Monster Musume no Iru Nichijou
"Monster Musume no Iru Nichijou" è un anime dell'estate del 2015 ed è composto da dodici episodi più due OAV più sessanta mini-episodi, se così vogliamo chiamarli, incentrati sulla quotidianità delle nostre protagoniste.
"Monster Musume no Iru Nichijou" ci racconta di come in un futuro prossimo (non specificando bene quando) la Terra scoprirà l'esistenza di creature che fino ad allora si credevano esistere sono nella mitologia e di come il mondo si sia organizzato per attuare un programma di integrazione (tre anni dopo la scoperta) con loro, facendole (sì, naturalmente uso il femminile plurale perché sono tutte donne) ospitare a casa dei cittadini al fine di un'integrazione con usanze e stile di vita.
Allora, questa è la trama generale; ora passiamo alla nostra fattispecie: Il protagonista Kimihito Kurusu (sentirete il suo nome raramente, poiché i "Darling", "Padroncino", "Tesoro"... vari ed eventuali si sprecheranno) accoglie nella sua abitazione (causa un errore di "collocazione") una Lamia, Miia (metà donna e metà serpente), e fin da subito Miia se ne innamora (la legge vieta "interazioni" amorose fra umani e non, ma questo aspetto non è di troppo interesse neanche nella trama stessa...). Le giornate e gli episodi continuano tra situazioni di vita quotidiana e circostanze al limite del possibile, seppur divertenti, ma andiamo avanti... Ogni giorno per i più svariati motivi e situazioni si aggiunge una nuova specie (e naturalmente una nuova ragazza) alla casa del nostro protagonista, e alla fine dei vari traslochi il nostro bed and breakfast comprenderà: Miia, Papi (un'arpia), Cerea (una centaura), Sū (composta da una sostanza simile a uno slime capace di cambiare forma - occhio a non farle mancare l'acqua!), Rachnea (metà donna e metà ragno) e per finire Mero (una sirena). L'elemento harem è stato soddisfatto, penserete voi... No! Perché gli episodi tra personaggi secondari e "comparse" sono pieni di creature metà donne e metà qualche altra cosa (piante, cani e chi più ne ha più ne metta), passando per orchi, ciclopi e addirittura zombie; l'unica che si salva è la responsabile dello scambio, Smith-San.
Nell'opera non mancano anche gli spunti per "calcare" la situazione della diversità presente nella società e cercare di far trasparire come non ci si debba soffermare alle apparenze, e che dietro alla facciata esteriore si è tutti, anche se con code, ali o zampe, uguali.
L'anime è il più classico del genere, forse anche un po' più "generoso" con l'aggiunta dell'elemento fantasy, niente di più e niente di meno, la "situazione" alquanto "strana" per certi vezzi è quella che si trovano davanti tutti i suoi colleghi più "normali", con la differenza che l'elemento fantasy gioca un ruolo fondamentale per far rimanere bene impresso quello che si sta guardando e non identificarlo come "uno dei tanti".
L'opera, per quanto si basi su una trama avviata per essere ben sviluppata e addirittura indirizzata a lanciare messaggi sociali, che mai fin dal primo episodio mi sarei immaginato, basa il proprio punto forte, naturalmente, su tutt'altre caratteristiche molto "altruiste" (oggi le virgolette si sprecano) e "ondeggianti", non certo sulla storia... Ma questo lo approfondiremo dopo, poiché, nonostante ci sia una trama abbastanza forte e interessante, forse non è stata sfruttata al meglio.
Insomma, gli episodi e le giornate vanno a finire come un miscuglio tra scene, forse quel "ciccinino" troppo forzate, per avvalorare l'elemento prorompente della serie e un buon slice of life incentrato sulla vita quotidiana, passando per le faccende domestiche alla preparazione della cena e così via.
Oltre al manga, naturalmente, sono presenti anche una serie di sessanta corti (della durata di una trentina di minuti totali), dove vengono fatti vedere degli esempi delle giornate delle nostre protagoniste principali, molto più "tranquilli" della serie principale e molto divertenti, un punto in più.
Come promesso, voglio riprendere un attimo il discorso della trama.
L'idea non la trovo affatto malvagia, anzi, l'input di "mischiare" due mondi (anche senza l'elemento ecchi) avrebbe avuto sicuramente un riscontro positivo, soprattutto se (ecco il punto cui voglio arrivare) la trama fosse stata articolata ed evoluta cercando di crederci di più e non lasciando tutto il lavoro ai soli canoni di genere, che ci devono essere, se no parliamo di un'altra opera, ma la trama forse poteva dare di più, soprattutto se fosse stata creata intorno a quello che pensavano e vivevano quelle che poi sono le vere protagoniste dell'opera, avviata un po' all'inizio ma mai approfondita troppo.
L'opera è composta da varie scene incentrate su quelle situazioni divertenti e surreali che strappano sempre un sorriso, che sia una commedia, un harem, uno shonen o qualsiasi altro genere, insomma quelle sono delle vere e proprie scene jolly che vanno bene ovunque.
Siamo in dirittura d'arrivo...
Opening ed ending sono belle, l'opening classica è molto ritmata, apprezzabile fin da subito, l'ending stranamente rock e confusionaria a un primo ascolto risulta essere una degna sigla di chiusura prima delle anticipazioni finali.
Molto interessante è stata l'illustrazione della specie introdotta nell'episodio appena concluso, alla fine, tramite una scheda con le varie caratteristiche: da quelle fisiche a quelle comportamentali, e soprattutto alla specificazione nel distinguere le sottocategorie di quella determinata razza, neanche fosse un documentario. Bell'idea, un punto in più anche qui!
Per concludere, è un harem-ecchi fedele al genere con in aggiunta quella componente fantasy che non si vede spesso e che, abbinata ai primi due e corredata da una trama che sorprendentemente cerca di dare addirittura un "significato" più profondo all'opera, beh, direi ottimo! Opening ed ending si ricordano facilmente, le protagoniste lasciano il segno chi per una caratteristica chi per l'altra, e dubito che a distanza di tempo dopo la visione, rivedendole per caso, chiunque non le saprebbe riconoscere o ricordare la specie di appartenenza, quindi, per finire (stavolta per davvero), è un anime come tanti altri ma che riesce a distinguersi, sicuramente, dai suoi colleghi con molta facilità.
Anime interessante per visionare una cosa, senza dubbio, diversa.
"Monster Musume no Iru Nichijou" ci racconta di come in un futuro prossimo (non specificando bene quando) la Terra scoprirà l'esistenza di creature che fino ad allora si credevano esistere sono nella mitologia e di come il mondo si sia organizzato per attuare un programma di integrazione (tre anni dopo la scoperta) con loro, facendole (sì, naturalmente uso il femminile plurale perché sono tutte donne) ospitare a casa dei cittadini al fine di un'integrazione con usanze e stile di vita.
Allora, questa è la trama generale; ora passiamo alla nostra fattispecie: Il protagonista Kimihito Kurusu (sentirete il suo nome raramente, poiché i "Darling", "Padroncino", "Tesoro"... vari ed eventuali si sprecheranno) accoglie nella sua abitazione (causa un errore di "collocazione") una Lamia, Miia (metà donna e metà serpente), e fin da subito Miia se ne innamora (la legge vieta "interazioni" amorose fra umani e non, ma questo aspetto non è di troppo interesse neanche nella trama stessa...). Le giornate e gli episodi continuano tra situazioni di vita quotidiana e circostanze al limite del possibile, seppur divertenti, ma andiamo avanti... Ogni giorno per i più svariati motivi e situazioni si aggiunge una nuova specie (e naturalmente una nuova ragazza) alla casa del nostro protagonista, e alla fine dei vari traslochi il nostro bed and breakfast comprenderà: Miia, Papi (un'arpia), Cerea (una centaura), Sū (composta da una sostanza simile a uno slime capace di cambiare forma - occhio a non farle mancare l'acqua!), Rachnea (metà donna e metà ragno) e per finire Mero (una sirena). L'elemento harem è stato soddisfatto, penserete voi... No! Perché gli episodi tra personaggi secondari e "comparse" sono pieni di creature metà donne e metà qualche altra cosa (piante, cani e chi più ne ha più ne metta), passando per orchi, ciclopi e addirittura zombie; l'unica che si salva è la responsabile dello scambio, Smith-San.
Nell'opera non mancano anche gli spunti per "calcare" la situazione della diversità presente nella società e cercare di far trasparire come non ci si debba soffermare alle apparenze, e che dietro alla facciata esteriore si è tutti, anche se con code, ali o zampe, uguali.
L'anime è il più classico del genere, forse anche un po' più "generoso" con l'aggiunta dell'elemento fantasy, niente di più e niente di meno, la "situazione" alquanto "strana" per certi vezzi è quella che si trovano davanti tutti i suoi colleghi più "normali", con la differenza che l'elemento fantasy gioca un ruolo fondamentale per far rimanere bene impresso quello che si sta guardando e non identificarlo come "uno dei tanti".
L'opera, per quanto si basi su una trama avviata per essere ben sviluppata e addirittura indirizzata a lanciare messaggi sociali, che mai fin dal primo episodio mi sarei immaginato, basa il proprio punto forte, naturalmente, su tutt'altre caratteristiche molto "altruiste" (oggi le virgolette si sprecano) e "ondeggianti", non certo sulla storia... Ma questo lo approfondiremo dopo, poiché, nonostante ci sia una trama abbastanza forte e interessante, forse non è stata sfruttata al meglio.
Insomma, gli episodi e le giornate vanno a finire come un miscuglio tra scene, forse quel "ciccinino" troppo forzate, per avvalorare l'elemento prorompente della serie e un buon slice of life incentrato sulla vita quotidiana, passando per le faccende domestiche alla preparazione della cena e così via.
Oltre al manga, naturalmente, sono presenti anche una serie di sessanta corti (della durata di una trentina di minuti totali), dove vengono fatti vedere degli esempi delle giornate delle nostre protagoniste principali, molto più "tranquilli" della serie principale e molto divertenti, un punto in più.
Come promesso, voglio riprendere un attimo il discorso della trama.
L'idea non la trovo affatto malvagia, anzi, l'input di "mischiare" due mondi (anche senza l'elemento ecchi) avrebbe avuto sicuramente un riscontro positivo, soprattutto se (ecco il punto cui voglio arrivare) la trama fosse stata articolata ed evoluta cercando di crederci di più e non lasciando tutto il lavoro ai soli canoni di genere, che ci devono essere, se no parliamo di un'altra opera, ma la trama forse poteva dare di più, soprattutto se fosse stata creata intorno a quello che pensavano e vivevano quelle che poi sono le vere protagoniste dell'opera, avviata un po' all'inizio ma mai approfondita troppo.
L'opera è composta da varie scene incentrate su quelle situazioni divertenti e surreali che strappano sempre un sorriso, che sia una commedia, un harem, uno shonen o qualsiasi altro genere, insomma quelle sono delle vere e proprie scene jolly che vanno bene ovunque.
Siamo in dirittura d'arrivo...
Opening ed ending sono belle, l'opening classica è molto ritmata, apprezzabile fin da subito, l'ending stranamente rock e confusionaria a un primo ascolto risulta essere una degna sigla di chiusura prima delle anticipazioni finali.
Molto interessante è stata l'illustrazione della specie introdotta nell'episodio appena concluso, alla fine, tramite una scheda con le varie caratteristiche: da quelle fisiche a quelle comportamentali, e soprattutto alla specificazione nel distinguere le sottocategorie di quella determinata razza, neanche fosse un documentario. Bell'idea, un punto in più anche qui!
Per concludere, è un harem-ecchi fedele al genere con in aggiunta quella componente fantasy che non si vede spesso e che, abbinata ai primi due e corredata da una trama che sorprendentemente cerca di dare addirittura un "significato" più profondo all'opera, beh, direi ottimo! Opening ed ending si ricordano facilmente, le protagoniste lasciano il segno chi per una caratteristica chi per l'altra, e dubito che a distanza di tempo dopo la visione, rivedendole per caso, chiunque non le saprebbe riconoscere o ricordare la specie di appartenenza, quindi, per finire (stavolta per davvero), è un anime come tanti altri ma che riesce a distinguersi, sicuramente, dai suoi colleghi con molta facilità.
Anime interessante per visionare una cosa, senza dubbio, diversa.
È un anime completamente privo di contenuti, non posso non trovarmi d'accordo con chi sostiene che quest'opera sia solamente una volgarità dopo l'altra, perché di fatto è l'unica cosa concreta che realmente accade e che viene effettivamente proposta. Davvero il nulla più assoluto, il vuoto, a partire dalla storia fino ad arrivare ai personaggi, che questa volta non si limita a qualche gag, bensì all'intera opera; che poi questo tipo di prodotto possa piacere non lo metto in discussione, ma sinceramente farlo passare per un anime di valore proprio non riesco a capirlo.
Oltre a dire ciò, posso aggiungere anche che ho trovato tutto estremamente noioso, banale e squallido allo stesso tempo: se l'intento principale era quello di divertire e far ridere, beh, personalmente posso dire che hanno fallito in pieno, punto, non mi voglio dilungare oltre.
In breve, se non si fosse capito, è un'opera che ovviamente considero davvero pessima.
Voto finale: 3
Oltre a dire ciò, posso aggiungere anche che ho trovato tutto estremamente noioso, banale e squallido allo stesso tempo: se l'intento principale era quello di divertire e far ridere, beh, personalmente posso dire che hanno fallito in pieno, punto, non mi voglio dilungare oltre.
In breve, se non si fosse capito, è un'opera che ovviamente considero davvero pessima.
Voto finale: 3
Questa è stata la prima serie che io abbia mai visto con personaggi così mostruosi.
È abbastanza demenziale e con contenuti abbastanza spinti, sin dalla prima scena, che non vi ‘spoilero’. I personaggi sono abbastanza caratterizzati e abbastanza stereotipati, ma non troppo, probabilmente non tra i più complessi, ma nemmeno esattamente banali e patetici. Diciamo che hanno caratteri decisamente forti, di cui il nostro protagonista è abbastanza succube e a causa dei quali si ritrova sempre dei guai. Ogni episodio arriva una nuova ospite, ogni volta diversa. Fatto sta che, per quanto ci siano scene tipiche del genere ecchi, io ho ritrovato anche un messaggio abbastanza forte sull’accettazione di sé stessi, del proprio corpo, e sulla discriminazione razziale, argomento molto attuale. Abbastanza originale combinare il fatto che siano discriminate per il loro strano aspetto, tanto da non sentirsi bene con il proprio fisico, ed emarginarsi, finché non arriva Kimihito a far cambiare loro idea e del quale si innamorano.
Probabilmente un po’ tutti dovremmo prendere esempio dal suo modo di accettare chiunque, a dispetto del suo fisico, dato il proliferare dei giudizi di ragazzi sul fisico delle ragazze, dimostrandosi molto più banali di questo stesso anime, perché incapaci di osservare anche la personalità. Insomma, se volete una serie profonda ma non troppo, questa fa per voi.
È abbastanza demenziale e con contenuti abbastanza spinti, sin dalla prima scena, che non vi ‘spoilero’. I personaggi sono abbastanza caratterizzati e abbastanza stereotipati, ma non troppo, probabilmente non tra i più complessi, ma nemmeno esattamente banali e patetici. Diciamo che hanno caratteri decisamente forti, di cui il nostro protagonista è abbastanza succube e a causa dei quali si ritrova sempre dei guai. Ogni episodio arriva una nuova ospite, ogni volta diversa. Fatto sta che, per quanto ci siano scene tipiche del genere ecchi, io ho ritrovato anche un messaggio abbastanza forte sull’accettazione di sé stessi, del proprio corpo, e sulla discriminazione razziale, argomento molto attuale. Abbastanza originale combinare il fatto che siano discriminate per il loro strano aspetto, tanto da non sentirsi bene con il proprio fisico, ed emarginarsi, finché non arriva Kimihito a far cambiare loro idea e del quale si innamorano.
Probabilmente un po’ tutti dovremmo prendere esempio dal suo modo di accettare chiunque, a dispetto del suo fisico, dato il proliferare dei giudizi di ragazzi sul fisico delle ragazze, dimostrandosi molto più banali di questo stesso anime, perché incapaci di osservare anche la personalità. Insomma, se volete una serie profonda ma non troppo, questa fa per voi.
E' un bell'anime, e a dire la verità un po' strambo (non ne avevo mai visto uno simile), comunque dal buon contenuto. La storia non è da Premio Oscar e nemmeno ci si avvicina, però è indicato per chi vuole farsi due risate con le varie situazioni demenziali e anche un po' piccantucce. I personaggi sono ben studiati e differenziati, ho faticato a sceglierne uno preferito, perché ognuno ha i suoi momenti. Onestamente mi sarei aspettato un po' di sana azione con tutte queste tipologie di esseri, non ci sarebbe stato male qualche scontro, però poi si sarebbe incappati nei soliti scontri alla "Dragonball", anche se almeno potevano provarci. Raccomandato a chi vuole passare i fatidici venti minuti senza pensare a nulla. Comunque i disegni e le animazioni sono molto ben curati, è andato liscio come l'olio.
Voto: 710
Voto: 710
"Monster Musume no Iru Nichijou". Tradotto: come rovinare un incipit originale sovrapponendogli una storia da quattro soldi. La mediocrità di quest'anime appare da subito imbarazzante e non ho problemi a confessare che, nonostante io sia un discreto cultore del genere harem, ho fatto una fatica immane ad arrivare fino alla fine. E dopo tutta questa fatica, sinceramente, avrei molto gradito l'esistenza di un tredicesimo episodio in cui l'autore di questo scempio si scusasse con il pubblico, giustificando l'esistenza di questo anime citando il classico "Tengo famiglia".
Partiamo, come al solito, dalla trama. Un bel giorno gli esseri umani scoprono l'esistenza di altre razze umanoidi oltre alla propria; in particolare, queste sono composte per lo più da esseri mitologici metà uomo e metà animale. Dove queste creature fossero vissute finora e quali fossero stati i loro organi di governo non è dato saperlo; ad ogni modo qualche contatto fra le due diverse autorità dev'esserci stato, perché da esso è scaturita la "Legge per lo scambio culturale fra le specie", che permetteva a questi esseri di vivere tra gli uomini a patto di venire adottati da qualche famiglia. Se state pensando che tutto questo sembra una presa per i fondelli, vi rassicuro subito: le vostre facoltà mentali non presentano problemi, perché è davvero così, e ciò diventerà ancora più evidente quando si scenderà più nello specifico. E scendere nello specifico significa seguire le peripezie di Kimihito Kurusu, un giovane giapponese che in principio si è limitato ad adottare Miia, una donna arpia, ma che poi finirà per accogliere in casa qualsiasi stranezza che abbia il dono di respirare.
La trama, nonostante tutte le assurdità presenti, poteva essere addirittura passabile; anzi sono stato invogliato a guardare questo titolo proprio perché mi sembrava contenere una certa originalità. Purtroppo questa era, però, solo un'originalità di facciata, mentre la realtà era molto diversa. Come ho detto prima, sono un discreto consumatore di harem, ma questo non vuol dire che apprezzi in toto il genere. Son ben consapevole che harem troppo spesso fa rima con ecchi; e, se non si può dire di amare il genere, se non si apprezza anche questo aspetto, è altresì vero che a tutto c'è un limite, al di sotto del quale si scende nella volgarità, e questo non è certo un segnale di qualità. Anzi, personalmente, non lo accetto proprio.
Detto questo, per far capire cos'è "Monster Musume no Iru Nichijou" a chi ancora non lo ha visto basta fargli immaginare l'harem più volgare che si ricordi e associarlo a uno "zoo" di animali i cui membri sono sempre pronti a prestare una tetta. Kurusu, infatti, passa la maggior tempo del suo tempo o immerso negli abbondanti seni delle sue controparti femminili o a risolvere un problema altrettanto imbarazzante delle stesse. Il resto del tempo è fatto di una comicità che non mi ha divertito e di presunte avventure che non mi hanno mai coinvolto.
Qualcuno, seppur timidamente, ha parlato di un anime con un suo fine sociale: dato che il protagonista non fa differenze, ma tratta allo stesso modo esseri umani e mostri, questo titolo vorrebbe trasmettere un messaggio liberale, atto a negare ogni tipo di discriminazione. Ma può davvero esserlo un anime in cui le ragazze (anche se travestite da essere mitologico) sono state pensate come dei veri e propri oggetti sessuali e che, in quanto tali, sono suscettibili di ogni forma di molestia? Non so come la pensate voi, ma io inorridisco al solo pensiero che questo titolo possa essere additato come un esempio di integrazione fra esseri viventi.
Credo di aver speso anche troppe parole per un anime che, a mio avviso, andrebbe catalogato come uno di quei vecchi 'pornazzi' d'epoca in cui non si vede mai niente di concreto e in cui sono presenti animali. Perché per me "Monster Musume no Iru Nichijou" non ha nessun altro motivo di esistere.
Recensione troppo severa? Lo so, sono un mostro.
Partiamo, come al solito, dalla trama. Un bel giorno gli esseri umani scoprono l'esistenza di altre razze umanoidi oltre alla propria; in particolare, queste sono composte per lo più da esseri mitologici metà uomo e metà animale. Dove queste creature fossero vissute finora e quali fossero stati i loro organi di governo non è dato saperlo; ad ogni modo qualche contatto fra le due diverse autorità dev'esserci stato, perché da esso è scaturita la "Legge per lo scambio culturale fra le specie", che permetteva a questi esseri di vivere tra gli uomini a patto di venire adottati da qualche famiglia. Se state pensando che tutto questo sembra una presa per i fondelli, vi rassicuro subito: le vostre facoltà mentali non presentano problemi, perché è davvero così, e ciò diventerà ancora più evidente quando si scenderà più nello specifico. E scendere nello specifico significa seguire le peripezie di Kimihito Kurusu, un giovane giapponese che in principio si è limitato ad adottare Miia, una donna arpia, ma che poi finirà per accogliere in casa qualsiasi stranezza che abbia il dono di respirare.
La trama, nonostante tutte le assurdità presenti, poteva essere addirittura passabile; anzi sono stato invogliato a guardare questo titolo proprio perché mi sembrava contenere una certa originalità. Purtroppo questa era, però, solo un'originalità di facciata, mentre la realtà era molto diversa. Come ho detto prima, sono un discreto consumatore di harem, ma questo non vuol dire che apprezzi in toto il genere. Son ben consapevole che harem troppo spesso fa rima con ecchi; e, se non si può dire di amare il genere, se non si apprezza anche questo aspetto, è altresì vero che a tutto c'è un limite, al di sotto del quale si scende nella volgarità, e questo non è certo un segnale di qualità. Anzi, personalmente, non lo accetto proprio.
Detto questo, per far capire cos'è "Monster Musume no Iru Nichijou" a chi ancora non lo ha visto basta fargli immaginare l'harem più volgare che si ricordi e associarlo a uno "zoo" di animali i cui membri sono sempre pronti a prestare una tetta. Kurusu, infatti, passa la maggior tempo del suo tempo o immerso negli abbondanti seni delle sue controparti femminili o a risolvere un problema altrettanto imbarazzante delle stesse. Il resto del tempo è fatto di una comicità che non mi ha divertito e di presunte avventure che non mi hanno mai coinvolto.
Qualcuno, seppur timidamente, ha parlato di un anime con un suo fine sociale: dato che il protagonista non fa differenze, ma tratta allo stesso modo esseri umani e mostri, questo titolo vorrebbe trasmettere un messaggio liberale, atto a negare ogni tipo di discriminazione. Ma può davvero esserlo un anime in cui le ragazze (anche se travestite da essere mitologico) sono state pensate come dei veri e propri oggetti sessuali e che, in quanto tali, sono suscettibili di ogni forma di molestia? Non so come la pensate voi, ma io inorridisco al solo pensiero che questo titolo possa essere additato come un esempio di integrazione fra esseri viventi.
Credo di aver speso anche troppe parole per un anime che, a mio avviso, andrebbe catalogato come uno di quei vecchi 'pornazzi' d'epoca in cui non si vede mai niente di concreto e in cui sono presenti animali. Perché per me "Monster Musume no Iru Nichijou" non ha nessun altro motivo di esistere.
Recensione troppo severa? Lo so, sono un mostro.
Una mostra, due mostre, tre mostre... diverse mostre!
È la progressione aritmetica con cui si arricchisce l'harem di Kimihito Kurusu, protagonista di "Monster Musume no Iru Nichijou", ovvero "La vita quotidiana con le ragazze-mostro". Un harem che è sicuramente raro a vedersi, immaginato in un mondo ove creature fantastiche come zombie, centauri, sirene, arpie e tante altre si sono svelate al genere umano e vivono quasi alla luce del sole, scorrazzando allegramente per le città. Fatto sta che a Kimihito tocca ospitare prima una, poi un'altra, poi un'altra ancora, delle esemplari femminili di una qualche razza magari appioppategli dalla bella e opportunista agente Smith.
"Monster Musume" gioca quindi all'harem, ma lo fa con delle spasimanti che sono per metà di aspetto umano e per metà di quello di creatura (semi-umani, quindi, come chiamati nell'anime): c'è la lamia Miia, metà donna e metà serpente; la centaura Centorea; l'arpia Papi, metà umana, metà uccello e metà scema; la sirena Mero, la slime Suu e l'aracnide Rachnera, mezza donna e più che mezza ragno.
La parte animalesca anzi, "mostruosa", dà poi alle spasimanti bel "beato fra le mostre" Kimihito una marcia in più rispetto a delle componenti di harem di sole umane. Situazioni esagerate e sopra le righe sono quindi all'ordine del giorno e, conseguentemente, la vita quotidiana nella casa si rivela molto più che movimentata del normale. Oltre che pericolosa.
Non scordiamoci poi dell'elemento ecchi, comunque ben presente nella serie, che stavolta ha un gusto un po' particolare: posto infatti che le ragazze per la loro parte umana anche qui sono molto belle (e 'ingrifate'), va anche riconosciuto come la loro parte animale dia al tutto una connotazione curiosa, bizzarra e, se vogliamo, anche un po' ripugnante. Di certo questo gioco attrazione/repulsione non lascia indifferente lo spettatore e magari serve a fargli percepire meglio la tematica "razziale", dell'approccio distorto degli umani alle nuove razze, presente nell'anime ma solo accennata in qualche momento, e comunque non propria di quella che è una commedia improntata a far divertire.
Una serie molto vivace, fracassona, ricca di esagerazioni sia buone che meno buone, ma comunque divertente, di buon ritmo, vivacemente colorata e di buona fattura è quella di "Monster Musume". Durando anche il giusto, diventa un genuino passatempo per lo spettatore.
È la progressione aritmetica con cui si arricchisce l'harem di Kimihito Kurusu, protagonista di "Monster Musume no Iru Nichijou", ovvero "La vita quotidiana con le ragazze-mostro". Un harem che è sicuramente raro a vedersi, immaginato in un mondo ove creature fantastiche come zombie, centauri, sirene, arpie e tante altre si sono svelate al genere umano e vivono quasi alla luce del sole, scorrazzando allegramente per le città. Fatto sta che a Kimihito tocca ospitare prima una, poi un'altra, poi un'altra ancora, delle esemplari femminili di una qualche razza magari appioppategli dalla bella e opportunista agente Smith.
"Monster Musume" gioca quindi all'harem, ma lo fa con delle spasimanti che sono per metà di aspetto umano e per metà di quello di creatura (semi-umani, quindi, come chiamati nell'anime): c'è la lamia Miia, metà donna e metà serpente; la centaura Centorea; l'arpia Papi, metà umana, metà uccello e metà scema; la sirena Mero, la slime Suu e l'aracnide Rachnera, mezza donna e più che mezza ragno.
La parte animalesca anzi, "mostruosa", dà poi alle spasimanti bel "beato fra le mostre" Kimihito una marcia in più rispetto a delle componenti di harem di sole umane. Situazioni esagerate e sopra le righe sono quindi all'ordine del giorno e, conseguentemente, la vita quotidiana nella casa si rivela molto più che movimentata del normale. Oltre che pericolosa.
Non scordiamoci poi dell'elemento ecchi, comunque ben presente nella serie, che stavolta ha un gusto un po' particolare: posto infatti che le ragazze per la loro parte umana anche qui sono molto belle (e 'ingrifate'), va anche riconosciuto come la loro parte animale dia al tutto una connotazione curiosa, bizzarra e, se vogliamo, anche un po' ripugnante. Di certo questo gioco attrazione/repulsione non lascia indifferente lo spettatore e magari serve a fargli percepire meglio la tematica "razziale", dell'approccio distorto degli umani alle nuove razze, presente nell'anime ma solo accennata in qualche momento, e comunque non propria di quella che è una commedia improntata a far divertire.
Una serie molto vivace, fracassona, ricca di esagerazioni sia buone che meno buone, ma comunque divertente, di buon ritmo, vivacemente colorata e di buona fattura è quella di "Monster Musume". Durando anche il giusto, diventa un genuino passatempo per lo spettatore.
Che dire... era una delle serie che più attendevo per la stagione estiva 2015 e, come da programma, è riuscita ad appassionarmi e coinvolgermi come non mai. Già il manga, da cui è tratto l'anime, aveva saputo attirare per la sua freschezza e originalità. Questa occasione, dunque, non è stata altro che una conferma, seppur altrettanto esaltante: dodici episodi di puro divertimento, in cui l'ecchi, l'harem e la commedia si mescolano insieme a formare qualcosa di incredibile. Una storia che si evolve con velocità, senza però apparire frenetica. Un harem pieno, che si rifà ai cliché del genere, prestando però ben attenzione a donare qualcosa di nuovo allo spettatore.
E la storia inizia appunto con la classica sveglia che suona. Un protagonista che cerca di spegnerla e... puf! Incontra le morbide forme di una fanciulla dai lunghi capelli rossi. Fin qui niente di strano, se non fosse che, con un rapido allargamento della visuale, si scopre come tale ragazza non sia proprio del tutto umana: una coda squamata avvolge completamente il corpo di Kimihito Kurusu, il protagonista. Una scena tanto stramba quanto sensuale. Miia, infatti, è in realtà una lamia, e rientra nel piano del governo di interscambio tra specie diverse. Nel mondo esistono molti semi-umani, ma è necessario che questi imparino a vivere con gli uomini. Una multi-cultura che cerca di essere ovviata con la proposta di alcuni esseri umani ad ospitare questi "mostri". Kurusu, anche se in realtà non aveva fatto alcuna richiesta, si ritrova in casa la bella Miia, con cui da ora in poi dovrà imparare a collaborare e viverci insieme. La fanciulla sembra alquanto invaghita del protagonista, ma la sua conformazione fisica porterà a una serie di incomprensioni molto divertenti. Ovviamente non sarà l'unica, e presto la casa del giovane si riempirà di ragazze di ogni genere: arpie, centauri, sirene, aracnidi...
L'anime in sé è veramente divertente, ma ancor più interessante è vedere con che leggerezza (in senso positivo) tratta di argomenti che, in fin dei conti, sono attuali anche nel nostro Paese. Come convivere con gente estranea alle nostre usanze? Se al posto di un centauro ci fosse stato un ragazzo/a di un Paese straniero, non avrebbe potuto portare a seppur piccoli disguidi? Culture diverse sono spesso viste con paura e sospetto, ma, per fortuna, ci sono giovani come Kimihito Kurusu che hanno la capacità di guardare oltre queste barriere, e apprezzare una fanciulla per il semplice fatto di essere tale. Detto ciò, devo anche dire che i vari personaggi mostrano uno spessore caratteriale degno di nota. E' vero che, tra tutte queste fanciulle, il protagonista scompare leggermente. Tuttavia credo che sia un effetto voluto, proprio per non farlo prevalere sulla controparte femminile. Gli stessi occhi da pesce lesso, che fanno certamente sorridere, cercano di farlo apparire quasi inerme di fronte ai rivolgimenti che stanno accadendo di fronte a lui. Ma sarà veramente così?
Tra le varie specie, devo ammettere che Miia (lamia) e Rachnea (aracnide) sono le due migliori. La prima mostra una carattere esplosivo, ma allo stesso tempo infinitamente dolce verso il suo caro Kurusu. Cerca di compiacere i suoi bisogni, ma quella coda pesa moltissimo... chissà, se fosse stata una ragazza normale... L'altra, invece, sembra non curarsi all'apparenza di tali distinzioni (anche se, in realtà, non è così). Il suo carattere maturo la rende assai sensuale e seducente.
La grafica è, a mio avviso, tra le migliori di questa stagione estiva. Colori accesi e brillanti, che fanno risaltare ancora di più le varie fanciulle. I toni sono quelli classici da commedia, ma non per questo devono essere sminuiti. Bello il design dei personaggi, che riesce a rendere anche una donna-ragno incredibilmente affascinante.
Le musiche accompagnano diligentemente le varie vicende, e la regia ha curato alla perfezione ogni piccolo dettaglio. Non ci sono accelerazioni o decelerazioni eccessive, rendendo così ogni secondo della serie entusiasmante e adrenalinico.
"Monster Musume no Iru Nichijou" è, in conclusione, il classico harem ecchi, che può essere considerato banale da molti, ma che, in realtà, nasconde una profondità velata e attraente. Il finale è più che altro un arrivederci; il manga continua e la storia deve andare avanti. Il protagonista non ha ancora trovato una moglie tra tutte quelle "ragazze", ma ce la farà veramente? Spero di poter assistere anche a una seconda trasposizione animata, ma, per ora, gustiamoci questa prima serie.
Voto finale: 8
E la storia inizia appunto con la classica sveglia che suona. Un protagonista che cerca di spegnerla e... puf! Incontra le morbide forme di una fanciulla dai lunghi capelli rossi. Fin qui niente di strano, se non fosse che, con un rapido allargamento della visuale, si scopre come tale ragazza non sia proprio del tutto umana: una coda squamata avvolge completamente il corpo di Kimihito Kurusu, il protagonista. Una scena tanto stramba quanto sensuale. Miia, infatti, è in realtà una lamia, e rientra nel piano del governo di interscambio tra specie diverse. Nel mondo esistono molti semi-umani, ma è necessario che questi imparino a vivere con gli uomini. Una multi-cultura che cerca di essere ovviata con la proposta di alcuni esseri umani ad ospitare questi "mostri". Kurusu, anche se in realtà non aveva fatto alcuna richiesta, si ritrova in casa la bella Miia, con cui da ora in poi dovrà imparare a collaborare e viverci insieme. La fanciulla sembra alquanto invaghita del protagonista, ma la sua conformazione fisica porterà a una serie di incomprensioni molto divertenti. Ovviamente non sarà l'unica, e presto la casa del giovane si riempirà di ragazze di ogni genere: arpie, centauri, sirene, aracnidi...
L'anime in sé è veramente divertente, ma ancor più interessante è vedere con che leggerezza (in senso positivo) tratta di argomenti che, in fin dei conti, sono attuali anche nel nostro Paese. Come convivere con gente estranea alle nostre usanze? Se al posto di un centauro ci fosse stato un ragazzo/a di un Paese straniero, non avrebbe potuto portare a seppur piccoli disguidi? Culture diverse sono spesso viste con paura e sospetto, ma, per fortuna, ci sono giovani come Kimihito Kurusu che hanno la capacità di guardare oltre queste barriere, e apprezzare una fanciulla per il semplice fatto di essere tale. Detto ciò, devo anche dire che i vari personaggi mostrano uno spessore caratteriale degno di nota. E' vero che, tra tutte queste fanciulle, il protagonista scompare leggermente. Tuttavia credo che sia un effetto voluto, proprio per non farlo prevalere sulla controparte femminile. Gli stessi occhi da pesce lesso, che fanno certamente sorridere, cercano di farlo apparire quasi inerme di fronte ai rivolgimenti che stanno accadendo di fronte a lui. Ma sarà veramente così?
Tra le varie specie, devo ammettere che Miia (lamia) e Rachnea (aracnide) sono le due migliori. La prima mostra una carattere esplosivo, ma allo stesso tempo infinitamente dolce verso il suo caro Kurusu. Cerca di compiacere i suoi bisogni, ma quella coda pesa moltissimo... chissà, se fosse stata una ragazza normale... L'altra, invece, sembra non curarsi all'apparenza di tali distinzioni (anche se, in realtà, non è così). Il suo carattere maturo la rende assai sensuale e seducente.
La grafica è, a mio avviso, tra le migliori di questa stagione estiva. Colori accesi e brillanti, che fanno risaltare ancora di più le varie fanciulle. I toni sono quelli classici da commedia, ma non per questo devono essere sminuiti. Bello il design dei personaggi, che riesce a rendere anche una donna-ragno incredibilmente affascinante.
Le musiche accompagnano diligentemente le varie vicende, e la regia ha curato alla perfezione ogni piccolo dettaglio. Non ci sono accelerazioni o decelerazioni eccessive, rendendo così ogni secondo della serie entusiasmante e adrenalinico.
"Monster Musume no Iru Nichijou" è, in conclusione, il classico harem ecchi, che può essere considerato banale da molti, ma che, in realtà, nasconde una profondità velata e attraente. Il finale è più che altro un arrivederci; il manga continua e la storia deve andare avanti. Il protagonista non ha ancora trovato una moglie tra tutte quelle "ragazze", ma ce la farà veramente? Spero di poter assistere anche a una seconda trasposizione animata, ma, per ora, gustiamoci questa prima serie.
Voto finale: 8
"Monster Musume no Iru Nichijou" è uno degli anime più controversi del 2015, tratto dall'omonimo manga che riscuote un successo clamoroso in Gran Bretagna e varie parte del mondo, tra cui gli USA, destando non poche critiche, in questi Paesi, a causa della sua natura ecchi (alternativa), la quale normalmente lo porrebbe al di sotto dei classici titoli commerciali, appropriati ai gusti di chiunque, al contrario di un'opera "delicata" come questa. Invece, nei Paesi citati, spesso e volentieri fa degli sgambetti agli shonen più famosi e acclamati, motivo per cui era solo questione di tempo primo dell'arrivo di una versione anime del manga. La trasposizione in dodici episodi è godibile e rispecchia il successo del prodotto cartaceo, assaporandone i pregi e pure i difetti.
La trama consiste in una scambio culturale (?) tra umani e specie ritenute fino a poco tempo fa mitologiche e leggendarie, salvo poi mostrarsi al mondo in maniera pacifica e stringere accordi di convivenza con gli esseri umani. Nell'anime in questione il protagonista si trova, casualmente, ad ospitare un nutrito gruppo di ragazze di diverse specie animali, prendendo parte a un esperimento del governo giapponese sulle ipotetiche possibilità di convivenza tra soggetti tanto differenti tra loro. Ebbene, se ne vedranno di tutti i colori...
Ho scritto sopra che questo ecchi è alternativo, termine con cui mi riferisco al suo essere fuori dal comune, avendo come elemento erotico e di eccitazione sessuale non ragazze normali, quanto "ragazze mostro" con sembianze metà umane e metà animale. Troviamo un lamia, un ragno, una sirena, un centauro e altri interessanti essere mitologici che hanno poco di mostruoso, eccetto forse la donna ragno, mentre le altre sono tutte ragazze simpatiche, belle e un po' sopra le righe. Proprio la particolarità di avere un ecchi basato su ragazze non umane renderà questo anime (e manga) apprezzato e fenomeno di culto per tutti gli appassionati di queste fantasie sessuali, non assolutamente rare. D'altronde gli esseri mitologici hanno da sempre catalizzato gli uomini per il loro aspetto così ambiguo ed enigmatico, aggiungendo al tempo stesso un tocco di erotismo che non guasta. L'erotismo infatti è presente, specialmente quando a compiere atti erotici sono personaggi come Miia, avendo uno dei suoi punti di forza nel non trascendere mai la volgarità gratuità, da non confondere con scene disgustose per i più sensibili o per chi non digerisce questo concetto di erotismo e, soprattutto, i personaggi femminili in azione. Come rovescio della medaglia devo ammettere che, sebbene sia una persona dalla notevole apertura mentale, ho trovato determinate scene pseudo-erotiche di cattivo gusto, perché collegate alla natura animale dei personaggi: ad esempio un'intera puntata riguarda la fecondazione dell'uovo da parte dell'arpia e la muta della lamia. Sono cose divertenti, fanno sorridere, però ho osservato pure un eccessivo accanimento che ha reso quei momenti inappropriati e imbarazzanti per lo spettatore che li guardava, almeno scrivendo per me. Per il resto, il gioco delle scene erotiche è abbastanza diretto, non scontato e appropriato, inoltre non è pesante come si potrebbe pensare, mantenendo l'atmosfera di leggerezza che aleggia durante tutti i dodici episodi.
Le tematiche introspettive, serie e mature, non sono presenti, come è giusto che sia, considerato il prodotto e la trama, nondimeno tengo a citare la discriminazione quale tema imperante (e univoco) dell'intera serie, chiaramente intuibile nel corso degli episodi, quando lo sguardo dell'anime si sposta dagli occhi del buonista "caro kun" a quelli scettici e spesso straniti della popolazione. Niente di approfondito, questo è chiaro, però il messaggio velato è comprensibile facilmente, accentuato dalla svolta che prende la trama da metà anime in poi, ossia nel momento in cui "tesoro" non ha più vincoli né proibizioni stabiliti dalla legge. Non scrivo altro per non anticipare troppo, invitando a guardare il seguito con i propri occhi.
Il protagonista, Kimihito, soprannominato "tesoro","caro" e altri nomignoli affettuosi ad opera delle monster girl, è un bonaccione nel vero senso della parola, letteralmente. Accetta chiunque nella propria casa, non si fa problemi a conoscere e vivere con ragazze così particolari e diverse dall'immaginario comune, non spaventandosi neanche dinanzi a situazioni nelle quali altri se la darebbero a gambe. Io lo reputo un personaggio discreto, dal character design non troppo gradevole, criticando proprio il suo essere troppo idealista e buonista, caratteristica che alla lunga stanca e stona. Un protagonista eclettico non avrebbe guastato, riconoscendo tuttavia che l'opera in sé non ha obbiettivi ambiziosi o introspezioni, perciò può andare bene anche così. Poi non mi piace, di "tesoro", la storpiatura del viso, spesso in forma deformata per renderlo ridicolo. Una volta va bene, ma farlo continuamente è un po' troppo, avendomi persino ricordato, pur lontanamente, "Sora no Otoshimono".
Tra i personaggi femminili apprezzo quasi tutti, tranne Mero, dalla quale mi sarei aspettato qualcosa in più a livello di caratterizzazione e partecipazione nel gruppo di ragazze. Miia e Rachnea invece sono le mie preferite, adorabili e intriganti. La prima è eccitante e seduce spesso "caro-kun", inducendolo spesso in tentazioni difficili da contenere. Riguardo la seconda, a dir la verità, inizialmente, inquieta vagamente, salvo poi, con l'abitudine, lasciare spazio alla sua presenza scenica davvero maestosa e di spessore non indifferente. Sicuramente una delle monster girl più riuscite tra quelle viste all'opera. Menziono pure Smith e la sua squadra, anch'essa al femminile, capace di suscitare ilarità e simpatia dalla prima apparizione; nella fattispecie apprezzo Zombina. Poi ancora ci sono la dolce e perversa Suu, la fiera Centorea e la irriverente Papi, che hanno rispettivamente le loro parti da protagoniste assolute nelle puntate che si susseguono e che non annoiano mai.
Il lato tecnico è soddisfacente, più che sufficienti i disegni dei vari personaggi e le varie animazioni, che non presentano errori o frame gravi fuori posto. Sono abbinate all'atmosfera complessiva dell'opera, dai colori vivaci e colorati, li definirei sgargianti.
Le musiche sono carine e simpatiche, non potendo comunque pretendere tantissimo su questo punto da un simile anime che, piuttosto, dona al pubblico utente una opening simpatica e divertente, dai toni comici, spostandosi successivamente, nell'ending, su un tono più maturo e serio, conservando peraltro il lato ironico e scherzoso che contraddistingue la serie. Belle entrambe!
Questo anime è uno dei più controversi dell'intero anno 2015, affrontando il tema dell'erotismo tramite utilizzo di personaggi dai canoni non comuni, comunque popolari tra gli appassionati dell'erotismo in generale. Il risultato che esce fuori è più che discreto, intrattenendo come prefissato e facendo conoscere un mondo completamente nuovo a chi è stanco dei soliti ecchi e harem che spopolano nell'animazione giapponese. Pur con i suoi piccoli difetti, è un anime che consiglio vivamente: vivace, dissacrante e con ragazze mostro adatte a tutti i gusti!
La trama consiste in una scambio culturale (?) tra umani e specie ritenute fino a poco tempo fa mitologiche e leggendarie, salvo poi mostrarsi al mondo in maniera pacifica e stringere accordi di convivenza con gli esseri umani. Nell'anime in questione il protagonista si trova, casualmente, ad ospitare un nutrito gruppo di ragazze di diverse specie animali, prendendo parte a un esperimento del governo giapponese sulle ipotetiche possibilità di convivenza tra soggetti tanto differenti tra loro. Ebbene, se ne vedranno di tutti i colori...
Ho scritto sopra che questo ecchi è alternativo, termine con cui mi riferisco al suo essere fuori dal comune, avendo come elemento erotico e di eccitazione sessuale non ragazze normali, quanto "ragazze mostro" con sembianze metà umane e metà animale. Troviamo un lamia, un ragno, una sirena, un centauro e altri interessanti essere mitologici che hanno poco di mostruoso, eccetto forse la donna ragno, mentre le altre sono tutte ragazze simpatiche, belle e un po' sopra le righe. Proprio la particolarità di avere un ecchi basato su ragazze non umane renderà questo anime (e manga) apprezzato e fenomeno di culto per tutti gli appassionati di queste fantasie sessuali, non assolutamente rare. D'altronde gli esseri mitologici hanno da sempre catalizzato gli uomini per il loro aspetto così ambiguo ed enigmatico, aggiungendo al tempo stesso un tocco di erotismo che non guasta. L'erotismo infatti è presente, specialmente quando a compiere atti erotici sono personaggi come Miia, avendo uno dei suoi punti di forza nel non trascendere mai la volgarità gratuità, da non confondere con scene disgustose per i più sensibili o per chi non digerisce questo concetto di erotismo e, soprattutto, i personaggi femminili in azione. Come rovescio della medaglia devo ammettere che, sebbene sia una persona dalla notevole apertura mentale, ho trovato determinate scene pseudo-erotiche di cattivo gusto, perché collegate alla natura animale dei personaggi: ad esempio un'intera puntata riguarda la fecondazione dell'uovo da parte dell'arpia e la muta della lamia. Sono cose divertenti, fanno sorridere, però ho osservato pure un eccessivo accanimento che ha reso quei momenti inappropriati e imbarazzanti per lo spettatore che li guardava, almeno scrivendo per me. Per il resto, il gioco delle scene erotiche è abbastanza diretto, non scontato e appropriato, inoltre non è pesante come si potrebbe pensare, mantenendo l'atmosfera di leggerezza che aleggia durante tutti i dodici episodi.
Le tematiche introspettive, serie e mature, non sono presenti, come è giusto che sia, considerato il prodotto e la trama, nondimeno tengo a citare la discriminazione quale tema imperante (e univoco) dell'intera serie, chiaramente intuibile nel corso degli episodi, quando lo sguardo dell'anime si sposta dagli occhi del buonista "caro kun" a quelli scettici e spesso straniti della popolazione. Niente di approfondito, questo è chiaro, però il messaggio velato è comprensibile facilmente, accentuato dalla svolta che prende la trama da metà anime in poi, ossia nel momento in cui "tesoro" non ha più vincoli né proibizioni stabiliti dalla legge. Non scrivo altro per non anticipare troppo, invitando a guardare il seguito con i propri occhi.
Il protagonista, Kimihito, soprannominato "tesoro","caro" e altri nomignoli affettuosi ad opera delle monster girl, è un bonaccione nel vero senso della parola, letteralmente. Accetta chiunque nella propria casa, non si fa problemi a conoscere e vivere con ragazze così particolari e diverse dall'immaginario comune, non spaventandosi neanche dinanzi a situazioni nelle quali altri se la darebbero a gambe. Io lo reputo un personaggio discreto, dal character design non troppo gradevole, criticando proprio il suo essere troppo idealista e buonista, caratteristica che alla lunga stanca e stona. Un protagonista eclettico non avrebbe guastato, riconoscendo tuttavia che l'opera in sé non ha obbiettivi ambiziosi o introspezioni, perciò può andare bene anche così. Poi non mi piace, di "tesoro", la storpiatura del viso, spesso in forma deformata per renderlo ridicolo. Una volta va bene, ma farlo continuamente è un po' troppo, avendomi persino ricordato, pur lontanamente, "Sora no Otoshimono".
Tra i personaggi femminili apprezzo quasi tutti, tranne Mero, dalla quale mi sarei aspettato qualcosa in più a livello di caratterizzazione e partecipazione nel gruppo di ragazze. Miia e Rachnea invece sono le mie preferite, adorabili e intriganti. La prima è eccitante e seduce spesso "caro-kun", inducendolo spesso in tentazioni difficili da contenere. Riguardo la seconda, a dir la verità, inizialmente, inquieta vagamente, salvo poi, con l'abitudine, lasciare spazio alla sua presenza scenica davvero maestosa e di spessore non indifferente. Sicuramente una delle monster girl più riuscite tra quelle viste all'opera. Menziono pure Smith e la sua squadra, anch'essa al femminile, capace di suscitare ilarità e simpatia dalla prima apparizione; nella fattispecie apprezzo Zombina. Poi ancora ci sono la dolce e perversa Suu, la fiera Centorea e la irriverente Papi, che hanno rispettivamente le loro parti da protagoniste assolute nelle puntate che si susseguono e che non annoiano mai.
Il lato tecnico è soddisfacente, più che sufficienti i disegni dei vari personaggi e le varie animazioni, che non presentano errori o frame gravi fuori posto. Sono abbinate all'atmosfera complessiva dell'opera, dai colori vivaci e colorati, li definirei sgargianti.
Le musiche sono carine e simpatiche, non potendo comunque pretendere tantissimo su questo punto da un simile anime che, piuttosto, dona al pubblico utente una opening simpatica e divertente, dai toni comici, spostandosi successivamente, nell'ending, su un tono più maturo e serio, conservando peraltro il lato ironico e scherzoso che contraddistingue la serie. Belle entrambe!
Questo anime è uno dei più controversi dell'intero anno 2015, affrontando il tema dell'erotismo tramite utilizzo di personaggi dai canoni non comuni, comunque popolari tra gli appassionati dell'erotismo in generale. Il risultato che esce fuori è più che discreto, intrattenendo come prefissato e facendo conoscere un mondo completamente nuovo a chi è stanco dei soliti ecchi e harem che spopolano nell'animazione giapponese. Pur con i suoi piccoli difetti, è un anime che consiglio vivamente: vivace, dissacrante e con ragazze mostro adatte a tutti i gusti!
"Monster Musume no Iru Nichijou" ("Vita quotidiana con ragazze mostro") è una serie televisiva del 2015, composta da dodici episodi di durata canonica, trasposizione animata dell'omonimo manga, attualmente in corso, di Okayado.
Trama: da alcuni anni, il mondo intero è a conoscenza dell'esistenza delle extraspecie, comunità di individui (tipicamente, ibridi umani-animali, ma non solo) che per secoli hanno vissuto lontani dagli occhi delle persone comuni, non di rado dando vita a miti e leggende. Al giorno d'oggi, dopo lo stupore iniziale, i rapporti tra le due civiltà sono stabili, sono già in vigore le prime leggi che li regolamentano ed è in atto un immersivo programma di scambio culturale che cerca di integrare le extraspecie, facendole ospitare da famiglie umane, non senza sottoporle, però, ad alcune restrizioni.
Al centro della vicenda, c'è Kurusu Kimihito (non sprecate tempo cercando di ricordare il nome, tanto lo sentirete una volta sola in tutto l'anime), un ragazzo che si ritrova, a causa dell'errore di una sbadata coordinatrice, ad ospitare Mia, una lamia (metà fanciulla e metà serpente), già follemente innamorata di lui. Come nella migliore tradizione harem, ben presto il numero di adorabili donzelle che inizieranno a gravitare attorno al protagonista aumenterà esponenzialmente, creandogli non pochi grattacapi e altrettanti piaceri voluttuosi.
La convivenza tra umani e razze umanoidi più o meno straordinarie e bizzarre, magari resa con un po' di superficialità, sorvolando sui primi incontri e servendo allo spettatore una società già perfettamente amalgamata e pacifica, non è una novità nel mondo dell'animazione giapponese (basti pensare, per esempio, ad un'opera come "Shuffle!"). Si tratta comunque di un espediente funzionale agli scopi del prodotto, il cui unico intento è mostrarci una spensierata commedia ecchi-sentimentale arricchita dall'esuberante presenza delle "ragazze mostro" che, tuttavia, di mostruoso hanno ben poco, essendo tutte decisamente avvenenti e spesso provocanti.
Particolarmente riuscita è proprio la realizzazione estetica delle spasimanti del protagonista, capace di rendere sensuale anche la più improbabile delle accoppiate ragazza/animale/qualcos'altro. Abbastanza innovativo è, inoltre, l'aspetto di Kimihito che, nonostante sia potenzialmente un gran figo, è rappresentato con un viso in deformed per la stragrande maggioranza del tempo, attribuendogli una perenne espressione spaesata.
Dal punto di vista caratteriale, si incorre nei più svariati cliché del genere, con un protagonista affidabile e generoso e delle ragazze che cercano di ricoprire il range più vasto possibile di personalità, spaziando da quella con atteggiamenti più infantili, a quella più matura, passando per la più raffinata e, perché no, anche per quella ancor più disinibita. In ogni caso, tutti i personaggi (principali e secondari), appartenenti a un cast che, nonostante l'harem in costante incremento, è piuttosto ridotto (oltre che esclusivamente femminile, Kimihito a parte), sono simpatici, coinvolgenti e memorabili, capaci di dar vita a gag quasi sempre divertenti, per quanto possano essere talvolta non originali e piuttosto abusate, oltre che frequentemente e strettamente interlacciate con l'elemento fanservice.
A questo proposito, è da sottolineare come, in svariate occasioni, i riferimenti sessuali e i contatti fisici si sprechino, sfruttando al meglio, seppur limitate dalla censura, le differenti caratteristiche fisiche delle procaci ragazze presenti.
Peccato che l'introspezione psicologica non si addentri più di tanto nell'animo dei personaggi, limitandosi a fornire caratterizzazioni nette, poco sfaccettate, funzionali unicamente a ringalluzzire in maniera costante la comicità e la componente romantica dell'anime.
Il comparto tecnico è più che valido: le animazioni sono fluide e dinamiche, esaltate ulteriormente nell'ultima parte dell'anime, caratterizzata da un'impennata generale della qualità; la colonna sonora all'interno degli episodi, sebbene sia sufficientemente orecchiabile e adeguata alle circostanze, non brilla per originalità o bellezza, ma fa il suo dovere, anche grazie ad un'opening frizzante e simpaticissima e ad un'ending sorprendentemente dura e aggressiva, ma non per questo spiacevole o fuori posto. Anche il doppiaggio è particolarmente appropriato.
Graficamente parlando, si è di fronte ad un'opera estremamente vivace e colorata, dai toni brillanti e con un eccellente uso delle luci, coadiuvata da un ottimo character design, gradevolissimo e vario, mentre gli sfondi sono generalmente piuttosto ripetitivi, ma non per questo privi di dettagli, riuscendo anche, in qualche fugace occasione, a rasentare la suggestività.
"Monster Musume no Iru Nichijou" è una serie che punta unicamente al fattore intrattenimento. C'è l'inserimento, realizzato anche con una certa sapienza, di fugaci momenti in cui appare evidente come la convivenza tra umani ed extraspecie non sia tutta rose e fiori, minata dall'avidità di individui senza scrupoli, dall'ignoranza di chi non riesce ad accettare la diversità altrui e dalle lacune del codice giuridico, ma non lasciatevi ingannare: tutta l'attenzione è convogliata in direzione delle generose forme delle ragazze che si contendono il cuore di Kimihito e dei loro approcci non troppo delicati a causa di un'indole irruenta e dalla loro fallata conoscenza della cultura giapponese. E' presente anche un buon livello di fedeltà al materiale originale, per la gioia dei puristi, mantenendo anche le citazioni e gli omaggi ad altre opere.
Un difetto più o meno rivelante è la mancanza di concreti sviluppi romantici tra il protagonista e le ragazze, causata proprio dall'introduzione sostanziosa e continua di una nuova spasimante dopo l'altra, che frena in maniera decisiva ogni possibilità che Kimihito possa consolidare la propria relazione con una qualsiasi delle sue ospiti (tra le quali è comunque evidente una certa gerarchia).
In sostanza, si tratta di un prodotto che non solo non delude, regalando esattamente quanto promesso, cioè una corposa dose di divertimento e fanservice, ma riuscendo anche a sorprendere in più punti con trovate folli ed esilaranti. Una visione spumeggiante e consigliata agli amanti del genere.
Trama: da alcuni anni, il mondo intero è a conoscenza dell'esistenza delle extraspecie, comunità di individui (tipicamente, ibridi umani-animali, ma non solo) che per secoli hanno vissuto lontani dagli occhi delle persone comuni, non di rado dando vita a miti e leggende. Al giorno d'oggi, dopo lo stupore iniziale, i rapporti tra le due civiltà sono stabili, sono già in vigore le prime leggi che li regolamentano ed è in atto un immersivo programma di scambio culturale che cerca di integrare le extraspecie, facendole ospitare da famiglie umane, non senza sottoporle, però, ad alcune restrizioni.
Al centro della vicenda, c'è Kurusu Kimihito (non sprecate tempo cercando di ricordare il nome, tanto lo sentirete una volta sola in tutto l'anime), un ragazzo che si ritrova, a causa dell'errore di una sbadata coordinatrice, ad ospitare Mia, una lamia (metà fanciulla e metà serpente), già follemente innamorata di lui. Come nella migliore tradizione harem, ben presto il numero di adorabili donzelle che inizieranno a gravitare attorno al protagonista aumenterà esponenzialmente, creandogli non pochi grattacapi e altrettanti piaceri voluttuosi.
La convivenza tra umani e razze umanoidi più o meno straordinarie e bizzarre, magari resa con un po' di superficialità, sorvolando sui primi incontri e servendo allo spettatore una società già perfettamente amalgamata e pacifica, non è una novità nel mondo dell'animazione giapponese (basti pensare, per esempio, ad un'opera come "Shuffle!"). Si tratta comunque di un espediente funzionale agli scopi del prodotto, il cui unico intento è mostrarci una spensierata commedia ecchi-sentimentale arricchita dall'esuberante presenza delle "ragazze mostro" che, tuttavia, di mostruoso hanno ben poco, essendo tutte decisamente avvenenti e spesso provocanti.
Particolarmente riuscita è proprio la realizzazione estetica delle spasimanti del protagonista, capace di rendere sensuale anche la più improbabile delle accoppiate ragazza/animale/qualcos'altro. Abbastanza innovativo è, inoltre, l'aspetto di Kimihito che, nonostante sia potenzialmente un gran figo, è rappresentato con un viso in deformed per la stragrande maggioranza del tempo, attribuendogli una perenne espressione spaesata.
Dal punto di vista caratteriale, si incorre nei più svariati cliché del genere, con un protagonista affidabile e generoso e delle ragazze che cercano di ricoprire il range più vasto possibile di personalità, spaziando da quella con atteggiamenti più infantili, a quella più matura, passando per la più raffinata e, perché no, anche per quella ancor più disinibita. In ogni caso, tutti i personaggi (principali e secondari), appartenenti a un cast che, nonostante l'harem in costante incremento, è piuttosto ridotto (oltre che esclusivamente femminile, Kimihito a parte), sono simpatici, coinvolgenti e memorabili, capaci di dar vita a gag quasi sempre divertenti, per quanto possano essere talvolta non originali e piuttosto abusate, oltre che frequentemente e strettamente interlacciate con l'elemento fanservice.
A questo proposito, è da sottolineare come, in svariate occasioni, i riferimenti sessuali e i contatti fisici si sprechino, sfruttando al meglio, seppur limitate dalla censura, le differenti caratteristiche fisiche delle procaci ragazze presenti.
Peccato che l'introspezione psicologica non si addentri più di tanto nell'animo dei personaggi, limitandosi a fornire caratterizzazioni nette, poco sfaccettate, funzionali unicamente a ringalluzzire in maniera costante la comicità e la componente romantica dell'anime.
Il comparto tecnico è più che valido: le animazioni sono fluide e dinamiche, esaltate ulteriormente nell'ultima parte dell'anime, caratterizzata da un'impennata generale della qualità; la colonna sonora all'interno degli episodi, sebbene sia sufficientemente orecchiabile e adeguata alle circostanze, non brilla per originalità o bellezza, ma fa il suo dovere, anche grazie ad un'opening frizzante e simpaticissima e ad un'ending sorprendentemente dura e aggressiva, ma non per questo spiacevole o fuori posto. Anche il doppiaggio è particolarmente appropriato.
Graficamente parlando, si è di fronte ad un'opera estremamente vivace e colorata, dai toni brillanti e con un eccellente uso delle luci, coadiuvata da un ottimo character design, gradevolissimo e vario, mentre gli sfondi sono generalmente piuttosto ripetitivi, ma non per questo privi di dettagli, riuscendo anche, in qualche fugace occasione, a rasentare la suggestività.
"Monster Musume no Iru Nichijou" è una serie che punta unicamente al fattore intrattenimento. C'è l'inserimento, realizzato anche con una certa sapienza, di fugaci momenti in cui appare evidente come la convivenza tra umani ed extraspecie non sia tutta rose e fiori, minata dall'avidità di individui senza scrupoli, dall'ignoranza di chi non riesce ad accettare la diversità altrui e dalle lacune del codice giuridico, ma non lasciatevi ingannare: tutta l'attenzione è convogliata in direzione delle generose forme delle ragazze che si contendono il cuore di Kimihito e dei loro approcci non troppo delicati a causa di un'indole irruenta e dalla loro fallata conoscenza della cultura giapponese. E' presente anche un buon livello di fedeltà al materiale originale, per la gioia dei puristi, mantenendo anche le citazioni e gli omaggi ad altre opere.
Un difetto più o meno rivelante è la mancanza di concreti sviluppi romantici tra il protagonista e le ragazze, causata proprio dall'introduzione sostanziosa e continua di una nuova spasimante dopo l'altra, che frena in maniera decisiva ogni possibilità che Kimihito possa consolidare la propria relazione con una qualsiasi delle sue ospiti (tra le quali è comunque evidente una certa gerarchia).
In sostanza, si tratta di un prodotto che non solo non delude, regalando esattamente quanto promesso, cioè una corposa dose di divertimento e fanservice, ma riuscendo anche a sorprendere in più punti con trovate folli ed esilaranti. Una visione spumeggiante e consigliata agli amanti del genere.