DAYS
Prima di iniziare a recensione vera e propria ci tengo a ricordare che questa serie, come molte altre, si trova su VVVVID che è rimasto su internet l’unico distributore italiano gratis e che negli anni scorsi ha costruito un discreto archivio di anime: se avete degli amici che hanno voglia di anime, ma non di fare abbonamenti fate loro il nome di questa piattaforma. Fatta la promozione dell’”editore” che mi ha permesso di vedere l’anime passiamo al giudizio sull’opera.
Il giudizio per me è un sette e mezzo.
Di opere sul calcio nei decenni ne ho viste parecchie: "Capitan Tsubasa" (o meglio “Holly & Benji”) è diventato uno dei miei anime preferiti da bambino, trovo che il suo punto forte fossero le esagerazioni tipo “la catapulta infernale” dei fratelli Derrick o il tiro della tigre di Mark Landers.
"Days" invece è una serie diversa eppure troviamo anche qui delle esagerazioni, che però sembrano stonare: il protagonista è il solito dilettante che non ha mai fatto parte di nessun club sportivo o praticato mai sport che entra nel club di calcio e in sei mesi diventa uno dei perni della squadra con la sua passione travolgente e l’impegno…
Ciò ricorda molte serie dedicate a questo ed altri sport (tipo “Slam Dunk” tanto per dirne una) e il fumetto che mi sembra made in Kodansha poteva essere uscito benissimo su Shonen Jump in quanto si basa sul solito trinomio (impegno, amicizia, vittoria) che ha reso grande la rivista ma che ha portato alla creazione di decine (ma che dico centinaia di migliaia) di manga irrealistici.Il protagonista, che ha l’aspetto di una nullità e forse ne ha anche il carattere, mi ha ricordato la mia bestia nera: il protagonista di "Tokyo Revengers".
Tenendo conto che ai primi tre episodi ho dato un pollice arancione tendente al rosso alla fine potete chiedermi come mai ho dato un voto così “alto”. Poiché fatto il callo a queste debolezze e anche se non brilla in originalità alla fine il tempo passa negli episodi successivi con piacere anche senza arrivare a vette eccelse… sì nei disegni ho trovato la qualità a cui mi aveva abituato ne "l’Attacco dei Giganti" lo studio MAPPA, conoscevo il regista grazie ad alcuni film del brand One Piece e ho apprezzato entrambe le opening (meno le ending).
Insomma anche se non è un’opera imprescindibile né in generale né nello specifico dell’opera sportiva secondo me vista tutta di un fiato lascia un buon ricordo.
Si conclude con un finale aperto in quanto il manga è durato per altri cinque anni dalla fine dell’anime e non sembra che al momento la seconda parte sia in predicato di venire animata.
Il giudizio per me è un sette e mezzo.
Di opere sul calcio nei decenni ne ho viste parecchie: "Capitan Tsubasa" (o meglio “Holly & Benji”) è diventato uno dei miei anime preferiti da bambino, trovo che il suo punto forte fossero le esagerazioni tipo “la catapulta infernale” dei fratelli Derrick o il tiro della tigre di Mark Landers.
"Days" invece è una serie diversa eppure troviamo anche qui delle esagerazioni, che però sembrano stonare: il protagonista è il solito dilettante che non ha mai fatto parte di nessun club sportivo o praticato mai sport che entra nel club di calcio e in sei mesi diventa uno dei perni della squadra con la sua passione travolgente e l’impegno…
Ciò ricorda molte serie dedicate a questo ed altri sport (tipo “Slam Dunk” tanto per dirne una) e il fumetto che mi sembra made in Kodansha poteva essere uscito benissimo su Shonen Jump in quanto si basa sul solito trinomio (impegno, amicizia, vittoria) che ha reso grande la rivista ma che ha portato alla creazione di decine (ma che dico centinaia di migliaia) di manga irrealistici.Il protagonista, che ha l’aspetto di una nullità e forse ne ha anche il carattere, mi ha ricordato la mia bestia nera: il protagonista di "Tokyo Revengers".
Tenendo conto che ai primi tre episodi ho dato un pollice arancione tendente al rosso alla fine potete chiedermi come mai ho dato un voto così “alto”. Poiché fatto il callo a queste debolezze e anche se non brilla in originalità alla fine il tempo passa negli episodi successivi con piacere anche senza arrivare a vette eccelse… sì nei disegni ho trovato la qualità a cui mi aveva abituato ne "l’Attacco dei Giganti" lo studio MAPPA, conoscevo il regista grazie ad alcuni film del brand One Piece e ho apprezzato entrambe le opening (meno le ending).
Insomma anche se non è un’opera imprescindibile né in generale né nello specifico dell’opera sportiva secondo me vista tutta di un fiato lascia un buon ricordo.
Si conclude con un finale aperto in quanto il manga è durato per altri cinque anni dalla fine dell’anime e non sembra che al momento la seconda parte sia in predicato di venire animata.
Quando si sceglie di visionare anime sportivi è giusto cominciarli con qualche riserva consapevoli che, in tanti anni di animazione nipponica, se ne sono visti in tutte le salse di questo genere. Se parliamo poi di calcistici il compito è ancora più arduo poiché è impossibile non fare confronti con il classico "Capitan Tsubasa" ("Holly e Benji"). È quindi bene capire che impostazione viene data, se seria o fantasiosa. "Days" lo possiamo tranquillamente includere nella prima categoria per ciò che si è visto in questi primi 24 episodi, anche se parzialmente.
Tsukushi Takamoto è il classico ragazzo incapace ed insicuro che si ritrova, grazie all'incontro con un personaggio carismatico di nome Kazama, ad entrare in un club calcistico scolastico di primo livello, il Seiseki.
La partenza è molto lenta e i vari piagnistei e difficoltà del ragazzo possono portare ad una interruzione dell'anime per i poco pazienti e per chi cerca un tuffo immediato nello sviluppo della trama che risulta essere molto lenta. Stiamo parlando di un ragazzo che ha come sola capacità, la resistenza fisica, per il resto non sa nemmeno calciare un pallone.
Per i più pazienti invece potrà risultare simpatico e piacevole seguire l'evoluzione di Tsukushi con i piedi ma soprattutto nel carattere. Infatti l'incontro con altri personaggi plasmerà il protagonista in tutti gli ambiti. Non si vedrà quindi solo solcare un prato verde e tirare in porta, il "fuori dal campo" avrà la stessa importanza del "dentro". Direi che è proprio questa la forza di "Days", sottolineare valori importanti quali amicizia, sinergia di gruppo, spirito di sacrificio sportivo e tematiche serie, come insicurezze scolastico-sociali o persone care costrette ad una sedia a rotelle.
Le partite giocate sono abbastanza credibili tranne per qualche solito eccesso, ma sono cose che suppongo appartengano al dna degli autori giapponesi.
È un anime che scorre tranquillo, non ha chissà quali colpi di scena ed è condito da qualche frequente clichè, ma rilassa, diverte, e fa venir voglia di seguire l'evoluzione degli eventi.
Il voto positivo quindi è dato dalla capacità di intrattenere lo spettatore nonostante qualche difetto su citato che appunto, viene nascosto da quelle cose di contorno assolutamente piacevoli.
Tsukushi Takamoto è il classico ragazzo incapace ed insicuro che si ritrova, grazie all'incontro con un personaggio carismatico di nome Kazama, ad entrare in un club calcistico scolastico di primo livello, il Seiseki.
La partenza è molto lenta e i vari piagnistei e difficoltà del ragazzo possono portare ad una interruzione dell'anime per i poco pazienti e per chi cerca un tuffo immediato nello sviluppo della trama che risulta essere molto lenta. Stiamo parlando di un ragazzo che ha come sola capacità, la resistenza fisica, per il resto non sa nemmeno calciare un pallone.
Per i più pazienti invece potrà risultare simpatico e piacevole seguire l'evoluzione di Tsukushi con i piedi ma soprattutto nel carattere. Infatti l'incontro con altri personaggi plasmerà il protagonista in tutti gli ambiti. Non si vedrà quindi solo solcare un prato verde e tirare in porta, il "fuori dal campo" avrà la stessa importanza del "dentro". Direi che è proprio questa la forza di "Days", sottolineare valori importanti quali amicizia, sinergia di gruppo, spirito di sacrificio sportivo e tematiche serie, come insicurezze scolastico-sociali o persone care costrette ad una sedia a rotelle.
Le partite giocate sono abbastanza credibili tranne per qualche solito eccesso, ma sono cose che suppongo appartengano al dna degli autori giapponesi.
È un anime che scorre tranquillo, non ha chissà quali colpi di scena ed è condito da qualche frequente clichè, ma rilassa, diverte, e fa venir voglia di seguire l'evoluzione degli eventi.
Il voto positivo quindi è dato dalla capacità di intrattenere lo spettatore nonostante qualche difetto su citato che appunto, viene nascosto da quelle cose di contorno assolutamente piacevoli.