Azz! Altri 3-5 anni quindi?
Azz! Altri 3-5 anni quindi?
Beh, your name è uscito nel 2016 e Shinkai stava già lavorando al nuovo film, quindi...
Comunque spero che le comparse nei prossimi film non si limitino ai suoi ultimi successi, mi piacerebbe vedere anche i personaggi dei vecchi film (o qualche riferimento velato come è successo in Your name)
[...] Quando creo un film, penso sempre prima di tutto al mio pubblico [...]
Dubito la pensasse allo stesso modo con 5 cm al secondo... ormai è diventato "commerciale" come scritto nei commenti sopra - purtroppo.
Il Giappone ha vissuto molte situazioni estreme a livello meteorologico negli ultimi anni, le persone hanno sofferto a causa di terremoti, tifoni ecc. e volevo mostrare questo drastico cambiamento nel mio film.
Per quanto riguarda il “Shinkai-verso” si tratterebbe sicuramente di un mondo estremamente caotico, quindi non sono sicuro di volergli dar vita.
Quando creo un film, penso sempre prima di tutto al mio pubblico. Gli piacerebbe vedere un finale triste o uno felice?
Sicuramente saprete quanto sia attualmente popolare il film Joker, uscito recentemente al cinema: penso che i due film condividano lo stesso conflitto.
Sicuramente saprete quanto sia attualmente popolare il film Joker, uscito recentemente al cinema: penso che i due film condividano lo stesso conflitto.Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)Quindi ora mi viene a dire che il bambino protagonista di Your name in verità è un pazzo psicopatico come il joker.. effettivamente per più di metà del film è inseguito dalla polizia come se fosse un ricercato pericoloso.. possiede un arma che usa per ben due volte per sparare a delle altre persone prendendoci sempre più gusto..Hina, il fratello e le altre situazioni legate al bel tempo/maltempo potrebbero essere una sua visione, montata ad arte dal suo cervello distorto, e non esistere effettivamente e lui starebbe solo somatizzando tutto il discorso del cambiamento climatico di Tokyo addossandosene la colpa (anche se in effetti non è così ed è un fenomeno naturale dovuto al surriscaldamento climatico) vivendo tutto il conflitto della scelta tra essere se stesso e gli altri per poi a fine film accettare la sua pazzia ed infine abbracciarla... non pensavo, ma COSI' TUTTA LA TRAMA DEL FILM ACQUISTA MOLTO PIU' SENSO! Grazie Shinkai per avermelo finalmente spiegato!
Daje che se non ci sarà uno “Shinkai-verso” potremmo comunque ritrovarci un crossover con la DC!
Daje che se non ci sarà uno “Shinkai-verso” potremmo comunque ritrovarci un crossover con la DC!
Bellissima l'immagine! Ne servirebbe anche per i protagonisti di weathering with you, così sarebbe davvero perfetta XD
@gald
Personalmente non ho mai condiviso l'uguaglianza commerciale=schifo perchè molti grandi film moderni sono ottimi lavori rimasti nel cuore di migliaia di persone pur essendo commerciali.. il problema non sta lì, sta nei contenuti. Se il fare un film commerciale è solo un modo per nascondere dei contenuti inesistenti dietro ad una patina "figa" allora lì sì che c'è qualcosa che non va (come c'è qualcosa che non va in quei film autoriali che si riempono di contenuti perdendo in generale di fruibilità). E' un difficile equilibrio. Come hanno già scritto altri in questo thread, Shinkai in questo momento dovrebbe cercare il proprio equilibrio, dopo averlo azzeccato di pura fortuna con your name (dopo WWY la cosa è palese).. vedremo se con il prossimo andrà meglio.
Nel frattempo possiamo goderci questa rilettura alternativa di WWY, che sicuramente dona al film quei contenuti che prima non aveva.. e che sicuramente funziona di più anche a livello di meme XD
"5 cm per secondo'' non è quel gran capolavoro che molti pensano, almeno per me, e non perché abbia un finale triste... è un film cupo e per me "non risolto'' e si sente; "Il giardino delle parole" è senza dubbio migliore.
Credo ci sia un abisso tra i film degli esordi (cosa normalissima, tra l'altro) e gli ultimi due film; io credo che il compromesso in parte Shinkai lo abbia trovato, o almeno è sulla strada che lo porta in quella direzione. Il lieto fine, quando c'è, ha un retrogusto amaro che maschera altro, cosa evidente in questo ultimo lavoro.
"5 cm per secondo'' non è quel gran capolavoro che molti pensano, almeno per me, e non perché abbia un finale triste... è un film cupo e per me "non risolto'' e si sente; "Il giardino delle parole" è senza dubbio migliore.
Credo ci sia un abisso tra i film degli esordi (cosa normalissima, tra l'altro) e gli ultimi due film; io credo che il compromesso in parte Shinkai lo abbia trovato, o almeno è sulla strada che lo porta in quella direzione. Il lieto fine, quando c'è, ha un retrogusto amaro che maschera altro, cosa evidente in questo ultimo lavoro.
5 cm/sec best ever - period.
Di WWY mi è piaciuta solo la scelta finale del protagonista, per il resto nulla di speciale.
Circa YN sono sicuro che in testa Shinkai avesse un finale diverso, tipo Taki alla fine trovava il villaggio distrutto dove gli abitanti non si erano salvato - e magari a casa "sua" trovava un qualche messaggio di Mitsuha... o roba simile - il fatto del salto temporale mi è piaciuto, che poi sia stato gestito male è un altro discorso.
Basketballjunkie -
Volevo citarti, ma visto che faccio pasticci, cerco di risponderti così, spero nella maniera più chiara possibile.
Sì, un po' hai travisato, e può darsi che io non sia stata chiara. Non intendevo che un film cupo non può essere un capolavoro, (ammetto che io uso molto poco questa parola, perché onestamente non so se ho gli strumenti per giudicare un film in questi termini, quindi anche adesso cercherò di spiegare solo le sensazioni che io ho avuto guardando 5 cm per secondo).
Quando dico che per me 5 cm (scusa abbrevio per comodità) mi dà un senso di ''non risolto'' è nella sua interezza, nello sviluppo della narrazione che non mi convince, tutto quello che è venuto prima (il quasi disperato tentativo dei due ragazzi di ritrovarsi ancora, il viaggio in treno ecc) cozza con quel finale, che tu definisci quasi come unico elemento che salva un film che altrimenti sarebbe piatto e senza slanci... ecco, per me non basta un elemento a salvare un film che per il resto non funziona benissimo, o forse dice le cose in maniera sbagliata lasciando travisare il messaggio allo spettatore. Per me Shinkai non ''chiude una parte della vita'' o non lo fa in maniera convinta, vorrebbe lasciare una porta aperta, quando era palese che non c'erano porte aperte neppure prima; magari è proprio questo senso d'indefinito, d'incertezza, che mi ha dato fastidio, ma stiamo parlando di sensazioni davvero troppo soggettive... quel finale mi è parso una specie di contraddizione rispetto a tutto quello che è stato detto prima.
Tutti questi sentimenti inquieti e contraddittori che trasudano dal film, fanno parte del ''non risolto'' emotivo di Shinkai stesso, e questo si riflette nella sua opera. Se il suo obiettivo era questo (rappresentare questa sua interiorità piuttosto caotica) allora ci è riuscito, ma non si può definirlo maturo, perché non è ancora capace di trasformarli in una forma definita (non a caso il film è diviso in sezioni, compartimenti stagni, non scorre in maniera fluida, ma non è questa la causa del non risolto, questa è solo la maniera in cui è rappresentata); quando S. arriverà a fare questo (a trovare la sua forma, amalgama di tutti i suoi elementi, sentimenti compresi) allora forse vedremo davvero il suo capolavoro.
Il finale di ''Il giardino delle parole'' mi è sembrato invece ''liberatorio'' (questo mi ha suggerito quel pianto della protagonista) e questo è un film che mi ha suggerito un gran senso di pace, per questo l'ho preferito a 5 cm; c'era una sorta di stasi sotto quel pergolato, quando lo studente e l'insegnante s'incontravano, prima della deflagrazione. Non mi sono sentita disperata e non ho percepito disperazione in Yukino.
Parliamo sempre di percezioni soggettive e personali, dunque è possibile che il film a me abbia fatto un effetto e a te un altro...
non sarà un capolavoro neppure questo, ma mi sembra che la narrazione sia gestita meglio, più controllata.
Non è un male se Shinkai ''perde'' un po' della sua poetica malinconica, anche se non parlerei di vera e propria perdita, parlerei più di accettazione e trasformazione di questa vena, sensazione che ho avuto netta con l'ultimo film, il problema sarà come questa vena sarà trasformata in futuro, questo solo il tempo potrà dirlo. Probabilmente questa cosa è ancora in atto, forse...
non mi spingo oltre.
Spero che le mie parole abbiano un senso, o almeno di aver un po' chiarito ciò che intendevo.
Basketballjunkie -
Volevo citarti, ma visto che faccio pasticci, cerco di risponderti così, spero nella maniera più chiara possibile.
Sì, un po' hai travisato, e può darsi che io non sia stata chiara. Non intendevo che un film cupo non può essere un capolavoro, (ammetto che io uso molto poco questa parola, perché onestamente non so se ho gli strumenti per giudicare un film in questi termini, quindi anche adesso cercherò di spiegare solo le sensazioni che io ho avuto guardando 5 cm per secondo).
Quando dico che per me 5 cm (scusa abbrevio per comodità) mi dà un senso di ''non risolto'' è nella sua interezza, nello sviluppo della narrazione che non mi convince, tutto quello che è venuto prima (il quasi disperato tentativo dei due ragazzi di ritrovarsi ancora, il viaggio in treno ecc) cozza con quel finale, che tu definisci quasi come unico elemento che salva un film che altrimenti sarebbe piatto e senza slanci... ecco, per me non basta un elemento a salvare un film che per il resto non funziona benissimo, o forse dice le cose in maniera sbagliata lasciando travisare il messaggio allo spettatore. Per me Shinkai non ''chiude una parte della vita'' o non lo fa in maniera convinta, vorrebbe lasciare una porta aperta, quando era palese che non c'erano porte aperte neppure prima; magari è proprio questo senso d'indefinito, d'incertezza, che mi ha dato fastidio, ma stiamo parlando di sensazioni davvero troppo soggettive... quel finale mi è parso una specie di contraddizione rispetto a tutto quello che è stato detto prima.
Tutti questi sentimenti inquieti e contraddittori che trasudano dal film, fanno parte del ''non risolto'' emotivo di Shinkai stesso, e questo si riflette nella sua opera. Se il suo obiettivo era questo (rappresentare questa sua interiorità piuttosto caotica) allora ci è riuscito, ma non si può definirlo maturo, perché non è ancora capace di trasformarli in una forma definita (non a caso il film è diviso in sezioni, compartimenti stagni, non scorre in maniera fluida, ma non è questa la causa del non risolto, questa è solo la maniera in cui è rappresentata); quando S. arriverà a fare questo (a trovare la sua forma, amalgama di tutti i suoi elementi, sentimenti compresi) allora forse vedremo davvero il suo capolavoro.
Il finale di ''Il giardino delle parole'' mi è sembrato invece ''liberatorio'' (questo mi ha suggerito quel pianto della protagonista) e questo è un film che mi ha suggerito un gran senso di pace, per questo l'ho preferito a 5 cm; c'era una sorta di stasi sotto quel pergolato, quando lo studente e l'insegnante s'incontravano, prima della deflagrazione. Non mi sono sentita disperata e non ho percepito disperazione in Yukino.
Parliamo sempre di percezioni soggettive e personali, dunque è possibile che il film a me abbia fatto un effetto e a te un altro...
non sarà un capolavoro neppure questo, ma mi sembra che la narrazione sia gestita meglio, più controllata.
Non è un male se Shinkai ''perde'' un po' della sua poetica malinconica, anche se non parlerei di vera e propria perdita, parlerei più di accettazione e trasformazione di questa vena, sensazione che ho avuto netta con l'ultimo film, il problema sarà come questa vena sarà trasformata in futuro, questo solo il tempo potrà dirlo. Probabilmente questa cosa è ancora in atto, forse...
non mi spingo oltre.
Spero che le mie parole abbiano un senso, o almeno di aver un po' chiarito ciò che intendevo.
Il film è suddiviso in episodi, perché cambia il punto di vista dei personaggi, che sono pochi, ma così realistici, che sono quasi tangibili.
5cm al secondo è una storia semplice e vera, che si allontana da chliché e stereotipi per mandare un messaggio, piuttosto evidente, che solo tramite quel finale può essere espresso. Shinkai non lascia nessuna porta aperta è piuttosto chiaro, Il protagonista ha un grande percorso di maturazione, non a caso nel finale non si volta e sorride volgendo il suo sguardo verso nuovi orizzonti.
Basketballjunkie -
Volevo citarti, ma visto che faccio pasticci, cerco di risponderti così, spero nella maniera più chiara possibile.
Sì, un po' hai travisato, e può darsi che io non sia stata chiara. Non intendevo che un film cupo non può essere un capolavoro, (ammetto che io uso molto poco questa parola, perché onestamente non so se ho gli strumenti per giudicare un film in questi termini, quindi anche adesso cercherò di spiegare solo le sensazioni che io ho avuto guardando 5 cm per secondo).
Quando dico che per me 5 cm (scusa abbrevio per comodità) mi dà un senso di ''non risolto'' è nella sua interezza, nello sviluppo della narrazione che non mi convince, tutto quello che è venuto prima (il quasi disperato tentativo dei due ragazzi di ritrovarsi ancora, il viaggio in treno ecc) cozza con quel finale, che tu definisci quasi come unico elemento che salva un film che altrimenti sarebbe piatto e senza slanci... ecco, per me non basta un elemento a salvare un film che per il resto non funziona benissimo, o forse dice le cose in maniera sbagliata lasciando travisare il messaggio allo spettatore. Per me Shinkai non ''chiude una parte della vita'' o non lo fa in maniera convinta, vorrebbe lasciare una porta aperta, quando era palese che non c'erano porte aperte neppure prima; magari è proprio questo senso d'indefinito, d'incertezza, che mi ha dato fastidio, ma stiamo parlando di sensazioni davvero troppo soggettive... quel finale mi è parso una specie di contraddizione rispetto a tutto quello che è stato detto prima.
Tutti questi sentimenti inquieti e contraddittori che trasudano dal film, fanno parte del ''non risolto'' emotivo di Shinkai stesso, e questo si riflette nella sua opera. Se il suo obiettivo era questo (rappresentare questa sua interiorità piuttosto caotica) allora ci è riuscito, ma non si può definirlo maturo, perché non è ancora capace di trasformarli in una forma definita (non a caso il film è diviso in sezioni, compartimenti stagni, non scorre in maniera fluida, ma non è questa la causa del non risolto, questa è solo la maniera in cui è rappresentata); quando S. arriverà a fare questo (a trovare la sua forma, amalgama di tutti i suoi elementi, sentimenti compresi) allora forse vedremo davvero il suo capolavoro.
Il finale di ''Il giardino delle parole'' mi è sembrato invece ''liberatorio'' (questo mi ha suggerito quel pianto della protagonista) e questo è un film che mi ha suggerito un gran senso di pace, per questo l'ho preferito a 5 cm; c'era una sorta di stasi sotto quel pergolato, quando lo studente e l'insegnante s'incontravano, prima della deflagrazione. Non mi sono sentita disperata e non ho percepito disperazione in Yukino.
Parliamo sempre di percezioni soggettive e personali, dunque è possibile che il film a me abbia fatto un effetto e a te un altro...
non sarà un capolavoro neppure questo, ma mi sembra che la narrazione sia gestita meglio, più controllata.
Non è un male se Shinkai ''perde'' un po' della sua poetica malinconica, anche se non parlerei di vera e propria perdita, parlerei più di accettazione e trasformazione di questa vena, sensazione che ho avuto netta con l'ultimo film, il problema sarà come questa vena sarà trasformata in futuro, questo solo il tempo potrà dirlo. Probabilmente questa cosa è ancora in atto, forse...
non mi spingo oltre.
Spero che le mie parole abbiano un senso, o almeno di aver un po' chiarito ciò che intendevo.
Il film è suddiviso in episodi, perché cambia il punto di vista dei personaggi, che sono pochi, ma così realistici, che sono quasi tangibili.
5cm al secondo è una storia semplice e vera, che si allontana da chliché e stereotipi per mandare un messaggio, piuttosto evidente, che solo tramite quel finale può essere espresso. Shinkai non lascia nessuna porta aperta è piuttosto chiaro, Il protagonista ha un grande percorso di maturazione, non a caso nel finale non si volta e sorride volgendo il suo sguardo verso nuovi orizzonti.
Non ce la faccio, per me stiamo parlando di un film sopravvalutato. Fin dalla prima visione mi ha lasciata perplessa, la seconda visione ha rafforzato la prima impressione avuta.
Scusa, mi devi spiegare dove sorride... io non ho percepito nessun sorriso, oppure ho visto un altro film.
Quello che mi ha trasmesso quel finale è un gran pessimismo di fondo, coerente alla cupezza di tutto il racconto, nessuna apertura a ''nuovi orizzonti''... nessuna speranza,
benissimo così se questa era la tesi del film...
allora, perché i due personaggi quasi si sfiorano, in senso metaforico ovviamente, a quel passaggio a livello (porta aperta/contraddizione/furbata di Shinkai per dare valore ad un film, per il resto quasi dimenticabile) ??
Se questo non è voler confondere le acque, suggerendo una possibilità che non esiste, io non so come chiamarlo.
Ma la mia non è una critica ai personaggi, o al fatto che siano negativi o positivi, buoni o cattivi ecc, non è quello il problema; ci sono personaggi negativi che possono essere bellissimi, se costruiti con criterio, viceversa personaggi positivi deboli e privi di spessore.
Il problema non è neppure il messaggio che il film vuole veicolare ed è ovvio che l'impressione lasciata da un film è sempre relativa alla sensibilità di chi guarda.
Tralasciando i gusti personali, posso preferire un film come Your Name pur vedendone i limiti, perché più vicino al mio sentire del momento, allo stesso modo posso non condividere ma apprezzare la sincerità di un'opera che ha il coraggio estremo di portare avanti un discorso fino alla fine, senza cedere di un millimetro.
Il film di Shinkai non ha questo coraggio, cede e si sbilancia, scivolando su un terreno incerto.
Se un autore mi sta dicendo qualcosa, se vuole farmi riflettere, e traccia un percorso, mi aspetto un minimo di coerenza, non che alla fine mi lasci nel dubbio che volesse dire altro.
Detto questo, non voglio convincere nessuno, ma non riesco a cogliere maestosità in 5 cm, altrimenti che dovrei dire di un film davvero maestoso per contenuti e complessità come "Principessa Mononoke" di Miyazaki (e questo sì, che è davvero un capolavoro) né intendo fare confronti inutili tra i due registi.
Questo solo per farti capire che cosa intendo io, per capolavoro.
Per me Shinkai non ''chiude una parte della vita'' o non lo fa in maniera convinta, vorrebbe lasciare una porta aperta, quando era palese che non c'erano porte aperte neppure prima.
porta aperta/contraddizione/furbata di Shinkai.
ma come credi che sarebbe finita se lei fosse stata ancora lì, dall'altra parte?
Ed ecco che abbiamo il finale 'alternativo' di Your Name, quello latente in 5 cm, come se Shinkai volesse dirci, finisce male, ma poteva anche finire bene, casi della vita.
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