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MephistNecromancer

Episodi visti: 25/25 --- Voto 7,5
''Un anime molto interessante e con propositi carini per la sua continuazione'': ecco come descriverei Arslan Senki in poche parole.

Anime del 2015, la storia narra del giovane e sensibile principe Arslan, il quale è l'erede al trono del grande regno di Pars, situato in un crocevia molto ricco. Il sovrano di tale regno, Andragoras, rispettato e temuto per la sua inequiparabile abilità bellica, è impegnato nel respingere le invasioni di un regno vicino, Lusitania, il quale è abitato e governato da una setta di fanatici estremamente intolleranti che venera un dio che, nella loro lingua antica, si chiama ironicamente ''Santa Ignoranza''. A causa di uno stratagemma escogitato da un misterioso individuo chiamato ''Maschera d'Argento'', tuttavia, l'imbattuto Andragoras subirà una sonora sconfitta che coinvolgerà anche Arslan, il quale era desideroso di dimostrare il suo valore ai suoi freddi e distanti genitori.
Con pochissimi alleati, Arslan si ritroverà da solo a vagare per il mondo, prefiggendosi l'obiettivo di scacciare i Lusitani da Pars e restaurare il regno nel nome dell'uguaglianza e della libertà.

La trama di fondo, sebbene risulti a colpo d'occhio abbastanza basilare, cela una sequela di intrighi politici portati avanti dalla quasi totalità dei propri personaggi, riempiendo la storia di moltissimi spunti interessanti, coinvolgenti e in alcuni tratti anche attuali, soprattutto il fanatismo religioso: nella fattispecie, i Lusitani sono un popolo che potremmo definire ''jihadista'', che soffoca brutalmente nel sangue e nella tortura qualunque credo religioso o conoscenza esterna a quella del loro dio, massacrando persone e bruciando qualsiasi libro o pergamena. Il regno di Pars, per quanto non sia affatto esente da forti disuguaglianze come la schiavitù, non è altro che la vittima più recente della loro conquista, ed è proprio di fronte a queste disuguaglianze che Arslan inizierà il suo viaggio per diventare il sovrano che migliorerà la situazione del mondo.
Diversi buoni personaggi accompagneranno Arslan nella sua avventura: Daryun, guerriero migliore del regno che giurerà fedeltà soltanto a lui; Narses, un ex nobile ritiratosi a vita eremitica per la sua disillusione per la corte e Elam, fedele scudiero di quest'ultimo, saranno i suoi compagni più fidati. Al suo piccolo entourage si uniranno successivamente la prosperosa quanto fredda Falangis, lo schivo quanto sospettoso bardo Giv ed infine la vivace Alfrid. Tutti i personaggi hanno il loro perché, chi più chi di meno, e si integrano molto bene allo scorrere della storia, anche se spesso finiscono per essere solo di contorno alla crescita continua di Arslan.
Buono questo lato, che senza dubbio lascia interessati per quello che verrà dopo.

Il lato tecnico invece è altalenante. La cosa più interessante è senza dubbio il setting: Pars è ispirato dalla Persia Sasanide, un popolo in momento storico estremamente ignorato generalmente e mai visto prima d'ora nel panorama anime, che lo rende unico nel suo genere in una storia medievale. Lusitania invece è un rifacimento allo Stato Vaticano medievale in salsa molto più fanatica.
Per quanto riguarda il disegno, all'inizio il fatto che Arslan fosse identico ad Edward Elric di Full Metal Alchemist dopo una boccetta di tintura bianca ai capelli mi ha fatto parecchio ridere, anche perché non sapevo che il manga fosse stato effettivamente disegnato dall'autore di FMA stesso, ma devo dire che il tratto alla fine mi è piaciuto tutto sommato. Storia diversa per la CGI parecchio inconsistente: a volte risulta credibile, altre volte la plasticosità dei modelli salta all'occhio come un ippopotamo in una piscina, diventando perciò bruttisimo. Le musiche, d'altro canto, sono davvero incantevoli, soprattutto quelle con i flauti e i cori, mentre opening e ending sono decenti.
Lato che, fra alti e bassi, ritengo sufficiente.

Ordunque, in conclusione: serie che consiglio agli appassionati di storia e di epica, che mi lascia ben sperare nella sua continuazione.


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MegaRoby

Episodi visti: 25/25 --- Voto 9
Il giovane principe Arslan vive e si allena nella capitale del regno di Pars, Ecbatana. Il regno di Pars è molto prosperoso ma utilizza tantissimi schiavi. La famiglia reale non è molto unita e il Re Andragoras è uno spietato combattente. Un giorno i fanatici Lusitani, inneggiando a Yaldabaoth, invadono e saccheggiano il regno di Pars tramite un'attenta e studiata strategia di guerra, riuscendo a sconfiggere il potente esercito del prosperoso regno insieme ai suoi valorosi comandanti. Il principe Arslan si salva e fugge insieme a Daryoon, generale che gli giura fedeltà; i due insieme si mettono in viaggio per trovare alleati e raccogliere le forze per scacciare i barbari Lusitaniani e riconquistare il regno, per salire al trono e riformarlo.

La trama inizialmente sembra molto semplice, un regno ne invade un altro e il principe di turno deve riprenderselo. In questo caso però vi sono degli intrighi politici interessanti. La narrazione nel complesso è molto buona, sembra essere una vera e propria cronistoria, davvero ben curata; il ritmo delle vicende narrate è ottimo, i contenuti, gli intrighi e le straordinarie strategie, tutte verosimili intrigano molto ed aiutano lo spettatore ad appassionarsi. L'intreccio narrativo si dipana poco alla volta senza lasciare nulla al caso. Vi sono alcuni momenti in cui palesemente si scherza per alleggerire l'atmosfera che altrimenti risulterebbe un po' troppo seriosa e pesante. Il contesto narrativo arabeggiante è davvero interessante, e dona un tratto un po' più unico e ricercato rispetto al solito classico medioevo europeo.

Ho trovato i protagonisti ben caratterizzati sotto molti aspetti ed anche gli altri personaggi importanti non sono affatto male, belli anche graficamente.

Il comparto tecnico è davvero buono ed ottima pure la CGI, ben fatta e diversificata, in questo caso difficilmente "sbava", belle e fluide le animazioni, spettacolari ed eccitanti i combattimenti uno contro uno, ma soprattutto la "movimentazione" dei grandi eserciti su degli splendidi fondali e un'ottima colonna sonora.

In conclusione: un ottimo anime che mi è piaciuto e di cui consiglio la visione, unica pecca non ha un finale, ma non c'è da disperare, vi è la seconda stagione.


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kirk

Episodi visti: 25/25 --- Voto 4
Tutto sommato questa eroica leggenda del principe Arslan è stata una grossa delusione: mi sono iscritto a VVVVID, una piattaforma di streaming gratuita, e ho trovato un mucchio di cose interessanti: ho scelto di iniziare con questo anime perché mi è stato consigliato e perché ho sempre amato i fantasy con risvolti anche politici, e uno dei principali collaboratori di questo anime ha collaborato anche per un altro anime di cui ho sentito gran bene… "La leggenda degli eroi galattici". Su VVVVID ho visto che c’è una parte anche di quest’ultima serie ma non so se la guarderò tanta è la delusione per "Arslan".

Da questo momento mi metto ha fare un ferocissimo esercizio di spoileraggio e dunque chi non vuole sapere la trama farebbe bene a non leggere!
Innanzi tutto gli autori in 25 episodi mettono un mucchio di carne al fuoco… ma in questi episodi non c’è un vero finale: ci sono i presupposti per un'altra serie di altrettanti episodi. Poi c’è da dire che un mucchio di idee vengono sfruttate e buttate lì, prima fra tutti la religione come motivo di contesa fra popoli e collante di odio invece che amore con i lusitani che uccidono vecchi, donne e bambini senza pietà perché appartengono ad altri culti. Un gran sacerdote che è una macchietta e intrighi nello stesso campo lusitano con il re Innocentis VII che si innamora della regina di Pars, il fratello Guiscard che vuole sostituirsi a lui e il gran sacerdote/inquisitore che vuole comandare su tutti e prendersi ogni ricchezza.
Il personaggio che primeggia in bontà e dimostra già le doti di buon sovrano, saggio e amante di tutti i popoli è naturalmente Arslan, il quale dopo tutto risente di vere motivazioni nell’essere così buono, lo è e basta, simile ad altri personaggi che si comportano in questo modo solo perché si devono comportare così... a volte la cosa funziona a volte lascia perplessi…
Il villan di questa storia è Maschera d’Argento, il quale altri non è che il legittimo re di Pars che è dovuto fuggire dopo la morte del padre ad opera dello zio senza che a nessuno fregasse per un mucchio di anni. Tenendo conto che si getta l’ipotesi che Arslan non è figlio del suo presunto padre, re di Pars, non si capisce perché chi lo sa non lo abbandoni in nome della giustizia…
Le animazioni sono buone e le musiche carine, perplessità quando parlano dei numeri dei soldati, in quanto prima dicono una cosa, poi un'altra, poi non importano i numeri perché ci sono strategie assurde che annullano le differenze di forze in campo…
Insomma qualche buona idea sviluppata malissimo. Voto? Quattro.


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Blastmally

Episodi visti: 25/25 --- Voto 5
Prendete il figlio dell'imbattibile e feroce Re Andragoras III e mettetelo sul campo di battaglia tra le fila del regno di Pars contro Lusitania.
Quindi motivatelo con la sconfitta del suo esercito e la volontà di riconquistare la propria nazione.
Aggiungete il desiderio di vendetta per la scomparsa del padre e il rapimento della madre.
Abbiamo sicuramente gettato le basi per la caratterizzazione di un Eroe con gli attributi, di un grande e provetto condottiero.

Peccato che il Principe Arslan sia invece un totale inetto, la cui unica abilità è una "disarmante" bontà d'animo, in un mondo dove tutto si risolve con le armi.
Per sua fortuna è circondato da una compagnia di fedeli e super dotati guerrieri/e che risolvono immancabilmente ogni problema e che lo difendono con successo anche nelle situazioni più disperate.
Per nostra fortuna il Principe Arslan vanta queste immeritate amicizie o la serie sarebbe terminata dopo due puntate!

Premetto di non aver visto gli adattamenti anime precedenti, ma questa trasposizione è davvero imbarazzante.
Tutto l'impegno profuso in ben 25 episodi per rendere credibile la realtà di una sanguinosa guerra tra nazioni, in mezzo a schiavitù e violenze, è reso vano da una trama che si può riassumere così: i buoni vincono sempre!
Si badi che questo non è un attacco alla morale positiva della storia, bensì alla totale assenza del contraddittorio.
Silvermask, l'antagonista principale, agisce senza motivazioni di principio, spinto da interessi personali che vengono rivelati solo nel finale. Gli altri "cattivi" di turno o sono inadeguati nel loro ruolo o in realtà sono degli agnelli travestiti da lupi, come l'ex schiavo Etoile o l'eccentrico Principe Rajendra.

Sotto il profilo tecnico, il disegno è mediocre e la coreografia dei combattimenti poco fluida. Pare un prodotto in ritardo di 10 anni, la cui unica nota positiva sono l'ottimo utilizzo della luce e la cura nel dettaglio dei fondali.

Le musiche sono invece molto belle (in particolare la ending "One Light" delle Kalafina) e in tema con l'ambientazione. Il sonoro risulta impeccabile sia durante i dialoghi che nelle concitate battaglie campali.

Se non vi siete addormentati prima del venticinquesimo episodio, o avete bisogno di prendere dei sedativi o potete guardare il sequel di altre 8 puntate, dove i buoni vincono sempre.

Voto: 5


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Yuki_96

Episodi visti: 0/25 --- Voto 8,5
Inizio con il dire che questo anime, a parer mio, è stato fatto veramente bene, e richiama tematiche importanti come il governo corrotto, la religione utilizzata per altri scopi, congiure, interessi economici, ecc. che ad oggi esistono ancora, ma magari con un'influenza minore rispetto ai tempi antichi, dove vi erano ancora guerre barbariche per la conquista di territori e di schiavi, presenti nell'anime di "Arslan Senki".

La trama di questa opera s'incentra su Arslan, il principe del regno di Persia, costretto, dopo una battaglia contro Lusitania, a non poter far ritorno al proprio Paese. Così inizierà la sua avventura, accompagnato dal proprio servitore Daryuun e da altri vari compagni che incontrerà durante il suo viaggio.
Il primo episodio inizia ambientando lo spettatore nel palazzo di Pers, dove il primo ministro del re starà tranquillamente allenando alla spada il giovane principe e si avrà già modo di vedere fin dall'inizio i rapporti all'interno di queste mura. Il re in carica in questo particolare momento è Andragoras, il padre di Arslan, considerato un tiranno, ma visto dal popolo come un ottimo guerriero e comandante, e rispettato da tutti i soldati.

L'anime contiene un po' di scene sanguinose, del tutto naturali, visto che sono presenti molte guerre e combattimenti tra i vari generali; è ricco anche di molte strategie, elaborate dalle varie fazioni.
Ritengo però che, nell'anime, per il protagonista tutto fili un po' troppo liscio, e molte volte vedrete il, come si suol dire, "E' andato tutto secondo i nostri piani". Ma, per il resto, do 8.5 proprio perché come anime mi ha preso molto, nel senso che un episodio tirava l'altro. Ho letto in altri commenti che ad alcuni la trama è sembrata un po' lenta... forse sarà perché io per guardare gli anime utilizzo 1.5x di velocità proprio per evitare di annoiarmi.
Unica pecca è che l'anime tuttora non è concluso, anche dopo una seconda stagione di soli otto episodi.


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MrFranky

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8,5
"Arslan Senki" è un anime a tema fantasy/guerra della stagione primaverile 2015. La trama è riassunta brevemente nella descrizione, quindi non mi soffermerò su di essa. Ho apprezzato particolarmente questo anime per tre motivi:
1) L'ambientazione: i luoghi e i nomi ricordano chiaramente l'antica Persia, uno scenario abbastanza originale per un anime, dato che il genere fantasy propone quasi sempre ambientazioni pseudo-medioevali. Qui solo gli armamenti ricordano il Medioevo, ma, proposti in una location innovativa, rendono piacevolmente nuova l'ambientazione.
2) Storia: specialmente nei primi episodi, la storia è un susseguirsi di colpi di scena estremamente coinvolgenti e capaci di invogliare lo spettatore a proseguire la visione. Nella seconda parte ho percepito un leggero calo ma niente di disastroso, il livello medio rimane molto alto.
3) Personaggi: nonostante i protagonisti siano abbastanza stereotipati (l'eroe invincibile, il grande genio, il donnaiolo, l'idealista...), li ho trovati piacevoli e sono disposto a perdonare una crescita dei personaggi abbastanza banale, poiché invece le loro convinzioni e personalità, per quanto semplici, vengono esposte molto bene.

Una menzione d'onore va ai combattimenti, molto belli, specialmente i duelli tra protagonisti e villain. Anche le battaglie sono coinvolgenti, l'assedio di Ecbatana in particolare mi ha conquistato.
Non è un anime esente da difetti, alcune scene sono chiaramente esagerate e ci sono scontri risolti in maniera abbastanza assurda. Ciononostante, l'anime è estremamente godibile e, se amate questo genere di anime, vale sicuramente una visione, con tutta probabilità lo apprezzerete.


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Furatsuki

Episodi visti: 25/25 --- Voto 7
Arslan Senki é un opera tratta dal manga "La Leggenda di Arslan", a sua volta tratto dalla light novel del 1986 di Yoshiki Tanaka. La versione del manga del 2013, da cui appunto é stato tratto l'anime nasce dal genio di Hiromu Arakawa (Fullmetal Alchemist).

La storia narra le vicende legate alla riconquista del trono dell'immaginaria Pars sottomessa dal religioso e "barbaro" popolo di Lusitania. Circondandosi di compagni, il giovanissimo Arslan, tenterá di riappropriarsi del trono e creare un regno giusto.

Le tematiche affrontate sono varie e interessanti. Il fanatismo religioso, la schiavitú, la fiducia e i giusti principi per governare un popolo da Re e non da Tiranno. Ció che si apprezza particolarmente é la psicologia dei vari personaggi e dei vari popoli. Non lo definirei un capolavoro ma fa il suo dovere, dispensando qui e la intricati intrecci e risvolti inaspettati (o quasi).


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giacgiac

Episodi visti: 25/25 --- Voto 7
Arslan Senki, noto in Italia con il titolo La leggenda di Arslan, nasce a metà degli anni Ottanta come serie di light novel dalla penna e dall'estro dello scrittore Yoshiki Tanaka, il quale dopo aver ottenuto notevole successo in madrepatria con la space opera Legend of Galactic Heroes, decide di cambiare totalmente genere e di intraprendere con questo nuovo lavoro la via del fantasy. Il nucleo della vicenda di Arslan Senki affonda le proprie radici in un terreno un po' atipico, epico per l'esattezza, giacché Tanaka per quanto concerne l'ambientazione e le atmosfere, si rifà a un ciclo di poemi iranici composto da Naqib ul-Mamālik nel diciannovesimo secolo alla corte del sovrano dell'Iran e ambientato nell'antica Persia. Altro dato interessante è che i romanzi non hanno ricevuto un singolo adattamento, bensì tre, raggruppabili in due tranche: una prima, tra il 1991 e il 1996, che comprende una trasposizione animata in sei episodi OAV di durata variabile, pubblicati in Italia in VHS da Granata Press, e una seconda, dal 2013 ad oggi, la quale invece consta di un adattamento a fumetto, illustrato dalla mangaka Hiromu Arakawa - già famosa per opere del calibro di Fullmetal Alchemist e Silver Spoon - e di una relativa serie animata, ossia quella che mi appresto a recensire, coprodotta dagli studi Sanzigen e Liden Films e disponibile in Italia sulla piattaforma di streaming legale VVVVID.

Pars è un regno prospero e potente, all'apice della propria espansione, dotato di un esercito, e in particolare di una cavalleria, che sul campo di battaglia risulta determinante in ogni scontro. La fortunata stirpe di re condottieri parsiani vede al trono Andragoras III, sovrano freddo e spietato, forte di grande esperienza e di un numero considerevole di battaglie vittoriose, sicuramente più dedito alla guerra che all'amministrazione del regno. Il protagonista della storia narrata da Tanaka è suo figlio, il principe Arslan, appena adolescente al tempo della narrazione; un giovane pacato, un po' ingenuo ma dall'animo nobile e puro, particolarmente entusiasta e solare se si considera che è stato cresciuto da una madre totalmente anaffettiva e da un padre insoddisfatto del suo carattere e della sua scarsa attitudine alla vita militare. Le disavventure del giovane hanno inizio il giorno in cui Re Andragoras decide di spiegare le proprie forze per respingere l'esercito nemico della Lusitania, stato confinante con Pars, e di dar battaglia agli invasori nella piana di Atropatene. Nonostante la superiorità numerica, l'esercito parsiano soccombe inaspettatamente a causa del tradimento di Qaaran, consigliere e stratega del re, che in modo inspiegabile si mette al servizio di un generale lusitano che col passare degli episodi assume sempre più i connotati dell'antagonista principale di Arslan, ossia il misterioso Maschera d'Argento. Il principe e il suo fedele cavaliere, il potente e apparentemente invincibile Daryun, riescono a darsi alla fuga e ad evitare così il peggio, iniziando il lungo e insidioso cammino che, come recita la voce narrante al termine di ogni episodio, porterà il ragazzo a divenire re.

Occorre precisare un punto fin da subito: per quanto la trama di questo prodotto sia avvincente e riesca a intrattenere lo spettatore, essa rappresenta l'unico elemento totalmente positivo della serie. Arlan Senki, ahimè, è l'ennesimo esempio di come un buon potenziale - e che potenziale, visti il nome e la fama di Tanaka - venga sviluppato in un modo non certo all'altezza delle aspettative del pubblico. Il problema principale è fondamentalmente quello della narrazione, nel senso più ampio del termine; se infatti da una parte la sceneggiatura e i dialoghi non presentano particolare profondità o spunti di riflessione - elemento che invece costituiva la forza di LoGH, il primo successo di Tanaka -, ma anzi tendono a rasentare in più di un punto quella banalità dilagante negli shounen odierni, dall'altra le animazioni non riescono a compensare a dovere a questa mancanza, e a causa dell'assenza di una certa costanza nella qualità delle stesse, risultano spesso dissonanti e poco rifinite, ove non grossolane. Eppure, nonostante le apparenze, Arslan Senki rimane un opera tanakiana, sebbene nell'accezione più negativa del termine, poiché se in una battaglia spaziale le strategie più azzardate e stravaganti, per non dire improbabili, possono essere facilmente mascherate da una meccanica di combattimento per forza di cose lontana dallo spettatore, questo non può accadere quando ad affrontarsi ci sono fanti e cavalieri; in questa occasione la passione per la guerra e per la strategia bellica del buon Tanaka gli si ritorcono contro, risultando un altro elemento a sfavore della serie. Il comparto audio invece si salva, e nemmeno in corner; è buono tratti, scandisce bene le varie scene e riesce facilmente a entrare in testa allo spettatore, mentre a dir poco ottime sono le sigle di chiusura, la prima di Eir Aoi - tra gli altri Kill la kill e Sword Art Online - e la seconda delle ormai affermatissime Kalafina.

Analizzando ora più da vicino lo sviluppo, un dubbio che potrebbe legittimamente attanagliare la mente dello spettatore, così come ha attanagliato la mia, è che quanto di squisitamente shounen sia presente nella serie possa dipendere dal fatto che l'adattamento animato non si rifaccia direttamente ai romanzi, ma sia mediato da quello a fumetto illustrato dalla Arakawa. Ebbene, a mio giudizio le due cose sono legate, ma non in maniera tanto profonda; l'assetto della trama meno attento alla psicologia dei personaggi e più incentrato sull'azione è un elemento peculiare già dell'adattamento animato degli anni Novanta, mentre quanto forse risente in maniera più significativa del contesto in cui l'anime è stato prodotto è l'abbandono del look accattivante e un po' retro delle illustrazioni della light novel - e in parte della precedente serie animata - a favore di uno stile in qualche modo figlio dalla rivoluzione moe degli ultimi dieci anni e più conforme agli standard odierni. Quanto invece alla sceneggiatura rimango perplesso, non riesco a trovare una spiegazione a un lavoro così poco rifinito quale invece era stato per LoGH. Giunge poi il problema del finale, giacché la serie di romanzi è ancora in corso e così il manga della Arakawa; devo dire che mi ha soddisfatto, non è un finale aperto e si prende almeno la briga di portare a termine l'arco corrente, lasciando sì qualcosa sul fuoco, ma non tanto da poter lamentare un senso eccessivo di incompiutezza - e d'altra parte, Arslan è una delle poche serie recenti a non spezzare la narrazione in due, lasciando quegli odiosi, quanto ormai canonici, tre mesi tra prima e seconda parte.

Da questa analisi Arslan Senki non esce proprio illeso, è una serie che ha i suoi difetti e non fa nulla per non ostentarli allo spettatore; tuttavia mentirei se dicessi che non è stato in grado di intrattenermi e non mi abbia almeno parzialmente soddisfatto. A patto di non avere grosse aspettative ed essere pronti a sorbirsi qualche cliché del genere a cui appartiene, il mio consiglio è senz'altro quello di dare una possibilità a questo titolo, che delle recenti stagioni è uno dei pochi che non mi abbia annoiato o stancato, ma che anzi mi abbia stimolato a sufficienza da attendere l'annuncio e la serializzazione di un doveroso sequel. È un prodotto discreto, e potrebbe fare al caso di chi cerchi una serie col solo scopo di ricavarne un po' di sano intrattenimento.


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Eversor

Episodi visti: 25/25 --- Voto 7
"Arslan Senki" è forse uno degli anime più sponsorizzati e attesi dell'anno 2015. Si è avventato sul mondo dell'animazione giapponese come un rapace, sperando di afferrare la grande preda, sebbene, a mio avviso, alla fine, sia rimasto a bocca asciutta. Una serie fantasy/azione, ricca di guerra e politica, con ambientazione storica. Il racconto di un giovane alla ricerca di se stesso e del proprio regno. Tante belle premesse che, in effetti, sono state realizzate, ma che avrebbero potuto ottenere un effetto ancora maggiore.

Ma prima di criticare o elogiare tale serie, andiamo ad analizzare i primordi della storia, come ha avuto avvio una trama che, nel complesso, mostra un completezza ammirevole. Arslan è il giovane erede al trono di Pars, che, all'apparenza, dovrebbe essere l'antica Persia. Suo padre Andragoras è tra i sovrani più acclamati di sempre per la sua furia in battaglia e l'imbattibilità nei vari conflitti.
Questa volta, però, le difficoltà appaiono ben maggiori di quanto sembrassero all'apparenza: i lusitani, un popolo limitrofo soggetto a una religione monoteista fortemente selettiva, attacca i parsiani infedeli e, con un grande colpo di scena, riesce a sconfiggerli. L'imbattibile Andragoras cade nel tranello dei lusitani, che, per poco, non riescono a uccidere pure Arslan (per lui era la prima battaglia).
I nemici proseguono i loro cammino e arrivano addirittura sotto le mura di Ecbatana, la capitale di Pars, conquistandola. Una disfatta epocale, che sembra però celare un mistero ancora più importante. Alla guida dell'esercito nemico, infatti, vi era un uomo mascherato, ricolmo di odio per il re dei parsiani e per il principe. La sua furia non si placa nemmeno dopo l'occupazione del territorio, e Arslan dovrà cercare in tutti i modi di fuggire e, ovviamente, organizzarsi per riconquistare il regno perduto. Ce la farà il nostro eroe, a soli quattordici anni, a compiere tale impresa? Da solo certamente no, ma affiancato da validi alleati… Chissà.

Ammiro molto le opere a sfondo storico, e devo ammettere di aver trovato veramente interessante il punto di osservazione delle varie battaglie. Negli anime, come nei film, si sceglie sempre di donare agli scontri armati un grande effetto scenografico. In "Arslan Senki", invece, si concederà largo spazio alle varie manovre militari e alle tattiche belliche. Ovviamente, ne risentirà il pathos, ma anche questo potrebbe essere classificato come fervore guerresco.
I personaggi, sebbene il numero elevato, assumono quasi tutti una propria collocazione. Donano qualcosa alla vicenda e fanno sentire il loro peso nei vari episodi, anche dal punto di vista caratteriale. Il protagonista è molto intrigante, in quanto non splende per arguzia o abilità, ma, allo stesso tempo, è capace di stupire (in positivo) e far nascere un sorriso di approvazione. E' solo un ragazzino, e, a mio avviso, l'anime riesce superbamente a mostrare questa crescita progressiva nell'animo e nel fisico di Arslan. Molto bello anche il rapporto con il soldato Étoile, che nonostante la fazione avversa, riuscirà a instaurare con il piccolo principino una relazione di odio-amore.

Il punto dolente, invece, arriva per quanto riguarda la grafica e la gestione dei tempi. I disegni sono piuttosto approssimativi e si alternano in fasi di incredibile bellezza e splendore, a momenti più deludenti, in cui i tratti sembrano quasi abbozzati. E, in aggiunta, non posso che esprimere il mio biasimo per la rappresentazione davvero scadente dei cavalli e dei loro movimenti. Se non sbaglio era in "Shirobako" (anime del 2014) che si parlava di quanto fosse effettivamente difficile disegnare tale nobile equino. Tuttavia, in una serie in cui i cavalieri sono pressoché una costante, avrei preferito maggior attenzione in tale ambito.
Le musiche sono molto belle e anche il doppiaggio appare ben fatto. La regia ha svolto un lavoro discreto, nonostante, a mio avviso, non sia riuscita ad enfatizzare al meglio alcuni momenti epocali della serie.

Insomma, "Arslan Senki" è un anime che non mi ha deluso completamente, ma che avrebbe potuto svolgere un lavoro migliore. La storia è intrigante e partecipativa, e avrebbe meritato di più.
Concludo con una piccola considerazione personale. Ovvero, la relazione tra i lusitani e i crociati europei del XII secolo. Come non notare il vessillo raffigurante due croci sovrapposte, oppure quei continui riferimenti al compito di professare la vera fede e punire i pagani. Fa sorgere un sorriso, anche se, ad essere onesti, tale serie non può essere assolutamente considerata storica. Vengono ripresi molti elementi da varie culture differenti, ma questi sembrano essere mescolati un po' a caso…

Voto finale: 7

Francesca Akira89

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Francesca Akira89

Episodi visti: 13/25 --- Voto 5
E' la storia di Arslan, principe del regno di Pars (ispirato all'impero persiano). Arslan scopre di essere un principe solo a cinque anni, e avendo passato molto tempo in mezzo al popolo tende a non comportarsi come un principe. A palazzo cresce nell'indifferenza dei genitori, il feroce re Andragoras e la gelida regina Tahamine, con la sola compagnia di due falchi e del suo istruttore Vahriz. Quando il traditore Quaran si alleerà con il regno nemico di Lusitania, il principe sarà costretto a fuggire, insieme al nipote di Vahriz, il prode cavaliere Daryun.
Sinceramente sono rimasta un po' delusa, perché molte delle aspettative iniziali (del primo episodio) si sono rivelate errate. Pensavo che Etoile, il prigioniero da cui il principe viene preso in ostaggio per sfuggire allo schiavismo, sarebbe stato un personaggio importante, invece compare poche volte a distanza di tempo e non sembra ancora avere chissà che ruolo.
Soprattutto dal conflitto Pars/Lisutania mi aspettavo un maggiore scontro tra idelogie diverse, un dibattito con uno scambio che potesse magari risultare vantaggioso per entrambe le parti, ma purtroppo (a parte quel "gli uomini sono tutti uguali" letteralmente buttato là nel primo episodio) non c'è niente del genere. I Lusitani vengono praticamente dipinti come degli antagonisti da fiaba per bambini, al punto che la cosa diventa pure fastidiosa tanto viene reiterato di continuo il concetto; ok, abbiamo capito, gli avversari di Pars sono cattivi, ridicoli (ai vertici ci sono delle macchiette, l'imperatore ciccione e il sacerdote isterico, su tutti; non c'è nessuna personalità lusitana che sia memorabile, neanche l'unico "buono" idealista con il cervello a senso unico e la testa di coccio) e incapaci (le uniche vittorie che mettono a segno sono opera di personaggi non lusitani che di nascosto utilizzano la stregoneria)... non c'è bisogno di sprecare così tante scene per ricordarcelo.
Non so se nel romanzo la cosa sia strutturata un po' meglio, ma lo spero.
Nell'anime è evidente la polemica parodica nei confronti del movimento Crociato (dall'abbigliamento, al linguaggio, alla simbologia il richiamo è palese), e forse nei confronti delle religioni monoteiste in generale, ma in questo senso mi pare che l'autore abbia esagerato rendendo il tutto poco credibile: quando Nerses spiega il significato del nome della divinità di Lusitania, la parodia tocca livelli surreali (chi chiamerebbe mai il proprio dio "Sacra ignoranza"? Capirei fossero le altre popolazioni a chiamarli così, ma che ci si chiamino da soli è troppo ridicolo, dov'è il realismo?).