"Federico Freschi ha studiato la tecnica manga al Manga Campus a Yokohama, nel 2011" Però, mi piacerebbe un'itervista. I disegni sono fenomenali, ma non conosco l'opera. Dovrò rifarmi.
devo anche dire che mi ricorda qualcuno... ma non saprei dire di preciso chi.... *inizia a cercar etutti gli shonen esistenti su AC*
Non sono un particolare amante dei "manga europei" e parlare di "stile manga" già mi fa venire l'orticaria, perché si dovrebbe parlare di fumetti e basta, non scimmiottare i disegnatori giapponesi. Ci sono molti artisti anche americani che sono stati influenzati dai fumetti giapponesi come joe madureira o humberto ramos, ma che sono riusciti a sviluppare uno stile personale. Le contaminazioni sono una cosa naturale nell'arte, mentre invece questa fissazione jappominchiesca mi fa abbastanza senso.
Fatta questa premessa, i disegni possono essere belli come fanart, ma se stiamo parlando di un lavoro professionale allora non ci siamo. Concentradosi su spalle o mani si vede che non c'è una sicurezza da vero professionista, o comunque grande fluidità.
E sinceramente arrivare tra i "finalisti del Bakuman Contest della Panini" non mi sembra granché come referenza.
In generale sono a favore di qualsiasi promozione di artisti italiani, anche per un minimo di patriottismo, o comunque per la diffusione di una cultura di fumetti in Italia. Ma non mi si può vendere un semi-professionista alle prime armi, per autore blasonato e capace.
Di disegnatori contropallati in Italia non ne mancano come Matteo Scalera con il suo bellissimo "black science". O Simone bianchi che sta avendo grande successo in america anche lui.
Oppure, per tornare in tema di contaminazione con i manga, Alessandro Barbucci che ha lavorato insieme a sua moglie su vari fumetti come monster allergy, witch e da ultimo "sky doll" che è stato pubblicato a livello internazionale.
Insomma, cerchiamo di alzare la barra della qualità un po' più un alto per piacere, senza cercare di sfruttare a tutti i costi il fattore "manga" per tirare su due soldi.
Per quanto riguarda la diatriba "manga o fumetto" ognuno ha una propria idea e sindacare su questo adesso mi sembrerebbe quasi inutile, però mi dispiace il modo negativo col quale hai colto quest'opera.
Figuriamoci ognuno ha i suoi gusti, ed il mio dispiacere non ha alcun tipo di rabbia in sé ma solo un po' di tristezza e di rammarico perché dei toni simili sono davvero un qualcosa di cui non avremmo bisogno.
Intanto preciso che "Bakuman contest eccetera" è stato scritto esclusivamente per fornire una biografia dell'autore (una cosa direi piuttosto basilare in questi casi, non credi?), di certo non era un modo per dire che questo autore sia "chissà chi", semplicemente era un modo per farlo conoscere un po' di più.
Che esistano tantissimi artisti, emergenti o non, che meritino molta attenzione su questo non c'è alcun dubbio, anzi troverai poche persone che saranno più d'accordo su questo punto di me! Ma qui parliamo di un particolare "shonencomedy" nessuno sta dicendo che sia la cosa più bella del creato o che obiettivamente meriti più di altre persone (sarebbe davvero terribile fare paragoni), semplicemente è capitata l'opportunità di offrire una recensione ad un ragazzo capace, quindi perché negargliela? Io credo che sia questa la domanda che sarebbe giusto porsi.
Mi dispiace, ripeto, per la tua "fredda accoglienza", noi cerchiamo di fare il nostro meglio (chi scrive nel sito e i ragazzi che provano ad entrare nel mondo del fumetto) e spero che tu possa perlomeno comprendere il perché si è scelto di dare una mano ad un ragazzo come Federico Freschi. Se stessimo parlando di un'opera terribile di certo la recensione non sarebbe esistita (del resto cosa ci guadagnerei a scrivere castronerie? nessuno vien pagato).
Spero che darai un'ulteriore occhiata alla tua personalissima barra, ma nel caso non dovessi farlo ti auguro ugualmente un felice continuo su questo sito!
A me questa cosa dei "manga" italiani non dispiace però mi stupisco per la scelta dell'autore. Di shonen/commedia ce ne sono già tanti in Giappone quindi non vedo perché l'autore abbia deciso di cimentarsi in questo genere anziché distinguersi e cercare di affermarsi come autore con qualcosa che non abbia l'aria di già visto. Qualche mese fa ho letto l'anteprima di questo fumetto i disegni mi sono piaciuti la storia purtroppo non mi ha convinto (a differenza di alcune anteprime di altri autori della stessa casa editrice). Un'occhiata forse gliela darò, in fondo è riuscito a farsi pubblicare da una casa editrice e non mi sembra cosa da poco.
@alex ziro lo posso comprendere benissimo e condivido in generale lo spirito di promozione di un fumetto italiano. Non mi viene certo da pensare che ci siano doppi fini, anche perché non è la prima opera nostrana che viene recensita in questo sito.
Callaghan, mi riferisco alla fantomatica barra che hai citato nell'ultima frase una metafora per il tuo metro di giudizio, ovvero come dire che spero tu possa magari in futuro rivalutare quest'opera.
Sereheo, devo dire che non mi trovi totalmente in disaccordo: personalmente penso che il capitolo in anteprima è probabilmente "il più debole", perché deve inserire tantissimi elementi e diventa vittima di un po' troppi cliché... successivamente la narrazione guadagna in brillantezza, per fortuna
Fabri (anonimo)
- 10 anni fa
20
il manga in questi anni recenti si è declinato in tante accezioni diverse, cosicchè abbiamo i manwa, i manga thai, quelli indiani, quelli americani, quelli francesi... Ma in ciascun paese in cui si è rigenerato,lo stile manga si è arricchito delle sfumature di quella realtà, ed è evidente che questa commistione tra manga e italia raggiunga un livello tutto suo, peraltro unico e irripetibile, qui da noi. Ed è questa la vera ricchezza e valore del nostro modo di fare manga, secondo me: è curioso vedere il modo in cui gli autori riescono a fondere il manga alla nostra italianità, arricchendo il genere, fornendogli nuove chiavi di lettura, nuovi spunti e stimoli. È per questo motivo che, piuttosto, reputo i manga italiani NON una scopiazzata, NON copie, bensì i soli manga che possano invece essere ambientati in italia ad avere una vera ragion d'essere. Dite la verità.... Quante volte Cestus, per esempio, tanto per citarne uno, vi ha fatto sorridere e pensare che i nipponici dovrebbero fare fumetti ambientati sotto la torre di Tokyo. E non vi siete mai chiesti di che razza di Italia parli Miyazaki in Porco Rosso?!? La prima cosa è la tecnica, tutto parte da lì. Federico Freschi possiede un'ottima tecnica. Insieme , nell'editare il suo fumetto, abbiamo voluto legarlo nientemeno che alla Divina Commedia, riproponendo un inferno molto simile alla visione classica dantesca, in questo modo abbiamo fatto forse uno dei primi manga italiani che, ovviamente senza pretese, ragiona con quest'ottica. Io credo che i nostri manga siano il nostromodo diarricchire un genere, non di svilirlo.
Ho letto il capitolo in anteprima di DJ, non mi è piaciuto, non lo prenderò.
Ho anche qualcos'altro da aggiungere all'opera, lo inglobo un attimo qui sotto Ho letto un po' di roba sui "manga italiani", comprendo e in parte sono d'accordo con chi li chiama imitazioni, leggendo JD ho notato che i disegni sono ok, ma troppo poco personali, e la storia... già detto sopra; è un male, per me, ma non per questo c'è da bocciare l'autore o tutta la gente che prova robe simili, semplicemente c'è da aspettare... e che diavolo, utenza di animeclick, leggete manga belli, i 'manga italiani' non sono al loro livello? E' solo una questione di numeri, i manga giapponesi che conosciamo sono solo una frazione di una produzione che sforna tanta fuffa fuffissima.
norma (anonimo)
- 10 anni fa
00
trovo anch'io che il lavoro non sia molto professionale. vignette con pochissimi fondi, per dirne una. ci sono autori manga in italia che decisamente sono varie spanne sopra e hanno aperto la strada a molti altri...simpatico ma non il top della qualità, a mio modesto parere.
puck (anonimo)
- 10 anni fa
10
io penso sia un buon lavoro, il primo lavoro di un ragazzo giovane, diamogli tempo e magari diventerà davvero un fenomeno
Ho comprato Devil's Joke alla Lucca di quest'anno. Praticamente, anziché fare un nuovo numero, hanno accorpato il numero uno con quello che avrebbe dovuto essere il secondo volume, creando un volumetto discretamente interessante. Mi ha colpito davvero tanto riuscire a trovare in italia un simile tratto shonen; si tratta di un prodotto estremamente vendibile ma al contempo autentico. Quello che intendo dire è che si vede che il tratto di Federico Freschi è giapponese e anzi sono certo che se scrivesse sotto pseudonimo nessuno saprebbe che è italiano, si vede però altrettanto bene che è il tratto è suo: l'influenza nipponica non è cercata ma fa parte del suo modo di disegnare, semplicemente ha imparato a farlo leggendo manga (e probabilmente anche frequentando corsi....) e quindi ha appresso quella tecnica. Personalmente credo che, nel mare delle pubblicazioni ibride che faticano ad avere un identità, questo fumetto riesca veramente a spiccare: sei un ragazzino che legge manga di autori giapponesi, lo scopri e lo compri. Per quel che riguarda i rimproveri sulla precisione che ho letto, non hanno molto senso, chiunque legga manga abitualmente sarà abituato ad una certa sprecisione controllata, al cervello non interessano simili dettagli, opere troppo dettagliate spesso risultano meno fruibili di quanto non lo siano altre in cui compare un tratto meno dettagliato. Del resto è la grande lezione di una certa arte moderna (e delle neuroscienze visive) una buona immagine non è ridondante ma essenziale, se l'informazione è compressa (meno dettagli) e semplice da interpretare la lettura è più piacevole e il manga fa proprio questo. Davvero un bel lavoro, speriamo che l ragazzo abbia successo.
Però, mi piacerebbe un'itervista.
I disegni sono fenomenali, ma non conosco l'opera. Dovrò rifarmi.
devo anche dire che mi ricorda qualcuno... ma non saprei dire di preciso chi.... *inizia a cercar etutti gli shonen esistenti su AC*