere, ma nemmeno supporre, una conclusione migliore di questa.
Il capitolo conclusivo della saga è degno di essere riconosciuto come capolavoro dell'animazione, quasi alla pari di "Memorie Dal Passato", grazie ai sentimenti incrollabili e duraturi che raffinatamente e in modo memorabile si prefigge di simboleggiare. Il mio consiglio è di visionare quest'opera subito dopo "Memorie Dal Passato", dacché molti riferimenti e citazioni, che legano fortemente le due produzioni, si afferrano molto meglio in quest'ordine, a prescindere o non dalla conoscenza degli avvenimenti di "Rurouni Kenshin" (la vera e propria serie, di 95 episodi).
Non ho altro da aggiungere, si tratta di un altro fondamentale, prezioso gioiello degli anni '90 e non solo.
"Bentornato a casa, Shinta."
Bello anche questo capitolo conclusivo di KENSHIN. Non è all'altezza di Kenshin Memorie del Passato, però. Infatti dura troppo poco e i passaggi sono frettolosi. Si frammenta passato e presente, perdendo così di enfasi, di pathos. Certo, resta un buon anime, profondo. Soprattutto il momento della morte di Kenshin, sembra quasi reale, vivo. Ne consiglio la visione dopo aver visto prima KENSHIN MEMORIE DEL PASSATO. Info: [email protected]
E quindi siamo giunti alla fine. Si chiude l’era della spada, dei samurai, degli ultimi uomini di un epoca, di un ordine di secoli tagliato fuori inesorabilmente dal presente. Kenshin è il trapasso di un epopea. Un uomo che è vissuto in uno di quei periodi in cui un passato si chiude, senza tracce nel presente, persistendo solo in quegli ultimi testimoni e incarnazioni, per poi scomparire e diventare leggenda – il passato e gli uomini. E se ne avverte solo il peso, che grava su chi ne discende – la modernità, i figli della nuova generazione, il figlio di Kenshin. Da questo si capisce che questi 2 OAV si discostano molto dalle “Memorie del passato”; non per la drammaticità (che è immutata seppure su basi diverse), ma per lo spirito di fondo che regge quest’opera e per il dolore che qui scaturisce dal senso di rovina e di nostalgia intrinseco nel destino dell’ombra di Battousai. Questo almeno per quel che riguarda il secondo OAV. E qui veniamo al grande difetto (a parte il fatto che non c'è per nulla sangue, ah, ah!). Se anche in “Memorie del passato” il primo episodio era un mezzo passo falso, lì si sorpassava senza problemi, essendo gli OAV 4. Ma qui la cosa si ripete, e sorpassare è difficile perché gli episodi sono uno e due. Infatti il primo episodio al solito fatica a ingranare, ballonzolando tra passato, ricordi, scontri, richiami alla serie e altre cose che finiscono per renderlo confuso e dispersivo. Altra cosa sarebbe stata incentrare tutto sulla leggenda di Kenshin, sulla sua impossibile ricerca di serenità in mezzo al dolore, su quanto grava il passato su di lui e su chi gli sta attorno, sulla rovina dell’uomo e soprattutto del guerriero, sull’unico rifugio rappresentato dall’amore per una donna, e su ciò che resta dopo un vita epica e per sua conseguenza. Ma questo è il secondo episodio, che tocca punti altissimi e raggiunge la profondità e il dramma posseduti dai 4 precedenti capitoli sopracitati. Per il resto il comparto tecnico è come sempre ineccepibile: sia disegni, colori, animazioni, che fondali, musiche e regia; – forse di poco sotto a “Memorie del passato”, ma comunque di alto livello. Dulcis in fundo (ma che c’è di dolce in questa storia?… Non c’è proprio niente!) devo in ogni caso fare una media, per cui nel totale il valore di questi OAV si abbassa, ed è un peccato. In ogni caso è la fine amara, desolante, tragica e struggente di un uomo decadente, distrutto fisicamente, avvelenato dal dolore, all’apice del suo declino, all’epilogo della sua vita; l’ombra della sua leggenda – o quello che segna realmente ogni leggenda. Nonostante tutto (il primo episodio), impedibile per quello che alla fine trasmette e per la tragedia legata ai grandi destini che incarna.
Ammetto che la parte tecnica è ottima, l'animazione è molto buona con una colonna sonora che rende il film emozionante e commovente però dall'altro vedere dei personaggi così depressi è davvero triste,specialmente Kenshin che ha un ruolo assolutamente passivo, non fa proprio niente in questa storia!capisco che lo hanno caratterizzato così in funzione della malattia che lo affligge però potevano dare qualcosa di più.La trama,visto la drammaticità è molto realistica e non ha nulla a che vedere con l'anime e l'ironia che lo distingueva,e alla fine non è altro che un immenso flashback privo d'azione in cui Kaoru aspettando il suo amato ricorda i momenti più importanti che gli hanno visti partecipi in tante avventure ciò è un pò noioso anche se toccante;personalmente Kenshin avrebbe dovuto meritare un finale migliore di questo più fedele allo spirito spensierato che contraddistingue il personaggio.
<b>ATTENZIONE CONTIENE SPOILER</b>
Che dire di questo OAV? Se si guarda senza tener conto del manga o della serie animata non si capisce molto bene la storia, se invece lo si guarda conoscendo tutta della serie, ti vien da piangere nel vedere così malridotto il tuo personaggio preferito. Le animazioni e i disegni sono molto belli, però se si conosce la storia e il finale (almeno io) si pensa che sì, Kenshin è "obbligato", per motivi di salute, a deporre la spada, ma finalmente trova la pace con la sua amata e non vi è tragicità. Anzi finalmente è un uomo normale. Invece in questi due episodi è straziante vedere queste due persone sconfitte dalla malattie, ma sopratutto quello che non mi piace e che hanno reso Kenshin un vinto, specialmente nella lotta finale, dove lui non combatte, ma accetterebbe la morte.
Che dire di questo OAV? Se si guarda senza tener conto del manga o della serie animata non si capisce molto bene la storia, se invece lo si guarda conoscendo tutta della serie, ti vien da piangere nel vedere così malridotto il tuo personaggio preferito. Le animazioni e i disegni sono molto belli, però se si conosce la storia e il finale (almeno io) si pensa che sì, Kenshin è "obbligato", per motivi di salute, a deporre la spada, ma finalmente trova la pace con la sua amata e non vi è tragicità. Anzi finalmente è un uomo normale. Invece in questi due episodi è straziante vedere queste due persone sconfitte dalla malattie, ma sopratutto quello che non mi piace e che hanno reso Kenshin un vinto, specialmente nella lotta finale, dove lui non combatte, ma accetterebbe la morte.
Credo che non ci sia modo migliore per concludere la storia della vita di un uomo che ha avuto come unico sentimento la sofferenza. Con la morte raggiunge la pace eterna e la raggiunge tra le braccia di chi a e di chi gli ha voluto bene. La cicatrice scompare, così anche il dolore e finalmente si può essere fieri per ciò che si è stati.
Molto bello e molto drammatico.
Ragazzi cerchiamo di non rovinare la visione agli altri con spoiler ecc, non potete dire il finale nelle recenzioni!!!
Sulla trama è stato abbastanza (forse troppo) ad ogni modo è l'epilogo o meglio la chiusura di un capitolo di una vita deidcata alla spada.
Io non ho visot gli episodi di kenshin tranne un paio (conto di farlo quanto prima), ma ho visto i due film/OAV.
E' molto triste il finale e nonostante a me mancassero dei tasselli del puzzle l'niame mi ha rapito dall'inizio alla fine.
E' vero un grande samurai ridotto in uno stato pietoso da una malattia... Però è umano, nessuno è invincibile e la storia narra alcune vicende di questo tipo.
Ottime le musiche, ottimo il design, l'ambientazione ecc.
Un prodotto che merita di essere visto e vissuto in pieno. Credo che lo spettatore venga portato a fare questo, viverlo.
Nonostante non mi piacciano molto gli strappalacrime, questo merita ;-)
Ragazzi cerchiamo di non rovinare la visione agli altri con spoiler ecc, non potete dire il finale nelle recenzioni!!!
Sulla trama è stato abbastanza (forse troppo) ad ogni modo è l'epilogo o meglio la chiusura di un capitolo di una vita deidcata alla spada.
Io non ho visot gli episodi di kenshin tranne un paio (conto di farlo quanto prima), ma ho visto i due film/OAV.
E' molto triste il finale e nonostante a me mancassero dei tasselli del puzzle l'niame mi ha rapito dall'inizio alla fine.
E' vero un grande samurai ridotto in uno stato pietoso da una malattia... Però è umano, nessuno è invincibile e la storia narra alcune vicende di questo tipo.
Ottime le musiche, ottimo il design, l'ambientazione ecc.
Un prodotto che merita di essere visto e vissuto in pieno. Credo che lo spettatore venga portato a fare questo, viverlo.
Nonostante non mi piacciano molto gli strappalacrime, questo merita ;-)
Cercherò, nel giudicare questo anime, di prescindere dal fatto che il protagonista è uno degli uomini più disgraziati e maltrattati dalla vita che io abbia mai visto. Sei sou Hen è davvero un capolavoro..sia per l'animazione che per la trama. I personaggi sono credibili e l'ostinazione dell'amore tra i protagonisti è davvero commovente. Non è ben chiara la causa della morte del caro kenshin, ma credo che non sia di primaria importanza classificare la malattia dello stesso, quanto piuttosto abbandonarsi ad un'illusione di eternità del sentimento.
Ottimo
Ottimo
Questi 2 OAV rappresentano l'epilogo della storia di Kenshin. Sono passati 15 anni dalla saga di Tokyo (Jinchu), a Kenshin è stato chiesto di aiutare il Giappone nelle guerre in Cina e decide così di partire, sicuro che un giorno sarebbe tornato a casa dalla sua Kaoru. Prima di partire Kenshin contrae una malattia incurabile che lo debilita giorno dopo giorno. La storia si sviluppa come un intreccio tra presente e passato: tra i ricordi di Kaoru, la sua attesa, il viaggio di Kenshin per tornare a casa, l'aiuto degli amici più cari e la via della spada di Kenji. Il finale è un misto dolce-amaro dove la scomparsa della cicatrice a forma di croce accompagna la morte del protagonista. Ora finalmente tutto il rancore è andato disperso. E' riuscito ad espiare le sue colpe e ad essere perdonato.
I disegni sono ben fatti così come l'animazione. Le musiche del maestro Taku Iwasaki non lasciano dubbi sull'alta qualità dell'opera. La storia raccontata è degna di essere l'epilogo delle avventure di Kenshin.
Con questi 2 OAV si concludono finalmente l'avventure di un personaggio di fantasia che ha saputo esprimere i sentimenti più reali.
I disegni sono ben fatti così come l'animazione. Le musiche del maestro Taku Iwasaki non lasciano dubbi sull'alta qualità dell'opera. La storia raccontata è degna di essere l'epilogo delle avventure di Kenshin.
Con questi 2 OAV si concludono finalmente l'avventure di un personaggio di fantasia che ha saputo esprimere i sentimenti più reali.
Premetto che Kenshin è una delle mie serie preferite e che ho fatto una piccola recensione della serie TV valutandola con un 10 pieno.. Mio malgrado questi due OAV, per chi abbia amato come me le avventure di Kenshin, sono "una coltellata alla schiena", è un termine un po' forte ma che rende bene l'idea.
In questo OAV ambientato 15 anni dopo la serie TV Kenshin ha abbandonato la via della spada ed è diventato una sorta di "missionario", ossessionato dall'idea di dover aiutare gli altri a tutti i costi per rimediare ai numerosi omicidi commessi. In uno dei suoi viaggi si ammala (e contagia anche Kaoru).. Come se le disgrazie non bastassero decide (nonostante le sue condizioni) di andare in Cina per aiutare l'esercito del Giappone.. ovviamente rimarrà disperso: la storia ruota sul suo disperato tentativo di ritornare a casa prima di morire, ridotto in uno stato pietoso dalla malattia, in una condizione di semi-demenza.
Personalmente avrei preferito che ai fans di Kenshin fosse risparmiato un trattamento di questo tipo, dover vedere l'eroe di tante battaglie morente, demente e impotente non è il massimo della vita... il mio voto lo vedete.
In questo OAV ambientato 15 anni dopo la serie TV Kenshin ha abbandonato la via della spada ed è diventato una sorta di "missionario", ossessionato dall'idea di dover aiutare gli altri a tutti i costi per rimediare ai numerosi omicidi commessi. In uno dei suoi viaggi si ammala (e contagia anche Kaoru).. Come se le disgrazie non bastassero decide (nonostante le sue condizioni) di andare in Cina per aiutare l'esercito del Giappone.. ovviamente rimarrà disperso: la storia ruota sul suo disperato tentativo di ritornare a casa prima di morire, ridotto in uno stato pietoso dalla malattia, in una condizione di semi-demenza.
Personalmente avrei preferito che ai fans di Kenshin fosse risparmiato un trattamento di questo tipo, dover vedere l'eroe di tante battaglie morente, demente e impotente non è il massimo della vita... il mio voto lo vedete.