Luck & Logic
"Luck & Logic" è un anime prodotto per pubblicizzare il gioco di carte omonimo.
Mi ha colpito particolarmente la grafica, a partire dai colori fino alle animazioni, invece la trama (che all'inizio è un po' confusionaria) è molto lineare e scorrevole lungo tutti gli episodi.
I vari personaggi rispecchiano molto i classici stereotipi, dalla ragazza timida a quella più intraprendente, fino a un protagonista che è il tipico ragazzo all'esterno integerrimo, facile all'imbarazzo, ma dal cuore d'oro. Anche se i personaggi sono stereotipati, vengono spiegate le loro storie in modo da caratterizzarli maggiormente (scelta ottimale dal mio punto di vista).
La sigla è molto orecchiabile (ti fa venir voglia di canticchiarla) e dai bei disegni.
Lo consiglio a chiunque voglia vedere un anime fantasy senza troppe pretese, che segue una trama lineare e ha una buona grafica, ottimo per quelle giornate in cui si voglia guardare un anime breve e leggero ma visivamente gradevole.
Mi ha colpito particolarmente la grafica, a partire dai colori fino alle animazioni, invece la trama (che all'inizio è un po' confusionaria) è molto lineare e scorrevole lungo tutti gli episodi.
I vari personaggi rispecchiano molto i classici stereotipi, dalla ragazza timida a quella più intraprendente, fino a un protagonista che è il tipico ragazzo all'esterno integerrimo, facile all'imbarazzo, ma dal cuore d'oro. Anche se i personaggi sono stereotipati, vengono spiegate le loro storie in modo da caratterizzarli maggiormente (scelta ottimale dal mio punto di vista).
La sigla è molto orecchiabile (ti fa venir voglia di canticchiarla) e dai bei disegni.
Lo consiglio a chiunque voglia vedere un anime fantasy senza troppe pretese, che segue una trama lineare e ha una buona grafica, ottimo per quelle giornate in cui si voglia guardare un anime breve e leggero ma visivamente gradevole.
"Luck & Logic" è un anime di dodici episodi portato in Italia da Yamato Video.
La trama è molto semplice: Yoshichika viene scelto dalla dea Athena come suo pattuente e, dopo che ella trova la sua Logic Card, entra a far parte dell'agenzia di polizia ALCA, diventando un Logicalist. Grazie alla Trance (una specie di fusione con un pizzico di fanservice) riesce a difendere Tetra Heaven insieme agli altri componenti dell'ALCA.
Approfittando del fatto che questa serie fosse in simulcast, e grazie anche a un apparato grafico niente male, mi sono subito fiondato alla sua visione. Anche se il primo episodio è sembrato un po' banalotto e un po' stereotipato, mi ha abbastanza intrattenuto, quindi mi sono deciso ad andare avanti. Dal secondo all'ottavo episodio è stata una noia mortale per vari motivi: episodi che servono a introdurre gli altri componenti dell'ALCA che non serviranno praticamente a nulla ai fini della trama, fanservice a caso, pochi combattimenti e personaggi già visti e rivisti. Se i primi episodi non hanno emozionato per nulla, il finale di serie è abbastanza carino, con una battaglia finale animata abbastanza bene.
E' un anime con poche aspettative che serviva a pubblicizzare il nuovo gioco di carte omonimo "Luck & Logic" che, oltre alla grafica e un finale decente, in generale non merita una sufficienza; spero in una seconda stagione, almeno ai livelli della parte conclusiva.
La trama è molto semplice: Yoshichika viene scelto dalla dea Athena come suo pattuente e, dopo che ella trova la sua Logic Card, entra a far parte dell'agenzia di polizia ALCA, diventando un Logicalist. Grazie alla Trance (una specie di fusione con un pizzico di fanservice) riesce a difendere Tetra Heaven insieme agli altri componenti dell'ALCA.
Approfittando del fatto che questa serie fosse in simulcast, e grazie anche a un apparato grafico niente male, mi sono subito fiondato alla sua visione. Anche se il primo episodio è sembrato un po' banalotto e un po' stereotipato, mi ha abbastanza intrattenuto, quindi mi sono deciso ad andare avanti. Dal secondo all'ottavo episodio è stata una noia mortale per vari motivi: episodi che servono a introdurre gli altri componenti dell'ALCA che non serviranno praticamente a nulla ai fini della trama, fanservice a caso, pochi combattimenti e personaggi già visti e rivisti. Se i primi episodi non hanno emozionato per nulla, il finale di serie è abbastanza carino, con una battaglia finale animata abbastanza bene.
E' un anime con poche aspettative che serviva a pubblicizzare il nuovo gioco di carte omonimo "Luck & Logic" che, oltre alla grafica e un finale decente, in generale non merita una sufficienza; spero in una seconda stagione, almeno ai livelli della parte conclusiva.
Il connubio dei giochi con gli anime è consolidato da tempo. Sembra ieri, quando ai tempi delle medie, durante la ricreazione, i coetanei estrapolavano dallo zaino un Gameboy, un Beyblade o un mazzo di carte per divertirsi in compagnia e imitare i loro idoli di "Pokémon", "Beyblade" o "Yu-Gi-Oh". Tornei amatoriali fiorivano ovunque e sfidanti più o meno capaci approdavano alle porte delle classi avversarie, cercando di ottenere l'agognato riconoscimento di "migliore". Inutile dimenticare il ruolo predominante che gli anime di questi giochi occupavano negli spazi mattutini e pomeridiani dedicati ai cartoni: si assisteva a battaglie mirabolanti per la salvezza del mondo, a poteri unici che si cercava inutilmente di replicare a scuola e a rivalità fra protagonisti e coprotagonisti che sembravano pari a tradimenti fra Paesi alleati. Queste serie stimolavano, facevano sentire più adulti e i loro riflessi si estendevano al gioco, quasi la maturazione delle abilità nelle partite condizionasse la medesima crescita personale. Il mito nasceva e così restava nel cuore.
Non tutte le serie animate dedicate alla promozione di giochi, però, suscitavano lo stesso effetto: molte di esse finivano nel dimenticatoio, come "Medarot" o "Duel Master". Altre brillavano di una luce talmente abbagliante da oscurare la ragione per cui erano nate, come "Digimon". Sebbene nel caso dei mostri digitali il problema abbia portato alla serie tanta fortuna e stagioni successive, lo scopo principale falliva in entrambi i casi: vendere i giochi collegati all'anime.
"Luck & Logic" ripercorre i passi dei suoi predecessori, partendo quasi in simultanea con la pubblicazione del gioco: il primo episodio arriva in Giappone il 9 gennaio di quest'anno, mentre le carte si manifestano sul mercato oltre un mese dopo, il 28 febbraio. Ma la domanda più importante resta una: riesce ad eguagliare i risultati famosi del passato? E' un anime in grado di conquistare l'animo dei fanciulli per portarli a comprare il merchandising?
A cominciare dalla trama, sembrerebbe che le orme siano ricalcate per bene: Septia è il modo con cui si definisce la Terra in questo universo, in cui gli Dei della vicina Tetra Heaven si avventurano di tanto in tanto per stringere dei patti con i Logicalist, degli esseri umani con delle abilità particolari con cui possono capire la Logic degli abitanti di altri mondi. A seguito di una lunga battaglia sul pianeta delle divinità, gli sconfitti di questa guerra scendono su Septia per costringere gli esseri umani alla Trance, il procedimento con cui le due Logic si fondono, per trasformarsi in sembianze terribili dai poteri straordinari. In questo tripudio di ambientazione fantasy mista a fantascienza, Yoshichika Tsurugi (il protagonista) stringe un patto con la dea Athena per tornare ad essere un Logicalist, a seguito del ritrovamento, da parte della divinità, della carta Logic che aveva perduto in una missione avvenuta anni prima. Il suo ritorno nell'ALCA, la polizia speciale che si occupa di addestrare i Logicalist, sarà costellato di nuove conoscenze e insidie.
Un inizio standard, anche se con qualche slancio di originalità: Yoshichika ha esperienza con il tema della Trance, essendo un ex Logicalist il quale è rimasto scottato dall'utilizzo di una tecnica proibita, l'Overtrance, durante un combattimento. Il ruolo all'interno del team di Logicalist di cui entrerà a far parte, inoltre, si limiterà a quello di capo con funzioni strategiche e di protezione, lasciando la componente d'azione agli altri membri del gruppo: Chloe, la dirompente pattuente di Valkyrie, Mana, la timida compagna di Altemis, e Tamaki l'ex capo-gruppo in coppia con Venus. Nonostante il cast di comprimari sia composto da tantissime ragazze, l'anime non abbindola con la strada facile dell'harem, preferendo un percorso improntato sullo sviluppo delle amicizie e delle dinamiche di team, con qualche punta di acredine iniziale fra Tamaki e Yoshichika e una rivalità perpetua fra quest'ultimo e Olga, l'unico Logicalist ancora senza pattuente. Le puntate di partenza, infatti, verranno dedicate a turno ad ogni membro del gruppo, per analizzare le loro personalità e far crescere il rapporto di fiducia fra loro e Yoshichika, riuscendo ottimamente in questo compito con Tamaki e Mana. La prima accetterà che il ragazzo sia più esperto di lei, la seconda imparerà ad abbandonare il triste passato alle spalle per maturare come persona.
I pochi esempi positivi, tuttavia, sono sommersi dai problemi, uno su tutti il rapporto fra Yoshichika e Athena: i due paiono assolvere alla parte romantica della serie con qualche provocazione, ma la dicotomia è sempre quella del ragazzo integerrimo, facile all'imbarazzo, e della ragazza procace con un pacato interesse per l'altro. Una fantasia che mira ad accalappiare il pubblico maschile, dimostrata anche dalle rare scene di fanservice con al centro Athena. La sua personalità, molto simile a una Nadeshiko realizzata male, sfugge ai tentativi di essere inquadrata, scomparendo sotto il peso del pattuente e degli altri membri del cast.
Sono proprio le divinità a pagare lo scotto peggiore della scarsa caratterizzazione: Valkyrie, Altemis, Venus, Nemesis e successivamente Quetzalcoatl interpretano parti piatte e senza alcun tipo di approfondimento; nell'ordine rappresentano gli stereotipi della combattente maschiaccio, della taciturna riflessiva, della seduttrice espansiva, della ragazzina inquietante e della mascotte mangereccia. Inutile dire che gli dei resteranno imprigionati in queste gabbie, che si ripercuotono anche nel comparto visivo: se il character design dei Logicalist è simpatico e accattivante per quanto concerne l'aspetto quotidiano, ad eccezione di quello di Yoshichika che ripropone pedissequamente il generico protagonista di anime per ragazzi, il design delle divinità è poco ispirato e d'impatto. Non aiuta il fatto che la loro mise di tutti i giorni sia di un grigio tenue, quasi a voler accentuare la loro appartenenza allo sfondo. Il look dei costumi, purtroppo, sembra risentire della Trance con le divinità: sembra fare il verso alle majokko senza portare avanti un design coerente ed efficace; la tenuta dal pelo arancione di Chloe non solo diffonde un'aura pacchiana, ma stride con i vestiti rosa acceso da fata di Tamaki e con l'abbigliamento underground di Mana.
Altra nota dolente riguarda l'animazione dei combattimenti, creata con l'ausilio del 3D, fluida ma che stride con il resto della puntata. Strappa solo un fugace sorriso quando si realizza che potrebbe essere una scelta voluta degli animatori, per dare l'idea di una sottospecie di videogame che potesse accostarsi al tema del gioco. Questo pensiero potrebbe portare a una domanda ulteriore, di non scarsa importanza: se la serie animata è un modo per promuovere un gioco di carte, queste ultime dove sono?
A differenza di "Yu-Gi-Oh" o "Duel Master", "Luck & Logic" sfrutta un cammino insolito per le carte, preferendo non focalizzare la sua narrazione sul gioco. Una decisione che permette alla serie animata di ergersi come una visione indipendente, forse non utile a introdurre alle regole e alle varie meccaniche di una partita, ma che riesce a incuriosire per andare poi da soli a scoprire il mondo esposto nell'anime.
Ma l'opera è interessante? "Luck & Logic" appassiona e spinge i suoi spettatori a interessarsi ai prodotti di riferimento? Purtroppo è difficile soprassedere alle tante mancanze della serie: l'intreccio narrativo banale e incoerente mostra tutta la sua pochezza nello stravolgimento della personalità di Olga sul finale, per forzare a tutti i costi una battaglia conclusiva fra lui e Yoshichika. La caratterizzazione scarsa dei personaggi e delle loro relazioni, accompagnate da un comparto visivo dai colori accesi ma che vede il resto nella norma o sotto il livello della mediocrità, dovrebbe lasciar presagire una certa difficoltà nell'attrarre il pubblico e portare il successo sperato.
Eppure, quei lampi di originalità sono inaspettati e positivi: l'indipendenza dal gioco di carte, il voler portare un po' di aria fresca dando un passato diverso al classico protagonista, il non voler assecondare i gusti odierni del pubblico con un harem, ma con una normale situazione di collaborazione e amicizia fra compagni di team, riescono a toccare una corda da qualche parte. Quel tanto che basta per arrivare alla conclusione della serie e assistere all'orrendo finale.
Sei, perché un po' di speranza è d'obbligo per portare novità nel genere.
Non tutte le serie animate dedicate alla promozione di giochi, però, suscitavano lo stesso effetto: molte di esse finivano nel dimenticatoio, come "Medarot" o "Duel Master". Altre brillavano di una luce talmente abbagliante da oscurare la ragione per cui erano nate, come "Digimon". Sebbene nel caso dei mostri digitali il problema abbia portato alla serie tanta fortuna e stagioni successive, lo scopo principale falliva in entrambi i casi: vendere i giochi collegati all'anime.
"Luck & Logic" ripercorre i passi dei suoi predecessori, partendo quasi in simultanea con la pubblicazione del gioco: il primo episodio arriva in Giappone il 9 gennaio di quest'anno, mentre le carte si manifestano sul mercato oltre un mese dopo, il 28 febbraio. Ma la domanda più importante resta una: riesce ad eguagliare i risultati famosi del passato? E' un anime in grado di conquistare l'animo dei fanciulli per portarli a comprare il merchandising?
A cominciare dalla trama, sembrerebbe che le orme siano ricalcate per bene: Septia è il modo con cui si definisce la Terra in questo universo, in cui gli Dei della vicina Tetra Heaven si avventurano di tanto in tanto per stringere dei patti con i Logicalist, degli esseri umani con delle abilità particolari con cui possono capire la Logic degli abitanti di altri mondi. A seguito di una lunga battaglia sul pianeta delle divinità, gli sconfitti di questa guerra scendono su Septia per costringere gli esseri umani alla Trance, il procedimento con cui le due Logic si fondono, per trasformarsi in sembianze terribili dai poteri straordinari. In questo tripudio di ambientazione fantasy mista a fantascienza, Yoshichika Tsurugi (il protagonista) stringe un patto con la dea Athena per tornare ad essere un Logicalist, a seguito del ritrovamento, da parte della divinità, della carta Logic che aveva perduto in una missione avvenuta anni prima. Il suo ritorno nell'ALCA, la polizia speciale che si occupa di addestrare i Logicalist, sarà costellato di nuove conoscenze e insidie.
Un inizio standard, anche se con qualche slancio di originalità: Yoshichika ha esperienza con il tema della Trance, essendo un ex Logicalist il quale è rimasto scottato dall'utilizzo di una tecnica proibita, l'Overtrance, durante un combattimento. Il ruolo all'interno del team di Logicalist di cui entrerà a far parte, inoltre, si limiterà a quello di capo con funzioni strategiche e di protezione, lasciando la componente d'azione agli altri membri del gruppo: Chloe, la dirompente pattuente di Valkyrie, Mana, la timida compagna di Altemis, e Tamaki l'ex capo-gruppo in coppia con Venus. Nonostante il cast di comprimari sia composto da tantissime ragazze, l'anime non abbindola con la strada facile dell'harem, preferendo un percorso improntato sullo sviluppo delle amicizie e delle dinamiche di team, con qualche punta di acredine iniziale fra Tamaki e Yoshichika e una rivalità perpetua fra quest'ultimo e Olga, l'unico Logicalist ancora senza pattuente. Le puntate di partenza, infatti, verranno dedicate a turno ad ogni membro del gruppo, per analizzare le loro personalità e far crescere il rapporto di fiducia fra loro e Yoshichika, riuscendo ottimamente in questo compito con Tamaki e Mana. La prima accetterà che il ragazzo sia più esperto di lei, la seconda imparerà ad abbandonare il triste passato alle spalle per maturare come persona.
I pochi esempi positivi, tuttavia, sono sommersi dai problemi, uno su tutti il rapporto fra Yoshichika e Athena: i due paiono assolvere alla parte romantica della serie con qualche provocazione, ma la dicotomia è sempre quella del ragazzo integerrimo, facile all'imbarazzo, e della ragazza procace con un pacato interesse per l'altro. Una fantasia che mira ad accalappiare il pubblico maschile, dimostrata anche dalle rare scene di fanservice con al centro Athena. La sua personalità, molto simile a una Nadeshiko realizzata male, sfugge ai tentativi di essere inquadrata, scomparendo sotto il peso del pattuente e degli altri membri del cast.
Sono proprio le divinità a pagare lo scotto peggiore della scarsa caratterizzazione: Valkyrie, Altemis, Venus, Nemesis e successivamente Quetzalcoatl interpretano parti piatte e senza alcun tipo di approfondimento; nell'ordine rappresentano gli stereotipi della combattente maschiaccio, della taciturna riflessiva, della seduttrice espansiva, della ragazzina inquietante e della mascotte mangereccia. Inutile dire che gli dei resteranno imprigionati in queste gabbie, che si ripercuotono anche nel comparto visivo: se il character design dei Logicalist è simpatico e accattivante per quanto concerne l'aspetto quotidiano, ad eccezione di quello di Yoshichika che ripropone pedissequamente il generico protagonista di anime per ragazzi, il design delle divinità è poco ispirato e d'impatto. Non aiuta il fatto che la loro mise di tutti i giorni sia di un grigio tenue, quasi a voler accentuare la loro appartenenza allo sfondo. Il look dei costumi, purtroppo, sembra risentire della Trance con le divinità: sembra fare il verso alle majokko senza portare avanti un design coerente ed efficace; la tenuta dal pelo arancione di Chloe non solo diffonde un'aura pacchiana, ma stride con i vestiti rosa acceso da fata di Tamaki e con l'abbigliamento underground di Mana.
Altra nota dolente riguarda l'animazione dei combattimenti, creata con l'ausilio del 3D, fluida ma che stride con il resto della puntata. Strappa solo un fugace sorriso quando si realizza che potrebbe essere una scelta voluta degli animatori, per dare l'idea di una sottospecie di videogame che potesse accostarsi al tema del gioco. Questo pensiero potrebbe portare a una domanda ulteriore, di non scarsa importanza: se la serie animata è un modo per promuovere un gioco di carte, queste ultime dove sono?
A differenza di "Yu-Gi-Oh" o "Duel Master", "Luck & Logic" sfrutta un cammino insolito per le carte, preferendo non focalizzare la sua narrazione sul gioco. Una decisione che permette alla serie animata di ergersi come una visione indipendente, forse non utile a introdurre alle regole e alle varie meccaniche di una partita, ma che riesce a incuriosire per andare poi da soli a scoprire il mondo esposto nell'anime.
Ma l'opera è interessante? "Luck & Logic" appassiona e spinge i suoi spettatori a interessarsi ai prodotti di riferimento? Purtroppo è difficile soprassedere alle tante mancanze della serie: l'intreccio narrativo banale e incoerente mostra tutta la sua pochezza nello stravolgimento della personalità di Olga sul finale, per forzare a tutti i costi una battaglia conclusiva fra lui e Yoshichika. La caratterizzazione scarsa dei personaggi e delle loro relazioni, accompagnate da un comparto visivo dai colori accesi ma che vede il resto nella norma o sotto il livello della mediocrità, dovrebbe lasciar presagire una certa difficoltà nell'attrarre il pubblico e portare il successo sperato.
Eppure, quei lampi di originalità sono inaspettati e positivi: l'indipendenza dal gioco di carte, il voler portare un po' di aria fresca dando un passato diverso al classico protagonista, il non voler assecondare i gusti odierni del pubblico con un harem, ma con una normale situazione di collaborazione e amicizia fra compagni di team, riescono a toccare una corda da qualche parte. Quel tanto che basta per arrivare alla conclusione della serie e assistere all'orrendo finale.
Sei, perché un po' di speranza è d'obbligo per portare novità nel genere.
"Luck & Logic" è un titolo del 2016, classificabile come anime fantascientifico di azione/combattimento. Dodici puntate che non riescono, a essere onesti, a raggiungere l'obiettivo prefissato, ovvero conquistare lo spettatore. Una storia banale e piuttosto scontata, dove i personaggi scorrono senza lasciare traccia di sé. Gli elementi fantascientifici vengono trattati con scarsa cura, facendoli così apparire come privi di senso e per nulla originali.
Insomma, un'opera che mostra molte lacune, ma che, sicuramente, avrebbe potuto fare qualcosa di meglio. Le buone premesse c'erano tutte e pure i rivolgimenti iniziali parevano far presagire qualcosa di interessante, anche se non travolgente. Un peccato, dunque, che tutto sia stato buttato nel cestino, per una serie che ha poco da dire.
In un mondo futuristico, l'umanità si trova in costante pericolo. Strane creature, che a quanto pare affermano di essere divinità, scendono ogni giorno sulla Terra per... fare qualcosa, non è specificato. Chi potrà difendere la città da queste calamità?
Prima di rispondere, è doveroso fare una piccola precisazione. In questo stesso mondo futuristico, gli uomini sembrano possedere al proprio interno delle carte, che assumono il nome di Logic. Sono queste a tracciare le modalità di comportamento di ogni uomo, una sorta di cervello cartaceo, impresso nell'animo di ognuno. Tuttavia vi sono individui che sono dotati di una particolare disposizione nella loro Logic, tale da renderli idonei a fondersi con le suddette divinità. Alcune di queste, fondamentalmente buone, scelgono dunque di trovare un pattuente tra gli uomini per poter così combattere la loro controparte cattiva.
Il protagonista della vicenda è Yoshichika Tsurugi, un ragazzo che ha perso il proprio potere di trasformarsi dopo aver praticato un tecnica proibita che gli ha fatto smarrire la carta della Logic necessaria per attuare la fusione. Tornato alla normalità, cerca inutilmente di adattarsi alla vita di tutti i giorni, insieme al padre e alla sorellina. Sarà solo Athena a salvarlo dalla sua noia quotidiana, ritrovando la sua carta e siglando con lui un nuovo patto.
Già dalla trama si può vedere come alcuni elementi appaiano piuttosto scontati e ripetitivi. Hanno un sapore per nulla nuovo e originale, anzi, ricordano molto opere del passato, e neanche tanto remoto. E, se la trama poggia su fondamenta piuttosto gracili, non si può fare un discorso poi molto diverso per gli abitanti di questo edificio. I personaggi, infatti, risultano alquanto scialbi e pallidi: caratteri piatti, che non offrono nulla e non aggiungono niente di proprio all'interno dell'opera.
Yoshichika è il classico protagonista che non pensa ad altro che al bene dell'umanità, quasi si credesse una sorta di paladino della giustizia. Elargisce perle di buonismo piuttosto grosse, che, a lungo andare, provocano una certa dose di voltastomaco. Bello, atletico e, ovviamente, bravo a combattere... aggiungiamo pure il fatto che è circondato da una buona dose di fanciulle, ed ecco che il piatto è servito. Peccato che, a livello sentimentale, non possiamo nemmeno dire che ci sia uno sviluppo harem. Le relazioni tra i personaggi sono pressoché assenti e quel poco che hanno saputo introdurre rimane fermo e statico dalla prima all'ultima puntata. Yoshichika e Athena sono la coppia centrale, ma non si direbbe, visto il numero di volte che si sono parlati. Al di là di ogni possibile giudizio sui due personaggi, prettamente soggettivo, manca effettivamente una parte in cui il rapporto tra questi due, qualunque esso sia, cresca e si rafforzi. I due paiono amiconi fin da subito, come se non ci fosse bisogno di dire altro.
Stesso discorso per gli altri protagonisti. Tra questi spiccano senza dubbio Tamaki Yurine, colei che più di tutti non manderà giù l'arrivo di Yoshichika, e Orga Brakechild, l'unico altro ragazzo tra i vari combattenti. Questi possiedono il potenziale per far bene, ma scelgono di mandarlo in fumo in modi diversi: la prima per il semplice fatto di essersi abbandonata a un ruolo prettamente secondario, il secondo per non aver concluso col botto.
La grafica è, a mio avviso, un'altra nota dolente di quest'opera. Di fatto non è proprio così negativa durante le fasi meno concitate della commedia, ma, appena iniziano i combattimenti, ecco che entra in scena una massiccia dose di computer grafica, che rende i vari movimenti farraginosi e poco realistici.
I personaggi, come design, sarebbero pure a posto, se non fosse per quelle "armature" da combattimento così orrende. Senza contare che hanno utilizzato (cosa che non vedevo dai tempi delle "Mew Mew") le trasformazioni, quasi fossero delle maghette. Insomma, potevano effettivamente risparmiarselo, soprattutto per il fatto che, con il passare delle puntate, finiscono con l'annoiare.
Il doppiaggio è buono, mentre le musiche possiedono un non so che di strano. Penso che la dubstep, seppur bella presa per conto suo, non convinca più di tanto per un anime di tal genere; o forse è stata semplicemente usata nella maniera sbagliata.
"Luck & Logic", però, non è affatto un anime così obbrobrioso. Potrebbe avere molteplici difetti, potrebbe risultare piuttosto noioso, potrebbe anche avere degli errori di trama alquanto evidenti... ma almeno si riesce ad arrivare alla fine. Consiglierei una visione senza troppe pretese, mettendosi il cuore in pace e non aspettandosi nulla di eccessivamente bello. C'è di peggio.
Sorprende invece, e molto, l'annuncio di una seconda stagione. La storia aveva pure raggiunto una sua conclusione, seppur parziale. Non c'era questo bisogno impellente di andare avanti, soprattutto visto il risultato finale dell'opera. A questo punto, non possiamo che attendere e vedere cosa ci riserverà il futuro.
Voto finale: 5 più
Insomma, un'opera che mostra molte lacune, ma che, sicuramente, avrebbe potuto fare qualcosa di meglio. Le buone premesse c'erano tutte e pure i rivolgimenti iniziali parevano far presagire qualcosa di interessante, anche se non travolgente. Un peccato, dunque, che tutto sia stato buttato nel cestino, per una serie che ha poco da dire.
In un mondo futuristico, l'umanità si trova in costante pericolo. Strane creature, che a quanto pare affermano di essere divinità, scendono ogni giorno sulla Terra per... fare qualcosa, non è specificato. Chi potrà difendere la città da queste calamità?
Prima di rispondere, è doveroso fare una piccola precisazione. In questo stesso mondo futuristico, gli uomini sembrano possedere al proprio interno delle carte, che assumono il nome di Logic. Sono queste a tracciare le modalità di comportamento di ogni uomo, una sorta di cervello cartaceo, impresso nell'animo di ognuno. Tuttavia vi sono individui che sono dotati di una particolare disposizione nella loro Logic, tale da renderli idonei a fondersi con le suddette divinità. Alcune di queste, fondamentalmente buone, scelgono dunque di trovare un pattuente tra gli uomini per poter così combattere la loro controparte cattiva.
Il protagonista della vicenda è Yoshichika Tsurugi, un ragazzo che ha perso il proprio potere di trasformarsi dopo aver praticato un tecnica proibita che gli ha fatto smarrire la carta della Logic necessaria per attuare la fusione. Tornato alla normalità, cerca inutilmente di adattarsi alla vita di tutti i giorni, insieme al padre e alla sorellina. Sarà solo Athena a salvarlo dalla sua noia quotidiana, ritrovando la sua carta e siglando con lui un nuovo patto.
Già dalla trama si può vedere come alcuni elementi appaiano piuttosto scontati e ripetitivi. Hanno un sapore per nulla nuovo e originale, anzi, ricordano molto opere del passato, e neanche tanto remoto. E, se la trama poggia su fondamenta piuttosto gracili, non si può fare un discorso poi molto diverso per gli abitanti di questo edificio. I personaggi, infatti, risultano alquanto scialbi e pallidi: caratteri piatti, che non offrono nulla e non aggiungono niente di proprio all'interno dell'opera.
Yoshichika è il classico protagonista che non pensa ad altro che al bene dell'umanità, quasi si credesse una sorta di paladino della giustizia. Elargisce perle di buonismo piuttosto grosse, che, a lungo andare, provocano una certa dose di voltastomaco. Bello, atletico e, ovviamente, bravo a combattere... aggiungiamo pure il fatto che è circondato da una buona dose di fanciulle, ed ecco che il piatto è servito. Peccato che, a livello sentimentale, non possiamo nemmeno dire che ci sia uno sviluppo harem. Le relazioni tra i personaggi sono pressoché assenti e quel poco che hanno saputo introdurre rimane fermo e statico dalla prima all'ultima puntata. Yoshichika e Athena sono la coppia centrale, ma non si direbbe, visto il numero di volte che si sono parlati. Al di là di ogni possibile giudizio sui due personaggi, prettamente soggettivo, manca effettivamente una parte in cui il rapporto tra questi due, qualunque esso sia, cresca e si rafforzi. I due paiono amiconi fin da subito, come se non ci fosse bisogno di dire altro.
Stesso discorso per gli altri protagonisti. Tra questi spiccano senza dubbio Tamaki Yurine, colei che più di tutti non manderà giù l'arrivo di Yoshichika, e Orga Brakechild, l'unico altro ragazzo tra i vari combattenti. Questi possiedono il potenziale per far bene, ma scelgono di mandarlo in fumo in modi diversi: la prima per il semplice fatto di essersi abbandonata a un ruolo prettamente secondario, il secondo per non aver concluso col botto.
La grafica è, a mio avviso, un'altra nota dolente di quest'opera. Di fatto non è proprio così negativa durante le fasi meno concitate della commedia, ma, appena iniziano i combattimenti, ecco che entra in scena una massiccia dose di computer grafica, che rende i vari movimenti farraginosi e poco realistici.
I personaggi, come design, sarebbero pure a posto, se non fosse per quelle "armature" da combattimento così orrende. Senza contare che hanno utilizzato (cosa che non vedevo dai tempi delle "Mew Mew") le trasformazioni, quasi fossero delle maghette. Insomma, potevano effettivamente risparmiarselo, soprattutto per il fatto che, con il passare delle puntate, finiscono con l'annoiare.
Il doppiaggio è buono, mentre le musiche possiedono un non so che di strano. Penso che la dubstep, seppur bella presa per conto suo, non convinca più di tanto per un anime di tal genere; o forse è stata semplicemente usata nella maniera sbagliata.
"Luck & Logic", però, non è affatto un anime così obbrobrioso. Potrebbe avere molteplici difetti, potrebbe risultare piuttosto noioso, potrebbe anche avere degli errori di trama alquanto evidenti... ma almeno si riesce ad arrivare alla fine. Consiglierei una visione senza troppe pretese, mettendosi il cuore in pace e non aspettandosi nulla di eccessivamente bello. C'è di peggio.
Sorprende invece, e molto, l'annuncio di una seconda stagione. La storia aveva pure raggiunto una sua conclusione, seppur parziale. Non c'era questo bisogno impellente di andare avanti, soprattutto visto il risultato finale dell'opera. A questo punto, non possiamo che attendere e vedere cosa ci riserverà il futuro.
Voto finale: 5 più
"Luck & Logic" è una serie anime, composta al momento da una sola stagione di dodici puntate, pubblicata in Italia dalla Yamato.
La trama è molto semplice: il protagonista, Yoshichika, combatte insieme alla dea Atena e ai compagni dell'ALCA, agenzia che si occupa di difendere la città, diventando un Logicalist. L'idea di unire uomini normali e divinità contro gli stessi nemici mi aveva attirato inizialmente, ma questa parte ha grossi difetti: le divinità sembrano più ragazzine che divinità vere e proprie, e vengono dedicate puntate intere a personaggi che però poi in realtà non hanno chissà quale ruolo e che, soprattutto, sanno di già visto. Nonostante questo, la parte finale, dalla nona puntata in poi, guadagna molti punti non solo dal punto di vista della trama, ma anche per i combattimenti, l'evoluzione di Olga (il quale, personalmente, mi ha ispirato fin da subito) e per la conclusione, perfetta secondo me. La grafica non ha mai avuto cali ed è sempre rimasta su ottimi livelli.
Se la prima parte dell'anime non fosse stata noiosa ma più "carica" come la seconda parte, sicuramente sarebbe stato un 8 pieno.
La trama è molto semplice: il protagonista, Yoshichika, combatte insieme alla dea Atena e ai compagni dell'ALCA, agenzia che si occupa di difendere la città, diventando un Logicalist. L'idea di unire uomini normali e divinità contro gli stessi nemici mi aveva attirato inizialmente, ma questa parte ha grossi difetti: le divinità sembrano più ragazzine che divinità vere e proprie, e vengono dedicate puntate intere a personaggi che però poi in realtà non hanno chissà quale ruolo e che, soprattutto, sanno di già visto. Nonostante questo, la parte finale, dalla nona puntata in poi, guadagna molti punti non solo dal punto di vista della trama, ma anche per i combattimenti, l'evoluzione di Olga (il quale, personalmente, mi ha ispirato fin da subito) e per la conclusione, perfetta secondo me. La grafica non ha mai avuto cali ed è sempre rimasta su ottimi livelli.
Se la prima parte dell'anime non fosse stata noiosa ma più "carica" come la seconda parte, sicuramente sarebbe stato un 8 pieno.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Ho difficoltà a recensire "Luck & Logic". L'idea non sarebbe stata malvagia, anche se non originale: uomini e dei che si alleano contro nemici comuni. Però qua non decolla niente, non c'è emozione, i nemici sono mostri grotteschi, i protagonisti hanno pochissimo spessore, poca personalità. Le dee sono ragazzine timide e carine, ossia il contrario di come siamo abituati a conoscerle. Un minimo di tensione arriva solo in fondo, quando Lucifer (un dio? Un semidio? Un demone? Boh!) si allea con Olga per conquistare il mondo, ma il buonismo trionfa, Olga alla fine si ribella e tutti vissero felici e contenti. Tranne Lucifer che sembra scomparire e il nostro eroe Tsurugi che perde la memoria, ma Athena si dice convinta che la ritroverà.
Un anime deve dare emozioni. "Luck & Logic" non è riuscito a suscitarmi altro che noia, se non fosse stato in simulcast probabilmente lo avrei abbandonato a metà. Avrei preferito che fosse brutto, invece non sa di niente, è incolore, inodore, insapore... Sembra che ne faranno una seconda serie, speriamo possa correggere le carenze di questa.
Ho difficoltà a recensire "Luck & Logic". L'idea non sarebbe stata malvagia, anche se non originale: uomini e dei che si alleano contro nemici comuni. Però qua non decolla niente, non c'è emozione, i nemici sono mostri grotteschi, i protagonisti hanno pochissimo spessore, poca personalità. Le dee sono ragazzine timide e carine, ossia il contrario di come siamo abituati a conoscerle. Un minimo di tensione arriva solo in fondo, quando Lucifer (un dio? Un semidio? Un demone? Boh!) si allea con Olga per conquistare il mondo, ma il buonismo trionfa, Olga alla fine si ribella e tutti vissero felici e contenti. Tranne Lucifer che sembra scomparire e il nostro eroe Tsurugi che perde la memoria, ma Athena si dice convinta che la ritroverà.
Un anime deve dare emozioni. "Luck & Logic" non è riuscito a suscitarmi altro che noia, se non fosse stato in simulcast probabilmente lo avrei abbandonato a metà. Avrei preferito che fosse brutto, invece non sa di niente, è incolore, inodore, insapore... Sembra che ne faranno una seconda serie, speriamo possa correggere le carenze di questa.
Ho iniziato questo anime perché mi incuriosiva senza dubbio la parte grafica (che non delude), mentre la trama come al solito pecca magari di poca originalità, ma è peculiare nei dettagli e nell'interpretazione di "trance" tra divinità e pattuente umano, senza marcare troppo il carattere fantasy che va a braccetto con la fantascienza (sicuramente più marcata). A mio avviso è il famoso "mappazzone" dove divinità (e non), mostri mitologici (forse?) si trovano a condividere lo stesso ambiente senza un senso (apparentemente) logico.
Sullo sfondo di questa storia sicuramente si apprezza l'azione o, meglio, la costruzione delle scene di battaglia; il lato sentimentale è appena accennato, forse per dare un po' di spessore a personaggi altrimenti di poco spessore o poco incidenti. La trama in realtà non è male, ma pecca a mio avviso di una scarsa sceneggiatura, quindi troviamo un bel po' di buchi che forse devono essere colmati sempre con la logica (e un po' di fortuna); a parte i giochi di parole comunque non è un difetto insormontabile, si riesce a seguire la storia senza sforzi - ho cercato qualche significato recondito nelle raffigurazioni e nelle scene ma non ho trovato nulla a cui appellarsi. Il filo conduttore sono i buoni supportati dalle divinità che hanno come protagonisti i giochi di potere; tutta la storia ha come filo conduttore il dramma interiore di sentirsi fuori luogo, portato nell'anime sia come "situazione" che come metafora, ovvero le vicende della protagonista Yoshichika che ricomincia il suo percorso come eroe, che la porterà passo dopo passo a scontri con diversi avversari.
Gli altri personaggi di questa storia sono messi lì a raccontare un poco del loro vissuto, ma senza apparenti drammi insormontabili; forse le scenette e piccole gag tra di loro in effetti sono il collante che tiene in piedi tutto l'anime, e intorno a cui ruotano i comprimari della storia che, senza bisogno di un romanticismo forzato, sviluppano la trama sicuramente con qualche colpo di scena in maniera semplice e ahimè scontata ma molto dinamica. La parte avversa o i nemici sono chiari fin da subito, anche se la motivazione il più delle volte sfugge, se non nella descrizione della trama iniziale.
Il lato tecnico è fatto bene, è funzionale, le colorazioni e le animazioni sono molto buone, i mostri cattivi forse sono poco valorizzati, quando in realtà potrebbe essere un punto di forza di questo anime.
In conclusione, va visto perché non tradisce le aspettative. Mi è piaciuta molto l'opening dell'anime, dinamica e molto curata.
Sullo sfondo di questa storia sicuramente si apprezza l'azione o, meglio, la costruzione delle scene di battaglia; il lato sentimentale è appena accennato, forse per dare un po' di spessore a personaggi altrimenti di poco spessore o poco incidenti. La trama in realtà non è male, ma pecca a mio avviso di una scarsa sceneggiatura, quindi troviamo un bel po' di buchi che forse devono essere colmati sempre con la logica (e un po' di fortuna); a parte i giochi di parole comunque non è un difetto insormontabile, si riesce a seguire la storia senza sforzi - ho cercato qualche significato recondito nelle raffigurazioni e nelle scene ma non ho trovato nulla a cui appellarsi. Il filo conduttore sono i buoni supportati dalle divinità che hanno come protagonisti i giochi di potere; tutta la storia ha come filo conduttore il dramma interiore di sentirsi fuori luogo, portato nell'anime sia come "situazione" che come metafora, ovvero le vicende della protagonista Yoshichika che ricomincia il suo percorso come eroe, che la porterà passo dopo passo a scontri con diversi avversari.
Gli altri personaggi di questa storia sono messi lì a raccontare un poco del loro vissuto, ma senza apparenti drammi insormontabili; forse le scenette e piccole gag tra di loro in effetti sono il collante che tiene in piedi tutto l'anime, e intorno a cui ruotano i comprimari della storia che, senza bisogno di un romanticismo forzato, sviluppano la trama sicuramente con qualche colpo di scena in maniera semplice e ahimè scontata ma molto dinamica. La parte avversa o i nemici sono chiari fin da subito, anche se la motivazione il più delle volte sfugge, se non nella descrizione della trama iniziale.
Il lato tecnico è fatto bene, è funzionale, le colorazioni e le animazioni sono molto buone, i mostri cattivi forse sono poco valorizzati, quando in realtà potrebbe essere un punto di forza di questo anime.
In conclusione, va visto perché non tradisce le aspettative. Mi è piaciuta molto l'opening dell'anime, dinamica e molto curata.