In realtà non pensavo che potesse persistere una fetta così importante dei vecchi lettori rimasti attaccati ai propri interessi. Anche se in termini percentuali non saprei come collocare i 10 mln.
Articolo molto interessante questo, mi ha sempre interessato un po' questa tematica dei manga "per adulti" se non addirittura "per anziani".
"Ma cosa accadrà ora che questi hanno raggiunto (e superato) i 60 anni, avvicinandosi all'età pensionabile? Nel momento in cui non dovranno più recarsi tutti i giorni al lavoro, la routine che prevedeva l'acquisto dell'ultima rivista manga uscita si spezzerà?"
Secondo me no, o almeno non per la maggior parte, per il semplice fatto che le abitudini sono dure a morire, dubito che un pensionato giapponese che ha seguito determinate serie per più di 30 anni decida di abbandonarle così di punto in bianco, magari non ne inizierà mai più di nuove ma quelle che segue da più tempo credo di si, perché ormai queste letture sono talmente radicate nella routine quotidiana che è difficile separarsene. Alla fine non credo di sbagliare se paragono questi "Silver Manga" un po' ai nostri Bonelli come Tex o Dylan Dog, che prevalentemente sono letti da uomini over 40/50 che li leggevano da bambini e che continuano tutt'ora a leggerli sia per abitudine sia perché ormai sono diventate le loro "serie della vita", ovvero quelle serie che si continua a leggere dall'infanzia fino alla morte, letteralmente.
"Uno dei maggiori successi degli ultimi tempi tra il pubblico anziano è stato 20th Century Boys, di Naoki Urasawa. Del tutto involontariamente, l'opera stuzzicò la nostalgia degli anziani baby-boomer costruendo un thriller appassionante a partire dai sogni dei bambini del dopoguerra, ora trasformatisi in incubi."
Beh non credo sia poi così tanto "involontariamente", certo non era quello lo scopo principale di 20th CB ma è chiaro che qualche anziano si sia indirettamente identificato con i protagonisti da bambini, anche perché il "periodo storico" trattato (fine anni 60/ inizio '70) è più o meno quello. E poi comunque si vede che Urasawa nelle sue opere cerca anche un po' di catturare il pubblico un po' meno giovane, vedi appunto anche Pluto.
"Questi bambini, inoltre, sono sempre meno interessati al manga, preferendo media più immediati come ad esempio i videogiochi. Se vent'anni fa era normale vedere, sui mezzi di trasporti pubblici, giapponesi di tutte le età intenti a leggere l'ultima rivista di manga uscita, ora sono i cellulari, internet e videogiochi a farla da padrone"
Questa è una cosa che mi fa mooooolta tristezza Per carità nulla contro la tecnologia ma mi fa un dispiacere enorme che ormai i manga vengano così tanto bistrattati, anche rispetto agli anime (che dal mio punto di vista è addirittura assurdo, visto che la maggior parte degli anime si basano su manga pre-esistenti e non viceversa).
"e una statistica di qualche anno fa rivela come, nonostante tutto, il manga più seguito dai cinquantenni (maschi) giapponesi sia ancora... One Piece!"
Grazie al cavolo, One Piece è One Piece, e i giapponesi di qualunque età ne vanno matti, nella maggior parte dei casi è solo qualche hipster sfigatello "de noantri" che ne parla male per darsi un tono Comunque è strano che non si faccia nessun cenno a KochiKame, che secondo me è uno dei manga che più rientra nel discorso "serie della vita" che facevo prima (e che credo sia letto ancora anche da tanti giovani giapponesi, dato che altrimenti dubito che sarebbe ancora pubblicato).
Sapevo già dei silver manga, tuttavia devo dire che l'articolo risulta prezioso e molto interessante. Non mi stupisce l'apprezzamento per Urasawa, come non ho dubbio che l'aspetto nostalgico sia un fenomeno che può stuzzicare le vecchie generazioni, solo però se immerso in una storia adulta e intelligente.
Che gli over 50 siano un mercato da tenere sott'occhio è indubbio ma salvare i manga con questo target è quantomeno utopico. Da sempre bisogna vedere ai giovani come alla massa principale a cui rivolgersi ( salvo prodotti specificamente indirizzati ad altre età ) perchè saranno sempre loro il nuovo mercato, senza nuove leve un media muore e la situazione degli anime/manga in Italia è ben esplicativa di questo fatto con ormai la generazione anni '90 ( come ultime leve disponibili ) che è quella che mantiene il mercato mentre i giovani d'oggi non hanno più i cartoni come interesse principale e le reti televisive si adeguano ( così come di conseguenza le case editrici ). Se si vuole salvare il mondo manga/anime che inizino a rivolgersi ai giovani con opere nuove e fresche nei contenuti invece di riproporre idee che ormai sanno di stantio.
In Giappone esistono manga di qualsiasi tipo e dedicati a qualsiasi target, non stupisce dunque che ci siano anche manga per un pubblico di "anziani". Dubito però che questo tipo di manga possa "salvare" il mercato, che vive anche e soprattutto di questa immensa varietà, anche se ovviamente le opere che raggiungono una maggiore popolarità sono quelle per un pubblico giovane/adolescenziale.
Tra i manga citati, ho letto Mada, ikiteru nella versione francese della Delcourt e mi è piaciuto molto. L'autore è famosissimo e ha creato un quantitativo immenso di opere di genere e target differente nel corso di praticamente quarant'anni di carriera, ed è un peccato che invece in Italia non lo conosca nessuno e prababilmente nessuno comprerebbe nessuno dei suoi manga, ormai tutti visibilmente diretti ad un pubblico che in Italia è totalmente assente, anche per via delle storie che spesso trattano argomenti di storia orientale antica, poco interessanti per gli occidentali.
Aprendo l'articolo non mi aspettavo di leggere tutta sta storia interessante sui manga, ne sono rimasta molto sorpresa, la problematica è stata ben spiegata e analizzata
Ora, non sono portata per questo genere di strategie, ma mi pare di capire che la soluzione sia abbastanza semplice quanto complessa, specie nella pratica.
MinaBoulaia
- 8 anni fa
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Fondamentalmente la penso come Fma, è giusto che la fetta di lettori di età più avanzata non siano ignorati perchè dati alla mano, in Giappone, rimangono sempre un ottima parte di acquistatori di manga, tuttavia, concentrarsi su questi sarebbe un grave errore, perchè se si vuole che il mercato funzioni e sia duraturo di generazione in generazione, bisogna sempre rivolgersi alle nuove generazioni in primis, senza le quali il tutto verrebbe a scemarsi in pochissimo tempo.
Articolo molto interessante riguardo un fatto che ignoravo. Chissà se i pensionati apprezzaranno ciò o preferiranno comunque le serie un po più "giovani"
Non conoscevo il termine Silver manga, grazie per l'articolo A me non sembra una cattiva idea mantenere alto l'interesse di un pubblico più avanti con gli anni, anche se non credo che, anche una volta pensionati, coloro che hanno continuato a leggere manga per così tanto tempo smettano di punto in bianco... E poi è davvero un peccato che le nuove generazioni giapponesi apprezzino poco i manga, che sono un motivo di vanto del mondo per il Giappone. E' come se qui in Italia il tredicenni smettessero di mangiare la pizza! (se mai succedesse il mondo diventerebbe un posto triste, eh...)
"E poi è davvero un peccato che le nuove generazioni giapponesi apprezzino poco i manga, che sono un motivo di vanto del mondo per il Giappone."
L'articolo non dice questo ma che l'interesse sia decisamente diminuito e, sinceramente, non posso dar loro torto. I videogames ad oggi hanno un'attrattiva maggiore e sono in costante evoluzione i manga no. A parte serie "storiche" come One Piece, HunterxHunter che mantengono la mole di lettori conquistate negli anni, cosa c'è di nuovo oggi? Quale serie odierna, si possa mettere la mano sul fuoco, rimarrà nella memoria collettiva? Ormai escono solo serie minori ( Toriko, Assasination Classrooms, Boku no Hero Accademia, Seven Deadly Sins etc. ) che, nonostante la buona qualità, non aggiungono nulla al panorama manga oppure escono serie "meteora" dal successo immediato e strepitoso ma che andando avanti perdono appeal ( Giganti, One Punch man, si veda difatti come quest'ultimo abbia preso il posto dei giganti come "moda del momento" ). Gli ultimi grandi successi ( Death Note, Fullmetal ) sono usciti ( come primo capitolo intendo ) ormai più di dieci anni fa, un periodo di tempo veramente troppo elevato per un'intera industria mediatica per non parlare poi degli Shoujo. L'industria giapponese funzionava alla grande anche grazie ai prodotti per ragazze, da quanto non ne esce uno come si deve? Forse Nana ma anche qui, si parla di 2000. E questo guardando solo al mercato interno, per l'estero la cosa è ancora più desolante.
Secondo me devono solo farsi piú pubblicità all'estero e pubblicare per i giovani di tutto il mondo. Potete dire che lo fanno già ma io penso possano fare molto di piú.
"Secondo me devono solo farsi piú pubblicità all'estero e pubblicare per i giovani di tutto il mondo. Potete dire che lo fanno già ma io penso possano fare molto di piú."
Ecco, anche il fattore pubblicità all'estero è in una situazione oscena. Non vi è praticamente nessun contatto e marketing rivolto all'estero, Cristo, pure l'Italia quando fa quelle due/tre opere che sbancano ( Winx,Witch etc.) pompa il prodotto all'inverosimile. E la cosa ancora più ecclatante è che tra gli stessi prodotti di una stessa casa d'animazione non si creano pacchetti da vendere all'estero. Santo cielo, non tutti possono essere la Disney ma una Toei a caso perchè diavolo non vende le sue serie Pretty Cure a Netflix tutte insieme, I cavalieri dello zodiaco, Sailor moon, Digimon, Dragon Ball ( e tutti film relativi ) etc così che tra i programmi consigliati di una serie vi sia il collegamento per un altra. Poi, come ho spesso detto, al di là del fattore pubblicità, i giapponesi devono guardare all'estero anche come contenuti per svecchiarsi altrimenti la loro industria può solo peggiorare.
In effetti credo di rientrare nel target di pubblico di cui si parla nell'articolo (a parte i capelli che cominciano a tingersi d'argento!), conosco solo 20th Century Boys e Pluto dei manga citati e devo ammettere che rientrano perfettamente nelle mie corde.
Mi piacerebbe rintracciare le opere di Motomiya e Ishikawa.
ANTICONFORMISTA (anonimo)
- 8 anni fa
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A me bastano i seinen o degli shonen che non siano troppo banali ma se arriverò all'età senile farò un pensierino anche su questi silver manga.
ANTICONFORMISTA (anonimo)
- 8 anni fa
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Sì perchè io sono nato appassionato di anime e manga, ce l'ho nel sangue, nel dna, e ci morirò alla faccia del bigotto pregiudizio occidentale!
In realtà non pensavo che potesse persistere una fetta così importante dei vecchi lettori rimasti attaccati ai propri interessi. Anche se in termini percentuali non saprei come collocare i 10 mln.