Finita giusto qualche settimana fa. Recensione che esprime esattamente quello che ho provato io. Purtroppo io ho visto prima unobore poi story of My family e infine questo. Quindi non ho rispettato la cronologia e un po' mi dispiace perché si riesce a vedere un percorso compiuto dagli attori che peraltro sono di una bravura assurda e nel rakugo danno veramente il meglio di sé.
Inizia con questo articolo un trittico di recensioni dedicate alle serie della "trilogia". Io in realtà volevo semplicemente guardarmi "Story of my family" perché parlava di wrestling, e così avevo fatto, ma mi è stato fatto notare che si trattava del terzo capitolo di una "trilogia" e che se volevo scriverci su un articolo degno di questo nome forse sarebbe stato meglio farlo dopo aver recuperato anche i capitoli precedenti per avere meglio una visione d'insieme. Di "Story of my family" riparleremo in futuro, ma posso anch'io consigliare di vedere le tre serie della "trilogia" in ordine cronologico e perciò partire da qui, da "Tiger & Dragon". Le storie non sono collegate fra loro e possono essere guardate a sé stante e in qualsiasi ordine, ma c'è un percorso che si nota chiaramente guardandole in ordine cronologico e aiuta a godersele di più.
Contro ogni possibile previsione, la mia preferita delle tre si è rivelata essere non quella che parla di wrestling, ma quella che parla di rakugo, un'arte per me legata a brutti ricordi degli esami universitari, con cui tra questo e "Akanebanashi" ho finalmente fatto pace. Bisogna superare lo scoglio del primo episodio, lunghissimo e apparentemente insensato, per apprezzare "Tiger & Dragon", ma poi tutto torna, ai personaggi ci si affeziona tantissimo e arrivati alla fine si piange. Il finale è bello, giusto, perfetto, una volta tanto non c'è nulla fuori posto, nulla che ci disturba se non il fatto che dobbiamo salutare dei cari amici. Riguardo spesso vari spezzoni, riguardo spesso anche solo l'ultima puntata, e mi ritrovo a ridere ma anche soprattutto a piangere, perché ormai questi personaggi e questi luoghi fanno parte di me e vengo preso da un'inspiegabile nostalgia nel ritrovarli. I personaggi sono tutti bellissimi ed è un caso abbastanza particolare (sicuramente unico all'interno della "trilogia") perché si avverte proprio che vengono caratterizzati anche a soprattutto in base alla loro zona di Tokyo di provenienza, è facilissimo affezionarsi e non li si vuole lasciare più. "Tiger & Dragon" è una serie estremamente ricca di tante cose, che può incuriosire tantissimo riguardo a diversi aspetti del Giappone, fa ridere, fa commuovere. L'ho amata tantissimo, è diventata una di quelle serie che mi ritrovo a dire di voler rivedere a nastro perché arrivati a un certo punto finisce che mi mancano, esattamente come "Kochikame" con cui condivide Asakusa e l'amore per la "shitamachi". A "Tiger & Dragon" devo molto, ha ampliato di molto la mia conoscenza di c̶o̶s̶e̶ ̶i̶n̶u̶t̶i̶l̶i̶ sottoculture giapponesi, dandomi modo anche di unire i puntini di diverse cose della mia vita, prima fra tutte quella di dare un nome e un volto a Shofukutei Tsurube, questo personaggio che si era sempre incrociato con me nei modi più impensabili, visto in mille pubblicità in Giappone, citato nei manga, e di cui adesso voglio guardare l'intera filmografia.
Gli appassionati del Giappone più tradizionale e quelli di Yakuza/Like a dragon/Ryu ga gotoku non possono assolutamente lasciarsela sfuggire. Forse non è una serie per tutti, forse è una serie che solo i fissati del Giappone tout court possono godersi, ma noi lo siamo, altrimenti non saremmo qui su Animeclick, perciò provate a dare un'occhiata a "Tiger & Dragon", e chissà che non vi scocchi qualche scintilla particolare, com'è successo a me.
Premesso che sono orgogliosissima di poter vantare questa recensione di questo titolo su Animeclick, e che ringrazio con tutto il cuore (e anche di più) il nostro @kotaro per avercela dedicata con un vero e proprio (e meritatissimo) tappeto rosso, nel mio caso devo fare qualche passettino indietro: sento parlare della fama di Tiger&Dragon da una vita, e per anni e anni ne ho sentito solo lodi di un certo tenore. Purtroppo essendo il titolo un po' "datato", quando mi sono avvicinata io ai drama (ed è passato ben più di qualche annetto, diciamo) non era reperibile in nessuna maniera, e non lo è stato in nessun modo per tanti, troppi anni. Quando Netflix ne ha annunciato (sempre in sordina s'intende) l'approdo nel suo catalogo, sinceramente mi sono chiesta cosa avessimo fatto di buono per meritarci cotanto onore. Forse non abbiamo fatto nulla, e forse dunque è davvero un regalo piovuto dal cielo... allora godiamocelo, rivediamocelo, spolliciamolo, spammiamolo, diciamo a Netflix che ci è piaciuto, così che chicche come questa non rimangano l'eccezione, ma diventino magari la regola ♥
Mammamia che nostalgia infinita… l’ho visto che era recente, sembra impossibile sian o passati 20 anni. Chissà se ha retto il tempo, lo dovrò rivedere per scoprirlo. Quasi suo contemporaneo, anche Kisarazu Cat’s Eye mi aveva dato gli stessi feels!
(EDIT: infatti googlando ho appena scoperto essere stato scritto dalla stessa persona!)
Complimenti per la bella recensione che evidenzia i punti di forza e (per i miei gusti), alcune criticità gravi. Le fiction che glorificano la yakuza (e in generale le organizzazioni criminali) e i suoi membri rendendoli "simpatici" ed edulcorandone la violenza non sono per me.