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Arielle

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9,5
"Zootropolis" è un pregevole film d'animazione prodotto dalla Disney.
Ambientato in una metropoli popolata da animali antropomorfi, racconta la storia di Judy Hopps, una coniglietta ambiziosa che sogna di diventare poliziotta. Ella riesce a entrare nella forza di polizia di Zootropolis, ma ben presto si ritrova a dover affrontare un mistero.

La trama di "Zootropolis" mi ha presa sin da subito: oltre ad essere avvincente e ricca di colpi di scena, il film affronta temi che non mi aspettavo, come la discriminazione e i pregiudizi. La storia di Judy che vediamo svilupparsi sullo schermo è realizzata in un modo pressoché perfetto, per farci capire l'importanza della diversità e dell'amicizia; certe scene veicolano questi temi in un modo molto intelligente, dimostrando che anche i più diversi possono collaborare per raggiungere un obiettivo comune.

La grafica di "Zootropolis" è semplicemente perfetta e giusta per il tipo di film. Ogni personaggio è caratterizzato da un design unico e accattivante, e la città di Zootropolis è un vero e proprio universo a sé stante, ricco di dettagli e ambientazioni diverse.
La colonna sonora di "Zootropolis" è un altro punto di forza del film. Le musiche originali sono divertenti, coinvolgenti e perfettamente in linea con le atmosfere delle diverse scene. Inoltre, la colonna sonora è ricca di riferimenti musicali che piaceranno sia ai bambini che agli adulti.

Tirando le somme, "Zootropolis" è un pregevole film d'animazione che va oltre ogni mia aspettativa. È un'opera divertente, emozionante e ricca di significati, quindi consiglio molto questo film a chi cerca un film animato che lo faccia sorridere e anche riflettere, ma anche a chi cerca un prodotto molto ben realizzato e che tratta in modo intelligente temi importanti.


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HakMaxSalv92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Un cartone animato decisamente borderline, se posso permettermi, ma che comunque presenta nondimeno delle tematiche molto attuali che è bene rinfrescare.

La storia ha un inizio molto blando e sottile, per poi prendere una piega decisamente inaspettata dopo. È una versione animalesca della tipica storia urbana statunitense, con un tocco di originalità riguardo la tematica della discriminazione ed emarginazione. Il tutto si svolge entro i confini di una città, Zootropolis, che altro non è che una versione animalesca di New York. Qui la nostra protagonista entra nel dipartimento di polizia della città e indaga sulla scomparsa di alcuni "predatori", aiutata niente poco di meno che da un "predatore", il tutto per creare una società più equa e giusta. Questo è il climax della storia, la quale non fa che mettere in evidenza quanto l'equilibrio di una società sia fragile e di come un niente sia sufficiente per incrinarlo, scatenando il panico; panico che puntualmente viene sfruttato da chi meno ci si aspetta.

I personaggi sono non solo animali in carne e ossa, ma anche l'allusione allo spirito animale che c'è in ciascuno di noi e con il quale bisogna fare i conti presto o tardi. Ma qui sorge un altro elemento sorpresa, cioè quello di ribaltare i ruoli, tipico elemento "tragicomico" dell'esistenza, perché ricordiamoci attentamente che la vita e l'esistenza sono due sfumature dello stesso concetto, che rimandano però a sfere diverse. La trama può essere considerata una sorta di esperimento sociale pseudo-darwiniano, dove appunto vengono enfatizzati i concetti di "evoluzione" e "diversità biologica", e come questa sia la chiave della sopravvivenza degli ecosistemi. "Non è la specie più forte né quella più intelligente a sopravvivere, ma è quella che meglio recepisce i cambiamenti." Ed è su questo climax che si svolge la trama di "Zootropolis". Lo scambio dei ruoli tra gli animali serve a mettere in evidenza il fatto che niente e nessuno è ciò che sembra e che dobbiamo molto spesso cercare, trovare, comprendere, accettare, sopportare, tollerare, analizzare, sintetizzare, concettualizzare e vivere l'alter ego, l'altro io, per mutare, cambiare ed evolverci in esseri, persone migliori.

La musica non svolge un ruolo decisivo. In confronto i personaggi sono decisamente più interessanti, hanno i caratteri e la personalità tipiche dei loro personaggi. Questo catapulta lo spettatore e lo induce a immedesimarsi nell'animale/spirito guida che porta in sé, per meglio comprendere sé stesso, facendogli scoprire l'altro io. Il tema dell'emarginazione fa da sfondo e aiuta a meglio comprendere le categorie sociali che lo vivono sul proprio pelo.

NickyFlowers

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Dopo il ritorno in grande stile della Disney con quel mezzo capolavoro che fu “Ralph Spaccatutto”, la sottoscritta non vedeva l’ora di vedersi un nuovo classico Disney, che offrisse a grandi e piccini diverse pillole di vita addolcite da una giusta dose di divertimento. Purtroppo, con il mediocre “Frozen” e il non così tanto eccezionale “Big Hero 6” le mie aspettative non vennero mai soddisfatte. Dunque, si può dedurre che, non appena sentii parlare di un nuovo classico Disney in cantiere, non ero particolarmente impaziente di vedermelo. E accidenti ai miei pregiudizi: per poco mi perdevo un altro mezzo capolavoro.

In un mondo in cui gli esseri umani non sono mai esistiti, gli animali nel corso del tempo si sono evoluti e abitano tutti insieme senza che i predatori mangino le prede. Protagonista della storia è Judy, una coniglietta che sin da quando era cucciola sogna di diventare un’agente di polizia. Con molta fatica, Judy riesce a diventare un poliziotto. Tuttavia, i pregiudizi degli altri animali nei suoi confronti continuano ad essere presenti e lei dovrà continuare ad abbatterli, risolvendo un caso particolarmente difficile con l’aiuto di qualcuno che come lei è sempre mal giudicato per la sua natura: la volpe Nick. Non mi dilungo oltre, perché ‘spoilerare’ un film del genere per me è un gran peccato.

Ci sono molti elementi per cui questo film ha le potenzialità di diventare un capolavoro (se non lo è già). Si può partire dall’articolata e ben gestita commistione di generi, dove il comico, il drammatico e il noir vanno a mescolarsi creando una perfetta armonia. Si può continuare parlando della brillantezza e genialità degli sceneggiatori nello scrivere personaggi memorabili anche dopo averli visti solo per due secondi: ne sono un esempio lo yak maestro di yoga, il bradipo Flash e il topo ragno Mr. Big.
Ma i personaggi che rimarranno sempre scolpiti nella mia mente sono i due protagonisti. Judy e Nick sono un’accoppiata vincente. All’inizio sembra quasi impossibile che due tipi così diversi - ottimista l’una, cinico l’altro - possano legare, ma nel corso del film le loro diversità sembreranno delle sottigliezze in confronto alle tante cose che hanno in comune, a partire dal fatto che entrambi sono sempre stati vittime del pregiudizio altrui. Ma su di loro non vorrei soffermarmi più di tanto: tutte le scene in cui sono presenti sono sempre state sorprendenti e a volte anche toccanti.

Sul lato tecnico del film è inutile spendere diverse righe di recensione: si parla della Disney, e la qualità è sempre eccelsa, dalla cura maniacale con cui sono stati disegnati e animati gli animali (i peli delle loro pellicce sembrano veri) ai vari habitat che caratterizzano Zootropolis tutti da scoprire. Piccolo appunto sul doppiaggio italiano: sono anni che in Italia si chiamano volti noti a doppiare i film d’animazione, anche quelli della Disney. In “Zootropolis” alcune interpretazioni, come quelle di Massimo Lopez e di Leo Gullotta sono state apprezzate (e anche giustamente), ma altre come quelle di Paolo Ruffini e di Frank Matano sono state odiate sotto ogni punto di vista. Sebbene ciò che fanno Ruffini e Matano di mestiere non sia di mio gusto, non si può negare che siano stati abbastanza bravi nel doppiare i propri personaggi. La loro parte occupa pochissimo spazio nel film e non capisco perché criticare l’accento livornese di Ruffini quando non ho sentito nessuno condannare la parlata romana di Romeo in “Gli Aristogatti”: in entrambi i casi si capisce che la cosa è voluta e in entrambi i casi per me è un ulteriore tocco di classe dato ai personaggi.

In conclusione, “Zootropolis” è un classico Disney degno di questo nome, che affronta argomenti come la diversità e come a volte i propri sogni rimangono irrealizzabili, nonostante l’impegno. Per quanto siano temi delicati, essi vengono trattati e presentati nella giusta maniera, senza sembrare troppo didascalici né troppo pesanti. Consiglio di vederlo non solo ai fan della Disney, ma proprio a tutti, e non si permetta che il pregiudizio (termine molto presente in questa recensione) tenga alla larga le persone da questo piccolo gioiello cinematografico.


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Furetto93

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Premetto che detesto il termine furry, che mi è stato a volte affibbiato solo perché appassionata di serie con animali parlanti (ma, chiarisco subito, io rispetto gay ed etero allo stesso modo, ma i film a luci rosse, che siano donnaxdonna o uomoxuomo, che siano di animali antropomorfi o di esseri umani, li detesto e non li guarderò mai - e lo dico da agnostica e a favore dei matrimoni gay, anzi a favore dei diritti uguali per tutti in generale); stessa cosa per il mio nickname, nato dal fatto che la mia gatta si comportava come un furetto e anche per lo scarto consonantico furetto-fumetto. I film e cartoni con animali parlanti li apprezzo proprio perché... gli animali parlanti non esistono! Ed è questo il bello, creare delle storie impossibili nella grigia vita reale.

Parlando del film, la cosa bella è che viene proposta un'allegoria della società umana, dove i vari stereotipi e le varie etnie vengono trasfigurati sotto forma di vari mammiferi, quali i conigli (per rappresentare la comunità afro-americana e le donne che vogliono fare lavori da uomini) o le volpi (le categorie sociali che vorrebbero riuscire a essere viste bene, ma i pregiudizi della società le rendono vittime di discriminazione e le rendono vittimisti). Altri personaggi divertenti sono un ghepardo ciccione e dall'aspetto bonaccione, oltre ai celeberrimi bradipi Flash e Priscilla.
E' un film di spionaggio, piuttosto movimentato e a tratti commovente, con molte gag geniali e un ritmo incalzante. Trovo la scelta del cattivo a sorpresa (spalla di qualcun'altro, più "forte" del suddetto cattivo) molto, ma molto azzeccata, e anche geniale, nonostante si capisca, dalle sue movenze, che il suddetto personaggio è tutt'altro che innocente. In alcuni punti, soprattutto quando i due protagonisti sono vittima di bullismo, il film riesce a commuovere, come anche il finale che sottolinea che la vita è complicata e il mondo non è al servizio di nessuno, ma vivere è una grande avventura.

L'animazione 3D è davvero molto bella e credibile, i personaggi sembrano davvero vivi e vegeti, e non dei pupazzi come in molte serie animate in CGI. I vari distretti della città sono anch'essi molto creativi, uno spettacolo per gli occhi.

Purtroppo non è un film da 10 pieno. Il perché? Innanzitutto, il topo mafioso... non lo trovo un personaggio malvagio, ma sinceramente il tema della mafia italo-americana nei cartoni ha stancato: Tony Ciccione de "I Simpson", i Picciotti degli "Animaniacs", i coccodrilli mafiosi dell'orribile film "Uno zoo in Fuga", gli squali di "Shark Tale"... un po' di varietà e un calcio a questo noioso stereotipo farebbe bene (anche se, onestamente, ho apprezzato la citazione al colossal "Il Padrino", con il matrimonio buzzurro con i topi).
E poi c'è la canzoncina "Try everything" di Gazelle/Shakira. Di solito quest'artista mi piace molto (pensiamo a "Hips Don't Lie", "Whenever, Whenever", "This Time For Africa"), ma questa volta la canzone che canta è sì orecchiabile, ma ha proprio pochissimo brio, sia paragonata ad altre canzoni della cantante colombiana che a canzoni Disney precedenti.

A parte questi pochissimi difetti (anche se sono un po' pesanti, in verità), il film lo consiglio caldamente a chiunque ami vedere storie impossibili (ovvero con animali parlanti), ai furry normali (ovvero quelli che odiano le cose sporche con animali parlanti, ma comunque vogliono riconoscersi nella comunità), ai bambini di tutte le età e alle famiglie. Buon divertimento.

Utente970

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Utente970

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Trama: Judy, una piccola coniglietta di campagna, sogna di divenire una poliziotta fin da bambina. È tenace e nobile d'animo, ma questo compito difficile viene normalmente coperto dai predatori, più grandi e forti della media dei cittadini e quindi per natura più adatti a prendere i malviventi pericolosi. Tuttavia la piccola non demorde e riesce a farsi concedere un'opportunità. In città nel frattempo alcuni animali stanno tornando allo stato primitivo e aggressivo dei loro antenati. Tra amicizie anomale e una città sempre più stretta dai pregiudizi, Judy e il truffaldino Nick dovranno risolvere il mistero e fermare la piaga.

Adorabile, ma non memorabile!

La trama francamente è banale, prendi un film poliziesco degli ultimi quarant’anni e ci troverai metà, se non il 90% della storia; il distintivo in ballo, il tempo limitato per risolvere il caso, gente incastrata, un furfante come spalla con cui si litiga e si stringe un solido rapporto che lo redime... c'è addirittura un padrino alla Marlon Brando. Se siete grandicelli potete comprendere quindi perché in certi momenti mi immaginavo Nick come Eddy Murphy...

Judy è un'ottima protagonista, tenerissima, davvero troppo carina, e anche Nick ne esce bene col suo fare tra il furbo e l'elegante non eccessivo. Ottima la scena ormai cult del bradipo Flash e, da persona del Sud che normalmente storce molto il naso ai luoghi comuni, devo ammettere che non ho disprezzato il regionalismo dei personaggi come la faina e il Don, anzi mi hanno fatto sorridere, però è comprensibile che possa urtare la sensibilità di qualcuno. Tralasciando questo, purtroppo ci sono difettucci maggiori, almeno per il sottoscritto. Le musiche in un film animato non devono mai essere eccessive, ma in questo caso siamo all'opposto: principalmente ve ne è una in risalto e l'hanno lasciata in inglese. Una canzone pop in inglese! Ma dico, è Disney o uno spin-off di “Madagascar”? Vergogna! Come non bastassero i titoli che scelgono ultimamente. Persino nei cognomi e in altre cosucce più facili da cambiare, come alcuni soprannomi, non si sono sprecati. “Zootropolis” non è una cittadina comune né una New York composta di animali, non ha senso quindi che il pubblico non americano si perda qualcosa. Sono morti e sepolti i tempi "der mejo gatto der colosseo". Insomma, c'è qualità tecnica altissima mista a superficialità localizzativa, a mio avviso. Oltretutto l'amico di Nick non viene coinvolto mai minimamente nella storia, viene lasciato andare senza motivo, eppure ha partecipato tanto quanto lui all'inizio, quindi è assurdo; inoltre, alcune cose, proprio per il genere di trama, si prevedono facilmente. Senza dubbio bellissimo è il messaggio di tolleranza, sottolineato, evidenziato e ripetuto (non approfondendo mai volontariamente come i carnivori facciano a nutrirsi), ma nella percentuale di predatori, inutilmente precisa, un adulto potrebbe vederci anche un messaggino più velato e bruttino.

Capisco le lamentele di chi dice che non sembra Disney, ma, a dirla tutta, a parte qualche lacrima ben posizionata, non sembra nemmeno Pixar. E' una sorta di un misto tra questi e i prodotti Universal e Fox. Ben riuscito, gradevolissimo, ma perde qualcosa nel suo voler fare il verso ad altri e a continuare la gag dell'autoironia sul passato. In ogni caso ne consiglio la visione assolutamente, peccato solo che, con tali personaggi e qualità visiva altissima, potesse davvero aspirare a qualcosa di più.