Recensione davvero molto curata e obiettiva. Molto belli anche i pro e i contro schematizzati in maniera cosi esauriente; preso a suo tempo in anteprima e mi ha catturato sin da subito. Lo vedrei molto bene come un possibile film (magari prodotta anche dalla kyoani sulla scia di a silent voice). Bello anche che, ultimamente, anche in giappone si iniziano a notare aperture culturali a temi da sempre molto delicati per loro, senza trattarli come fenomeni da fujoshi/fudanshi. Alla fine questo serve per una completa comprensione delle emozioni umane
A me il manga ha deluso non poco. Le tematiche che intende trattare sono esposte come un processo di definizioni formali, quasi che il problema fosse solo dialettico, di definizioni ed etichette. Forse la brevità non aiuta. L'unico personaggio veramente interessante è Misora, di cui sono descritti con vigore e coerenza i dilemmi e le pulsioni interiori. Tutti gli altri personaggi sono stereotipati. A partire dalla stessa "Qualcuno", alter ego dell'autore, declinata come una sorta di fantasma che non sa se esiste o meno. Se questi elementi fossero inseriti nell'alveo del dramma avrebbero un senso. Esposti con toni tenui ed edulcorati perdono di significato. Nella realtà molti esiti del manga avrebbero conseguenze molto meno idilliache. Mi rincresce, ma l'autore non è riuscito ad espormi un quadro realistico del mondo LGBT più di altre opere.
Bellissima recensione ottimamente scritta. Il manga mi è piaciuto, è stato un po' zoppicante qua e là nelle fasi centrali perché mi confondevo i personaggi tra loro, e all'inizio era un po' troppo esageramente melodrammatico, ma l'ultimo volume ha chiarito tutto, approfondendo anche personaggi che erano lasciati in disparte, e mi ha fatto commuovere tantissimo (la storia di Tchaiko è più interessante e commovente di quella di Tasuku ç_ç ). L'unico personaggio che non ho compreso è proprio la "Signora Qualcuno", talmente (volutamente) lasciata nel mistero da non risultare granché interessante, anche perché non ho capito il suo problema. Sono un figlio degli anni ottanta vecchio stile e non mi ritrovo in tutte queste nuove caratterizzazioni che spuntano fuori oggigiorno: se lei non prova l'impulso sessuale o sentimentale verso un'altra persona, c'è bisogno di etichettarla con un nome e farsi un problema per questo? Magari domani si sveglia e trova qualcuno/a che le piace, che ne sai?
Complimenti a Sailortenshi per questa recensione veramente ma veramente bella, interessante e scritta perfettamente! Purtroppo non posso ancora dire se concordo con il suo giudizio perché devo leggere il numero 4 e ho "paura" per diverse cose (sia l'esito di alcune situazioni che la spiegazione di altre) però finora mi ha appassionata molto, se avessi potuto avrei voluto leggere subito tutti i numeri uno dopo l'altro, tanta era la voglia di continuare a seguire le vicende di Tasuku e co. Spero in un bel finale! ^^
Bellissima recensione, complimenti! Non ho letto questo manga, non è molto il mio genere. Tuttavia la recensione ha fatto scaturire una certa curiosità...dunque volevo sapere se la storia è realistica così come quella de "Il Marito di Mio Fratello", un manga che ho voluto provare a prescindere e che ho amato in modo particolare...
L'autrice della recensione in due sole parole, fatte dal vivo a Lucca, già mi aveva incuriosito moltissimo su questo titolo; aspettavo quindi di leggerne la recensione completa, e cosa dire? Scritta benissimo, bellissima davvero e molto interessante anche in relazione alle curiosità cui risponde, ancor prima di leggere il manga, presentandone il contesto. Complimenti quindi, e a me non resta che mettermi il titolo in lista perché il manga mi è stato presentato quando stavamo smontando gli stand in fiera a Lucca... troppo tardi quindi per andare da J-Pop a comprarlo XD
Ottima recensione per un manga che ho davvero amato molto! E' raro trovare manga che trattano l'argomento senza insistere e forzare troppo sul fanservice. Anche le storie dei personaggi di contorno sono molto belle. Leggetelo! Non fermatevi alle etichette, provateci almeno, non ve ne pentirete.
Bella recensione. A me è piaciuto veramente tanto, spero in prossimi titoli come questo. Ho adorato i disegni. I miei occhi festeggiavano. Soprattutto come vengono presentati gli aspetti lgbt. Lo consiglio a tutti.
Avevo più volte sentito parlare del manga, ma non avevo approfondito. Grazie a sailortenshi per aver colmato questa mia lacuna, recensione molto interessante.
Grazie a tutti per i complimenti! Essendo la mia prima recensione ero abbastanza impanicata ahahah
Felice che il manga sia piaciuto (o interessi) a tanti
@2247 ti dirò, in realtà sono la prima ad essere stata moderatamente delusa. Mi è piaciuto, sì, gli ho trovato tanti pregi... ma mentirei se dicessi di non aver avuto aspettative ben più alte. Concordo sul fatto che molte cose vengano solo "spiegate" e non "mostrate", che sappiamo essere il contrario della regola dello "show, don't tell"; vera anche l'eccezione di Misora, che è uno dei pochi casi in cui, appunto, ci viene mostrato qualcosa nella sua complessità. Allo stesso tempo non so; nello scrivere la recensione, nel mettere in ordine le impressioni in maniera discorsiva, ho iniziato io stessa a rivalutare un po' la cosa. Che la trama non sia particolarmente avvincente in sé è verissimo, l'ho anche scritto ahaha, ma forse proprio per questo l'ho trovata abbastanza realistica... d'altra parte le nostre vite non sono copioni scritti per essere interessanti o catturare un lettore. Non per forza devono esserci drammi, anche in situazioni certamente più complicate come fare coming-out o imparare a conoscere e vivere le proprie diversità. Un esempio per me è
il coming-out di Saki ai genitori, che lei cerca di evitare ad ogni costo, rendendolo una faccenda più grande di quello che è alla fine.
Con "realismo" intendevo questo, proprio il fatto che queste possano essere persone totalmente comuni, con piccole o grosse difficoltà sì, ma volendo anche risolvibili. Il "mondo LGBT" alla fine di persone è fatto, né più né meno, e che appunto non si sia romanzato troppo certe situazioni (cosa di cui peccano secondo me molti sceneggiatori) solo per esigenze di trama l'ho trovato, alla fine, un piccolo punto a favore.
@sailortenshi Sì capisco cosa vuoi dire e condivido molti punti della tua recensione. Quello che mi ha lasciato l'amaro in bocca non è il fatto che non ci sia un sottofondo drammatico alle vicende, ma che concetti come omofobia, intolleranza, autoconsapevolezza, ecc. vengano suggeriti come un discorso risolvibile con dettagli di vita. L'autore conosce di certo la situazione delle persone LGBT in Giappone meglio di me, e proprio per questo mi aspettavo delle conclusioni che fossero meno "retoriche". Con questo non voglio dire che cerca di dare soluzioni facili, al contrario. Quello che sembra troppo facile, sbrigativo, è il processo con cui si elaborano queste soluzioni. Il tono generale sembra fatalista, "le cose in un modo o nell'altro si aggiusteranno". Ma a mio parere si tratta di un fatto culturale (oltre che personale e psicologico) che non si scioglie solo facendo la cosa giusta al momento giusto o dicendo la cosa giusta alla persona giusta. Il processo di elaborazione dei problemi è frettoloso, sembra di passare da A a C saltando delle fasi di analisi. In questo c'è il senso del retorico che guasta la serietà delle tematiche. Che
il figlio di Seichiro, il compagno del signor Tchaiko, acconsenta a che quest'ultimo assista agli ultimi istanti di vita del padre; che Tsubaki acquisisca nuove consapevolezze di sé dopo un semplice confronto con Tasuku; che i genitori di Saki alla fine si rivelino così aperti; che a Tachibana non freghi nulla dell'omosessualità di Tasuku, ecc.
Se l'obiettivo era quello di dare un quadro realistico della situazione, questi risultati suonano parecchio retorici e non è spiegato a sufficienza quali percorsi sono stati fatti per arrivarci. Per fare un esempio, un manga come A Silent Voice offre un affresco molto più completo su temi come bullismo, disabilità e problemi sociali, e lo fa anch'esso senza regalare soluzioni facili o definitive; ma il percorso di formazione è molto più dettagliato e il tono cerca di evitare il più possibile la retorica. Complice la diversa lunghezza delle due opere forse, ma anche per questo Oltre le onde è troppo sbrigativo e quello che dice si perde in dettagli che non vengono approfonditi. Fermo restando che, come hai ben esposto nella recensione, rimane un'opera che ha molto da dire, con ottimi disegni e una trama comunque solida e concreta, poteva, e a mio avviso doveva, dare di più, molto di più. Troppe scorciatoie per un percorso così complesso.
Complimenti a sailortenshi per questa recensione: ero incuriosita e questa recensione mi ha convinta a provare la lettura... anche se l'ombra di una sorta di "realismo magico" continua a lasciarmi un poco perplessa - eh, con il realismo magico non vado troppo d'accordo ! - perché l'accento posto sui "ponti da costruire" mi sembra invece molto accattivante! E poi i disegni mi sembrano veramente bellissimi!
@2247 ti capisco benissimo anche io ahaha, davvero. Ripeto, concordo davvero su tante cose, forse semplicemente dopo averle "assimilate" do loro un peso un po' diverso.
Per quanto riguarda le tematiche in sé, se non l'hai già visto, ti consiglio la visione di questo episodio di Gaycation di Ellen Page. Ok che è comunque un prodotto occidentale e quindi va preso con le pinze, ma quello che ne viene fuori è la prevalenza non tanto dell'odio o della discriminazione attiva (come può essere invece spesso il caso in altri posti, anche qui) quanto piuttosto la necessità di "non dire", di tenere nascoste le diversità. Penso che in un contesto del genere il parlare sia invece una grande arma e un grande strumento di crescita... (che poi in certi casi nel manga sia affrettato è anche vero, quello sì.) Fra l'altro, anche se non so se possa effettivamente c'entrare, mentre facevo ricerche sull'autore ho trovato un'intervista (scusa, linkerei ma non ricordo dove) in cui parlava di come il suo essere asessuale/aromantico gli avesse "impedito" di scrivere storie d'amore credibili, e come quelle di Shimanami Tasogare fossero di fatto le sue prime grandi "prove" modellate per sentito dire o semplicemente osservando.
Il tono generale sembra fatalista, "le cose in un modo o nell'altro si aggiusteranno".
Ti capisco eh, ma la cosa ironica che mi ha fatto sorridere di questa frase è che uno dei progetti pro-LGBT più famosi si chiama proprio "It Gets Better" Chissà, magari è un pensiero che l'autore condivide.
Ti dirò invece, per me ad esempio A Silent Voice (che comunque adoro) non ha fatto questo gran lavoro sul tema bullismo se non nella primissima parte. Lo dico da persona che ci è passata, per me è stato invece lì che si è arrivati a risultati retorici e, passami il termine che detesto, "buonisti"... Immagino sia un mio limite, o magari anche questi sono casi in cui l'interpretazione è talmente soggettiva da portare a risultati completamente diversi da persona a persona.
@sailortenshi In effetti che l'autore sia asessuale/aromantico è un punto da tenere in considerazione. Alcuni passaggi sono probabilmente condizionati da questa premessa.
Sì, capisco anche cosa intendi riguardo alcuni aspetti retorici di A Silent Voice, che ci sono. Ricordo che ho letto di come l'autrice abbia anche cercato di resistervi il più possibile.
Comunque non ci sono mai "limiti". Solo opinioni, percezioni.
Complimenti per la bella recensione, resa ancor più interessante anche dalla contestualizzazione dell'autore. Avevo già sentito parlare bene di quest'opera e prima o poi sicuramente la recupererò