Iczer One
Fino alla fine degli anni '70 la fantascienza si riconduceva soltanto ad esplorazioni spaziali e contatti, sia pacifici sia movimentati, con forme di vita extraterrestre, sulla falsariga di "Star Trek", o narrava di forme di vita aliene intente a conquistare la Terra e fermati da volenterosi oppositori.
Almeno fino a quando non apparvero sulle scene saghe che portarono in scena il cinema post-moderno, ovvero film che offrirono una trama magari già prevedibile, ma che stupiva per il suo miscuglio di generi, come "Star Wars" di George Lucas, che univa la fantascienza con elementi bellici, western e medievali, e "Alien" di Ridley Scoot, che univa la fantascienza con l'horror e lo splatter.
E la trilogia di OAV di "Iczer One", prodotto dallo studio AIC (famoso per le sue produzioni nel mercato OAV negli anni '80 e '90, dove la grafica batteva gli anime televisivi), propone un altro bizzarro esperimento da cinema post-moderno, ovvero unire fantascienza con horror, splatter e mecha, unita a uno dei primi casi di romance non convenzionale, ovvero lo shoujo-ai/yuri.
<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler</b>
La trama vede la Terra mentre subisce la lenta e invisibile conquista da parte delle Cthulhu, una razza aliena umanoide composta da sole donne, le quali utilizzano degli alieni parassiti in modo da sostituirsi agli umani senza ricorrere alla guerra aperta, ma nessuno sa che la loro sovrana, Violet, è in realtà posseduta dalla sinistra figura di Big Gold. L'unica ad accorgersi di questi loschi piani è Iczer One, androide di natura organica creata sul loro pianeta natale - ora distrutto -, la quale scappa sulla Terra portandosi dietro uno dei loro mecha da combattimento: Iczer Robot, robot che soltanto Iczer One può pilotare.
Venuto a sapere del tradimento della guerriera, Big Gold, nei panni di Violet, dà il via all'invasione di massa, e Iczer One non può combattere da sola e quindi ha bisogno di una partner, ovvero di una ragazza che possa aumentare le sue capacità di combattimento, e le abilità dell'Iczer Robot, e la troverà nella giovane figura di Nagisa Kano, una comune studentessa giapponese.
Peccato che gli invasori abbiano, non si sa come, saputo la cosa e quindi, in una sola giornata, la vita della giovane ragazza diventa un incubo, dal momento che gli alieni parassitari tentano per ben due volte di ucciderla possedendo prima i suoi compagni di classe e poi i suoi genitori, ma per fortuna Iczer One non lo permette, nonostante abbia dovuto affrontare svariati guerrieri durante la corsa, salvandole la vita, e dopo iniziali momenti di terrore, decide di aiutare la guerriera nel fermare i piani d'invasione di Big Gold.
L'anime punta molto su una componente shoujo-ai/yuri, dal momento che, più il legame fra una guerriera e il suo partner è forte, più le abilità della guerriera e l'efficienza dell'Iczer Robot (ma non è l'unico così come non è l'unica Iczer One, dal momento che entrerà in scena la sinistra Iczer Two) si riveleranno efficaci, come si vedrà maggiormente nell'ultima puntata (nota: le prime due durano sulla mezz'ora, mentre l'ultima un'ora), e ciò si ripercuoterà sullo strano legame che si instaurerà tra Iczer One e Nagisa, ma, se pensate che ci sarà romanticismo, tranne quello drammatico che coinvolgerà le due amanti Seppia e Cobalto, bè, mi dispiace.
Nonostante la brevità della storia, le cui sequenze horror mi hanno fatto accapponare la pelle, la trama regge, specialmente nell'ultima puntata, dove incredibili colpi di scena verranno messi alla luce e ciò coinvolgerà il finale, che riesce a farsi accettare, seppur con un piccolo rammarico.
Anche gli scontri tra i mecha fanno la loro figura, complice una buona regia tecnica unita al mecha design molto curato.
E, dal momento che parliamo di una serie OAV, è indubbio dire che la qualità sia eccellente, complice una OST molto ispirata.
Non ho altro d'aggiungere. Ciao.
Almeno fino a quando non apparvero sulle scene saghe che portarono in scena il cinema post-moderno, ovvero film che offrirono una trama magari già prevedibile, ma che stupiva per il suo miscuglio di generi, come "Star Wars" di George Lucas, che univa la fantascienza con elementi bellici, western e medievali, e "Alien" di Ridley Scoot, che univa la fantascienza con l'horror e lo splatter.
E la trilogia di OAV di "Iczer One", prodotto dallo studio AIC (famoso per le sue produzioni nel mercato OAV negli anni '80 e '90, dove la grafica batteva gli anime televisivi), propone un altro bizzarro esperimento da cinema post-moderno, ovvero unire fantascienza con horror, splatter e mecha, unita a uno dei primi casi di romance non convenzionale, ovvero lo shoujo-ai/yuri.
<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler</b>
La trama vede la Terra mentre subisce la lenta e invisibile conquista da parte delle Cthulhu, una razza aliena umanoide composta da sole donne, le quali utilizzano degli alieni parassiti in modo da sostituirsi agli umani senza ricorrere alla guerra aperta, ma nessuno sa che la loro sovrana, Violet, è in realtà posseduta dalla sinistra figura di Big Gold. L'unica ad accorgersi di questi loschi piani è Iczer One, androide di natura organica creata sul loro pianeta natale - ora distrutto -, la quale scappa sulla Terra portandosi dietro uno dei loro mecha da combattimento: Iczer Robot, robot che soltanto Iczer One può pilotare.
Venuto a sapere del tradimento della guerriera, Big Gold, nei panni di Violet, dà il via all'invasione di massa, e Iczer One non può combattere da sola e quindi ha bisogno di una partner, ovvero di una ragazza che possa aumentare le sue capacità di combattimento, e le abilità dell'Iczer Robot, e la troverà nella giovane figura di Nagisa Kano, una comune studentessa giapponese.
Peccato che gli invasori abbiano, non si sa come, saputo la cosa e quindi, in una sola giornata, la vita della giovane ragazza diventa un incubo, dal momento che gli alieni parassitari tentano per ben due volte di ucciderla possedendo prima i suoi compagni di classe e poi i suoi genitori, ma per fortuna Iczer One non lo permette, nonostante abbia dovuto affrontare svariati guerrieri durante la corsa, salvandole la vita, e dopo iniziali momenti di terrore, decide di aiutare la guerriera nel fermare i piani d'invasione di Big Gold.
L'anime punta molto su una componente shoujo-ai/yuri, dal momento che, più il legame fra una guerriera e il suo partner è forte, più le abilità della guerriera e l'efficienza dell'Iczer Robot (ma non è l'unico così come non è l'unica Iczer One, dal momento che entrerà in scena la sinistra Iczer Two) si riveleranno efficaci, come si vedrà maggiormente nell'ultima puntata (nota: le prime due durano sulla mezz'ora, mentre l'ultima un'ora), e ciò si ripercuoterà sullo strano legame che si instaurerà tra Iczer One e Nagisa, ma, se pensate che ci sarà romanticismo, tranne quello drammatico che coinvolgerà le due amanti Seppia e Cobalto, bè, mi dispiace.
Nonostante la brevità della storia, le cui sequenze horror mi hanno fatto accapponare la pelle, la trama regge, specialmente nell'ultima puntata, dove incredibili colpi di scena verranno messi alla luce e ciò coinvolgerà il finale, che riesce a farsi accettare, seppur con un piccolo rammarico.
Anche gli scontri tra i mecha fanno la loro figura, complice una buona regia tecnica unita al mecha design molto curato.
E, dal momento che parliamo di una serie OAV, è indubbio dire che la qualità sia eccellente, complice una OST molto ispirata.
Non ho altro d'aggiungere. Ciao.
Indubbiamente "Iczer One" ha fatto scuola. Concepito interamente da Toshiki Hirano, animatore e character designer di grande rilievo negli anni '80 ("Megazone 23", "Dangaioh"), questa miniserie di tre OAV, assieme al contemporaneo "Megazone 23", segue perfettamente la moda lanciata da "Macross" aggiornandola per l'home video. In Giappone, dal 1985 in poi, venivano sfornati molti OAV di questo tipo, prodotti destinati ad un gruppo ristretto di otaku interessati esclusivamente ad aspetti tecnici quali design, animazioni, musiche, cliché fantascientifici fini a sé stessi e non necessariamente legati ad una struttura narrativa coerente. Dopo il successo del film di "Macross: Do You Remember Love?" del 1984, gli otaku creatori e consumatori di anime vennero dirottati nel mercato OAV, e soltanto con l'arrivo di "Evangelion", serie la quale chiuderà il percorso di "canonizzazione" del fenomeno otaku indotto da "Macross" e dal qui presente "Iczer One", gli otaku potranno godere di una fascia serale adibita esclusivamente a loro uso e consumo.
La prima cosa che si osserva guardando "Iczer One", oltre alla sua notevole perizia tecnica, è l'ottimo design, spigoloso come quello degli anni novanta e allo stesso tempo dettagliato come quello degli anni ottanta. I mecha sono robot organici, con tanto di interiora che schizzano copiosamente fuori dalla corazza quando vengono distrutti, e sono dotati di un "entry plug" pieno di liquido amniotico in cui il pilota (o meglio le pilote, possibilmente nude) può respirare. Indubbiamente "Evangelion" cita molto "Iczer One", sopratutto nel design delle unità Eva e del quartiere generale della Nerv (la piramidona nera); nelle numerose scene in cui Rei Ayanami se ne sta "sottaceto" nella capsula di vetro cilindrica del cosiddetto "Dummy System"; addirittura nel design degli ambienti urbani. Questo fatto mette in evidenza come Hideaki Anno con la sua opera intendesse rivolgersi principalmente agli otaku di seconda generazione, che consumavano OAV di questo tipo.
Con molta disinvoltura "Iczer One" mescola horror, splatter, mecha, superpoteri, dark sci-fi, ecchi; tuttavia queste commistioni funzionano solamente trascurando la trama, il vero grande punto debole dell'opera. Punto debole che viene indubbiamente compensato da possenti musiche dal fascino epico, scene d'azione perfette, coleografie stupefacenti, ambientazioni cupe e angosciose, con tanto di abominevoli mostri tentacolari e raccapriccianti orrori da incubo. L'opera è molto carismatica nel suo volersi destreggiare tra combattimenti robotici d'alto livello, supercomputers senzienti e piccoli drammi familiari - come direbbe il titolo di un brano della OST, "My sister - My enemy" -. Inoltre, il dolce ed elegante tratto di Toshiki Hirano fornisce ai personaggi un grande fascino senza tempo.
Una nota di merito va al finale, molto bello e nella perfetta tradizione "reset the world" che andrà molto di moda negli anni novanta; non a caso mi ha ricordato moltissimo quello di "serial experiments lain", uno dei capisaldi cyberpunk del decennio successivo. Evidentemente Hideaki Anno e Chiaki J.Konaka avevano aprezzato molto "Iczer One", studiandolo scena per scena.
Insomma, "Iczer One" non è soltanto uno dei migliori OAV per otaku degli anni ottanta, è anche un'opera che è stata in grado di influenzare parecchie produzioni successive, guadagnandosi un posto di tutto rispetto nella storia dell'animazione giapponese.
La prima cosa che si osserva guardando "Iczer One", oltre alla sua notevole perizia tecnica, è l'ottimo design, spigoloso come quello degli anni novanta e allo stesso tempo dettagliato come quello degli anni ottanta. I mecha sono robot organici, con tanto di interiora che schizzano copiosamente fuori dalla corazza quando vengono distrutti, e sono dotati di un "entry plug" pieno di liquido amniotico in cui il pilota (o meglio le pilote, possibilmente nude) può respirare. Indubbiamente "Evangelion" cita molto "Iczer One", sopratutto nel design delle unità Eva e del quartiere generale della Nerv (la piramidona nera); nelle numerose scene in cui Rei Ayanami se ne sta "sottaceto" nella capsula di vetro cilindrica del cosiddetto "Dummy System"; addirittura nel design degli ambienti urbani. Questo fatto mette in evidenza come Hideaki Anno con la sua opera intendesse rivolgersi principalmente agli otaku di seconda generazione, che consumavano OAV di questo tipo.
Con molta disinvoltura "Iczer One" mescola horror, splatter, mecha, superpoteri, dark sci-fi, ecchi; tuttavia queste commistioni funzionano solamente trascurando la trama, il vero grande punto debole dell'opera. Punto debole che viene indubbiamente compensato da possenti musiche dal fascino epico, scene d'azione perfette, coleografie stupefacenti, ambientazioni cupe e angosciose, con tanto di abominevoli mostri tentacolari e raccapriccianti orrori da incubo. L'opera è molto carismatica nel suo volersi destreggiare tra combattimenti robotici d'alto livello, supercomputers senzienti e piccoli drammi familiari - come direbbe il titolo di un brano della OST, "My sister - My enemy" -. Inoltre, il dolce ed elegante tratto di Toshiki Hirano fornisce ai personaggi un grande fascino senza tempo.
Una nota di merito va al finale, molto bello e nella perfetta tradizione "reset the world" che andrà molto di moda negli anni novanta; non a caso mi ha ricordato moltissimo quello di "serial experiments lain", uno dei capisaldi cyberpunk del decennio successivo. Evidentemente Hideaki Anno e Chiaki J.Konaka avevano aprezzato molto "Iczer One", studiandolo scena per scena.
Insomma, "Iczer One" non è soltanto uno dei migliori OAV per otaku degli anni ottanta, è anche un'opera che è stata in grado di influenzare parecchie produzioni successive, guadagnandosi un posto di tutto rispetto nella storia dell'animazione giapponese.
Nella seconda metà degli anni ottanta esplose il fenomeno degli OAV, serie animate pensate non per il pubblico infantile della televisione, ma per un pubblico di giovani adulti disposti ad acquistare delle serie in videocassetta. Si trattava della prima generazione di otaku. Le serie OAV non dovevano sottostare ai canoni della censura televisiva, e avevano quindi più libertà nei contenuti presentati, spesso ecchi e in molti casi decisamente pornografici. Per questo motivo mi sono sempre tenuto lontano da questo mercato, reduce da una brutta esperienza negli anni novanta, quando noleggiai quello che pensavo fosse un fantasy e mi trovai invece di fronte a un vero e proprio hentai. Dopo una quindicina d'anni, ho deciso di riprovare con 'Iczer One', che sulla carta mi aspettavo fosse un anime robotico. In realtà lo è, solo che su cento e passa minuti complessivi di animazione gli scontri robotici occupano al massimo 5 minuti, mentre il 95% del video consiste in combattimenti di giovani ragazze contro mostri schifosi e provvisti di lingue bavose e tentacoli falliformi, uno dei primissimi esempi di un genere che avrà grande fortuna negli anni a venire.
Fortunatamente non si tratta di un hentai, ma semplicemente di un ecchi/splatter che al giorno d'oggi non può scandalizzare nessuno. Si tratta comunque di un prodotto interessantissimo dal punto di vista storico e decisamente all'avanguardia per i suoi tempi. In primo luogo per i personaggi, che sono del tutto moe negli atteggiamenti, negli sguardi, nelle espressioni, nell'aspetto fisico, in tutto tranne che nel chara design, che è puramente anni ottanta. La visione di 'Iczer One' mi ha quindi confermato nella mia opinione, che la vera origine del moe sia da ricercare nella pornografia.
'Iczer One' presenta un cast puramente femminile, scene yuri e parecchie scene di nudo, in un'epoca in cui tutto ciò era innovativo. Presenta inoltre dei robot semi-organici, molto simili alle unità EVA di 'Evangelion', ma ideati con dieci anni di anticipo. Inoltre l'Iczer Robo è guidato due piloti donna (come in 'Gunbuster') di cui una completamente nuda e immersa in un liquido amniotico - vi ricorda qualcosa?
'Iczer One' presenta molte delle caratteristiche degli anime di oggi, specialmente per quanto riguarda fanservice, micro gonne e mutandine bianche, per non parlare delle ragazzine combattenti, ma lo fa con ventisette anni di anticipo. Se dal punto di vista di storia e personaggi di tratta di un anime nullo, a meno che non amiate i combattimenti contro mostri schifosi intervallati da scene ecchi, va invece lodata la qualità del chara design, dei colori e delle animazioni, assolutamente di prima classe.
La qualità dello staff è indiscutibile: il regista è Toshiki Hirano, autore di molti OAV dell'epoca e più tardi regista di anime famosi come 'Magic Knight Rayearth', 'Vampire Princess Miyu', 'Devil Lady', 'Angel Heart' e altri. Le musiche sono di Michiaki Watanabe, il più famoso compositore del genere robotico da 'Mazinga Z' in poi. Il mecha design è di Masami Oobari, un noto professionista famoso soprattutto per 'Dancougar'. Personalmente, da fan dei film di Kaiju, ho molto apprezzato le citazioni ironiche al Gotengo e al markalite, arma apparsa per la prima volta nel film del 1957 I misteriani e vista innumerevoli volte nei film di Godzilla. Il mio voto finale è basso solo perché non sono fan dell'ecchi/splatter, ma si tratta sicuramente un OAV di grande valore storico, che ha goduto di grande successo, un seguito e un remake, e che sicuramente ha ispirato molti registi, non tanto per la trama (insulsa) ma per il chara, le immagini, gli effetti speciali e i giochi di colore.
Fortunatamente non si tratta di un hentai, ma semplicemente di un ecchi/splatter che al giorno d'oggi non può scandalizzare nessuno. Si tratta comunque di un prodotto interessantissimo dal punto di vista storico e decisamente all'avanguardia per i suoi tempi. In primo luogo per i personaggi, che sono del tutto moe negli atteggiamenti, negli sguardi, nelle espressioni, nell'aspetto fisico, in tutto tranne che nel chara design, che è puramente anni ottanta. La visione di 'Iczer One' mi ha quindi confermato nella mia opinione, che la vera origine del moe sia da ricercare nella pornografia.
'Iczer One' presenta un cast puramente femminile, scene yuri e parecchie scene di nudo, in un'epoca in cui tutto ciò era innovativo. Presenta inoltre dei robot semi-organici, molto simili alle unità EVA di 'Evangelion', ma ideati con dieci anni di anticipo. Inoltre l'Iczer Robo è guidato due piloti donna (come in 'Gunbuster') di cui una completamente nuda e immersa in un liquido amniotico - vi ricorda qualcosa?
'Iczer One' presenta molte delle caratteristiche degli anime di oggi, specialmente per quanto riguarda fanservice, micro gonne e mutandine bianche, per non parlare delle ragazzine combattenti, ma lo fa con ventisette anni di anticipo. Se dal punto di vista di storia e personaggi di tratta di un anime nullo, a meno che non amiate i combattimenti contro mostri schifosi intervallati da scene ecchi, va invece lodata la qualità del chara design, dei colori e delle animazioni, assolutamente di prima classe.
La qualità dello staff è indiscutibile: il regista è Toshiki Hirano, autore di molti OAV dell'epoca e più tardi regista di anime famosi come 'Magic Knight Rayearth', 'Vampire Princess Miyu', 'Devil Lady', 'Angel Heart' e altri. Le musiche sono di Michiaki Watanabe, il più famoso compositore del genere robotico da 'Mazinga Z' in poi. Il mecha design è di Masami Oobari, un noto professionista famoso soprattutto per 'Dancougar'. Personalmente, da fan dei film di Kaiju, ho molto apprezzato le citazioni ironiche al Gotengo e al markalite, arma apparsa per la prima volta nel film del 1957 I misteriani e vista innumerevoli volte nei film di Godzilla. Il mio voto finale è basso solo perché non sono fan dell'ecchi/splatter, ma si tratta sicuramente un OAV di grande valore storico, che ha goduto di grande successo, un seguito e un remake, e che sicuramente ha ispirato molti registi, non tanto per la trama (insulsa) ma per il chara, le immagini, gli effetti speciali e i giochi di colore.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Iczer One è un pazzesco miscuglio di horror, azione, mecha, poteri psichici, alieni, splatter, qualche scena di nudo e non so che altro.
E il bello a mio avviso è che il tutto in generale funziona. Ci sono la giusta emotività e il giusto coinvolgimento.
La grafica a mio avviso è bella e il disegno, anche se un po' tendente al "lolloso", è buono. Certo, il combattimento finale con Izcer two poteva durare un po' di più.
Iczer One è consigliato soprattutto ai patiti del genere (o più correttamente dei generi) e ai curiosi che vogliono vedere cosa proponeva l'emergente mercato degli OAV. Do 7,5.
Successivamente sono stati prodotti un mediocre, a mio avviso sequel, "Bouken! Iczer 3", con protagonista una brutta copia "lollosa" di Izcer 1, e un remake, "Izcelion", dove a prima vista siamo più dalle parti di "Sailor moon" e di "Rayaerth".
Quest'ultimo è stato editato da noi dalla Dynamic e curiosamente, per la casa, doppiato a Milano.
Iczer One è un pazzesco miscuglio di horror, azione, mecha, poteri psichici, alieni, splatter, qualche scena di nudo e non so che altro.
E il bello a mio avviso è che il tutto in generale funziona. Ci sono la giusta emotività e il giusto coinvolgimento.
La grafica a mio avviso è bella e il disegno, anche se un po' tendente al "lolloso", è buono. Certo, il combattimento finale con Izcer two poteva durare un po' di più.
Iczer One è consigliato soprattutto ai patiti del genere (o più correttamente dei generi) e ai curiosi che vogliono vedere cosa proponeva l'emergente mercato degli OAV. Do 7,5.
Successivamente sono stati prodotti un mediocre, a mio avviso sequel, "Bouken! Iczer 3", con protagonista una brutta copia "lollosa" di Izcer 1, e un remake, "Izcelion", dove a prima vista siamo più dalle parti di "Sailor moon" e di "Rayaerth".
Quest'ultimo è stato editato da noi dalla Dynamic e curiosamente, per la casa, doppiato a Milano.
La trama in breve parla di alieni che gradualmente stanno sostituendo i terrestri nel nsotro pianeta per sopravvivere ad un disastro che è capitato al loro pianeta, sterminando così migliaia di persone innocenti, tra cui rimane orfana la protagonista che si vendica guidando un robot potentissimo dalla tecnologia proveniente da un pianeta confinante con gli alieni e da sempre in lotta coi medesimi, quindi un'unione di forze atta a sconfiggere lo stesso nemico, altrimenti l'automa da solo non sfrutterebbe nemmeno un decimo delle sue possibilità e sarebbe inutile contro gli invasori per restituire la pace così drammaticamente recisa.
La serie ricorda moltissimo per gli alieni la serie di telefilm dei Visitors, visto che quando gli alieni si impossessano degli umani hanno una bruttura quasi eguale, e fa ribrezzo quasi se non di più di quella in paragone.
La serie mostra dei lati molto sensuali, per quanto riguarda i disegni femminili, molto ben realizzati, laddove la donna viene esaltata in tutta la sua bellezza e femminilità, laddove ce ne vengono illustrati sempre le sensazioni, le debolezze, e un senso di rivalsa verso un destino così avverso.
Purtroppo il più delle volte la donna ci viene sempre rappresentata come l'anello debole all'interno di anime così "spinti" oppure così indubbiamente "maschilisti" come è nel caso dei mecha, dove solitamente svolge un ruolo da comprimaria oppure da protagonista se è innamorato del salvatore della patria.
Qui invece le cose vengono stravolte di molto, la donna è protagonista e antagonista di se stessa, in una continua lotta contro il suo destino, da lei certamente non voluto, in cui è consapevole che la sua forza della disperazione, di reagire nei confronti di una società così cruenta e terribile come quella che si vede tra gli invasori, possa regalare quella speranza che non le è stata concessa fin dalla tenera età, una speranza fatta di pace ed amicizia.
Ed è un vero peccato che l'opera non sia presente in italiano, io azzarderei l'ipotesi che un pubblico femminile vedrebbe di buon grado un'opera simile, perchè ne verrebbero esaltate le qualità di una donna sempre combattiva, che supera anche le volgarità dettate da un corpo qui mostrato il più delle volte come un oggetto, risultante di una barbarie irrefrenabile laddove attraverso l'allegoria degli alieni presente in questa storia, ci fa capire quanta insofferenza c'è ancor oggi nella realtà negli uomini nel loro modo di comportarsi e di relazionarsi col sesso femminile, ritenuto da alcuni mostri (certo non uomini) solo carne da macello per sfogare i propri istinti, ed invece non deve essere così, difatti l'autore ci mostra una donna diversa dal solito, una donna che sa amare, ha coraggio e affronta tutto e tutti meglio di un uomo, senza mai rinunciare alla propria femminilità, nascosta in un tenero cuore, che nonostante le disgrazie maturate nel suo destino, riesce comunque a cambiarlo e a prevalere, per la salvezza di molte che non suiranno più la stessa sua sorte, ed è un messaggio che possiamo scorgere anche in un altro importante anime che tutti conosciamo: Lady Oscar.
Molte scene di nudo e altre abbastanza cruente sono da sconsigliare ai ragazzini, quindi consiglio la visione dell'opera ad un pubblico adulto, inoltre come già detto, bisogna tenere anche conto che non è disponibile la versione in lingua italiana.
La serie ricorda moltissimo per gli alieni la serie di telefilm dei Visitors, visto che quando gli alieni si impossessano degli umani hanno una bruttura quasi eguale, e fa ribrezzo quasi se non di più di quella in paragone.
La serie mostra dei lati molto sensuali, per quanto riguarda i disegni femminili, molto ben realizzati, laddove la donna viene esaltata in tutta la sua bellezza e femminilità, laddove ce ne vengono illustrati sempre le sensazioni, le debolezze, e un senso di rivalsa verso un destino così avverso.
Purtroppo il più delle volte la donna ci viene sempre rappresentata come l'anello debole all'interno di anime così "spinti" oppure così indubbiamente "maschilisti" come è nel caso dei mecha, dove solitamente svolge un ruolo da comprimaria oppure da protagonista se è innamorato del salvatore della patria.
Qui invece le cose vengono stravolte di molto, la donna è protagonista e antagonista di se stessa, in una continua lotta contro il suo destino, da lei certamente non voluto, in cui è consapevole che la sua forza della disperazione, di reagire nei confronti di una società così cruenta e terribile come quella che si vede tra gli invasori, possa regalare quella speranza che non le è stata concessa fin dalla tenera età, una speranza fatta di pace ed amicizia.
Ed è un vero peccato che l'opera non sia presente in italiano, io azzarderei l'ipotesi che un pubblico femminile vedrebbe di buon grado un'opera simile, perchè ne verrebbero esaltate le qualità di una donna sempre combattiva, che supera anche le volgarità dettate da un corpo qui mostrato il più delle volte come un oggetto, risultante di una barbarie irrefrenabile laddove attraverso l'allegoria degli alieni presente in questa storia, ci fa capire quanta insofferenza c'è ancor oggi nella realtà negli uomini nel loro modo di comportarsi e di relazionarsi col sesso femminile, ritenuto da alcuni mostri (certo non uomini) solo carne da macello per sfogare i propri istinti, ed invece non deve essere così, difatti l'autore ci mostra una donna diversa dal solito, una donna che sa amare, ha coraggio e affronta tutto e tutti meglio di un uomo, senza mai rinunciare alla propria femminilità, nascosta in un tenero cuore, che nonostante le disgrazie maturate nel suo destino, riesce comunque a cambiarlo e a prevalere, per la salvezza di molte che non suiranno più la stessa sua sorte, ed è un messaggio che possiamo scorgere anche in un altro importante anime che tutti conosciamo: Lady Oscar.
Molte scene di nudo e altre abbastanza cruente sono da sconsigliare ai ragazzini, quindi consiglio la visione dell'opera ad un pubblico adulto, inoltre come già detto, bisogna tenere anche conto che non è disponibile la versione in lingua italiana.
Purtroppo non ho potuto capire la trama del cartone perchè senza sottotitoli e in lingua madre.
Comunque ho dato un'occhiata alla grafica e alle musiche.
I disegni non sono male, ma mi sembra quasi di rivedere vecchi mecha per quanto riguarda lo stile, infatti l'anime appartiene proprio a quel genere.
All'inizio ci sono 2 donne che si baciano e sono nude, quindi è un ecchi vero e proprio.
Le musiche sono le classiche che si possono trovare in molti altri cartoni.
Il mio voto non è da considerare giusto, anche perchè la storia non l'ho capita molto.
Spero che presto possa trovare questa serie almeno sottotitolata in italiano.
Comunque ho dato un'occhiata alla grafica e alle musiche.
I disegni non sono male, ma mi sembra quasi di rivedere vecchi mecha per quanto riguarda lo stile, infatti l'anime appartiene proprio a quel genere.
All'inizio ci sono 2 donne che si baciano e sono nude, quindi è un ecchi vero e proprio.
Le musiche sono le classiche che si possono trovare in molti altri cartoni.
Il mio voto non è da considerare giusto, anche perchè la storia non l'ho capita molto.
Spero che presto possa trovare questa serie almeno sottotitolata in italiano.