Ad essere proprio sincero non amo moltissimo le vicende narrate negli episodi dove c'è Kino come protagonista... per questa ragione (e per il fatto che sono ottime storie) ho adorato gli ultimi 3 episodi, in particolare gli ultimi 2.
Ho trovato la storia del paese dei bugiardi assolutamente geniale.
E la storia di Photo è stata illuminante.
Penso che il paese dei bugiardi sia però su un altro livello rispetto a tutte le altre storie, ogni pezzo del puzzle va al suo posto in maniera perfetta.

A me pare che di episodio in episodio ne esca sempre più con le ossa rotte dal lecito confronto con la serie originale. Non basta servire sul piatto le tematiche deep e finirla lì... È confezionato in tutto e per tutto negli standard di oggi e non ha ereditato un briciolo della personalità del suo omonimo erede.
Il sesto episodio è stata l'ultima goccia, con le sue esasperazioni e la bishojo "da proteggere" infilata perchessì; in KnT (2003) non è che mancassero personaggi grotteschi e situazioni kafkiane, ma non sfociavano nel cringe, erano dosati alla perfezione e soprattutto raccontati alla perfezione. Kino poi, certe volte l'ho trovata irriconoscibile.
Certo, chi non è avvezzo alle atmosfere dell'originale (e dell'animazione dei primi anni '00 in generale) potrebbe comunque reputare questo titolo sopra la media, ed alcune delle nuove storie restano carine, ma dal mio punto vista si può già parlare di delusione.
In questa stagione sto percependo più "Kino no Tabi vibes" da Shoujo Shuumatsu Ryokou, che da questo suo reboot, addirittura.

In questa stagione sto percependo più "Kino no Tabi vibes" da Shoujo Shuumatsu Ryokou, che da questo suo reboot, addirittura.

Prima di assumere una posizione così netta, aspetterò la fine della serie (anche perché ci sono altre storie della serie originale che andranno a comporre questo remake), però sì, al momento sto soffrendo della stessa sindrome (e girls last tour è sicuramente il mio aots) :/

Due su tre mi sono piaciuti. Non perché manchi Kino, ma proprio per come si svolge la vicenda e il modo in cui certi temi sono stati affrontati. Invece, la puntata sul Paese dei bugiardi - a parte la prima parte, veramente inutile - mi è piaciuto molto, sia per il tema che per come è stato trattato.

Prima di assumere una posizione così netta, aspetterò la fine della serie (anche perché ci sono altre storie della serie originale che andranno a comporre questo remake)

Comunque come visione non mi dispiace, mi basterebbe che le prossime 6 si assestassero al livello della prima, che mi aveva fatto ben sperare. A questo punto avrei preferito vedere solo storie nuove.

Si guarda ma non appassiona. Strappa qualche momento suggestivo ma per ora niente scompensi. E che fastidio le caratterizzazioni orribili, grottesche e del tutto funzionali allo svolgersi delle vicende dei personaggi secondari ...

Resto nella schiera di chi fatica a comprendere il comportamento dei personaggi del paese nave, per quanto sia immaginabile la negazione e una sorta di autodifesa per chi ha vissuto sempre in un certo modo e non vuole cambiare, di fronte all'evidenza dei fatti sarebbe anche il caso di farsene una ragione, fin quando si resta nei sospetti è un conto ma quando viene accertata la sicura fine della nave e la conseguente scomparsa dei suoi abitanti tra l'ignoto e una morte certa io fatico davvero a scegliere la seconda, o almeno avrei voluto vedere un minimo di libero arbitrio nella massa e non un pensiero unico esasperatamente omologato, guarda caso questo concetto si è ripresentato anche in un altro anime stagionale (Kujira no kora wa sajo ni utau) ma vivaddio qualcuno lì ha provato ad opporsi a un suicidio collettivo preordinato...certo mi rendo conto anche che l'obiettivo di Kino no tabi non è presentare realtà dove tutto funziona secondo logica e che quindi questo potrebbe non essere un difetto da attribuire alla serie, fatto sta che l'idea di aver visto semplicemente un paese di pazzi mi lascia perplesso...
Il quinto episodio finora è quello che ho apprezzato di più, sia nelle veloce prima parte che nella moto lasciata immobile contro la sua natura propone una metafora della vita "subita" senza la possibilità che i soli sforzi personali possano cambiarla, sia nella seconda che col paese dei bugiardi mi ha lasciato tanti dubbi sulle sfaccettature che presenta un sentimento come l'amore, lì la menzogna unisce due innamorati consapevoli di vivere una realtà effimera nonostante conoscano anche la bontà dei loro sentimenti reciproci, in quel caso la verità rovinerebbe un equilibrio che così costruito sembra funzionare? Chissà, Kino cerca sempre di lasciarti domande senza risposta quindi ci sta che faccia partire queste ipotesi, quantomeno ho trovato l'episodio molto ben costruito e convincente per farlo stavolta...
Il sesto episodio è il più atipico di quelli visti finora mancando un paese da visitare e una situazione particolare che lo rappresenti, premetto che anch'io per lunga parte dell'episodio ho immaginato che fosse la stessa Kino, in ogni caso la storia di questa schiava premiata dal destino mi è piaciuta, in una serie che non punta certamente al facile lieto fine e non propone sempre soluzioni felici questa persona che si salva da un fato nefasto che sembrava ormai inevitabile mi è parsa una boccata d'aria fresca, non sarà un tema originale la "divina provvidenza" che aiuta i giusti ma al di là di qualsiasi congettura filosofica uno possa farsi sul perchè quella ragazza si sia salvata (Destino? Fortuna? Aiuto divino? Inconsapevole atto di ribellione?) a me ha fatto molto piacere vederla salvarsi e ricostruirsi una vita felice da persona libera. E, diciamola tutta, anche vedere il gruppo di mercanti fare la fine più adatta a loro.

Un bel po' di gente continua a non capire che tutto in Kino no Tabi è fortemente metaforico. XD Il quarto episodio rappresenta l'immobilità di pensiero e il conformismo della maggior parte degli esseri umani: gli abitanti del paese-nave sono nati in gabbia, non concepiscono altro modo di vivere, per loro è inconcepibile abbandonare il luogo dove si sentono liberi e sicuri. Sarebbe come chiedere a chi non sa nuotare di tuffarsi nel mare dalla nave che affonda. Anche Ti stava per soccombere a questa mentalità: ma lei è sempre stata trattata dagli altri come una "diversa", e inoltre è molto giovane: l'incontro col principe, un altro "diverso" che viene da un mondo per lei sconosciuto (e anch'egli giovane, perchè è la gioventù l'età della ribellione e dei cambiamenti), riesce a scuotere la sua coscienza. La prima parte del quinto episodio rappresenta forse la malinconia che la vecchiaia porta con sè: la moto non può più viaggiare, e non può fare altro che vivere nella memoria del passato, circondata da cimeli di un'epoca che per lei (lui) non esiste più. Il resto dell'episodio invece mostra chiaramente come molte persone preferiscano vivere nella menzogna piuttosto che affrontare la verità. Infine il sesto episodio, il mio preferito dei tre. Qui vengono rappresentati due estremi: il modo in cui è cresciuta Photo, un buonismo esasperato (che parafrasa in modo volutamente eccessivo il concetto cristiano di "porgi l'altra guancia", del resto il capo del suo paese era molto probabilmente un leader religioso), e la mentalità razzista e violentemente suprematista dei mercanti, anch'essa rappresentata in modo esasperato e quasi caricaturale. Da notare il bambino, già pesantemente indottrinato dagli adulti, privato dell'innocenza e divenuto un piccolo mostro. E' tristemente ironico come Photo, che non è colpevole ma neanche completamente innocente, riesca a costruire la propria felicità (che comunque si merita, beninteso, anche perchè certamente avrà faticato e lottato per costruirsela) sulla disgrazia altrui.

A me piace particolarmente questa serie, è uno specchio sulla realtà che negli anime raramente vediamo. Gli episodi senza Kino danno una prospettiva più ampia, soprattutto il 4, che mi ha lasciato addosso un profondo senso di inquietudine, ma è stato bello.

E' stata una serie che ho sempre voluto recuperare: non sto leggendo le opinioni per paura di spoiler, ma ad un'occhiata veloce al trend dei voti temo che non sia all'altezza della prima. Cià nonostante, proverò a recuperarla.