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ALUCARD80

Episodi visti: 24/24 --- Voto 7,5
Nel linguaggio corrente, il termine “sogno” possiede principalmente due accezioni: la più nota e ovvia indica lo stato onirico del nostro sistema cerebrale durante le fasi del sonno. La seconda, invece, è qualcosa di più astratto, sinonimo di desiderio, speranza quasi irraggiungibile, il compimento di un qualcosa di insperato. In pratica, una sorta di miracolo.
Gentile, potentemente delicato, commovente e positivo nel suo educato e riservato dolore, “Kanon” ci racconta un Sogno che è entrambe le cose, contemporaneamente.

Dai creatori dei famosissimi “Clannad” e “Air”, eccoci servito il remake dell’omonima serie animata, ideata nel 2002. Versione rinnovata, soprattutto esteticamente, che nonostante abbia mantenuto l’impostazione esasperata dei connotati, si rivela nel complesso ben più gradevole e approfondita della prima, insufficiente stesura.
È sin dall’opening - capace fino all’ultima nota di prospettare scenari dolci e strazianti - che si può intuire senza troppe trasparenze un’atmosfera unica, particolare, come raramente abbiamo potuto apprezzare in un prodotto di questo genere; una musicalità nostalgica e malinconica, pervasa da un senso di remota tristezza mai conosciuta (per citare Baricco, la famigerata nostalgia di qualcosa che non s’è mai vissuto), eppure, al tempo stesso, ricca di una densa dolcezza che permetterà di bilanciare una malcelata desolazione che fa da sfondo generale.

Questa è la storia di Yuuichi, un liceale appena trasferitosi in una località di montagna che in passato, esattamente fino a sette anni fa, era sede delle sue vacanze invernali. Abiterà a casa della zia e della cugina Nayuki, al quale era molto legato sin da bambino. Sorprendente a dirsi - e anche un po' sinistro - il ragazzo sembra aver perso quasi tutti i ricordi più importanti legati a questo luogo. Saranno vecchie conoscenze, amicizie credute perse (compresa la stessa cugina) ad aiutarlo a recuperare tali memorie perdute, ombre di un passato che nascondono, fra giornate di neve, sole e pinete ghiacciate, un triste segreto.
Si parte davvero compassati, con un ritmo troppo lento, talvolta stagnante e leggermente noioso, che tuttavia permette ai personaggi principali di entrare in scena uno alla volta, in modo completo e certosino. Pian piano, adeguandosi all’andamento flemmatico e abituandosi ad esso, diviene sempre più semplice inquadrare la situazione, accettando la lentezza narrativa come indispensabile per uno spiegamento di trama uniforme, intento a preparare picchi d’ansia e sorprese (alcune telefonate, altre scioccanti) che si dimostreranno di sicuro impatto. A far da portante, troviamo una colonna sonora eccellente che calza come un guanto ad ogni situazione, arricchendo magistralmente un’ambientazione di una nordica tranquillità, fra dettagli ai bordi dei fiumi ghiacciati, spazzaneve che arrancano per le strade, alberi e siepi da cui crollano cumuli di neve, silenzi immersivi e ovattati di una località meravigliosamente rappresentata. Man mano che ci vengono sciorinati i personaggi principali, la memoria di Yuuichi pare ricostruirsi come un puzzle disordinato, pezzo dopo pezzo, non senza momenti critici, aprendo le porte dei ricordi una ad una, componendo un mosaico frammentato di difficile soluzione.

L’anime è leggibile a vari livelli. Spesso sfrutta nozioni di musica classica per rifarsi alla propria logica, che di fondo si rivela davvero intrigante, a cominciare dai titoli dei singoli episodi.
A monte di ogni cosa, è proprio il titolo stesso della serie, “Kanon”, che nasconde un importante significato: il termine si riferisce al Canone D2 del famosissimo musicista Pachelbel, autore di sonorità barocche ben note. Il Canone non è certo scelto a caso: il collegamento viene proprio spiegato in un determinato momento a metà storia, in particolare da Sayuri, una delle amiche di Yuuichi, mentre entrambi sono comodamente seduti all’interno dell’accogliente bar che sono soliti frequentare. Tecnicamente parlando, il “Canone di Pachelbel” ripete sempre la solita melodia, numerose volte, ma ogni volta più armoniosa e ricca di sfumature della precedente, un adagio ispirato alla spiralità dell’universo stesso, immutabile e al tempo stesso cangiante in modo uniforme e omogeneo: di volta in volta, ad ogni “giro”, s’arricchisce di note e intrecci armonici. Nella stessa misura, Sayuri anela a una vita con un andamento simile, un’esistenza che di base rispecchi una routine abitudinaria, capace di essere apprezzata per la sicurezza che riesce a donare, priva di incertezze o terribili imprevisti, ma che ogni giorno possa presentare comunque novità, eventi differenti, che possa arricchirsi, e in egual maniera arricchisca chi la vive con beata, agognata serenità.
La similitudine fra vita e Canone è profonda e al tempo stesso malinconica, poiché ci fa riflettere su quanto spesso ci si impegni a pianificare il futuro, e, improvvisamente, ci si trovi travolti da imprevisti che finiscono per sconvolgerci, scombussolare ogni cosa e creare panico, talvolta paura, sorpresa e incertezze.
La vita non può essere sempre programmata, e la speranza che possa ripetersi quotidianamente alla stregua della melodia di Pachelbel è solo un mero desiderio di qualcuno troppo stanco per poter continuare ad affrontare difficoltà e sconvolgimenti... o almeno così pare.
Sull’ingiudicabile base di queste affermazioni e di fronte a domande a cui non esiste risposta certa, si diramano così quattro archi principali che compongono i ventiquattro episodi, quattro novelle che parlano delle vicende passate e presenti di Yuuichi, eventi legati da promesse, ricordi, attese, dolori e sorrisi.
Come già anticipato, l’opening ha uno strano effetto: sulle prime risulta appena orecchiabile, pare mancar di mordente, ma col passare degli episodi assume un significato incredibilmente intenso, e sulle ultime battute ascoltarla è un tuffo al cuore; la ending invece pare inusualmente allegra, quasi da apparire fuori luogo, l’unico pesce fuor d’acqua in una OST davvero eccellente.

Sono sensazioni diverse da “Air” o “Clannad”, e per questo originali e speciali; forse meno dolorose, meno disperate, ma estremamente emozionanti. Si percepiscono vibrazioni gelide, spolverate di nevischio e pungenti come un’alba di febbraio, una sorta di nostalgia per qualcosa che sembrerebbe non essere mai stato vissuto, ma che, con lo svolgersi della trama, si scoprirà invece perduto nei meandri della memoria. La magica cornice invernale prepara lo spettatore a una sequenza di vicende capaci di sfiorare il cuore con una misurata tristezza, mai scomposta, né eccessiva.
Palpitante, dolcemente commovente il primo arco, dedicato a una ragazzina di nome Makoto. Con grazia, gli autori riescono a rivisitare alcune leggende giapponesi in una chiave più mistica e nordica, e il risultato è un incrocio fra ironico, familiare e sovrannaturale, tenuto insieme da una potente dose emotiva.
In “Kanon”, strano ma vero, è spesso nei pregi che si annidano mancanze non percepibili con la dovuta immediatezza: la drammaticità di tutte le vicende è mitigata spesso da un’atmosfera lenitiva che, talvolta, eccede ed esagera. Capita che invece di calcare la mano dove sarebbe probabilmente servito un impatto più incisivo e spietato, si decide di puntare sulla reciproca comprensione e la risoluzione degli eventi tramite una dolcezza empatica molto profonda, che, sì, coinvolge l’osservatore - e senza dubbio suscita emozioni intense -, ma contribuisce a uno smorzamento della drammaticità generale. Tali scelte creano situazioni e climax meno impattanti rispetto a come vengono presagite, anche se il tutto rimane comunque legato alla soggettività dello spettatore.
È un lavoro affabilmente gentile con l’occhio dello spettatore, anche nei frangenti più cruenti e terribili: le immagini e le scene che potrebbero risultare più disturbanti e sconvolgenti non vengono mai esplicitate, ma lasciate intendere con misurato garbo e una certa eleganza di stile.
Spesso si può godere di una comicità fredda, improvvisa, protagonista proprio Yuuichi, capace di battute immediate, dei botta e risposta taglienti e divertenti al tempo stesso, per non parlare dei lamenti e delle buffe espressioni di alcune co-protagoniste (versetti come “Uguu” e “Ahuu” passeranno inevitabilmente da irritare a far sorridere, e infine, probabilmente, a far salire il cuore in gola).
Ciò che mette sicuramente tutti d’accordo sono le atmosfere e la rappresentazione degli ambienti della città. I luoghi e gli scenari si possono letteralmente assaporare con gli occhi; è possibile avvertire il vento gelido sulle guance, l’aroma del caffè e delle marmellate al mattino, il rumore della neve schiacciata sotto gli stivali lungo il vialetto, le auto che slittano sul ghiaccio, il tepore di una tazza di tè bollente, le stalattiti ghiacciate sotto le grondaie che brillano alla luce del sole mattutino... non ci sono dubbi: è sicuramente l’atmosfera il punto forte di “Kanon”. Gli autori sono riusciti a generare un ambient favoloso, ispirante, intenso e davvero magico. Si viene presi e trasportati in queste stradine di montagna, fra tronchi coperti di brina, tetti ghiacciati, finestre appannate; si diventa testimoni di tramonti malinconici e di una storia che mostrerà, episodio dopo episodio, elementi sovrannaturali, mai esagerati eppur sorprendenti.
Dopo metà serie, l’andamento lento e compassato comincia finalmente ad ingranare, e sebbene la qualità d’animazione generale si dimostri solo un pelo sopra la media, si possono notare numerosi picchi qualitativi nei momenti cardine.
Nonostante gli archi narrativi sembrino di simile concezione e costruzione, forse un po' telefonati e poco originali, non perdono la loro accorata piacevolezza: in un modo o nell’altro, le storie che Yuuichi va a intrecciare con la sua lo portano inevitabilmente ai ricordi d’infanzia, una miscellanea di rimembranze piacevoli e dolorose che finiranno per sublimarsi, purtroppo, in quei demoni che tanti giovani hanno difficoltà ad affrontare poiché troppo fragili, sensibili, delicati. Tragedie familiari, distacchi da persone care, stravolgimenti della quotidianità e smarrimento dei punti di rifermento sono questioni di difficile gestione psicologica, elementi che possono benissimo incidere e destabilizzare in maniera profonda la psiche di un ragazzino, segnandolo per sempre.
In “Kanon”, come detto, il sovrannaturale esiste, ma non è qualcosa che mette in disparte l’aspetto umano e vivido della storia: tutt’altro. Gli elementi sovrannaturali si rivelano veicoli per parlare di argomenti realistici e sofferti, poiché, man mano che la matassa si sbroglia, viene a galla il vero collante di tutte queste vicende, ovvero quel famoso “sogno” citato inizialmente, viaggio onirico in quanto tale, dimensione che collega ricordi, coscienze e desideri.

Nonostante questa brillante e avvolgente costruzione d’insieme, è giusto sottolineare che alcune situazioni drammatiche paiono leggermente forzate, portate all’estremo della sopportazione pur di colpire lo spettatore con un’esasperata criticità, che, in qualche frangente, rischia invece di causare l’effetto opposto (situazioni poco spontanee, per nulla naturali, un deus ex machina pallido e intuibile capace di indurre a comportamenti poco credibili, sociopatici o illogici in rapporto alle situazioni correnti).
Nella valutazione finale, questi “nei” risultano un vero peccato. A tutto ciò si sarebbe potuto ovviare con una maggiore naturalezza negli approcci interpersonali, evitando estremizzazioni eccessive o discordanti.
Partendo dal concetto che si tratti di un anime drammatico e a suo modo poetico, è possibile considerarlo come una sorta di “harem” del tutto atipico, nonostante non vi sia quasi mai un vero intreccio amoroso, principalmente per cause distinte e molto chiare che verranno a galla con la dovuta lentezza. La componente romantica si palesa in rarissime occasioni e finisce per fiorire tanto potente quanto amara soltanto sul finale, senza preavviso alcuno, un fuoco intenso e vigliacco, reo di nascondere il picco più significativo e spietato di tutta la tragedia.
Siamo così di fronte a un “harem” di nome, ma non di fatto: ogni personaggio femminile che accompagna Yuuichi nelle sue vicende, fra le righe di una psicologia non così semplice da intuire, si rivela una sorta di metafora legata all’esistenza stessa, un elemento di confronto e crescita per poter affrontare ed elaborare determinati traumi succeduti in età pre-adolescenziale.

Sconvolgimento infantile, dolore, distacco dagli amici, freddi arrivederci svaniti dalle memorie, amori non corrisposti, gravi incidenti, battaglie contro terribili malattie, familiari incapaci di gestirne il dolore, difficoltà ad accettarsi: è la società che trasforma le persone più deboli in “diversi”, o è la vita ad essere, talvolta, troppo crudele e ingiusta per poterla sopportare? Forse entrambe le cose, ma a fronte di questa somma di drammatici elementi, la splendida, calda morale di “Kanon” è ben chiara: l’amore non ha bisogno di spiegazioni, e in un qualche modo ci piace pensare che possa trascendere anche distanze incolmabili come la morte o gli addii, legando le persone per sempre, donando loro la forza di rialzarsi ogni volta, di accettarsi, di cambiare, di andare avanti.

Se sognassimo di essere l’angelo custode di chi amiamo con tutto il nostro cuore, potremmo proteggerlo, accudirlo e aiutarlo a trovare la vera felicità? Forse sì, ma si tratterebbe, in ogni caso, solo di un sogno o di un’invenzione della nostra fantasia.
Soltanto un miracolo potrebbe renderlo reale.


 6
Nagisa98

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8,5
Dopo aver curato l’anime di “Air”, la Kyoto Animation torna ad occuparsi della trasposizione animata di un'altra visual novel della Key: nel 2006 nasce così “Kanon”, serie di ventiquattro episodi diretta da Tatsuya Ishihara (regista dello stesso “Air” e in seguito de “La Malinconia di Haruhi Suzumiya” e di “Clannad”) e remake dell’opera realizzata nel 2002 dalla Toei Animation.

La trama vede come protagonista Yuuichi Aizawa, liceale che dopo sette anni fa ritorno nella città in cui era solito trascorrere le vacanze da bambino. Qui il ragazzo viene accolto da sua zia Akiko e dalla cugina Nayuki, sua vecchia compagna di giochi. Per qualche strana ragione, Yuuichi non ha ricordi di ciò che gli successe in passato: l’incontro con Ayu Tsukimiya, però, gli riporterà alla memoria quello che ha col tempo dimenticato.

Se l’anime del 2002 in tredici episodi trattava i vari eventi in maniera troppo sbrigativa, il “Kanon” del 2006 con circa il doppio delle puntate si prende tutto il tempo per farci ambientare nel mondo di Yuuichi e raccontarci la sua storia con la giusta delicatezza. Uno dei punti di forza che ho sempre apprezzato nelle opere dello studio, infatti, è la capacità di trasformare scene di vita quotidiana all’apparenza inutili in un’esperienza dolce e piacevole che difficilmente riesce ad annoiare lo spettatore. Sebbene nei primi sette episodi non accada niente di clamoroso, l’intrattenimento del pubblico è comunque un successo grazie alla particolare atmosfera che si viene a creare, alla dovuta introduzione che si riserva ai personaggi e alla sana comicità di cui il nostro protagonista è il re indiscusso.

Una volta che la trama ha ingranato, e che si è dato il via al primo dei vari archi in cui l’anime è suddiviso, ci vengono mostrati i tanti elementi che, nel bene o nel male, contraddistinguono un po’ tutte le opere nate dalla mente di Jun Maeda e compagni. Tra questi si annovera innanzitutto l’ottima introspezione di cui sono oggetto quasi tutti i membri del cast, dato che ogni eroina che Yuuichi incontrerà avrà la propria storia da raccontare. In ognuna di esse è possibile riscontrare un tema portante, ovvero lo scorrere inesorabile del tempo che cambia inevitabilmente le tante cose a cui eravamo abituati e che spesso ci preclude di continuare a vivere appropriatamente la nostra vita; “Kanon” ci mostra che anche chi rimane fortemente ancorato al passato, desiderando che tutto si trasformi gradualmente e che rimanga allo stesso tempo immutato, può ricominciare a guardare al futuro.
Altre costanti delle visual novel della Key sono sicuramente l’alta dose di drammaticità e gli happy ending che vanno a controbilanciarla: se da una parte il susseguirsi di eventi tragici può risultare parecchio forzato, dall’altra il sopraggiungere di miracoli gratuiti non può che suscitare, forse in misura anche più elevata, la medesima impressione. La svendita di felicità e bei sentimenti si può rintracciare anche nell’eccessivo buonismo di alcuni personaggi, tra tutti la madre di Nayuki, che accoglie in casa umani e animali senza alcun ritorno personale.

Passando al lato tecnico, il character design curato stavolta da Kazumi Ikeda potrebbe far storcere il naso a molti per via dei consueti occhioni che occupano buona parte del viso; tuttavia, se confrontato a quello della serie del 2002, non può che considerarsi una manna dal cielo (guardare Yuuichi in faccia adesso non è più una tortura). Come la Kyoto Animation ci abituerà negli anni seguenti, disegni e animazioni si attestano su standard qualitativi elevati per tutta la durata dell’anime; gli sfondi sono realizzati superbamente, mentre la fotografia ci permette di imprimerci nella memoria la luce arancione del tramonto in cui si incontrano Yuuichi e Ayu o quella blu della notte di cui è protagonista la tenebrosa Mai. La colonna sonora è la stessa della visual novel e si compone di tracce iconiche quali “Shoujo no Ori”, “Yakusoku” o “2 Steps Toward”. Da ricordare anche la serafica opening “Last Regrets” e la più vivace ending “Kaze no Tadoritsu Basho”. Encomiabile inoltre il lavoro dei doppiatori, in particolare quello di Tomokazu Sugita, che nelle scene comiche rende Yuuichi più esilarante che mai.

Tirando le somme, la delicata atmosfera di “Kanon”, i suoi personaggi e la superba realizzazione tecnica della KyoAni non possono che rimanere nel cuore dello spettatore; peccato però per i soliti difetti tipici delle opere della Key che ne intaccano leggermente il valore complessivo.


 3
Kida_10

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
"Kanon 2006" non è altro che un remake della serie "Kanon" prodotta nel 2002, realizzato con lo scopo principale di migliorare la parte grafica che nella prima serie era veramente di bassissima qualità; come per le altre grandi opere della Key ("Air" e "Clannad") nasce sotto forma di visual novel.

Protagonista della vicenda è Yuuichi Aizawa, un ragazzo del liceo che per motivi a noi sconosciuti si trasferisce a casa della cugina, nella città dove non metteva piede da sette anni e della quale ha perso misteriosamente ogni ricordo. Yuuichi incontrerà allora una serie di personaggi femminili uno più particolare dell'altro, alcuni dei quali già conosceva anche se non lo ricorda, e colpito dalle loro storie e situazioni offrirà loro il suo aiuto.

La trama è suddivisa in diversi archi narrativi, ognuno dei quali vede al centro una diversa ragazza; ci sono dei personaggi che saranno tuttavia sempre presenti come Nayuki e Akiko, ovvero la cugina e la zia del protagonista, Ayu, una misteriosa ragazza che dimostra l'età di una bambina e alla quale verrà dedicato l'ultimo e più importante e profondo arco della serie, e ovviamente Yuuichi stesso.
Le prime sette/otto puntate servono più che altro per mostrare e far conoscere i vari personaggi, infatti la trama tarda un pochino a partire, ma questo è uno di quei casi in cui sono stato veramente felice di aver atteso lo svilupparsi delle cose.
I personaggi sono stati realizzati in maniera eccelsa, caratterizzati ottimamente e ognuno con delle storie e dei problemi particolari che diverranno la base principale della trama.

Anche tecnicamente è stato fatto un ottimo lavoro, partendo da una grafica e un character design completamente riadattati e migliorati notevolmente sotto ogni punto di vista. Sfondi ricchissimi e paesaggi suggestivi uniti a delle musiche leggere e emozionanti riescono a creare delle atmosfere incredibili e perfette per la situazione.
La regia da parte sua riesce ottimamente, oltre che a gestire i numerosi flashback, a comporre una trama precisa, senza lasciare nulla al caso e chiarendo misteri e situazioni in maniera graduale.

Il fattore drammaticità, tipico degli anime della Key, è in questo caso meno presente e lascia spazio a molti momenti di comicità e sentimentalismo; seppur in minor quantità, nei momenti in cui viene tirato fuori non può fare altro se non emozionare e far scendere una lacrimuccia.
"Kanon 2006" è un vero e proprio capolavoro, che ha fatto da trampolino a quello che sarà il più grande capolavoro della Key, "Clannad". Un mix perfetto di comicità, sentimentalismo e drammaticità, accompagnato da una bellissima e commovente trama, da un'ambientazione magica e da una squadra ben assortita di personaggi; consigliatissima la visione.


 1
Delandur

Episodi visti: 24/24 --- Voto 5
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

E finalmente abbiamo finito "Kanon"! Un anime che mi ha profondamente deluso dalla metà in poi, con unica eccezione l'ultima puntata. Ma andiamo più nel dettaglio, anticipandovi che ci saranno spoiler spesso e volentieri.

La trama è semplice, un ragazzo si trasferisce in una città per lui importante, perché ricca di ricordi della sua infanzia, da lui però completamente dimenticati. Una alla volta una ragazza diversa sarà con lui protagonista di un diverso drammatico arco narrativo, i quali troveranno una prima conclusione a fine saga e una più totale nell'ultima puntata.

Le primissime puntate sono puramente introduttive e, anche se ho letto molte critiche a questi sei-sette episodi di "nulla", a me non sono dispiaciuti affatto, perché le capacità narrative e il ben curato carattere dei personaggi rende tutto molto scorrevole e, per me, gradevole.
Dopo la prima puntata inizia il primo di quattro differenti archi narrativi riguardanti rispettivamente: Makoto, Mai, Shiori e per ultima Ayu. Il primo risulta molto convincente con anche una buona drammaticità nel finale che non nasconderò mi abbia lasciato con il groppo in gola di chi sta per piangere; perché anche se le dinamiche sono improbabili rimangono comunque credibili, avendo un forte impatto emotivo sullo spettatore. Il problema inizia con la seconda saga, quella di Mai, che per le prime puntate, anche se lascia perplesso con tutta la storia sui demoni, non carbura male. Mai e Sayuri sono simpatiche e quindi tutto scorre abbastanza liscio... Ma le ultime due puntate dell'arco narrativo sono il delirio, succedono cose casuali, si scoprono poteri e passati del tutto improbabili, e dalla puntata successiva dopo la fine della saga ci si dimentica completamente delle due ragazze appena conosciute... il protagonista non le va manco più a trovare. Perché una cosa del genere, mi sono chiesto? E perché un'altra storia drammatica sempre vissuta dal nostro protagonista nell'arco di così poco tempo?
Dopo questi interrogativi mi sono approcciato alla terza saga, quella incentrata su Shiori, e qui sono iniziati i miei dubbi su tutta l'opera... Ancora una volta ci veniva proposta una storia drammatica vissuta dal povero Yuuichi, alla quale lui non può nulla se non piangere e disperarsi (cosa che non fa in realtà, dando carattere al suo personaggio, che è personalmente uno tra i protagonisti maschili più credibili che abbia visto finora) e la saga finisce in modo completamente inaccettabile, abbandonando ancora una volta la ragazza di turno, che finito il suo arco narrativo sparisce senza lasciare traccia. Si dovrebbe fare una parentesi a parte sul comportamento inumano di Kaori.
E ora arriviamo all'apice dello schifo: la saga di Ayu. Avevo più o meno previsto che le fosse successo quello che poi si scoprirà durante l'anime, ma il susseguirsi di eventi drammatici in questa saga, sommato alle altre tre è del tutto inconcepibile! Yuuichi si sarebbe sparato in testa da tempo con una vita così! Tutti questi drammi in un inverno? Non potrebbe sostenerli nessuno nella storia dell'umanità! Tra Ayu ed Akiko è lo schifo. Ero davvero affezionato al personaggio di Ayu e aspettavo con ansia la sua storia, ma alla fine si è solo rivelata la solita pappardella drammatica buttata lì per puro caso, con unica eccezione la puntata in cui si riscopre il rapporto tra Nayuki e Yuuichi, tutto sommato accettabile...
Migliora un po' la situazione la ventiquattresima puntata, che, anche se più miracolata di Lourdes, dà comunque una cornice più elegante e meno ridicolmente triste a tutta la storia.

Per tirare le conclusioni, non lo consiglierei a nessuno, perché, nonostante alcuni personaggi davvero ben riusciti e la narrazione sia efficace, se si ha un minimo di pretese sulla coerenza della storia non si può accettare come "buono" questo anime.


 1
Oasis

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9
E ovviamente non poteva mancare il terzo lato del triangolo Key. Dopo l'elegia suprema 'Clannad' e il delicato 'Air', ho approcciato, colmo di degne speranze, 'Kanon', il primo adattamento anime di una visual novel della celebre software house nipponica. Con Kanon ho dunque completato il mio personale percorso a ritroso fino alle origini del mito e alla prima proposizione di quel nuovo genere di Sad Novel, inaugurato dall'estro di Maeda e company. Ebbene, il timore di una possibile delusione, da sempre convitato di pietra al tavolo delle grandi aspettative, è stato fortunatamente scongiurato.

Mi sono buttato direttamente sul formato lungo - quello da 24 episodi - saltando consapevolmente la prima edizione dell'Anime (solo 12 episodi). Una scelta dettata dalla convinzione che storie come queste hanno bisogno di tempo e di un'adeguata concessione alla profondità dei personaggi, per coinvolgerti emotivamente e rendere pienamente visibile il loro messaggio di fondo. Infatti, dopo il classico impatto a rilento riscontrabile anche nelle altre due produzioni, la storia comincia a decollare mostrando tutti quei topos brillantemente miscelati ai quali sono stato abituato.

A mio parere Kanon si posiziona a metà strada in un ideale continuum - per tematiche e non temporale - che va da Air a Clannad. La pietra angolare che giustifica la mia affermazione è legata al ruolo della magia nelle tre opere. Difatti, se in Air l'elemento magico, o meglio metafisico/paranormale, è preponderante, arrivando quasi ad offuscare le normali relazioni tra personaggi, in Clannad è praticamente ridotto ad elemento residuale nell'architettura della storia. A metà strada si posiziona invece la magia di Kanon, che si prende il suo spazio gettando le basi delle possibili evoluzioni della trama, ma, nello stesso tempo, non ossessionandola. Non c'è dunque quel senso di soffocamento che in alcuni tratti pare avvinghiare l'intreccio di Air, ma la magia diviene l'utile vettore che veicola altri e ben più profondi messaggi: la difficoltà insita nei ricordi, i rapporti inter famigliari, il sentimento e il disagio di essere in una città avvolta nel gelo invernale per uno che odia il freddo (in sostanza, una metafora debole dell'essere un po' disadattato). Tali spunti, intenzioni e chiavi narrative saranno poi portate a piena maturità in Clannad, ma sono ampiamente rintracciabili in questa opera prima, come il necessario e imprescindibile effetto lacrima', spesso stucchevole in molte pièce, ma che qui assume la funzione romantica' di nobilitare l'opera.

Dal punto di vista tecnico, confermo la mia personale venerazione per la KyotoAni. Colori sgargianti, effetti speciali dosati al punto giusto e un'animazione scorrevole, nonostante qualche piccola caduta di stile nella seconda parte della programmazione. Ottime le musiche - OP, EN ed Ost - e in generale di buon livello anche il doppiaggio, dove spicca la performance di mamma Minase (Yuko Minaguchi).

Chiudendo il ciclo e dando un giudizio finale sull'intera trilogia Key, confermo l'inarrivabilità di Clannad ma promuovo anche le altre due opere. Kanon si posiziona al secondo posto nel mio podio personale, non toccando le vette del suo successore, ma lanciando strali di ottima fattura in più frangenti della sua linea narrativa (a mio gusto, l'arco incentrato su Shiori chan è un capolavoro). Air soffre troppo la durata ridotta e, confermo, a mio parere penalizzante. E' sì una buona trasposizione (virtualmente dall'altissimo potenziale), ma 13 episodi costringono ad un guazzabuglio di sensazioni ed emozioni che, inevitabilmente, si fermano alla superficie.


 1
_Protector_

Episodi visti: 24/24 --- Voto 5
<b>Attenzione: la recensione contiene pesanti spoiler</b>

Se avete visto "Clannad" o "Air" allora è come se abbiate visto anche questo. Come temevo, anche questo titolo riporta le stesse pessime caratteristiche: gli inconfondibili disegni brutti, la drammaticità spicciola talmente tirata da risultare più divertente che commovente, il soprannaturale di troppo, scene e storie irreali, ecc. Visto uno, visti tutti. Per ciascun personaggio avrei delle lamentele da sollevare, ma proverò a essere il più sintetico possibile.

Il protagonista è una sorta di supereroe mancato, dato che correrà in soccorso della ragazza di turno per risolvere i problemi che la affliggono.
Anche in questo anime non mancheranno innumerevoli controsensi nelle scene che ci verranno mostrate e personaggi che quando parlano fanno versi strani: è il caso di Ayu col suo "Uguu" e di Makoto col suo "Auu". Dovrebbe renderle più tenere? Proprio non capisco perché riempiono questi anime di personaggi ritardati.
Makoto è il primo personaggio che viene soccorso dal nostro eroe e rientra nella categoria delle storie assurde, dato che è una volpe mannara fatta (a quanto pare) di polvere, visto che semplicemente si dissolverà non lasciando traccia di sé.
Poi abbiamo un altro personaggio bizzarro: una cacciatrice di demoni con poteri curativi di nome Mai. Di questo arco narrativo non mi spiego come Sayuri (nonostante non sappia che combatte i demoni a scuola), quando chiama a casa di Yuuichi e scopre che è uscito, decide di raggiungerlo, ma invece che andare a casa dell'amica come avevano programmato se ne va a scuola per qualche assurdo motivo. Inoltre le reazioni umane di questo personaggio sono inverosimili, dato che, quando Yuuichi le dirà di accettarla così com'è, lei si ferirà da sola per autopunirsi, senza tra l'altro perdere una goccia di sangue.
Di Shiori non ho molto da dire, se non che, essendo sempre malata, mi chiedo come mai non sia venuto in mente a nessuno di curarla con i poteri guaritivi di Mai. Una cosa che mi ha infastidito è il fatto che una volta terminato il blocco narrativo di Mai e Shiori queste semplicemente spariranno dalla scena e non se ne saprà più nulla fino all'ultimo episodio.
Ultimo personaggio fastidioso è Ayu. Poteva forse mancare il fantasma di turno? Ovviamente no. Nayuki e la madre Akiko si ricordano di un'amica di infanzia di nome Ayu che a seguito di un incidente finì in coma, ma quando vedono arrivare in casa loro quello che dovrebbe essere lo spirito (credo, dato che in realtà è fatto di carne e ossa) di Ayu lo accolgono senza dire nulla al ragazzo. Ma non ti pare il caso di farlo sapere a Yuuichi? Reazione decisamente non realistica. Qualche episodio più avanti troveranno un pupazzetto sotterrato e chiuso dentro a un barattolo, ma, una volta estratto, questo sarà sporco di terra, il che non è possibile dato che il barattolo era chiuso, ma il mistero di questo pupazzetto non finisce qui. Quando finalmente zia e cugina si degnano di raccontare al ragazzo quello che sanno, Yuuichi va a trovarla in ospedale, ma qualcosa non quadra: infatti la ragazza ha in mano lo stesso angioletto che era sotterrato fino a poco prima e che nessuno può averle dato, visto che era la prima volta che andava a trovarla.
Alla fine della serie assisteremo al classico lieto fine forzatissimo, con guarigioni miracolose di gruppo degne di Medjugorje.

Concludendo, ecco cosa è per me "Kanon": battute e gag non divertenti. Non commuove, perché le scene drammatiche sono esageratamente forzate per cercare di far piangere al punto da ottenere l'effetto opposto. I personaggi stereotipati, non caratterizzati e piatti, le situazioni prevedibili. Monotonia aggravata dal paesaggio perennemente innevato che non dà l'impressione che il tempo passi.

M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 24/24 --- Voto 3
L'anime in questione è un rifacimento di quell'omonimo Kanon uscito tre anni prima in forma di oav, come adattamento animato della visual novel di debutto dello 'storico' gruppo Key; a detta dei più, un remake che migliora in tutti gli aspetti il primo esperimento animato: beh, sicuramente quello estetico dei personaggi no. Diciamo che se il primo Kanon era come una scarica di aghi nei polmoni del disegno anatomico, il 'sequel' è più o meno una legnata sulle gengive. La serie si può sicuramente accreditare come prototipo di tutta la 'pappina' di lagne gratuite, personaggi ammanierati e forzature sceniche che adorneranno in seguito, sicuramente con dei miglioramenti, i più conosciuti Air e Clannad (Little Busters manco lo calcolo). Abbiamo dunque questo ragazzo, Yuuichi, che va ad abitare da sua cugina Nayuki, nella città in cui avrebbe trascorso l'infanzia, e i cui ricordi giocano un ruolo fondamentale in tutta la storia. Akiko, la zia del ragazzo, costituisce la prima improbabilità vivente della vicenda: non si saprà mai nulla della figura paterna di Nayuki, né dei mezzi di sostentamento della famiglia, eppure sotto il tetto di casa Minase, il nipote non sarà l'unica persona che la generosa donna si offrirà di ospitare... e mantenere. Oltretutto questo Yuuichi non ci pensa proprio a ricambiare l'ospitalità trovandosi un lavoro, anche perché, poverino, non può. Non può materialmente farlo, perché - qui giunge la seconda improbabilità scenica - è praticamente costretto, dalla propria magnanimità, a seguire passo passo tutte le presenze femminili (una più insulsa dell'altra) che gli compaiono davanti. Questo perché Kanon-anime, non abbandona minimamente la veste di videogioco. Yuuichi deve aiutarle tutte. Ma guarda, anche un certo Makoto, in School Days, voleva 'aiutarsele' tutte, presupposto su cui si fondano tutte le critiche rivolte a quell'adattamento. Ebbene qui invece che abbiamo? Strutturalmente, non cambia granché. Yuuichi non ha manco il tempo di pensare a se stesso: dall'inizio alla fine non resta altro che una pedina, un player one che deve portare a termine tutti i 'quadri', che deve sempre intervenire sul posto, come il principe azzurro. La sceneggiatura è mal costruita in quanto tutto questo procedimento, non solo non dà adito al protagonista di essere caratterizzato a dovere, ma avviene anche in un lasso temporale racchiuso in un unico periodo invernale. Si passa dunque da un arco all'altro con assoluta leggerezza, e con altrettanta leggerezza si fa largo impiego della componente soprannaturale. Il rischio di incappare in sequenze e atteggiamenti insensati viene corso troppo spesso, e i risultati sono mediocri, palesi. Ad alimentare questo disastro di sceneggiatura ci si mette anche l'abbondante sfilza di flashback, il cui utilizzo è tra i più banali, meno ispirati ed efficaci che abbia mai visto. E poi l'impulso a dare un'occhiata al timer si fa sentire molto spesso, vuoi per una narrazione lenta di suo, vuoi per i contenuti risibili, nonché la quasi totale assenza di humor (giusto qualcosina nelle prime battute). Tra le altre peculiarità che rendono questo Kanon un vero e proprio precursore, non si può tralasciare l'oscenità delle caratterizzazioni femminili. Le ragazzine ultra-spocchiose, malaticce e/o ritardate della premiata ditta Key erano già tutte qui, più decise che mai a far girare le eliche di gente come me. Ma insomma, anche la tolleranza o la questione dei 'gusti' dovranno pur avere dei limiti, no? O è del tutto normale affezionarsi a una ragazza di diciassette anni che in un solo episodio - e ripeto - un solo episodio esclama "Ugu!" come intercalare per circa venti volte (sì, le ho contate) nel corso di un solo episodio? Eh, ma è comunque un cartone animato, suvvia, è 'puccioso' apposta, ed è normalissimo che una ragazza parli come un Pokémon. Tant'è che anche all'onnipresente gatto hanno stampato un imperituro, sciocco 'sorriso' sul muso (in pratica Grumpy Cat al contrario) - e meno male che per poco non lo facevano secco! E Dora l'esploratrice rincretinisce i bambini? Suvvia, qui si tenta l'impresa di rincretinire gli adulti. Mi ha divertito poi la presenza di quel Kitagawa, che è in pratica un Sunohara allo stadio primitivo: la spalla idiota. Solo che questo qui è veramente il più babbeo ed insignificante di tutti. A far da cornice, e da interprete, di tutta l'inconsistenza che l'opera trasuda, ci pensa poi un epilogo di ridicolaggine e ingenuità davvero rare, di quelli che in fin dei conti hai già previsto prima di intraprendere la visione, ma soprattutto di quelli che ti danno la definitiva conferma di aver perso ore di vita appresso a una simile ciofeca.


 7
Moscow-Reggio

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9
Molto particolare, "Kanon 2006", così come lo era il suo predecessore "Air". Il genere di partenza è senza dubbio l'Harem scolastico: Yuuichi, il protagonista maschile, si trasferisce in una nuova città, in una nuova scuola e qui si ritrova circondato da tante belle ragazze alle quali, a vario titolo, lui piace, e alla fine ne sceglierà una. Basato su un Eroge, segue perfettamente, dall'inizio alla fine, il copione-base del genere: spazi a "compartimenti stagni" dedicati a ogni singola ragazza, la conoscenza, l'interazione con lei, l'appuntamento, contornati da divise scolastiche abbastanza procaci, e alla fine, dopo aver fatto questo con tutte, sceglierne una. Per giunta, ogni ragazza parte perfettamente da uno stereotipo del genere, ognuna rappresenta un "ruolo" o possiede un lato della caratterizzazione tipica del genere Harem ed Eroge: c'è la loli/bambina (Ayu), c'è la ragazza misteriosa e guerriera (Mai, probabilmente il personaggio migliore dell'anime), la ragazza sportiva (Naiyuki), la ragazza cagionevole di salute e gravemente malata (Shiori), la ragazza vivace, divertente e infantile (Makoto), e in secondo piano, alle spalle/a fianco di ognuna delle ragazze "principali", spesso c'è un'altra ragazza che interagisce in modo determinante: la sorella maggiore della ragazza cagionevole, la bella, brillante e apparentemente fredda Kaori, oppure la ragazza gentile e ricca con un tragico passato (Sayuri, amica di Mai); o ancora Akiko, la padrona di casa, zia di Yuuichi e madre di Naiyuki, donna inverosimilmente comprensiva, buona e gentile. A questi si aggiunge l'amico scemo e estroverso del protagonista, ed unico altro maschio di un certo rilievo in tutto l'anime. Ogni personaggio sembra ricalcare perfettamente il suo preciso ruolo, ridondanti stereotipi triti e ritriti di Eroge e Harem. Eppure...
Eppure "Kanon 2006" non è niente di tutto ciò; o meglio, parte da questo, sembra ricalcarne perfettamente la struttura, ma ne rivolta gli stilemi come un calzino. La base è quella, ma "Kanon 2006" ne stravolge il fine, lo scopo, ne riscrive completamente il linguaggio e le regole. Una rivoluzione profonda, fin nel DNA, del genere Harem; "Kanon 2006", per i tanti motivi sopra citati, è un Harem scolastico, ma allo stesso tempo non ha praticamente nulla a che fare con esso; è una creatura nuova, originale, difficile da classificare e quasi impossibile da definire. Una pietra miliare dell'animazione a tutti gli effetti.

Nei primi sette/otto episodi ci vengono presentati un po tutti i personaggi, è una sorta di prologo e fin qui non capivo ancora dove si volesse andare a parare: quasi ogni episodio (accadrà dall'inizio alla fine), ci mostra un ricordo, o forse un sogno, di Yuuichi oppure vissuto da Ayu che ne è la voce narrante, dopo di che la narrazione ricomincia mostrando la normale, tranquilla vita scolastica di Yuuichi, le conoscenze che fa, le interazioni con altri personaggi (quasi tutte ragazze), che poi costituiranno, a turno, "l'ingrediente principale" dello sviluppo successivo. Questa prima parte rappresenta, in pratica, la preparazione della storia vera e propria. Sullo sfondo di tutta la narrazione, una città invernale, fredda, perennemente coperta di neve, sempre imbiancata, un'ambientazione suggestiva a metà tra realtà e favola.
Ed è proprio questo una delle caratteristiche portanti di "Kanon 2006": una realtà in cui irrompe delicatamente il sovrannaturale, ma non è un'irruzione invasiva, bensì estremamente delicata, una presenza eterea, rarefatta; è come se quella città si trovasse sospesa in un mondo a metà tra la normale realtà e il mondo dei sogni. E così ecco che una volpe assume sembianze umane per andare incontro alla persona con la quale tanto tempo fa giocava e che l'aveva aiutata, ritrovare quella persona a cui si era affezionata anche a costo di perdere i ricordi e la vita; l'apparizione di demoni, materializzazione e simbolo del desiderio di ritrovare una persona a noi cara da cui anni fa ci siamo separati e che abbiamo atteso per tutto questo tempo; e su questa scia, la materializzazione di un sogno, manifestazione di una volontà impossibilitata a muoversi, esaudimento di un desiderio, un miracolo per cercare ciò che amavamo, per ritrovare quello da cui ci siamo separati; e infine, un miracolo per fare la felicità della persona che amiamo. La dimensione in cui si muove l'anime è eterea, sognante, fiabesca e, grazie a una narrazione profonda e delicata, straordinariamente toccante e poetica. I personaggi, nella loro normalità e nei loro rapporti, non sono "realistici", ma se ci si riflette bene "non devono" esserlo, poiché tutto il mondo di "Kanon" è un universo a parte, in bilico tra reale e fantastico; non deve a tal proposito sorprendere la scelta del chara-design: i colori sono accesi e scintillanti (con capelli che vanno dal blu al grigio), gli occhioni grandi e lucenti. "Kanon 2006" non è "Nana", il suo scopo non è il realismo di personaggi o fatti, tutt'altro. E in esso tutto, (dal chara alla storia, dalla sceneggiatura ai personaggi, dall'ambientazione alle musiche, dalla regia ai dialoghi), tutto concorre in modo efficace, armonioso e originale a realizzare lo scopo dell'opera e a darle una propria, profonda e particolare identità.
Ognuna delle ragazze con cui Yuuichi interagirà ha una storia, che sette anni fa (ultima volta che Yuuichi è stato in città) si è intrecciata con quella del protagonista che non lo ricorda, e i ricordi di Yuuichi rappresentano frammenti di un mosaico che si compone piano, gradualmente, fino alla fine, e rappresentano la vera ricostruzione della storia, perché tutto ciò che accade ora è legato e condizionato da ciò che successe 7 anni fa: qualcosa di drammatico, terribile, doloroso, al punto da rimuoverlo dalla memoria. "Kanon 2006" sviscera delicatamente ma profondamente le storie, drammatiche, tragiche, toccanti, dei personaggi, mette a nudo le più intime emozioni, i più segreti e profondi sentimenti, ne sviscera le fragilità, ne mostra il vero volto, quello più nascosto, sensibile, toccante e fragile. E nonostante sia tratto da un Eroge e apparentemente ne segua la struttura, i sentimenti che amano i protagonisti sono puri, candidi come la neve che li circonda: Yuuichi per ognuna delle ragazze sembra molto più un fratello maggiore che un fidanzato, è animato solo da un puro, genuino e profondo affetto.
Personalmente "Kanon 2006" lo preferisco (di pochissimo) anche a "Air", in quanto è un pò meno complesso come trama ma è meno confusionario, molto più "ordinato", omogeneo e molto meglio strutturato.
In sintesi, la regia delicata dell'ottimo Ishihara ("Air" e "Clannad"), una OST valida e perfetta perchè accompagna delicatamente l'anime e ne interpreta appieno lo spirito (su tutti i brani "Shoujo no Ori" e "Kaze o Matta hi", mentre Op e End sono nella media), ottimi disegni e animazioni, un'ambientazione eterea, bianca come la neve che la caratterizza, tra realtà e magia dei sogni, personaggi che, pur incarnando inizialmente uno stereotipo dell'Harem, ne stravolgono il ruolo, straripano da essi, mostrandosi in tutta la loro profondità e risultando splendidamente caratterizzati; una narrazione atipica di una trama di grande spessore che si svolge su due piani (gli eventi presenti e quelli di sette anni fa) che si intrecciano gradualmente e si sublimano negli ultimi episodi, un copione strutturato in "mini-saghe" del tutto simili tra loro ma in continuo crescendo e piene di rivelazioni che culminano nello splendido finale, apoteosi di tutto non solo perché in esso confluiscono tutti gli eventi e la storia e si va a comporre il mosaico sopra citato, ma anche perché si sublimano definitivamente tutti i rapporti tra i personaggi e soprattutto i loro sentimenti: tutto questo concorre a fare di "Kanon 2006" un autentico capolavoro.

"Canon... Canon di Pachebel. Ripete lo stesso motivo numerose volte. Si ripetono la melodia e i crescendo, gradualmente e armoniosamente. Sarebbe bello se la vita cambiasse così, adagio ma senza incertezze, mentre sembra apparentemente immutata, giorno dopo giorno"

Questa frase di Sayuri definisce appieno questo anime: come il "Canon in D", questo anime ripete la stessa struttura varie volte in un delicato, profondo, commovente e armonioso crescendo; in questa frase c'è tutto "Kanon 2006", il nome stesso dell'anime deriva da lì, e solo attraverso questa visione si può comprendere davvero quest'opera e la sua struttura a "mini-saghe" che i detrattori indicano come il suo punto debole. Capisco che può non piacere, ma la particolarità di questa serie è determinata anche da questo, è parte integrante dell'anima dell'opera. Un'anima bellissima e profonda come poche altre.
Complimentoni ai creatori dunque, ancor di più se si pensa che un simile gioiello l'hanno tratto da un ero-game: è come trasformare Cicciolina in Alda Merini.
Un'ultima nota di merito va a Yuuichi, che a differenza dei protagonisti di tutti gli altri Harem non è per nulla imbranato, sfigato e insignificante, ma anzi è molto simpatico, (grazie a lui non mancano scenette divertenti), intraprendente, sicuro di sè, affascinante e assolutamente "figo", oltre ovviamente ad essere ottimamente caratterizzato e personaggio di assoluto spessore.

Il mio voto a questo gioiellino è 9 pieno.


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okaberintarou

Episodi visti: 26/24 --- Voto 5
Ho visto questa serie dello studio Key spinto dall'entusiasmo dopo aver apprezzato ed essermi commosso tantissimo in "Clannad After Story" e purtroppo ne sono rimasto davvero deluso, ma andiamo per ordine.
Partiamo da una cosa di poco conto: le sigle, certo, non sono un aspetto fondamentale, ma credo sia una delle prime volte che salto sempre sia quella iniziale sia la finale di un anime. Tolto questo piccolo particolare veniamo alla serie: i disegni e le animazioni sono per me l'unica cosa buona. Di difetti invece ne trovo a bizzeffe: fra i principali non mi piace per niente come il protagonista passa da una ragazza all'altra quasi dimenticandosi della precedente e come le stesse in alcuni casi escano di scena senza un motivo particolare, creando delle specie di storie chiuse in sé e che non hanno punti di contatto con le altre. Non mi piace la caratterizzazione dei personaggi, che trovo piatti e poco interessanti e infatti già poco tempo dopo la visione dell'anime iniziano a scomparire nella mia memoria.
Non ho trovato la serie particolarmente divertente, ma sopratutto è poco commovente, soprattutto nella parte finale, qui anche perché per me è del tutto incomprensibile la scelta del protagonista; speravo in qualcosa di diverso fino alla fine. Anche alcune motivazioni delle ragazze e comportamenti mi sono apparsi un po' forzati.
In definitiva in "Kanon" si vedono diverse cose che poi verranno sviluppate e riproposte in Clannad, ma qui a mio modo di vedere gli autori non riescono ad amalgamare il tutto nello stesso modo; ogni personaggio è scollegato dagli altri, le motivazioni e la storia non mi hanno coinvolto lasciandomi, tranne rari frangenti, del tutto indifferente e anche abbastanza annoiato.


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merlo50

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
Quest'anime è stato una sorpresa. Ho aspettato parecchio a guardarlo perché non mi piacciono molto - l'ho già scritto in altre recensioni - gli anime tratti da visual novel, specie se a sfondo erotico, e a dire la verità l'ho guardato soprattutto perché ho notato l'enorme differenza di valutazione data dai vari recensori: non è facile vedere un anime valutato 1 da qualcuno e 10 da altri. A un primo impatto, dopo le prime due o tre puntate, ero propenso a dare una valutazione piuttosto bassa, ma mi sono fatto forza e ho continuato, e ho fatto bene.

Innanzitutto, di erotico non c'è proprio nulla, se non forse un poco di fanservice, ma giusto un pizzico, nell'abbigliamento delle ragazze. Va detto poi che nonostante i personaggi femminili siano cinque, più altri secondari, in tutta la serie vediamo un solo e unico bacio e nulla più. Poi, la serie, pur mantenendo il tipico difetto degli anime di questo tipo, cioè la suddivisione in cicli nei quali si tratta di una ragazza in particolare che poi sparisce, mantiene una sua coerenza: la sparizione di tre delle cinque ragazze: Makoto, Mai e Shiori, è ben motivata e non sorprende, in più due delle cinque principali protagoniste, Nayuki e Ayu, sono presenti dalla prima all'ultima puntata.
Il personaggio forse meno verosimile è proprio Yuuichi, il protagonista maschile: andiamo, è mai possibile che un ragazzo di sedici anni possa essere così altruista, romantico, disinteressato, attento solo ai bisogni affettivi delle ragazze, e mai attratto, nemmeno un poco, dal corpo femminile? Eppure le ragazze con cui ha a che fare sono tutte molto carine. Ma lui niente, pensa solo a farle felici, anche a costo di essere lui infelice. E' una figura maschile molto improbabile.

Un altro aspetto che mi ha colpito è l'ambiente in cui si svolge la storia. Tranne l'ultima parte dell'ultima puntata e l'OAV, la presenza costante in tutta la serie, ossessiva, opprimente, è quella della neve. Non avevo mai visto un anime che si svolge sempre d'inverno, e questo, almeno a me, ha dato un senso di tristezza ma anche di attesa.
In definitiva, pur con i vari difetti a cui ho accennato, questo è decisamente il miglior anime tra quelli tratti da visual novel che ho visto, anche se forse il finale è troppo sdolcinato, l'happy end mi sembra sinceramente piuttosto forzato.


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AmarantaKiller

Episodi visti: 24/24 --- Voto 7
Questa serie di Kanon del 2006 è un remake in 24 episodi della versione del 2002 che era composta da solo 13 puntate ed è inoltre stata realizzata dallo studio Kyoto Animation.

Mi sono avvicinata a quest'anime perché fortemente raccomandato da un utente che, a giudicare dal numero di premi vinti, è di certo molto affidabile ed esperto del campo, anche se i nostri gusti si rivelano diametralmente opposti in alcuni casi.

Ammetto di aver iniziato la visione di "Kanon" con molti pregiudizi. Innanzitutto non sono assolutamente un'amante del genere, per questo motivo mi sono ritrovata spesso ad alzare gli occhi al cielo come segno di insofferenza, davanti a vezzi, situazioni, parole o versi senza senso come "uguu" & co., che appartengono allo stile shoujo per eccellenza e che sortiscono su di me un effetto di profonda irritazione.

Sorvolando su ciò, credo che "Kanon" sia un anime non dal soggetto proprio originalissimo, ma che presenta tuttavia delle punte di eccellenza per certi aspetti. La prima riguarda il comparto grafico, notevolmente migliorato rispetto alla versione precedente, e in certi casi anche l'animazione e i fondali estremamente luminosi ed evocativi. Altro elemento di eccellenza riguarda sicuramente il doppiaggio e la perfetta fusione delle voci con i personaggi, che sono davvero eccezionali. Questo è per quanto riguarda la veste estetica dell'anime.

Se ci addentriamo nella storia, come ho già detto, non ho trovato il soggetto un autentico capolavoro, tuttavia, anche qui ci sono elementi di novità: primo fra tutti il protagonista, Yuuichi. Infatti è la prima volta che mi capita di vedere in un anime, che abbia un'impostazione comunque shoujo, così completo, sensibile, maturo e anche ironico. La tipica figura del ragazzo chiuso, poco espansivo e talvolta rude lascia il posto a quella inedita di Yuuichi, un ragazzo emotivamente molto forte e coraggioso, che per la prima volta lascia trasparire i suoi sentimenti, le sue paure e il suo dolore senza necessariamente mantenere il contegno dell'uomo forte a tutti i costi.
La storia ruota intorno al protagonista che non ricorda più ciò che gli è capitato sette anni prima nella città dove aveva trascorso molto tempo da bambino e dove incontra alcune ragazze delle quali lui non si ricorda e che hanno a che fare in qualche modo con il suo passato. Loro rappresentano un vero enigma per lui, perché dimostrano di conoscerlo meglio di quanto immagini, ma lui no. Comunque a mano a mano Yuuichi si ricorderà di ciascuna di loro in un continuo processo all'indietro, che sarà molto duro per lui e che lo porterà anche a distacchi dolorosi.

"Kanon" è una storia di nostalgia e di ricerca del passato, per dare un senso alla propria vita presente. Un altro suo punto forte è la delicatezza e la tenerezza con le quali vengono raccontate le disavventure delle protagoniste, mostrate le loro fragilità e il loro commovente desiderio di amare ed essere amate a loro volta da Yuuichi e, infine, di non essere dimenticate. La storia non si fa mancare neanche effetti soprannaturali che contribuiscono a rendere sempre più misteriosi questi incontri apparentemente casuali. Ma l'elemento straniante che disorienta lo spettatore è di certo questo racconto a metà tra la realtà e il sogno; infatti quest'ambiguità continuerà fino alla fine.
Il mio voto complessivo è 7 e mezzo.


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LukaMegurine

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
"Kanon 2006" è la rivisitazione del precedente anime "Kanon", prodotto nel 2002. "Kanon 2006", rispetto al precedente, ha un maggiore numero di episodi e un chara design migliore.
La storia è incentrata su un ragazzo di nome Yuichi, che ritorna nella città in cui trascorreva le vacanze da bambino e va ad abitare a casa della zia. Egli si ricorda poco o nulla del suo passato da ragazzino e giorno dopo giorno un frammento di memoria si materializza nella sua mente, fino a quando dovrà fare i conti con la realtà.
La trama è molto misteriosa e priva di molti particolari. Proprio per questo ero un po' scettica a iniziare la visione di quest'anime, ma dopo mi sono ricreduta.
I primi episodi sono per lo più una preparazione a tutto ciò che deve succedere dopo e si tratta soprattutto di gag divertenti. Negli episodi successivi invece, vengono presentate delle misteriose ragazze che hanno in qualche modo un legame con il passato di Yuichi. La storia, infatti, si divide in "archi" che approfondiscono il carattere di queste ragazze e la loro "storia", che rivela lentamente segreti nascosti nella memoria del ragazzo.

"Kanon 2006" è un crescendo di emozioni; se all'inizio sembra un anime banale e senza senso, lentamente prende una piega inaspettata, diventando una storia profonda, malinconica, dolce e triste, che vi farà versare sicuramente qualche lacrima. L'atmosfera in cui è ambientata la storia è molto d'effetto: una città addormentata e perennemente coperta dalla neve, che alla fine diventa una città allegra in cui è sbocciata finalmente la primavera.
Per quanto riguarda il lato tecnico, trovo che l'animazione sia ottima e che il chara design sia molto particolare. Il doppiaggio è ben realizzato e le voci sono perfette per ogni personaggio. Le musiche di "Kanon 2006" sono molto emozionanti e accompagnano benissimo la storia.
Per concludere, "Kanon 2006" è un anime che vi sorprenderà ed emozionerà dal primo fino all'ultimo episodio, ogni puntata è un piccolo pezzo di un puzzle che poi si andrà a unire agli altri, fino a formare quel capolavoro che ritengo che sia "Kanon 2006".


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_AnimeLover92_

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
Spinta dalla curiosità ho deciso di guardare quest'anime, anche perché ho notato i voti molto alti e devo dire che non sono rimasta delusa.
La storia ha come protagonista un ragazzo di nome Yuuichi, che si trasferisce nella città in cui abitano la zia e la cugina, città nella quale aveva trascorso le vacanze invernali sette anni prima. Il ragazzo non ricorda nulla degli eventi passati, ma con il tempo riuscirà a ricordare. La storia si sviluppa intorno a questo ragazzo, che fa subito amicizia con diverse ragazze, ognuna con i propri problemi da risolvere (questo ricorda molto sia "Clannad" sia "Air"), a cui il ragazzo fa diverse promesse...
Un'altra figura che ricopre un ruolo molto importante nella storia è Ayu, una ragazza che, benché abbia la stessa età di Yuuichi, dimostra circa 10 anni.

I disegni sono molto curati, e anche l'ambientazione mi è molto piaciuta. La colonna sonora si adatta moltissimo all'ambientazione e il carattere dei personaggi è ben approfondito. L'alone di mistero che aleggia su tutta la storia verrà svelato negli episodi finali.
Purtroppo la trama in certi punti risulta molto lenta e alcuni personaggi vengono dimenticati per alcuni episodi, per poi ricomparire all'improvviso: sono queste le note meno positive.
Dimenticavo: preparate i fazzoletti, anche se la storia alla fine non vi deluderà.


 7
PiccolaCreamy88

Episodi visti: 24/24 --- Voto 1
Una sola parola: delusissima.
Premetto con il dire che, a parte la seconda metà di Clannad After Story, ho sempre mandato giù a fatica gli anime della Key, per il loro stile “episodi a compartimenti stagni” che rende la prosecuzione fastidiosa, pesante e sconclusionata.
Passando a Kanon 2006, non riesco a capire come faccia ad avere una valutazione così alta. Eppure ne ho visti a bizzeffe, di anime e per ciascuno cerco di trovare sempre dei pregi e dei difetti obbiettivi.
Pochi minuti fa ho finito di vederne l’ultima puntata, ed era ora, visto che ci ho impiegato una vita a causa della sua monotonia (ma fosse solo quello il suo difetto!).

L’anime, comunque, tratta di un ragazzo, Yuiichi, che dopo 7 anni di assenza ritorna in città, accolto in casa da sua zia e dalla sua cugina. Però il nostro protagonista dovrà far fronte a degli innumerevoli (e senza senso) vuoti di memoria legati al suo passato perché, inspiegabilmente, non ricorda nulla di ciò che gli accadde da bambino in quella città: né i posti che aveva visitato, né le persone che aveva conosciuto.
Dunque, Kanon 2006 ruota attorno al progressivo recupero della memoria da parte del protagonista e del suo ritrovo con tutte le oramai ragazze che aveva conosciuto sempre 7 anni prima. Ognuna di esse ha la sua storia: discutibilmente triste e tristemente prevedibile! Posso dire che l’unico “capitolo” che mi ha colpito un pochino è stato quello di Mai, ma anche lei è finita nel dimenticatoio un istante dopo lo scioglimento della sua vicenda: ricomparirà, assieme a tutti gli altri, soltanto nell’ultimo episodio, tanto per farci ricordare che una volta esistevano anche loro. Ma, vabbè, non mi dilungherò ulteriormente sulla storia.

In generale parlando, comunque, non mi è piaciuto niente di quest’anime, né sono riuscita a versare una sola lacrima: eppure sono una ragazza molto sensibile e ho pianto spesso e volentieri per qualsiasi genere di anime. Ma, vabbè, voi direte che un anime può essere bello anche se non ti ha fatto commuovere. Certamente è così, ma questo Kanon 2006 non mi ha strappato nemmeno un sorriso, né mi ha incuriosito, né fatto affezionare a qualche personaggio, né mi ha insegnato qualcosa.
Al contrario: la serie ha un umorismo zero (eppure mi considero di facile risata, calcolando che ho riso giorni interi per delle battute di alcuni personaggi), situazioni prevedibili, personaggi completamente piatti e molto simili tra di loro addirittura. Il protagonista è il classico e tipico zimbello che si fa in quattro per aiutare la prima sconosciuta che incontra, che prende in giro la ragazza di cui s’innamorerà e che pensa a rendere felice tutti meno che se stesso.

Per non parlare del forte contesto “gallo tra le galline”: c’è chi nega che si tratti di un harem, ma lo è, punto e basta. Solo lui le conosce, sono tutte innamorate di lui, tutte cercano solo lui e solo con lui si confidano. Questo Yuiichi, inoltre, non spende nemmeno un secondo del suo tempo a dialogare con una persona del suo stesso sesso. Egli vive in funzione di queste ragazze che, come se non bastasse, sono una più strana dell’altra e i loro problemi mentali impiegano il suo aiuto 24 ore su 24. Di conseguenza, Yuiichi entra ed esce dalla casa di cui è ospite quando gli pare e piace (che sia all’alba o di notte) e senza fare sapere a nessuno ciò che “sta trafficando”.
E come dimenticarsi di sua cugina? Costei, viene ripresa solo di prima mattina, accasciata e semi-dormiente sul tavolo, dinanzi la colazione: l'inutilità fatta persona.
La generale aria di monotonia che si respira nell’anime, inoltre, è aggravata dal perenne contesto invernale. Neve, neve e ancora neve. C’è neve e bianco ovunque. Ci sono persone sempre incappucciate e non si respira mai serenità.

Voglio concludere passando al lato tecnico. I disegni li considero buoni, soprattutto la grafica e l’attenzione per i particolari anche se, come detto poc'anzi, la perenne neve gli fa perdere molti punti.
La sigla iniziale è, tanto per cambiare, monotona e straziante in proporzione a quanto lo è l’intero anime. L'ending è carina, anche se pare non azzeccarci molto con la storia. Le colonne sonore interne non sono niente di che a parte il tema di Mai, che ho gradito tantissimo.
Riassumendo, Kanon (2006) è per me l’anime peggiore che abbia mai visto. Sconsigliatissimo.


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Crashis

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
Dunque, Kanon... Kanon 2006 è il remake di quel vecchio Kanon fatto nel 2002, nato dalla collaborazione tra Key e Tokyo Animation e facente parte della trilogia Air - Clannad - Kanon. E' qualcosa di davvero indescrivibile, ma per capirci qualcosa bisogna andare con ordine in modo maniacale.

Trama
La trama parla di un ragazzo, Yuuichi Aizawa, che per motivi familiari è costretto a trasferirsi a casa di sua cugina, in un paesino innevato di cui non ricorda il passato. In altre parole, anche se lui era già stato lì, non ricordava assolutamente nulla di ciò che aveva fatto o delle sue esperienze. Vuoto totale, insomma, che dà l'input per le 4 saghe ben formate rispetto al predecessore, che finalmente daranno pace a quei tanti fan che erano rimasti delusi dalla prima edizione di quest'anime.

La trama, quindi, si divide in 4 saghe e in una minisaga. Analizziamole bene.
Saga di Makoto: una ragazza misteriosa apparsa dal nulla, che ha come unico appiglio il protagonista, verrà a far parte della famiglia per un certo periodo, poi scoprirà le sue vere origini.
Saga di Mai: una misteriosa spadaccina che di giorno è una normale studentessa la notte caccia demoni. Si crede che lei abbia strani poteri, ma anche qui, grazie all'aiuto del protagonista, che fungerà insieme a Furukawa da pilastro morale, Mai riuscirà a ricordare il suo passato e quindi a finire la sua caccia ai demoni.
Saga di Shiori: una strana ragazza che ama mangiare gelati in pieno inverno appare nel cortile interno della scuola. Non frequenta la scuola da molto tempo per la sua salute cagionevole, e anche qui vedremo i massicci pilastri che "costruirà" Yuuichi per sollevare il morale a questa ragazza.
Saga di Ayu: è forse la più riuscita, ma anche la più importante, perché vedremo che questa ragazza sarà praticamente onnipresente in tutta la serie. Ayu fungerà da aiuto per Yuuichi in alcuni casi, e darà la risposta su quei misteriosi sogni che circondano l'intera saga.
<b>Attenzione! Possibili Spoiler!</b>
Minisaga di Nayuki: la cugina di Yuuichi subirà un forte problema, e qui davvero riusciremo a notare i massicci aiuti reciproci che i due cugini si daranno negli atti finali.

Come se non bastasse, tutte queste saghe sono contornate da intermezzi per smorzare il climax sentimentale, che così si presenta molto altalenante e non godibile al massimo. Inoltre sono contornate soprattutto dai tanti ricordi che Yuuichi lentamente riassemblerà nella sua mente. La saga è stata rivisitata da 0, e questo non è che un bene, perché risulta essere molto più scorrevole.

Lato tecnico
Tecnicamente Kanon è sviluppato 100 volte meglio se confrontato al suo predecessore datato 2002. I filtri grafici sono ben mirati, c'è una massiccia presenza di gag che sfatano molti momenti strappando sorrisi, tutti contornati da quello che mi piace definire un disegno di ottima fattura. L'animazione ha subito un miglioramento bestiale in soli 4 anni di differenza, e c'è da dire che anche musicalmente Kanon ha di che andarne fiero. Anche se le BGM non sono tantissime, sono ottime sotto tutti i punti di vista, e richiamano il precedente capitolo datato 2002. Opening ed ending offrono "spiragli" di quello che sarà il prodotto finale, e nonostante siano davvero lunghe e lente, sono ottime per questo tipo di anime.

Commento finale
Kanon non arriverà mai ai livelli di Clannad, però ha stile da vendere. Sotto tutti i punti di vista presenta un ottimo lavoro, e questo non fa che giovare. Ottimi rifacimenti, ottimi doppiaggi, a mio avviso è ottimo tutto: un remake coi fiocchi.
L'anime ha una bassa reperibilità.
Voto finale: 8.


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micheles

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
Uno strano anime, Kanon. Ho cominciato a guardarlo senza avere un'idea di cosa aspettarmi. Il primo impatto è stato negativo, a causa dei disegni. I disegni mi sono parsi fin da subito troppo luminosi, troppo colorati, troppo caldi, troppo carichi di sentimento. I personaggi femminili mi sono parsi troppo belli, troppo kawaii, con gli occhi troppo grandi e troppo uguali gli uni altri: all'inizio non riuscivo neppure a distinguere la cugina dalla zia. Il tutto (disegni e atmosfera) mi sembrava falso e artificioso: dopo la prima puntata mi sono detto: "Accidenti, mi sa che mi trovo di fronte a un'altra di quelle serie con una confezione stupenda che maschera un vuoto totale di contenuti. Non sarà mica una serie di buoni sentimenti, rimpianti, ricordi d'infanzia e sostanza nulla, qualcosa alla "Aria"?".

Per non parlare poi del simbolismo spicciolo per darsi arie da serie profonda! Io poi odio particolarmente le storie basate sul ricordo sentimentale dei tempi passati. L'impressione negativa è andata avanti per le prime tre o quattro puntate, mano a mano che venivano presentati i vari personaggi femminili, una più carina dell'altra, ragazze di diciassette anni che si comportano come se ne avessero sette, con facce da bambine piccole e un'uniforme scolastica alla marinara, ma con una microgonna "raso bernarda", come si dice nel Veneto. Il mio pensiero è stato: "Ma questa è una serie per pedofili! Va a finire che fa poco vedremo la solita scena del bagno e finiremo nel genere harem più totale!". E invece no.

E invece no. Progredendo con le puntate, lentamente e impercettibilmente il mio atteggiamento ha cominciato a cambiare, non so neppure io quando. Piano piano mi sono reso conto che Kanon non sarebbe mai diventata una scollacciata commedia, che l'atmosfera sentimentale/infantile che mi sembrava tanto falsa all'inizio (aspettandomi una deriva verso un genere più erotico) era in realtà l'atmosfera "giusta" per gli scopi della serie. La trama, pur nel suo sviluppo lentissimo e apparentemente senza senso, ha cominciato a intrigarmi; gradualmente ho cominciato a chiedermi cosa sarebbe successo nella puntata successiva; da un certo punto in poi le strane personalità dei personaggi hanno cominciato a diventare interessanti.
Mi sono reso conto che l'atmosfera non era affatto spensierata e infantile come mi era parsa all'inizio, ma inquietante e possibilmente drammatica: ho capito che stavo entrando in una storia di fantasmi in cui ero incapace di prevedere quello che sarebbe successo.

A questi sviluppi nella trama si è aggiunta una simpatia improvvisa per l'unico protagonista maschile della storia, Yuuchi: mentre il tipico protagonista di un harem è un'idiota, Yuuchi non è affatto stupido né imbranato. Mentre di solito sono le ragazze a mettere in imbarazzo il protagonista, qui è lui che si diverte a prendere in giro tutte le ragazzine che gli stanno intorno, facendo anche battute a carattere sessuale, ma sempre con perfetto aplomb. Lui stesso sembra impermeabile al sesso e perfettamente integrato nel ruolo del responsabile fratello maggiore.
La scena che mi ha fatto scompisciare dalle risate è stata quando Makoto entra nella sua camera, sale sul suo letto e gli si appiccica contro, chiedendogli di leggerle un manga shoujo che comincia con le parole "L'amore arriva all'improvviso". In totale controtendenza con quello che uno potrebbe aspettarsi, lui replica con stile impeccabile "Anche la diarrea arriva all'improvviso!". A un certo punto c'è anche la scena del bagno, sì, ma non certo nei termini scontati della commedia tradizionale.

Il punto è che Kanon non è una commedia, nonostante la presenza di varie scene comiche. Al punto in cui sono arrivato (circa a metà della serie) comincio a preoccuparmi che possa alla fine risolversi anche in una storia tragica. Andando avanti si capisce piano piano che tutto quello che ci viene presentato ha un senso e s'inscrive in una storia complessa, anzi in più storie intrecciate.
A questo punto il mio giudizio su Kanon si è completamente rovesciato. Aspetto di vedere il finale prima di dare un voto definitivo. Sto vedendo la serie a blocchetti di due tre puntate con delle pause, perché non voglio rovinare il ritmo lento dell'opera: non è una di quelle serie da guardare tutte di botto, ma va centellinata.

P.S.: Adesso ho visto il finale e volevo aggiungere qualche commento. Alla fine Kanon è una serie sentimentale al massimo grado, ma sostenuta da una trama a orologeria perfetta, in cui ogni particolare è stato sapientemente orchestrato. C'è una corrente sessuale sotterranea molto forte, perché le ragazze, per quanto disegnate in maniera non realistica, sono di una bellezza incredibile. Tuttavia qualunque ammiccamento di tipo sessuale esplicito viene rifiutato ad arte. Mi sono reso conto che è giusto che i disegni e i personaggi non siano realistici perché si tratta di un racconto che non è veramente ambientato nel nostro mondo, bensì in una città innevata e fiabesca che non ha nome, in cui i demoni e i cacciatori di demoni circolano nelle scuole, in cui non è possibile distinguere tra persone e animali fatati, in cui i sogni prendono sostanza e tutto può succedere, compresi i miracoli.

P.P.S.: le musiche sono stupende, da dieci e lode. Kanon è una serie da ascoltare oltre che da guardare.

EzraeL

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EzraeL

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
Inizio dicendo subito una cosa: io, in tutta la mia vita, ho pianto solo due volte di fronte a uno schermo e questa serie è stata causa di uno di quei pianti.
La storia di Kanon racconta di un ragazzo delle superiori, Yuuichi Aizawa, che si trasferisce in una fredda cittadina innevata presso la cugina Nayuki Minase. I due non si vedono da sette anni, ovvero dall'ultima volta che Yuuichi era stato in vacanza lì. Il protagonista fa rapidamente conoscenza di numerose ragazze, ognuna delle quali ha un problema che la affligge e che Yuuichi proverà a risolvere. Inoltre il protagonista non ricorda nulla di ciò che avvenne sette anni prima, così con il tempo scoprirà che le ragazze che incontra (fatta esclusione una) le aveva già conosciute nell'infanzia.

Il comparto grafico è ben fatto, i personaggi sono multi-sfaccettati e ben caratterizzati, le musiche sono ottime (soprattutto la opening) e, nonostante le vicende drammatiche che verranno mostrate, non risulta mai pesante o angosciosi per lo spettatore, ma solo magnificamente triste. Se proprio devo trovare un difetto c'è il fatto che Akiko più che la madre di Nayuki sembra la sorella, ma escluso questo il resto è tutto fantastico.
Consigliato a tutti, da guardare tutto d'un fiato senza interruzioni.


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npepataecozz

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
Se qualcuno m'avesse raccontato che Kanon era in origine un videogioco a sfondo erotico, credo proprio che gli avrei dato del pazzo. Se è vero, infatti, che l'abbigliamento femminile esposto risulterebbe molto gradito anche allo spettatore più “pruriginoso” (la divisa scolastica lascia scoperte le gambe anche d'inverno e risulta in generale molto sexy), la delicatezza, la dolcezza, la poesia contenute in quest'anime trasmettono sensazioni che mal si conciliano con pensieri che non siano assolutamente casti e puri.
Potrete quindi immaginare la mia grande sorpresa quando ho appreso questo strano retroscena. Una cosa è comunque certa: chiunque ha creato quest'anime è riuscito nell'impresa di trasformare una pornostar nella Gioconda di Leonardo.
Kanon è il primo di un famosissimo trio di anime creati dallo Studio Key, azienda specializzata nella realizzazione di visual novel; un trio che comprende anche titoli del calibro di Air e Clannad. La sua trasposizione dal pc al piccolo schermo ha avuto un percorso abbastanza inusuale: nel 2002 venne realizzata una prima edizione composta da solo dodici episodi che, però, si rivelò un mezzo disastro, almeno se pensiamo alla realizzazione grafica, che sfiora l'indecenza. Fortunatamente, però, nel 2006 il tutto fu ripresentato con una veste grafica totalmente rinnovata e con una colonna sonora davvero all'altezza. Il risultato fu il capolavoro che possiamo ammirare oggi.
Un breve cenno alla trama: Yuuichi, uno studente delle superiori, si trasferisce nella città dove, fino a sette anni prima, era solito passare dei brevi periodi di vacanza. Stranamente, però, non ricorda quasi più nulla del tempo trascorso in quei luoghi, né delle persone che lì aveva conosciuto. Gradualmente tutti i ricordi torneranno alla mente a seguito di una serie di eventi a metà fra il fantastico e il romantico.
L'intera narrazione, seguendo uno schema che verrà ripreso anche da Air e da Clannad, può essere diviso in più tronconi, all'interno dei quali le azioni di Yuuichi ruoteranno attorno a un personaggio diverso e ai suoi problemi. A fare proprio i pignoli qualcosa che non torna ogni tanto ce la trovi, ma tutto passa in secondo piano di fronte a una storia ben congegnata, con una logica senza rilevanti sbavature e, soprattutto, per il coinvolgimento emotivo che Kanon riesce a creare in chi lo guarda.
Una menzione speciale merita, poi, la colonna sonora: già nella prima edizione era apparsa molto gradevole, ma qui la qualità dei motivi proposti ha raggiunto un livello davvero eccezionale. Può sembrare, questo, un elemento di secondo piano; in realtà anche associare il brano giusto alla sequenza giusta è una componente decisiva per decretare il successo o meno di un anime (e non solo di questi), per cui mi sento di lodare doppiamente sia chi l'ha ideata sia chi l'ha scelta.
Personalmente considero Kanon come uno degli anime più belli di tutti i tempi. Racconta una di quelle storie di cui difficilmente ti puoi scordare, perché riesce a trasferire delle emozioni che ti rimbombano dentro per un bel pezzo. E' un anime che ti fa ricordare perché sei diventato un appassionato di anime e perché fai le ore piccole davanti al monitor di un computer a guardare dei semplici disegni in movimento.
Consigliato a tutti, dai romantici ai meno romantici: se non si è proprio una persona che senza sangue e spari non si diverte, Kanon sarà un anime di sicuro gradimento. E l' "Uguu" di Ayu rimarrà impresso nella mente per un bel pezzo.


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Ironic74

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9
Le altre recensioni sono state perfette quindi è difficile dire qualcosa di più su questa meravigliosa favola. Non sono certo una persona che ama piangere davanti alla tv , tutt'altro, ma è impossibile non farsi catturare da questa storia che ti conquista man mano, in punta di piedi, puntata dopo puntata, con i suoi personaggi e le sue vicende via via tenere, divertenti, drammatiche.
Alla fine la storia finisce e ti resta qualcosa dentro, di positivo, che ti riconcilia con tutto e tutti.
Un consiglio personale: storie del genere vanno viste di notte, isolandosi dal mondo e magari con le cuffie per lasciare che sia la vista che l'udito si facciano conquistare entrando nel mondo magico che gira intorno a Yuuichi .

wangi

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wangi

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
Kanon è un anime dai toni drammatici e paranormali che racconta la storia di Yuuichi che, dopo sette anni, ritorna nel paese dove trascorreva le vacanze estive durante l'infanzia, per frequentare il liceo. Kanon sembrerebbe la solita serie scolastica sentimentale, se non fosse per la presenza di inspiegabili avvenimenti velati da una patina di mistero. Infatti il protagonista, non si sa per quale motivo, non riesce a ricordare nulla del suo passato trascorso in questo paese, e pure la maggior parte dei personaggi (quasi tutti femminili) che incontrerà presentano una sorta di amnesia.
Il nodo della storia quindi ruota attorno ai ricordi del passato di Yuuichi che, con il passare del tempo, riaffiorano fino a svelarci una drammatica verità. La narrazione è piuttosto lenta ma, grazie al fattore enigma che caratterizza quest'anime, l'attenzione e l'interesse non muoiono fino alla fine. Lo consiglio a chi cerca un anime "diverso" e profondo capace di conquistare per quella sua atmosfera malinconica e coinvolgente.


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Horus

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9
Kanon (2006) appartiene al trittico di serie animate realizzate dalla coppia Key e Kyoto Animation e, come il suo predecessore Air e il successivo Clannad, anche Kanon nasce sotto forma di visual novel. Dalla stessa per altro era già stata tratta una serie animata di 12 episodi (Kanon), di cui il lavoro della Kyoto rappresenta un remake, per questo nel titolo vi è riportato l’anno 2006.

Per chi ha avuto modo di confrontarsi con Air e Clannad lo stile narrativo di Kanon risulterà familiare; una suddivisione in moduli narrativi autonomi tra di loro, ma in vario modo collegati, con al centro un protagonista maschile (Yuuichi Aizawa) contornato da un nutrito numero di personaggi femminili. A dare avvio alla storia è l’arrivo di Yuuichi per motivi di studio nella città in cui abitano la zia Akiko e la cugina Nayuki. L’atmosfera del luogo è particolare, una città avvolta da un candido e soffice manto di neve, che intende esprimere qualcosa di più della mera bellezza estetica, infatti un punto particolare di Kanon consiste proprio nel legare le vicende narrate allo scorrere delle stagioni. Una tematica, quella del tempo legato alle emozioni, già introdotta in Air, perfezionata in questa serie e poi ripresa anche in Clannad.

Si potrebbe dire che Kanon rientri a pieno nel genere harem e in fondo la figura del protagonista maschile circondato da bellissime ragazze non sembrerebbe deporre in senso avverso, tuttavia le varie opere della Key sono qualcosa in più di un semplice anime harem. La forza drammatica della storia, la delicatezza con cui viene trattato l’aspetto sentimentale, la caratterizzazione dei personaggi, impreziosiscono oltremodo la storia, attribuendole un valore quasi unico.

La struttura narrativa seguita può essere suddivisa in moduli, ognuno di essi è dedicato a una delle protagoniste femminili e alla sua storia. In linea di massima questi moduli narrativi, pur essendo collegati l’un l’altro, sono concepiti per essere autonomi e il loro scopo consiste principalmente nell’introdurre e approfondire uno specifico personaggio femminile. Solo negli episodi finali emerge quella che potrebbe essere definita la storia principale, che poi porterà a conclusione l’anime. Aggiungere altro sulla trama credo sia superfluo se non anche deleterio, potendo rovinare la visione, ma ovviamente, come in parte si può capire dal genere di appartenenza, Yuuichi sarà chiamato a confrontarsi con i suoi sentimenti e con un passato che aveva ormai rimosso.

I personaggi di Kanon sono realizzati con estrema cura. Per chi, come me, ha visto prima le altre opere Key/Kyoto sarà impossibile non notare una certa assonanza tra i vari personaggi; Mai ad esempio ricorda in modo impressionante Minahi Tonho e Kotomi, Ayu rimanda inequivocabilmente alla dolcezza e delicatezza di Nagisa e Misuzu. Insomma la Key probabilmente da questo punto di vista difetta un po’ di originalità, ma allo stesso tempo va riconosciuto come la cura riposta nel tratteggiare i vari caratteri sia tale da consegnare un “cast di attori” di straordinario livello. Alla fine non ci si potrà non innamorare del ‘ugu’ di Ayu, del carattere introverso e quasi comico di Mai, della dolce Nayuki con il suo sonno ‘pesante’ e infine della bellissima risata di Sayuri, emblema del suo carattere solare.

Come ogni opera della Kyoto Animation l’aspetto ‘grafico’ è frutto di un lavoro incredibile e ovviamente la differenza rispetto alla prima versione di Kanon è quanto mai evidente. Come in Air e Clannad anche qui si assiste ad una straordinaria capacità nel rendere non solo le fattezze dei personaggi ma anche, e soprattutto, gli ambienti in cui la storia prende vita. Il doppiaggio è fatto veramente bene e le voci dei protagonisti sono calibrate alla perfezione; personalmente credo poi che la meravigliosa risata di Sayuri mi rimarrà sempre impressa nella memoria.

In conclusione Kanon è un ottimo anime. Rispetto ai suoi ‘fratelli’ l’aspetto drammatico, pur presente, è meno carico, lasciando il posto in prevalenza all’aspetto sentimentale e a quello soprannaturale (altra caratteristica sempre presente nelle visual novel Key). Gli va infine riconosciuto il merito di aver posto le basi per quel capolavoro che sarebbe stato Clannad, che sicuramente deve molto a Kanon e alla sua storia. Pertanto credo quest’anime meriti di essere visto, soprattutto da chi ha una particolare predisposizione per il genere sentimentale, che sicuramente non ne rimarrà deluso.


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Fuby B.

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
Kanon 2006 è una delle mie serie preferite in assoluto.
Mai come in questo anime si mescolano perfettamente dosati romanticismo, divertimento, magia, mistero.
Kanon 2006 è un remake della precedente serie animata del 2002 ma, sebbene ne mantenga invariata la trama ed in definitiva le caratteristiche essenziali dei personaggi, ne stravolge i disegni (decisamente bruttini), rendendoli, assieme all'animazione degni di nota e approfondisce senza però appesantire gli archi dedicati alle varie ragazze.
La storia racconta le avventure di Yuichi, un simpaticissimo ragazzo, che si ritrasferisce a 16 anni nel paesino in cui era solito passare le vacanze estive ed invernali quando era piccolo, ospite della zia e della cugina Nayuki sua coetanea.
Yuichi incontra un sacco di ragazze, tutte molto buffe e molto diverse tra loro, del quale diviene amico.
Sebbene tutte le protagoniste siano presentate fin dai primi episodi, la trama segue il ritmo del videogioco Key da cui Kanon è tratto e ci sono archi temporali di circa 5 episodi, ognuno dei quali è dedicato ad una ragazza diversa.
Ciò che rende speciali Ayu, Nayuki, Mai, Shiori e Makoto è la loro stessa vita; in alcuni casi dovuta o legata ad eventi sovrannaturali, in altri resa pesante a causa di episodi passati o presenti.
È per aiutare ognuna di loro, che Yuichi si appresta ad affrontare mille avventure, molte delle quali segnate dai suoi stessi ricordi d'infanzia che piano piano riaffiorano alla mente.
A far da cornice ad una trama già di per sé bellissima e capace di commuovere e appassionare grazie ai numerosissimi colpi di scena, si annoverano gli splendidi fondali tipici della Kyoto animation, le numerose scenette divertenti che intercorrono nell'anime, la simpatia dei personaggi doppiati in modo encomiabile, la colonna sonora e tutto il resto.
Per me infatti Kanon è un anime perfetto, piacevole come pochi, commuovente e romantico, di gran lunga superiore alla prima serie del suo successore Clannad, ma anche al suo predecessore Air.
Il character design è lo stesso degli altri anime firmati Key/Clannad da me precedentemente citati, ma a differenza delle altre due serie, Kanon non è prettamente un anime harem.
Solo due delle 5 protagoniste si innamorano di Yuichi e questo mi ha fatto apprezzare ancora di più la serie, perché se c'è una cosa degli anime harem che non sopporto è proprio la competizione che si crea tra i vari personaggi femminili per conquistare il protagonista di turno e che qui invece per fortuna è assente.
Non mancano i momenti romantici e l'affetto che lega il protagonista alle ragazze e le stesse ragazze, è così evidente da commuovere.
Consiglio Kanon a tutti! È un anime stupendo, non vi pentirete di averlo visto.


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Ciquinho

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9
Bellissimo questo anime della Kyoto Animation... Alla regia sempre lui, Tatsuya Ishihara, il grande talento che si cela anche dietro Air e sopratutto Clannad e il seguito Clannad - After Story. Poetico il disegno, poetica la storia, poetica la caratterizzazione dei personaggi... Rivaleggia senza timori con la prima serie di Clannad e perde un po' di terreno solo contro After Story, la seconda serie di Clannad. Ma già l'avvicinarsi a quel livello qualitativo basta per sponsorizzare con l'esclamazione "non puoi non guardarlo!! " questo anime... Vi conquisterà, sorriderete, piangerete in simbiosi con i personaggi e alla fine vorrete che non fosse già concluso...


 1
Skoul_26

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
Dolcissimo, Meraviglioso, Stupendo!! Questo anime mi ha fatto riempire un secchio di lacrime, mi ha preso fin dai primi episodi per poi spararmeli tutti e 24 episodi in unica giornata. Ci sono vicende veramente tristi e appassionanti, concludendosi con un finale giusto finendo come deve finire. Veramente divertenti poi le scene con Ayu e quel suo Uguu, che da quel tocco di comicità alla serie, voto massimo e consiglio a tutti la visione di questo anime.

Fuby B.

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Fuby B.

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
Sicuramente Kanon è uno degli anime più belli che mi sia capitato di vedere, per questo si merita 10.
Kanon unisce animazioni davvero notevoli, a personaggi ben caratterizzati e ad una storia complessa, ma ben spiegata e che non presenta punti farraginosi e di difficile interpretazione come Air.
Rispetto al precedente Kanon, questo del 2006 è tutta un'altra cosa (in positivo ovviamente!XD)e mi riferisco soprattutto ai personaggi,che,con le proprie talvolta dolorose esperienze, restano nel cuore,alla trama, svolta meglio e alla presenza di numerose scene divertentissime che servono a rendere l'anime meno pesante e ad adorare ancor di più personaggi già di per sè stupendi.
Io consiglio veramente Kanon 2006 a tutti,soprattutto a chi preferisce gli shojo misteriosi e non si vergogna a commuoversi guardando un'anime!XD
Se non siete degli amanti del genere,date comunque una possibilità a Kanon e credetemi,non ve ne pentirete!^-^


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Chiu. {Lu;

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
E' semplicemente bellissimo, 10 pieno. La grafica è ottima e il doppiaggio anche di più. Le uniche cose che non mi sono piaciute sono le sigle, ma non sono indispensabili, sopratutto quando la storia ti prende così. La trama può sembrare il solito harem pieno di ragazze con il solito ragazzo di turno, ma non è proprio così. E' una storia che si guarda tutta d'un fiato, ma che alla fine non ti lascia l'amaro in bocca. Comunque è il remake di Kanon, che io non ho visto, e non guarderò, perchè trovo che abbia una grafica orribile. Inoltre in questo ci sono più episodi e i personaggi sono più caratterizzati, ognuno con la sua storia, ma anche quando questa storia è finita non vengono dimenticati. E' una storia dolce e drammatica, ma che alla fine finisce bene, consigliata a tutti ;)


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Sayuri

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9
Se dovessi utilizzare una parola per descrivere questo anime direi: dolcissimo. Kanon 2006 è un remake migliorato di una serie più vecchie e lunga la metà. Il protagonista è un ragazzo, Yuuichi, che torna al suo vecchio paesino dopo anni ma non ricorda quasi più nulla. Durante la storia conoscerà molte ragazze ed ognuna di loro avrà la propria storia drammatica (e alcune anche con elementi soprannaturali) in cui Yuuichi tenterà di aiutarle nel miglior modo possibile. L'anime è suddiviso in archi, in ognuno dei quali si narra la storia di una ragazza, ma proprio qui c'è l'unica pecca dell'anime: finito un arco, la ragazza dell'arco precedente praticamente sparisce fino a ricomparire, se va bene, solamente nel finale. E questo è un vero peccato, ma va bene lo stesso.
Nonostante Yuuichi conosca molte ragazze, l'anime non è assolutamente un harem.. anzi, i sentimenti che proverà lui per loro e loro per lui sono sentimenti di purissima amicizia profonda, ne più ne meno. Solo due ragazze provano dei sentimenti romantici nei suoi confronti, quindi non si può proprio parlare di harem, e nemmeno di triangolo amoroso.. visto che una è e rimarrà in disparte fino alla fine.
C'è da dire però che è davvero un concentrato di zucchero :P quindi per chi non sopporta anime troppo dolci è meglio lasciarlo da parte e passare ad altro, anche se un'occhiata me la sento di consigliarla lo stesso perché è uno dei drama/romance più belli che abbia mai visto insieme ad Air e Clannad.

Rattopaz

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Rattopaz

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9
La prima cosa che mi vien da dire è che "ci voleva".
Lo aspettavo impazientemente perchè il primo Kanon mi aveva un pò lasciato con l'amaro in bocca.
Un remake che secondo me tappa le lacune del originale kanon grazie ad animazioni e disegni degne di un titolo come questo, raddoppiando la durata, e aggiungneto qualche pizzico di umorismo in più che non guasta.
Straraccomandato ai fans del primo Kanon, ma anche a chi cerca un anime toccante, con un pò di mistero e tanti colpi di scena.

Clarise

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Clarise

Episodi visti: 0/24 --- Voto 10
Inanzitutto la storia di questo Remake è la stessa della serie di 13 episodi più Oav che fece la Toei animation ^^ basata sul gioco per pc e Playstation della Key, Kanon racconta la storia di un ragazzo Yuuichi Aizawa che torna dopo 7 anni di lontananza nella sua città natale e va a vivere a casa Minase dove vivono la zia Akiko e sua cugina Nayuki, è un ragazzo allegro e scherzoso che non ricorda quasi nulla della sua infanzia e specialmente di 1 promessa fatta a una sua cara amica, incontrerà parecchie ragazze durante il suo soggiorno, ognuna con qualche mistero o qualcosa che riguarda Yuuichi e il suo passato. A poco a poco i suoi ricordi verranno a galla e scoprirà tante cose che forse non avrebbe dovuto dimenticare...
Nayuki è una ragazza gentile e di buon cuore molto attaccata alla madre, di mattina anche con mille sveglie non riesce a svegliarsi. Fin da piccola ha sempre provato molto affetto nei confronti del cugino, affetto che ora sembra essere cambiato a poco a poco in qualcos´altro di più profondo... ha molti peluches a forma di rana che sono il suo animale preferito. La sua migliore amica è Kaori Misaka, alla quale confida tutto, tranne di una cosa: ovvero i suoi sentimenti...
Ayu Tsukimiya è la ragazza che Yuuichi incontra per caso mentre stava fuggendo dopo aver cercato di rubare dei tayaki, dolci per i quali va matta. E´ sempre molto sbadata e non è una brava cuoca, è molto ingenua e dolce e quando si arrabbia o si intristisce le viene spontaneo dire: uguuuuu... E´ gentile e un po´ matta e fin da subito fa amicizia con Yuuichi, e pare che il suo nome non sembra nuovo ad Ayu, infatti lei lo conosceva già da piccola e lui è legato a lei da una promessa che però non si ricorda. In realtà la dolce Ayu ha un segreto ben più grande e triste che sta nascondendo ignaramente anche a se stessa... E´ alla ricerca di qualcosa e ha uno zainetto con le aluccie davvero carino; considera Akiko un po´ come sua madre, visto che lei la mamma non ce l´ha più...
Arriveranno tanti altri personaggi, come Makoto che odia Yuuichi ma non sà il perchè e l'unica cosa che sà è il suo nome, e si stabilirà a casa Minase, o come Mai che vaga di notte per la scuola con una spada per uccidere gli spiriti irrequieti, o shiori che non può andare a scuola a causa di un raffreddore...(e in realtà non è affatto coì la faccenda^^)
Insomma un bell'anime rivisitato della vecchia versione di Kanon, chi ha visto la scorsa serie non può farsi sfuggire questo gioiello di serie firmata Kyoto animation.
Alcune cose rispetto alla vecchia serie sono un pò cambiate, però la serie rimane eccellente ^O^ a me ha colpito subito questa storia e... se all'inizio vi sembra solo un anime un pò allegrotto e non tanto serio fate bene attenzione, perchè man mano che gli episodi avanzano diventa sempre più devastante e dovrete tenere i fazzoletti a portata di mano!! ç___ç Come è successo a me çOç Bhe spero di avervi incuriositi ^O^