In realtà anche qui non è una cosa lontana dal mondo, non tanto per le scuole ma per il mondo del lavoro, dove molte aziende controllano anche i profili social dei vari contendenti per decidere se poterli assumere o meno.
L'istruzione non è obbligatoria, ma davvero? O.o Comunque è una chiara e insopportabile violazione della privacy, magari spacciabile come forma di controllo e prevenzione ma probabilmente messa su per salvaguardare il buon nome della scuola ed eliminare più facilmente i 'problemi' che possono danneggiarla, con questi presupposti non posso biasimare quegli studenti che mentiranno spudoratamente dicendo di non avere account social, e tanti saluti...
L'istruzione non è obbligatoria, ma davvero? O.o Comunque è una chiara e insopportabile violazione della privacy, magari spacciabile come forma di controllo e prevenzione ma probabilmente messa su per salvaguardare il buon nome della scuola ed eliminare più facilmente i 'problemi' che possono danneggiarla, con questi presupposti non posso biasimare quegli studenti che mentiranno spudoratamente dicendo di non avere account social, e tanti saluti...
L'istruzione in Giappone è obbligatoria fino alle medie, le superiori sono facoltative, però vista l'importanza che hanno per garantirsi un futuro hanno un altissima percentuale di studenti iscritti.
Fanno bene, andrebbe fatto pure qui.
Studenti che si fanno i porci comodi al cellulare continuamente... bisogna bloccare il segnale nelle scuole.
Privacy non significa fare quello che si vuole.
Io sono d'accordo, non mi sembra una cosa fuori dal mondo, anzi, in questo modo forse i ragazzi prendono più seriamente internet e ci stanno attenti. Vero che magari questo non risolve il cyberbullismo e affini ma almeno ci prova.
Io sono d'accordo, non mi sembra una cosa fuori dal mondo, anzi, in questo modo forse i ragazzi prendono più seriamente internet e ci stanno attenti. Vero che magari questo non risolve il cyberbullismo e affini ma almeno ci prova.
questa restrizione è già di per se bullismo, come combattere il bullismo con altro bullismo?
L'istruzione non è obbligatoria, ma davvero? O.o Comunque è una chiara e insopportabile violazione della privacy, magari spacciabile come forma di controllo e prevenzione ma probabilmente messa su per salvaguardare il buon nome della scuola ed eliminare più facilmente i 'problemi' che possono danneggiarla, con questi presupposti non posso biasimare quegli studenti che mentiranno spudoratamente dicendo di non avere account social, e tanti saluti...
L'istruzione in Giappone è obbligatoria fino alle medie, le superiori sono facoltative, però vista l'importanza che hanno per garantirsi un futuro hanno un altissima percentuale di studenti iscritti.
Magari mi confondo io, ma la fine delle medie giapponesi non coincide con la fine dei primi due anni di superiori da noi? Quindi l'età in cui si esce dall'obbligo sarebbe la stessa
Chi parla di violazione della privacy evidentemente non ha ben chiaro il concetto di social network, né della privacy stessa.
Nel momento in cui pubblichi un tweet, un post su facebook, una foto su instagram, li stai consegnando al mondo intero, a meno che tu non abbia impostato precise regole in campo privacy. Quindi chi scrive che dando alla scuola i propri nickname online la privacy dello studente viene annullata completamente, scrive una boiata, perché se i suoi post erano pubblici anche prima di indicare il proprio account, chiunque avrebbe potuto leggerli.
Chi parla di violazione della privacy evidentemente non ha ben chiaro il concetto di social network, né della privacy stessa.
Nel momento in cui pubblichi un tweet, un post su facebook, una foto su instagram, li stai consegnando al mondo intero, a meno che tu non abbia impostato precise regole in campo privacy. Quindi chi scrive che dando alla scuola i propri nickname online la privacy dello studente viene annullata completamente, scrive una boiata, perché se i suoi post erano pubblici anche prima di indicare il proprio account, chiunque avrebbe potuto leggerli.
Arrivo tardi, ma questo è proprio il mio pensiero: se hai scritto qualcosa su un qualsiasi social (anche qui su AC) è pubblica, e l'obbligo di fornire il nickname - non le credenziali di accesso! - da parte degli studenti serve solo a individuare più facilmente gli autori di post inopportuni e sanzionare chi viola il regolamento d'istituto (perché magari offende gli insegnanti).
Chi parla di violazione della privacy evidentemente non ha ben chiaro il concetto di social network, né della privacy stessa.
Nel momento in cui pubblichi un tweet, un post su facebook, una foto su instagram, li stai consegnando al mondo intero, a meno che tu non abbia impostato precise regole in campo privacy. Quindi chi scrive che dando alla scuola i propri nickname online la privacy dello studente viene annullata completamente, scrive una boiata, perché se i suoi post erano pubblici anche prima di indicare il proprio account, chiunque avrebbe potuto leggerli.
L'istruzione non è obbligatoria, ma davvero? O.o Comunque è una chiara e insopportabile violazione della privacy, magari spacciabile come forma di controllo e prevenzione ma probabilmente messa su per salvaguardare il buon nome della scuola ed eliminare più facilmente i 'problemi' che possono danneggiarla, con questi presupposti non posso biasimare quegli studenti che mentiranno spudoratamente dicendo di non avere account social, e tanti saluti...
L'istruzione in Giappone è obbligatoria fino alle medie, le superiori sono facoltative, però vista l'importanza che hanno per garantirsi un futuro hanno un altissima percentuale di studenti iscritti.
Magari mi confondo io, ma la fine delle medie giapponesi non coincide con la fine dei primi due anni di superiori da noi? Quindi l'età in cui si esce dall'obbligo sarebbe la stessa
Pro:
- responsabilizzare riguardo l'uso dei social
- monitoraggio su comportamenti pericolosi, per se e per gl'altri
- eventuale controllo attività durante le lezioni o in casi di assenza ( postare o condividere cose mentre sei in classe o postare foto mentre sei a spasso quando dovresti essere a casa in malattia , non credo sia il massimo ).
Contro
- Non viene fornita l'identità di chi controllerà i dati.
- Non c'è nessuna clausola che spiega esattamente come utilizzeranno i dati ottenuti da queste informazioni.
- Il divieto , così com'è esposto, per i multiaccount è stupido. Ora si usano account diversi da quello personale specialmente quando si lavora.
- L'atteggiamento: "L'istruzione scolastica non è obbligatoria in Giappone, quindi se non ti piace questo regolamento, sei libero di andartene.", se non fosse che in Giappone la scuola è obbligatoria dai 6 ai 15 anni.
- Vengono richieste informazioni personali, non obbligatoriamente legate alla scuola, a dei minori, ma non si parla di consensi da parte di genitori o di chi ne fa le veci.
La questione della privacy, è un misto tra i pro e contro. La conclusione del protagonista di quest'articolo credo sia la migliore.
Vorrei soltanto ricordare i molteplici fatti di cronaca, anche italiana, i cui vari ragazzetti filmavano rapine, aggressioni, pestaggi e violenze per poi postarle sui social.
- per responsabilizzare riguardo l'utilizzo del web o i social si dovrebbero organizzare corsi, lezioni o laboratori in cui si cerchi di fare ciò insegnando a quali rischi o pericolosi si possa andare incontro con un cattivo o superficiale utilizzo degli stessi, non si dovrebbero sottoporre gli studenti a un sondaggio in cui li si obbliga a riportare i propri nickname e in cui li si minaccia velatamente di incorrere in sanzioni come sospensioni o espulsioni...che messaggio si fa passare? La scuola controlla gli studenti anche fuori dalle sue mura e se sgarrano li caccia...nessuna informazione che possa insegnare loro a come comportarsi sul web o o social oppure su come navigare in modo sicuro.solo espliciti obblighi e velate minacce.
- Gli atteggiamenti pericolosi o lesivi possono essere monitorati anche a scuola(visto che gli studenti vi passano la maggior parte del loro tempo, tra lezioni e club)e con l'aiuto di esperti come psicologi o sociologi agire per sensibilizzare o educare meglio quegli studenti "bulli" e per supportare o aiutare gli studenti "bullizzati"!
Lo ripeto, prevenire è meglio che curare ma ci sono modi e modi per prevenire!
- e anche controllo al di fuori dalle mura scolastiche e dei normali orari di lezione o club.
Ricordo(purtroppo) molti di quei casi, ma se essi capitano continuamente è perché tali ragazzi non vengono ne educati adeguatamente ne puniti.
Se un ragazzo bullizza un coetaneo o filma qualcuno che lo bullizza per poi pubblicarne il video online bisognerebbe prima di tutto punirlo senza far passare il tutto come una ragazzata e poi chiedersi come mai scuola e famiglia non sono stati in grado di educarli al meglio!
Per prevenire tali episodi bisognerebbe sensibilizzare e responsabilizzare adeguatamente ragazzi e adulti(famiglie/educatori) non monitorare solo i ragazzi per vedere cosa combinano, magari obbligandoli a mettere le loro vite in vetrina e lasciare gli adulti a farsi la colpa tra loro e a minimizzare passando atti di bullismo e simili come ragazzate!
Nel caso specifico descritto nella news, se davvero volevano prevenire casi di bullismo o peggio la scuola avrebbe dovuto cercare di individuare gli studenti a rischio(che se lasciati a briglia sciolta o soli avrebbero potuto finire per diventare vittime o carnefici) e monitorarne le vite sui social/web o scolastiche/private in modo delicato e adeguato(con la collaborazione di esperti e famiglie) per comprenderne le abitudini e intervenire aiutandoli o educandoli, non sottoporre a tappeto tutti gli studenti obbligandoli a fornire i loro nickname e, di conseguenza, mettendone in vetrina le vite sul web e i social, probabilmente senza neanche aver chiesto prima, visto che sono minorenni, nessun permesso alle famiglie o ai tutori!
Visto come si è comportata tale scuola, secondo me, qui non c'entra nulla il voler monitorare i ragazzi per prevenire eventuali pericoli, ma semplicemente il voler preservare positivamente l'immagine della scuola anche a costo di fottersene della privacy degli studenti!
E allora io mi chiedo...siamo sicuri che solo gli studenti siamo quelli da tenere d'occhio, perché non obbligano anche i professori e gli inservienti a fornire i loro eventuali nickname, impedendo loro di creare e/o usare più di un account? O.o
Contro
- Non viene fornita l'identità di chi controllerà i dati.
- Non c'è nessuna clausola che spiega esattamente come utilizzeranno i dati ottenuti da queste informazioni.
- Il divieto , così com'è esposto, per i multiaccount è stupido. Ora si usano account diversi da quello personale specialmente quando si lavora.
- L'atteggiamento: "L'istruzione scolastica non è obbligatoria in Giappone, quindi se non ti piace questo regolamento, sei libero di andartene.", se non fosse che in Giappone la scuola è obbligatoria dai 6 ai 15 anni.
- Vengono richieste informazioni personali, non obbligatoriamente legate alla scuola, a dei minori, ma non si parla di consensi da parte di genitori o di chi ne fa le veci.
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