Un'intervista splendida e probabilmente anche tradotta bene, in maniera veritiera. Una gioia da leggersi, apprezzando la straordinaria onestà e semplicità di uno dei due grandi intellettuali dell'animazione giapponese (l'altro è Tomino, per la cronaca).
Un intellettuale che si diverte a prenderci in giro ( Tomino) spesso.
No davvero l'intrevista è buona e ringrazio @Bob71 di averla tradotta. La parte che più colpisce è quella in cui, in modo davvero intellettualmente onesto, Takahata afferma di non saper disegnare - il che può risultare inconcepibile per molti - e di aver volutamente imboccato una strada completamente diversa dalla CGI - che avrebbe potuto legittimamente imboccare - per sopperire a questa mancanza. Una strada creata inventandosi uno stile per sottrazione che però ha delle radici molto profonde nel modo di dipingere nipponico e forse anche quello di scrivere - io non ho esperienza con la calligrafia - che lo pone quasi come un anello di congiuzione fra l'animazione moderna ed il mondo più antico del giappone.
Uno stile che non serve soltanto a raccontare favole antiche ed eterne
Bella intervista a sensei takahata e sono sollevato che ha altri progetti in mente spero che vengono messi a compimento e ci regalino emozioni e amore come sensei takahata ci ha fatto sempre emozionare.