@Meganoide. Concordo. Il fatalismo di cui parlo sta nel fatto che mi è parso di cogliere nell'autore la convinzione che il percorso di ogni uomo è tracciato a priori ed ogni tentativo atto ad allontanarsi da esso porta inevitabilmente al fallimento. Il protagonista nutre delle aspettative diverse rispetto a ciò che il fato ha deciso per lui e quando cerca di realizzarle finisce per andare incontro al disastro. Come detto mi ricorda molto il pensiero di Verga: anche i malavoglia se ricordi finisce più o meno così. Rispetto allo scrittore nostrano però c'è meno pessimismo: se si prende coscienza di sé e si accetta il percorso che ci è stato assegnato è possibile essere felici. Ed è questo ciò che accade al protagonista. Ma l'avevo detto in recensione mi pare
"Si, ma prima di mettere il paragone, il che potrebbe fuorviare (ma è una mera questione di ordine)"
Non ho capito che intendi in questo passaggio.
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