Basil l'investigatopo
Generalmente considerato come il ventiseiesimo Classico Disney secondo il canone ufficiale, “The Great Mouse Detective”, italianizzato “Basil l’investigatopo” – termine che meriterebbe uno spazio nel vocabolario Treccani – è un film d'animazione del 1986 diretto da Burny Mattison, David Michener, Ron Clements e John Musker, questi ultimi due registi che in coppia hanno prodotto alcuni capolavori dell’animazione mondiale come “La sirenetta” e “Aladdin”. Il soggetto è tratto dalla serie di romanzi per l'infanzia “Basil of Baker Street” di Eve Titus, a sua volta parodia della saga di Sherlock Holmes ideata da quello scrittore geniale che è stato Sir Arthur Conan Doyle. Nonostante la sua dichiarata ispirazione ai lavori della scrittrice statunitense, il film racconta una trama originale e trae dalla serie di Titus solo i tre personaggi principali.
Londra, 1897. Hiram Flaversham, un topo giocattolaio di origini scozzesi, festeggia il compleanno di sua figlia Olivia donandole una ballerina meccanica. Improvvisamente, però, Vampirello, un pipistrello con un'ala spezzata e una gamba di legno, irrompe nel loro negozio e rapisce il padre della bambina. La piccola Olivia, scampata al sequestro, va alla ricerca di Basil di Baker Street, un illustre topo investigatore, affinché possa aiutarla a trovare il padre rapito. Lungo la strada, incontra il medico militare David Q. Topson, che stava cercando casa a Londra dopo essere tornato da una missione in Afghanistan; il topo, di buon cuore, decide di aiutare la piccola accompagnandola da Basil il quale, dopo un momento di riluttanza, decide di accettare il caso.
Il film può essere considerato un importante punto di svolta nella tradizione dei film d'animazione Disney per i suoi valori artistici, tecnici e simbolici. La colonna sonora di “Basil l'investigatopo” include tre canzoni (due di Henry Mancini e una di Melissa Manchester) che, per la prima volta dai tempi di “Robin Hood”, vengono incorporate nella storia e cantate dai protagonisti come in un vero musical, come poi saranno i film animati Disney degli anni successivi. Chi mi conosce sa bene che non sono amante dei musical ma, nel caso specifico di questa pellicola, ho trovato le canzoni stranamente orecchiabili – per quanto probabilmente le versioni originali siano migliori di quelle italiane – e le scene musicate veramente simpatiche, specialmente quella con Rattigan e suoi sgherri come protagonisti. “Basil l'investigatopo” e “Taron e la pentola magica” (prodotti in contemporanea e diretti dagli stessi registi, Clements e Musker) furono inoltre i primi film Disney a fare uso della CGI, ma mentre nel secondo venne utilizzata solo per animare alcuni oggetti sporadici, nel primo fu utilizzata in maniera massiccia per realizzare e animare gli interni del Big Ben, che dimostrano un uso sapiente e accorto della computer grafica. Infine, “Basil l'investigatopo” fu un buon successo economico, sufficiente da convincere la direzione dell'azienda a non chiudere il reparto animazione che da tempo era in forte perdita e rischiava di essere smantellato, colpa degli insuccessi degli anni precedenti. Per queste ragioni, il film si può considerare come il punto di transizione fra la "vecchia" generazione e quella del Rinascimento Disney.
Sulla base di quanto detto, “Basil l’investigatopo” porta sulle proprie spalle un fardello importante, essendo una pellicola dagli enormi meriti, che gli sono stati in buona parte riconosciuti. L’ora e un quarto di pellicola scorre spedita e il film tiene un buon ritmo per tutta la sua durata, senza mai mettere alla prova il grado di attenzione dello spettatore. Le scene movimentate, in particolar modo, rappresentano il meglio del film che, forse, raggiunge il proprio apice proprio nel finale, con l’inseguimento all’interno del Big Ben. Grande nota di merito è, poi, l’ambientazione. Per un fervido amante dell’età vittoriana come il sottoscritto, vedere la Londra di fine ‘800, che sia realistica o animata, provoca sempre un senso di eccitazione e soddisfazione difficilmente spiegabili a parole. E, quindi, posso affermare che, almeno con il sottoscritto, il film vince ai blocchi di partenza, quando la regia insiste proprio su uno dei vicoli della vittoriana capitale inglese. Ciò detto, la pellicola non si discosta poi molto dalle solite trame Disney, in cui si raffigura l’eterna lotta del bene contro il male, con il secondo che è quasi sempre destinato a soccombere. Nonostante ciò, e questo potrebbe apparire strano dato l’esito scontato della storia, proprio l’antagonista, ovvero Rattigan – una rivisitazione in chiave umoristica di Moriarty – rappresenta una delle tante note liete del lungometraggio. Il ratto, che però vuole essere riconosciuto come topo, è un villan serio, un autentico amante del male, che non si fa scrupoli ad uccidere per una banalità un proprio sottoposto, scena questa riportata sullo schermo in maniera a dir poco lungimirante, con la vista di un’ombra sul muro che sta per essere inghiottita da un’altra ben più grande e felina, e l’esito finale soltanto lasciato all’immaginazione dello spettatore. Certo, Basil e Topson sono le brutte copie di Sherlock e Watson, da cui hanno molto da imparare – anche se vivendo nello stesso appartamento l’apprendistato dovrebbe poter procedere spedito –, ma i registi sono rispettosi del personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle, per quanto Basil ne rappresenti una versione umoristica, e disseminano la pellicola di oggetti e situazioni che rimandano al vero Sherlock Holmes, quello situato al 221B di Baker Street, che occuperà sempre un posto speciale nei cuori dei lettori di romanzi gialli sparsi per tutto il mondo.
Londra, 1897. Hiram Flaversham, un topo giocattolaio di origini scozzesi, festeggia il compleanno di sua figlia Olivia donandole una ballerina meccanica. Improvvisamente, però, Vampirello, un pipistrello con un'ala spezzata e una gamba di legno, irrompe nel loro negozio e rapisce il padre della bambina. La piccola Olivia, scampata al sequestro, va alla ricerca di Basil di Baker Street, un illustre topo investigatore, affinché possa aiutarla a trovare il padre rapito. Lungo la strada, incontra il medico militare David Q. Topson, che stava cercando casa a Londra dopo essere tornato da una missione in Afghanistan; il topo, di buon cuore, decide di aiutare la piccola accompagnandola da Basil il quale, dopo un momento di riluttanza, decide di accettare il caso.
Il film può essere considerato un importante punto di svolta nella tradizione dei film d'animazione Disney per i suoi valori artistici, tecnici e simbolici. La colonna sonora di “Basil l'investigatopo” include tre canzoni (due di Henry Mancini e una di Melissa Manchester) che, per la prima volta dai tempi di “Robin Hood”, vengono incorporate nella storia e cantate dai protagonisti come in un vero musical, come poi saranno i film animati Disney degli anni successivi. Chi mi conosce sa bene che non sono amante dei musical ma, nel caso specifico di questa pellicola, ho trovato le canzoni stranamente orecchiabili – per quanto probabilmente le versioni originali siano migliori di quelle italiane – e le scene musicate veramente simpatiche, specialmente quella con Rattigan e suoi sgherri come protagonisti. “Basil l'investigatopo” e “Taron e la pentola magica” (prodotti in contemporanea e diretti dagli stessi registi, Clements e Musker) furono inoltre i primi film Disney a fare uso della CGI, ma mentre nel secondo venne utilizzata solo per animare alcuni oggetti sporadici, nel primo fu utilizzata in maniera massiccia per realizzare e animare gli interni del Big Ben, che dimostrano un uso sapiente e accorto della computer grafica. Infine, “Basil l'investigatopo” fu un buon successo economico, sufficiente da convincere la direzione dell'azienda a non chiudere il reparto animazione che da tempo era in forte perdita e rischiava di essere smantellato, colpa degli insuccessi degli anni precedenti. Per queste ragioni, il film si può considerare come il punto di transizione fra la "vecchia" generazione e quella del Rinascimento Disney.
Sulla base di quanto detto, “Basil l’investigatopo” porta sulle proprie spalle un fardello importante, essendo una pellicola dagli enormi meriti, che gli sono stati in buona parte riconosciuti. L’ora e un quarto di pellicola scorre spedita e il film tiene un buon ritmo per tutta la sua durata, senza mai mettere alla prova il grado di attenzione dello spettatore. Le scene movimentate, in particolar modo, rappresentano il meglio del film che, forse, raggiunge il proprio apice proprio nel finale, con l’inseguimento all’interno del Big Ben. Grande nota di merito è, poi, l’ambientazione. Per un fervido amante dell’età vittoriana come il sottoscritto, vedere la Londra di fine ‘800, che sia realistica o animata, provoca sempre un senso di eccitazione e soddisfazione difficilmente spiegabili a parole. E, quindi, posso affermare che, almeno con il sottoscritto, il film vince ai blocchi di partenza, quando la regia insiste proprio su uno dei vicoli della vittoriana capitale inglese. Ciò detto, la pellicola non si discosta poi molto dalle solite trame Disney, in cui si raffigura l’eterna lotta del bene contro il male, con il secondo che è quasi sempre destinato a soccombere. Nonostante ciò, e questo potrebbe apparire strano dato l’esito scontato della storia, proprio l’antagonista, ovvero Rattigan – una rivisitazione in chiave umoristica di Moriarty – rappresenta una delle tante note liete del lungometraggio. Il ratto, che però vuole essere riconosciuto come topo, è un villan serio, un autentico amante del male, che non si fa scrupoli ad uccidere per una banalità un proprio sottoposto, scena questa riportata sullo schermo in maniera a dir poco lungimirante, con la vista di un’ombra sul muro che sta per essere inghiottita da un’altra ben più grande e felina, e l’esito finale soltanto lasciato all’immaginazione dello spettatore. Certo, Basil e Topson sono le brutte copie di Sherlock e Watson, da cui hanno molto da imparare – anche se vivendo nello stesso appartamento l’apprendistato dovrebbe poter procedere spedito –, ma i registi sono rispettosi del personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle, per quanto Basil ne rappresenti una versione umoristica, e disseminano la pellicola di oggetti e situazioni che rimandano al vero Sherlock Holmes, quello situato al 221B di Baker Street, che occuperà sempre un posto speciale nei cuori dei lettori di romanzi gialli sparsi per tutto il mondo.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Introduzione, trama e svolgimento
Depistaggi, inseguimenti, pedinamenti e complotti. Chi vuole fare un'indagine accurata, precisa e profonda nella Londra di fine XIX secolo insieme alla coppia di gentiltopi più famosi di tutta la storia della polizia mondiale? Basil e Dawson, parodie di Sherlock Holmes e John Watson, vengono assunti da una bambina, il cui padre è stato rapito dal perfido Rattigat. Questi minaccia di eliminarlo se non porterà a termine il suo piano per il controllo del crimine in tutta la città. Un caso davvero complicato per il nostro Basil e il suo assistente, i quali si rivolgono ad Hugo, un loro amico che li aiuta a trovare le tracce di uno degli scagnozzi di Rattigat. Tuttavia questi si nasconde molto bene e rapisce Olivia (questo il nome della bambina) per condurla da Rattigan. Il nostro Basil e il suo assistente seguono la pista dello scagnozzo e riescono a trovare il covo di Rattigan, dove questi li sta aspettando per catturarli e quindi ucciderli, mentre si prepara a catturare ed eliminare la regina. Il nostro Basil sembra cadere in uno stato di depressione, ma grazie a Dawson si libera e i due insieme ad Olivia accorrono per salvare la regina. Riescono a smascherare Rattigan e a questo punto comincia un inseguimento senza esclusione di colpi, nel quale alla fine i nostri amici riescono ad avere la meglio su Rattigan. In seguito essi ricevono il ringraziamento da parte della regina e diventano soci nei casi che vengono loro assegnati.
Grafica
La grafica è quella tipica dei film Disney, fatta di disegni fluidi, dinamici che danno sempre alla vicenda quella sua proverbiale dinamicità impostata in modo equilibrato, senza sbavature e/o difetti ed eccessi che ha sempre garantito il successo dei capolavori della Disney. I disegni sono realizzati a mano libera e colorati con i tipici colori ad acquarello per fornire alla vicenda la sua componente reale e spontanea che è sempre apprezzata dal pubblico.
Personaggi
I personaggi presentano diversi tratti di personalità molto spiccata. Primo fra tutti c'è Basil, un tipo assai eccentrico e molto pieno di risorse, ma anche piuttosto permaloso e suscettibile. Egli condivide questi tratti proprio con la sua nemesi giurata, Rattigan, il quale può essere considerato come una parodia del Professor James Moriarty. Però a differenza di Basil, non prova alcuna compassione per le persone e non si fa scrupoli ad eliminarle quando queste gli mancano di rispetto e/o lo toccano nella parte più delicata della sua personalità. Sotto questo punto di vista i produttori della Disney hanno cercato di mantenere l'aderenza e la fedeltà alla personalità del personaggi originali creati da Arthur Conan Doyle. Il Dottor Dawson dimostra di essere premuroso e un'acuto osservatore, trova sempre gli indizi essenziali per la risoluzione del caso.
Colonna sonora
La colonna sonora è composta di tracce ora vivaci ed andanti, ora di tracce cupe, dure e/o a contenuto leggero di tensione e paura che si incastrano con le scene nelle quali vengono eseguite e conferiscono a ciascuna il suo spessore. Abbiamo un'alternarsi intrigante di sonorità ora lente e delicate ora vivaci e movimentate che danno alla vicenda il suo giusto andamento e/o svolgimento
Messaggi e insegnamenti
Il messaggio principale che ci viene trasmesso è che non bisogna arrendersi alle prime difficoltà, ma bensì bisogna persistere, perseverare, pazientare e riflettere per arrivare alla risoluzione di un problema. Quindi bisogna imparare ad affinare la mente e prendersi il giusto tempo per portare a termine qualcosa
Giudizio finale
Una parodia di Sherlock Holmes molto ben riuscita, semplice nella rappresentazione ed illustrazione che riesce ad attirare l'attenzione dello spettatore su una materia, come quella dei gialli, alleggerendola, ma lasciandole sempre quel sistema di deduzioni, intuizioni, ragionamenti e riflessioni che hanno sempre caratterizzato le trame dei romanzi di Arthur Conan Doyle. Un piccolo esperimento di semplicità unita alla logica sapientemente collocata.
Voto: 8,5
Introduzione, trama e svolgimento
Depistaggi, inseguimenti, pedinamenti e complotti. Chi vuole fare un'indagine accurata, precisa e profonda nella Londra di fine XIX secolo insieme alla coppia di gentiltopi più famosi di tutta la storia della polizia mondiale? Basil e Dawson, parodie di Sherlock Holmes e John Watson, vengono assunti da una bambina, il cui padre è stato rapito dal perfido Rattigat. Questi minaccia di eliminarlo se non porterà a termine il suo piano per il controllo del crimine in tutta la città. Un caso davvero complicato per il nostro Basil e il suo assistente, i quali si rivolgono ad Hugo, un loro amico che li aiuta a trovare le tracce di uno degli scagnozzi di Rattigat. Tuttavia questi si nasconde molto bene e rapisce Olivia (questo il nome della bambina) per condurla da Rattigan. Il nostro Basil e il suo assistente seguono la pista dello scagnozzo e riescono a trovare il covo di Rattigan, dove questi li sta aspettando per catturarli e quindi ucciderli, mentre si prepara a catturare ed eliminare la regina. Il nostro Basil sembra cadere in uno stato di depressione, ma grazie a Dawson si libera e i due insieme ad Olivia accorrono per salvare la regina. Riescono a smascherare Rattigan e a questo punto comincia un inseguimento senza esclusione di colpi, nel quale alla fine i nostri amici riescono ad avere la meglio su Rattigan. In seguito essi ricevono il ringraziamento da parte della regina e diventano soci nei casi che vengono loro assegnati.
Grafica
La grafica è quella tipica dei film Disney, fatta di disegni fluidi, dinamici che danno sempre alla vicenda quella sua proverbiale dinamicità impostata in modo equilibrato, senza sbavature e/o difetti ed eccessi che ha sempre garantito il successo dei capolavori della Disney. I disegni sono realizzati a mano libera e colorati con i tipici colori ad acquarello per fornire alla vicenda la sua componente reale e spontanea che è sempre apprezzata dal pubblico.
Personaggi
I personaggi presentano diversi tratti di personalità molto spiccata. Primo fra tutti c'è Basil, un tipo assai eccentrico e molto pieno di risorse, ma anche piuttosto permaloso e suscettibile. Egli condivide questi tratti proprio con la sua nemesi giurata, Rattigan, il quale può essere considerato come una parodia del Professor James Moriarty. Però a differenza di Basil, non prova alcuna compassione per le persone e non si fa scrupoli ad eliminarle quando queste gli mancano di rispetto e/o lo toccano nella parte più delicata della sua personalità. Sotto questo punto di vista i produttori della Disney hanno cercato di mantenere l'aderenza e la fedeltà alla personalità del personaggi originali creati da Arthur Conan Doyle. Il Dottor Dawson dimostra di essere premuroso e un'acuto osservatore, trova sempre gli indizi essenziali per la risoluzione del caso.
Colonna sonora
La colonna sonora è composta di tracce ora vivaci ed andanti, ora di tracce cupe, dure e/o a contenuto leggero di tensione e paura che si incastrano con le scene nelle quali vengono eseguite e conferiscono a ciascuna il suo spessore. Abbiamo un'alternarsi intrigante di sonorità ora lente e delicate ora vivaci e movimentate che danno alla vicenda il suo giusto andamento e/o svolgimento
Messaggi e insegnamenti
Il messaggio principale che ci viene trasmesso è che non bisogna arrendersi alle prime difficoltà, ma bensì bisogna persistere, perseverare, pazientare e riflettere per arrivare alla risoluzione di un problema. Quindi bisogna imparare ad affinare la mente e prendersi il giusto tempo per portare a termine qualcosa
Giudizio finale
Una parodia di Sherlock Holmes molto ben riuscita, semplice nella rappresentazione ed illustrazione che riesce ad attirare l'attenzione dello spettatore su una materia, come quella dei gialli, alleggerendola, ma lasciandole sempre quel sistema di deduzioni, intuizioni, ragionamenti e riflessioni che hanno sempre caratterizzato le trame dei romanzi di Arthur Conan Doyle. Un piccolo esperimento di semplicità unita alla logica sapientemente collocata.
Voto: 8,5
Non c'è niente di male nel fare storie di animali antropomorfi, non esiste solo il realismo, ma queste storie devono avere delle regole. La parodia fine a se stessa, l'imitazione che sembra prendere in giro l'oggetto del proprio studio, non dovrebbe -per me- essere tollerata.
"Basil Of Baker Street" è il primo di una serie di romanzi per bambini che l'inglese Eve Titus ha cominciato nel 1958. John Musker, regista della Disney, nel 1986 ne rende la trasposizione animata. Se Basil ha impiegato trentotto anni per passare al cinema, il motivo non può essere solo il costo. Due cose fanno pensare che sia nato già vecchio: il suo nome, deciso per omaggiare Basil Rathbone, il miglior interprete di Sherlock, che oggi è sconosciuto ai più. E l'ossessione per l'incolumità della regina di Inghilterra, spunto che è accettabile solo in un romanzo storico, non in epoca contemporanea (quale era il 1986, data di uscita del film) perché ormai l'attenzione si era spostata sulla gente comune.
Sherlock Holmes (e presumibilmente John Watson, anche se non lo vediamo) abitano il loro appartamento a Baker Street. Immediatamente sotto, in una tana di topi, ci sono le controparti animali che somigliano a loro, vestono come loro, fanno le stesse cose e risolvono persino casi simili. Perché?!
Sia in "Bianca e Bernie" (1977) che in "Brisby e il segreto di Nimh" (1982) esiste una spiegazione al fatto che animali vivono come gli esseri umani. In "Bianca" è possibile ravvisare somiglianze con alcuni film di Hitchcock, ma la storia principale si mantiene autonoma. Brisby spiega il suo stile di vita con lo svolgersi della trama. "Basil Of Baker Street" non ha ragione di esistere e la Disney non offre spiegazioni sue.
Questo ventiseiesimo film disneyano accorpa l'inizio e la fine della storia originale, con le cascate di Reichenbach "reinventate" nella Londra notturna, il tutto compresso in una sola storia perché, all'epoca, sviluppare lo stesso soggetto in più film non usava.
Qui si fa di Holmes un eroe "muscolare": il pedinamento fino al negozio di giocattoli e la rissa nel bar sono inutili ai fini della trama e rendono pessima fama ad Olivia che, da bambina preoccupata e spaventata, diventa una "scemetta".
Il cane e il gatto, perché non parlano? Topolino ha Pluto come animale da compagnia perché, nel mondo Disney, l'evoluzione antropomorfica non è toccata alla scimmia....ma in "Basil", non c'è nessun motivo per cui i topi non possano comunicare con altri animali. Un polpo che si esibisce in un locale per topi è la goccia che fa traboccare il vaso. Il mio non è razzismo, è coerenza.
E l'inquietudine di Holmes? L'acume investigativo, la misantropia, la competizione con Lestrade?
A questo genere di cose, la Disney c'è arrivata molto di recente. In Italia Basil non ha mai sfondato al botteghino e i romanzi originali non sono mai stati tradotti.
Va bene, abbiamo Geronimo Stilton, ma nessuno è perfetto...
"Basil Of Baker Street" è il primo di una serie di romanzi per bambini che l'inglese Eve Titus ha cominciato nel 1958. John Musker, regista della Disney, nel 1986 ne rende la trasposizione animata. Se Basil ha impiegato trentotto anni per passare al cinema, il motivo non può essere solo il costo. Due cose fanno pensare che sia nato già vecchio: il suo nome, deciso per omaggiare Basil Rathbone, il miglior interprete di Sherlock, che oggi è sconosciuto ai più. E l'ossessione per l'incolumità della regina di Inghilterra, spunto che è accettabile solo in un romanzo storico, non in epoca contemporanea (quale era il 1986, data di uscita del film) perché ormai l'attenzione si era spostata sulla gente comune.
Sherlock Holmes (e presumibilmente John Watson, anche se non lo vediamo) abitano il loro appartamento a Baker Street. Immediatamente sotto, in una tana di topi, ci sono le controparti animali che somigliano a loro, vestono come loro, fanno le stesse cose e risolvono persino casi simili. Perché?!
Sia in "Bianca e Bernie" (1977) che in "Brisby e il segreto di Nimh" (1982) esiste una spiegazione al fatto che animali vivono come gli esseri umani. In "Bianca" è possibile ravvisare somiglianze con alcuni film di Hitchcock, ma la storia principale si mantiene autonoma. Brisby spiega il suo stile di vita con lo svolgersi della trama. "Basil Of Baker Street" non ha ragione di esistere e la Disney non offre spiegazioni sue.
Questo ventiseiesimo film disneyano accorpa l'inizio e la fine della storia originale, con le cascate di Reichenbach "reinventate" nella Londra notturna, il tutto compresso in una sola storia perché, all'epoca, sviluppare lo stesso soggetto in più film non usava.
Qui si fa di Holmes un eroe "muscolare": il pedinamento fino al negozio di giocattoli e la rissa nel bar sono inutili ai fini della trama e rendono pessima fama ad Olivia che, da bambina preoccupata e spaventata, diventa una "scemetta".
Il cane e il gatto, perché non parlano? Topolino ha Pluto come animale da compagnia perché, nel mondo Disney, l'evoluzione antropomorfica non è toccata alla scimmia....ma in "Basil", non c'è nessun motivo per cui i topi non possano comunicare con altri animali. Un polpo che si esibisce in un locale per topi è la goccia che fa traboccare il vaso. Il mio non è razzismo, è coerenza.
E l'inquietudine di Holmes? L'acume investigativo, la misantropia, la competizione con Lestrade?
A questo genere di cose, la Disney c'è arrivata molto di recente. In Italia Basil non ha mai sfondato al botteghino e i romanzi originali non sono mai stati tradotti.
Va bene, abbiamo Geronimo Stilton, ma nessuno è perfetto...
Bel classico. Non tra i migliori e nemmeno tra i più avvincenti, ma sicuramente troppo snobbato a causa dei suoi meriti, ovvero il rispettare la fonte di origine Sherlockiana, piegando il giovane spettatore facilmente annoiabile ad assistere ad una, seppur semplificata, storia di investigazione, con un protagonista pragmatico e poco espansivo, che non suscita molta simpatia, lasciata invece a Thompson, Olivia e Vampirello. Probabilmente non ha giovato nemmeno l'ambientazione inglese, di minor presa rispetto a quelle di altri classici come la Francia della Bella e la Bestia, la Grecia di Hercules o la svizzera italiana di Pinocchio, e questo non per una questione di fascino puro, ma perchè l'ambientazione di Basil è meno solare di partenza e viene sfruttata oltretutto negli orari notturni, come il primo Bianca e Bernie, ma senza volerne fare in questo caso un punto a favore dell'atmosfera. Di base il ventiseiesimo classico Disney offre una buona storia, ovviamente più fantasiosa di quelle di Doyle (che non andava oltre la scienza chimica) ma dandola con giusta misurazione e offrendo anche un buon malvagio di ispirazione Moriartiana. A proposito del cattivo, ovvero Rattigan, devo dire che sul finire del film, al contrario di altri spettatori, non mai apprezzato la sua perdita di signorilità, l'ho sempre trovata una banalizzazione, per quanto fosse accennata dalla possanza fisica, mentre ciò che apprezzavo di lui era l'arguta, beffarda e malcontenuta perfidia, appartenente anche ad altri cattivi storici come Jafar, Shere Khan o Scar. Per evitare fraintendimenti, la sfida mortale con un po di violenza alla fine ci stava pure, ma la sua trasformazione in assatanato Wolver-hulk preso dall'istinto primordiale... no.
Nel romanzo originale di Doyle, Moriarty aveva un rapporto di quasi cortesia con Sherlock prima di finire nella cascata. Sarebbe stato meglio un ripescaggio di questa sfida, magari con un tentativo di distruggersi entrambi senza riuscirvi o comunque con una lotta meno selvaggia, comunque bisogna ammettere che crea un po di quella tensione di cui il film aveva forse bisogno in precedenza. Apprezzabile infine, considerando il produttore, lo spettacolino danzante nei bassifondi del porto, dopo le cantanti marionette di Pinocchio è uno dei rari casi di Disney meno bacchettona.
Nel romanzo originale di Doyle, Moriarty aveva un rapporto di quasi cortesia con Sherlock prima di finire nella cascata. Sarebbe stato meglio un ripescaggio di questa sfida, magari con un tentativo di distruggersi entrambi senza riuscirvi o comunque con una lotta meno selvaggia, comunque bisogna ammettere che crea un po di quella tensione di cui il film aveva forse bisogno in precedenza. Apprezzabile infine, considerando il produttore, lo spettacolino danzante nei bassifondi del porto, dopo le cantanti marionette di Pinocchio è uno dei rari casi di Disney meno bacchettona.