E io che pensavo che negli anime esagerassero tutti con questa faccenda... Sinceramente mi lascia piuttosto scosso. Non tanto per il fatto che lei abbia saltato il lavoro per andare con il fidanzato. Quanto piuttosto per il concetto, quasi sacrale, dell'immagine. Personalmente, se un'attrice che ammiro trovasse un fidanzato, non mi dispiacerebbe più di tanto. Forse la cultura giapponese è molto diversa dalla nostra, ma non credo che questo attaccamento alla propria idol faccia poi così bene... per entrambe le parti, ovviamente. Va bene idolatrarla, venerarla e consacrarla a "credo" di vita (non è vero, ma pazienza), ma addirittura rifiutarla per il semplice fatto di amare. Uhm... Se fossi in lei, ovviamente, lascerei il lavoro.
I magistrati hanno sentenziato la violazione del contratto da lei stipulato con la propria agenzia di talent per essersi "relazionata illecitamente con l'altro sesso".
Però...
Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo. Articolo 12:
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
Mamma mia. Trovo agghiacciante il fatto che una ragazza o un ragazzo solo perché famosi non possano avere una normalissima esistenza. Questo aspetto viene spesso sottolineato nei manga. Tuttavia in questo caso si è finiti addirittura in un aula di tribunale. Come se l'amore fosse un valore negativo per questa società. Il fatto che in un contratto vi sia una clausola simile è assurdo. Questo "mantenere l'immagine pulita" è un concetto del tutto ridicolo. Sono gli stessi fan delle idol a sporcare la loro immagine con le loro fantasie ed esagerazioni. Non è certo un fidanzato a rovinare l'immagine di una celebrità
Boh, non so che dire. Sapevo solo per sentito dire di questa cosa, ma averne conferma è tutt'altra faccenda. Per quanto mi riguarda, sebbene io sia dell'idea che questa storia dell'immagine sia una sciocchezza (sono esseri umani, oh, che amano come tutti gli altri), sono anche del parere che non è proprio una cosa che i giapponesi tengono segreta; l'idol, nel momento in cui legge il contratto e vede quali sono le clausole, può sempre decidere se accettarle o meno (Io li avrei mandati male, francamente. XD). Credo comunque che sia più una questione di clamore del momento: fanno tanto casino quando si scopre la cosa, ma poi se la dimenticano in fretta - presi, probabilmente, da altri casi simili. Io stessa ho letto un sacco di news sugli amori di alcuni idol, ma la loro fama non è mai calata per questo.
Premesso che non vado apposta a cercare le notizie della vita privata di gente famosa, se a me piace un cantante o un attore/attrice, a me fa solo piacere che sia felice con la persona che più gli piace! Il fatto è che a certa gente dà fastidio che una persona non possa piu' diventare il tuo fidanzato/a (nonostante il 99% dei fan non ci parlerà nemmeno una volta nella vita con questi beniamini) e gli dà fastidio non poter immaginare quello che avrebbero voluto senza che la dura realtà gli sbatta i fatti in faccia. E cosi nascono i fan stalker, i gossip, le "condanne" e tutto il resto. La vita da idol sembra dura ma quella da fan ossessivo non è meglio.
Il Giappone pensi all'immagine che da di sè grazie alla caccia alle balene, che tutti gli anni compie "per puri scopi scientifici". Detto questo, da una parte ci sono i contratti che, giusti o sbagliati che siano, se firmati vanno rispettati. Altrimenti se ne pagano le conseguenze. Dall'altra una scappatella a una diciassettenne può anche capitare....due in un colpo poi, ha fatto le cose in grande non c'è che dire
Grifis2 (anonimo)
- 9 anni fa
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@ PainDario gia infatti! diamo la multa pure a lui, mi pare giusto ''''
da una parte ci sono i contratti che, giusti o sbagliati che siano, se firmati vanno rispettati
Non è mica un accordo di riservatezza! Come ho postato prima, tali clausole vanno contro i diritti fondamentali degli individui. Un contratto così dovrebbe essere illegale, dovrebbero essere nulli e dovrebbero sanzionare le agenzie che li propongono.
Secondo me i legali della ragazza hanno sbagliato in toto linea difensiva, e avrebbero dovuto martellare sul fatto che tale clausola infierisce sulla vita privata di una persona.
Il mio punto di vista è simile a quello di Naco, se il contratto che la ragazza ha firmato con l'agenzia (e vistato dai genitori perché ben al di sotto dei 20 anni e quindi minorenne per le leggi giapponesi) prevede una clausola che vieta i rapporti di qualsiasi tipo con i ragazzi non si scappa: è in torto, deve pagare la multa e gli è andata pure bene che non le hanno chiesto i danni per lo scioglimento del gruppo dove era stata inserita ma solo un parziale rimborso degli abiti e delle lezioni di canto. Questo però non vuol dire che per me è giusto che una diciassettenne viva una sorta di clausura: è contro natura negare le frequentazioni con l'altro sesso (soprattutto per una giovane che dovrebbe essere nel massimo della sua bellezza), ma se ha volontariamente scelto di rinunciarvi perché il ruolo di idol non glielo permette... ci si attacca a poco.
Ma sono malati, é una cosa improponibile che uno non si può fidanzaresposare perché deve rimanere "puro/a" per i fan. Mi spiace per glile idol che per rimanere sulla cresta dell'onda devono fare ciò, faranno anche i soldi, ma che vita di mxxxa che devono fare.
Infatti è proprio questo il punto. La ragazza non ha rispettato il contratto. Il giudice si è limitato ad applicare la legge e per questo è stata sanzionata con una multa. Il vero problema però è l'esistenza di una simile clausola in un contratto, che lede indubbiamente quello che è un diritto sacrosanto.
All'origine di scandali simili vi è certamente la specificità della società nipponica, in cui il tema della 'vergogna' si intreccia con il culto dell'immagine. Questa connessione, come ben evidenziato nell'articolo, attraversa tutti i livelli sociali, dalla cerchia più ampia della famiglia imperiale fino alle sfere più private. Molto spesso però si delinea nell'entertainment nipponico una sorta di privato-pubblico, una linea di confine in cui combaciano, non senza sacrifici personali, 'ruolo mediatico' e 'morigeratezza'. Così, proprio in quanto si è maggiormente esposti, il privato diventa luogo da 'maneggiare con cura'. Anche per questo motivo, spesso avviene che le agenzie di talenti lascino filtrare 'comunicati ufficiali' che non necessariamente rispondono alla realtà, ma servono senz'altro a placare, attraverso le smentite di turno, l'indignazione della platea di 'aficionados' più pronti a gridare allo scandalo. Molti fan, naturamente, sono invece semplicemente attenti e curiosi, e gioiscono dei lieti eventi relativi al proprio beniamino. E anche il modo di gestire la propria immagine pubblica da parte delle star può essere più sereno ed oculato, come dimostrano molti casi più o meno attuali. Mi dispiace per la vicenda in cui sono incorsi Ohno e la idol diciassettenne; lasciando da parte tutte le considerazioni 'contrattuali', deve essere stato difficile per loro sopportare la pressione psicologica. Fa ben sperare davvero la vicenda di Akanishi e della Kuroki.
Il vero problema però è l'esistenza di una simile clausola in un contratto, che lede indubbiamente quello che è un diritto sacrosanto.
Esatto. È questo l'aspetto peggiore della vicenda. Non dovrebbe essere concesso di proporre clausole che limitino così tanto la vita di una persona.
Una linea di pensiero così è pericolosissima, perché si potrebbe indurre una persona a rinunciare ad altri suoi diritti fondamentali (per esempio alla sicurezza sul lavoro).
Mi dispiace non poco di questa situazione, alla fin fine ci piace tanto giocare e scherzare ma certo che è una cultura proprio tanto distante dalla nostra
appunto DICHIARAZIONE il che non è obbligatoria...
Se nella legislazione giapponese non c'è nulla che garantisca il diritto ad avere pieno possesso della propria vita privata, allora la ci sono grossi problemi.
Penso che al di là della mia firma lasciata nell'articolo ci siano un paio di considerazioni che vorrei fare qui:
1) la ragazza coinvolta è minorenne. Al di là del contratto più o meno capestro, non mi pare brillante essere diventata famosa da un mese e accettare un incontro in hotel con i primi due fan che passano (che saranno sicuramente stati interessati alle sue doti vocali o di balletto, peraltro). Non lo è a livello morale, per me, perché se a diciassette anni è per "cuccare meglio" che la celebrità ti serve, allora non ci siamo proprio. E basterebbe del buonsenso, perché se sei abbastanza carina per fare la idol, le occasioni non ti mancano di certo.
2) Reputo (da sempre) balorda la motivazione del giudice circa la necessità della "purezza" degli idol maschili o femminili che siano, ma circa l'aspetto di ripagare le spese sostenute per la formazione della ragazza sono pienamente d'accordo con lui. E' stato firmato un contratto di LAVORO e ne sono state accettate le condizioni, nessuno l'ha obbligata a farlo, e se lei o i suoi genitori (che magari hanno firmato per lei, molti entrano in agenzia a 10/12 anni addirittura...) non si rendono conto delle conseguenze che questo comporta... mi dispiace molto per loro. E' incoscienza, o voglia di non vedere. Si veda sopra, se la celebrità ti serve per vantartene, dov'è la professionalità che ti viene richiesta nel tuo LAVORO? E ripeto, a lasciare che tua figlia minorenne passi la notte in hotel con degli sconosciuti... parliamone. Genitore, dove sei? Ti rendi conto?
3) Alla luce dei punti 1 e 2, ritengo che non si possa porre sullo stesso piano l'atteggiamento della idol donna (17 anni) con quello dell'idol uomo, che a quell'età potrebbe essere suo padre, e per il solo fatto di girare con una presunta compagna viene posto sotto i riflettori come se quella donna fosse un avanzo di galera, un transessuale o chissà cos'altro (con tutto il rispetto per i transessuali, è che sono abbastanza certa che questo sì darebbe allo scandalo in Giappone). E parliamo di un idol che negli ultimi vent'anni, con i risultati ottenuti, la sua Agenzia l'ha frattanto ripagata credo miliardi di volte tanto. Avrà certamente firmato il contratto anche lui, solo che a questo punto vedrei di nuovo bene un intervento del buonsenso. E mi fermo qui.
4) A leggere di queste cose sembra che il Giappone sia il paese dei mostri, ma vorrei segnalare che anche nella nostra Italia, nel 2015, esistono contratti di aziende con NOME E COGNOME che prevedono clausole con cui si vieta alle donne adulte lavoratrici di intentare una gravidanza per determinati anni. E' legale? No. Va contro i diritti umani? Mi auguro di si. Qualcuno si scandalizza? Mi pare di no, ma come sempre, queste sono cose che esistono, diffuse, eppure non se ne parla. Allora il Giappone, da questo punto di vista, pur con la sua "malattia degli idol" non è poi così lontano da noi.
Meganoide per quanto esistano diritti internazionali fin quantdo non c'è una convenzione o una costituzione é tutto facoltativo, nel senso che vengono presi solo in considerazione per la creazione di un diritto interno. Quindi si, c'è un grosso problema radicato.
Pan Daemonium c'è che evidentemente il contratto ha clausole che non rispettano i diritti umani, sai quelli che vengono elencati nelle carte internazionali e per cui alcuni si sono battuti tanto per averli? ecco in questo dovrebbero rintrare la loibertà della persona che per la Corte internazionale di giustizia riguarda anche la sessualità del singolo. Ma son dettagli eh.
La prassi in uso di pretendere che gli idol ostentino 'purezza' per compiacere una fetta di fan è senz'altro censurabile, così come le motivazioni della sentenza. La mancata tutela dei diritti dei lavoratori purtroppo è situazione diffusa in molti paesi, Italia compresa. Tuttavia, tornando sulla notizia, dal mio punto di vista restringerei il campo a una valutazione più 'contestuale'. Il danno economico all'agenzia, date le particolari circostanze occorse e la violazione delle condizioni contrattuali, si è verificato, e andava risarcito. Ferma restando l'obbrobriosità del dispositivo della sentenza, nell'analisi della vicenda bisogna tener conto di questo aspetto: probabilmente l'agenzia ha ritenuto, e non a torto, che la ragazza avesse dimostrato scarsa professionalità nel gestire la propria immagine pubblica, e ha deciso di adire le vie legali. La 'pruriginosità' mediatica non rientra nel diritto di cronaca, ma, dal momento che essa esiste, ovvio che le agenzie cerchino di tutelarsi dai danni di immagine, viste le conseguenti ricadute economiche. Fatte salve valutazioni più generali sulla tutela del privato e su migliori condizioni contrattuali, giustamente è stato fatto notare il triste contesto umano della vicenda, che senz'altro fa pensare a una genitorialità poco attenta (per usare un eufemismo) e a una gestione immatura della propria novella celebrità da parte della ragazza. Questo non le avrà fatto buon pro, vista l'età ancora così acerba. Nel caso di Ohno, vista la veneranda carriera dell'idol e le circostanze meno 'scandalistiche' (niente Kabukichou Love Hotel, per così dire), sembra più all'opera un accanimento da 'paparazzi' (vizio sicuramente non solo nipponico) verso un'icona nazionale.
Se fossi in lei, ovviamente, lascerei il lavoro.