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Fede kyuujuusan

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Aki no kanade" è un anime dalla durata di soli 24 minuti del 2015, nato come storia originale.

Posso sicuramente già dire che questo rientra tranquillamente in uno dei corti più belli nella quale io mi sia mai imbattuto, ma è troppo presto per le considerazioni finali, facciamo un passo indietro e andiamo ad analizzarlo.

La trama ci racconta di una ragazza, Aki Miyagawa, appassionata da sempre di taiko (tamburi giapponesi), tanto che dopo il diploma lascia il suo paesino natale per trasferirsi a Tokyo al fine di realizzare il proprio sogno, quello di diventare una percussionista professionista; la storia fin dalle prime scene ci presenta Aki a Tokyo, dove è riuscita a raggiungere il proprio sogno e a farlo diventare realtà.

Il film è sviluppato come un continuo ritorno al passato della nostra protagonista, tramite scene con veri e propri archi narrativi ambientati nel suo vissuto, toccando tutti quei momenti che portarono alla nascita della sua grande passione per le percussioni: da quando li sentì suonare per la prima volta da bambina, fino alla sua partenza per Tokyo.

La storia è incentrata sul ritorno di Aki al suo paesino natale per il ripristino del Festival autunnale dei taiko che, dopo tante battaglie e dopo essere stato sospeso proprio quando la ragazza doveva suonare per la sua prima esibizione, non venne mai più organizzato, lasciando in lei una sensazione di "incompletezza" che ci viene mostrata fin da subito.
Sembra che i tamburi fossero stati dimenticati, così come il Festival, e che anche Aki fu costretta ad abbandonarli per un lungo periodo. La ragazza, però, non avendo dimenticato la sua vera passione, una volta arrivata alle scuole superiori riuscì a ripristinare un vecchio "club dei taiko", ormai dimenticato, e a ottenere anche un ottimo successo coinvolgendo amici e compagni e riuscendo a condividere quella sua grande passione anche con altri, ma il Festival non fu comunque mai più organizzato...

La trama è presto spiegata, molto bella, facilmente seguibile e altrettanto riuscita nel lasciare anche piccoli momenti di riflessione, ma ad apportare ancora più emozioni alla trama stessa è come siano stati in grado in soli 24 minuti di raccontare, anche nel dettaglio, i rapporti con gli amici e con la famiglia, comprese tutte (e dico tutte, non c'è un buco di trama neanche a cercarlo) le sfaccettature della vita passata della ragazza.
Insomma credo che ormai sia chiaro, questo è una anime/corto, riuscito al 100%, sotto ogni punto di vista...

Come non menzionare la forza di volontà, la passione e la tenacia della ragazza che sono veramente fuori discussione e sicuramente fanno di Aki una protagonista eccellente sia come caratterizzazione che come crescita ed evoluzione del personaggio.

In conclusione non posso che consigliare la visione e complimentarmi per il finale che mette la famosa ciliegina sulla torta, dove Aki riuscirà a vedere ripristinato il Festival alla quale era tanto affezionata ed a fare finalmente la tanto sospirata "prima" esibizione.


 1
Eversor

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Il rombo tuonante dei tamburi risuona imperioso per tutta questa puntata speciale di "Aki no Kanade", una storia breve che si sviluppa in maniera dolce, quasi soffusa, tra i ricordi della protagonista. Un episodio che, uscito nel 2015, può essere inserito all'interno del genere slice of life, dove la vita di tutti i giorni trova un ottimo accompagnamento, ovvero la musica.

La protagonista della storia è Aki, una giovane donna che ha inseguito i suoi sogni e alla fine è riuscita a diventare una musicista professionista di tamburi. Però, come spesso succede, i sogni, una volta raggiunti, appaiono ben più sfumati del previsto. Il gruppo in cui suona non riesce a sfondare, e così è costretta a mantenersi con un ulteriore lavoretto part-time.
Qualcosa si è spento il lei, non riesce più a emozionarsi come prima, sebbene l'amore per i tamburi non sia mai appassito veramente. Ma ecco che, una mattina come tante altre, riceve una telefonata dal suo vecchio maestro di musica. Questo la invita a tornare al suo paese natio, così da insegnare a un gruppo di giovani volenterosi che vogliono riportare in vita l'antico festival dei tamburi.
Aki torna in campagna e, rivedendo i luoghi della sua infanzia, si abbandona a interessanti flashback, in cui ci viene spigata la nascita di questo suo amore e le disavventure che ha dovuto affrontare per poterlo realizzare.

La storia è piuttosto interessante, soprattutto per il modo in cui viene narrata. Un bell'intreccio tra presente e passato, e un andamento malinconico e soffuso, completamente opposto alla forza espressiva e al risuonare dei tamburi.
Aki è una bella protagonista, anche se non ha avuto effettivamente il tempo per esprimere appieno il suo vero potenziale. In venticinque minuti riusciamo ad avere uno scorcio di tutta la sua vita, vedendo così la crescita che ha avuto e, soprattutto, la sua evoluzione. Un personaggio, dunque, in continuo mutamento.
Anche gli altri ragazzi presenti nell'anime non sono male: un pochino troppo di contorno, ma, in fin dei conti, non si poteva pretendere poi molto da una storia breve di tal genere. Simpatica, comunque, la figura di Naoto, il ragazzino invaghitosi della piccola Aki e che, per anni, pare aver provato qualcosa per lei. Chissà se questo suo ritorno possa far nascere qualcosa! Noi non lo sapremo mai, e va bene anche così, viso che lo scopo della puntata non è certo quello di mostrarci una storia d'amore.

La grafica è interessante, sebbene in alcuni punti mostri alcune imperfezioni. Stesso discorso per il doppiaggio, un pochino altalenante.
Molto meglio le musiche invece, che risuonano maestose e imponenti grazie all'autorevolezza dei molteplici tamburi. Ho visto anime con pianisti, violinisti, trombettisti e altro, ma i tamburi mi mancavano, ed è stata proprio una bella esperienza.
Il finale è una bella conclusione per questa puntata, anche se, volendo, ci sarebbe ancora molto da dire e raccontare.


Voto finale: 7… meno!


 1
npepataecozz

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
E' risaputo che il Giappone è una nazione fortemente legata alle sue tradizioni; a seguito del rapido sviluppo economico, tecnologico e sociale che ha investito il paese nel secondo dopoguerra, però, molte delle arti tradizionali stanno cadendo in uno stato di progressivo abbandono. Non è questo, ovviamente, un atto di accusa ma un fenomeno fisiologico che interessa molte nazioni: le nuove generazioni, infatti, sono più interessate a ciò che è "nuovo" rispetto a ciò che espressione di un passato più o meno remoto. Non so se questo possa essere considerato come il sintomo del desiderio di crescita di un popolo o come un segno di decadenza culturale: personalmente penso che ostinarsi a tramandare nel tempo certe tradizioni quando ormai hanno perso l'interesse delle masse sia sbagliato; ma allo stesso tempo il loro abbandono totale sia un male in quanto è il nostro passato definisce la nostra identità come popolo e solo guardandoci indietro saremo in grado di capire veramente chi siamo e perché siamo in questo modo.
Tralasciando le mie irrilevanti opinioni personali, ciò che è certo è che per il Giappone l'abbandono di certe espressioni o arti tradizionali è paragonabile ad una catastrofe naturale. Così le iniziative volte a rinnovare l'interesse delle nuove generazioni verso queste arti si moltiplicano; ed in effetti questo Aki no Kanade non è il primo anime di questo tipo che mi capita di vedere.
Oav di una trentina di minuti circa Aki no Kanade è la sintesi perfetta di quanto detto finora: la scena mostra una nazione che continua a crescere, in cui i piccoli paesini crescono a vista d'occhio fino a fondersi con quelli vicini, dando vita ad una nuova città ma perdendo la propria identità e le proprie tradizioni; e tra le cose che si stanno perdendo per strada in questo processo di evoluzione c'è anche la tradizionale orchestra di tamburi (o taiko).
Sin da bambina Miyagawa Aki ha sempre avuto una grandissima passione per i taiko tanto da decidere, una volta cresciuta, di trasferirsi a Tokyo per diventare una percussionista professionista. La ragazza, nel seguire il suo sogno, andrà incontro a tantissime delusioni: su tutte la disapprovazione del padre (che sta a simboleggiare l'orientamento dei genitori a spingere i figli verso professioni più sicure e moderne) e lo scarso ritorno economico (Aki sbarcherà il lunario solo facendo due lavori, e questo è una critica al sistema che non paga adeguatamente chi s'impegna a preservare queste arti). Quando però le verrà chiesto di aiutare il club della scuola del suo paese ad organizzare una nuova manifestazione Aki decide di tornare a casa per dare una mano.
In genere non sono mai troppo generoso verso le opere che personalmente definisco di "propaganda"; ma Aki no Kanade non è un semplice prodotto di promozione di un arte alle nuove generazioni ma è anche una critica al sistema che non riesce a supportare le forme culturali tradizionali nel modo che meriterebbero. Quindi non si tratta del solito anime che descrive "com'è divertente fare una certa cosa" ma un lavoro che mette a nudo il fatto che seguire certe carriere espone i giovani a dei rischi.
Per questo motivo il mio giudizio su questo OAV è buono e, una volta tanto, la mia valutazione di titoli di questo tipo supera la sufficienza.