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Eversor

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6,5
Se dovesse esistere un forziere contenente tutti i grandi capolavori dell’animazione giapponese, “Fantasy Star Online 2: The Animation” non sarebbe sicuramente tra questi. Un anime che, sebbene non esalti più di tanto, riesce comunque a divertire e appassionare (con moderazione). Un’opera che, ad essere un po’ cattivi, denominerei “usa e getta”, da dimenticare subito dopo una visione comunque gratificante.
Dodici episodi in cui viene espresso tutto il potenziale di una serie d’avventura-gioco, rimanendo però fin troppo sul vago per poter effettivamente far innamorare lo spettatore, con personaggi semplici e piuttosto standardizzati, che rimangono statici nel corso dei vari episodi e non offrono una vera e propria evoluzione caratteriale.

“Fantasy Star Online 2: The Animation” racconta la storia di Itsuki Tachibana, un normale studente, il quale non possiede niente di particolare, se non di essere pressoché bravo in tutto, senza eccellere in qualcosa di specifico (a grandi linee è un po’ l’identikit della serie stessa). Ecco però che, all’improvviso, viene coinvolto dalla bella e affascinante Izumi Rina, presidentessa del consiglio studentesco, in una ricerca riguardo a un videogioco online che negli ultimi tempi sta spopolando nella loro scuola. L’attività consiste nel parteciparvi assiduamente e scrivere bollettini quotidiani, in modo tale da convincere i professori dell’utilità di tale videogioco.

A parte il fatto che di “utilità” ne vedo ben poca (e ne parlo per esperienza personale), l’inizio del racconto mi appare fin troppo scontato e prevedibile. Un protagonista mediocre, una fanciulla immagine e un gioco online che, oltre a essere divertente, non offre niente di così particolare. Ci vorrà all’incirca metà serie prima che la storia prenda effettivamente corpo e incominci a esaltare un pochino di più rispetto agli esordi. Fin troppo tempo, a mio avviso, per poter effettivamente colpire lo spettatore.
I personaggi ammaliano fino a un certo punto, ma, come già detto in precedenza, i loro aspetti positivi rimangono stabili per tutta la serie, senza crescere e svilupparsi. Vengono dati loro delle impostazioni di base e non mutano per nulla, nonostante il trascorrere dei giorni. Insomma... proprio come un videogioco.
Le relazioni interpersonali, d’altra parte, riescono a stupire più di quanto mi immaginassi, rimanendo comunque in una situazione di vaghezza piuttosto esasperante. Itsuki è innamorato di Izumi? Chissà, il loro è un rapporto tanto confuso quanto inconsistente, come se si avesse paura ad affondare veramente il colpo. E lo stesso si potrebbe dire di tutti gli altri personaggi.
Un’ulteriore perplessità, sorta questa volta nella seconda fase dell’opera, è l’improvviso cambiamento di scenario. Una vera e propria rivoluzione che, se da un lato entusiasma gli animi, dall’altro appare piuttosto inspiegabile e fuori luogo.

La grafica è anche buona: colori accesi, che si esaltano ancor di più quando Itsuki “entra” nel videogioco. Anche se non ho mai apprezzato in maniera eccezionale la computer grafica, devo ammettere che, almeno in questa occasione, ha un proprio significato. Quale modo migliore per esprimere la grafica dei videogame se non realizzarla attraverso il computer?
Buona l’attenzione per quanto riguarda questo frangente, dove si vede pure un mutamento nei movimenti e nelle espressioni dei vari personaggi. Un mondo completamente diverso, così come effettivamente risulta.
Belle anche le musiche e il doppiaggio, che non mostra evidenti sbavature e si confà a tale tipo di anime.

L’ultimo appunto lo dedico al finale della serie che, a essere onesti, non mi ha proprio entusiasmato, ma che, a conti fatti, non si potrebbe neppure dire brutto. Quasi tutti i quesiti vengono risolti (anche se non erano proprio così tanti) e le domande insolute trovano un senso preciso. La storia ha raggiunto il proprio culmine e ora si avvia mestamente verso la propria conclusione, che piaccia o meno.
“Fantasy Star Online 2: The Animation”, per quanto mi riguarda, è l’essenza della mediocrità. Eppure non sempre la mediocrità deve essere biasimata, non quando diverte almeno. E quest’anime lo fa, a piccole dosi, ma riesce comunque a far vivere bei momenti allo spettatore. Forse, con il passare dei giorni, tale titolo non potrà che cadere nel dimenticatoio, ma una cosa è certa: non merita nemmeno di rimanere impresso come una macchia nell’animazione giapponese.

Voto finale: 6 e mezzo