La carica dei 101
Il classico Disney che ha segnato la mia infanzia, un'opera senza tempo né confini, una quintessenza dell'animazione e dell'avventura.
"La carica dei 101" è questo... mi ha sempre posto di immedesimarmi negli altri e nel vedere il mondo con prospettive diverse e capire i fili sottili che lo governano. "La carica dei 101" è una sorta di avventura Disney pioneristica, perché è un racconto animalista, dove si cerca di far capire agli spettatori (soprattutto più giovani) la delicata questione del rapporto uomo-animale e della questione del lusso ottenuto sulla sofferenza degli altri.
I personaggi sono pienamente immersi in una pittoresca Londra e una altrettanto pittoresca campagna inglese. Dimostrano una spontaneità e un'originalità grandiosa, che unite a semplicità ne fanno dei personaggi grandiosi e sensazionali.
La trama è semplice, ma avvincente, e le musiche che fanno da contorno sono a dir poco bellissime, vivaci ed entusiasmanti. I colori ad acquerello sono ben resi e presentano delle tonalità scure e cupe a dir poco originali e ben distribuite. Le emozioni e gli stati d'animo e mentali sono ben rappresentati e ben distribuiti secondo i personaggi e secondo gli archetipi che essi incarnano e rappresentano, specialmente Crudelia, la quale sembra diventare in un certo senso la colonna portante della trama, con la sua personalità, la quale funge da trascinatrice.
"La carica dei 101" è questo... mi ha sempre posto di immedesimarmi negli altri e nel vedere il mondo con prospettive diverse e capire i fili sottili che lo governano. "La carica dei 101" è una sorta di avventura Disney pioneristica, perché è un racconto animalista, dove si cerca di far capire agli spettatori (soprattutto più giovani) la delicata questione del rapporto uomo-animale e della questione del lusso ottenuto sulla sofferenza degli altri.
I personaggi sono pienamente immersi in una pittoresca Londra e una altrettanto pittoresca campagna inglese. Dimostrano una spontaneità e un'originalità grandiosa, che unite a semplicità ne fanno dei personaggi grandiosi e sensazionali.
La trama è semplice, ma avvincente, e le musiche che fanno da contorno sono a dir poco bellissime, vivaci ed entusiasmanti. I colori ad acquerello sono ben resi e presentano delle tonalità scure e cupe a dir poco originali e ben distribuite. Le emozioni e gli stati d'animo e mentali sono ben rappresentati e ben distribuiti secondo i personaggi e secondo gli archetipi che essi incarnano e rappresentano, specialmente Crudelia, la quale sembra diventare in un certo senso la colonna portante della trama, con la sua personalità, la quale funge da trascinatrice.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
"La carica dei cento e uno" è il diciassettesimo classico Disney, nonché grande successo al botteghino, basato sul romanzo "I cento e una dalmata" di Dodie Smith.
La storia, narrata dal punto di vista dei cani che si credono i proprietari a tutti gli effetti di quelli che in realtà sono i loro padroni umani, narra la storia di Pongo, un allegro dalmata che vive assieme al musicista scapolo Rudy Radcliff. Il giovane cane, stanco di condurre una noiosa vita da scapolo, decide di trovare una compagna per lui e per il suo amico. La fortuna lo assisterà e i due si imbatteranno presto nella giovane Anita e la sua dalmata Peggy. Presto si formeranno quindi le due coppie e Peggy darà alla luce quindici cuccioli. A scuotere l'armonia familiare è l'arrivo di Crudelia De Mon, ex compagna di studi di Anita con una vera e propria ossessione per le pellicce, intenzionata ad acquistare i quindici cagnolini per farsene cappotti maculati. Nonostante la donna celi le sue vere intenzioni, nessuno riesce a fidarsi completamente di Crudelia e, percependo il lei qualcosa di malvagio, Rudy la scaccia informandola che i cani non sono in vendita. Crudelia se ne va in preda alla furia, ma, niente affatto intenzionata a rinunciare alle sue amate pellicce, inizia ad acquistare cuccioli di dalmata in ogni negozio e manda i due fratelli criminali Gaspare e Orazio a rapire i cuccioli di Pongo e Peggy. In barba a Scotland Yard, la donna e i due malviventi si troveranno quindi in possesso di novantanove piccoli dalmata, nascosti nella fatiscente Villa De Mon.
Pongo e Peggy, disperati per la scomparsa dei piccoli e consci che gli umani hanno fatto tutto quanto in loro potere mobilitando la polizia, decidono di chiedere aiuto agli altri cani della zona, ricorrendo al loro famoso "telegrafo del crepuscolo". Approfittando della passeggiata serale, Pongo e Peggy abbaieranno il loro messaggio d'aiuto, scatenando un vero e proprio putiferio in tutta la città di Londra e dintorni, ma riuscendo a far arrivare il loro grido di aiuto fino in periferia, in una piccola stalla dove vive un vecchio cane da pastore, detto il Colonnello e con un probabile passato nell'esercito, con la sua truppa: il Capitano, un cavallo e il Sergente Tibs, un gatto. Saranno proprio loro a trovare i novantanove cuccioli e a trasmettere la notizia a Pongo e Peggy i quali, scappando di casa e raggiungendo Villa De Mon più in fretta possibile, riusciranno ad aggredire i malviventi e a fermarli prima che possano mettere in atto il loro folle piano, ovvero uccidere i cuccioli con una bastonata e scuoiarli. Aiutati da altri animali, ma sempre inseguiti dai criminali e da una Crudelia folle di rabbia, la gang riuscirà finalmente a fare ritorno a casa, con gran gioia di Anita e Rudy.
Il lieto fine è assicurato: Crudelia e i fratelli Badun si metteranno fuori gioco da soli scontrandosi con le loro auto durante la fuga e Rudy, che ha fatto una piccola fortuna con una canzone basata su Crudelia, decide di comprare una casa in campagna per tenere i cuccioli e avviare un allevamento di cani dalmata.
Come sempre, anche questa volta, Disney ci regala un film di animazione di alto livello e con un ricco cast di personaggi.
La trama è scorrevole e divertente, piacevole da seguire e simpatica nel suo coinvolgere lo spettatore, obbligandolo a seguire le vicende dal punto di vista più canino che umano. Mentre ho trovato davvero amabili Rudy e Pongo, devo dire di non aver altrettanto apprezzato le loro compagne. Anita decisamente troppo sofisticata e incapace di scherzare, e Peggy mi risulta fin troppo spesso esasperante e piagnucolosa. Adorabili anche i quindici cuccioli che, grazie a una spiccata personalità, riusciranno a farsi ricordare tutti quanti. Ottimo lavoro anche nel gioco fatto nella distribuzione delle macchie, che regalano ad ogni cane dei tratti unici.
Per quanto riguarda i cattivi, Gaspare e Orazio suggeriscono il solito duo comico alla Stanlio e Ollio, sebbene risultino un po' troppo malvagi, secondo il target disneyano, nel voler uccidere tanti cuccioli senza dar prova di alcun rimorso. Tutto sommato, alcune gag con loro risultano gradevoli.
Una parola a parte va spesa per Crudelia, una delle cattive più famose, amate e conosciute dal pubblico. Con un look veramente unico e una personalità forte e carismatica, nonostante le perfide intenzioni che la animano, risulta davvero difficile da dimenticare. Anche il suo abito principale è davvero molto bello e curato nei dettagli.
Le canzoni invece, che sono un must nei classici di animazione Disney, si avvalgono questa volta di un unico vero brano, ed è "Crudelia De Mon", la canzone che porterà Rudy al successo e che inventa su due piedi durante la prima visita della donna nella loro casa, per manifestare la sua paura e antipatia per la sgradita ospite.
In generale, ho trovato molto bella la complicità e l'amicizia tra i cani e i vari animali, e davvero molto carina l'idea del "telegrafo", nella quale ogni cane di ogni ceto sociale si prodiga a trasmettere il messaggio al cane più vicino, ma che, all'orecchio degli umani, appare solo come un fastidioso abbaiare.
Altra curiosità legata al film d'animazione che mi riporta con la mente a quando ero bambina è stata la grande vendita di cuccioli di dalmata in seguito al grande successo ottenuto dal film, con momentaneo impoverimento della razza e l'abbandono di una grande quantità dei cani, che probabilmente si sono rivelati per gli sprovveduti acquirenti un impegno al di sopra delle loro capacità.
Una vicenda molto triste e assurda, che dovrebbe far riflettere, e che non ha nulla a che vedere con l'amorevole atmosfera che si respira nel lungometraggio.
"La carica dei cento e uno" rimane comunque un grande classico Disney, divertente e riflessivo, con un ottimo cast e in grado di far divertire tutta la famiglia.
Come sempre, consigliatissimo.
"La carica dei cento e uno" è il diciassettesimo classico Disney, nonché grande successo al botteghino, basato sul romanzo "I cento e una dalmata" di Dodie Smith.
La storia, narrata dal punto di vista dei cani che si credono i proprietari a tutti gli effetti di quelli che in realtà sono i loro padroni umani, narra la storia di Pongo, un allegro dalmata che vive assieme al musicista scapolo Rudy Radcliff. Il giovane cane, stanco di condurre una noiosa vita da scapolo, decide di trovare una compagna per lui e per il suo amico. La fortuna lo assisterà e i due si imbatteranno presto nella giovane Anita e la sua dalmata Peggy. Presto si formeranno quindi le due coppie e Peggy darà alla luce quindici cuccioli. A scuotere l'armonia familiare è l'arrivo di Crudelia De Mon, ex compagna di studi di Anita con una vera e propria ossessione per le pellicce, intenzionata ad acquistare i quindici cagnolini per farsene cappotti maculati. Nonostante la donna celi le sue vere intenzioni, nessuno riesce a fidarsi completamente di Crudelia e, percependo il lei qualcosa di malvagio, Rudy la scaccia informandola che i cani non sono in vendita. Crudelia se ne va in preda alla furia, ma, niente affatto intenzionata a rinunciare alle sue amate pellicce, inizia ad acquistare cuccioli di dalmata in ogni negozio e manda i due fratelli criminali Gaspare e Orazio a rapire i cuccioli di Pongo e Peggy. In barba a Scotland Yard, la donna e i due malviventi si troveranno quindi in possesso di novantanove piccoli dalmata, nascosti nella fatiscente Villa De Mon.
Pongo e Peggy, disperati per la scomparsa dei piccoli e consci che gli umani hanno fatto tutto quanto in loro potere mobilitando la polizia, decidono di chiedere aiuto agli altri cani della zona, ricorrendo al loro famoso "telegrafo del crepuscolo". Approfittando della passeggiata serale, Pongo e Peggy abbaieranno il loro messaggio d'aiuto, scatenando un vero e proprio putiferio in tutta la città di Londra e dintorni, ma riuscendo a far arrivare il loro grido di aiuto fino in periferia, in una piccola stalla dove vive un vecchio cane da pastore, detto il Colonnello e con un probabile passato nell'esercito, con la sua truppa: il Capitano, un cavallo e il Sergente Tibs, un gatto. Saranno proprio loro a trovare i novantanove cuccioli e a trasmettere la notizia a Pongo e Peggy i quali, scappando di casa e raggiungendo Villa De Mon più in fretta possibile, riusciranno ad aggredire i malviventi e a fermarli prima che possano mettere in atto il loro folle piano, ovvero uccidere i cuccioli con una bastonata e scuoiarli. Aiutati da altri animali, ma sempre inseguiti dai criminali e da una Crudelia folle di rabbia, la gang riuscirà finalmente a fare ritorno a casa, con gran gioia di Anita e Rudy.
Il lieto fine è assicurato: Crudelia e i fratelli Badun si metteranno fuori gioco da soli scontrandosi con le loro auto durante la fuga e Rudy, che ha fatto una piccola fortuna con una canzone basata su Crudelia, decide di comprare una casa in campagna per tenere i cuccioli e avviare un allevamento di cani dalmata.
Come sempre, anche questa volta, Disney ci regala un film di animazione di alto livello e con un ricco cast di personaggi.
La trama è scorrevole e divertente, piacevole da seguire e simpatica nel suo coinvolgere lo spettatore, obbligandolo a seguire le vicende dal punto di vista più canino che umano. Mentre ho trovato davvero amabili Rudy e Pongo, devo dire di non aver altrettanto apprezzato le loro compagne. Anita decisamente troppo sofisticata e incapace di scherzare, e Peggy mi risulta fin troppo spesso esasperante e piagnucolosa. Adorabili anche i quindici cuccioli che, grazie a una spiccata personalità, riusciranno a farsi ricordare tutti quanti. Ottimo lavoro anche nel gioco fatto nella distribuzione delle macchie, che regalano ad ogni cane dei tratti unici.
Per quanto riguarda i cattivi, Gaspare e Orazio suggeriscono il solito duo comico alla Stanlio e Ollio, sebbene risultino un po' troppo malvagi, secondo il target disneyano, nel voler uccidere tanti cuccioli senza dar prova di alcun rimorso. Tutto sommato, alcune gag con loro risultano gradevoli.
Una parola a parte va spesa per Crudelia, una delle cattive più famose, amate e conosciute dal pubblico. Con un look veramente unico e una personalità forte e carismatica, nonostante le perfide intenzioni che la animano, risulta davvero difficile da dimenticare. Anche il suo abito principale è davvero molto bello e curato nei dettagli.
Le canzoni invece, che sono un must nei classici di animazione Disney, si avvalgono questa volta di un unico vero brano, ed è "Crudelia De Mon", la canzone che porterà Rudy al successo e che inventa su due piedi durante la prima visita della donna nella loro casa, per manifestare la sua paura e antipatia per la sgradita ospite.
In generale, ho trovato molto bella la complicità e l'amicizia tra i cani e i vari animali, e davvero molto carina l'idea del "telegrafo", nella quale ogni cane di ogni ceto sociale si prodiga a trasmettere il messaggio al cane più vicino, ma che, all'orecchio degli umani, appare solo come un fastidioso abbaiare.
Altra curiosità legata al film d'animazione che mi riporta con la mente a quando ero bambina è stata la grande vendita di cuccioli di dalmata in seguito al grande successo ottenuto dal film, con momentaneo impoverimento della razza e l'abbandono di una grande quantità dei cani, che probabilmente si sono rivelati per gli sprovveduti acquirenti un impegno al di sopra delle loro capacità.
Una vicenda molto triste e assurda, che dovrebbe far riflettere, e che non ha nulla a che vedere con l'amorevole atmosfera che si respira nel lungometraggio.
"La carica dei cento e uno" rimane comunque un grande classico Disney, divertente e riflessivo, con un ottimo cast e in grado di far divertire tutta la famiglia.
Come sempre, consigliatissimo.