Marginal Prince
"Marginal Prince - Gekkeiju no Ōji-tachi" è un anime del 2006 composto di soli tredici episodi più uno extra conclusivo della serie. Viene etichettato come shonen ai, ma in realtà è tutto fuorché un anime incentrato sui rapporti e sulle relazioni amorose dei personaggi maschili.
Il protagonista Yuuta entra a far parte della prestigiosa Accademia Sant'Alfonso, situata sull'omonima isola, frequentata solo dagli studenti più facoltosi e importanti di tutto il mondo, dove fa la conoscenza dei protagonisti maschili con cui avrebbe dovuto iniziare una qualche relazione, ma non abbiamo nulla di tutto ciò. All'inizio abbiamo un malinteso ridicolo con Yuuta. Poi quest'ultimo, con un buonismo e un sorriso irritanti, aiuta gli altri studenti a risolvere i loro problemi esistenziali, diventando un caro amico di tutti loro. Infine abbiamo persino un complotto ai danni di Joshua Grant, futuro erede del ducato di Loreto.
Vengono inserite cose a caso rappresentate malissimo, che non mi hanno assolutamente convinto. Ho seguito l'anime a fatica, perché l'ho trovato, oltre che noioso, un'accozzaglia di situazioni imbarazzanti sviluppate senza un minimo di coerenza. Mi aspettavo tutt'altro, e invece ci hanno inserito delle scene di azione rese anche male. Graficamente non mi è piaciuto, perché non esalta i 'fighi' di turno (che poi tanto 'fighi' non erano, salvo un po' solo il Visconti, ma era strano anche lui), e i colori sono un po' opachi, non ho apprezzato nemmeno tutti quei colori diversi per i capelli.
Inoltre, l'anime può essere considerato anche un musical, perché verso la fine di ogni episodio il tizio di turno canta una canzone d'amore che non ha alcun nesso logico con la trama. Parte questa che ho amabilmente saltato a piè pari, perché le canzoni non mi piacevano.
Diciamo che non salvo assolutamente nulla di questo anime, lo sconsiglio.
Il protagonista Yuuta entra a far parte della prestigiosa Accademia Sant'Alfonso, situata sull'omonima isola, frequentata solo dagli studenti più facoltosi e importanti di tutto il mondo, dove fa la conoscenza dei protagonisti maschili con cui avrebbe dovuto iniziare una qualche relazione, ma non abbiamo nulla di tutto ciò. All'inizio abbiamo un malinteso ridicolo con Yuuta. Poi quest'ultimo, con un buonismo e un sorriso irritanti, aiuta gli altri studenti a risolvere i loro problemi esistenziali, diventando un caro amico di tutti loro. Infine abbiamo persino un complotto ai danni di Joshua Grant, futuro erede del ducato di Loreto.
Vengono inserite cose a caso rappresentate malissimo, che non mi hanno assolutamente convinto. Ho seguito l'anime a fatica, perché l'ho trovato, oltre che noioso, un'accozzaglia di situazioni imbarazzanti sviluppate senza un minimo di coerenza. Mi aspettavo tutt'altro, e invece ci hanno inserito delle scene di azione rese anche male. Graficamente non mi è piaciuto, perché non esalta i 'fighi' di turno (che poi tanto 'fighi' non erano, salvo un po' solo il Visconti, ma era strano anche lui), e i colori sono un po' opachi, non ho apprezzato nemmeno tutti quei colori diversi per i capelli.
Inoltre, l'anime può essere considerato anche un musical, perché verso la fine di ogni episodio il tizio di turno canta una canzone d'amore che non ha alcun nesso logico con la trama. Parte questa che ho amabilmente saltato a piè pari, perché le canzoni non mi piacevano.
Diciamo che non salvo assolutamente nulla di questo anime, lo sconsiglio.
"Marginal Prince" è un anime del 2006, come "Gakuen Heaven". Le similarità non si fermano qui. Con una sottile, quasi indistinguibile, vena di shounen-ai, ci troviamo in un istituto scolastico sui generis, evidentemente per gente speciale, in cui gli studenti fanno un po' quello che gli pare: studiano quello che vogliono, apparentemente quando vogliono, sono tutti carini, particolari, fanno evidentemente parte di un'élite e sono strani. A partire dai capelli: ce ne fosse uno, a parte il "protagonista", con una colorazione normale! Vediamo: collezioniamo un arancione, un rosa, un blu, un verde e un viola… Non dico altro. Ah, beh, ci sono poi un ragazzo misterioso con i capelli neri e un piccolo piagnone biondo grano. Del resto, basta guardare le immagini della scheda.
Il cosiddetto protagonista è un imbranato pappamolle, ingenuo e interessante come una conferenza sulle abitudini riproduttive degli scarabei stercorari. Tutti gli altri mantengono la loro aura enigmatica, chi sbandierando un contegno ilare, chi azzannando il prossimo con parole di dispregio al minimo accenno di avvicinamento, chi portando in giro occhi mesti e un viso che farebbe piangere un sorriso di gesso.
Si intuisce, un po' perché non siamo del tutto tonti, e un po' perché ce lo fanno capire, che l'identità di alcuni, se non di tutti i pochi ragazzi che frequentano questo pseudo istituto scolastico, nasconda un qualche mistero.
Il problema è che, pur avendo la serie solo 13 puntate, non riesco proprio a costringermi ad andare oltre la metà della settima. E immagino bene che, puntata più, puntata meno, ormai dovrebbe arrivare a vedersi un po' di complotto, viste le altre recensioni. Ma non ce la faccio proprio. Preferisco archiviare queste sei puntate e mezzo come tempo perso e mollare lì.
Il fatto è che il mistero, presunto o vero che sia, è presentato in maniera così piatta, noiosa e poco interessante da far perdere la voglia di scoprirlo. I personaggi non hanno un briciolo di spessore, sono lo stereotipo dello stereotipo di se stessi, mancano completamente d'anima. Le cose che accadono - ma accade qualcosa? - non hanno il benché minimo mordente, sono più piatte di un'asse piallata. Una noia mortale.
Se ci aggiungiamo che ogni puntata ha la sua bella canzoncina, cantata dal malinconico fustacchione di turno, la misura è colma.
Parliamo dei disegni: i ragazzi sono carini, sì. Ma io ho quasi 50 anni, non 12, e il fatto che abbiano i capelli color arcobaleno, senza un apparente motivo, mi lascia piuttosto perplessa. Carini sono i fondali, sufficienti le animazioni, la musica non è irritante. Ma… e la trama? Non c'è neppure l'ordito, o se c'è deve ancora arrivare. Troppo poco. Un anime che non abbia almeno un punto di forza eccezionale non può permettersi di essere anche così noioso. Anche ammesso che prenda mordente più avanti, a cosa serve se prima ti costringe all'abbandono per sfinimento? Insufficiente!
Il cosiddetto protagonista è un imbranato pappamolle, ingenuo e interessante come una conferenza sulle abitudini riproduttive degli scarabei stercorari. Tutti gli altri mantengono la loro aura enigmatica, chi sbandierando un contegno ilare, chi azzannando il prossimo con parole di dispregio al minimo accenno di avvicinamento, chi portando in giro occhi mesti e un viso che farebbe piangere un sorriso di gesso.
Si intuisce, un po' perché non siamo del tutto tonti, e un po' perché ce lo fanno capire, che l'identità di alcuni, se non di tutti i pochi ragazzi che frequentano questo pseudo istituto scolastico, nasconda un qualche mistero.
Il problema è che, pur avendo la serie solo 13 puntate, non riesco proprio a costringermi ad andare oltre la metà della settima. E immagino bene che, puntata più, puntata meno, ormai dovrebbe arrivare a vedersi un po' di complotto, viste le altre recensioni. Ma non ce la faccio proprio. Preferisco archiviare queste sei puntate e mezzo come tempo perso e mollare lì.
Il fatto è che il mistero, presunto o vero che sia, è presentato in maniera così piatta, noiosa e poco interessante da far perdere la voglia di scoprirlo. I personaggi non hanno un briciolo di spessore, sono lo stereotipo dello stereotipo di se stessi, mancano completamente d'anima. Le cose che accadono - ma accade qualcosa? - non hanno il benché minimo mordente, sono più piatte di un'asse piallata. Una noia mortale.
Se ci aggiungiamo che ogni puntata ha la sua bella canzoncina, cantata dal malinconico fustacchione di turno, la misura è colma.
Parliamo dei disegni: i ragazzi sono carini, sì. Ma io ho quasi 50 anni, non 12, e il fatto che abbiano i capelli color arcobaleno, senza un apparente motivo, mi lascia piuttosto perplessa. Carini sono i fondali, sufficienti le animazioni, la musica non è irritante. Ma… e la trama? Non c'è neppure l'ordito, o se c'è deve ancora arrivare. Troppo poco. Un anime che non abbia almeno un punto di forza eccezionale non può permettersi di essere anche così noioso. Anche ammesso che prenda mordente più avanti, a cosa serve se prima ti costringe all'abbandono per sfinimento? Insufficiente!
<b>Attenzione! Spoiler sulla trama!</b>
Marginal Prince è descritto come uno shounen-ai, ma chi non ama il genere può andare sul sicuro: in quest'anime di shonen-ai c'è davvero poco - ci sono shounen che lo sono molto di più. Anche se è basato su un boys-love sim game, nell'anime il tema dell'omosessualità è stato semplicemente accennato alla lontana. Per chi è fan ciò è un po' un peccato, a mio parere potevano spingersi un po' oltre. Comunque questa leggerezza lo rende sicuramente un prodotto adatto a una fetta di pubblico ben più ampia.
Trama
Un ragazzino, Yuuta, viene accettato in un'esclusiva accademia artistica maschile, dove stringerà amicizia con vari bishounen, ovvero "bei ragazzi". Ci sono un principe ereditario, un attore, un intellettuale un po' asociale, una specie di 007, un esperto di danza giapponese; poi un ragazzino davvero efebico, uno studente/killer, un dottore fatto a modo suo. Insomma, vi è la rappresentazione di vari tipi di caratteri. Ognuno ha la possibilità di trovare il suo marginal prince.
La storia, fresca e divertente all'inizio, si sposta presto su un tema abbastanza serio, seppure sempre trattato con leggerezza: il principe ereditario Joshua, i suoi dubbi sull'essere degno di diventare re o meno, e soprattutto nel finale, i complotti per ucciderlo. Qui il sangue scorre, dando alla storia una nota di serietà che a prima vista non sembrerebbe possedere.
Note positive
Prima di tutto trovo i disegni davvero molto belli, e le animazioni pertinenti alla trama. Ovvero, non sono superbe come in altri anime, e non ci sono virtuosismi o chissà quali usi della CG. Ma la trama, basata più sull'introspezione psicologica dei protagonisti e sulla loro crescita interiore, non lo richiedeva, quindi è un bene che si siano limitati all'essenziale. Poi i protagonisti, tutti fusti che meritano di essere visti. Anche i loro caratteri, per quanto un po' stereotipati, non danno una sensazione di stantio. Tutti loro sono freschi, in alcuni punti anche radiosi.
Note negative
Yuuta, ovvero il classico protagonista è un po' stupidello, però si fa volere bene da tutti e grazie al suo animo genuino riesce a cambiare in meglio gli altri, a dare loro forza, a farli di nuovo sorridere, ecc.. Insomma, niente che non si sia già visto, il tutto unito a una voce irritante e a un'infantilità che mi ha dato sui nervi dal primo all'ultimo episodio.
Altra nota negativa: ma perché li hanno fatti cantare? In ogni episodio, prima dell'ending, il coprotagonista di turno canta. Ok, vedere dei bei ragazzi che cantano sotto la pioggia non può che far piacere, ma ne sarebbe bastato uno, due al massimo. Invece no, cantano tutti. Da non amante del genere musical, non ho apprezzato. Per fortuna basta mandare avanti, non ci si perde niente se si saltano le canzoni, cosa che consiglio di fare.
In definitiva Marginal Prince è un anime godibile, che si può consigliare anche a chi non ama lo shounen-ai. Gli atteggiamenti non sono mai al limite, non possono infastidire. Certo, è un anime per ragazze, bisogna avere ben chiaro che, sebbene una parte di azione sia presente, non ci saranno né combattimenti alla Naruto né sparatorie alla Cowboy Bebop. Comunque merita.
Voto: 7 molto abbondante.
Marginal Prince è descritto come uno shounen-ai, ma chi non ama il genere può andare sul sicuro: in quest'anime di shonen-ai c'è davvero poco - ci sono shounen che lo sono molto di più. Anche se è basato su un boys-love sim game, nell'anime il tema dell'omosessualità è stato semplicemente accennato alla lontana. Per chi è fan ciò è un po' un peccato, a mio parere potevano spingersi un po' oltre. Comunque questa leggerezza lo rende sicuramente un prodotto adatto a una fetta di pubblico ben più ampia.
Trama
Un ragazzino, Yuuta, viene accettato in un'esclusiva accademia artistica maschile, dove stringerà amicizia con vari bishounen, ovvero "bei ragazzi". Ci sono un principe ereditario, un attore, un intellettuale un po' asociale, una specie di 007, un esperto di danza giapponese; poi un ragazzino davvero efebico, uno studente/killer, un dottore fatto a modo suo. Insomma, vi è la rappresentazione di vari tipi di caratteri. Ognuno ha la possibilità di trovare il suo marginal prince.
La storia, fresca e divertente all'inizio, si sposta presto su un tema abbastanza serio, seppure sempre trattato con leggerezza: il principe ereditario Joshua, i suoi dubbi sull'essere degno di diventare re o meno, e soprattutto nel finale, i complotti per ucciderlo. Qui il sangue scorre, dando alla storia una nota di serietà che a prima vista non sembrerebbe possedere.
Note positive
Prima di tutto trovo i disegni davvero molto belli, e le animazioni pertinenti alla trama. Ovvero, non sono superbe come in altri anime, e non ci sono virtuosismi o chissà quali usi della CG. Ma la trama, basata più sull'introspezione psicologica dei protagonisti e sulla loro crescita interiore, non lo richiedeva, quindi è un bene che si siano limitati all'essenziale. Poi i protagonisti, tutti fusti che meritano di essere visti. Anche i loro caratteri, per quanto un po' stereotipati, non danno una sensazione di stantio. Tutti loro sono freschi, in alcuni punti anche radiosi.
Note negative
Yuuta, ovvero il classico protagonista è un po' stupidello, però si fa volere bene da tutti e grazie al suo animo genuino riesce a cambiare in meglio gli altri, a dare loro forza, a farli di nuovo sorridere, ecc.. Insomma, niente che non si sia già visto, il tutto unito a una voce irritante e a un'infantilità che mi ha dato sui nervi dal primo all'ultimo episodio.
Altra nota negativa: ma perché li hanno fatti cantare? In ogni episodio, prima dell'ending, il coprotagonista di turno canta. Ok, vedere dei bei ragazzi che cantano sotto la pioggia non può che far piacere, ma ne sarebbe bastato uno, due al massimo. Invece no, cantano tutti. Da non amante del genere musical, non ho apprezzato. Per fortuna basta mandare avanti, non ci si perde niente se si saltano le canzoni, cosa che consiglio di fare.
In definitiva Marginal Prince è un anime godibile, che si può consigliare anche a chi non ama lo shounen-ai. Gli atteggiamenti non sono mai al limite, non possono infastidire. Certo, è un anime per ragazze, bisogna avere ben chiaro che, sebbene una parte di azione sia presente, non ci saranno né combattimenti alla Naruto né sparatorie alla Cowboy Bebop. Comunque merita.
Voto: 7 molto abbondante.
OK... i know this is bishounen/boys love series, but i don't think so, this anime does not contain much boys love anyway. The anime shows the meaning of their frienship, how they mix and play around together as good friends. What i see most, they sometimes try to get Yuuta's Aneki attention... quite funny, although i feel weird how that guy can admit to the school as this is a high-standard-society-class school anyway. Most of the students has special charisma and different identity though, but it's fun to watch anyway ^_^